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A partire dalle prime luci dell’alba di ieri, martedì 13 luglio 2021, nel famigerato Rione “Cappuccini” di Lucera, Polizia, Carabinieri e Finanza hanno dato vita ad una vasta ed intensa attività coordinata finalizzata al contrasto alla criminalità.

Personale del Locale Commissariato di P.S., militari della relativa Compagnia Carabinieri e della Tenenza della Guardia di Finanza, coadiuvati da unità cinofile della Polizia e dei Carabinieri, da due team dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Puglia e militari del Nucleo Investigativo CC di Foggia, hanno dato vita ad una vasta operazione, perquisendo abitazioni, cantine, box, garage, terrazze, controllando mezzi e persone sospette.

L’esito si è rivelato particolarmente fruttuoso: oltre 2 chili lo stupefacente recuperato tra cocaina (quasi mezzo chilo), hashish (anche in questo caso all’incirca mezzo chilo) e marijuana (circa un chilo e 400 grammi in tutto), unitamente a materiale per il confezionamento  delle singole dosi e ad una piccola pressa in ferro che gli inquirenti ritengono possa essere usata per la realizzazione dei cosiddetti “panetti” di  “hashish”; non solo: venivano recuperate e poste sotto sequestro 50 munizioni per arma da fuoco di diverso calibro e 48 munizioni “a salve”; inoltre venivano tratti in arresto B.M., trentenne noto alle cronache ed alle Forze di Polizia e la sua convivente D.P. T., anch’ella trentenne, nella cui disponibilità  Poliziotti e Carabinieri rivenivano 2 panetti di hashish da 100 grammi ciascuno, per i quali si sono aperte rispettivamente le porte del carcere di Foggia e di Trani, in attesa del giudizio di convalida. Venivano altresì contravvenzionati e sequestrati ai sensi del codice della strada, due veicoli sprovvisti di assicurazione.

Il servizio, particolarmente apprezzato anche dalla comunità locale, ha messo in luce la capacità di operare in stretta sinergia da parte delle varie componenti di Polizia presenti sul tessuto urbano della cittadina federiciana, mostrando, ancora una volta, come le battaglie possano portare, come in questo caso, a brillanti risultati, sfruttando lo sforzo congiunto e mettendo a “sistema” le rispettive risorse.

Indagini sono ancora in corso sullo stupefacente, sulle munizioni e sull’ulteriore materiale rinvenuto, volti a risalire alla relativa paternità.

Dal 14 al 25 giugno, presso le aree addestrative del 16° Stormo "Protezione delle Forze" dell’Aeronautica Militare di Martina Franca (TA), nell’ambito del corso S.E.R.E. – Survival, Evasion, Resistance and Extraction, si è svolta una attività addestrativa congiunta tra lo Squadrone Eliportato Carabinieri “Cacciatori Puglia” e il personale dei Fucilieri dell’Aria.

L'attività, organizzata dal Gruppo Addestramento STO/FP (Survive To Operate/Force Protection), polo nazionale di addestramento e formazione aeronautico nel settore della Force Protection for Air Operations, si è svolta sotto la supervisione del Comando Forze per la Mobilità e il Supporto di Roma, da cui lo Stormo dipende, e dal Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri www.carabinieri.it.

L’evento addestrativo ha coinvolto l’intero Stormo e, nella fase finale, anche altre componenti di Forza Armata ed interforze, tra cui quella di personal recovery attraverso l’impiego dell’elicottero HH-101 del 9° Stormo di Grazzanise ed il supporto della Marina Militare<www.marina.difesa.it per l’utilizzo di proprie aree addestrative.

Il corso appena terminato ha visto per la prima volta la partecipazione dei Fucilieri dell’Aria e dello Squadrone “Cacciatori di Puglia”, Reparto speciale dei Carabinieri, di stanza presso l’Aeroporto Militare di Amendola, sede del 32° Stormo dell’Aeronautica Militare, indispensabile nelle zone più sensibili sotto il profilo della pubblica sicurezza e della protezione civile per assicurare il controllo delle zone impervie della regione, ad integrazione dell’attività svolta dai reparti territoriali.

