lnota del gruppo consiliare movimento politico A MONTE – Monte Sant’Angelo.
"Durante la seduta di Consiglio Comunale “Question Time” del 30 gennaio scorso, richiesta dal Gruppo A Monte, è stata posta ancora una volta un’interrogazione per avere spiegazioni in merito ai lavori in Villa Comunale. Come si ricorderà, già nel luglio 2022 chiedemmo notizie, congiuntamente ad altre situazioni cittadine, perchè eravamo convinti che, se la situazione non fosse cambiata, quei lavori non avrebbero trovato mai fine. Oltretutto, spiegazioni richieste nell'otttobre 2022.
All’interrogazione l’Amministrazione ha risposto che, grazie all’attenzione che l’Opposizione ha messo su quell’intervento, il Comune ha deciso di revocare dall’incarico la Ditta vincitrice dell’appalto, prima arrivata nella gara, e che i lavori saranno affidati a breve alla ditta che si è posizionata seconda nella stessa gara.
Come chiaro, ogni volta che l’Opposizione e i cittadini hanno ritenuto di sollevare la questione non lo hanno fatto per polemica ma perchè era evidente che qualcosa, in quei lavori, non andava, come lo stesso Responsabile del procedimento ha inteso sottolineare in una dettagliata relazione inviata all’Amministrazione. Infatti, la ditta non solo non ha rispettato i tempi, ma ha proceduto, in un anno e mezzo circa, con un numero di operai troppo ridotto rispetto agli interventi da eseguire.
Nella replica all’intervento dell’Assessore ai lavori pubblici, il gruppo A Monte, dopo aver ricordato che avevamo ragione sui dubbi posti da noi e dai cittadini, ha invitato l’Amministrazione ad essere attenta quando vengono affidati lavori pubblici: tempi certi e qualità dei lavori e del materiale utilizzato sono obblighi da far rispettare".
L’anno 2022 è passato, con i suoi gravi e ripetuti problemi che stanno attraversando quasi tutte le regioni meridionali, con ripercussione sul piano dell’occupazione e, quindi, sul piano sociale ed economica della gente. Problemi di ordine sociale, tale da creare le premesse per una crisi generale che presto si ripercuoterà anche nel 2023, se non si prenderanno seri provvedimenti non solo a livello regionale, quanto a livello nazionale.
Una situazione che vede sempre di più le regioni meridionali prive di seri investimenti nel campo economico e culturale, che purtroppo colpiscono in maniera deleteria le singole città meridionali, a cominciare dalle grandi città come Foggia e anche le piccole città come Monte Sant’Angelo, quest’ultima priva di un serio Piano di sviluppo economico e di investimenti nei vari settori, che la città presenta, come il settore agricolo legato al patrimonio boschivo e forestale, lo viluppo del periurbano, lo sviluppo agro-turistico della Piana di Macchia, la messa a cultura della Valle di Carbonara, con possibili insediamenti agro-alimentari, senza poi parlare del recupero del Centro urbano, specie quello riguardante il Centro storico.
Una mancanza di visione del futuro, che purtroppo si fa sentire sul piano occupazionale e sui tanti giovani che sono costretti a lasciare il proprio paese per emigrare lontano, verso le regioni del Nord e, oggi, anche verso l’estero.
Non è possibile ormai più assistere all’inerzia e alla mancanza di prospettiva in un futuro di speranza e di attese, mentre la nostra classe politica si accontenta solo del riconoscimento UNESCO, senza che esso possa innestare e fare da propulsore per un serio sviluppo culturale ed economico della Città UNESCO.
Il turismo da solo non può risolvere l’emigrazione dei suoi abitanti verso Nord e l’abbandono progressivo del suo Centro storico, ormai diventato endemico e inarrestabile, a confronto di una popolazione che diminuisce sempre di più, tanto da passare da 25. 578 ab. del 1950 a poco più di 11.362 ab, nel 2022.
Un degrado sociale e ambientale che è sotto gli occhi di tutti, mentre le maestranze, da quelle industriali a quelle artigianali, sono scomparse, lasciando dietro di loro un vuoto esistenziale e una mancanza di prospettiva nel nostro futuro.
