Approvato dal Consiglio regionale della Puglia nel Bilancio di previsione 2024 lo stanziamento di 400 mila euro per il “Rafforzamento delle azioni per contrastare la violenza di genere”.
“Ho ritenuto che fosse assolutamente necessario ed essenziale inserire nel Bilancio di previsione queste ulteriori risorse per il contrasto alla violenza sulle donne. Si tratta di 400mila euro che serviranno per finanziare attività di prevenzione attraverso anche corsi di formazione per tutti i soggetti che entrano in contratto con le vittime, e a dare sostegno ai centri antiviolenza e ai centri per gli uomini maltrattanti. Azioni volte ad evitare che siano sottovalutate le denunce da parte delle donne. Troppe volte si è arrivati tardi. La formazione servirà quindi a dare il giusto peso ad ogni possibile sentinella e a gestire processi giudiziari in maniera tale che si eviti che le vittime si sentano ancora più penalizzate attraverso approcci e linguaggi. Nello stesso tempo è necessario intervenire sugli uomini violenti”, afferma la Presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone.
In particolar modo con questo stanziamento saranno promossi specifici corsi di formazione e specializzazione per le forze dell’ordine, giudici, avvocati, medici, docenti e studenti, nonché saranno incrementate le azioni di informazione e sensibilizzazione della popolazione pugliese, promuovendo una cultura di contrasto agli stereotipi di genere, anche attraverso contributi ai centri anti violenza pugliesi, ai CAM (centri antiviolenza uomini maltrattanti) e ad enti del terzo settore specializzati.
“Finalmente la Puglia si dota di strumenti finalizzati nel concreto al contrasto della violenza di genere. Mai più violenze sulle donne ma perché questo non sia solo uno slogan era necessario dotarsi di misure concrete.
È stato approvato un nostro emendamento che reputo fondamentale ossia l’istituzione di un fondo di solidarietà per le vittime di violenza di genere.
La Lega aveva già presentato nel 2021 una pdl per la nascita di un “fondo di solidarietà”. In quel momento non c’erano le risorse per garantirne la nascita. Oggi, finalmente, all’unanimità il consiglio regionale vota a favore di questa misura”.
Così il capogruppo della Lega in consiglio regionale, Giacomo Conserva, esprime la sua soddisfazione per l’approvazione all’unanimità di un testo che vara l’istituzione di un fondo di solidarietà per le donne vittime di violenza.
“E’ una misura personale di carattere economico, che è cosa diversa e alternativa rispetto alle misure economiche nazionali previste per il contrasto alla povertà – spiega Conserva - si tratta di un’erogazione monetaria diretta alla donna vittima di violenza domestica, destinato a sostenere le spese relative alla riacquisizione dell'autonomia abitativa e personale, le spese mediche e le spese relative al percorso scolastico e formativo dei figli minori”.
Il consigliere Gianni De Blasi: “è una misura di civiltà che consente alle donne vittime di violenza di godere del sostegno delle istituzioni regionali, di un sostegno economico nella delicata fase di riconquista dell’autonomia abitativa, del percorso scolastico dei figli o di assistenza legale”. Il consigliere Fabio Romito: “è di grande importanza che il consiglio regionale si ritrovi unito nel reperire tutte le risorse necessarie a finanziare le azioni di prevenzione e contrasto della violenza di genere nonché i progetti di formazione e specializzazione di forze dell'ordine, giudici, avvocati, medici, docenti e studenti; una vera e propria task force che deve contrastare una violenza che riporta l’uomo alla preistoria”.
Il consigliere Joseph Splendido: “L’altro giorno ho avuto l’onore di partecipare al convegno sul tema “Il diritto di ESSERE Donna”, in consiglio regionale si è passati dalle parole ai fatti. Con un emendamento alla mozione presentato dalla Lega, abbiamo richiesto di prevedere, nel prossimo disegno di legge, l'istituzione di un apposito fondo di solidarietà, una misura personale di carattere economico, consistente in un'erogazione monetaria diretta alla donna vittima di violenza domestica, destinato a sostenere le spese relative alla riacquisizione dell'autonomia abitativa e personale, le spese mediche e le spese relative al percorso scolastico e formativo dei figli minori”.
La Giunta regionale, su proposta dell’assessora al Welfare Rosa Barone, ha approvato la Programmazione degli interventi rivolti agli uomini autori di violenza con uno stanziamento di complessivi € 600.632,00.