Nel pieno rispetto delle misure anti-Covid19, gli istruttori SERE ed il personale del 16° Stormo hanno trasferito ai frequentatori le nozioni necessarie a fronteggiare le diverse e possibili situazioni d'isolamento, ha fatto seguito poi un intenso addestramento pratico – comprendente attività di "river crossing", "mount climbing" e marce topografiche tattiche - volto a fornire le conoscenze indispensabili alla sopravvivenza in ambiente ostile, fino al recupero del personale in difficoltà, secondo i più elevati standard didattico/addestrativi.

Durante lo svolgimento del corso, si sono alternate fasi statiche e fasi dinamiche durante le quali, applicando le tecniche di sopravvivenza apprese, i corsisti si sono mossi per diversi giorni su un terreno sconosciuto, senza alcun tipo di ausilio, ma costantemente monitorati da parte dagli istruttori del 16° Stormo www.aeronautica.difesa.it

Gli obiettivi addestrativi dei “Cacciatori di Puglia” hanno incontrato quelli del corso SERE nelle attività di contro-interdizione durante le quali i Cacciatori hanno cercato di individuare i Fucilieri in addestramento in uno scenario non permissivo ed estremamente impervio, nei territori della bassa Murgia caratterizzati, specialmente nei giorni delle attività, da condizioni climatiche estreme.

Una successiva fase addestrativa, caratterizzata dalla cattura dei corsisti “in fuga”, ha impegnato i Carabinieri “Cacciatori di Puglia” che hanno messo in atto le proprie tecniche di osservazione e irruzione culminate con la liberazione del personale ed il ricongiungimento con le “truppe amiche”.

L’attività ha rappresentato una preziosa occasione di addestramento congiunto permettendo ai Fucilieri dell’Aria di sperimentare in modo realistico le condizioni di isolamento, fuga e cattura cui potrebbero incorrere in operazioni e di verificare lo stress psico-fisico che esse comportano e, ai Carabinieri “Cacciatori di Puglia” la possibilità di testare sul campo le proprie tecniche con professionisti di settore, in modo estremamente realistico, simulando scenari molti simili a quelli che avvengono, nella realtà, con latitanti e catturandi.

I Corsi SERE rappresentano una eccellenza addestrativa, occasione preziosa di interazione e mantenimento delle capacità operative combat e combat support nonché momento di crescita e acquisizione di capacità survive to operate per i frequentatori.

L’interazione, l’integrazione, la professionalità, lo spirito di sacrificio e l’impegno messi sul campo dimostrano quanto gli uomini e le donne delle Forze Armate sono una risorsa fondamentale per il “Sistema Paese”, costantemente impegnati e a concorrere con tutte le energie disponibili per fornire ogni giorno risposte concrete e supporto alla collettività.

Proseguono i servizi ad alto impatto a Cerignola, dove nei giorni scorsi i Carabinieri della locale Compagnia hanno identificato circa 530 persone e controllato oltre 360 veicoli. Alle attività di controllo hanno preso parte anche i militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Puglia, che hanno perlustrato le vaste aree rurali della città per contrastare i reati predatori, e i carabinieri della Compagnia di Intervento Operativo di Vibo Valentia, che hanno monitorato i quartieri più sensibili della città.

Durante un posto di controllo, i carabinieri della Sezione Radiomobile di Cerignola hanno controllato una autovettura condotta da un 45enne proveniente da un comune della provincia BAT, già noto alle forze dell’ordine, con a bordo la moglie, incensurata, ed il figlio minorenne. Insospettiti dall’atteggiamento nervoso mostrato dei coniugi durante il controllo, i militari hanno proceduto dapprima all’ispezione del veicolo nonché alla perquisizione personale dei coniugi, che ha permesso di rinvenire, all’interno dello slip indossato dalla donna, un panetto di hashish del peso di circa 100 grammi. I due sono stati pertanto dichiarati in arresto per detenzione illecita di sostanze stupefacenti e, dopo le formalità di rito, su disposizione della Procura della Repubblica di Foggia, sono stati sottoposti agli arresti domiciliari. Gli accertamenti svolti dal Laboratorio Analisi Sostanze Stupefacenti del Comando Provinciale Carabinieri di Foggia hanno permesso di appurare che dalla sostanza sequestrata si sarebbero potute ricavare orientativamente 1002 dosi medie droganti. Dopo la convalida dell’arresto, il gip del Tribunale di Foggia ha disposto la liberazione degli arrestati e l’applicazione, nei confronti dell’uomo, della misura cautelare dell’obbligo di presentazione quotidiana alla Polizia Giudiziaria.

