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“Considero molto importante la mia visita odierna nella casa circondariale di Foggia, ci tenevo molto a rendermi conto delle condizioni in cui si vive e lavora all’interno di quell’istituto; la qualità di una democrazia e di una civiltà si valuta anche, e soprattutto, in base alle condizioni in cui si opera e ci si relaziona con chi ha sbagliato nella società e si trova a pagare il prezzo dei propri errori”.

Il consigliere regionale della Lega, Joseph Splendido, nella sua visita al carcere di Foggia si è reso personalmente conto delle condizioni legate al sovraffollamento all’interno delle celle e delle difficoltà nelle quali il personale di polizia penitenziaria si trova ad adempiere ai propri compiti.

“Nella struttura carceraria di Foggia la capienza massima è superiore del cento per cento rispetto al numero di detenuti che potrebbe contenere; se si riesce ancora ad arginare le difficoltà è solo grazie all’encomiabile lavoro del direttore Giulia Magliulo che, grazie alla sottoscrizione di un protocollo con la Asl, è riuscita ad azzerare i suicidi. L’ottimo lavoro del direttore – prosegue il consigliere regionale - ha portato alla ristrutturazione degli edifici ed alla creazione di un tenimento agricolo che solamente la struttura di Foggia dispone in tutta la Puglia”.

Il consigliere conclude: “ho voluto fortemente questo incontro perché la politica regionale, nell’approssimarsi delle festività natalizie, faccia sentire la propria vicinanza al personale di polizia penitenziaria, al personale civile, sanitario, a chi lavora in condizioni così difficili ma anche a chi ha sbagliato ed è privato della libertà personale perché sia accompagnato in un percorso di inclusione e reinserimento sociale”.  

Sull’emergenza psichiatrica all’interno delle strutture di detenzione pugliesi, il consigliere del gruppo di “Fratelli d’Italia”, Giannicola De Leonardis, ha interpellato l’assessore alla Sanità, Rocco Palese.

Secondo le stime presentate da De Leonardis, in Puglia (dove, fra l’altro, si registra la percentuale più bassa d’Italia nel rapporto agenti di custodia/detenuto, pari allo 0.53 per soggetto detenuto, a differenza dello 0.65 nazionale), un soggetto in custodia su cinque mostrerebbe sintomi psichiatrici. Queste condizioni sarebbero favorite dalle carenze croniche di personale medico e psichiatrico, che spingono le direzioni carcerarie a trasferire i detenuti fuori regione, nonostante il DPCM del 30 maggio 2008 avrebbe previsto, oltre alle due strutture di Spinazzola e San Pietro Vernotico (quest’ultima non ancora realizzata, ma coperta dalla convenzione privata con una struttura di Carovigno), la realizzazione di una Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (REMS) anche nel comune di Accadia, in provincia di Foggia, circostanza, tuttavia, non ancora verificatasi.

“Risulta a me – ha detto De Leonardis - che il Dipartimento sanitario, l’assessore alla sanità e il direttore generale della ASL di Foggia hanno alzato bandiera bianca e hanno riconosciuto la propria incapacità di attivare una REMS, e hanno fatto un bando per esternalizzare una struttura di questo tipo, che sarà inaugurata domani a Manfredonia. Quando sarà attivata la struttura di Accadia?”

“Si sta procedendo – ha risposto Palese - su Accadia e, nel frattempo, siccome abbiamo una lista di attesa che in alcuni momenti ha raggiunto anche i 155 detenuti, pazienti con problemi mentali che avevano commesso reati, ma non potevano andare in carcere perché mancava la struttura. D’intesa con l’Osservatorio, siamo stati autorizzati a procedere, nelle more dell’attivazione della struttura di Accadia, così come è stato fatto per Carovigno, con un bando con cui si sta cercando in ogni modo e in ogni maniera di attivare altri venti posti letto. L’indirizzo della Regione – ha poi concluso - è quello di realizzare le REMS quanto prima possibile. La vigilanza sicuramente sarà fatta e spero che quanto prima le strutture pubbliche possano realizzarsi, perché c’è la progettazione e le ASL si stanno cercando di accelerare quanto più è possibile”.

