nota degli Attivisti di Monte Sant'Angelo appartenenti al MoVimento 5 Stelle. «Il comune continua ad ignorare i lavoratori con contratto di Collaborazione Coordinata e Continuativa - "Co.Co.Co."».
Lunedì 20 novembre Monte Sant’Angelo celebra la Giornata dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza con diversi appuntamenti.
Insieme ad UNICEF e ANCI (Associazione comuni italiani) ha aderito a “Go blue” e il Battistero di San Giovanni in Tumba (detto “Tomba di Rotari”) sarà illuminato di blu - “per ricordare con un gesto simbolico che per ogni bambino, bambina e adolescente ogni diritto deve essere garantito e attuato”.
Alle ore 9.30, nell’Auditorium Principe, andrà in scena lo spettacolo teatrale "L'Alloggio segreto" di Claudia Cantone dedicato alle scuole primarie.
Alle ore 18.30, sempre nell’Auditorium Principe, la Festa dei Nuovi Nati con la consegna delle pigotte dell'UNICEF (realizzate dal Centro sociale per anziani) con la partecipazione del Comitato provinciale UNICEF e l'Associazione Teniamoci per Mano - Distretto inoltre, sarà consegnata la Carta dei Diritti alle classi della scuola dell’infanzia degli Istituti comprensivi insieme alle volontarie dell'UDI Gargano e dell'Associazione Teniamoci per Mano Onlus - Distretto Gargano.
"All'infanzia dedichiamo importanti politiche ed iniziative perchè i bambini rappresentano il futuro della comunità e a loro guardiamo con attenzione al fine di creare una città sempre più a misura di bambino. Diverse le iniziative in programma ed in particolare un ponte tra passato e futuro, con le donne del Centro sociale per anziani che hanno realizzato delle bigotte da donare ai nuovi nati, dono simbolico di grande valore per una comunità sempre più inclusiva e coesa” - dichiara l’Assessore al Welfare, Lea Basta.
Ogni anno, il 20 novembre, l'UNICEF celebra il World's Children Day, una giornata di azione globale, fatta dai bambini per i bambini, per diffondere consapevolezza sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.
Il 20 novembre del 1989 venne infatti approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, il trattato sui diritti umani maggiormente ratificato al mondo, con 196 Stati Parte. “Nonostante le buone intenzioni, troppi bambini oggi vedono negati i loro diritti”.
Quest’anno è idealmente dedicata al diritto alla pace: “In questo momento estremamente difficile per la sopravvivenza e il benessere di molti a causa dei conflitti, l’UNICEF intende ricordare l’importanza dell'Art.38 della Convenzione: ogni bambino ha diritto a essere protetto dalla guerra. Un diritto che, se non garantito, vede negati tutti gli altri: il diritto a nutrirsi, crescere, prosperare, vivere”.
Anni anzi dopo decenni di promesse, di attese, di interventi e poi di cantieri sulla carta, la piana di Macchia di Monte Sant'Angelo verrà ulteriormente alimentata da una rete idrica ad acqua corrente.
No, non siamo nel profondo sud del fu BelPaese, che un tempo soffriva di sete dove l'arsura, che insiste ancora, fa da collante con le locali organizzazioni. Siamo nel Mezzogiorno d'Italia dove l'acqua abbonda, perfino da sorgenti che riversano l’oro blu nel mare, ma non viene raccolta e ben distribuita, non ben fornita alle popolazioni, che da quelle parti sopravvivono con ciò che la terra riesce a produrre, con gli animali che “chiedono” foraggi freschi, con quel pezzo di terra, spesso paradisiaca, abbandonata alle solite promesse burocratiche di vittorie elettorali, piuttosto che valorizzate per la loro naturale vocazione.
Insomma, dal palazzo comunale di Monte Sant'Angelo annunciano l'approvazione del progetto di rifunzionalizzazione ed estendimento della rete idrica a Macchia. A Macchia probabilmente avranno esultato «Tempus erat! Bibimus aquam». Ora manca all'appello quella di Ruggiano, anch'essa assetata.
L'annuncio, con un post pubblicato su Facebook, come se la stampa giornalistica fosse diventata secondaria e subordinatamente soggetta a scelte "squisitamente" social, dimenticando che le istituzionali email inviate ai giornali, è di Pierpaolo d'Arienzo, sindaco di Monte Sant'Angelo, segretario provinciale del PD Foggia, coordinatore di Avviso Pubblico Puglia. Un progetto inserito in un finanziamento da ben 5,5 milioni di euro dell’Autorità idrica pugliese, che fa da spalla a quelli già cantierizzati per l’intera area che da vocazione ambientale, naturalistica, agropastorale, anche turistica per una bellissima e caratteristica costa, sta mutando in industriale contro il voler delle popolazioni locali.