I carabinieri della Stazione ofantina hanno arrestato una donna di 45 anni di Cerignola, con precedenti penali, raggiunta da un ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale della Repubblica di Bari. La stessa deve espiare la pena residua di 4 anni, 4 mesi e 12 giorni di reclusione a seguito di unificazione di pene concorrenti per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso. Dopo le formalità di rito, la donna è stata associata alla casa circondariale di Trani.

È stato anticipato nelle odierne prime ore mattutine lo svolgimento delle operazioni, concluse poche ore fa, della vasta operazione "Gatto rosso" che ha visto l'arresto di nove soggetti, tutti censurati dediti allo spaccio di droga, alcuni colti in flagranza di reato.

"Gatto rosso" come il luogo di Peschici dove avveniva il maggior spaccio, gran parte eludendo le norme anti-CoVid, utilizzando pusher anche sui pullman di linea.

Con "un intero", "mezzo fumo", "cocaina intera", i termini utilizzati per identificare le dosi. Le perquisizioni, ultimate questa mattina, anche in abitazioni dove son state rinvenute diverse dosi di droga, ha portato alla luce una rete fitta e ben organizzata di criminali locali, non legati alla mafia locale.

Questa mattina, i Carabinieri della Compagnia di Vico del Gargano (FG), in Peschici, Vico del Gargano e Sannicandro Garganico (FG), hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Foggia, su proposta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 9 soggetti colpiti da 7 misure cautelari in carcere e 2 ai domiciliari, indagati di detenzione e cessione di stupefacenti in concorso, commessi nel periodo ottobre 2019 – marzo 2020.

Le indagini, dirette dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia e condotte dal Nucleo Operativo Radiomobile di Vico del Gargano e dalla Stazione di Peschici, davano origine all’operazione denominata “Gatto Rosso”, che nasce nel giugno del 2019 dalla perquisizione dell’abitazione di un soggetto con precedenti di polizia da parte dei Carabinieri, durante la quale venivano rinvenuti 13 grammi circa di hashish e una dose di cocaina, circostanze che inducevano a ritenerlo dedito allo spaccio di stupefacenti.

L’ipotesi veniva avvalorata dalle conseguenti attività info-investigative e tecniche, nell’ambito delle quali emergeva che lo stesso aveva contatti con persone gravitanti nel settore dello spaccio e del consumo di stupefacenti.

Il monitoraggio dei movimenti dei coinvolti, permetteva di delineare l’esistenza di una rete di persone dedita ad una cospicua attività di detenzione e cessione di droga del tipo cocaina, marijuana e hashish, documentandone circa 40 episodi.

Tenuto conto dell’applicazione delle norme anticovid delimitanti gli spostamenti di persone e veicoli, gli investigatori accertavano che gli spacciatori, al fine di eludere i controlli stradali, camuffandosi tra i pendolari, facevano uso dei mezzi di trasporto pubblici, per raggiungere le località ove acquistare e cedere lo stupefacente. Durante le comunicazioni, per mimetizzare l’utilizzo dei termini tipici di tossicodipendenti e spacciatori, i soggetti erano soliti parlare “in codice” usando i termini “uno sano” o “piccolo” o “metà”.

L’attività investigativa, che si è rivelata particolarmente complessa, poiché gli interessati si muovevano in luoghi a loro molto conosciuti e poco movimentati per le norme anticovid, portava gli inquirenti a costruire una “rete invisibile” di indizi intorno agli spacciatori, che avevano scelto quale punto di riferimento, per alcuni incontri e cessioni, il rudere di un ex albergo in disuso all’insegna “GATTO ROSSO”, da cui trae origine il nome dell’indagine.

