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Sono cominciati stamattina i lavori sulla viabilità interna a Lido del Sole, località balneare del Comune di Rodi Garganico, in provincia di Foggia, tra i quattordici interventi sulla viabilità comunale e provinciale finanziati dalla Regione Puglia con complessivi 4 milioni e 400 mila euro.

Con il sindaco di Rodi Garganico, Carmine d’Anelli, era presente sul cantiere l’assessore regionale al Bilancio e alla Programmazione unitaria, Raffaele Piemontese, che, il 10 marzo scorso, insieme al collega ai Lavori pubblici, Gianni Giannini, aveva proposto ed elaborato la delibera di Giunta regionale per finanziare le opere proposte da Comuni e Province.

“Abbiamo toccato con mano la bontà di quella decisione assunta in pieno lockdown per andare incontro alle richieste dei sindaci che lamentavano e lamentano una carenza di risorse economiche per la manutenzione della propria rete stradale”, ha osservato Piemontese, ringraziando l’avvocato Roberto Nigro, presidente dell’Atas, l’associazione che fa da Comitato civico di Lido del Sole, “per la fattiva collaborazione che ha consentito al Comune di Rodi Garganico di mettere a bando e cantierizzare le opere finanziate dalla Regione Puglia, promuovendo un bel percorso di partecipazione per la selezione delle strade su cui intervenire prioritariamente”.

La decisione assunta dalla Giunta regionale nel marzo scorso indirizzò su nuovi interventi di manutenzione, prevalentemente ordinaria ed eccezionalmente anche straordinaria, le risorse del capitolo del bilancio regionale destinato a “interventi sulla rete stradale di interesse regionale”, soddisfacendo un pacchetto di richieste che erano pervenute alla Sezione Lavori Pubblici.

Oltre a Lido del Sole, per la cui viabilità sono state finanziate opere per 300 mila euro, sono state trasferite risorse alla Provincia di Foggia per interventi sulla Strada Provinciale 110 e al Comune di Lizzano, in provincia di Taranto, per il rifacimento della Litoranea Salentina nel tratto danneggiato dalle mareggiate. Sono inoltre stati finanziati lavori sulle strade cittadine dei Comuni di Castellana Grotte, Molfetta, Mola di Bari e Noci in provincia di Bari, di Minervino Murge nella BAT, di Carovigno e Villa Castelli in provincia di Brindisi, Rignano Garganico in provincia di Foggia, di Cutrofiano, Lecce e Taurisano in provincia di Lecce.

Le date sono state ufficializzate: in Puglia si voterà il 20 e 21 settmebre 2020. Il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, quest'oggi ha firmato i decreti attuativi per ufficializzare le elezioni del rinnovo del Consiglio regionale e del Presidente della Giunta. Contestualmente si svolgerà il Referendum costituzionale confermativo sul taglio del numero dei parlamentari. La consultazione, denominata “Election Day”, è stata abbinata alle altre elezioni, slittate dalla prima parte dell’anno per evitare assembramenti ai seggi per l'emergenza sanitaria in corso.

«Ho firmato oggi i decreti che danno formalmente l'avvio alla consultazione elettorale per il rinnovo dei componenti del Consiglio regionale e del Presidente della Giunta della Puglia –ha dichiarato in una nota stampa il Pres. Emiliano-. Andremo al voto con la facoltà di esprimere la doppia preferenza di genere, tanto attesa nella nostra regione».

ALCUNE INFO UTILI SULLO SVOLGIMENTO E SCRUTINIO E SUL REFERENDUM
I seggi saranno aperti sabato 19, alle ore 14, per la loro composizione. Mentre da domenica 20 settembre, i seggi saranno aperti dalle ore 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15.
Lo spoglio avrà luogo con lo scrutinio per le elezioni politiche suppletive, ovvero per quello relative del referendum confermativo, successivamente, e senza interruzione, continuerà per le elezioni regionali, fino alla fine, anche notte inoltrata.

Per il Referendum non si tratta di uno abrogativo, ossia un quesito per “annullare” una legge, ma di un referendum costituzionale confermativo, indetto per approvare una riforma della carta fondamentale dello Stato. Non serve il Quorum, l’esito delle urne sarà valido anche se il 20 e 21 settembre 2020 non si raggiungerà il 50% più uno dei votanti. A differenza di quanto succede invece con i referendum abrogativi, questa volta l’astensione dal voto non “varrà” come un no. Gli elettori sono infatti chiamati a confermare o bocciare la riforma degli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione italiana, modifica che prevede il taglio dei parlamentari, riducendo l’attuale numero da 945 a 600, per un totale di 400 deputati (ad oggi sono 630) e di 200 senatori (al momento sono 315), mantenendo i senatori a vita. Prevista anche una diminuzione dei parlamentari all’estero: i deputati scendono da 12 a 8, i senatori da 6 a 4. A tutti gli elettori sarà consegnata una sola scheda.

