L’edizione 2019 de “Le giovani parole” arriva anche nella città Capitale della Cultura Il 25 gennaio l’autore pugliese al “B. Pascal” e al “C. Poerio”. In serata, in Biblioteca
Due grandi novità, tante conferme e tantissimi nuovi studenti pronti a leggere, incontrare e votare i cinque titoli della quarta edizione di Leggo QuIndi Sono, premio-concorso Le giovani parole 2019, manifestazione dedicata all’editoria indipendente italiana e agli allievi delle scuole superiori. Dopo l’attenzione mediatica ricevuta a Fahrenheit di Rai Radio Tre (il format sui libri più seguito in Italia), e le piccole vetrine al Salone del Libro di Torino, Leggo Quindi Sono si affaccerà anche a Matera, Capitale Europea della Cultura 2019: grazie al gemellaggio stretto con l’associazione Amabili Confini – che da anni porta la cultura nelle periferie lucane con un progetto che è anche un’importante rassegna letteraria – gli autori e “il sistemaLQS”saranno esportatial Liceo classico “E. Duni”, abbracciando così anche gli studenti materani.
Una nuova finestra nazionale, dunque, per una manifestazione-progetto sempre più riconosciuta e ambita tra gli editori e gli autori italianie che, da venerdì 25 gennaio, ricomincia per la quarta volta consecutiva nella città e nel territorio in cui è nata, forte delle scuole fondatrici, Il “B. Pascal”e il“C. Poerio” di Foggia, e degli istituti “Giordani” di Monte Sant’Angelo,“Giannone” di San Marco in Lamise“Notarangelo-Rosati” di Foggia. Ogni scrittore della cinquina selezionata, come sempre, da gennaio a maggio incontrerà gli studenti di tutte le scuole aderenti, presentando inoltre la propria opera negli spazi della Biblioteca Provinciale “La Magna Capitana”, altra grande novità di LQS 2019, tale da coinvolgere i propri lettori al momento della votazione finale del vincitore. Fanno parte del sodalizio LQS anche per questo 2019: la libreria Ubik, la Fondazione Monti Uniti (che premia il vincitore con un contributo economico, sostenendo concretamente LQS e gli studenti più meritevoli), gli Assessorati alla Cultura e alla Pubblica Istruzione del Comune di Foggia (a sostegno della premiazione che ogni anno si tiene al Teatro U. Giordano) e l’Ufficio Scolastico Provinciale.
Ad aprire ufficialmente il giro di appuntamentiè un brillante saggista e giornalista, oltre che sociologo, autore di importanti pubblicazioni d’inchiesta– tra tutti, Ghetto Italia e Mafia Caporale – chiamato a incontrare il pubblico con il suo romanzo,Tutto torna(Fandango, 2018). Leonardo Palmisano è il primo ospite della quarta edizione di Leggo Quindi Sono-Le giovani parole 2019, in programma venerdì 25 gennaio. Lo scrittore pugliese sarànegli istituti B. Pascal e C. Poerio nell’arco di un’unica mattinata (rispettivamente alle ore 9 e alle ore 11), per poi parlare del suo libro ai lettori di Foggia, alle ore 18, nella sezione Fondi Speciali della Biblioteca Provinciale. Nel pomeriggio dello stesso giorno inoltre (ore 15), così come previsto dal concorso-progetto LQS, Leonardo Palmisano incontrerà anche il gruppo di lettura della localeCasa Circondariale, grazie al confermatissimo lavoro dei volontari del CSV di Foggia i quali, ogni anno, fanno in modo che i detenuti dell’Istituto Penitenziario possano esprimere la loro preferenza tra i cinque scrittori in ballo.