«Oggi (06 ottobre 2023, ndr.) ho fatto visita al carcere di Foggia: la situazione è gravissima su molteplici fronti ed è per questo che depositerò un’interrogazione diretta al Ministro della Giustizia. I numeri sono eloquenti e, purtroppo, fotografano una realtà drammatica».

E' l'amara testimonianza dell'On. Giandiego Gatta a Foggia in visita ufficiale nella Casa Circondariale, al centro sempre più di polemiche e fatti di cronaca.

«Innanzitutto, il carcere ospita 680 (seicentottanta!) detenuti a fronte di una capienza per 360 persone. Un altro elemento di criticità è quello della mancanza, da ben 4 anni, del Comandante della Polizia Penitenziaria, così come dei vice comandanti. La forza lavoro attualmente operativa è di 230 unità a cui, però, vanno sottratte 28 impegnate nel nucleo scorte, e coloro che legittimamente usufruiscono di alcuni benefici di legge e distacchi in uscita. Va evidenziato che, in virtù di tabelle ministeriali, occorrerebbero oltre 90 unità in più per assicurare un lavoro efficiente e non stressantissimo.

Nè possono essere sottaciuti i dati di natura sanitaria -prosegue Gatta-: all’interno della popolazione carceraria ci sono 150 detenuti affetti da patologie psichiatriche, 200 tossicodipendenti, 100 cardiopatici e 30 affetti da menomazioni fisiche gravi.A fronte di questi numeri, ci sono solo 5 medici (più un responsabile), 10 infermieri (più un coordinatore) e 8 operatori socio-sanitari.

E ancora: sono in servizio solo 5 psicologi, 4 educatori e un infermiere al Sert. Una situazione insostenibile per la quale si richiedono interventi urgenti per colmare il gap del Comandante, una figura essenziale all’interno dell’organizzazione carceraria, e per il rimpinguamento dell’organico (penitenziario, sanitario ed amministrativo), per garantire così serenità e sicurezza agli operatori e agli stessi detenuti.

Così come è imprescindibile alleggerire la pressione della popolazione carceraria, a tutela della dignità delle persone, al fine di consentire la finalità risocializzatrice della pena. Tutte questioni che sottoporrò all’attenzione del Ministro», la promessa dell'Onorevole.

La Camera Penale di Capitanata e la associazione Nessuno Tocchi Caino hanno organizzato per il giorno 13 settembre 2023 una visita alla Casa Circondariale di Foggia nell’ambito del progetto “Il Viaggio della Speranza: visitare i carcerati”.

Alle ore 16 del medesimo giorno presso la Sala del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Foggia (Palazzo di Giustizia, viale Primo Maggio 28) i risultati della visita e le ragioni della stessa saranno illustrate pubblicamente.

Nelle giornate del 1° e del 19.06.2023, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Foggia hanno dato esecuzione complessivamente ad altre undici ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dalla Sezione del Riesame misure cautelari del Tribunale Penale di Bari a carico di altrettante persone, molte delle quali già detenute in varie carceri del territorio nazionale per motivazioni diverse.

Si tratta di altri provvedimenti cautelari personali divenuti esecutivi dopo il motivato appello della Procura della Repubblica di Foggia al rigetto della richiesta di misura cautelare da parte del GIP del Tribunale dauno dopo la richiesta di cattura avanzata dalla Magistratura requirente nei confronti delle decine di detenuti che, il 9 marzo 2020, in occasione della maxi rivolta e successiva evasione in massa dal carcere di Foggia da parte di numerosi detenuti, sarebbero stati protagonisti di vere e proprie azioni di devastazione e saccheggio all’interno della Casa Circondariale della città.

Come si ricorderà, in quella circostanza, vennero appiccati incendi all’interno della struttura carceraria, ci furono atti di violenza contro appartenenti della Polizia Penitenziaria, gravi danneggiamenti e comunque, come contestato nelle ordinanze in riferimento, un vero e proprio turbamento dell’ordine pubblico. Altre persone erano state già arrestate, nelle settimane precedenti, con le stesse modalità di oggi. Altri detenuti ancora, invece, sono stati già condannati – a seguito di giudizio abbreviato – davanti al GUP del Tribunale di Foggia, sempre per i medesimi fatti. Il reato di devastazione e saccheggio di cui all’articolo 419 del codice penale, in questa fase del giudizio e non ancora quindi divenuto definitivo, costituisce una grave violazione di Legge prevista dal nostro ordinamento, poche volte oggetto di imputazione a livello nazionale data la particolare configurazione giuridica di tale ipotesi delittuosa.