Come per tutte elezioni, potranno votare sia alle Regionali, sia al Referendum, tutti i cittadini italiani maggiorenni, che il 20 settembre 2020 abbiano già compiuto 18 anni di età. Sono necessari un documento d’identità valido e la tessera elettorale. Nel caso sia stata smarrita, danneggiata o siano finiti gli spazi a disposizione, può essere richiesta, per tempo, all’ufficio elettorale del Comune di residenza.

REFERENDUM, ecco il testo del quesito 2020:
«Approvate il testo della legge costituzionale concernente “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – Serie generale – n.240 del 12 ottobre 2019?»

• POTENZIAMENTO RETE +1255 POSTI LETTO
• RADDOPPIO TERAPIA INTENSIVIA (+276 POSTI LETTO), TOTALE 580 E SEMI-INTENSIVA (+285 POSTI LETTO)
• RIORGANIZZAZIONE PERCORSI DI EMERGENZA-URGENZA

CLICCA, LEGGI E SCARICA IL PDF SUL "RIORDINO OSPEDALIERO AGOSTO-V0.4-REV GRAF"

Dichiarazione del Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano
“Abbiamo varato il nuovo piano ospedaliero della Puglia con 1255 posti letto in più raddoppiando le terapie intensive. Siamo riusciti a convincere il ministero a darci questa possibilità, utilizzando le leggi anti Covid, ma questo è un piano ordinario che metterà insieme la salute di tutti i giorni con la resistenza alla seconda ondata di Covid che arriverà ad ottobre. La sanità pugliese in questi 4 anni è quella che è salita di più in tutti i sistemi di verifica, i cosiddetti ‘bersagli’ del Sant’Anna, vecchia e nuova classifica LEA. Tutti i sistemi di controllo sulla qualità della sanità pugliese dicono che negli ultimi 4 anni la Puglia è migliorata più che in qualunque altro periodo della sua storia. Il che non vuol dire che siamo diventati perfetti, ci mancherebbe, perché partivamo da molto indietro, eravamo tra gli ultimi, è stata una fatica terribile, ma la differenza tra rimanere in serie A e retrocedere in serie B è notevole. Noi adesso siamo nella serie A della sanità italiana e questa cosa non era praticamente mai accaduta prima.

Il virus sta girando per il mondo ed è pronto a tornare con tutta la sua forza. Quindi mascherine, distanziamento, al mare, in discoteca, al bar, in famiglia, nelle feste familiari, è fondamentale. Ai pugliesi dico: non abbassate la guardia, perché il Covid fa male, picchia duro, continua a far morire le persone. Certo, la curva è curva bassa, cioè non ha un vertice violentissimo che mette in crisi gli ospedali. Gli ospedali adesso sono perfettamente in grado di gestire l’ondata. Quindi bisogna essere prudenti, rispettare le regole per non avere problemi e stare tranquilli.

