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Enzo P.

Enzo P.

“Chiediamo la piena applicazione dei protocolli per la sicurezza sui luoghi di lavoro messi appunto per l’emergenza Covid-19. L’intero settore delle costruzioni (Edilizia, laterizi, lapidei, legno, cemento) richiede azioni straordinarie di tutela in un momento così delicato per tutto il Paese”.  La richiesta porta la firma dei Segretari Generali di FENEALUIL(Juri Galasso), FILCA-CISL (Urbano Falcone), FILLEA-CGIL Foggia (Giovanni Tarantella). 

“Questi settori sono già caratterizzati da anni da una profonda crisi produttiva e l’emergenza Coronavirus rischia di rendere ancora più insicura, precaria e vulnerabile la condizione di tante migliaia di lavoratori”, precisano Galasso, Falcone e Tarantella che rimarcano: “è indispensabile che i datori facciano quanto necessario per garantire la totale messa in sicurezza dei luoghi di lavoro. Non possiamo permetterci che cantieri, cave, fabbriche e altri luoghi di lavoro diventino possibili focolai di contagio”.

Altra questione strategica l’applicazione della cassa integrazione. “Non possiamo attendere i tempi tecnici necessari per l’erogazione di questo e di altri ammortizzatori sociali e strumenti di sostegno al reddito. Si tratterebbe, nella migliore delle ipotesi di un lasso temporale di 7-8 mesi. Troppo per tante migliaia di famiglie e operai che già vivono di precarietà e incertezza. È importante, è fondamentale che sia la controparte datoriale ad anticipare le somme in questione. Un’opzione che permetterebbe di “calmierare” una situazione che, altrimenti, rischierebbe di diventare esplosiva”.

Per FENEALUIL-FILCA/CISL-FILLEA/CGIL Foggia, “queste due misure consentirebbero a tutto il comparto delle costruzioni di fronteggiare l’attuale emergenza in maniera adeguata. Non possiamo permetterci il tracollo di tutto un settore di così vitale importanza per l’economia de Paese”. 

“La salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro sono una priorità assoluta. A maggior ragione in un settore come quello delle costruzioni dove i lavoratori non possono evitare di recarsi sul posto di lavoro. Chiediamo perciò a tutti i datori di lavoro uno sforzo ulteriore in ragione della grande emergenza che stiamo vivendo”. A chiederlo perentoriamente il Segretario Generale della Fenealuil Foggia, Juri Galasso. 

“Sebbene convinti della bontà delle misure messe in campo dal Governo per garantire risorse finanziarie ingenti, chiediamo una revisione profonda dei limiti e delle possibilità di utilizzo degli ammortizzatori sociali a favore dei lavoratori delle costruzioni. Già di solito questi lavoratori rappresentano, per tutta una serie di condizioni strutturali, una tra le categorie più vulnerabili del mercato del lavoro italiano. Chiediamo perciò uno sforzo straordinario per tutelare chi da sempre è sul fronte e rischia di non avere strumenti sufficienti per tutelarsi dal contagio”, conclude Galasso. 

In tutta Italia abbiamo registrato gravi rivolte dei detenuti che, probabilmente, guidati da un’unica “regia” hanno distrutto le carceri italiane cavalcando la paura del coronavirus, le immagini che tutti quanti abbiamo visto sono emblematiche e possono in parte far comprendere la cruda realtà; solo i poliziotti penitenziari, tuttavia, possono raccontare il terrore, la tensione, la paura e di guisa il grande coraggio.

Una tragedia nella quale abbiamo perso vite umane ( detenuti per overdose di farmaci) e molti poliziotti feriti che hanno dovuto ripristinare l’ordine e la sicurezza quasi a mani nude non avendo adeguati strumenti di protezione individuale.

La situazione di FOGGIA era già esplosiva prima dell’esigenza sanitaria del Paese ed è culminata nella “conquista” del carcere da parte dei detenuti e dalla successiva evasione di massa ( 80 ristretti, ancora latitanti 10), i pochi agenti in servizio non hanno, evidentemente, potuto evitare che tutto ciò accadesse, limitando con le poche risorse a disposizione che la situazione degenerasse completamente e riportando con molte difficoltà e con tanto professionalità la “sicurezza” nell’Istituto.

Nella mattinata odierna sono stati trasferiti più di 100 detenuti verso altri Istituti dalla sede di Foggia, una misura giusta e che riteniamo possa essere una prima “risposta” a coloro che credono di voler demonizzare lo Stato Italiano ed il sistema carceri.

