Da sabato 1 agosto riaprono ai visitatori oltre al Duomo e al Museo, Porta del Cielo, il Facciatone, la Cripta, il Battistero e la Libreria Piccolomini splendente di nuova illuminazione, secondo gli orari e le condizioni di bigliettazione ordinarie.
Dopo il Duomo e il Museo tutto il complesso monumentale riapre al pubblico con un itinerario che si snoda all’interno della Cattedrale con il Pavimento e la ‘Porta del Cielo’, include il Museo dell’Opera con la salita al Facciatone e prosegue nella cosiddetta ‘Cripta’ e nel Battistero.
Perla dell’itinerario la Libreria Piccolomini che risplende di nuova luce grazie alla collaborazione dell’Opera della Metropolitana con la ERCO specialista per l’illuminazione dell’architettura. Nel contempo é stato completato il restauro ligneo dei banconi e delle teche con sostituzione dei vetri che racchiudono preziosi codici miniati, cosicché i Corali della cattedrale potranno essere apprezzati in ogni loro dettaglio. Il restauro ha interessato anche il portale lapideo interno alla Libreria, la soprastante edicola e il gruppo delle Tre Grazie.
La visita avviene in condizioni di particolare sicurezza in quanto oltre a tutti i protocolli igienico sanitario previsti dalla legge verrà rilevata la temperatura all’ingresso e anche attraverso l’app per smartphone The Right Distance ( che non richiede informazioni personali lesive della privacy) sarà possibile mantenere l’opportuno distanziamento.
Il servizio di prenotazione accessibile online o attraverso call center permetterà tra l’altro di evitare code per l’accesso.
Dopo un mese e mezzo di gratuità riprende la bigliettazione ordinaria con la possibilità dell’Opa Si Pass al prezzo di 13 euro che permette l’accesso a tutto il complesso (tranne la Porta del Cielo che ha accessi contingentati).
Di seguito si pubblicano la scheda tecnica dei restauri eseguiti all’interno della Libreria Piccolomini ed una scheda storico – artistica del Complesso Monumentale del Duomo di Siena.
LIBRERIA PICCOLOMINI - Nuove luci e restauri
Nell’ultimo triennio, all’interno della Libreria Piccolomini, sul fianco sinistro del Duomo di Siena, sono state eseguite opere di pulitura, restauro, manutenzione sotto l’Alta Sorveglianza della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena Grosseto e Arezzo, che hanno ridonato splendore agli apparati di questo scrigno prezioso. Il restauro ligneo ha riguardato i banconi e le teche mentre quello lapideo il portale interno e la soprastante edicola. Anche grazie alla sostituzione dei vetri delle teche i corali della Cattedrale, uno dei tesori più preziosi nel campo dei codici miniati, potranno essere apprezzati in ogni loro dettaglio. Al di là delle magnifiche iniziali decorate con miniature, i margini eseguiti da Girolamo da Cremona e da Liberale da Verona sono caratterizzati infatti da un’esplosione di girali, volute, perle, motivi floreali, animali reali e fantastici.
Il gruppo delle Tre Grazie, collocato al centro della Libreria, secondo la volontà del cardinale che lo aveva acquisito a Roma dalla famiglia Colonna, è stato pulito e restaurato. L’opera è stata protagonista del convegno “La grazia è bellezza” promosso dall’Accademia Senese degli Intronati, con la collaborazione dell’Opera della Metropolitana il 27 febbraio scorso.
Il pavimento della Libreria Piccolomini, risalente al 1839, realizzato dalla manifattura Ginori di Doccia, costituito da ambrogette di forma romboidale e quadrette di maiolica dipinte, è stato protetto nelle parti soggette a maggior usura, mentre sono state rimosse le tende che oscuravano le imponenti vetrate della parete di fondo e vi è stata applicata una pellicola filtrante.
La Libreria risplende inoltre di nuova luce grazie alla collaborazione dell’Opera della Metropolitana con la ERCO specialista per l’illuminazione dell’architettura, che ha già reso “più luminose”, nel 2018, le tarsie del Pavimento del Duomo di Siena, in lucem veniet.