Nei momenti di emergenza bisogna avere la capacità di prendere decisioni. Durante il Covid ne abbiamo prese molte corrette e una in particolare si è rivelata una salvezza: far diventare i grandi hub ospedali Covid. Per due mesi tutte le prestazioni ordinarie sono state sospese per lasciare spazio alle urgenze. Ma adesso siamo venuti fuori da questa prospettiva. In Italia è stato rinnovato lo stato di emergenza, ma adesso noi dobbiamo misurarci con un nuovo compito, gestire insieme la salute dei pugliesi in termini ordinari insieme all’ondata Covid che verosimilmente ci sarà ad ottobre. E quindi come si gestisce a regime una pandemia senza più sospendere gli altri servizi sanitari.
Questo è il piano che presentiamo oggi. Stiamo potenziando la rete ospedaliera con 1255 nuovi posti letto, per un totale di 13.725 posti letto. In Puglia passeremo da 304 posti letto di terapia intensiva a 580, raddoppiando la nostra capacità con 276 nuovi posti di rianimazione. Stiamo quindi applicando le regole in modo flessibile e intelligente. Non è tutto: abbiamo previsto ben 285 posti letto di sub intensiva. Stiamo rafforzando il nostro dispositivo anti Covid insieme a quello ordinario, con lo stesso gesto. Per questo stiamo distribuendo le terapie intensive e semi intensive anche negli ospedali di base, superando un postulato del DM70 che lo impediva. E quindi rafforzeremo enormemente tutti gli ospedali di base, penso a due in particolare, Casarano e Monopoli, per i quali vogliamo avanzare la richiesta di classamento di “primo livello”. Il nostro piano si completa con la riorganizzazione dei percorsi di emergenza-urgenza. La riorganizzazione severa negli ospedali significa che ogni medico, infermiere, operatore, paziente deve rispettare rigorosamente le norme di igiene e prevenzione, perché questi luoghi - ospedali, una rsa, fabbriche – sono come dei pagliai dove basta buttare un cerino e si incendia tutto. Tutti i nostri pronto soccorso saranno quindi regolati da regole ferree. In questo momento comincia la campagna anti Covid di autunno ma anche la campagna per il recupero dei livelli di salute ordinari. Stiamo facendo lavorare il personale sanitario su due turni, abbiamo potenziato i servizi telefonici dei Cup per evitare assembramenti di persone. Invito tutti a rinviare le prestazioni di salute se sono di routine e non hanno indicazione di particolare urgenza, perché stiamo smaltendo il carico delle prestazioni che non abbiamo potuto fare nei mesi precedenti.
Oggi la Puglia può contare su una squadra addestrata e stimata e tutti sanno di poter contare su di noi. I nostri stock di DPI, dispositivi di protezione individuale, hanno salvato persino altre regioni, così come siamo in grado di dare una mano ai nostri fratelli albanesi. Siamo pronti a salvare noi e gli altri, perché dalle disgrazie ci si salva insieme. Siamo pronti perché abbiamo un’esperienza alta e di questo mi sento orgoglioso e responsabile. Non sappiamo quando questa emergenza finirà, né quando avremo il vaccino. Sarà una battaglia lunga nella quale però non possiamo più chiudere niente, un altro lockdown non è sostenibile, dobbiamo consolidare un sistema che consenta alla società di vivere con grande precauzione la normalità. Stiamo reggendo il sistema nel suo complesso, sanitario ed economico. Ho avuto in questi momenti di emergenza la percezione della grandezza delle istituzioni e ringrazio tutti gli uffici regionali per il grande lavoro che hanno svolto e che continuano a portare avanti. Chiederò una riunione ai prefetti perché, mentre in tanti osservano scrupolosamente le regole, ci sono luoghi dove questo rispetto non c’è e di verificano pericolosi assembramenti che non possiamo consentire”.

IL VIDEO CON LE DICHIARAZIONI DI MICHELE EMILIANO

 

Dichiarazione Vito Montanaro, direttore Dipartimento Politiche per la salute della Regione Puglia.
“La riorganizzazione dei servizi sanitari deve essere considerata nell’ambito di un’unica visione strategica, che mette al centro non le strutture di erogazione, ma le persone, che devono poter trovare un’offerta assistenziale di qualità e sicura in corrispondenza dei propri bisogni di salute, senza frammentazioni o duplicazioni, e senza soluzioni di continuità.
Per questo il riordino ospedaliero è solo uno dei tasselli dell’azione di riprogrammazione, che va a comporre il quadro di una sanità riconfigurata anche sul territorio e nei servizi di prevenzione, dove ciascuna area ha la propria funzione, ma in stretta integrazione con le altre, in una logica di rete che unisce i professionisti attraverso i percorsi, dalla prevenzione fino alla assistenza.
Se la rete ospedaliera assegna a ciascun ospedale un ruolo specifico per la cura dell’acuzie, grazie allo sviluppo delle reti cliniche, la cura della post acuzie trova la propria collocazione nell’ambito di aree e presidi specificamente destinati alla lungodegenza e alla post-acuzie, che dovranno essere ulteriormente potenziati e dotati di regole, procedure e strumenti per la gestione delle dimissioni protette.
Allo stesso modo, è prevista una implementazione del numero e delle funzioni dei Presidi Territoriali di Assistenza, spazi della medicina diffusa e di prossimità, con gli ospedali di comunità, la riabilitazione territoriale, la residenzialità ma anche con il potenziamento dei servizi specialistici ambulatoriali.
In questo ambito, trovano risposta i soggetti cronici, attraverso gli ambulatori di cronicità e l’integrazione con il sistema delle cure primarie per l’attivazione di modelli di presa in carico delle cronicità, gestiti e coordinati dai medici di medicina generale in raccordo con i servizi distrettuali di diagnostica e follow up.
Le innovazioni tecnologiche e alcune funzioni sperimentate nel corso dell’emergenza COVID, a partire dalle opportunità offerte dalla sanità digitale, saranno integrate nell’ordinaria gestione del paziente, anche attraverso un potenziamento dell’assistenza domiciliare.
Ma i medici di medicina generale sono fondamentali anche per la prevenzione, partendo dalla promozione degli stili di vita salubri, all’empowerment dei pazienti cronici, all’adesione alle campagne vaccinali e agli screening oncologici.
Queste funzioni saranno gestite in accordo e in stretta integrazione con i Dipartimenti di Prevenzione, la cui fondamentale azione di presidio del territorio è emersa in tutta la sua importanza in questi mesi, insieme alle funzioni di sorveglianza epidemiologica, per la conoscenza, il controllo e il contrasto ai fattori di rischio per la salute, individuali e collettivi. Promozione della salute in ambienti salubri, in una prospettiva di One Health e attraverso un approccio di salute in tutte le politiche declinato in un’ottica di contrasto alle diseguaglianze e di garanzia di equità nell’accesso alla conoscenza, ai presidi di prevenzione e di cura per tutti i cittadini e le cittadine di Puglia”.

