I Carabinieri della Compagnia di Cerignola, con il supporto del Nucleo Investigativo di Foggia, dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Puglia e delle unità cinofile del Nucleo Carabinieri Cinofili di Bari-Modugno, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Foggia, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di tre soggetti di Cerignola, ritenuti responsabili, in concorso tra loro, di spaccio di sostanza stupefacente, in particolare di cocaina. Si tratta dei due fratelli R. e A. P., rispettivamente di 28 e 25 anni, e del 25enne L. V., tutti già noti alle Forze dell’ordine.
L’indagine, svolta dai militari dell’Arma sotto la costante direzione della Procura della Repubblica di Foggia, ha consentito di scoprire e quindi colpire un'articolata e sistematica attività di spaccio di cocaina svolta dai due fratelli con la collaborazione del L. V.. Nel corso dell’indagine sono state captate oltre quaranta cessioni di cocaina avvenute nel marzo del 2019. Lo spaccio avveniva in luoghi di volta in volta concordati telefonicamente con gli acquirenti. Per la consegna delle dosi, che potevano essere indicate come “piccole”, “medie” o “grandi” oppure con il termine “la quindici”, “la venti”, “la trenta”, “la quaranta”, a seconda del quantitativo e del prezzo, gli indagati si spostavano a bordo di una Fiat Bravo. Per le dosi cedute il pagamento veniva effettuato perlopiù nell’immediatezza e, a volte, veniva concessa una sorta di rateizzazione. In caso di ritardi nella corresponsione delle somme di denaro da parte degli assuntori insolventi, i solleciti di pagamento potevano sfociare in vere e proprie minacce, anche di morte.
Le indagini, svolte sia con le tipiche attività di osservazione che con quelle tecniche di intercettazione, hanno consentito alla Procura della Repubblica di Foggia di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dei tre indagati e di richiedere nei loro confronti l’applicazione delle misure di custodia cautelare. Il GIP del Tribunale di Foggia, concordando con le considerazioni offerte dalla Procura, ha pertanto disposto la misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di R. e A. P. e quella degli arresti domiciliari nei confronti di L. V. Mentre A. P. è stato raggiunto dalla misura cautelare direttamente in carcere, dove si trovava già detenuto per altra causa. Gli altri due indagati sono stati arrestati giovedì mattina, a Cerignola, e associati nei rispettivi luoghi di custodia.
Continua incessante l'attività di controllo del territorio da parte delle Forze dell'ordine, in particolare sulla prevenzione e sicurezza. Sul Gargano, coadiuvati dall'eccelente lavoro svolto dallo Squadrone Eliportato Carabinieri Cacciatori “Puglia”, in questi giorni Guardia di Finanza e Carabinieri hanno scovato, oltre quelle degli scorsi giorni, estese piantagioni di marijuana, abilmente occultate nella folta e fitta vegetazione del Promontorio.
La Guardia di Finanza sequestra 4200 piantine di marijuana nei boschi di San Nicandro Garganico
All’esito di specifica attività info-investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia, i Finanzieri del Comando Provinciale Foggia hanno individuato e sequestrato tre piantagioni di canapa indiana, per un totale di 4200 piante, site in località “Bosco Rosso”, al confine tra i Comuni di San Nicandro Garganico e San Marco in Lamis (FG).
Militari della Tenenza di San Nicandro Garganico, a seguito di prolungate attività di appostamento e osservazione al fine di individuare i responsabili delle illecite coltivazioni, hanno sequestrato tre piantagioni di canapa indiana dislocate, non molto distanti l’una dall’altra, nel territorio comunale ai confini con quello di San Marco in Lamis.
I finanzieri, su disposizione della Procura della Repubblica, hanno proceduto ad estirpare le piante - n. 2500 circa del tipo cannabis indica e n. 1700 del tipo cannabis sativa - per la loro successiva distruzione. Erano tutte in fase di piena fioritura, mature per essere sottoposte alla successiva fase di essiccazione che avrebbe reso centinaia di migliaia di dosi da spacciare sulle piazze del Gargano.
I mancati guadagni per l’organizzazione criminale sono stimati in circa 2,5 - 3 milioni di euro.
Sono tuttora in corso approfondimenti investigativi per individuare i responsabili delle coltivazioni illegali.
Il sequestro di queste tre piantagioni, che si aggiungono alle altre sequestrate nelle ultime settimane dalle Forze dell’ordine della capitanata, testimonia come sia ormai consolidata la strategia e la professionalità della criminalità della provincia nel produrre sul territorio questo tipo di pianta, potendo contare su un terreno coltivabile vastissimo, molto vario nella morfologia e nella vegetazione che certamente ne favorisce l’occultamento.
Il livello professionale della produzione di cannabis “in casa” è testimoniato anche dalla particolare sistemazione delle piantagioni, generalmente in luoghi impervi e di difficile accesso, spesso nascoste tra la fitta vegetazione che viene disboscata per ricavare al suo interno appezzamenti da destinare alle coltivazioni illecite, lasciando le stesse “coperte” da recinzioni naturali costituite da alberi secolari, felci e altre piante ad alto fusto.
Altrettanto sperimentati ed efficienti sono i sistemi di irrigazione adoperati, attrezzati nella maggior parte dei casi con cisterne mimetizzate nella vegetazione o da lunghissime e ramificate tubature per l’irrigazione, così da ottimizzare i tempi di lavoro della manovalanza assoldata dalle organizzazioni criminali.
L’attività di servizio riportata testimonia lo sforzo operativo della Guardia di Finanza nel quotidiano controllo del territorio e nella lotta ad ogni forma di guadagno illecito, tra cui la produzione e lo spaccio di sostanze stupefacenti.