Pierpaolo d’Arienzo: «Anni di incontri, di valutazioni, di sopralluoghi, di verifiche; decine di atti, di pareri; tante, ma tante, autorizzazioni; una molteplicità di bozze progettuali, modificate integrate e riformulate.
E ancora… sedute di conferenze dei servizi, valutazioni di interferenze, integrazioni con altre progettualità in corso di realizzazione, approvate o pianificate.
Tutto in poco più di 4 anni.
Questo è il lavoro che c’è dietro un grande progetto infrastrutturale.
E nel frattempo, imprese turistiche in difficoltà, cittadini arrabbiati per l’assenza di acqua nelle proprie abitazioni, servizi sostitutivi, decine di denunce per furto alla Procura della Repubblica.
Non è semplice spiegare quanto sia difficile portare avanti una progettualità così complessa e, ancor più, renderla realizzabile.
Per questo, è con immensa soddisfazione che annuncio l’approvazione del progetto di rifunzionalizzazione ed estendimento della rete idrica a servizio della Piana di Macchia, marina di Monte Sant’Angelo.
Un progetto importante, grande.
Un finanziamento da 5 milioni e mezzo di euro dell’Autorità idrica pugliese, che prevede la sostituzione integrale delle condotte con rifacimento dei relativi allacci di utenza, l’estendimento mediante la posa in opera di nuove condotte, al fine di allacciare tutte le utenze, quelle esistenti e quelle nel frattempo insediatesi nell’area.
La rete verrà alimentata dal serbatoio ubicato in località “Madonna della Libera”, oggetto di intervento di ristrutturazione da parte di Acquedotto Pugliese e da un serbatoio di nuova realizzazione, alimentato per mezzo di una nuova condotta derivata dal tronco terminale della rete a servizio della località “Madonna delle Grazie”.
Macchia, quel meraviglioso territorio, soffre di questo grande gap infrastrutturale e noi da 6 anni lavoriamo incessantemente e quotidianamente per tentare di eliminarlo.
Vi assicuro, non è facile.
Lo diciamo da tempo e lo confermiamo: siamo convinti che Macchia potrà avere un serio piano strategico di sviluppo solo se prima la dotiamo di infrastrutture fondamentali e prioritarie che mancano da sempre.
Esattamente come le altre grandi infrastrutture sulle quali siamo già intervenuti: sono ormai in corso i lavori per la realizzazione del depuratore, con la posa delle nuove condotte principali, a cui seguirà la rifuzionalizzazione dell’intera rete fognaria esistente e mai andata in funzione; l’allargamento della litoranea; il Centro di raccolta rifiuti; l’inserimento nelle Zone Economiche Speciali (ZES). Nel frattempo abbiamo candidato il progetto per il rifacimento di Via Madonna delle Grazie con gli attraversamenti rialzati per la messa in sicurezza della strada, via del Banchiere (pettine di collegamento con la litoranea) e già realizzato la riqualificazione del manto stradale e della pubblica illuminazione in alcune vie.
Grazie alla Regione Puglia e al suo vicepresidente Raffaele Piemontese, ad AQP e all’Autorità Idrica Pugliese perché ci stanno aiutando a creare le basi per un importante sviluppo economico di quell’area.
E grazie, soprattutto, ai cittadini di Macchia, per l’enorme pazienza che hanno avuto in tutti questi anni.
Grazie anche a chi, con critiche costruttive e segnalazioni di ogni genere, ci sollecita a fare sempre meglio e ad impegnarci di più.
Noi ce la stiamo mettendo tutta, sperando di non deludervi!»
Dalla Regione Puglia: "Un nuovo imponente intervento dopo l’avvio del cantiere di pochi giorni fa nella Piana di Mattinata".
a cura dell’Associazione politico-culturale “Armonia” di Monte Sant’Angelo.
Comunicato stampa pervenuto presso la nostra redazione.
Nota - Questo comunicato stampa è stato pubblicato integralmente come contributo esterno del mittente. Pertanto questo contenuto non è un articolo prodotto dalla redazione. È divulgato come Diritto di Cronaca sancito nell’art. 21 della Costituzione della Repubblica Italiana, in quanto libera manifestazione del pensiero [ndr.].