IL VIDEO CON LE DICHIARAZIONI DI VITO MONTANARO

Dichiarazione Pier Luigi Lopalco, responsabile Coordinamento epidemiologico Regione Puglia
“Guardando il grafico delle terapie intensive attivate e dei ricoveri è come osservare un aereo costruito mentre sta volando. È stato un lavoro di squadra pazzesco: sono stati smontati e rimontati interi ospedali, mentre gli ospedali funzionavano, in una situazione di lockdown. Mentre si costruivano posti letto, c’erano le persone che avevano bisogno di posti letto di terapia intensiva. Ma ce l’abbiamo fatta a non saturare i reparti, abbiamo avuto sempre un margine di sicurezza.
Nell’ultima settimana, il sessanta per cento dei casi è stato rilevato con il contact tracing, con l’enorme lavoro dei dipartimenti di prevenzione, con una professionalità che tutti ci invidiano. Il lavoro di ricerca attiva è partita dall’inizio. Così abbiamo potuto risparmiare sui tamponi, senza sovraccaricare i lavoratori e andare mirati con il tracciamento. La Puglia è stata l’unica regione del sud a non fare nemmeno una zona rossa, che significa sigillare con l’esercito i comuni. Questo è stato possibile proprio grazie all’attività di contact tracing. In questi giorni l’aumento dei casi era previsto, anche se è arrivato un po’ in ritardo. I casi stanno aumentando lentamente. Era nelle cose: non era possibile riaprire la circolazione senza avere casi importati. Ma li stiamo individuando e bloccando con i tracciatori e la rete dei laboratori. Dobbiamo gestire questa fare in ordinaria amministrazione, chiedendo ai cittadini di darci una mano e di rispettare le regole.
Un’ultima precisazione: il tasso di mortalità in Puglia non è stato più alto rispetto al resto di Italia. La letalità è uguale a tutte le altre regioni, anche del Sud. Scontiamo leggermente, soprattutto nella prima fase, diversi casi di ultranovantenni, per i quali questa malattia ha un tasso di letalità molto alto”.

IL VIDEO CON LE DICHIARAZIONI DI MICHELE EMILIANO

 

IL MINISTERO DELLA SALUTE APPROVA IN VIA DEFINITIVA IL PONTENZIAMENTO DELLA RETE OSPEDALIERA AI SENSI DEL DECRETO LEGGE n. 34/2020 (Decreto rilancio)
La Giunta regionale ha approvato in via definitiva il potenziamento della rete ospedaliera, ai sensi dell’art. 2 del D.L. n. 34/2020 (Decreto Rilancio), al fine di garantire anche un incremento dell’offerta sanitaria, nell’ipotesi di una eventuale recrudescenza della pandemia.
Il provvedimento è stato approvato dopo aver acquisito il parere favorevole da parte della III Commissione consiliare permanente nella seduta del 23/07/2020 e dopo la trasmissione ufficiale del Decreto da parte del Ministero della Salute del 15/07/2020, nel quale si affermava quanto segue: “È approvato, ai sensi dell’art. 2 del comma 1 e seguenti del decreto-legge 19 maggio 2020, n.34, il piano di riorganizzazione proposto dalla Regione Puglia, nei limiti delle risorse disponibili indicate dalla circolare n. 11254/2020 e con le seguenti osservazioni: rendere coerente la dotazione dei posti letto di terapia intensiva inserita nell'applicativo NSIS "Covid-19 - dotazione posti letto" con quanto riportato nella DGR; aggiornare la programmazione dei posti letto di area medica, nel rispetto dell'invarianza dei posti letto complessivi presenti al 01/01/2020 e con il solo incremento dei posti letto di terapia intensiva indicati nella tabella 1 della Circolare del Ministero della salute del 29/05/2020, n. 11254”.

In via prioritaria sono stati incrementati i posti letto di Terapia Intensiva per un numero complessivo pari a n. 276. Tale incremento ha previsto l’attribuzione dei posti letto non solo agli Ospedali individuati per il trattamento dei pazienti COVID, ma anche agli Ospedali insistenti sul territorio regionale (DEA di I Livello ed Ospedale di Base), al fine di potenziare l’attività chirurgica di “elezione”. Inoltre, sono stati individuati n.285 posti letto di area medica in terapia semi-intensiva, allocati prevalentemente in Ospedali dedicati al trattamento dei pazienti COVID.