Nascosta nella fitta vegetazione del Promontorio garganico i Carabineri scovano 1530 piantine di marijuana
Nei giorni scorsi, i Carabinieri della Stazione di San Marco in Lamis, coadiuvati da personale dello Squadrone Eliportato Carabinieri Cacciatori “Puglia”, nel corso di opportuni servizi hanno individuato in una zona impervia del promontorio del Gargano, abilmente occultata tra la fitta vegetazione, una estesa piantagione di Cannabis Indica di circa 1530 piante. Le stesse dell’altezza media di 110 cm, ancora in fase di crescita, erano irrigate da un sofisticato impianto a goccia collegato ad una cisterna Zincata posizionata in zona sopraelevata ad un centinaio di metri dal campo coltivato tra alberi ed arbusti che ne rendevano difficile l’individuazione. Per velocizzare la crescita delle piante venivano altresì utilizzati fertilizzanti e concimi, trovati nei pressi del campo. Le 1530 piante venivano estirpate dai militari ed unitamente a tutto il materiale per l’irrigazione sono state poste sotto sequestro e messe a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Gli accertamenti eseguiti sulle piante sequestrate dal personale del Laboratorio Analisi Sostanze Stupefacenti del Comando provinciale di Foggia, hanno consentito di rilevare che era possibile ricavare circa 488.266 dosi che avrebbero fruttato un consistente ritorno economico stimato oltre le 500.000 euro. Con il sequestro della piantagione non si sono concluse le indagini che proseguono per accertare la responsabilità a carico di coloro che hanno coltivato la piantagione.
Termina la fuga di Cristoforo Aghilar. [VIDEO] Catturato a Minervino Murge dai Carabinieri di Foggia
È terminata la fuga di Cristoforo Aghilar, il pericoloso ricercato che il 9 marzo scorso, insieme ad altri 71 soggetti reclusi, era riuscito a evadere dal carcere di Foggia, approfittando della rivolta scoppiata all’interno dello stesso Istituto Penitenziario.
È notte fonda quando i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Foggia, su coordinamento della Procura della Repubblica di Foggia, hanno catturato e arrestato AGHILAR Cristoforo, noto ricercato che dal 9 marzo scorso si era reso irreperibile a seguito dell’evasione di massa dalla Casa Circondariale di Foggia.
Quasi 5 mesi nei quali i militari dell’Arma, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Foggia, hanno iniziato una complessa ed articolata indagine svolta attraverso la perfetta unione tra attività tecniche e tradizionali di osservazione, controllo e pedinamento.
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Durante questo periodo, segnato anche dalle criticità derivanti dall’emergenza sanitaria in corso, il Comando Provinciale Carabinieri di Foggia ha messo in campo uomini e mezzi dedicati a rintracciare e catturare AGHILAR Cristoforo: pattuglie delle Stazioni che vigilavano costantemente il comune di Orta Nova erano infatti impiegate in stretto collegamento con gli equipaggi delle S.I.O. (Squadre di Intervento Operativo), in modo da garantire ed assicurare una copertura completa e quotidiana anche nei territori limitrofi, caratterizzati da ampi terreni e caseggiati abbandonati. A ciò è necessario aggiungere l’impegno fornito da altrettanti militari dell’Arma che, giorno e notte, venivano impiegati nella tutela a favore dei familiari di Bruno Filomena, compito delicato quanto necessario per salvaguardare la loro serenità quotidiana. Parallelamente e simultaneamente gli uomini del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Foggia svolgevano l’attività informativa ed investigativa, costituita dalle numerose intercettazioni telefoniche ed ambientali messe in atto. Imponente il dispiegamento di forze schierate dal Provinciale Carabinieri di Foggia con il costante affiancamento dei militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Puglia”, vera e propria massa operativa di manovra impiegata non solo nelle numerose perquisizioni e nei rastrellamenti, ma anche e soprattutto nelle attività di osservazione ed infiltrazione quali attività precedenti e prodromiche al controllo vero e proprio di immobili rurali o abitazioni.
Lavoro incessante e assiduo coordinato dalla magistratura foggiana che, passo dopo passo, è riuscita a far collimare gli innumerevoli elementi che emergevano dalle attività svolte, fino ad arrivare alla cattura di stanotte: si pensi che dall’inizio dell’attività, l’Autorità Giudiziaria ha emesso circa 60 decreti d’intercettazioni telefoniche ed ambientali, a cui vanno poi aggiunti anche quelli video necessari ad installare le varie microtelecamere.
Pari impegno è stato inoltre assicurato dai militari dell’Arma che non hanno mai abbandonato alcuna pista investigativa, percorrendo pazientemente le varie ipotesi che si profilavano in base ai tasselli che venivano aggiunti: decine e decine le perquisizioni effettuate nei Comuni di Orta Nova, Ordona, Stornara, Stornarella ed Ascoli Satriano, il più delle volte eseguite facendo precedere il tutto da una prolungata attività di mirata osservazione svolta specificatamente dai Cacciatori di Puglia che, nel cuore della notte, penetravano nelle aree di impiego fino a raggiungere l’obiettivo da controllare dopo aver circondato tutte le vie di fuga.
Stanotte, infine, l’epilogo, quando gli stessi Carabinieri del Nucleo Investigativo, dopo aver circondato e fatto accesso in un’abitazione rurale sita nel Comune di Minervino Murge, hanno catturato AGHILAR Cristoforo, procedendo non solo all’arresto in flagranza di reato per il reato di evasione aggravata, ma anche all’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Foggia, in quanto responsabile, unitamente ad altri soggetti già arrestati, della rapina di un veicolo commessa in danno di una carrozzeria consumata nelle fasi immediatamente successive alla fuga di massa dalla Casa Circondariale di Foggia.