Tutto Torna(Fandango, 2018). “Un antieroe con molte macchie e poche paure è il protagonista di una nuova serie noir anticonvenzionale, ironica e cattiva”.Maria, l’adorata nipotina del boss di Sacra Corona Unita Nino De Guido, detto ‘Zi Nino, è stata rapita. Un solo uomo può ritrovarla, uno a cui non è rimasto niente da perdere perché ha già perso tutto, un fantasma. Mazzacani è un bandito, un cane sciolto, uno che non si è mai affiliato alla Sacra Corona, e per questo è stato punito. La sua banda è stata massacrata e lui è fuori dal giro.Sulle tracce della bambina, c’è anche un losco commissario che tiene in scacco Mazzacani e che lo costringe a lavorare per lui come prezzo per la sua scomoda libertà. Ad affiancare Mazzacani nella sua ricerca, un membro della sua vecchia banda, il Gigante, e una giovane Pm che nella storia vuole vederci chiaro, a costo di scontrarsi con pezzi deviati della giustizia. La bambina è probabilmente finita nelle maglie del traffico pedopornografico. Durante la lunga ricerca, il bandito incrocia e scappa da pezzi interi della criminalità organizzata del sud Italia – la Sacra corona unita, la Camorra, la ‘Ndrangheta, la Mafia albanese e l’Anonima sequestri, incontra le cosche in guerra che si spartiscono il territorio con la connivenza dei politici e gli affari, soprattutto quelli legati alla legalizzazione della marijuana.
Venerdì 18 gennaio, ore 19, spazio live della libreria Ubik di Foggia. Ecco il primo appuntamento del 2019
Il giovane scrittore pugliese presenta il suo libro. Conversa con l’autore, Massimiliano Nardella (FoggiaToday)
Un noir sui generis, un viaggio picaresco alla ricerca della verità di una famiglia e di una storia solo apparentemente sepolta: tutto ruota attorno ad un’assenza, quella di una madre, la cui figura riemerge dal passato diventando la vera protagonista della vicenda. Riprendono gli incontri con gli autori nello spazio live della Ubik di Foggia: il primo appuntamento del 2019 è con un giovane giornalista e scrittore pugliese,Natale Cassano, in occasione del suo ultimo romanzo dal titolo Inseguire un fantasma (Eretica Edizioni, 2018). Venerdì 18 gennaio, alle ore 19, l’autore incontra il pubblico della libreria per presentare il suo libro, un thriller dal ritmo vorticoso e in grado di abbracciare più epoche storiche, muovendosi su piani narrativi distinti e tra loro interconnessi. A conversare con l'autore sarà il direttore della testata FoggiaToday, Massimiliano Nardella.
Inseguire un fantasma (Eretica Edizioni, 2018; pagine 147). Come cambierebbe la tua vita se tutto d’un tratto quello che sapevi del tuo passato si rivelasse un’enorme bugia? Giovanni Corsetti, cinico pubblicitario di successo trasferitosi a Milano fin dall’università, lo scopre dopo la morte dell’anziano padre Andrea. Per partecipare ai suoi funerali Giovanni torna a Bari, la città dove è cresciuto, e scopre che il parente gli ha lasciato in eredità una ricca collezione di quadri. Grazie a quell’eredità Giovanni e la sorella gemella Clara scopriranno una nuova verità riguardo alla loro madre tedesca, Linda, di cui non avevano più avuto notizie in seguito al suo ritorno in Germania per disintossicarsi dalla dipendenza di eroina. Una storia che si rivela falsa, visto che la sua fuga è invece legato a quelle tele. Per scoprire la verità sul suo passato e su quell’eredità Giovanni viaggerà per l’Europa insieme alla sorella gemella Clara, da Milano a Londra. E ad attenderlo alla fine del viaggio ci sarà una sorpresa che mai avrebbe immaginato di trovare. Una girandola di colpi di scena per un romanzo noir dal ritmo serrato, capace di rivelare nuove verità ad ogni pagina. Una storia sviluppata tra due epoche molto diverse, che abbraccia la storia del Gruppo Gehlen, un gruppo di controspionaggio nato durante la Seconda Guerra Mondiale su impulso del disertore tedesco Reinhard Gehlen. Il generale a capo dell'intelligence militare tedesca che operava sul fronte russo, scelse infatti di allearsi con gli americani ed effettuare operazioni di spionaggio antisovietico nel bel mezzo della Guerra Fredda. Un commando di sovversivi, che vide tra le sue fila anche diversi ex partigiani italiani; un importante tassello di quel passato che Giovanni sta ostinatamente cercando di portare alla luce e che lo porterà a mettere in pericolo la vita di tutte le persone a cui vuole bene.