Prima dell’emergenza Covid la Puglia aveva 304 posti di terapia intensiva per complessive 32 unità operative, 5 unità in più rispetto a quelle previste dal DM70. Oggi, con l’incremento di 276 posti letto attiviamo a un totale di 580 posti di rianimazione.
I 285 posti letto di semi intensiva saranno impegnati in un doppio utilizzo: posti letto di area medica che all’occorrenza verranno trasformati in semi-intensiva.

Si è provveduto a riorganizzare la rete emergenza-urgenza ospedaliera. Con particolare riferimento ai DEA di II e I livello dovranno essere riorganizzati e ristrutturati i Pronto Soccorso con l’obiettivo prioritario di separare i percorsi e creare aree di permanenza dei pazienti in attesa di diagnosi che garantiscano i criteri di separazione e sicurezza. Il tempo di permanenza in attesa di ricovero deve essere ridotto al minimo, anche in considerazione alle esigenze di distanziamento tra i pazienti durante le procedure diagnostico-terapeutiche, al fine di evitare il sovraffollamento e di non provocare rallentamento o ritardi della gestione della fase preospedaliera del soccorso sanitario. Deve essere garantita la separazione dei percorsi rendendola definitiva. In Pronto Soccorso devono essere previsti ambienti per l’isolamento e il biocontenimento dei pazienti, con sale appositamente dedicate, anche in ambito pediatrico.

Infine, è stato previsto il potenziamento della rete ospedaliera, incrementando di altri n. 1255 posti letto per acuti, riabilitazione e lungodegenza, fino al raggiungimento dello standard massimo previsto dal D.M. n. 70/2015. Si intende raggiungere lo standard massimo ministeriale, incrementando ulteriormente i posti letto già programmati con il Regolamento regionale n. 23/2019, così come di seguito riportato:
- n. 474 posti letto di acuzie;
- n. 123 posti letto di riabilitazione;
- n. 658 posti letto di lungodegenza

Si procederà con successivo provvedimento di Giunta regionale all’attribuzione dei posti letto per singola struttura (pubblica o privata accreditata), privilegiando una programmazione per Area Vasta.

I posti letto di Terapia intensiva sono distribuiti come di seguito:

 Di seguito si riporta la distribuzione dei posti letto di semintensiva:

La memoria storica: un valore per la società e soprattutto per i giovani. Aldo Moro e i protagonisti pugliesi del Novecento: un patrimonio per la Puglia di oggi e di domani. “Abbiamo provato ad affiancare i programmi scolastici, perché riteniamo fondamentale raccontare ai ragazzi anche la storia recente del nostro Paese”: così il presidente del Consiglio regionale Mario Loizzo, nell’incontro con l’attore Riccardo Scamarcio sul tema sinergie tra cinema, teatro ed istituzioni, u n viaggio nella storia e nel pensiero di Aldo Moro,”, presso la sede del Consiglio regionale.
“Parlare di Moro e della sua tragedia - ha continuato Loizzo - significa non solo analizzare un momento complesso che ha cambiato la storia dell’Italia, anche diffondere tra i ragazzi la conoscenza di un pensiero ancora attuale. Abbiamo il dovere di fornire alla scuola strumenti per combattere l’imbarbarimento culturale al quale assistiamo quotidianamente, fatto di violenza, odio e prevaricazione nei confronti dei più deboli. Solo attraverso la scuola possiamo educare i giovani cittadini all’onestà, alla tolleranza e al rispetto”. È la cifra della Presidenza Loizzo: favorire lo studio dei profili più alti della politica regionale, rilevandone l’attualità del pensiero. Oggi parlare di Salvemini significa ricordare la questione meridionale, parlare di Di Vagno vuol dire rivendicare il valore dell’antifascismo, parlare di Di Vittorio equivale a lasciare una grande lezione sul tema del lavoro: cosa c’è di più moderno di questi concetti, che sono ancora oggi all’ordine del giorno della politica?