«Il 4 e il 5 maggio scorsi si è svolto a Monte Sant’Angelo in provincia di Foggia il Convegno sulle mafie, organizzato dalla Associazione dei Comuni “AVVISO PUBBLICO”.
Non vi hanno partecipato il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, il Procuratore Capo e il Prefetto di Foggia, diversamente da quanto era stato annunciato.
Quasi inesistente è stata la partecipazione dei cittadini e del mondo delle Associazioni a questa iniziativa inserita, stranamente, nel “Michael Festival”.
Signor Presidente di “AVVISO PUBBLICO”,
gran parte dei cittadini della Città dell’arcangelo Michele Le chiede scusa, se il 4 maggio è stato posto di fronte agli alunni della scuola media inferiore e non agli studenti degli Istituti Superiori con i quali avrebbe potuto dialogare.
Le chiede scusa, se in quella condizione ha dovuto ricorrere a una lezione frontale a ragazzi di dodici-tredici anni, annoiati e disinteressati, e non a una lezione partecipata, possibile soprattutto con gli studenti degli Istituti Superiori.
Le chiede scusa, se il 5 maggio ha dovuto esprimere il suo pensiero soprattutto ai componenti dell’Associazione dei Comuni che Lei presiede, in quanto non c’erano neanche i Consiglieri comunali di maggioranza della nostra Città e le autorità scolastiche. Purtroppo, vi erano 5 o 6 cittadini e il rappresentante di una sola Associazione culturale delle più di 30 operanti in Monte S. Angelo.
Signor Presidente,
Lei avrà, perciò, percepito una certa indifferenza della popolazione montanara verso i valori della legalità e del contrasto alle mafie e al familismo istituzionale.
Le assicuriamo che non è così. Questa Comunità, nel passato, è stata sempre caratterizzata da una straordinaria vivacità culturale e dal valore del bene comune.
La verità è che da alcuni anni c’è “un’aria” particolare, ma non nuova. C’è un “potere” arroccato nel Palazzo, che utilizza i ragazzini delle scuole medie inferiori per “riempire” le sale. Molti diritti sono trasfigurati in favori. Chi amministra non ricerca e stimola la partecipazione, anzi la ostacola e determina le condizioni politiche e sociali per indurre al silenzio i cittadini.
Signor Presidente,
abbiamo molto apprezzato i Suoi interventi e il Suo impegno. Siamo certi che, dopo questa nostra modesta riflessione, approfondirà la Sua conoscenza della attuale, vera realtà di questa Comunità e della sua Amministrazione comunale attraverso gli strumenti che riterrà più opportuni.
La ringraziamo per essere stato tra noi e per aver apprezzato la bellezza della nostra Città e del nostro territorio».
Sulla vicenda SEASIF, che in questi giorni sta tenendo banco sule maggiori testate giornalistiche locali, sui social e nelle sedi istituzionali dei comuni interessati, e dopo varie comunicazioni di forze politiche, non solo di Monte Sant’Angelo, con una nota stampa interviene il primo cittadino del centro garganico, neo segretario provinciale del PD di Capitanata, Pierpaolo d’Arienzo.
Nel frattempo si attendono i lavori del Consiglio comunale monotematico sulla questione e l’assemblea pubblica prevista per il giorno di venerdì 3 marzo 2023, alle ore 16:30, nella Sala Conferenze dell’ex Convento delle “Clarisse”.
“L’Area industriale di Monte Sant’Angelo è tornata alla ribalta della cronaca politica negli ultimi giorni per il caso Seasif. Noi siamo abituati a sederci ai tavoli istituzionali, ad ascoltare, poi a leggere i documenti e solo dopo a fare le dovute valutazioni.
Ad oggi non c’è un progetto dettagliato ma solo un elaborato descrittivo di presentazione e alcune planimetrie di massima, quindi si sta discutendo sul nulla. È bene specificare, inoltre, che attualmente non esiste alcuna autorizzazione rilasciata dal nostro Comune.
Anzi, alcuni pensano già di sapere tutto e avere ogni risposta: buon per loro! Ma fate una cortesia al territorio intero: non create allarmismi e fake news! Le nostre comunità hanno sofferto tanto e nessuno pensa di svendere – come qualcuno ha fatto in passato – l’ambiente o la salute dei cittadini.
A noi amministratori spetta il controllo e la vigilanza che quotidianamente attuiamo con rigore e massima attenzione. Il nostro atteggiamento vale per tutti gli investitori che si sono avvicinati alla nostra Area industriale e non sono pochi. Sarà così anche per Seasif.