Né la cultura sta facendo un salto di qualità, in quanto il tutto si basa soprattutto sulle apparenze che non sulla sostanza delle attività svolte, tanto da creare seri problemi di sopravvivenza alle nostre Istituzioni culturali (Museo Etnografico, Biblioteca Comunale, Centro di Studi Micaelici e Garganici), prive di una seria programmazione di sviluppo. Per non parlare poi delle varie Associazioni e Centri sociali, che incidono poco nel tessuto sociale e culturale della Città.
Viviamo in una situazione senza idealità e senza una vera e propria visione del futuro, specie per quanto riguarda la nostra Città, senza parlare poi del nostro territorio, che è abbandonato a sé stesso, senza alcun ritorno sul piano economico e sociale.
Né oggi vi sono grandi Progetti da realizzare, come è avvenuto negli anni Settanta e Ottanta, allorquando la Città ha visto la realizzazione del Parco Nazionale del Gargano, dell’Ospedale Civile, della Comunità Montana del Gargano, del Piano Regolatore, del Centro Studi Garganici, con la sua Rivista Garganostudi, che ha determinato la venuta in Città dell’Università di Bari e quindi il riconoscimento del Santuario di San Michele quale Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Oggi questa visione del futuro e, quindi, del nostro sviluppo, manca, rispetto ad una Città, come Monte Sant’Angelo, che ha in sé grandi potenzialità, ma che purtroppo non vengono sfruttate né sul piano economico, né sul piano istituzionale, tanto da non coinvolgere in maniera continuativa, per il “bene comune”, le energie esistenti della comunità locale, fra cui la classe intellettuale, tanto da creare le premesse per un nuovo “rinascimento”, della nostra Città che, a ragion veduta, si fregia dell’appellativo di possedere ben due Siti UNESCO.
nota del Gruppo Consiliare "A MONTE" – Monte Sant’Angelo.
«Per voler bene ad un luogo, per sentirlo proprio, per sentirsi di quel luogo non per forza bisogna nascerci.
Il professor Giorgio Otranto, che a Monte non era nato, sentiva sua la nostra città. Il suo attaccamento a Monte è stato tale e tanto che, grazie al suo impegno e all’amore che nutriva per la bellezza culturale e storica della nostra comunità, insieme a tanti altri uomini di cultura, ha creato le condizioni perchè la Celeste Basilica di San Michele Arcangelo avesse il riconoscimento UNESCO.
Il 4 giugno 2010 il Consiglio Comunale gli tributava, a giusta ragione, la cittadinanza onoraria, perchè Giorgio Otranto era uno di noi, era un montanaro nell’anima e nel cuore.
Oggi Monte Sant’Angelo perde un figlio amato da tutti.
Grazie, professor Otranto, per l’amore che ha dato alla nostra Monte!»
Lutto nel mondo culturale e politico pugliese. È morto il prof Giorgio Otranto, classe 1940. Fu Consigliere comunale PPI a Bari fine anni novanta, ma soprattutto studioso di storia e culture della nostra amata Puglia. Molte sono le dimostrazioni di cordoglio verso il prof. Giorgio Otranto, in particolare da Monte Sant’Angelo, cui era cittadino onorario. Qui lo ricordano il prof. Giuseppe Piemontese, il dott. Donato Troiano, il sindaco Pierpaolo d’Arienzo.
Il prof. Giuseppe Piemontese lo ricorda così.
“La morte del prof. Giorgio Otranto, avvenuta il 5 Gennaio 2023, è una grande perdita per la Città di Monte Sant’Angelo e dell’Italia tutta, per il suo grande amore che ha profuso per la città micaelica, tanto da meritare a ragione la cittadinanza onoraria.
Un grande uomo e un grande studioso, le cui energie le ha profuso nella ricerca storica, ma soprattutto nella valorizzazione del nostro patrimonio storico-religioso, legato al nostro Santuario e al culto micaelico nel mondo, tanto da fondare, nel 1995, quale espressione dell’Università di Bari, un vero e proprio Centro di Studi Micaelici e Garganici, che ancora oggi esiste.