Ci aspettiamo, ulteriori, provvedimenti da parte della politica e dell’Amministrazione per le violenze perpetrate e per gli ingenti danni alle strutture penitenziarie.

Perché è successo alla casa circondariale di Foggia? Le risposte sono diverse, innanzitutto la grave carenza di personale che è stata denunciata da tutte le OO.SS. , il grave sovraffollamento ( 600 detenuti ed una capienza regolamentare di poco superiore ai 350 posti detentivi) e sicuramente da non sottovalutare è la grave “forza” della criminalità dauna che come affermato dai magistrati dell’Antimafia in più occasioni “La mafia foggiana è più efferata della ‘ndrangheta” ed infatti proprio quest’anno è stata istituita la D.I.A. a Foggia.

In qualità di poliziotto penitenziario e segretario regionale della U.I.L. P.A. P.P. devo complimentarmi con i colleghi che in tutte le carceri pugliesi hanno evitato con professionalità, spirito di sacrificio ( turni super prolungati) che ci fossero altre situazioni simili a quelle di Foggia con la speranza che non si verifichino altre criticità.

La vicinanza a tutti gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria ed a tutto il personale è stata espressa anche dal segretario generale regionale della UIL PA Puglia FILIPPONE Edoardoche annuncia pieno sostegno alle prossime iniziative che la UIL Polizia Penitenziaria Puglia intende intraprendere per adeguare l’organico della Polizia Penitenziaria ridotto, drasticamente, con l’ultimo decreto ministeriale ( e relativo P.C.D.) sulla rimodulazione della piante organiche del 2017. 

             Stefano CAPORIZZI, segretario generale regionale UIL PA Polizia Penitenziaria

“Carenza di mascherine, camici e calzari "indispensabili per fronteggiare le situazioni assistenziali con pazienti a rischio, così come ribadito e imposto dalle recenti e specifiche linee guida ma anche di adeguati corsi di formazione”.

Questa la segnalazione che il Segretario Generale della UIL FPL FOGGIA, Gino Giorgione ha indirizzato alla direzione generale dell’ASL di Capitanata e degli Ospedali Riuniti. 

“È indispensabile mettere in campo ogni iniziativa utile per garantire la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori che quotidianamente si occupano in prima linea dell’emergenza “Corona Virus”. Queste donne e questi uomini stanno garantendo con professionalità una risposta all’altezza della complessità e della delicatezza della situazione. Perciò è necessario fare l’impossibile per metterli nelle condizioni migliori per operare”, conclude Giorgione che conclude: “Il nostro intento è cooperare affinché si individuino le soluzioni più idonee a vantaggio di medici, infermieri, operatori sociosanitari e personale amministrativo”. 

“Considerata la gravità della situazione chiediamo un incontro urgente al fine di tutelare i livelli occupazionali di CESAN e LACHIMER”. È questo il senso della richiesta che CISL,UIL, FISASCAT CISL, UIL FLP hanno inviato ai vertici della Camera di Commercio. 

“Il rischio di licenziamento di 25 lavoratori sta diventando in queste ore, purtroppo, un amaro, concreto dato di fatto. Pur comprendendo la gravità della situazione ed essendo animati dalla volontà di trovare una soluzione positiva e di comporre pacificamente la vertenza non possiamo permettere che si facciano pagare a 25 lavoratori scelte che, nel tempo, si sono rivelate improduttive. Quello che sappiamo con certezza è che questi lavoratori hanno fino ad ora garantito tutte quelle attività che hanno contribuito negli ultimi 30 anni, a rendere lustro e utilità al sistema Camerale di Capitanata. CISL, UIL, FPL, FISASCAT, ribadiscono totale contrarietà a qualsiasi licenziamento. Per tutti questi motivi daremo vita ad ogni azione di tutela e di protesta possibile al fine di scongiurare un’autentica sciagura che avrebbe un impatto terribile sul tessuto socioeconomico della Capitanata”.

La Deputata di San Severo del Movimento 5 Stelle, Carla Giuliano, ha richiesto un intervento diretto del Ministro dell’Ambiente in Provincia di Foggia.

In particolare la Parlamentare evidenzia che, nonostante il clamore mediatico dell’ultima vicenda conseguente l’operazione della DDA di Bari in materia di illecito smaltimento di rifiuti, all’attualità non vi siano informazioni chiare e concrete circa la natura dei rifiuti e la collocazione dei siti dove materialmente sarebbero depositati.