Usiamo lo stesso criterio per tutti.
Attendiamo il progetto dettagliato perché c’è bisogno di comprendere, di valutare, di approfondire, e lo faremo insieme agli attori istituzionali coinvolti e alle popolazioni locali, con la consapevolezza che quell’area, una delle più infrastrutturate del Sud, può rimettersi in moto e creare occupazione, sviluppo, economia per l’intero territorio.
Perché di una cosa dobbiamo essere certi: che il lavoro, che significa dignità e benessere, deve necessariamente coesistere con ambiente e salute”.
In una nota pervenuta in redazione dal Consigliere comunale indipendente di opposizione del comune di Monte Sant’Angelo, Matteo Notarangelo, si rende noto che è stata chiesta formalmente un’assemblea pubblica per discutere sul progetto SEASIF, previsto nell’area industriale della Piana di Macchia.
È notizia recentissima che il Presidente ha convocato il Consiglio Comunale, Michele Ciuffreda, alle ore16.30 di venerdì 3 marzo 2023, ha convocato un Consiglio comunale monotematico sulla questione, chiesto espressamente dal Gruppo consiliare di opposizione "A Monte", congiuntamente ad altre forze politiche esterne all'assise.
Di seguito il testo della richiesta dell’assemblea pubblica.
Al Sindaco
del Comune di Monte Sant’Angelo
F O G G I A
Al Presidente
del Consiglio comunale di Monte Sant’Angelo
F O G G IA
Oggetto: richiesta Sala Conferenze dell’ex Convento delle “Clarisse” per assemblea pubblica, dell’artt. 3 e 4, commi 5 e 6 del Regolamento comunale degli Istituti di Partecipazione.
Il sottoscritto Notarangelo Matteo, nella sua qualità di Consigliere comunale facente parte del Gruppo “A MONTE”, indipendente, ai sensi e per gli effetti dell’artt. 3 e 4, commi 5 e 6 del Regolamento comunale degli Istituti di Partecipazione,
CHIEDE
alle SS. LL., ai fini dell’espletamento del proprio mandato, la concessione della Sala delle Conferenze dell’ex Convento delle “Clarisse” per sabato 04 marzo 2023, dalle ore 18.00 alle ore 21.30, per tenere un’ASSEMBLEA PUBBLICA, ai sensi e per gli effetti dell’art. 4 commi 5 e 6 del Regolamento comunale degli Istituti di Partecipazione. Si specifica che l’ASSEMBLEA PUBBLICA ha lo scopo di conoscere il giudizio della popolazione sul “Progetto SEASIF Manfredonia e Monte Sant’Angelo”.
Durante la serata, i lavori assembleare si svolgeranno nel modo seguente:
INTRODUCE: Matteo NOTARANGELO, consigliere comunale indipendente
RELAZIONA: Donato TROIANO, già sindaco del Comune di Monte Sant’Angelo.
Onde evitare disguidi e disorganizzazione di varia natura, si invitano le SS. LL. a provvedere all’apertura dei locali alle ore 17, 30 e a garantirne la presenza di un dipendente del Comune di Monte Sant’Angelo.
Distinti saluti.
Monte S. Angelo, 25-02-2023
Il consigliere comunale
Matteo Notarangelo
A cura di Matteo Pio Impagnatiello, membro Comitato Scientifico Unidolomiti, e Matteo Notarangelo, sociologo, consigliere comunale di opposizione del movimento politico “A Monte”.
«A Monte Sant’Angelo manca l’Ufficio Relazioni con il Pubblico (U.R.P). Non è ma esistito. Perché l’Ente montanaro non si è mai dotato di questo importante Ufficio? Eppure è la normativa nazionale che lo prescrive, ben ventinove anni fa. La sua figura è contenuta nel decreto legislativo 3 febbraio 1993 numero 29. L’anno seguente, nel 1994, fu emanata una Direttiva sui principi per l’istituzione ed il funzionamento degli Uffici per le Relazioni con il Pubblico. Al punto II di quest’ultima, tra le finalità, è riportato : “L'attività degli uffici è finalizzata a: dare attuazione al principio della trasparenza dell'attività amministrativa, al diritto di accesso alla documentazione e ad una corretta informazione; rilevare sistematicamente i bisogni ed il livello di soddisfazione dell'utenza per i servizi erogati e collaborare per adeguare conseguentemente i fattori che ne determinano la qualità; proporre adeguamenti e correttivi per favorire l'ammodernamento delle strutture, la semplificazione dei linguaggi e l'aggiornamento delle modalità con cui le amministrazioni si propongono all'utenza”. Tali uffici devono rappresentare il luogo d’incontro fra l’utenza (i cittadini) e le strutture pubbliche, che emanano provvedimenti amministrativi e/o erogano servizi. L’Ufficio Relazioni con il Pubblico dovrebbe essere anche a Monte Sant’Angelo, così come già accade da tempo nel restante territorio italiano, il punto di contatto dell’Ente con cittadini, imprese, associazioni, enti pubblici e privati.