Anni di grandi scoperte, prima da parte, negli anni Cinquanta, di Mons. Nicola Quitadamo e poi quelli degli anni Settanta e Ottanta, da parte di Giorgio Otranto, in collaborazione con altri studiosi dell’Università di Bari e di Roma, fra cui Carlo Carletti e Cosimo D’Angela, che hanno messo in luce non solo le cripte altomedievali del Santuario di San Michele, ma soprattutto un grande ed importante corpus di iscrizioni latine e germaniche, che ha rivoluzionato la storia del santuario micaelico, ponendo in primo piano non solo lo studio delle strutture architettoniche del Santuario, ricollocando il tutto alle origini del culto micaelico (sec. V d.C.), ma analizzando in maniera approfondita le iscrizioni latine e germaniche, ricollegandole alle origini stesse del pellegrinaggio micaelico (secc. VI-VIII) sia in Occidente che in Oriente. Di tale attività di
ricerca e di studio è stato organizzato il Primo Convegno a Monte Sant’Angelo il 9-10 dicembre 1978, con il titolo: Il Santuario di San Michele sul Gargano dal VI al IX secolo. Contributo alla storia della Langobardia meridionale, a cura di Carlo Carletti e Giorgio Otranto (Atti, Edipuglia, Bari 1980). In questo Convegno sono stati affrontati i diversi aspetti archeologici (C. D’Angela), epigrafico-antiquari (C. Carletti, A. Quacquarelli, C. Colafemmina) e storico-artistici (G. Otranto, M. Salvatore, M. Cagiano de Azevedo), con analisi delle iscrizioni sotto il profilo antroponimico, linguistico e filologico.
Inoltre il Convegno, tramite la direzione del prof. Otranto, ha fatto conoscere, per la prima volta, la ricchissima e forse insospettabile documentazione archeologica ed epigrafica legata alla presenza dei Longobardi del Ducato beneventano nel santuario micaelico, sulle cui pareti sono state individuate, per la prima volta in Italia, iscrizioni runiche (M. G. Arcamone, C. A. Mastrelli). Da questo momento è iniziato un approfondito studio sulle fonti documentarie e letterarie delle origini storiche della leggenda garganica, con un’attenzione particolare al Liber de apparitione Sancti Michaelis, fatto oggetto di studio principalmente da parte del prof. Otranto, nonché sulla presenza longobarda in Italia meridionale, con specifico riferimento al pellegrinaggio micaelico. Studi e ricerche che poi hanno portato, nel 2011, al riconoscimento del Santuario di San Michele sul Gargano ad essere Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.
E tutto questo è merito soprattutto del Prof. Giorgio Otranto, che negli anni seguenti, dal 1980 fino ad oggi, ha continuato in maniera encomiabile, gli studi sul Santuario di San Michele in terra garganica e sulle sue fonti, attraverso Convegni, Seminari, Conferenze e Incontri Internazionali con altri studiosi italiani ed europei. Tutto questo ha portato, grazie agli studi e alle numerose attività culturali del prof. Otranto, in Italia e all’estero, ad inserire il culto di San Michele in ambito europeo, compreso la Città di Monte Sant’Angelo, tanto da accumunarla ad altri centri dal passato longobardo come Cividale del Friuli, Brescia, Castelseprio, Campello sul Clitunno, Spoleto, Benevento, diventati, nel 2011, per la presenza longobarda, luoghi e centri dichiarati Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Un traguardo di grande rilevanza storico-culturale, che premia non solo la nostra Città, gemellata con altri Centri micaelici, fra cui Mont Saint-Michel in Normandia e la Sacra di San Michele a Torino, ma tutto il Gargano, grazie agli studi e all’amore che il Prof. Giorgio Otranto, per diversi decenni, ha profuso per la nostra Storia e la nostra Cultura”.
Il dott. Donato Troiano lo ricorda così.