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Questi ennesimi arresti ad opera del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Foggia, su coordinamento della Procura della Repubblica di Foggia, si aggiungono quindi ai numerosi precedenti arresti, sia in flagranza che su provvedimento cautelare o definitivo, riguardanti sempre la questione dell’eccezionale evasione dal carcere di Foggia di circa 3 anni fa, concernenti, oltre alle evasioni in quanto tali, anche le rapine e le violenze commesse all’esterno dell’Istituto di Pena ai danni di cittadini e attività commerciali. Quest’ultimi fatti, in particolare, sono stati già definiti con ordini di carcerazione emessi, lo scorso mese di Dicembre 2022, dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Bari, ed eseguiti sempre dai militari del Nucleo Investigativo Carabinieri di Foggia.

In particolare, ancora una volta, sono stati determinanti ai fini dell’emissione dei provvedimenti restrittivi in questione, l’acquisizione e l’elaborazione delle immagini dei diversi sistemi di video sorveglianza individuati nell’immediatezza dagli investigatori dell’Arma dei Carabinieri, nonché le numerose annotazioni di servizio redatte in quella drammatica circostanza anche da parte dello stesso personale della Polizia Penitenziaria di Foggia.

Il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari. Va altresì precisato che la posizione delle persone arrestate è al momento al vaglio dell’Autorità Giudiziaria e che le stesse non possono essere considerate colpevoli sino alla eventuale pronuncia di una sentenza di condanna definitiva.

Presentato ieri, 29 maggio 2023, a Roma, il carcere di Foggia con cinque è quello con il numero più alto di suicidi.

È scritto nell’annuale Rapporto Antigone, il diciannovesimo, che fa il punto sulle condizioni di detenzione nelle carceri italiane. “L’istituto dove sono avvenuti più casi di suicidio nel corso dell’anno è la Casa Circondariale di Foggia, con cinque decessi. Seguono, con quattro casi ognuno, gli istituti penitenziari di Torino e Milano San Vittore. Tre suicidi sono invece avvenuti nella Casa di Reclusione di Palermo Ucciardone e nelle Case Circondariali di Pavia e di Firenze”, come si legge nel rapporto.

Tra le problematiche emerse nel rapporto si annoverano i sovraffollamenti, che si ripetono di anno in anno tal da diventare persistenti. Inoltre aumentano le segnalazioni alle Autorità Giudiziarie per maltrattamenti e condizioni di vita carceraria al limite dei diritti umani.

IL RAPPORTO ANTIGONE

L’impegno a tutelare i diritti delle persone soggette a limitazioni delle libertà e ad accrescere l’aderenza di quanto prescritto dalla Costituzione nei periodi di restrizione delle libertà personali è il contenuto di uno specifico Protocollo d’Intesa tra il Garante nazionale, Garante regionale e Procura della Repubblica che verrà sottoscritto domani, 30 maggio alle ore 15 presso la Procura della Repubblica di Bari.

Gli ambiti applicativi della collaborazione sono non soltanto quelli relativi alla privazione della libertà per motivi di esecuzione penale ma sono anche quelli connessi alla limitazione de facto della libertà personale, come nel caso del trattenimento di cittadini stranieri, in attesa di rimpatrio, e in quello di persone ricoverate in strutture socio sanitarie. L’ambito territoriale di operatività è corrispondente al circondario del Tribunale di Bari e le modalità operative contemplano intensi scambi reciproci di informazioni salienti riguardanti i casi presi in esame e le segnalazioni di violazione dei diritti fondamentali; la predisposizione di programmi di informazione e formazione comuni sui temi dell'esecuzione della pena e del rispetto dei diritti umani in ogni situazione di restrizione della libertà personale; la possibilità di effettuare visite congiunte nei luoghi di privazione della libertà del territorio di competenza, quando ritenuto necessario.