Nel 2000 è intervenuta la legge numero 150 del 7 giugno che, nel disciplinare le attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni, rende obbligatorio l’istituzione dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico. Lo fa- come indicato dall’articolo 8 della succitata legge- per “garantire l’esercizio dei diritti di informazione, di accesso e di partecipazione di cui alla legge 7 agosto 1990 numero 241 (nota anche come legge sulla trasparenza amministrativa); ecc…”.
Il rapporto tra i cittadini e l’amministrazione pubblica viene rinnovato secondo una interazione non più di carattere autoritativo, ma paritario e collaborativo. A Monte Sant’Angelo le riforme restano pura utopia. La metafora utilizzata da Filippo Turati alla Camera dei deputati nel lontano 1908, secondo cui la Pubblica Amministrazione deve diventare una “Casa di Vetro”, nel piccolo centro garganico non ha ancora avuto riscontri nella realtà. Allora, il deputato dichiarò alla Camera: “Dove un superiore pubblico interesse non imponga un momentaneo segreto, la casa dell’amministrazione dovrebbe essere di vetro”.
Eppure la tendenza a rendere sempre più trasparente l’operato della Pubblica Amministrazione si è accresciuta progressivamente già a partire dal dopoguerra, con una serie di provvedimenti normativi, culminati con le leggi sull’accesso ai documenti amministrativi oltre che sugli obblighi, per tutte le amministrazioni pubbliche, di pubblicazione online di una grande varietà di informazioni.
Nei primi anni novanta la trasformazione e modernizzazione delle pubbliche amministrazioni sono state dettate dal bisogno di “migliorare la soddisfazione dei cittadini e delle imprese per i servizi offerti dalle amministrazioni pubbliche”. E’ la ratio della Direttiva della Presidenza del Consiglio dei Ministri- Dipartimento della Funzione Pubblica del 24 marzo 2004, avente come oggetto la “Rilevazione della qualità percepita dai cittadini”.
Per essere più chiari, la Direttiva si pone l’obiettivo di promuovere, diffondere e sviluppare metodi di rilevazione della qualità percepita dai cittadini, metodi basati sull’ascolto e sulla partecipazione e “finalizzati a progettare sistemi di erogazione dei servizi tarati sui bisogni effettivi dei cittadini, utilizzando al meglio le risorse disponibili”. Tale Direttiva si riallaccia alla legge 7 giugno 2000 numero 150 che, all’articolo 8 comma 2 prevede che l’Ufficio Relazioni con il Pubblico ha il precipuo scopo di attuare, attraverso l’ascolto dei cittadini e la comunicazione interna, i processi di verifica della qualità dei servizi e di gradimento degli stessi da parte degli utenti.
Negli interventi di rilevazione della qualità percepita, sia la comunicazione interna sia quella esterna hanno un ruolo importante. Per quel che ci interessa in questa sede, la comunicazione esterna è importante, poiché “favorisce la partecipazione attiva dei cittadini all'intervento e rafforza la credibilità dell'amministrazione, conferendo trasparenza ai dati raccolti, rendendo visibile l'organizzazione dei servizi e mostrando come le azioni correttive abbiano inciso sulla loro qualità”.
La Direttiva prevede la continuità delle rilevazioni: ciò consente di comprendere il cambiamento dei bisogni e delle attese dei cittadini e di tenere monitorata la capacità dell’amministrazione di adeguarsi ai cambiamenti. Inoltre, “la continuità di rilevazione fornisce all'amministrazione anche la possibilità di capire in quale misura le azioni correttive adottate si sono tradotte in risultati effettivi e percepiti positivamente dai cittadini”.
La comunità di Monte Sant’Angelo, al contrario, ha assistito passivamente alle scelte delle giunte che si succedevano al comando della città. Il Muro di Berlino, ancora oggi, non è caduto».