“Giorgio Otranto, un uomo di eccezionale cultura. Che triste notizia! Ci ha lasciato un uomo eccezionale, un docente universitario di straordinaria cultura, che ha amato Monte S. Angelo più di ognuno di noi. Dopo il professor Bronzini, che ha curato l'allestimento scientifico del Nuovo Museo Tancredi, la nostra Città perde un'altra perla della cultura italiana ed europea. Grazie a loro, negli ultimi decenni, il Nostro Comune ha stabilito un rapporto di proficua collaborazione con l'Università degli Studi di Bari.
Grazie al professor Otranto il Comune ha istituito il Centro Studi Micaelici. Grazie alla sua dedizione per la nostra Comunità e per il Nostro Santuario dell'Arcangelo Michele la nostra Città è stata proiettata con grande ammirazione sul palcoscenico degli Studi internazionali del Culto Micaelico. Grazie alla simbiosi tra lui, alcuni studiosi e ricercatori locali e gli amministratori comunali del passato sono state gettate le basi per il Riconoscimento del Nostro Santuario quale Patrimonio dell'Umanità.
Ci mancherà tanto! Mancherà soprattutto a chi spera in un futuro migliore per la nostra Comunità. Il modo migliore per onorare il suo impegno e l'amore per la nostra Città e per l'Arcangelo Michele sta nel proseguire la sua ammirevole e generosa missione umana e culturale.
Grazie di tutto, professor Otranto. Continua a stare al nostro fianco, indirizzando il nostro cuore e la nostra mente al Bene Comune”
Il sindaco Pierpaolo d’Arienzo lo ricorda così.
“Oggi ci ha lasciato il professor Giorgio Otranto: un grande uomo di cultura, uno stimato professore, e per noi, un amico della città.
Il nostro cittadino onorario che per 40 anni è stato un grande punto di riferimento per la storia e la cultura di questa città. Determinanti i suoi studi per la candidatura UNESCO.
Grande il suo impegno per la diffusione, valorizzazione e promozione del culto micaelico, di cui era il più grande conoscitore in Europa. Importante l’eredità che lascia a noi e alle generazioni future.
È stato un onore averti al nostro fianco per la realizzazione dei più importanti progetti culturali: dall’UNESCO al gemellaggio con Mont Saint-Michel, dai convegni alle pubblicazioni fino al festival Michael. Nelle prossime settimane ci attiveremo con la comunità politica e culturale per dedicargli il riconoscimento che merita.
Grazie Giorgio, Monte Sant’Angelo non ti dimenticherà mai”.
nota del Gruppo Consiliare "A MONTE" – Monte Sant’Angelo.
"Sig. Sindaco e sig. Presidente del Consiglio Comunale,
come certamente ricorderete, nel settembre scorso, il Gruppo Consiliare “A MONTE” chiese di porre attenzione sul servizio di 118 perchè era giunta notizia che lo stesso non fosse medicalizzato, cosa peraltro suffragata da atti scritti della Regione Puglia.
Dopo il nostro intervento giunse subito – lasciatecelo dire, anche in modo poco signorile – la smentita dell’Amministrazione Comunale: venne detto che “… da domenica scorsa sulla postazione del 118 di Monte Sant’Angelo è stata nuovamente garantita la presenza del medico a bordo e così sarà anche per il futuro.” e le nostre sollecitazioni vennero bollate con “… nonostante le tante informazioni distorte messe in giro artatamente.”.
Oggi, purtroppo, dobbiamo registrare che forse siamo stati profeti, cosa che certamente non avremmo voluto, e che non avevamo messo in giro artatamente informazioni distorte! Infatti, abbiamo appreso che nelle scorse ore, precisamente nella notte tra martedì 27 e mercoledì 28 dicembre 2022, i familiari di un nostro concittadino, colpito da grave malore, chiedendo l’intervento del servizio 118, si sono visti raggiungere presso la propria abitazione da un’ambulanza nella quale c’era solo l’autista soccorritore, cioè mancavano sia il medico sia l’infermiere; la situazione del nostro concittadino era così grave che avrebbe necessitato della presenza del medico.