Per onorare la memoria dello zio materno Enea Silvio Piccolomini (Papa Pio II), e conservare il ricco patrimonio “librario” che il pontefice ed umanista aveva raccolto, il cardinale Francesco Tedeschini Piccolomini, arcivescovo di Siena (poi Papa Pio III), attorno al 1492, fece costruire una biblioteca nei locali della vecchia canonica lungo il fianco nord-occidentale del Duomo. Per quanto concerne la cronologia degli affreschi, eseguiti con ricchezza di colori smaltati e inserti in pastiglia dorata, furono realizzati dal pittore umbro Bernardino di Betto detto Pinturicchio e la sua bottega in un torno di tempo che va dal 1503 e al 1508. Le dieci scene che si susseguono nelle tre pareti celebrano la biografia e gli atti del pontificato di Pio II sullo sfondo di evocativi paesaggi, raffinate architetture e cerimoniali fastosi. Alla loro ideazione collaborò anche Raffaello, del quale ricorre, nel 2020, il cinquecentesimo anniversario della morte. Il Sanzio disegnò infatti i “cartonetti” per almeno due storie dedicate alla biografia di Enea Silvio Piccolomini, come testimoniano quello presente al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi con la Partenza di Enea Silvio per il concilio di Basilea e l’altro nella Pierpont Morgan Library di New York con l’Incontro tra Federico III e Eleonora d’Aragona, preparatorio per una delle scene più ammirate della Biblioteca.
SCHEDA STORICO ARTISTICA DEL COMPLESSO MONUMENTALE DEL DUOMO DI SIENA
Il Complesso monumentale del Duomo di Siena è un itinerario che si snoda all’interno dell’ampia mole della Cattedrale con il Pavimento e la ‘Porta del Cielo’, include il Museo dell’Opera con la salita al Facciatone e prosegue nella cosiddetta ‘Cripta’ e nel Battistero.
Il fulcro da cui inizia il percorso è la Cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta, la casa di Maria, il Virginis templum, il tempio della Vergine come si legge nell’iscrizione d’ingresso, testimonianza del forte legame che i cittadini senesi hanno da secoli con la loro ‘patrona’: Sena vetus civitas Virginis. Numerose opere d’arte evocano la madre di Cristo, sin dalla sua infanzia nei rilievi inseriti nell’architrave del portale maggiore, sulla facciata, l’elegante frontespizio della Cattedrale. Anche le statue di Giovanni Pisano, ora sostituite da copie mentre gli originali si conservano al Museo dell’Opera, raffiguranti profeti, Sibille e filosofi che parlano ora fra loro, ora al passante, divinamente ispirati, annunciano ai fedeli, come si legge nei cartigli, la venuta di Gesù e la sua incarnazione nel seno di Maria. Pinnacoli, guglie, inserti decorativi, marmi policromi contribuiscono al decoro dell’esterno del Duomo romanico-gotico, la cui ampia mole ci accompagna nei profili della città da ogni punto di vista.
All’interno, al di là di bassorilievi, fregi, capitelli scolpiti, vi si conservano numerose sculture, capolavori dell’arte medievale, del Rinascimento e dell’epoca barocca creati dal genio e dalla mano di alcuni fra i massimi artisti di ogni epoca storica e artistica. Seguendo un criterio cronologico, il primo complesso plastico è il magnifico Pulpito di Nicola Pisano, padre di Giovanni, scolpito tra il 1265 e il 1268. Nella Cappella del Battista, sul lato sinistro del presbiterio, esempio raffinato di architettura del Rinascimento, scorgiamo nella nicchia centrale la statua bronzea di Donatello, capolavoro della maturità dell’artista, realizzata nel 1457. La scultura raffigura San Giovanni con il volto scavato per le pene sofferte nel deserto, con un’espressione fortemente ascetica, la bocca socchiusa, colta nel gesto della predicazione per preparare la strada al Signore. Speculare si erge la Cappella della Madonna del Voto, sul lato destro del presbiterio che prende il nome dalla Madonna col Bambino, detta del Voto, tavola tardo-duecentesca, l’immagine mariana più significativa per l’identità religiosa senese. La Cappella costituisce uno scrigno prezioso di arte barocca, commissionata dal papa Alessandro VII, della famiglia Chigi che ne affidò la direzione artistica a Gian Lorenzo Bernini, il quale, per accogliere l’immagine della Vergine ideò una cornice in bronzo dorato sorretta da due angeli in volo. Alla sommità dell’icona tre angioletti che svolazzano sul fondo azzurro di lapislazzulo, sostengono sulla testa della Vergine una sottile corona intrecciata con stelle, che allude a uno di simboli araldici della famiglia Chigi.