Non sono trascorse nemmeno 24 ore che l’Ordinanza n° 46 dell’8/07/2022, “ORDINANZA SINDACALE IN MATERIA DI SICUREZZA PUBBLICA, IGIENE E TUTELA DEL PATRIMONIO PUBBLICO, DELLA QUIETE E RIPOSO DEI RESIDENTI DEL CENTRO STORICO”, del IV SETTORE SICUREZZA, VIABILITA' E SUAP, del comune di Monte Sant’Angelo, a firma del sindaco Pierpaolo d’Arienzo, sta facendo discutere l’intera popolazione, anche tra chi ha voluto nuovamente questa Amministrazione comunale. Eccone uno stralcio; l’intera Ordinanza è reperibile al seguente link: https://bit.ly/3uw0D9O.
- non somministrare bevande in contenitori di vetro dalle ore 21 alle ore alle ore 7;
- divieto di stazionare e intrattenersi nelle aree non di pertinenze dei pubblici esercizi site in piazza De Galganis, Mario di Leo, via Bartolomeo Gambadoro, via Teatro Comunale, vico del Barone, piazza Giovanna I, piazza San Francesco, via Roberto il Guiscardo e zona Castello, e zone periferiche quali via Carducci e via Skanderberg per consumare su suolo pubblico alimenti e bevande ascoltare musica con apparecchiature portatili, arrecare disturbo alla quiete e al riposo dei residenti con urla e schiamazzi nonchè abbandonare rifiuti;
- divieto di diffusione della musica percepibile all’esterno dopo le ore 24.00, eccetto eventi preventivamente comunicati ed autorizzati;
- chiusura dei pubblici esercizi di somministrazione di alimenti e bevande e degli esercizi di vicinato alle ore 1.30 nei mesi di luglio e settembre 2022 e alle ore 2.00 nel mese di agosto 2022 nelle aree site in piazza De Galganis, via Bartolomeo Gambadoro, via Teatro Comunale, piazza Giovanna I, piazza San Francesco, via Roberto il Guiscardo e zona Castello.
Mugugni, dissapori, distanze, sono solo un decimo dei sentimenti evidenziati nei vari post scritti su facebook in merito a ciò che è scritto nell’Ordinanza. Sentimenti che fanno rima con altre decisioni intraprese da quando si è insediata, nuovamente, l'attuale amministrazione comunale, che ha inevaso richieste e attenzioni su parti storiche cittadine -gli archi rinvenuti sui muri di cinta dell'ex convento dei Cappuccini in villa comunale-, i lavori a rilento nella stessa villa, la non messa in sicurezza di un muro sulla SP55 Macchia-Monte, l'attesa di nomina del Consiglio della frazione di Macchia, la pulizia del fossato del Castello e quelle di varie vie cittadine, la sofferta elezione del Presidente del Consiglio comunale, etc...
Innanzitutto c’è un dato che emerge, la presentazione dell’Ordinanza, esibita con presuntuosa autorevolezza che un Primo Cittadino deve avere in altre occasioni, non vietando qualcosa che già la legge norma e che va fatta rispettare dagli organi preposti, nel caso la Polizia Locale. Si ricordi che l'incapacità di far rispettare leggi vigenti si manifesta quando per nasconderla si emanano ordinanze, editti, dpcm, decreti. È un dato di fatto che la cittadinanza chieda decoro urbano, tutela del diritto alla salute e al riposo in determinate ore, come lo è l’infelice affermazione che “gli avventori, invece, chiedono di poter vivere gli spazi”. Ovvio è che per d’Arienzo non sia stato facile firmare e emanare questa Ordinanza, che avrebbe il compito di garantire sicurezza e tranquillità urbana. Tuttavia, ed è ribadito, in Italia ci sono leggi dello Stato che normano tali situazioni, che obbligano Forze dell’ordine nel merito a far rispettare le leggi vigenti, che vincolano, perciò, il sindaco a far rispettare l’ausilio della propria, ovviamente comunale, polizia, senza forzare la mano con "ordini" che rasentano la libertà di vivibilità e opprimono la libera volontà di aggregazione anche dinanzi a locali pubblici su suolo pubblico. Un’Ordinanza voluta per tal eventi, a parer nostro, evidenzia la totale inadeguatezza del ruolo e dell'utilizzo della Polizia Locale in determinate ore. Un dato di fatto vissuto in tantissime città italiane. E per rimanere in zona basti prender come esempio Foggia e ciò che è accaduto da due anni a oggi a Piazza Mercato e aree limitrofe del centro storico, dove neanche un’ordinanza del sindaco prima e della Prefettura poi è riuscita a far rispettare le leggi vigenti nella suindicata materia. C’è voluto l’intervento di Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza, con Polizia Locale a latere (ed è sempre così a Foggia, seppur abbiano funzioni ben precise e addestramenti svolti e ben pagati dai contribuenti), per far rispettare la quiete pubblica e il decoro urbano, il divieto di somministrazione e consumo di bevande alcoliche a minori e maggiorenni, un interforze di polizia che è dovuta intervenire per sfatare aggressioni, furti e rapine, tentati omicidi per futili motivi per opera di baby gang criminali. Ma questa è un’altra storia, più cruenta e meritevole dell’intervento di polizia con denunce e arresti e cause in corso. A Monte è ben diverso, c’è più calma e non esistono baby gang criminali. Ciò non giustifica un’Ordinanza che rafforza leggi vigenti ben rispettabili se vi fossero controlli stanziali delle autorità preposte.