Nell’ambito dell’operazione venivano documentati circa 40 episodi di spaccio e accertato il canale di approvvigionamento proveniente dalla “piazza” di Sannicandro Garganico.

Sequestrati, i seguenti quantitativi di stupefacente del valore complessivo di euro 35000 circa nonché euro 2500 in contanti frutto dello spaccio:

  • 100 HASHISH;
  • 500 MARIJUANA;
  • 260 COCAINA.

Dalle prime ore di questa mattina, i Carabinieri del Comando Compagnia Carabinieri di Vico del Gargano (FG), coadiuvati dallo Squadrone Eliportato Cacciatori “Puglia”, dal Nucleo CC Cinofili Modugno (BA) e dal 6° Nucleo CC Elicotteri Bari, stanno dando esecuzione, nel Gargano, a 9 misure cautelari personali per detenzione e cessione di stupefacenti in concorso disposte dal Tribunale di Foggia.

Le indagini, dirette dalla locale Procura della Repubblica e condotte dal Nucleo Operativo e Radiomobile di Vico del Gargano e dalla Stazione CC di Peschici, hanno consentito di disarticolare, in Peschici e Vico del Gargano, una rete di soggetti dediti alla detenzione ed alla cessione di stupefacenti, che, nel periodo di applicazione delle norme anti covid limitanti gli spostamenti di persone e veicoli, per eludere i controlli facevano uso di trasporti pubblici per raggiungere i luoghi di approvvigionamento e spaccio, camuffandosi tra i pendolari.

In corso di esecuzione perquisizioni da parte dei militari dell’Arma.

I dettagli ed il resoconto dell’operazione verranno forniti ad attività concluse dopo la video-conferenza nelle ore odierne 

Proseguono i controlli straordinari ad alto impatto da parte dei Carabinieri della Compagnia di Cerignola, che, nei giorni scorsi, sul vasto territorio di competenza, hanno identificato circa 500 persone e controllato oltre 340 veicoli, procedendo all’arresto di 5 persone. Ai controlli hanno preso parte anche i carabinieri della Compagnia di Intervento Operativo di Vibo Valentia, gli elicotteristi del Nucleo Elicotteri Carabinieri di Bari ed i militari dello Squadrone Eliportato “Cacciatori Puglia”.

A Cerignola, proprio nel cuore del centro abitato, su viale U.S.A., i carabinieri della Sezione Radiomobile hanno intimato l’alt ad una autovettura sulla quale viaggiava un 20enne del posto che, per sottrarsi al controllo, è fuggito a forte velocità tra le vie cittadine, generando preoccupazione tra gli altri utenti della strada, messi in pericolo dalle sue manovre rischiose. La sconsiderata fuga del ragazzo, proseguita per diversi chilometri, è terminata solo quando, in ragione della sua pericolosa condotta di guida, ha perso il controllo del proprio veicolo, finendo all’interno di un campo adiacente alla strada. Il fuggitivo, dopo aver abbandonato la propria auto, ha tentato invano di dileguarsi a piedi tra i campi, venendo raggiunto e bloccato poco dopo dai carabinieri che lo avevano inseguito per tutta la durata della fuga. Accompagnato negli uffici della locale Compagnia, è stato dichiarato in arresto per resistenza a pubblico ufficiale. Il giovane è stato anche denunciato in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Foggia per ricettazione, poiché nel cofano dell’auto, intestata ad una società di noleggio, trasportava diverse componenti di autovetture, alcune delle quali risultate provento di furto. Su disposizione della Procura della Repubblica di Foggia, dopo le formalità di rito, il 20enne è stato sottoposto agli arresti domiciliari, in attesa della convalida dell’arresto. Dopo la convalida, il Gip del Tribunale di Foggia ha disposto nei confronti dell’arrestato l’applicazione della misura cautelare dell’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria.