Sul fianco sinistro si erge la Cappella Piccolomini, grande ‘macchina’ edificata per volontà del cardinale Francesco Tedeschini Piccolomini intorno alla tavola tardo trecentesca con la Madonna del Latte e dell’Umiltà di Paolo di Giovanni Fei. La commessa della cappella funeraria fu affidata allo scultore lombardo Andrea Bregno, ma le statue nei primi due ordini di nicchie appartengono a Michelangelo incaricato di realizzare quindici statue. Ne consegnò soltanto quattro, un san Pietro e un san Paolo collocate più in basso, un sant’Agostino e un san Gregorio Magno in alto. Accanto la Libreria Piccolomini si conferisce come l’ambiente di maggiore rappresentanza della nobile famiglia, come testimoniano le mezzelune, emblema araldico che si diffonde dal soffitto, alle pareti fino al pavimento, così come la biografia dipinta di Enea Silvio Piccolomini, papa Pio II, l’esponente più prestigioso della stirpe.
Se dalla Cattedrale si esce e si percorre la piazza Jacopo della Quercia si potranno ammirare le vestigia del Duomo Nuovo e accedere così al Museo dell’Opera ricavato dal tamponamento di una delle navate laterali, salire verso il Facciatone per ammirare la vista sulla città e la campagna circostante, ma soltanto dopo la visita della Sala delle Statue in cui le statue ci conducono verso la parete di fondo dove si colloca l’occhio di Duccio di Buoninsegna, capolavoro dell’arte vetraria risalente al 1287-88. Gli episodi raffigurati dal Seppellimento della Vergine con apparizione del Cristo all’Assunzione della Vergine, episodio significativamente posto al centro, fino l’Incoronazione della Vergine ci introducono alla grande pala della Maestà conservata nella Sala di Duccio, in origine all’interno della Cattedrale. Il visitatore non resterà indifferente nella penombra quando sarà abbagliato dall’oro dello sfondo della tavola, partecipe della visione celeste insieme agli angeli pensosi che si appoggiano sul trono di Maria.
Ma il giovane Duccio ha iniziato il suo percorso in questo complesso monumentale nella cosiddetta ‘cripta’, un locale inaccessibile per secoli decorato da uno straordinario ciclo di pitture della seconda metà del XIII secolo. Al fianco di pittori meno noti al vasto pubblico quali Rinaldo da Siena, Guido di Graziano, Dietisalvi di Speme, attivi nell’ambito di Guido da Siena, caposcuola della pittura senese, è stata infatti ipotizzata anche la presenza del giovane Duccio di Buoninsegna. Il ciclo figurativo che si dispiega nelle pareti comprende episodi veterotestamentari, raffigurati nella parte alta delle pareti, cui corrispondono, in basso, le scene ispirate al Nuovo Testamento. I fedeli potevano dunque seguire le storie delle due serie sia in maniera diacronica che sincronica.
Scendendo la scenografica scalinata si giunge infine al Battistero, luogo che in realtà determina l’ingresso di un fedele nella chiesa attraverso il Battesimo, il primo dei Sacramenti. Nel Fonte al centro si inseriscono, intorno alla vasca esagonale, i sei specchi principali, in bronzo dorato, scanditi da statue raffiguranti virtù. Nel 1417, le formelle del Fonte vengono commissionate a coppie: due a Lorenzo Ghiberti, due ai Turini (Turino di Sano e il figlio Giovanni di Turino) e due a Iacopo della Quercia. Nel 1423, non procedendo i lavori secondo quanto stabilito, una scena viene tolta a Iacopo e affidata a Donatello, Il Banchetto di Erode. Al Battesimo si collega anche il ciclo del Vecchietta nelle volte a crociera. In quelle prossime all’ingresso compaiono le figure degli Apostoli, mentre nelle vele delle crociere contigue alla parete di fondo si trovano rappresentati gli Articoli del Credo, il Simbolo Apostolico, la professione di fede richiesta per l’ammissione al Battesimo, una formula più sintetica rispetto al Credo Niceno, costituita da dodici sentenze. Sopra il catino dell’abside il Vecchietta dipinge la Vergine condotta in cielo da una mandorla di cherubini dalle ali infuocate che conclude l’itinerario al Complesso dipartito proprio dalla dedicazione della cattedrale all’Assunta.