Natale Cassano. Nato a Bari nel 1989. Giornalista professionista dal 2015. Negli anni ha collaborato con diverse testate, tra cui i tg dell’emittente televisiva Mediaset. Attualmente collabora con il quotidiano La Repubblica - Bari e con il sito d’informazione BariToday. Inseguire un fantasma è il suo secondo romanzo, pubblicato dopo l’esordio letterario con La storia che non ti ho raccontato (2017).
“È più vicino a Dio chi fa professione di ateismo, ma tiene ferma la verità, di chi nega la verità in nome di Dio”. È questa la tesi principale alla base del libro di uno dei maggiori filosofi italiani, Sergio Givone, dal titolo Quant’è vero Dio. Perché non possiamo fare a meno della religione (Solferino, 2018): un testo particolare e affascinante, coraggioso e audace, per il modo con il quale argomenta la necessità di Dio, in controtendenza rispetto a una fase storica caratterizzata dall’identificazione del disincanto con l’ateismo. Venerdì 14 dicembre, alle ore 19, l’autore incontra il pubblico della libreria Ubik di Foggia, dove converserà con il magistrato Enrico Infante e con l’avvocato Valentina Lucianetti, con la moderazione della docente Mariolina Cicerale. In mattinata, il noto filosofo sarà al Liceo classico V. Lanza, alle ore 11, ospite del ciclo di incontri Lettura e Oltre.
Quant’è vero Dio. Perché non possiamo fare a meno della religione (Solferino, 2018; 187 pagine). Post-religiosi, atei, materialisti: nell’infinita gamma degli atteggiamenti dell’Occidente secolarizzato verso la religione sembra manchi solo quello più semplice: credere. È ormai una scelta marginale, in via d’estinzione? Niente affatto, tanto è vero che il bisogno di Dio sembra tornare alla ribalta ovunque nel mondo, in modi anche drammatici. Perché? È opinione comune che la religione sia stata inventata dagli uomini per autoconsolarsi della propria condizione mortale. Ma se le cose stanno così, come mai tutte le religioni hanno sempre offerto ai fedeli e ai non-fedeli scenari inquietanti, dal giudizio finale al paradiso e all’inferno? Il fatto è che la religione, nel momento in cui risponde alla domanda sul senso della vita, riguarda la nostra libertà, perché della libertà è l’ultima difesa e non la soppressione. Ecco perché il ritorno a Dio è necessario al fine di contrastare il totalitarismo in tutte le sue forme. Se è vero che la religione non può essere tenuta fuori dalla sfera pubblica, riflettere sulla sua opportunità significa riflettere sulla giustizia, che è ciò da cui si dispiega, secondo la lezione del pensiero antico da Parmenide in poi, l’ordinamento stesso del mondo e del nostro stare insieme come umani. Uno dei nostri maggiori filosofi si interroga e ci interroga sulla necessità della religione prima ancora che sul bisogno di essa, avendo il coraggio di prendere le distanze da figure mai come ora oggetto di discussione e al centro del dibattito: Nietzsche e Heidegger. E lo fa da laico, consapevole che laico non è chi rivendica la propria indifferenza nei confronti della religione ma al contrario chi la prende sul serio, riconoscendo che i contenuti essenziali con cui è chiamato a fare i conti, le ragioni per cui si vive, vengono proprio da lì. Un percorso incalzante e profondo che fa appello alle conclusioni di poeti e scrittori non meno che a quelle dei filosofi – Hölderlin e Dostoevskij su tutti –, intreccia alla religione il discorso sul sacro e mette in guardia dai pericoli del relativismo e dell’etica utilitaristica. Al cuore, una domanda cruciale: davvero possiamo fare a meno della verità sull’uomo e sul mondo che solo la religione è in grado di comunicare?
