Countdown per scaricare l’album sulle principali piattaforme digitali, fruibile da sabato 9 dicembre 2023. Il Natale con il Daunia Gospel Choir & Band sarà più bello e armonioso, avvolgente nelle sue melodie gospel interpretate da artisti "made in Daunia".
Prodotto e pubblicato dalla neonata etichetta discografica “Symphonia Pugliese”, "My Jesus” racchiude e ferma nel tempo il repertorio gospel maturato in questi ultimi anni dal choir pugliese diretto da Agostino Ruscillo.
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L’uscita dell’album è preceduta dalla pubblicazione del videoclip musicale “My Jesus”, il singolo che dà il titolo all’album e che è fruibile sul canale YouTube di Symphonia Pugliese. Con il videoclip il Daunia Gospel ha deciso di veicolare anche l’immagine di uno dei borghi più belli dei Monti Dauni, Deliceto e il suo Castello Normanno.
L’album si compone di 9 tracce: comprende sei covers, tra le più gettonate del miglior gospel contemporaneo americano, con le musiche firmate da artisti del calibro di Kirk Franklin, Dirk Chaney, Elizabeth Goodine, Richard Smallwood, Joe Pace e Jason Webb, e tre nuove gospel songs, intense e molto ispirate, scritte appositamente per noi, che portano la firma di Silvano Mastromatteo, compositore capace di rielaborare nella sua visione personale le influenze del gospel.
Il video narra la vicenda di una bambina, Michaela, che viene derisa dai sui amici perché affezionata ancora ad un peluche anziché a un cellulare. Grazie al papà, direttore di un gospel choir, vive l'esperienza della musica corale. I suoi amici, incuriositi, la seguono e al termine di questa esperienza si stringeranno in un caloroso abbraccio riappacificatore.
Martedì 28 novembre 2023, alle ore 17.30 si svolgerà la conferenza "Le stele daunie e la poesia di Cristanziano Serricchio". Interverrà Vittorio Marchesiello, artista, storico e cultore delle origini daune, di Foggia e della Capitanata.
Nella sostanza è un intervento nell'ambito delle "Conversazioni di Storia Locale" organizzate dalla Biblioteca di Foggia.
Di seguito le date degli altri appuntamenti.
«A Giuse', con quale coraggio ti presenti a Foggia a chiedere voti, dopo il tuo tradimento?». Così il Presidente del M.P.P.MOLDAUNIA, Ing. Gennaro Amodeo, l'indomani della visita di Giuseppe Conte a Foggia in sostegno delle prossime elezioni comunali.
«Nel 1° Governo CONTE -prosegue il Amodeo- il Movimento MOLDAUNIA, che lottava da ben 18 anni per l'autonomia della Capitanata, ha creduto opportuno fare appello al suo conterraneo, salito agli onori della Presidenza del Consiglio, per perorare la difesa del diritto costituzionale all'autodeterminazione della Capitanata, sancito dall'art. 132 - 2° comma della Costituzione.
Ebbene, il nostro famoso conterraneo: Giuseppe CONTE, non ha avuto nemmeno la decenza e l'educazione civica di rispondere all'appello proveniente dalla gente del suo territorio d'origine, girando le spalle all’unico progetto storico che poteva ridare dignità e futuro alla Capitanata, oltre che lustro e memoria storica al suo nome.
E pensare che era sceso in campo con l'etichetta di: "Avvocato del Popolo ".
Solo un personaggio privo di dignità ed assetato di potere poteva guidare nella assoluta indifferenza, consecutivamente, un governo di destra e di sinistra, per poi scalare la presidenza dello stesso Movimento 5 Stelle che l'aveva adottato, per snaturarlo in base alla sua visione politica, distinta e distante dal DNA del Movimento e, conseguentemente, ridurlo al lumicino a causa della sua visione strategica di corto respiro».
Di seguito la lettera inviata nel giugno del 2018 a Giuseppe Conte, allora Presidente del Consiglio dei Ministri.