Continuano le attività culturali della Green Cave di FestambienteSud a Monte Sant’Angelo. Nella suggestiva grotta, in via Garibaldi 27, per “Cultura in Corso” questa sera, 26 luglio 2020, alle ore 20:00, si svolgerà la presentazione del libro “Esistenza” di Domenico di Iasio, edito da Andrea Pacilli.
L’appuntamento sarà anche l’occasione per incontrare l’autore e l’editore, oltre che trascorrere del tempo immersi nella cultura, nelle tradizioni, nel buon vivere montanaro.
L'associazione Stornara Life aps annuncia la terza edizione del Festival di Street Art "Stramurales ", come sempre con la direzione artistica di Lino Lombardi, fotografo e grafico che si terrà dal 1 al 12 agosto 2020 a Stornara, cittadina in provincia di Foggia.
Scopo della Associazione è continuare il cammino già intrapreso di portare arte in un paese che ne era privo e che, grazie alle riuscite precedenti edizioni, ha reso lo Stramurales famoso a livello nazionale e non solo.
Peculiarità di questo festival è il rapporto di amicizia che si crea spontaneamente tra organizzatori ed artisti lasciati liberi, questi ultimi, di dipingere, dando libero sfogo alla loro fantasia e con qualunque tecnica. In questo l'associazione va "controcorrente " mettendosi lei a servizio degli artisti e non viceversa.
Si crea così una sinergia ed un clima che trasforma le performance artistiche in giornate di gioia e allegria che travolgono il paese : un via vai di colori, spray, secchi, pennelli, scale, carrelli elevatori ecc… che coinvolge non solo gli artisti ma tutto il paese che pian piano si sta trasformando in un vero e proprio museo a cielo aperto.
E' proprio questa la Street Art ,considerata da anni "la nuova arte" capace non solo di donar bellezza immediatamente fruibile a tutti ma anche di cambiare radicalmente l'identità di un paese e la sua economia. E' in crescendo il turismo lento che è proprio quello che permette di assaporare con calma le bellezze italiane presenti anche nei piccoli borghi. Stornara può vantare fino ad ora la presenza di ben 32 murales ,che diverranno più di 50, dopo l'edizione di quest'anno, dipinti anche da artisti famosi nel mondo che, ed è vanto di questo Festival, chi viene a Stornara potrà vedere tutti quanti sui nostri muri: Stinkfish, Colectivo Licuado, Braga last1, Dale Grimshaw, Zabou, Alessandro Suzzi (Gods In Love ), Cheko's art, Kris Rizek, Bifido art, Moby Dick ,No Chance The Gaetan, Devil, Aurora, Alessandra Santo Stefano (Double A ), Zip .
Questa edizione 2020 vedrà l'arrivo di nuovi grandi artisti come Alaniz, Leticia Mandragora, Bastardilla, Toni Espinar, Dimitris Taxis, e il ritorno degli ormai amici di Stramurales: Zabou, Cheko's art, Alessandro Suzzi ( Gods in Love ), Kris Rizek, No Chance, Devil, Aurora, The Gaetan, Zip. Confermato anche l'arrivo di giovani artisti italiani e locali: Francesca Babolin ,Lucione, Mary Latronica, Nicola Ciarallo e Antonio Giuliani e del maestro Cosimo Tiso pittore e scultore.
I murales di Stornara saranno tutti in un percorso studiato dagli organizzatori percorribile tutto l'anno a piedi in poco più di un'ora sia autonomamente seguendo una guida interattiva presente sulle pagine facebook Stornara Life e Stramurales ,sia con visite guidate prenotabili nelle stesse pagine citate.
Stramurales ha guadagnato il supporto di importanti finanziatori ,quali lo stesso Comune di Stornara il cui Sindaco Rocco Calamita ha sempre creduto nel progetto e numerosi sponsor grandi e piccoli.
La partnership dell'Accademia delle Belle Arti di Foggia,del Liceo Artistico "Zingarelli-Sacro Cuore" di Cerignola (FG) e dell'associazione Nazionale Sociologi-Dipartimento Puglia.
Essenziale è la sinergia creata con la start up innovativa Trawellit srl. che fornirà per tutta la durata del festival guide turistiche abilitate per visitare i murali ,che organizzerà una caccia al tesoro e inserirà "il museo di Stramurales" all'interno dell'omonima app vincitrice del finanziamento europeo PIN-Pugliesi Innovativi con una mappa interattiva consultabile gratuitamente scaricando l'app Trawellit da Apple store e Play store.