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L’incontro è stato introdotto dall’on. Gero Grassi, componente della Commissione parlamentare d’inchiesta Moro 2. Ha sottolineato il “bisogno di verità nella storia d’Italia”, ancora più evidente nei giorni in cui ricorre l’anniversario della strage di Bologna, altra pagina buia della storia nazionale che attende una verità senza ombre.
Riccardo Scamarcio, attore pugliese apprezzato anche a livello internazionale, ha ammesso d’essere profondamente affascinato dalla figura dello statista di Maglie e dal suo pensiero: “era capace di anteporre ‘la persona” e tutti nella società dovevano avere la possibilità di realizzarsi. La sua grandezza è stata cercare di interpretare, in maniera piuttosto sofisticata, un Paese complesso come l’Italia di quegli anni, partendo sempre dal concetto di umanità”.
Scamarcio ha poi ricordato come il mestiere dell’attore e quello del politico siano collegati da profonde analogie. Per anni il cinema si è occupato di politica, “oggi purtroppo questa abitudine si è persa, ma il cinema è rappresentazione di quanto accade nel mondo, quindi anche della politica e del suo racconto”. Da questa “fascinazione” potrebbe nascere un lavoro, su Moro, per il teatro o per il cinema, anche se nulla è stato ancora definito al momento.
I progetti del Consiglio regionale su Moro, coordinati dall’on. Grassi, sono parte di un’ampia proposta storico-culturale sulla memoria e l'identità pugliese, che ha luogo anche ai corsi di formazione su Fiore, Salvemini, Di Vittorio, a cura dell'Ipsaic, con la collaborazione della Direzione scolastica regionale, della Biblioteca del Consiglio regionale e dell'Istituto Nazionale Parri. Nel prossimo anno scolastico sono previsti seminari sulla figura degli economisti Antonio De Viti De Marco e Giovanni Carano Donvito (il cui archivio, di valore nazionale, è stato donato a febbraio all'Ipsaic) e del pedagogista e teorico della non violenza Giovanni Modugno.

Nota del vicepresidente del Consiglio regionale, Giandiego Gatta di Forza Italia.

“Continua la campagna promozionale di Emiliano sulla sanità pugliese, il che ci fa pensare che il governatore sia così distante dalla sanità da non conoscere effettivamente i problemi da cui è afflitta da anni. Ci sono liste d’attesa infinite, ci sono servizi spacciati per tali quando invece sono vergognosamente inattivi, ci sono ospedali con gravissime carenze di personale e mezzi e ci sono altri che, come quello di Manfredonia, meriterebbero maggiore attenzione, ma non sono minimamente citati e considerati da Emiliano, intento a vendere il suo "prodotto" come una notissima esperta di televendite poi riconosciuta colpevole di avere truffato tanti cittadini, abusando della loro credulità. Della sanità pugliese, ormai, quella targata Emiliano, si possono vedere solo le rovine e quel che resta è solo il frutto dell’impegno, della competenza e della professionalità dei nostri operatori sanitari. Emiliano non solo ha distrutto il servizio, ma si appunta medaglie che non gli appartengono! Se non siamo stati travolti dal Coronavirus è solo per un caso fortunato ancora ignoto al mondo scientifico, quello per cui il virus ha violentemente colpito prima le Regioni settentrionali. Eppure, la Puglia resta la Regione del Sud con il più alto tasso di mortalità specifica. Se il virus avesse colpito e investito da subito la Puglia, una Puglia così impreparata e reduce da un progressivo taglio al servizio sanitario, noi saremmo stati spazzati via come canne al vento. Emiliano la smetta di fare mera propaganda perché qui si tratta di garantire la salute ai cittadini… e non di vendere un set di pentole in televisione! Inizi a riconoscere dignità all'ospedale di Manfredonia, ad elevarlo ad ospedale di primo livello, ad istituire di nuovo un punto nascite, a dotarlo della terapia intensiva coronarica, a rendere davvero funzionante il reparto di ortopedia, ad attivare la semintensiva, a dare un senso alle postazioni operatorie del reparto di ginecologia, inaugurate e mai attivate, a dotarlo di una guardia attiva notturna rianimatoria che non sia garantita solo in reperibilità, perché tali prestazioni vadano erogate in tempo reale e non di chiamata notturna a domicilio. L'arresto cardiorespiratorio non dà preavviso e non si interroga sulla reperibilità. Che Emiliano faccia almeno questo! Perché il diavolo fa le pentole, ma gli elettori decidono dove mettere i coperchi!”

Dire che la sanità pugliese è in serie A è una presa in giro inaccettabile per i pugliesi. I numeri di cui parla Emiliano e che hanno consentito di ottenere appena la sufficienza nella simulazione del nuovo sistema dei LEA, si riferiscono ai documenti inviati dalla Regione e non a valutazioni concrete. La situazione reale è molto diversa con migliaia di cittadini che vanno a curarsi fuori regione, tanto che spendiamo 200 milioni l’anno per la mobilità passiva. E questo già da prima dell’emergenza Covid, che ha ulteriormente peggiorato la situazione, visto che, nonostante le tante belle parole è praticamente impossibile recuperare le prestazioni perse e, chi può permetterselo, è costretto a rivolgersi al privato”. Lo dichiarano i consiglieri del M5S in seguito alla presentazione del piano regionale anti Covid.