Racc. A.R. N° 15303581999-0
Data 30/06/2018
Al Prof. Giuseppe CONTE
Presidente Consiglio dei Ministri Palazzo Chigi
00187 ROMA (RM)
OGGETTO: Richiesta di incontro con una delegazione del Movimento MOLDAUNIA
Sono 17 anni che il Movimento Popolare Progetto MOLDAUNIA lotta per arrivare al referendum consultivo popolare per il passaggio dell' intera provincia di Foggia dalla regione Puglia alla regione Molise, ai sensi dell’art. 132 – 2° comma della Costituzione, ma il boicottaggio politico locale, impedisce di espletare il referendum, per via della mancata approvazione della prescritta delibera provinciale.
Questo, benché il Movimento avesse raccolto n. 16 delibere comunali di adesione alla richiesta referendaria, compresa quella del capoluogo: Foggia, sul totale di 61 Comuni, corrispondente ad una rappresentanza del 40,34% dell'intera popolazione provinciale, contro il 5% richiesto dal nuovo Statuto provinciale.
Data la sua origine dauna, penso che Lei non possa restare insensibile alla richiesta di autonomia che proviene dal popolo della Capitanata, fin dalla fase costituente.
Quindi, vista la circostanza propizia della sua nomina alla massima carica istituzionale, quale Presidente del Movimento innanzi richiamato
CHIEDO
la cortesia di un incontro con una delegazione del nostro Movimento, nella quale poter illustrare le ragioni del progetto MOLDAUNIA (Molise + Daunia), che rappresenta l’unica via per ridare dignità e futuro alla Capitanata, aggregata antistoricamente agli altri territori delle Puglie (Peucezia e Salento), tant’è vero che la Società Geografica Italiana nella sua proposta di “Riordino territoriale dello Stato” del 2013 ha accorpato la provincia di Foggia e quella di Campobasso in un unico dipartimento regionale.
In attesa di cortese riscontro, auguri di buon lavoro a Lei e a tutta la compagine governativa.
Foggia 30/06/2018
Il Presidente del M.P.P.MOLDAUNIA
(Ing. Gennaro AMODEO)
Fra i vari personaggi che giunsero in Puglia, verso la fine del II millennio, dobbiamo annoverare il re Dauno, il quale occupò la parte nord della regione, i cui territori nell'antichità comprendevano oltre che l'attuale provincia di Foggia, compreso il Gargano, una porzione della provincia di Bari, che andava da Canosa a Ruvo e a Minervino Murge, verso l'interno; infine il Melfese, con i centri intorno a Melfi, Lavello e più a sud, Banzi. Sulle origini di questo mitico re eponimo dei Dauni, noto ai nostri testi antichi a partire già del VII secolo a. C., le fonti riportano due diverse tradizioni: una è riferita da Antonio Liberale, ma risale al poeta Nicandro, in cui Dauno (dalla radice illirica “dhaun” che, per estensione semantica del suo significato proprio, “strangolare”, indica il “lupo”, denominazione assai diffusa in ambito greco ed italico, che ci riporta ad un animale totemico, appunto il lupo), è considerato figlio dell’antichissimo re arcade Licaone, e quindi collocato in un orizzonte cronologico mitico anteriore a quello di Diomede e degli eroi della guerra di Troia. L’altra tradizione si deve all’epitome di Paolo Diacono, dell’opera di Festo, in cui Dauno, illustre esponente della stirpe illirica, e coevo di Diomede, abbandonata la patria a causa di una guerra civile, si insediò nella regione degli Iapigi. Un’altra tradizione, attestata in Solino, considera, invece, i Dauni, discendenti di uno sconosciuto figlio di Minosse, Cleolao, che, di ritorno dall’assedio di Camico in Sicilia, furono gettati da una tempesta sulle coste della Iapigia. Qui si stanziarono definitivamente e fondarono la città di Uria, trasformandosi, così, da Cretesi in Iapigi e da isolani in continentali.