Le risorse saranno destinate al finanziamento dei CUAV (Centri per uomini autori di violenza) e sono altresì previste azioni di formazione e aggiornamento del personale coinvolto integrate da supervisione professionale, attività di informazione, sensibilizzazione e comunicazione, monitoraggio e raccolta dati. Nell’ambito delle attività, i risultati attesi sono: favorire la consapevolezza rispetto alle condotte violente per promuovere comportamenti non violenti nelle relazioni interpersonali, modificare i modelli comportamentali al fine di prevenire nuove violenze e ridurre il rischio di recidiva, aumentare le capacità di intercettare gli autori di comportamenti violenti per orientarli al cambiamento e favorire l’invio al servizio CUAV, aumentare il livello di sicurezza delle vittime e ridurre gli stereotipi legati ai generi.
Le attività saranno realizzate dai soggetti, pubblici e privati, gestori CUAV, che saranno selezionati attraverso Avviso pubblico al fine di verificare il possesso dei requisiti previsti dall’Intesa del 14 settembre 2022. Sarà costituita una cabina di regia regionale con i referenti dei soggetti selezionati al fine di monitorare e valutare l’attuazione degli interventi.
“Siamo soddisfatti di aver compiuto un altro passo avanti nella lotta alla violenza di genere. In tal senso, ribadiamo il nostro impegno, ovvero quello di continuare ad adottare ogni azione possibile anche nei confronti dell’uomo autore di violenza domestica con l’istituzione e l’adozione di attività e programmi specifici attraverso un lavoro di rete con tutti gli attori coinvolti, a cui rivolgo e ribadisco il mio grande e sentito ringraziamento. Occorre consolidare e potenziare quanto già avviato attraverso il progetto ‘Articolo 16: Rete CAM Puglia’, qualificando ulteriormente le equipe di lavoro nonché tutti i servizi della rete che devono essere in grado di intercettare situazioni di violenza, sospette o conclamate, ed indirizzare verso i servizi presenti sul territorio”, dichiara l’assessora Rosa Barone.
“Con l’approvazione della delibera odierna - spiega la direttrice del Dipartimento Welfare della Regione Puglia, Valentina Romano – potenziamo le attività di recente poste in essere con l’istituzione dei 6 CAM (Centri Ascolto Maltrattanti) operanti, uno per provincia, sul territorio regionale, in collegamento con le reti territoriali antiviolenza. I CAM pugliesi, partendo dalle proprie esperienze, nei diversi incontri realizzati hanno condiviso prassi e metodologie di intervento, modulistica e modelli per la raccolta dei dati e monitoraggio degli interventi. Potremo, così, incrementare i suddetti servizi con un piano di interventi specifico. Verrà quindi rafforzata la rete di partenariato composta da soggetti qualificati che dovranno collaborare nella realizzazione delle varie attività al fine di prevenire nuove violenze e ridurre il rischio di recidiva. Riteniamo, così, necessario implementare i percorsi formativi, di aggiornamento e di supervisione e soprattutto individuare strategie comunicative e di informazione rivolte alle comunità ed in particolare agli uomini, a cominciare dai più giovani, perché sempre più diventino consapevoli delle proprie azioni e condotte e siano in grado di chiedere l’aiuto necessario”.
La Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip presso il Tribunale di Foggia, su proposta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di un uomo settantenne di Ordona, sottoposto alle indagini preliminari in relazione al delitto di violenza sessuale aggravato, commesso nei confronti delle due nipotine, una delle quali da pochi giorni maggiorenne, fin da quando queste avevano all’incirca otto anni di età.
L’attività d’indagine condotta dal personale della Squadra Mobile della Questura di Foggia, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, ha permesso di raccogliere importanti elementi per sostenere che l’uomo, in più occasioni, mediante abuso dell’autorità di nonno e con la violenza, avrebbe costretto le due nipoti, di età inferiore ai 14 anni, a subire e/o compiere atti sessuali.
Il destinatario dell’ordinanza veniva rintracciato presso le sua abitazione e, al termine della redazione degli atti di rito, veniva associato presso la Casa Circondariale di Foggia a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Il procedimento pende nella fase delle indagini preliminari.
Va precisato che la posizione della persona coinvolta nelle predette operazioni di polizia è al vaglio dell’Autorità Giudiziaria e che la stessa non può essere considerata colpevole sino alla eventuale pronunzia di una sentenza di condanna definitiva.
La Polizia di Stato ha eseguito un fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia nei confronti di un uomo, per i reati, tutti aggravati, di maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale e violenza privata ai danni del figlio della moglie di soli 11 anni.