“Un piano - continuano - che, pur stabilendo il potenziamento della rete, non prevede strutture esclusivamente dedicate, ma continua a esserci la promiscuità già registrata nella fase 1. La gestione dell'emergenza estiva ha poi ancora una volta dimostrato che molto rimane sulla carta, essendosi verificati episodi di contagio all'interno delle strutture ospedaliere, confermando quello che diciamo da tempo: i percorsi separati non sono stati predisposti adeguatamente. Si prevede anche una riorganizzazione della rete di emergenza urgenza, dimenticando che giace in consiglio da anni sia la nostra riforma del servizio sia lo stesso disegno di legge della Giunta, passato in Commissione dopo numerose audizioni e mai portato all’esame dell’aula, che prevedeva la costituzione dell'Agenzia e l’internalizzazione di tutto il personale del servizio, mai avvenuta. Il piano poi non può funzionare se non si potenzia l'assistenza territoriale, visto il fallimento delle USCA a causa della disorganizzazione della Regione e i ritardi con cui sono partite le unità speciali di continuità assistenziale rispetto alle altre regioni. Per non parlare della carenza di guardie mediche, tanto che non si riesce a garantire la continuità assistenziale in diverse località turistiche. Dire che la nostra sanità funziona e prendersi meriti per la gestione dell’emergenza, ben sapendo che bisogna solo ringraziare il cielo per il fatto che le regioni meridionali non siano state colpite con la stessa violenza di quelle settentrionali, richiede non solo una grande faccia tosta ma anche una totale mancanza del senso della vergogna”.

Di seguito, una nota del consigliere regionale Giannicola De Leonardis.

"Da domenica 24 agosto, gli operai nello stabilimento SATA-FCA Italy di Melfi saranno impegnati in turni lavorativi di pomeriggio e di sera, che proseguiranno anche nelle domeniche successive. Ma questo creerà notevoli disagi a un folto numero di personale proveniente da Foggia, e che si reca all'impianto lucano con un autobus extraurbano: perché la Sita, la società che gestisce il collegamento attraverso regolare contratto di concessione, non assicura il servizio in quella giornata e in quegli orari, nonostante l'abbonamento sottoscritto dai diretti interessati sia valido per tutti i giorni della settimana, e nonostante l'azienda sia a conoscenza dei calendari delle turnazioni, regolarmente inviati da SATA-FCA Italy.

Auspico quindi un immediato intervento dell'assessore ai Trasporti Gianni Giannini, perché interloquisca con i vertici della Sita per garantire collegamenti da e per Foggia con lo stabilimento di Melfi anche per i turni della domenica, e mettere fine a un disservizio che si trascina da anni".

Nota del consigliere regionale Mario Conca.

"Nei giorni scorsi l'Aifa ha redatto delle tabelle relative alla spesa farmaceutica del primo trimestre 2020 che, chiaramente, rappresentano una proiezione per i mesi a seguire e una indicazione per il 2021 indipendentemente dall'evoluzione del Covid. Dalla Tabella 7 formulata dall'Agenzia del Farmaco, che valuta la spesa farmaceutica nel periodo di riferimento confrontando le diverse regioni, si può evincere che la media del tetto di spesa che non poteva essere superato era del 7.96% per l'anno 2020. Se prendiamo l'ultima riga della tabella, invece, noteremo che la nazione Italia ha fatto bene perché ha raggiunto una percentuale media del 7.31%. Peccato che cinque regioni sono in rosso perché hanno superato sia la media Italia sia il tetto di spesa del 7.96%. Fra queste vi è la Puglia che, con una percentuale dell'8.13%, è sul podio perché nei soli primi tre mesi dell'anno ha una differenza di circa 3.3 milioni di euro. Questo è il dato della farmaceutica convenzionata, dove l'Italia ha risparmiato e noi, in controtendenza, siamo di colore rosso cupo. Relativamente alla spesa farmaceutica ospedaliera, quella per acquisti diretti, tutte le regioni hanno avuto un aumento di spesa, ma, mentre la media Italia è del 10.56%, anche in questo caso la Puglia ha saputo fare peggio sforando la spesa per l'11.75%, quindi 1.25% in più rispetto alla media Italia anche sulla spesa farmaceutica per acquisti diretti per un ammontare complessivo di 99 milioni. A nulla sono valse, durante la legislatura, le mie mozioni sul contenimento della spesa farmaceutica e la richiesta pressante dell'applicazione della legge 405/2001 relativa alle dimissioni protette e al primo ciclo di cure.