Dopo questo ennesimo grave disservizio, dopo questo ultimo fatto, non possiamo far finta che nulla sia successo né si può sopportare altro: la salute è il bene più prezioso di ognuno e va tutelata, per tutti e in ogni momento, e non ha appartenenza politica!
Pertanto, dopo aver ricordato che il Sindaco è autorità sanitaria di una città e che, quindi, risponde non solo politicamente di ciò che accade e per ciò che non va, con la presente veniamo a chiedere all’Amministrazione Comunale di mettere in atto tutte le interlocuzioni istituzionali tra Comune, Regione e ASL perchè si superino in modo definitivo le gravi criticità sopra evidenziate. È giunto il momento di svestirsi della casacca politica e di chiedere agli Organi politici regionali di fare sul serio e di tenere in debita considerazione, e non solo con gli slogan o con gli annunci, la nostra città!"
nota dell’On. Giandiego Gatta e del consigliere regionale di Forza Italia Napoleone Cera.
“Oltre venti minuti di attesa per l’arrivo dell’ambulanza sprovvista, però, sia del medico che dell’infermiere a bordo: è successo questa notte a Monte Sant’Angelo, dove un signore è stato soccorso e trasportato all’ospedale di San Giovanni Rotondo per un delicato intervento chirurgico. La questione è grave e la domanda è: che fine ha fatto la medicalizzazione del 118 di Monte Sant’Angelo, tanto sbandierata dalla Giunta Emiliano? Che fine ha fatto il potenziamento della rete di emergenza-urgenza in Capitanata? L’ennesima cronaca di disservizio sanitario che si riverbera sui cittadini, l’ennesima narrazione di annunci e slogan da parte del centrosinistra che guida la Regione. È il momento che qualcuno se ne assuma le responsabilità e quel qualcuno è Emiliano con la sua maggioranza. È finita l’era delle promesse fasulle”.
Forse diverranno legna da ardere per camini pronti a riscaldare giornate invernali, per cuocere carne e pesce sulla griglia, per castagne da arrostire, per momenti di cordialità e convivialità tra parenti e amici, tutti quegli alberi di ulivo che verranno “traslocati” (circa 400) di qualche metro più in là durante i lavori per la “sistemazione e ampliamento della strada litoranea Manfredonia - Mattinata”, meglio conosciuta come litoranea di Macchia.
I lavori sono in corso e anche i regolari espropri dei terreni e perciò degli alberi di ulivo presenti da decenni, forse secoli, in quell’area.
Un intervento dovuto per conferire maggiore sicurezza alla viabilità stradale, condiviso dai vari proprietari terrieri e completo di tutte le autorizzazioni del caso. L’Albo Pretorio, anche online, del Comune di Monte Sant’Angelo lo attesta e certifica.
Tuttavia si sono già presentati i primi problemi. Alcuni di quegli alberi sono stati già spiantati e ripiantati lungo i muretti di cinta della litoranea allargata, nei rispettivi campi di appartenenza, come previsto nel progetto. Quello che pare non vi sia traccia nel progetto è la cura degli ulivi. Il condizionale è d’obbligo giacché nella lettura dei vari documenti non v’è traccia della cura dopo il trapianto. Se così non fosse saremo ben lieti di darne smentita, con i documenti forniti dal Comune stesso. Siamo qui.
Infatti, non basta solo ripiantarli, bensì, quanto detto da esperti agronomi, hanno bisogno di continua acqua e sistemazione del terreno circostante, oltre alla cura dei germogli.
E qui nasce il problema sollevato da Giovanni Ciliberti, oggi imprenditore agricolo a Macchia di Monte Sant’Angelo, con uliveti e vigneti, già medico e direttore emerito U.O. Malattie Apparato Respiratorio Policlinico OO.RR. Foggia e già amministratore di Monte Sant’Angelo, che ha documentato con fotografie lo stato di abbandono degli alberi già trapiantati, alberi secchi, senza vita perciò alberi morti, alberi per legna da ardere, appunto.