Per ragioni di opportunità e riservatezza della persona offesa non si fornisce la genesi e lo sviluppo dell’attività investigativa che ha portato, in tempi estremamente rapidi, all’emessine del provvedimento pre-cautelare. Infatti, la Squadra Mobile, coordinata dalla Procura di Foggia, immediatamente dopo la ricezione della grave notizia criminis ha posto in essere tutte le azioni necessarie al fine di salvaguardare la serenità psico-fisica della persona offesa, raccogliendo il maggior numero di informazioni possibili al fine di ricostruire l’esatta dinamica degli eventi.
Sulla base di tali elementi, tenuto conto della gravità dei reati ipotizzati e ritenuto fondato il pericolo di fuga del presunto autore, la Procura della Repubblica ha emesso un decreto di Fermo di indiziato di delitto eseguito dalla Squadra Mobile la sera del 16 agosto scorso.
Al termine degli atti di rito, l’uomo è stato associato alla Casa Circondariale di Foggia a disposizione dell’AG procedente.
Nel corso della mattinata odierna è stato celebrata l’Udienza di convalida del Fermo nel corso della quale il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Foggia, accogliendo la richiesta del Pubblico Ministero, ha disposto la Custodia Cautelare in Carcere.
È doveroso rappresentare che il presente procedimento pende nella fase delle indagini preliminari e che l’indagato, per questa vicenda, non può essere considerati colpevole sino a passaggio in giudicato della sentenza di condanna e che la sua posizione giuridica sarà oggetto di vaglio dell’Autorità Giudiziaria nel contradditorio tra le parti.
«È sconcertante quanto emerge dall’operazione ‘New Life’ dei Carabinieri del Comando provinciale di Foggia e del Gruppo Tutela della Salute di Napoli». Lo dichiara il dott. Michele Del Gaudio, Presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Foggia.
«Sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza a carico di 30 dipendenti della struttura accusati, a vario titolo e per differenti profili di responsabilità, -prosegue Del Gaudio- dei reati di maltrattamenti aggravati, sequestro di persona, violenza sessuale e favoreggiamento personale. Reati di inaudita gravità.
Si tratta di otto infermieri, sedici operatori socio-sanitari e due educatrici professionali dipendenti di Universo Salute, tre operatori sanitari assunti tramite agenzia interinale e un addetto alle pulizie della ditta appaltatrice del servizio.
L’OPI di Foggia condanna queste brutali violenze e vergognosi episodi avvenuti a danno degli ospiti della struttura ‘Don Uva’, e prende le distanze dagli infermieri e da tutti gli operatori coinvolti che gettano ombra sul sistema salute di capitanata.
Confidiamo -conclude- negli inquirenti che facciano chiarezza nel più breve tempo possibile su questa triste e buia vicenda».
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Una donna di 28anni, dopo maltrattamenti ed esser stata rinchiusa con la forza in casa, ha denunciato ai Carabinieri il suo ex compagno 30enne.
La denuncia della donna sarebbe partita dopo che l’uomo si è addormentato sul divano, momento propizio per allertare l’Arma, che sopraggiunta immediatamente sul luogo ha fermato l’uomo per poi arrestarlo, dopo aver accertato il caso.
La Polizia di Stato di Foggia, in particolare personale della Squadra Mobile, ha dato esecuzione ad un’ordinanza dispositiva degli arresti domiciliari, emessa dal GIP presso il Tribunale di Bari su richiesta della Procura della Repubblica di Bari, nei confronti di un ventiduenne foggiano, ritenuto gravemente indiziato di aver commesso i delitti di produzione di materiale pornografico, atti persecutori e lesioni ai danni di una minorenne.
L’attività investigativa ha preso avvio nel mese di aprile scorso a seguito delle plurime denunce sporte dalla madre della p.o. aventi ad oggetto presunte violenze fisiche e psicologiche arrecate dall’indagato alla figlia nel corso della loro relazione sentimentale.
L’ascolto di numerosi testimoni, l’acquisizione delle cartelle cliniche della minore e le consulenze psicologiche hanno permesso di raccogliere elementi di prova sui ripetuti abusi fisici e psicologici a danno della minore tali da integrare una persecuzione penalmente rilevante intercorsa da aprile a fine luglio scorsi. Per quanto ricostruito dalle indagini, l’indagato avrebbe anche girato un video a sfondo pornografico mentre consumava un rapporto sessuale con la minore che era sotto l’effetto di sostanze alcoliche e, dunque, non completamente capace di comprenderne la portata.
Il GIP di Bari nel vagliare positivamente il compendio investigativo ha evidenziato la manipolazione esercitata dall’indagato sulla minore, soggiogata da una vera e propria dipendenza affettiva tale da non farle prendere le distanze dal fidanzato nonostante un rapporto costellato da pugni e calci, insulti e un controllo asfissiante della propria vita privata.