L’On. Giuliano ha dichiarato: “La strada intrapresa dalla Magistratura avrà i suoi tempi, ma all’attualità non è dato individuare i territori nei quali sono collocati gli imponenti sversamenti e quali, nelle more, i pericoli eventuali per la salute dei cittadini e per l’ambiente. Pertanto ho chiesto al Ministro Costa di interessare di tale analisi il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, così da acquisire con l’urgenza del caso le informazioni necessarie alla concreta tutela del territorio”.

La Deputata di San Severo ha poi concluso: “Infine, ma non per importanza, ho chiesto al Ministro anche di valutare l’opportunità di eventuali interventi di bonifica straordinari, tenuto conto dell’impatto cumulativo dei gravi e ripetuti episodi criminosi accertati in materia nella Provincia di Foggia”.

Il 5 marzo 2020 in una riunione presieduta dall’assessore al bilancio della regione Puglia, il foggiano Raffaele Piemontese, e alla presenza del comitato SEPAC di monitoraggio del sistema economico e produttivo delle aree di crisi della Regione Puglia, Dottor Stasi, è stato siglato un accordo che dopo due anni dalle intese raggiunte in prefettura, con le quali si ridava dignità ai lavoratori in quel momento dipendenti dell’azienda PromoDaunia, partecipata dalla provincia di Foggia, che per la recente riforma degli enti locali non poteva più essere mantenuta attiva, garantisce ai 28 lavoratori attualmente dipendenti dell’azienda S. Teresa S.p.A., un contratto a tempo indeterminato e quindi la stabilizzazione in uno dei servizi che la Regione Puglia da diversi anni reputa centrali sia per le Ragioni strettamente culturali ma anche di slancio e rilancio per l’economia regionale e del nostro territorio di CAPITANATA.

Un importante risultato ottenuto, e per nulla scontato, non solo grazie alla trattativa sindacale che va avanti da due anni, ma anche attraverso il giusto apporto di tutte le parti, tra cui quella regionale, e dell’Ass. to al Bilancio di Raffaele Piemontese, che ha garantito il finanziamento per i prossimi tre anni del servizio e con un accordo che prende forma con il mandato del teatro pubblico pugliese all’azienda S. Teresa Spa che continuerà a gestire il servizio coordinato con la gestione del Polo Biblio museale.

Un primo passo concreto - affermano soddisfatto i segretari generali di Filcams, Fisascat e Uiltucs, Villani, Sgobbo, Dota - per la stabilizzazione di questi 28 lavoratori, da tempo impegnati nei servizi di valorizzazione, gestione, accoglienza e assistenza al pubblico di biblioteche, musei, pinacoteche e info point turistici nella provincia di Foggia.

Un certosino lavoro fatto in questi due anni, anche sotto traccia, ma che ha visto le parti coinvolte discutere in maniera costruttiva, competente ed attenta non solo alla salvaguardia dei livelli occupazionali e reddituali dei lavoratori e lavoratrici, ma anche nel cercare di fornire servizi qualitativamente importanti e con la consapevolezza nel garantire le giuste aspettative e tutelare tutte le posizioni con un occhio al prossimo futuro.

Si dà atto della grande attenzione della politica regionale nella persona di Piemontese, a questo particolare servizio, con la certezza che l’interlocuzione futura, sia per migliorare le condizioni di lavoro di questi lavoratori, sia della resa del servizio al quale il progetto è rivolto, sarà proficua per tutto il nostro territorio.

“In sintonia con la decisione della UIL nazionale, anche la UIL FOGGIA, con una decisione presa dalla Segreteria Generale tutta, a partire da domani, 6 marzo, destinerà al personale della nostra Confederazione avente un figlio di età inferiore a 16 anni, la possibilità di usufruire del congedo parentale straordinario fino al 15 marzo 2020”. A dichiararlo, Gianni Ricci, Segretario Generale UIL Foggia. 

“È un momento molto delicato e, anche di sofferenza, per tante famiglie e per tanti italiani e cittadini della Capitanata. Per questo, a seguito del Decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri che dispone la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado, abbiamo voluto estendere questa opportunità ai dipendenti della UIL Foggia, sperando che anche altre realtà adottino tale iniziativa al fine di agevolare tante famiglie del nostro territorio”, conclude il Segretario Generale UIL FOGGIA. 