Eppure il sindaco di Monte è un agronomo, iscritto all’albo dei dottori agronomi e dottori forestali della provincia di Foggia, sezione “A” senior”, e certi interventi dovrebbe conoscerli. Lui ben sa che in quell’area vivono ulivi secolari e per dipiù protetti da leggi ferree, che gli ambientalisti giustamente hanno voluto inserire nell’ordinamento giuridico italiano. E qui nasce un altro problema, più etico e soprattutto di rispetto normativo che gli ambientalisti dovrebbero sollevare e far rispettare.
A tal uopo ci chiediamo e chiediamo a chi "lotta" per un ambiente, una natura, un verde migliore e protetto, ma Legambiente che da quelle parti è parte dell'humus territoriale, che dice? E soprattutto cosa fa?
Ovviamente l’appello è rivolto al sindaco Pierpaolo d’Arienzo (nel silenzio tombale e confinale di Legambiente) affinché provveda a far vivere quegli ulivi, trattandoli secondo le dinamiche previste e non solo assicurando il semplice trapianto.
È Natale ma a Macchia si sta consumando una prece ambientale, che i media locali sicuramente punteranno l’occhio.
Nel frattempo Giovanni Ciliberti s’interroga: «A Natale dobbiamo essere tutti più buoni, anche quando il lupo perde il pelo ma non il vizio?» Ma va oltre “denunciando” l’obbrobrio ambientale in essere: «Erano 20 alberi rigogliosi e forti ed ora sono morti, eppure gli avevano promesso un trasloco indolore in un luogo migliore perché appartengono ad una specie protetta dalle normative regionali e statali (centro raccolta rifiuti nei pressi della rotatoria per Monte a Macchia)», riferendosi ai suoi alberi trapiantati, poi rinsecchiti e infine morti.
«Tanti auguri di buon Natale a tutti gli amministratori comunali di Monte che si sono prodigati per realizzare tutto ciò -prosegue Ciliberti-. Questa sarà la medesima fine dei circa 400 ulivi che verranno sacrificati per l'allargamento di 3 km della litoranea di Macchia? Si dice che il rispetto dell'ambiente sia una caratteristica prevalente della sinistra, meno male! Fino ad oggi ne ho contato 266 di ulivi capitozzati e che verranno trapiantati a pochi metri dall'espianto dove passeranno a miglior vita perché nessuno provvederà a somministrare l'acqua necessaria per il loro attecchimento».
a cura del dott. Giovanni Ciliberti, oggi imprenditore agricolo a Macchia di Monte Sant’Angelo, già medico e direttore emerito U.O. Malattie Apparato Respiratorio Policlinico OO.RR. Foggia e già amministratore di Monte Sant’Angelo.
«Per l'Italia la campagna olearia 2022/2023 è stata la peggiore degli ultimi 20 anni: meno il 37-40% di olio con una produzione di circa 170.000 tonnellate.
Questa, assieme agli elevati costi dei carburanti, dei concimi, dell'energia elettrica per l'irrigazione, del costo della molitura (+30%) e di quanto altro occorre alla coltura degli ulivi e al confezionamento, è la causa degli elevati incrementi del prezzo dell'olio all'ingrosso che è di oltre il 30% rispetto agli anni scorsi.
Si è prodotto di meno per la grave siccità, per il caldo intenso e per la presenza massiva della mosca olearia mai vista a memoria d'uomo ed anche per la riduzione degli interventi colturali.
Anche la qualità è risultata scadente perché le olive sono cresciute poco, per la prevalenza del nocciolo sulla polpa e per i danni subiti dagli attacchi della mosca e dalle elevate temperature che non sempre hanno permesso un'estrazione a freddo, cioè a temperatura inferiore a 27 gradi.
Sembrerebbe una débâcle generalizzata ed invece per alcune aziende olivicole (5-7% dei terreni coltivati ad ulivi) che operano nella piana di Macchia, questa è stata una stagione assai impegnativa ma anche da incorniciare sia per l'ottima qualità dell'olio che per la quantità (incremento della produzione dal 50 al 100%).