Un particolare ringraziamento va anche al colorificio di Pasquale Manfredi di Stornarella (FG) che fornirà parte dei colori usati durante il festival. Stramurales non sarà solo esibizione di grandi artisti ma, come di consueto,lascerà spazio al divertimento di piccoli artisti in erba che giocheranno con i colori e l'aiuto dei maestri Gioacchino Loporchio e Cosimo Tiso nella giornata di domenica 9 agosto ove avrà luogo il tradizionale pranzo tra artisti,organizzatori e staff, chiamato Strafocates offerto dai grandi chef Roberto Nigro, assessore del Comune, e Rocco Ciarallo.
Nasce un nuovo dottorato di ricerca nel campo del patrimonio culturale. Il titolo indica chiaramente il programma: “Patrimonio archeologici, storici, architettonici e paesaggistici mediterranei: sistemi integrati di conoscenza, progettazione, tutela e valorizzazione” (PASAP_Med).
Il Corso è promosso dall’Università di Bari, dal Politecnico di Bari e dal CNR-Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale, è coordinato da Giuliano Volpe, ordinario di archeologia presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Bari, che svolge anche la funzione di sede amministrativa, ed è stato fortemente voluto dai rettori dell’Università Stefano Bronzini e del Politecnico Francesco Cupertino e dal presidente del CNR Massimo Inguscio, anche come forte segnale di collaborazione tra istituzioni dell’alta formazione e della ricerca in un settore considerato strategico del nostro Paese e in particolare per il Mezzogiorno.
Il Dottorato prende avvio con il XXXVI ciclo e parte con ben 11 posti, di cui 9 con borsa (messe a disposizione dai tre soggetti proponenti) e 2 senza, che però si conta di dotare di borse grazie al contributo della Regione Puglia che ha recentemente emanato un bando. 1 un posto con borsa e 1 posto senza borsa riservati a laureati in università straniere, a dimostrazione del carattere volutamente internazionale che si vuole dare al dottorato.
Il Corso punta alla formazione di esperti di elevato profilo scientifico, in grado di operare nella ricerca, tutela, valorizzazione, comunicazione e gestione del patrimonio culturale, che sarà garantita affiancando alla tradizionale formazione in ambito archeologico e architettonico una preparazione multi e interdisciplinare che consenta di acquisire una reale capacità nell’uso di diversi sistemi di fonti, approcci, metodi e tecniche con una forte interazione tra aspetti scientifici, storici, storico-artistici, culturali e ambientali, strutturali, tecnologici, economici, sociali ed etici.
L’approccio è stratigrafico, contestuale e fortemente diacronico, aperto all’integrazione tra fonti, metodi e tecnologie d’indagine e consolidati filoni di ricerca settoriale (archeologia dei paesaggi urbani, rurali e subacquei; archeologia urbana e dell’architettura; storia dell'arte, archeologia pubblica; archeologia digitale; bioarcheologie; archeometrie; storia dell’architettura e analisi dei monumenti, progettazione architettonica e paesaggistica per il patrimonio, restauro anche strutturale; open science e open data).
Il paesaggio, sistema complesso di relazioni, espressione della dialettica tra uomo e ambiente, costituirà il laboratorio nel quale favorire la convergenza multidisciplinare di specializzazioni, metodi, strumenti diversi. Il corso cerca di rispondere a un bisogno molto sentito: offrire ‘formazione archeologica’ agli architetti e una ‘educazione alla cultura della progettazione’ agli archeologi.
Ambiti di ricerca privilegiati: archeologia dei paesaggi; archeologia urbana; archeologia digitale; archeologia pubblica; archeologia dell’architettura; storia dell'arte; bioarcheologie; archeometrie; storia dell’architettura e analisi dei monumenti; progettazione architettonica e paesaggistica; restauro; open science e open data.