I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Foggia hanno dato esecuzione ad altre cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dalla Sezione del Riesame misure cautelari del Tribunale Penale di Bari a carico di altrettante persone, tutte quante già detenute in vari carceri del territorio nazionale per motivazioni diverse.

Si tratta di altri provvedimenti cautelari personali divenuti esecutivi dopo il motivato appello della Procura della Repubblica di Foggia al rigetto della richiesta di misura cautelare da parte del GIP del Tribunale dauno dopo la richiesta di cattura avanzata dalla Magistratura requirente nei confronti delle decine di detenuti che, il 9 marzo 2020, in occasione della maxi rivolta e successiva evasione in massa dal carcere di Foggia da parte di numerosi detenuti, sarebbero stati protagonisti di vere e proprie azioni di devastazione e saccheggio all’interno della Casa Circondariale della città.

Come si ricorderà, in quella circostanza, vennero appiccati incendi all’interno della struttura carceraria, ci furono atti di violenza contro appartenenti della Polizia Penitenziaria, gravi danneggiamenti e comunque, come contestato nelle ordinanze in riferimento, un vero e proprio turbamento dell’ordine pubblico.

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Una dozzina di persone erano state già arrestate, nelle settimane precedenti, con le stesse modalità di oggi. Altri detenuti ancora, invece, sono stati già condannati – a seguito di giudizio abbreviato – davanti al GUP del Tribunale di Foggia, sempre per i medesimi fatti. Il reato di devastazione e saccheggio di cui all’articolo 419 del codice penale, in questa fase del giudizio e non ancora quindi divenuto definitivo, costituisce una grave violazione di Legge prevista dal nostro ordinamento, poche volte oggetto di imputazione a livello nazionale data la particolare configurazione giuridica di tale ipotesi delittuosa. Questi ennesimi arresti ad opera del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Foggia, su coordinamento della Procura della Repubblica di Foggia, si aggiungono quindi ai numerosi precedenti arresti, sia in flagranza che su provvedimento cautelare o definitivo, riguardanti sempre la questione dell’eccezionale evasione dal carcere di Foggia di circa 3 anni fa, concernenti, oltre alle evasioni in quanto tali, anche le rapine e le violenze commesse all’esterno dell’Istituto di Pena ai danni di cittadini e attività commerciali. Quest’ultimi fatti, in particolare, sono stati già definiti con ordini di carcerazione emessi, lo scorso mese di Dicembre 2022, dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Bari, ed eseguiti sempre dai militari del Nucleo Investigativo Carabinieri di Foggia.

In particolare, ancora una volta, sono stati determinanti ai fini dell’emissione dei provvedimenti restrittivi in questione, l’acquisizione e l’elaborazione delle immagini dei diversi sistemi di video sorveglianza individuati nell’immediatezza dagli investigatori dell’Arma dei Carabinieri, nonché le numerose annotazioni di servizio redatte in quella drammatica circostanza anche da parte dello stesso personale della Polizia Penitenziaria di Foggia.

In ultima analisi va precisato che il procedimento è nella fase delle indagini preliminari e che la posizione delle persone arrestate è al momento al vaglio dell’Autorità Giudiziaria. Le stesse, pertanto, non possono essere considerate colpevoli sino alla eventuale pronuncia di una sentenza di condanna definitiva.

La Polizia di Stato ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Foggia, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 3 soggetti, sottoposti alle indagini preliminari con riferimento  ai reati, in concorso, di detenzione illegale di armi e ricettazione.

La complessa attività d’indagine effettuata dal personale della Squadra Mobile della Questura di Foggia, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, traeva origine dall’omicidio di SCROCCO Alessandro, avvenuto in data 17 maggio 2022 di fronte all’ingresso della Casa Circondariale di Foggia.

Dai vari servizi effettuati dagli investigatori, emergeva che alcuni soggetti avevano organizzato lo spostamento di diverse armi. Nel corso dello scorso anno, durante un blitz effettuato al termine di un articolato pedinamento da parte di numerosi equipaggi della Squadra Mobile, la Polizia di Stato aveva sorpreso un soggetto mentre deteneva all’interno della propria vettura una pistola mitragliatrice “Scorpion” con matricola abrasa e molteplici cartucce.