Secondo la tradizione, Dauno avrebbe allargato il suo regno verso ovest, lungo le valli più agevoli, oltre Bovino, per poi occupare il territorio di Benevento ed espandersi verso la Lucania. Il re Dauno, per assoggettare l'intera regione, dovette far guerra alle popolazioni indigene, restie ad accettare una nuova dominazione. Durante tali guerre si ebbe l’arrivo dell’eroe greco Diomede, a cui venne promesso la propria figlia a patto che lo aiutasse nella guerra contro i Messapi. Purtroppo, come sappiamo, tutto andò male, e Diomede venne ucciso da Dauno.
I Dauni
[Stele Daunia]
In genere i Dauni, come gli Iapigi, all'inizio della fase emigratoria, occuparono le terre, con lo scopo di razziare tutto ciò che incontravano. Successivamente, una volta stabilitisi sul territorio, dovettero ricostruire le antiche borgate, cingendole di poderose mura di difesa, formate da pietrame, come nel caso di Monte Saraceno, oppure circondate da difese naturali, come nel caso di Salapia, con le sue lagune marine. Se nella prima fase emigratoria detta "pannonico-balcanica" abbiamo la sola presenza della tribù degli Iapigi, nella seconda fase abbiamo la presenza della tribù dei Liburni, che si stanziarono prevalentemente nella zona di Cupola, in territorio sipontino, dove abbiamo trovato strette affinità strutturali con quelle liburniche.
La civiltà daunia raggiunge il suo massimo sviluppo nel VI secolo, allorquando l'intera subregione presenta una sua unità culturale manifestatasi specialmente sul piano della produzione artistica, oltre che culturale e religiosa. Della prima forma culturale fanno parte i prodotti in ceramica, il cui stile viene detto "geometrico dauno". Tale produzione prende le mosse dal protogeometrico japigio della fine del II millennio a. C., influenzato dai modelli elaborati in area ellenica e transadriatica, per poi evolversi nell’età del Ferro sino a tutto il IV secolo a. C., secondo linee e modelli autonomi conquistando, attraverso le esportazioni particolarmente attive tra l’VIII e il VI secolo a. C., il gusto dei mercati stranieri ed in modo particolare quello illirico, tanto da contribuire in maniera notevole alla floridezza della regione. La sua produzione, prevalentemente in ceramica daunia, è attestata in numerose località daunie, fra cui Coppa Nevigata, Monte Saraceno, Punta Manaccore, Ordona, Arpi, Salapia, Cupola. Secondo il De Juliis, quest’ampia documentazione ha messo in luce l’esistenza di una sostanziale differenziazione, già dall’inizio dell’VIII sec. a. C., fra il geometrico Japigio dell’area meridionale e quello della Daunia, dando origine così prima al geometrico protodaunio e poi alla ceramica geometrica dauna dell’VIII-IV secolo a. C. I centri di maggiore diffusione di questo ultimo periodo geometrico sarebbero stati Herdonia, Ascoli e Canosa con diffusione verso il Gargano. Le ceramiche, insieme a vasi di bronzo, monili di metallo, pasta vitrea e ambra, provengono dalle tombe che numerose si trovano nella Daunia. (700-550 a. C.); Daunio II (550-400 a. C.); Daunio III (400-300 a. C.).
Una posizione di primo piano nell’ambito della cultura protostorica occupano le stele daunie, legate, a livello generale, alla stessa produzione scultorea in pietra, le cui testimonianze, rinvenute in tutti i principali centri dauni, dal Gargano al Tavoliere, sia sulla costa che nelle aree più interne al Melfese, costituiscono l’espressione maggiormente rappresentativa della creatività e dell’originalità dell’ethnos indigeno. Secondo M. L. Nava, il fenomeno, che appare profondamente radicato nella cultura espressiva dei Dauni, si manifesta in pieno durante le fasi centrali dell’età del Ferro, ma affonda le proprie origini nelle epoche precedenti, contribuendo ad attestare l’evoluzione che, senza palesi soluzioni di continuità, contraddistingue il progresso culturale di questa popolazione durante le età dei metalli. La presenza di scultura in pietra è documentata in Daunia a partire dagli albori dell’età del Bronzo, ed essa trova corrispondenza nei monumenti antropomorfi di Castelluccio dei Sauri, nonché in diverse regioni del Mediterraneo, dalle coste orientali sino alla Spagna.