Il Collegio dei docenti, assai ampio e articolato, è composto non solo da docenti delle Università di Bari (G. Gadaleta, C. Laganara, G. Mastrocinque, C. Roscino, G. Volpe), del Politecnico di Bari (R. Belli, A. Fraddosio, M. Mannino, M. Montemurro, G. Rocco) e del CNR (M. Bettelli, T. Ismaelli, P. Moscati, G. Scardozzi), ma anche delle Università di Foggia (G. De Felice, D. Leone), del Salento (P. Arthur, C. Mannino, G. Semeraro) e della Basilicata (M. Mininni), perché in Dottorato ambisce a caratterizzarsi come espressione dell’intero sistema universitario regionale e interregionale. Forte è anche la dimensione internazionale, come dimostra la presenza fin dall’avvio di numerosi docenti di università straniere: Amsterdam (G. Burgers), Bordeaux (L. Cavalier), Cordoba (D. Vaquerizo), Montréal-McGill (D. Totten), Paris-Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales (M.C. D’Ercole), Sevilla (R. Hidalgo), Strasbourg (D. Lefevre-Novaro).
Si prevede di tenere le attività didattiche e scientifiche, oltre che nelle strutture dell’Università e del Politecnico di Bari e del CNR, a Taranto, dove si conta di poter disporre di una sede adeguata, possibilmente anche di tipo residenziale per gli allievi e i docenti, e anche forme di sostegno per garantire un adeguato funzionamento a un progetto così complesso.
Il bando è stato pubblicato sulla GURI n. 56 del 21 luglio 2020 - 4° Serie Speciale – Concorsi ed Esami, ed è disponibile, in italiano e in inglese, sul sito web di Uniba: https://www.uniba.it/ricerca/dottorati/dottorato-di-ricerca-36-ciclo-a.a.-2020-2021/bando-di-concorso-36-ciclo-a.a.-2020-2021.
Info sul dottorato: https://www.uniba.it/ricerca/dipartimenti/disum/post-laurea/patrimoni-archeologici-storici-e-paesaggistici-mediterranei-sistemi-integrati-di-conoscenza-progettazione-tutela-e-valorizzazione.
Le domande dovranno pervenire entro le ore 12:00 del 31 agosto 2020.
Dopo quella rinvenuta ai margini del fiume Ofanto, a Cerignola località Moschella, e quella coltivata in casa a Torremaggiore, i Carabinieri di San Severo, con il supporto dei Cacciatori “Puglia”, nell’ambito di una vasta attività di controllo delle aree rurali, hanno rinvenuto un’altra piantagione di marijuana, arrestando un nigeriano incensurato, colto nella flagranza del reato di coltivazione illecita di sostanze stupefacenti.
La Capitanata, purtroppo, si conferma un centro prolifico di coltivazione di marijuana, oltre che il fulcro del Mezzogiorno d’Italia, in particolare l’Alto Tavoliere, per l’approvvigionamento e smistamento, oltre che spaccio, di sostanze stupefacenti, legate alle attività criminali di clan mafiosi.
I Carabinieri, nel prosieguo delle stringenti attività di monitoraggio delle vastissime aree rurali della parte nord della Capitanata, molto attenzionate in questo periodo, in agro di San Nicandro Garganico (FG), si sono imbattuti in una estesa piantagione di marijuana, circa 1050 piante per un peso complessivo di 200 kg, per numero di 177.142 dosi potenzialmente ricavabili, che avrebbe fruttato circa 800.000,00 Euro. Si tratta di piante del tipo “vietnamita” ed “afgana”(qualità di piante più piccole e basse rispetto a quelle di comune coltivazione), che risulta meno individuabile, anche a un controllo dall’alto. Immediatamente, i Carabinieri iniziavano una attenta e paziente attività di osservazione, che aveva esito positivo dopo pochissimo. Infatti, i militari notavano sopraggiungere un soggetto, a piedi, che si fermava proprio all’altezza del tratturo che porta alla piantagione e iniziava tranquillamente a irrigare le piante e a controllarne lo stato di crescita. Con una manovra repentina e coordinata, tutto il personale circondava l’area dove vi era la coltivazione e, con una rapida incursione, gelavano ogni possibilità all’uomo di reagire, che veniva quindi bloccato e tratto in arresto. Sul posto venivano sottoposte a sequestro tutte le piante coltivate nonché la somma di Euro 1.500,00 in contanti di cui l’uomo veniva trovato in possesso. Gli arboscelli sono stati inviati al Laboratorio di Analisi delle Sostanze Stupefacenti del Comando Provinciale Carabinieri di Foggia per le analisi qualitative e quantitative sul principio attivo.
Al termine di tutte le verifiche, i cui esiti sono stati pienamente condivisi dal Magistrato di turno della Procura della Repubblica di Foggia, l’uomo è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Foggia in attesa delle disposizioni dell’A.G. che nell’udienza di convalida confermava la custodia cautelare in carcere.