Filiera Culturale della Città di Foggia: «A chi non conviene fare un censimento capillare del comparto culturale?»

«Dopo le recenti constatazioni e riflessioni a mezzo stampa e social, sui consueti metodi utilizzati a giugno 2022 dall’Ufficio Cultura del Comune di Foggia per confezionare il programma estivo degli eventi, la domanda è sorta spontanea.

Censire tutte le figure professionali che operano nel settore culturale, indipendentemente dalla configurazione fiscale, non dovrebbe costituire per un Ente pubblico un enorme, sicuro e consapevole patrimonio di tipo intellettuale, artistico, economico ed operativo?

Il dato concreto è che quasi tutta l’Italia lo ha già compreso, soprattutto dopo la divulgazione del “Documento dalla Filiera Culturale della Città di Foggia – La Filiera Culturale deve sopravvivere al Covid, ad ogni costo” del 14 aprile 2021: il documento partito da questa città per affinare la percezione del nostro comparto e che, grazie ai contenuti e al valore oggettivo delle carriere di coloro che lo hanno sottoscritto da tutta Italia, è diventato un vero e proprio strumento di resilienza umana prima, e di suggestione politica dopo.

Esso, inutile girarci intorno, ha aiutato colleghi di tutta Italia ad uscire dall’anonimato e a superare le difficoltà enormi dei blocchi lavorativi culturali dei lockdown.

E allora, perché restiamo inascoltati?

QUI IL DOCUMENTO DALLA FILIERA CULTURALE DELLA CITTÀ DI FOGGIA

Il movimento Filiera Culturale della Città di Foggia, che ha generato e che segue le evoluzioni del documento, è di tipo orizzontale e spontaneo, racchiude tutte le figure professionali del mondo della cultura, dello spettacolo e delle attività connesse, e chiede come primo punto che vengano censite le maestranze e le competenze del settore, per portare all’attenzione delle Istituzioni le persone che operano attivamente nel campo culturale in ciascuna delle 20 Regioni e in ciascuno degli 8000 comuni d’Italia.

Nella città di Foggia, ad esempio, il Comune sa quali sono i doppiatori? E i backliner? E i cantanti lirici? E i sarti di scena?

Da evidenziare che il Documento venne messo a conoscenza del Parlamento per ben tre volte fra aprile e maggio 2021, venne implementato parzialmente da un paio di Regioni del Nord e venne fatto proprio da chiunque volesse operare in tal senso, ispirando pesantemente anche linee convergenti con sindacati nazionali e associazioni di categoria.

Le ultime azioni di confronto fra la Filiera Culturale e gli amministratori del Comune di Foggia, invece, sono state le seguenti:

- 8 Maggio 2021: incontro pubblico presso l'anfiteatro in Via Furore, alla presenza di rappresentanti politici e amministrativi, tra i quali consiglieri comunali, assessore alla cultura e dirigente al ramo. Tante parole e nessun fatto.

- 18 Maggio 2021: manifestazione di protesta davanti all’Ufficio Cultura. Successivo incontro di una delegazione con il solo Dott. Dicesare, allora dirigente al ramo, che manifestava verbalmente un proprio coinvolgimento umano nelle nostre problematiche. Come dato di fatto, però, poi non è cambiato nulla.

- 27 ottobre 2021: dopo tre richieste di incontro con il commissario prefettizio (nel frattempo c’è stato uno scioglimento per implicazioni mafiose a Palazzo di Città) una delegazione di firmatari veniva ricevuta da uno dei subcommissari. L’incontro fu offensivo (per un oltraggioso dubbio sull’autenticità dei firmatari del documento) ed umiliante (per il tono di sufficienza con il quale ci veniva comunicata una sicura negazione di qualsiasi tipo di aiuto almeno per i dieci anni a seguire). Ci veniva ricordato che l'interlocutore non ci conosceva e ci venivano opposte tutta una serie di questioni fuori contesto, scagliateci addosso senza motivo. Peggio di un tram in pieno volto.

Oggi l’arcano si svela? La conoscenza del settore artistico vantata dallo stesso subcommissario in quella sede, probabilmente, gli ha poi permesso di far aggiungere ai “consigli” per il cartellone del Foggia Estate anche una band di Polignano (città in cui egli risiede)?

Forse egli è in perfetta sintonia con le tradizionali modalità dei nostri amministratori comunali precedenti?

Nel frattempo, non solo nulla si è mosso nel Palazzo di Città riguardo il censimento capillare di tutti gli operatori (e non parliamo soltanto delle associazioni, che ne rappresentano solo una parte), ma ancora una volta si è deciso in maniera arbitraria, discrezionale e senza avviso pubblico sulle iniziative appena pubblicate del Foggia estate, dando lavoro a poche e mirate realtà, ignorando di fatto un dialogo, una evoluzione ed un miglioramento dei rapporti con tutto il comparto effettivo.

Non prendiamoci più in giro: il censimento a Foggia, finora, non è stato ritenuto fondamentale proprio per portare avanti scelte discrezionali, soggettive e di potere, che alimentassero l’illusione di adeguatezza degli amministratori di poter possedere il nostro pensiero creativo, di poterci “acquistare” all’occorrenza, a volte per un tornaconto, a volte per esporci come un trofeo.

Questo copione ripetuto da anni, di stampo ormai tragicomico, deve finire per sempre e chiediamo, a chi ha ricevuto l’incarico di amministrare anche il settore Cultura di Foggia, di voler conoscere in modo approfondito il passato e di voler volgere uno sguardo di evoluzione verso il futuro.

Noi della Filiera Culturale abbiamo grandi aspettative da chi ci amministra, e siamo disposti a collaborare per portare il concetto di Cultura ad un livello superiore a ciò che si è visto e subìto a Foggia negli ultimi anni».

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