La diffusione delle stele daunie, in territorio di Siponto, nonché nella vicina Salapia, là dove Strabone (VI, 3, 9, 284) colloca la laguna costiera aperta verso il mare, sui cui dossi emersi si insediavano le strutture abitative e sepolcrali riferibili alle due città indigene, si ha maggiormente tra il VII e il VI secolo a. C. Il loro ritrovamento ha fatto sorgere diversi problemi riguardanti l’origine stessa dei Dauni e il loro grado di civiltà. L’opera di rinvenimento è da ascrivere al prof.
Silvio Ferri, dell’Università di Pisa, il quale, negli anni sessanta, proprio in riferimento ad alcuni primi rinvenimenti di stele su Monte Saraceno, scoprì, nella zona sipontina di Beccarini, Versentino e Cupola, una ricca produzione. Le stele, più di 1500 pezzi, interi e frammentati, oggi esposte nel Museo Archeologico Nazionale di Manfredonia, rappresentano le uniche testimonianze storiche ed artistiche dei Dauni, che fino ad alcuni decenni erano del tutto sconosciuti, con alcuni sporadici riferimenti agiografici in autori greci e latini. Esse sarebbero da rapportare alla fase di maggiore sviluppo della civiltà daunia e precisamente all’VIII-VI secolo a. C., e fanno per la prima volta luce sull’esistenza dei Dauni, sulle loro credenze religiose, sui loro culti, sul loro mondo quotidiano.
La funzione di queste stele è quella funeraria, messa in relazione col culto dei morti. Generalmente esse sono costituite da una lastra rettangolare, con una testa iconica ed aniconica. Il materiale è di derivazione calcarea, tenera e friabile. La tecnica rappresentativa delle scene è quella dell’incisione. Le stele rappresentano schematicamente il defunto, abbigliato con una veste riccamente ornata ai bordi con motivi geometrici e che giunge sino ai piedi. Su questa veste sono raffigurati armi oppure ornamenti, che indicano l’elevata classe sociale di appartenenza del defunto.
I temi di questi “racconti per immagini” riguardano i diversi momenti dell’esistenza umana riferiti sia alla vita quotidiana che ad azioni cultuali e al mondo religioso. Si notano scene di colloqui, di offerte, di commiato, di processioni, di banchetti, scene erotiche, di caccia, di pesca, di attività produttiva, di combattimenti a piedi e a cavallo, scene di sacrificio, nonché rappresentazioni di mostri dalle forme più strane. Il tutto con una tecnica molto forte ed espressiva. Da un punto di vista iconologico le stele sono il risultato esclusivo della spiritualità più pura ed originale della cultura dei Dauni, in cui viene portato a compimento il processo di eroizzazione e divinizzazione già iniziato con le sculture di Castelluccio dei Sauri e proseguito con quelle di Monte Saraceno. Inoltre le stele costituiscono il mezzo attraverso il quale il ceto dominante della Daunia manifesta il proprio potere e la propria eminenza su tutti gli altri popoli della Puglia settentrionale. Infatti con le immagini monumentali l’oligarchia daunia si rappresenta al massimo della propria potenza, con le insegne di status che esprimono un dominio sia sociale che intellettuale e religioso. Tutto ciò si manifesta soprattutto fra l’VIII e il VII secolo. Ma allorché nel corso del VI e del V secolo inizia il declino della civiltà daunia, e si affacciano sulla scena politica nuove istanze provenienti dal mondo magno-greco e italico, le stele iniziano a svuotarsi di contenuti e di valori.
[Testa iconica Monte Saraceno - Mattinata]
Da parte mia ho voluto far rivivere la civiltà daunia attraverso la riproduzione della ceramica daunia dell’artista Angela Quitadamo, le cui opere oggi sono esposte nel Museo Archeologico ubicato nel Castello di Monte Sant’Angelo. Un omaggio ad un’artista e a una civiltà, quella daunia, che sta alle origini della nostra identità culturale, che è quella legata all’Europa, sorta sui grandi itinerari della fede, attraverso l’Homo Viator, alla ricerca della Montagna Sacra.
