Via libera dall’Ue alla farina di grillo per pasta, pane e biscotti. Bocciata dagli italiani

Se ne parla da tempo, anche troppo, ed oggi la notizia e conferma: la farina di grillo domestico entra nell’alimentazione europea. Sulle nostre tavole potremo trovare alimenti come i grilli domestici (Acheta domesticus), la larva gialla della farina (Tenebrio molitor) e la Locusta migratoria.

Lo ha stabilito la Commissione Europea affermando “che la polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus (il nome scientifico del grillo domestico, appunto commestibile) è sicura alle condizioni e ai livelli d'uso proposti". Inoltre, sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE, stabilisce che Il prodotto ottenuto dalla specie Acheta domesticus potrà essere commercializzato “per un periodo di cinque anni a decorrere dalla data di entrata in vigore del presente regolamento, datato 24 gennaio 2023, solo dalla società Cricket One Co. Ltd" sempre che "un richiedente successivo ottenga un'autorizzazione”.

A far da sponda a questa decisione ci sono le grandi multinazionali alimentari, anche italiane, che potrebbero sostituire, ovviamente con tanto di etichettatura in chiaro, la farina di grano con quella in grillo. E così avremo in tavola pasta, biscotti, pane, dolci vari, anche pizze al grillo. Ciò vale anche per gli alimenti oggi farciti e riempiti con farine tradizionali, come per esempio quelli a base di carne.

Il prodotto è ottenuto, come preannunciato, dalla specie Acheta domesticus, trasformato in polvere parzialmente sgrassata. Sempre leggendo la Gazzetta dell’UE, la farina suddetta sarà utilizzata, entrando nello specifico dei prodotti, per produrre tutti quelli a base di pane e pasta, grissini, cracker, cereali vari, biscotti secchi e farciti, quelli che includono patate, legumi e verdure. Finanche potrebbe finire anche nel siero di latte, farcire minestre e carni varie, nelle bevande come la birra, nelle patatine fritte e snack vari, insomma in tutti quei prodotti dove è prevista ora la farina di grano duro e tenero e di granoturco.

Una “rivoluzione alimentare” che gli italiani non hanno gradito, stando ai dati diffusi da Coldiretti.  L’analisi conferma che il 54% degli italiani sono contrari agli insetti a tavola, mentre il 24% sono indifferenti contro il 16% che risultano favorevoli; solo il 6% non ha fornito risposta.

Dati che devono far riflettere chi governa e maggiormente far sentire la sua versione, anche sul Nutriscore, valorizzando il Made in Italy alimentare e dieta mediterranea, valori che a quanto pare anche a qualche azienda alimentare italiana interessa poco a fronte dei profitti da commerci extraeuropei.

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Redazione

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