Sergio Givone. Filosofo e romanziere, è professore emerito all’Università di Firenze, dove per anni è stato ordinario di Estetica presso la facoltà di Lettere e Filosofia. I suoi studi riguardano in particolare l’estetica e il pensiero tragico. Tra i suoi libri, Storia del nulla (Laterza 1995), Non c’è più tempo (Einaudi 2008), Metafisica della peste (Einaudi 2012) e Luce d’addio. Dialoghi dell’amore ferito (Olschki 2016)
Giovedì 6 dicembre, ore 19, Ubik di Foggia. Lo scrittore e poeta presenta “Lettere a Gaia” (Les Flâneurs)
Dopo i versi de “L’attesa del padre”, vincitore del Premio Minturnae, l’autoredi San Severo torna alla prosa
Una raccolta di lettereindirizzate a qualcuno che non è ancora qui, “piccolo miracolo” in arrivo. Un balzo di qualche decennio attraverso lo sguardo, le visioni, le emozioni di un archeologo del futuro: epistole poetiche di un poeta che torna alla prosa con una nuova, originalissima pubblicazione. È la sintesi del nuovo lavoro editoriale di Raffaele Niro, autore di San Severo ormai riconosciuto e recensito con favore di critica e pubblico in tutta Italia, con diverse traduzioni anche all’estero, protagonista dell’incontro di giovedì 6 dicembre, alle ore 19, nello spazio live della libreria Ubik Foggia. Dopo l’emozionante raccolta di poesie dal titolo L’attesa del padre, vincitore nel 2017 del Premio Minturnae, l’autore presenta il suo nuovo libro,Lettere a Gaia(Les Flâneurs Edizioni, 2018), incontrando il pubblico in anteprima nazionale nel giorno della sua uscita ufficiale. Conversa con lo scrittore e poeta, l'autore di libri di satira Adelmo Monachese.
Lettere a Gaia. Le scoperte di un archeologo del futuro(Les Flâneurs Edizioni, 6 dicembre 2018). Quello che state per leggere non è un romanzo. E neanche un saggio o una biografia. È una raccolta di lettere che un padre scrive a un piccolo miracolo che deve ancora essere, custodito nel ventre della donna che ama, e sarà in un mondo difficile. Un mondo tutto da spiegare per essere compreso anche solo in minima parte. È la storia di un dispensatore di carezze, parole e consigli prima chiuso nel suo piccolo mondo, regolato da dettami precisi e puntuali, poi aperto alla vita come mai l’aveva conosciuta. O forse come l’aveva dimenticata. Come l’hanno dimenticata tutti, in realtà. Ed è una storia che parla del presente ma è datata 2068, un futuro neanche troppo lontano che ha perso ogni traccia del mondo che conosciamo e in cui viviamo oggi.
Raffaele Niro. Coautore di Inchiostro di Puglia (2015, postfazione di Nicola Lagioia), de I fuggiaschi (2013, prefazione di Franco Arminio), di Babel Hotel (2011, prefazione di Gian Antonio Stella) e di Rondini e ronde (2010, prefazione di Jean-Léonard Touadi). Più conosciuto come poeta presente su antologie, riviste e siti online italiani e stranieri e tradotto in Austria, Cile, Messico, Nicaragua e Spagna. Il suo ultimo libro di poesia è L’attesa del padre (2016, seconda edizione nel 2017 – Premio Minturnae). Ha scritto per il teatro e per la radio. Realizza videopoesia e documentari. Da alcuni anni conduce un laboratorio poetico di scrittura e lettura creativa per bambini e ragazzi chiamato il Cantiere delle parole bambine.