A Didacta Italia, a Firenze, Foggia sarà ben rappresentata. Oltre all'Archivio di Stato ci sarà la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Foggia e BAT con "DauniStory".
La Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Foggia e BAT, porta in tour Dauni Story alla Fiera dell’Educazione DIDACTA, presso la Fortezza da Basso a Firenze, dall’8 al 10 Marzo 2023.
La storia dei Dauni intraprende così un viaggio che dalla Puglia arriva in Toscana, per raccontare, in occasione della più importante fi a nazionale dedicata all’educazione e al mondo della Scuola, l’antico popolo che abitò la Daunia che ha lasciato preziose tracce storiche e archeologiche nel territorio dell’Alta Puglia, proprio nelle province di Foggia e della BAT.
La Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Foggia e BAT e Mira aps, nell’ambito della valorizzazione dei musei e delle attività connesse per la conoscenza del patrimonio culturale diffuso sul territorio pugliese, si pongono l’obiettivo generale di coinvolgere un pubblico il più ampio possibile per avvicinarlo all’uso consapevole, alla fruizione e alla conoscenza dei beni culturali, degli istituti e dei luoghi della cultura,
con specifi o riferimento al patrimonio storico-archeologico, attraverso la realizzazione di progetti ed iniziative dedicati.
DIDACTA rappresenta pertanto un’importante occasione per presentare uno dei format educativi più accattivanti ed interessanti che al Museo Civico e al Museo del Territorio di Foggia, continuano ad attivare conoscenza e curiosità in tantissimi alunni e alunne.
Da un’idea di Mira e Piccola Compagnia Impertinente, con la supervisione tecnico-scientifi a della SABAP, Dauni Story ha l’ambizione di creare una solida sinergia sui territori capace di offrire, ad un particolare target di fruitori, ovvero i bambini e i ragazzi dai 7 agli 11 anni, l’occasione di poter conoscere in modo attivo e partecipato, il patrimonio culturale.
Dauni Story, percorso culturale alla scoperta della storia e dell’archeologia della Puglia antica, è inserito nel programma unico degli eventi del MIC e verrà proposto nello spazio espositivo del Ministero della Cultura, il 9 Marzo alle ore 11.30.
La Puglia, grazie alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Foggia e BAT, farà ”scuola” a tantissimi insegnanti, educatori ed alunni e alunne provenienti da tutta Italia.
La Fiera DIDACTA Italia è il più importante appuntamento fi o sull’innovazione del mondo della scuola ed ha l’obiettivo di favorire il dibattito sul mondo dell’istruzione tra gli enti, le associazioni e gli imprenditori, per creare un luogo di incontro tra le scuole e le aziende del settore.
L’appuntamento si consolida ogni anno a Firenze, presso la Fortezza da Basso, trasformando per tre giorni il capoluogo toscano nella capitale europea della scuola del futuro.
La manifestazione è rivolta a tutti i livelli di istruzione e formazione come Nido, Scuola dell’infanzia, Primaria, Secondaria di Primo e Secondo grado, Istituti professionali ITS, Università, Istituti di ricerca scientifi a e di formazione professionale, oltre a imprese e addetti ai lavori.
La Fiera Didacta Italia è organizzata da: Firenze Fiera; Ministero dell’Istruzione e del Merito; Didacta International; la Regione Toscana; Comune di Firenze; Unioncamere; Camera di Commercio di Firenze; Florence Convention & Visitors Bureau; ITKAM (Camera di Commercio Italiana per la Germania).
INDIRE è partner scientifico.
A Bari presso la sala conferenze dell’Assessorato al Turismo della Regione Puglia (padiglione 107 Fiera del Levante), non poteva esserci ambientazione migliore per tenere a battesimo la nuova stagione delle manifestazioni di mountain bike in Puglia nelle specialità cross country, granfondo, mediofondo e marathon.