Sì precisa che si è nella fase delle indagini preliminari e pertanto il quadro indiziario dovrà essere verificato e vagliato nelle successive fasi del procedimento, con il contributo delle difese e nel pieno contraddittorio delle parti.
Sembrerebbe controcorrente ciò che il dott. Giovanni Ciliberti pensa e scrive. Qualcuno, ora, dirà che è di parte. Non è così. Anzi, solo un’attenta e intelligente riflessione poteva ben spiegare il malanno che si nasconde dietro un altro, anche peggiore, spesso criminale, che non va assolutamente giustificato ma affrontato anche con la discussione per essere debellato. Tuttavia, la condanna rimane ferma, come lo sono abitudini, che Ciliberti, medico e direttore emerito U.O. Malattie Apparato Respiratorio Policlinico OO.RR. Foggia e già amministratore di Monte Sant’Angelo, cerca di spiegare per la sua lunga esperienza medica, sociale, dirigenziale.
«Nella mia lunga vita ospedaliera, vissuta per circa il 60% come responsabile del reparto, ho notato che di solito, tra coloro che si lamentavano per qualcosa inerente il ricovero, vi erano i parenti dei pazienti abbandonati in ospedale.
Quando durante le rare volte qualcuno veniva a trovarli, trovava qualcosa che non andava o si lamentava perché il personale non corresse la 100 mt alle sue chiamate.
Ho verificato anche che, salve poche eccezioni, i pazienti che non avevano fatto studiare i propri figli erano quelli che avevano più familiari attorno.
Mi ricordo di un paziente scaricato in ospedale che oltre ad avere un'importante patologia polmonare era affetto anche da una forma di demenza assai aggressiva.
Questo paziente aveva procurato non poche lezioni ad un infermiere di Manfredonia, che nonostante fosse un palestrato, subiva le sue aggressioni non riuscendo a controllarlo.
Quando 2 settimane dopo venne la figlia che lavorava al nord e che era stata da me chiamata perché il paziente da settimane era in dimissione, nonostante l'infermiere fosse ancora in malattia, minacciò di fare denunce a destra e manca.
Detto questo sto notando sui social e sui media accuse e condanne pesanti verso l'intera struttura della Stella Maris.
Io sono il primo a pretendere chiarezza e pene adeguate. Nel contempo mi piacerebbe che tutti gli ospiti delle RSA non fossero abbandonati nelle relative strutture anche perché la presenza continua dei familiari è un forte deterrente verso accanimenti di qualsiasi natura.
Nella struttura ospedaliera da me diretta, e questo lo può testimoniare tutto il personale in servizio, io controllavo ogni cosa tanto che a molti non ero simpatico.
Anche le RSA dovrebbero avere una figura apicale che controlli tutto quello che accade».
“Quanto sta venendo fuori dalle cronache che coinvolgono la residenza per anziani di Manfredonia ‘Stella Maris’ di Manfredonia è assolutamente riprovevole e merita tutto lo sdegno possibile, umano, sociale, politico e istituzionale. Violenze ed abusi sono inaccettabili ai danni di chiunque, figurarsi se ad essere vittime della bestialità restituita dalle notizie di queste ore sono i nostri pazienti fragili, i nostri anziani, ai quali una società degna di questo nome deve il massimo rispetto e la più nobile forma di assistenza. E’ per questo motivo che ho depositato interrogazione al governo regionale, segnatamente agli assessori alla Sanità Rocco Palese e al Welfare Rosa Barone, per chiedere l’istituzione di una commissione d’inchiesta per ciò che concerne la summenzionata RSA oltre che l’applicazione di tutti gli strumenti di cui dispone il governo regionale a deterrenza di simili fenomeni e per un monitoraggio ampio ed esaustivo dello stato dell’arte di questi centri sul territorio pugliese”. Lo dichiara il consigliere regionale foggiano della Lega Joseph Splendido. “E’ di tutta evidenza che sono completamente d’accordo con il mio segretario federale Matteo Salvini laddove sottolinea l’urgenza di telecamere di videosorveglianza in tutte le strutture italiane che hanno a che vedere con le fragilità. Sono troppe ormai le cronache che restituiscono quadri agghiaccianti di vessazioni e maltrattamenti che coinvolgono ogni fascia d’età, dai bambini ai nostri anziani, passando per i soggetti diversamente abili. Con la Lega al Governo questa misura diventerà realtà. Il 25 settembre è finalmente alle porte” conclude il consigliere.