Ciò detto, l’Ordinanza ha inasprito i montanari, unendoli nel disappunto di tal decisione, anche tra quelli che hanno riposto nuovamente fiducia nell’attuale governance cittadina. Vari son stati i disappunti, definendola un’Ordinanza che “obbliga” i giovani montanari a vivere la loro serata in altri luoghi di altre città: una fra tutte, Manfredonia, che pur avendo adottato tempi addietro un’Ordinanza simile, offre altri spazi di svago, non presenti a Monte Sant’Angelo, condannata per altri a diventare un paese per anziani, un rifugio per chi desidera il silenzio, un luogo di riposo piuttosto della città che un tempo era meta di turisti stanziali, diversamente da oggi con il “mordi e fuggi”.
Tra chi fin da subito ha “condannato” l’attuale volontà del sindaco è stata l’opposizione, il movimento politico “A Monte”, per voce del suo capogruppo Felice Scirpoli, che in una nota solleva il problema della movida estiva montanara: «Abbiamo sempre sostenuto che l’Amministrazione d’Arienzo non ha una visione su come fare turismo in una città che si fregia di ben due siti UNESCO e che si è candidata a Capitale della Cultura Italiana 2025. Nei giorni scorsi, infatti, il Sindaco ha emesso un’ordinanza con la quale vengono dettati gli orari di chiusura dei locali nel periodo estivo. A leggere bene quell’atto, si può dire che siamo alla farsa, perché gli orari sono così stringenti che sembra sia quasi inutile per i commercianti aprire l’attività, anzi, sembra sia una Ordinanza punitiva verso i giovani. I giovani non sono degli “incivili”, traboccano di valori, di energie, di voglia di fare e di affermarsi; sono capaci di trasmettere tanti messaggi positivi: prima di stabilire restrizioni con ordinanze scritte senza criterio, bisognerebbe avere la capacità di rispondere e soddisfare le loro esigenze. Che ci debba essere una regolamentazione degli orari di apertura e chiusura dei locali o della somministrazione di bevande o dell’utilizzo di apparecchi radiofonici di intrattenimento questo è sicuramente giusto, ma sarebbe stato altrettanto giusto arrivare a prendere queste importanti decisioni coinvolgendo diversi attori. Allora noi chiediamo al Sindaco: “Sono state invitate le Organizzazioni di categoria (Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato ecc.) per condividere con loro questa importante decisione?”. Peraltro, è sconcertante leggere nell’ordinanza del Sindaco che c’è persino il divieto di stazionare in alcune zone della città! Quando si devono trattare argomenti che attengono la quiete e l’ordine pubblico (così scrive il Sindaco nell’ordinanza) è giusto contemperare tutte le esigenze – dei residenti, degli avventori, dei giovani, degli operatori e delle Forze di Polizia che devono far rispettare le regole – e questo può avvenire solo se c’è concertazione. Inoltre, vogliamo dire al Sindaco che, se avesse chiesto il nostro parere, lo avremmo dato, serenamente, nell’esclusivo interesse della città. Riteniamo che quanto successo meriti attenzione e discussione anche in Consiglio comunale. Pertanto, in data odierna il Gruppo Consiliare “A Monte” ha richiesto la convocazione di seduta di Consiglio comunale monotematico».