Sempre a Cerignola, i militari dell’Arma hanno sottoposto a fermo di polizia giudiziaria per ricettazione un 29enne della Guinea, il quale, durante un controllo alla circolazione stradale, è stato trovato alla guida di un veicolo risultato provento di furto commesso pochi giorni prima a Trani. L’uomo, dopo un primo tentativo di eludere il controllo, è stato raggiunto e bloccato, consentendo all’equipaggio intervenuto di svolgere i dovuti accertamenti di verifica sulla proprietà del mezzo e sull’autenticità del telaio e della targa. Il veicolo è stato sequestrato per la successiva restituzione al legittimo proprietario.

Nell’ambito dei servizi di controllo ad alto impatto, i militari hanno eseguito anche alcuni provvedimenti restrittivi emessi dall’Autorità Giudiziaria.

A Cerignola è stato arrestato un 33enne del posto, raggiunto da un ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Bari, dovendo lo stesso espiare una pena residua di 2 anni, 2 mesi e 5 giorni di reclusione per cumulo di pene concorrenti per reati in materia di sostanze stupefacenti, commessi a Cerignola nel 2017. Dopo le formalità di rito, il 33enne è stato associato alla casa circondariale di Foggia.

Sempre a Cerignola, è finito in manette anche un altro cerignolano di 33 anni. Nei suoi confronti i carabinieri della Stazione ofantina hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dall’Ufficio di Sorveglianza del Tribunale di Foggia in sostituzione della misura cautelare degli arresti domiciliari a cui l’uomo si trovava già sottoposto per il reato di rapina commesso in Abruzzo nel 2017. Il provvedimento è stato emesso a seguito di violazioni alle prescrizioni accertate e segnalate all’Autorità Giudiziaria dai carabinieri di Cerignola. Anche per lui si sono aperte le porte del carcere di Foggia.

A Stornara, i militari della locale Stazione carabinieri hanno arrestato un 68enne del posto, raggiunto da un ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Bari. L’uomo deve espiare la pena residua di 8 anni di reclusione per traffico di sostanze stupefacenti aggravato in concorso, commesso in Lombardia nel 1999. Dopo le formalità di rito, il 68enne è stato associato alla casa circondariale di Foggia.

I Carabinieri della Compagnia di San Giovanni Rotondo, coadiuvati nell’esecuzione da personale del Comando Provinciale di Foggia, dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Puglia”, del 6° Nucleo Elicotteri di Bari e del nucleo cinofili di Modugno, all’alba, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Foggia nei confronti di 14 persone, tutte ritenute responsabili di detenzione e spaccio di stupefacenti in concorso.

La vasta operazione, che ha interessato i comuni di San Giovanni Rotondo e Cerignola, è il risultato di una complessa quanto articolata attività investigativa condotta da personale del Nucleo Operativo e Radiomobile, sotto la direzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia.

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L’indagine, svolta in tempi record, era iniziata nel mese di febbraio 2020 e terminata nel mese di luglio scorso, ed aveva tratto origine dal monitoraggio di uno dei soggetti arrestati nell’ambito dell’Operazione Terminal che nello scorso mese di Aprile aveva portato all’arresto di 9 persone ed altre 4 colpite da altre misure cautelari. Gli accertamenti successivi, supportati da approfondimenti informativi, pedinamenti ed appostamenti, affiancati da sofisticate attività tecniche, quali intercettazioni telefoniche, telematiche ed ambientali, installazione di telecamere nascoste in vari punti del paese e di foto trappole in aperta campagna avevano permesso di ricostruire ed accertare numerosi episodi di cessione di sostanza stupefacente del tipo cocaina.

Lo spaccio “al dettaglio” avveniva soprattutto nei pressi di due circoli ludici, gestiti da due fratelli – entrambi arrestati, e presso alcune abitazioni, da qui la denominazione dell’operazione “Drug express”. L’indagine consentiva di individuare il canale di rifornimento della droga che, dalla cittadina di Cerignola, attraverso corrieri, raggiungeva San Giovanni Rotondo. Qui, i vari indagati, provvedevano alle varie cessioni, che raggiungevano anche 40 in un solo giorno.
Un riscontro fondamentale dell’indagine consentiva il recupero di circa trecento grammi di cocaina pura, nascosta all’interno di un furgoncino che viaggiava “scortato” da altra autovettura, da cui si sarebbero potuti ricavare complessivamente circa milleottocento dosi, per un valore di mercato stimato, stando alle tabelle ministeriali, in circa settantamila euro.