È emerso con chiarezza nel pomeriggio di martedì 25 u.s., durante il tavolo di trattative con UIL FLP e FISASCAT CISL che rappresentano tutti i lavoratori coinvolti in questa amara vicenda chge l'intento è di far pagare ai lavoratori di CESAN e LACHIMER, aziende speciali della Camera di Commercio di Foggia, responsabilità che nulla hanno a che vedere con il taglio di posti di lavoro.

Eppure i sindacati hanno cercato di comporre nella maniera più consona la vertenza, mettendo sul tavolo proposte e soluzioni ragionevoli, per risolvere la questione, e che puntualmente sono state rinviate al mittente.

Rimane quindi la considerazione amara che forse è volontà politica mettere fuori 25 lavoratori che fino ad ora hanno garantito tutte quelle attività che hanno contribuito negli ultimo 30 anno, a rendere lustro e utilità al sistema Camerale di Capitanata.

Perché è su questi numeri che si deve riflettere: 25 famiglie a rischio, a fronte di 30 anni di impegno profuso a favore di un territorio già provato e sofferente, per la mancanza di visione di una classe dirigente che con troppa superficialità scarica sui lavoratori ogni responsabilità, relativa ad un presunto recupero nell'ordine di circa 250.000 euro.

Numeri che fino allo scorso anno facevano gridare al miracolo della salvezza dei conti dell'Ente camerale (dicembre 2018), esaltando il raggiungimento del pareggio di bilancio annunciato con enfasi a mezzo stampa dall'allora Presidente Fabio Porreca, e che poi all'improvviso a meno di un anno di distanza, novembre 2019 mettevano in discussione la sostenibilità dei costi strutturali delle Aziende. Proprio Camera di Commercio in qualche atto di indirizzo politico assunto per l'anno 2020, confermava il ruolo operativo e strategico delle Aziende speciali, anche a fronte dell'avvenuto cambio di presidenza, che lasciava comunque invariata la costituzione degli organi di governance.

Delle due l'una: o prima si era stati visionari e troppo superficiali, o adesso qualcosa è sfuggito di mano. Un piano di riorganizzazione, ad esempio, chiesto a gran voce dai lavoratori e dalle rappresentanze sindacali durante ogni incontro formale e informale che pure è sin qui intercorso con la parte datoriale; piano che deve però passare in rassegna tutti gli elementi del sistema camerale foggiano, comprese le decisioni che sono urgenti e necessarie sulla destinazione della sede di Via Dante, abbandonata all'inesorabile degrado, sotto gli occhi di tutti, e che passa dalla decisioni assunte dalla Giunta camerale per la Segreteria Generale, non più tardi dello scorso agosto.

Passando poi dalle improvvise dimissioni di Porreca all'elezione di Damiano Gelsomino, agli inizi di gennaio 2020. senza tralasciare la recente vicenda del bando per l'affidamento di un incarico esterno per un avvocato giuslavorista, di emanazione dell'attuale Segretario Generale, che con una determinazione dirigenziale – poi ritirata, e che evidenziava tutte le anomalie e le imprecisioni di quella procedura pubblica; oltre alla incongruenza di una scelta che sembrava animata dalla necessità di affidare un incarico estero all'Ente per ridurre i costi di personale delle Aziende Speciali, a fronte del fatto che invece la Camera dispone di tale professionalità specifica, con un Ufficio legale strutturato al suo interno.

Ancora, nel dicembre 2019 Camera di Commercio affidava ad alcune associazioni datoriali risorse e attività fino ad allora di pertinenza esclusiva delle Aziende Speciali, per un importo complessivo di circa 70.000 euro.

O come la vicenda del bando per la selezione di un Dirigente, che sembrava essere una necessità impellente fino all'autunno 2019 e poi, in prossimità della definizione dei bilanci di previsione, veniva revocato. O ancora, i 300.000 euro che la Corte dei Conti imponeva di iscrivere a bilancio, a seguito di sentenza sulla vicenda dello stipendio d'oro dei dirigenti apicali Di Mauro e Santoro, oggi in quiescenza, per il recupero realizzato dall'Ente delle somme percepite dagli stessi. Cifra che a tutt'oggi non è stata iscritta nel bilancio di previsione dell'Ente. Perché? Volontà? Mancanza? Calcolo?

Sembra che con i conti si abbia qualche difficoltà. Ma non a far quadrare, che pure sarebbe ovvio e facile con queste premesse e con qualche attenzione necessaria, ma proprio in sede di redazione dei documenti contabili e finanziari. E con gli atti di disposizione dell'Ente.

L'elenco, già corposo, potrebbe continuare, citando ad esempio le collaborazioni affidate in questo periodo ad alcune Agenzie di sistema camerale nazionale, per attivare servizi digitali, anch'essi già erogati dalle Aziende Speciali.