A far da eco al silenzio assordante della maggioranza, in primis del sindaco, interviene Matteo Notarangelo, Consigliere comunale di opposizione del movimento politico “A Monte”, affermando che: «l'ordinanza del Sindaco non può incardinarsi sull' inciviltà. Ancora una volta, una problematica così complessa - che riguarda la vita non solo dei giovani di Monte Sant'Angelo, ma di tutte le famiglie Montanare - non ha coinvolto il Consiglio comunale. L'ordinanza non considera la visione economica, sociale, familiare e relazionale. La mobilità dei nostri giovani verso altre città è fonte di diversi costi e pericoli, che non tranquillizzano le famiglie. La scelta restrittiva e repressiva voluta dal Sindaco è antiquata e nasconde problemi sociali, economici e relazionali irrisolti. Le mode giovanili vanno comprese ed è compito della pubblica amministrazione saper rispondere ai nuovi bisogni organizzativi. Nella città, non ci sono bagni pubblici, non ci sono contenitori per le bottiglie e l'igiene viene poco considerata. In questi luoghi, tranquilli e normali, non è presente la polizia municipale come avviene nei paesi normali. È troppo semplice definire i nostri ragazzi "incivili". La repressione di un fenomeno sociale è paura e approssimazione di uomini pubblici soli. Nei paesi normali, queste tematiche coinvolgerebbero i cittadini e il Consiglio comunale. Qui, non accade».
Meritevole analisi di un “decreto” che poteva essere risparmiato ai montanari se prima non vi sia stata un’azione, almeno di ricognizione, da parte degli organi preposti al rispetto delle leggi. Ma come accade in molti comuni italiani, la Polizia Locale spesso è utilizzata per sanzionare automobilisti, consegnare atti ai cittadini morosi, controllare le residenze di nuovi cittadini, mentre fare servizio di polizia serale e notturna nei luoghi di aggregazione giovanile diventano meteore.
Non siamo, in parte, dello stesso avviso di ciò che ha scritto l’associazione politico-culturale “Armonia”, di Donato Troiano, che, sempre su facebook, ha scritto: «Il sindaco d'Arienzo, grazie al consenso popolare, si sente l'erede del Conte Enrico. Chi lo ha votato ora chiede alle forze che hanno perso le elezioni di fermare il suo delirio di onnipotenza. Sia chiaro. Noi svolgiamo e svolgeremo il nostro compito di opposizione, per rispettare i 2249 cittadini che ci hanno votato e non per difendere coloro che hanno votato colui che, immeritatamente, si crede il novello feudatario di Monte».
È quella parte finale su chi difendere e non che non ci piace. Un Consigliere comunale d’opposizione è tale per tutti, di chi lo ha votato e chi no, ha il compito di amministrare, seppur con mandato di controllo, la città e perciò tutti i cittadini. Anzi, ha il dovere di rimanere unita per il bene della comunità, orientando le forze verso soluzioni più armoniose e non forzate da esterni. Come siamo certi che chi è in Consiglio comunale lavorerà per il bene di tutti i montanari, semmai invitando la maggioranza a rivedere l’Ordinanza, a rimodularla, sennonché per volontà popolare che oggi sta puntando il dito contro il suo stesso prescelto e che si augura una Monte Sant’Angelo più vivibile, luminosa, pulita, meno roboante da “stereo a palla”, meno alcolica, più aggregante e meno anziana nelle ore serali e notturne, insomma una Monte che non lasci scappar via i giovani in altri paesi limitrofi e che diventi nuovamente quel luogo turistico stanziale.
«Nel Comune di Monte S. Angelo è istituito il Consiglio della Frazione di Macchia.
Nella precedente consiliatura questo organismo, previsto dallo Statuto comunale, non è stato nominato, violando i diritti della popolazione di Macchia.
Secondo l'apposito Regolamento il Consiglio di Frazione è formato da 9 componenti.
I Consiglieri di Frazione sono eletti tra i cittadini residenti nella Frazione.
Non possono essere eletti Consiglieri di Frazione i Consiglieri comunali e regionali e i Deputati.
Il Consiglio di Frazione ha un Presidente e un Vicepresidente.
Il Consiglio di Frazione ha funzioni consultive, propositive, di verifica e controllo su tutte le questioni e gli interventi che riguardano la Frazione.
In questa nuova consiliatura si cambi immediatamente passo!
Secondo l'art. 7 del Regolamento il Consiglio di Frazione deve essere nominato entro 60 giorni dall'insediamento del Consiglio comunale, cioè entro il 29 agosto prossimo.
Questa volta il Sindaco D'Arienzo attivi, nel più breve tempo possibile, la procedura prevista dall'art.6 del Regolamento, anche per rispettare il termine temporale previsto dall'articolo 7 del Regolamento».