Numerosi, inoltre, sono stati i sequestri di piccole quantità a carico dei vari assuntori, tutti segnalati alla Prefettura di Foggia.
Tali riscontri hanno quindi consentito di redigere un’informativa conclusiva che, elaborata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia, è sfociata nella richiesta di misura cautelare poi emessa dal GIP del Tribunale, ed eseguita nelle prime ore di oggi.

Durante lo scorso weekend, i Carabinieri della Compagnia di San Severo, coadiuvati da militari dell’11° Reggimento Carabinieri “Puglia” e del 14° Battaglione Carabinieri “Calabria”, hanno posto in essere un servizio di controllo straordinario del territorio nei quartieri della città più sensibili sotto il profilo dell’ordine e della sicurezza pubblica e sulle principali vie di comunicazione cittadine.

Il servizio, che ha visto impiegati 18 militari, si è svolto mediante l’effettuazione di 3 posti di controllo e di 2 posti di blocco, controlli ad esercizi pubblici, perquisizioni domiciliari alla ricerca di armi, munizioni ed esplosivi illecitamente detenuti e alla verifica della permanenza in casa dei soggetti sottoposti a misure detentive.

Nel corso di questi controlli i Carabinieri hanno sorpreso due soggetti, sottoposti agli arresti domiciliari, che erano evasi dal luogo di detenzione. Uno di questi, già controllato da una pattuglia e ignaro di un secondo controllo, si allontanava dalla propria abitazione per raggiungere alcuni amici in un garage.

L’altro è stato controllato dai militari mentre girava per la città a bordo di una bicicletta.

Entrambi sono stati arrestati.

Durante i controlli alla circolazione stradale sono state complessivamente controllate 98 persone, 83 veicoli ed elevate 14 contravvenzioni per violazioni al Codice della strada.

Non sono mancati i controlli volti a verificare il rispetto della quarantena da parte dei soggetti positivi al Covid-19 e al rispetto del “coprifuoco” imposto dal D.P.C.M. 3 novembre 2020 e dalle ordinanze comunali; all’esito di questi controlli sono stati complessivamente contravvenzionati amministrativamente 12 soggetti per violazione delle disposizioni sul contenimento del contagio.

Era quasi un mese che i carabinieri gli stavano addosso. Servizi di osservazione, appostamenti, veniva studiato ogni minimo movimento. Ma lui, un trentenne di Volturino con diversi precedenti di polizia, sembrava sempre muoversi con estrema disinvoltura e noncuranza tra i boschi dauni, che numerosi si aprono sulle alture del sub-appennino tra i comuni di Volturino e Motta Montecorvino. Lupo solitario, abituato a scappare alla vista delle Forze dell’Ordine che da anni lo conoscono per le sue molteplici condotte criminose e per la sua indole particolarmente violenta, facendo perdere le tracce di sé per giorni interi, tra i vari sentieri, battuti e non, trovando rifugi improvvisati all’addiaccio.

L’ennesimo provvedimento di carcerazione gli era pervenuto dal Tribunale di Foggia, dopo che, a seguito di ripetuti allontanamenti dalla Comunità di Riabilitazione a Gambatesa (CB), dove stava espiando la misura alternativa dell’affidamento in prova al servizio sociale, il Magistrato di Sorveglianza di Campobasso, ne aveva sospeso cautelativamente l’esecuzione, ordinandone il rintraccio, la cattura e l’accompagnamento presso la Casa Circondariale più vicina.

Conseguentemente, l’Ufficio Esecuzioni Penali del Tribunale di Foggia aveva emesso nuovo provvedimento di espiazione pena per complessivi anni 5 mesi 3 gg. 22 di reclusione, di cui residui da scontare, anni 3 e gg. 13.
I provvedimenti giudiziari fanno riferimento a un notevole numero di reati che il reo ha perpetrato a Volturino, a partire dal 2013, che spaziano dalla resistenza a pubblico ufficiale e alle lesioni personali, dall’alterazione di armi al danneggiamento, dalla minaccia al furto aggravato.