La mia azienda è tra queste e domani con i miei operai e le loro famiglie andiamo a festeggiare da Nicola al ristorante “Al Primo Piano” di Foggia che da oltre 10 anni utilizza grandi quantità del mio olio extravergine di oliva.
Essere in questo ristretto gruppo di aziende non è la conseguenza di un colpo di fortuna! Dire di più potrebbe essere mal interpretato.
Sono sicuro che gli uliveti potrebbero ritornare ad essere fonte di reddito anche per chi non lavora direttamente la terra.
Dal prossimo anno la mia attività si avvarrà dell'ausilio di una stazione meteorologica con collegamento satellitare che tramite algoritmi sarà in grado di fornirmi dati interessanti tra cui lo stato vegetativo degli ulivi (e quindi quando, dove e quantità di acqua da irrigare), la previsione degli attacchi della mosca (con 3-5 giorni di anticipo) e tanto altro.
Il settore avrebbe bisogno di avere accanto un'amministrazione comunale convinta del ruolo imponente che Macchia potrebbe avere nell'economia reale della città, purtroppo questo sogno rimarrà irrealizzabile per chissà quanti altri anni ancora.
Ed allora, perché ho voluto pubblicare tutto ciò?
Per dire che le amministrazioni di Monte non sono in grado di valutare l'immenso tesoro che rappresenta Macchia?
Per evidenziare un settore in profonda crisi?
Per esaltare i pochi che sono riusciti a trovare utili dove la maggior parte registra solo perdite?
Per piangersi addosso?
Per affermare la morte dell'olivicoltura?
Per altre mille ragioni che ognuno ritiene valide, senza aver mai analizzato il fenomeno?
Per nessuno o forse per un po' di ognuno di questi quesiti.
Preciso che sei anni fa ho organizzato un corso sulla potatura a “vaso policonico” che ha avuto grande partecipazione di potatori ma senza che uno solo si convincesse, solo io ho potato 6 ettari con quel sistema incrementando la produzione.
Il settore ha bisogno di una condotta di acqua per irrigare. Chi ha l'acqua produce molto e tutti gli anni.
Macchia ha bisogno di giovani istruiti e formati per coltivare gli ulivi con criteri razionali e moderni e non di anziani pensionati come me che non potranno mai lasciare un segno di quello che fanno perché il tempo a loro disposizione è limitato.
Macchia ha bisogno dell'aiuto della mano pubblica perché la proprietà è estremamente frammentata e le maestranze lavorano secondo gli insegnamenti dei loro genitori che a loro volta di sono formati utilizzando il mestiere dei propri padri.
Questa è la realtà delle cose e del mio pensiero».
nota a cura del Movimento politico “A Monte” - Monte Sant’Angelo.
"L’8 dicembre a Monte Sant’Angelo e l’8 dicembre nelle altre città. Ancora una volta, Monte è la Cenerentola della Puglia: è veramente doloroso vedere così la nostra Monte!
La mancanza di una reale visione di rilancio della città porta a questi risultati, documentati dalle foto qui allegate: non siamo più attrattivi, non solo per la gente delle cittadine limitrofe ma anche per gli stessi montanari!
Una città sempre più in declino: popolazione residente che, secondo i dati ISTAT, diminuisce ogni mese; attività commerciali che chiudono; case sempre più vuote.
Eppure, in questi primi mesi di lavoro del nuovo Consiglio Comunale, in cui siamo presenti non solo come Opposizione ma come Minoranza, non abbiamo fatto mancare, anche in vista del Natale, il nostro contributo di idee, di suggerimenti e di indicazioni, il cui unico fine è solo quello di far rivivere la nostra città, ma più volte, proprio nell’ambito del Turismo e della Cultura, ci ritroviamo a fare i conti con una esemplificazione e con un approccio superficiale, quasi come se dall’Amministrazione abbiano timore che le nostre idee siano più valide rispetto a quelle di chi dovrebbe governare il settore della cultura e del turismo.
Facciamo appello alla Maggioranza perchè Monte merita di vivere!
Nonostante la narrazione dominante, questi sono i dati oggettivi".