Ecco “La rampicante”, tragedia pop
Il nuovo romanzo di Davide Grittani
Venerdì 30 novembre, ore 19, Ubik. L’autore incontra il pubblico della sua città per la prima del suo nuovo libro
Prendono parte alla presentazione, il disegnatore Mario Milano e il direttore di LiberAria, Giorgia Antonelli
Ci siamo meritati tutto ciò che abbiamo avuto? È l’interrogativo che resta al termine della lettura de La rampicante, secondo il parere della scrittrice più importante del panorama italiano, Dacia Maraini, tra le tante personalità della cultura che hanno sottolineato il valore di questo romanzo incentrato sull’importanza del dono e sulla perversa casualità della fortuna. Davide Grittani, giornalista e scrittore, venerdì 30 novembre, alle ore 19, nello spazio live della libreria Ubik di Foggia, incontra per la prima volta il pubblico della della sua città in occasione del suo terzo libro edito da LiberAria, tra le pubblicazioni più interessanti di questa stagione narrativa. Una storia realmente accaduta (agli inizi degli anni Novanta) che l’autore ha ricostruito recuperando per intero fatti e misteri, mescolando con cura una trama d’altri tempi a personaggi e circostanze dei nostri giorni: una tragedia pop dai tratti shakespeariani, definita dal noto critico Furio Colombo come un “gioco straordinario di situazioni, frasi, parole”. Durante l’incontro, il noto disegnatore Mario Milano eseguirà dal vivo un ritratto ispirato ad uno dei personaggi principali del romanzo. Prende parte alla presentazione, anche la direttrice editoriale di LiberAria, Giorgia Antonelli. Dialoga con Davide Grittani, il direttore artistico della libreria, Michele Trecca.
La rampicante (novembre, 2018). Nelle Marche, sospese tra Medioevo e terzo Millennio, la storia di una famiglia apparentemente come tante. Riccardo è un figlio che si ribella alle logiche del branco; Edera è una “bambina rampicante” che sente delle voci (nella testa) e inconsapevolmente dispensa saggezza; Sor Cesare è un padre che esercita la propria egemonia comprando l’affetto di chi lo circonda. “La rampicante” è un viaggio dentro sé stessi che sovrappone tutti gli strati della tragedia shakespeariana: la verità, l’amore, l’inganno, l’avidità, la paura, la vendetta. Un crescendo di emozioni che, spiando dentro la scatola nera di una famiglia qualsiasi, scortica le deformazioni di una società, fatta di ipocrisia, che ignora il proprio destino. Fino a quando “la rampicante” riporta le cose al loro posto. Davide Grittani ha scritto un romanzo sull’importanza del dono, su com’è difficile riconoscerlo, su com’è arduo meritarlo e infine su com’è categorico dimenticarlo. Una trama fitta e avvincente sull’incapacità, degli uomini, di rendersi conto del privilegio che gli è stato concesso attraverso la vita: un argomento prezioso, espresso attraverso una scrittura autentica.
Davide Grittani. Nato a Foggia, è giornalista e scrittore. Dal 2006 al 2016 ha curato la prima mostra internazionale della letteratura italiana tradotta all’estero, Written in Italy, che ha raccolto ed esposto (in 16 Paesi di tutti i Continenti) una biblioteca di oltre 3200 traduzioni in rappresentanza di 800 autori italiani dal 200 ad oggi, 56 lingue e 24 alfabeti: per Written in Italy si è aggiudicato il Premio Maria Grazia Cutuli 2010. Ha pubblicato i romanzi Rondò. Storia d’amore, tarocchi e vino (Transeuropa 1998) e E invece io (Biblioteca del Vascello 2016, Torino) presentato in concorso al Premio Strega 2017. Della sua scrittura e delle sue attività si sono occupati a vario titolo Alessandro Piva, Giorgio Barberi Squarotti, Giampaolo Rugarli, Dacia Maraini, Ettore Mo, Corrado Augias, Marcello Sorgi, Wanda Marasco, Andrea Purgatori, Massimo Canalini, Fabio Geda, Roberto Pazzi, Stefano Petrocchi, Mario Sansone e Furio Colombo. La rampicante (LiberAria Editrice 2018, Bari) è il suo terzo romanzo.