Insomma un uomo con una netta propensione a delinquere in grado di incutere reale e serio timore, gettando scompiglio nella popolazione locale.

Dalla mezzanotte di oggi i Carabinieri dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Puglia insieme ai quelli della Compagnia di Lucera e della Stazione di Volturino, dopo aver vagliato nei giorni precedenti con estrema perizia ogni singolo spostamento, si sono appostati al buio della strada che costeggia il cimitero comunale, aspettando che, come ogni giorno, nel cuore della notte, tra le 04 e le 5.30, emergesse dalla boscaglia verso il centro abitato.

E’ stato un attimo, un lampo; i militari, dopo averne sentito il passo, appena riusciti a scorgerlo e a riconoscerlo con sicurezza, gli sono saltati addosso; l’uomo ha cercato di dimenarsi, di strattonare, di spingere gli operanti, ma non è servito a nulla, non ha avuto scampo. Messo in sicurezza, è stato finalmente assicurato alla giustizia e, al termine delle formalità di rito, è stato tradotto presso il carcere di Foggia ove si trova ristretto a disposizione dell’A.G. che ne ha disposto la misura.

Nottata impegnativa per le Forze dell’ordine di Foggia e provincia. Più di cento Carabinieri alla caccia di “personaggi” dediti al narcotraffico. Non solo militari delle gazzelle, anche Cacciatori Puglia dello Squadrone Eliportato, cinofili e personale elicotterista impegnati a scardinare una vasta rete di traffico di droga.

Operazione “Araneo”, il nome del maxi blitz coordinato dalla DDA di Bari, messa a segno a Foggia, in provincia e parti delle regioni limitrofe. Nel capoluogo foggiano e provincia eseguite diverse perquisizioni e misure cautelari nei confronti di persone della “società” foggiana per traffico e spaccio di stupefacenti.

Dalle prime ore della nottata, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Foggia stanno eseguendo una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 16 soggetti, alcuni dei quali ritenuti contigui alle batterie della “Società foggiana”, emessa dal GIP del Tribunale di Bari su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo. Si tratta di un’indagine complessa ed articolata coordinata dalla Procura della Repubblica di Bari che ha di fatto consentito di disarticolare un “sistema criminale” radicatosi in Foggia e provincia, ma avente anche significative proiezioni criminali in Abruzzo e Molise. Contestata in particolare l’associazione per delinquere dedita al traffico di sostanze stupefacenti, nella cui disponibilità c’erano anche armi e munizioni.

L’attività d’indagine svolta dal Nucleo Investigativo CC di Foggia, convenzionalmente denominata “Araneo”, trae origine dalla vicenda estorsiva che ha visto coinvolto un noto imprenditore foggiano, “taglieggiato” in particolare da alcuni esponenti di spicco della c.d. “Società foggiana”, riconducibili specificamente alla batteria convenzionalmente denominata “MORETTI/LANZA/PELLEGRINO”.

Nel corso della prima fase delle investigazioni svolte, parallelamente ad alcuni elementi indiziari   riguardanti il reato di tentata estorsione, erano emersi in maniera consistente anche numerosi elementi di colpevolezza a carico dei soggetti destinatari del provvedimento cautelare in questione, responsabili di far parte di una solida e consolidata associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, il cui promotore risultava essere BRUNO Gianfranco, detto “Il Primitivo”, cognato di BRUNO Rodolfo, già ritenuto cassiere della “Società foggiana”, assassinato in un agguato in stile mafioso, a Foggia, nel 2018.

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BRUNO Gianfranco, grazie ad una spartizione delle zone di “influenza” in seno alla “Società Foggiana”, era a capo di un proprio sodalizio con base logistica ed operativa ubicata a Foggia, con un “raggio d’azione” che abbracciava l’intero hinterland dauno, di cui inoltre fanno parte diversi pregiudicati di spicco della criminalità foggiana come Albanese Giuseppe, Lombardi Maurizio, Valletta Luigi, D’Atri Giovanni e Aprile Maurizio.