Il tutto è aggravato dal fatto che, con un piano di riordino ospedaliero lacrime e sangue, hanno chiuso ospedali e accorpato reparti depauperando l'offerta sanitaria dando la colpa al DM 70. Con una medicina territoriale inadeguata, e ad ampi tratti impercettibile, hanno negato diritti applicando a convenienza la legge 124/1998 e creando il deserto dei Tartari. La verità è che a fronte della riduzione dei servizi hanno speso di più, come succede con le gare centralizzate di Innovapuglia, e oggi siamo ancora in disavanzo tra le regione commissariate, con la quasi certezza di vederci imporre dal Mef e dal Mis il prolungamento del piano operativo che non ci consentirà ancora di garantire gli extra lea, spesso salvavita, non ci permetterà di assumere il personale per smaltire le liste d'attesa, ma in compenso farà aumentare la già corposa mobilità passiva, che vale 320 milioni, e il già pingue out of pocket che supera i 2 miliardi annui.

L'augurio che possiamo farci è quello di stare bene in salute, questi sono assolutamente inadeguati. Grazie Presidente/Assessore al quadrato".

Quarantesimo anniversario della strage di Bologna, un intervento del Presidente del Consiglio regionale della Puglia Mario Loizzo.

“Quarant’anni fa, il 2 agosto 1980, l’orologio della stazione centrale di Bologna ha segnato, alle 10,25, l’ora del dolore di tanti, dell’infamia di pochi e dello sgomento di un Paese. Si voleva attentare alla democrazia, colpendo gli innocenti passeggeri e tanti lavoratori, nel primo sabato del mese tradizionalmente dedicato alle vacanze. Tribunali si sono espressi sulle responsabilità neofasciste, anche in via definitiva e tuttavia restano zone d’ombra su mandanti e complicità, pezzi di verità vanno accertati, domande attendono ancora risposte, come sempre negli episodi oscuri della storia repubblicana.

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Quello ch’è tragicamente certo, sono le ottantacinque vite troncate e gli oltre duecento feriti, tra loro anche bambini e comunque tutti incolpevoli, inermi, estranei all’odio sanguinario degli attentatori. E quella che non si è attenuata è la pena dei familiari, che si rinnova ad ogni anniversario.
Ricorre il 2 agosto il ricordo della risposta commossa ma ferma delle Istituzioni, delle forze sociali e della comunità civile, che fecero blocco, impedendo al terrorismo di raggiungere gli obiettivi eversivi che perseguiva.
Il Gonfalone della Regione Puglia sarà domenica a Piazza Maggiore, nella cerimonia che onorerà la memoria delle vittime. Tra loro, sette pugliesi: Vito Diomede Fresa 62 anni, la moglie Errica Frigerio 57 anni, il figlio Francesco Cesare Diomede Fresa 14 anni; Giuseppe Patruno18 anni; Silvana Serravalli 34 anni e le nipoti Patrizia Messineo 18 anni e Sonia Burri, di appena 7 anni”.

Pochi minuti fa il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha diramato sulla sua pagina facebook una nota relativa alla doppia preferenza di genere.
Stiamo parlando della mancata approvazione nell’ultima seduta del Consiglio regionale della Puglia sulle cosiddette “quote rosa” che dovevano essere attuate durante le elezioni regionali 2020.
Durante questi giorni sui media e sui social si è scritto, e tanto. C’era chi accusava, chi difendeva, chi giustamente ricordava a tutti i Consiglieri regionali pugliesi che ridursi all’ultima seduta per una diritto così importante ma anche dovuto, è stato un colpo basso verso le donne, una vergogna politica.
Sulla questione è dovuto intervenire il Premier Conte che aveva avvisato il Consiglio Regionale Pugliese di rivedere la decisione altrimenti sarebbe intervenuto da Palazzo Chigi. E così è stato, alla fine. Dopo una riunione con il Presidente Emiliano, Giuseppe Conte e tutto il Governo ha deciso: in Puglia si voterà con la doppia preferenza di genere.

Ecco a caldo le prime dichiarazioni di Michele Emiliano.

«Vi scrivo da Roma, Palazzo Chigi. Dopo cinque anni di tentativi di convincere il Consiglio Regionale della Puglia, assolutamente sovrano in materia, ad approvare la doppia preferenza di genere nella legge elettorale pugliese per adeguare la nostra regione al resto d’Italia, oggi il nostro impegno programmatico si è realizzato grazie al Governo della Repubblica.
Oggi davanti al Consiglio dei Ministri che mi ha convocato allo scopo, ho potuto finalmente esprimere il mio pieno consenso all’introduzione della doppia preferenza di genere nella legislazione pugliese.
Ringrazio tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione che in queste ore hanno espresso favore nei confronti del provvedimento che il Governo ha appena approvato.
Non c’era più tempo purtroppo per riconvocare il Consiglio Regionale, ma nella sostanza il provvedimento del Governo riassume le posizioni di tutti ed equipara la legge pugliese a quella delle altre regioni e dei comuni. La cosa più importante è aver raggiunto l’obiettivo che ci eravamo prefissi».

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