Sono quattro i principali circuiti che catalizzeranno l’attenzione dei praticanti di questa disciplina tra i mesi di febbraio e di ottobre: l’XCO Borbonica Cup, gara di cross country che alzerà il sipario da Laterza in provincia di Taranto il prossimo 12 febbraio e coinvolgerà altre tre regioni del Sud Italia (Campania, Calabria e Sicilia) in un progetto di valorizzazione delle categorie giovanili esordienti e allievi (ragazzi di età compresa tra i 13 e i 16 anni); il Challenge XCP Puglia composto da 10 prove di gare marathon-granfondo che copre cinque (BAT, Bari, Foggia, Lecce e Taranto) delle sei province della regione; il Challenge XCO Puglia che contempla 13 gare di cross country anch’esso spalmato in cinque province (BAT, Bari, Foggia, Lecce e Taranto) su sei della Puglia più una manifestazione fuori regione in Basilicata. Tra le province di Brindisi e Lecce, nasce un nuovo campionato di gare cross country denominato XCO Salento Race in sette prove.
Dal Gargano al Salento, passando per la Murgia barese, i Monti Dauni, le gravine, trulli e la valle d’Itria, ciclisticamente la Puglia offre un’ampia varietà di percorsi tra pendenze, pianure battute dal vento, rocce, strapiombi, foreste, sterminate distese di uliveti, vigneti e muretti a secco.
Il circuito XCO Borbonica Cup metterà alla prova il talento dei ragazzi delle categorie esordienti e allievi domenica 12 febbraio a Laterza la maestosa location del Parco Naturale Regionale Terra delle Gravine. Grazie al dinamismo del comitato organizzatore in loco del Ciclo Team Laerte, il Trofeo XCO Terra delle Gravine avrà l’onore di accogliere il primo grande evento nazionale della mountain bike con circa 400 partecipanti provenienti da Piemonte, Lombardia, Veneto, Marche, Toscana, Abruzzo, Lazio, Campania, Calabria, Sicilia e ovviamente Puglia.
La gara di Laterza è anche inserita nel Challenge Corgom XCO Puglia in cui figurano altre manifestazioni: il Trofeo Eracle-Memorial Vito Palmisano cronocoppie ad Alberobello il 5 marzo (organizzazione Team Eracle), il Trofeo Maglie Bike al Santuario di Montevergine/Palmariggi il 12 marzo (Maglie Bike), il Trofeo XCO Orte a Otranto il 19 marzo (Ciclo Club Spongano), il Trofeo XCO Bosco delle Pianelle a Martina Franca il 2 aprile (Asd Bikemania), l’XCO delle Querce ad Acquaviva delle Fonti il 25 aprile (GC Fausto Coppi Acquaviva), la XC Valle d’Itria il 30 aprile a Martina Franca (MMtb Martina Franca), la Neanderthal Cup il 14 maggio tra i dolmen di Bisceglie (Polisportiva Dilettantistica Gaetano Cavallaro) valevole per l’assegnazione dei titoli regionali FCI Puglia solo per le categorie juniores, under 23, élite e amatori, il Trofeo Parco delle Cave di Fantiano a Grottaglie il 2 giugno (Grottaglie Bike), il Trofeo Re Manfredi XCO in Basilicata a Palazzo San Gervasio il 18 giugno (Lucania Bike), la XC Nrg Bike il 9 luglio a Monopoli (Nrg Bike), la XC Bosco Paduli ad Accadia il 3 settembre (Mtb Puglia) e l’XCO Acquaviva Bike Park a Vieste il 24 settembre (Gargano Trail Center).
Da quest’anno spazio all’XCO Salento Race che comprende oltre alle gare del Santuario di Montevergine/Palmariggi (12 marzo) e Otranto (19 marzo) anche la XCO Collepasso il 1°maggio a Collepasso (Asd Amici del Velodromo), il 7 maggio la Varano Bike Race presso il bosco di Cerano a San Pietro Vernotico il 7 maggio (Salis Bike) valevole come campionato regionale FCI Puglia solo per esordienti e allievi, il Trofeo Terrarussa a Presicce (Asd Terrarussa Ciclismo), il Trofeo Sant’Elia il 2 luglio a Campi Salentina (Asd Ciclisti Campi) e il Trofeo Zollinese il 24 settembre a Zollino (24 settembre).