Se crisi c'è questa deve essere evidenziata non solo con le cifre che oltretutto allo stato dei fatti sono esposte con un avanzo di gestione di circa 100.00 euro, ma anche con comportamenti coerenti con tale presunto stato.

E invece incoerenti sono le scelte fin qui esposte. Che danno il senso di un Ente che non vive una situazione di crisi, ma che assume atti di indirizzo e disposizione che fanno presumere una solidità che poi si smonta solo in fase di esposizione dei bilanci, sulle voci che riguardano, guarda caso, proprio le Aziende Speciali.

La Camera di Commercio è un ente pubblico, vale la pena sottolinearlo anche in questa sede, che per la propria attività si è dotato, già dal 1987 di 2 Aziende Speciali, CESAN e LACHIMER, bracci strumentali della casa madre che non hanno autonomia funzionale né finanziaria, oltre a mancare di personalità giuridica, per cui dipendono necessariamente dalla madre camerale, alle quali la governance camerale attribuiva funzioni di supporto al sistema locale, con indirizzi specifici e specialistici – internalizzazione, digitalizzazione, marketing territoriale, turismo, formazione manageriale, comunicazione, analisi chimico merceologiche, qualità e sicurezza, analisi sui materiali da costruzione.

La Aziende Speciali, gestiscono inoltre tutta la partita dei progetti nazionali e regionali di sistema camerale, o almeno fin qui così è stato per precisa volontà dell'Ente consolidata nel corso di un trentennio, compresi quelli attivati con i fondi ricavati dall'aumento del 20% del diritto camerale che le imprese sono tenute a corrispondere ogni anno. Gestiscono inoltre 4 progetti a valere sui programmi INTERREG dell'UE, per un valore complessivo di circa 600.000 euro che sono stati portati in Camera di Commercio dalle Aziende Speciali e riversati nelle casse dell'Ente. Insomma il valore di tutte quelle attività che fino ad oggi sono state il fiore all'occhiello della Camera di Commercio, determinando uno sviluppo reso in servizi al tessuto economico della nostra provincia e alle nostre imprese. Valore che a numeri fatti coincide si con i costi del personale, ma che quel personale “speciale” riversa con il proprio lavoro in interventi economici sul territorio.

È scandaloso che a farne le spese siano i lavoratori.

Con grande senso di responsabilità il sindacato ha cercato di mettere la stabilità occupazionale come punto cardine di un accordo che da subito ha avuto momenti di forte contrapposizione, dove abbiamo nostro malgrado perso tempo con una parte datoriale che ha, come unica finalità, la riduzione di personale ad ogni costo e forse anche in modo discrezionale, visto che ad oggi non abbiamo ancora ricevuto un'apertura a considerare la questione nella complessità che si addice ad una manovra di questo tipo, magari a fronte di un piano razionale e ragionevole per arrivare ad una soluzione condivisa e calibrata” esprimono i sindacati congiunti.

Insomma un pasticciaccio che si ingarbuglia sempre di più e che evidenzia una sola cosa: un cambio di rotta improvviso e ingiustificato con l'unico obiettivo di sacrificare professionalità, conoscenze, esperienze, valore umano, in barba a 25 persone che rischiano di rimanere a casa e per un malgoverno che come al solito sacrifica solo chi ha lavorato sempre con impegno e dedizione.

Le sigle sindacali congiunte auspicano che in un breve lasos di tempo si riesca a trovare una definitiva soluzione.

Va da sé che si metteranno in atto tutte le azioni necessarie a proclamare lo stato di agitazione dei lavoratori seguito da sit in di protesta fino ad arrivare a giornate di sciopero.

“Gino Giorgione saprà mettere le sue doti umane, morali e sindacali al servizio di questo nuovo prestigioso incarico pubblico”. Così la UIL FOGGIA commenta la nomina di Gino Giorgione, Segretario Generale UIL FPL FOGGIA, in qualità di Componente del Comitato Provinciale INPS e della Commissione Speciale dipendenti pubblici INPS Foggia. La nomina è effettiva dal 12 febbraio scorso, data di insediamento degli organismi.

“Competenza, passione, trasparenza e determinazione hanno caratterizzato tutta la carriera sindacale di Giorgione. E noi siamo certi che saprà “spenderli” proficuamente anche in questa nuova e delicata mansione pubblica. In bocca al lupo!”, conclude UIL FOGGIA. 

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