I successivi approfondimenti investigativi portavano alla fase finale di esecuzione dei provvedimenti cautelari nei confronti di 3 persone. Al momento dell’irruzione presso l’abitazione di uno, veniva rinvenuta un’altra pistola con matricola abrasa.

I due soggetti, venivano associati presso la Casa Circondariale di Foggia, mentre un’altra persona veniva sottoposta agli arresti domiciliari presso la sua abitazione.

E’ importante sottolineare che il presente procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che all’esecuzione delle misure cautelari seguiranno poi gli interrogatori di garanzia ed i confronti con le difese degli indagati, la cui eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti.

Il 30 marzo 2023 i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Foggia, dopo quelli del 23 marzo 2023,  hanno dato esecuzione ad altre cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dalla Sezione del Riesame misure cautelari del Tribunale Penale di Bari a carico di altrettante persone, tutte quante già detenute in varie carceri del territorio nazionale per motivazioni diverse.

Si tratta di altri provvedimenti cautelari personali divenuti esecutivi dopo il motivato appello della Procura della Repubblica di Foggia al rigetto della richiesta di misura cautelare da parte del GIP del Tribunale dauno dopo la richiesta di cattura avanzata dalla Magistratura requirente nei confronti delle decine di detenuti che, il 9 marzo 2020, in occasione della maxi rivolta e successiva evasione in massa dal carcere di Foggia da parte di numerosi detenuti, sarebbero stati protagonisti di vere e proprie azioni di devastazione e saccheggio all’interno della Casa Circondariale della città.

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Come si ricorderà, in quella circostanza, vennero appiccati incendi all’interno della struttura carceraria, ci furono atti di violenza contro appartenenti della Polizia Penitenziaria, gravi danneggiamenti e comunque, come contestato nelle ordinanze in riferimento, un vero e proprio turbamento dell’ordine pubblico. Quattro persone erano state già arrestate, la settimana scorsa, con le stesse modalità di oggi. Altri detenuti ancora, invece, sono stati già condannati – a seguito di giudizio abbreviato – davanti al GUP del Tribunale di Foggia, sempre per i medesimi fatti. Il reato di devastazione e saccheggio di cui all’articolo 419 del codice penale, in questa fase del giudizio e non ancora quindi divenuto definitivo, costituisce una grave violazione di Legge prevista dal nostro ordinamento, poche volte oggetto di imputazione a livello nazionale data la particolare configurazione di tale ipotesi delittuosa.

Questi ennesimi arresti ad opera del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Foggia, su coordinamento della Procura della Repubblica di Foggia, si aggiungono quindi ai numerosi precedenti arresti, sia in flagranza che su provvedimento cautelare o definitivo, riguardanti sempre la questione dell’eccezionale evasione dal carcere di Foggia di circa 3 anni fa, concernenti, oltre alle evasioni in quanto tali, anche le rapine e le violenze commesse all’esterno dell’Istituto di Pena ai danni di cittadini e attività commerciali. Quest’ultimi fatti, in particolare, sono stati già definiti con ordini di carcerazione emessi, lo scorso mese di Dicembre 2022, dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Bari, ed eseguiti sempre dai militari del Nucleo Investigativo Carabinieri di Foggia.

In particolare, ancora una volta, sono stati determinanti ai fini dell’emissione dei provvedimenti restrittivi in questione, l’acquisizione e l’elaborazione delle immagini dei diversi sistemi di video sorveglianza individuati nell’immediatezza dagli investigatori dell’Arma dei Carabinieri, nonché le numerose annotazioni di servizio redatte in quella drammatica circostanza anche da parte dello stesso personale della Polizia Penitenziaria di Foggia.

In ultima analisi va precisato che la posizione delle persone arrestate è al momento al vaglio dell’Autorità Giudiziaria e che le stesse non possono essere considerate colpevoli sino alla eventuale pronuncia di una sentenza di condanna definitiva.

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