Tra gli appuntamenti di rilievo del settore marathon e granfondo, spiccano la Marathon del Salento ad Ugento del 16 aprile presso il kartodromo internazionale Pista Salentina (Mtb Casarano) tra le più ambite e partecipate ad inizio stagione in seno al Prestigio Mtb, la Marathon Bosco delle Pianelle a Martina Franca il 1°ottobre (Team Bike Martina Franca Cycling) che rientra nel più blasonato circuito extra-regionale del Trofeo dei Parchi Naturali e la Castro Legend Cup del 15 ottobre a Castro, manifestazione che ha fatto grandi passi da gigante in pochi anni aumentando il proprio blasone come sede dell’X-Legend Internazionale UCI, al quale parteciperanno i migliori 5 atleti di ogni categoria dei più prestigiosi circuiti italiani dediti al fuoristrada.
Le gare di Ugento e di Martina Franca sono inserite nel Challenge XCP Puglia dove sono già calendarizzate le altre manifestazioni: la Mediofondo Castel del Monte ad Andria il 19 febbraio (New Bike Andria), la Mediofondo All Bike Corgom il 26 febbraio a Ruvo di Puglia, la Mediofondo Bosco di Bitonto il 26 marzo a Mariotto di Bitonto (Team Oroverde Bitonto), la Mediofondo Memorial Cataldo Livrieri a Corato il 23 aprile (Quarat Bike), la Mediofondo Bosco Calmerio ad Alberobello il 7 maggio (Spes Alberobello), la Monti Dauni Legend Cup il 28 maggio a Biccari (Mtb Puglia), la Marathon del Gargano l’11 giugno a Monte Sant’Angelo come prova di campionato regionale FCI Puglia (Mtb Monte Sant’Angelo) che prende come territorio 3 dei 4 siti UNESCO della Puglia e la Mediofondo Freedom Altamura il 17 settembre ad Altamura (Freedom Cycling Team).
Presso il Castello di Monte Sant’Angelo, dal 17 al 29 Luglio 2022, sono esposte le opere artistiche di Angela Quitadamo, riferite alla civiltà daunia e quindi alla produzione della ceramica geometrica del VII-III secolo a. C. Opere di grande pregio non solo artistico quanto iconografico che ci riportano verso quel mondo arcaico legato alla presenza dei Dauni in terra di Capitanata, chiamata Daunia, per la presenza del popolo dauno di provenienza illirica. Un tempo in cui la Daunia presentava un ricco patrimonio storico-culturale legato non solo alla ceramica, quanto alle meravigliose stele daunie, che oggi ritroviamo nel Museo Archeologico Nazionale di Manfredonia. Un popolo che viveva anche sulle pendici del Gargano, con i loro miti e i loro culti, legati da una parte alla civiltà greca in terra pugliese e dall’altra alla civiltà daunia, dopo l’arrivo dell’eponimo eroe illirico Dauno che occuperà un posto importante nella saga romana di Enea, insieme a Diomede, l’eroe argivo della saga troiana, che morirà con i suoi compagni nelle Isole Tremiti. Eroe del mare Adriatico, il quale fondò in Daunia varie città, fra cui Arpi, Siponto, Salapia, Canosa, dove abbiamo ritrovato resti di ceramica daunia e le meravigliose stele, con i loro culti e le loro usanze legate alla civiltà daunia.
Angela Quitadamo, attraverso le sue opere e quindi le sue riproduzioni artistiche, ci fa rivivere questo mondo antico legato alla civiltà e alla cultura daunia risalente prevalentemente all’VIII-III secolo a. C., con le sue varianti geometriche e iconografiche. Sul piano storico le testimonianze più eloquenti di questo periodo sono rappresentate dalla sepoltura collettiva di Masseria Fandetti, alle pendici di Monte Saraceno presso Mattinata e dalla diffusione della ceramica protogeometrica iapigia in Daunia, per poi diffondersi verso i territori circostanti, fra cui Manacora, Monte Sacro, Coppa Nevigata, Ordona, Madonna di Ripalta. Presso Monte Saraceno sono venuti alla luce numerosi reperti ceramici, d’impasto e dipinti, di bronzo, in osso (aghi) e corno, insieme a conchiglie, frammenti risalenti al protogeometrico iapigio dell’XI-X secolo a. C. Così come altri reperti di ceramica sono stati rinvenuti in territorio di Arpi, di Ordona e di Ascoli Satriano, con un campionario nettamente più nutrito dei contesti abitativi.