Le investigazioni del Nucleo Investigativo CC di Foggia, su diretto coordinamento della DDA di Bari dal 2016 al 2019, sono riuscite a ricostruire le mire espansionistiche del sodalizio in questione nel settore degli stupefacenti, che prevedevano, tra l’altro, la proiezione operativa in ambito extraregionale (in Abruzzo ed in Molise), oltre che in ambito provinciale, con particolare riferimento ai comuni di Vieste e Peschici, grazie soprattutto ai rapporti privilegiati intrattenuti con i referenti dei clan locali, tra i quali NOTARANGELO Pasquale, verosimile vittima di “lupara bianca”, nipote del più noto NOTARANGELO Angelo, detto “cintaridd”, assassinato in un agguato in stile mafioso avvenuto, nel 2015, a Vieste.

La base logistica del sodalizio in questione era stata stabilita all’interno dell’abitazione di BRUNO Gianfranco, frequentata sistematicamente dai sodali, che la consideravano una sorta di “baluardo inespugnabile”, alla luce proprio della caratura criminale dello stesso BRUNO, e che veniva quindi utilizzata come luogo di incontro per la pianificazione e l’elaborazione delle strategie criminali del gruppo.

Tale “covo” era ritenuto difatti un luogo sicuro ed allo stesso tempo strategico per gli equilibri criminali del capoluogo Dauno, al punto tale da essere frequentato anche dai maggiori esponenti delle diverse batterie facenti parte della c.d. “Società foggiana”, tra cui spiccavano anche SINESI Roberto, SPIRITOSO Giuseppe e il figlio SPIRITOSO Lorenzo, la cui presenza è stata cristallizzata grazie alle videoriprese registrate da un fitto sistema di telecamere accuratamente predisposto, nonché dalle intercettazioni ambientali che hanno permesso – a loro volta - di acquisire numerosi elementi di colpevolezza sia per ciò che concerne il traffico degli stupefacenti, sia per ciò che riguarda le strategie criminali.

Le investigazioni sviluppate hanno permesso complessivamente di sequestrare al sodalizio criminale in riferimento:

  • 1 pistola modificata, cal. 6.35, marca BBM modello 315, priva di matricola, completa di caricatore e nr. 14 cartucce dello stesso calibro;
  • 100 cartucce per pistola, calibro 40 S&W (170 grs - full metal jacket truncated cone bullet);
  • 100 cartucce per pistola, calibro 380 AUTO (95 grs - full metal jacket bullet);
  • 100 cartucce per pistola, calibro 9 x 21 IMI (123 grs - full metal jacket bullet);
  • complessivi gr. 730 circa di sostanza stupefacente del tipo HASHISH;
  • complessivi kg. 4,5 circa di sostanza stupefacente del tipo MARIJUANA;
  • complessivi gr. 130 circa di sostanza stupefacente del tipo COCAINA;
  • somma contanti di 2.700 euro.

Il gruppo criminale monitorato con la suddetta attività di indagine ha potuto contare su un “bacino di utenza” affidabile e stabile per soddisfare il quale, non a caso, il BRUNO Gianfranco ha dovuto disporre di un numero consistente di fornitori, al fine così di garantire una disponibilità costante di sostanza stupefacente, in buona parte proveniente dalla “piazza” di Cerignola.

In numerose conversazioni intercettate tra gli appartenenti al gruppo criminale emergeva non solo la conoscenza delle sostanze stupefacenti più richieste sulla “piazza” dello spaccio della droga, ma anche di quelle considerate più pregiate, come ad esempio la “Louis Vuitton” e “SD”, che sono specificatamente delle particolari qualità di hashish, così chiamate convenzionalmente per il marchio impressovi sopra.

L’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Bari, su richiesta della DDA, ha permesso in definitiva di colpire il predetto gruppo criminale a seguito di un’attività di investigazione complessa, connotata da un lavoro minuzioso degli inquirenti, che hanno in particolare intessuto in maniera paziente una “tela invisibile” intorno al sodalizio (da qui il nome convenzionale “Araneo” dato all’indagine), “intrappolandolo” inevitabilmente.     

Con l’indagine in questione è stata così data un’ennesima importante risposta di legalità al territorio della Capitanata.

 

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