Angela Quitadamo con le sue opere ci riporta verso questo mondo con la sua vasta e nutrica riproduzione di Vasi, Olle, Coppe, Askos, Kilyx e Statue raffiguranti i personaggi mitici dell’antica Grecia, come Apollo e Venere. Sul piano storico la comparsa di una ceramica identificabile con certezza come «daunia» e perciò ben distinta da quelle delle regioni contigue, non si può porre prima dell'inizio dell'VIII sec. a. C. Il Geometrico Protodaunio, che occupa tutto quel secolo, è contraddistinto da vasi di argilla raffinata, di colore nocciola o crema, modellati a mano o alla ruota lenta e levigati, in superficie, con argilla liquida. Un mondo particolare che oggi l’artista Angela Quitadamo fa rivivere e ne indica le peculiarità storico-artistiche. Generalmente il Geometrico Protodaunio predilige nettamente un repertorio di forme globulari, ovoidali, piriformi, nel quale rientrano le olle di grandi dimensioni, così come le brocchette, caratterizzate anche da alte anse a nastro, angolose. Sono diffusi pure gli askòi e le scodelle monoansate. La decorazione è monocroma e consiste in un colore bruno-nero opaco, disposto sulla superficie chiara del vaso secondo motivi geometrici semplici e accurati. La ceramica «subgeometrica daunia» si sviluppa, infatti, ininterrottamente, dai primi decenni del VII sec. a.C. sino alla fine del IV, attraverso tre principali fasi stilistico-cronologiche: Daunio I (700-550 a. C.); Daunio II (550-400 a. C.); Daunio III (400-300 a. C.).
Da poco Angela Quitadamo, residente a Manfredonia, ha spostato il suo laboratorio nei pressi degli ipogei Capparelli, incastonando nella storia di quel luogo le mille storie che sapientemente raccontano con le sue produzioni, risultato di varie tecniche apprese in un percorso personale e professionale sempre in continua evoluzione. È l’unica artista al mondo, ad esempio, a realizzare murales in vetro di ceramica. Anche la riproduzione delle stele daunie lascia di stucco per l’accuratezza e la passione che si evince dai dettagli ed un suo sogno è quello di realizzarne una opera molto grande da donare alla città. Restauratrice ed insegnante all’Accademia delle Belle Arti, per spiegare il suo talento Angela confessa di aver semplicemente aperto il suo cuore all’arte. Le sue mani prodigiose svelano un disegno quasi magico in cui sembra sia stata più l’arte a scegliere lei che viceversa, in attesa che il sogno di Angela si avveri e che Manfredonia possa godere di un’opera unica e grandiosa, e noi esprimiamo l’augurio è questa nostra artista possa continuare ad affermare il suo talento nel nostro territorio, in giro per il mondo, portando alto col suo nome anche quello della nostra città. Del resto le sue opere sono esposte in vari musei italiani ed europei, tra cui quelli di Capitanata e persino al British Museum di Londra.
Nella riproduzione artistica di Angela Quitadamo non ritroviamo solo la ceramica daunia, ma anche altri temi e tecniche come le stele daunie, diverse sculture micaeliche, oggetti di vetro con varie decorazioni pittoriche. Il nostro augurio che possiamo dare ad Angela Quitadamo è quello che finalmente le Istituzioni, locali e regionali, si accorgano dell’esistenza di una grande artista che ha dedicato la sua vita a far conoscere il ricco patrimonio storico-artistico della nostra terra, che nasconde ancora nelle sue viscere tanti tesori che andrebbero riportati alla luce e valorizzati. Ed è questo il messaggio di Angela Quitadamo, un messaggio di amore per la sua terra e per la sua storia ancora da scrivere e far conoscere.