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Santanastasio: “In Italia abbiamo 31.137 siti culturali a rischio alluvioni. Dobbiamo pianificare una mitigazione del rischio idrogeologico per tutelare il nostro patrimonio storico”.

“L'Italia è uno straordinario museo all'aperto con 53 siti Unesco e oltre 200.000 beni architettonici, monumentali e archeologici. I Beni Culturali potenzialmente soggetti a fenomeni franosi sono 11.712 nelle aree a pericolosità elevata e molto elevata; raggiungono complessivamente 37.847 unità se si considerano anche quelli ubicati in aree a minore pericolosità. I monumenti a rischio alluvioni sono 31.137 nello scenario a pericolosità media e raggiungono i 39.426 in quello a scarsa probabilità di accadimento o relativo a eventi estremi. Per la salvaguardia dei Beni Culturali, è importante valutare anche lo scenario meno probabile, tenuto conto che, in caso di evento, i danni prodotti al patrimonio culturale sarebbero inestimabili e irreversibili. I comuni a rischio idrogeologico sono il 91% di quelli italiani, ma: in nove Regioni (Valle D'Aosta, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Molise, Basilicata e Calabria) la percentuale sale al 100%. L'Abruzzo, il Lazio, il Piemonte, la Campania, la Sicilia e la Provincia di Trento hanno percentuali di comuni a rischio tra il 90 e il 100%”. Lo ha dichiarato Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale ArcheoClub d’Italia impegnata da 50 anni nella tutela del patrimonio archeologico, culturale, artistico e naturalistico dell’Italia. E nei prossimi giorni ArcheoClub d’Italia con i suoi referenti dal territorio che sono archeologi, geologi, architetti,esperti di beni artistici e storici, renderà note alcune storie di siti “secondari” ma che secondari non sono e che potrebbero essere potenzialmente a rischio idrogeologico.

La grande opera dovrà essere la sicurezza del territorio per evitare che oltre alla perdita di vite umane si possa perdere anche il patrimonio culturale del Paese.

“E’ il momento di avere un’idea di Italia ed un’idea precisa e futura. ArcheoClub D’Italia è presente sul territorio nazionale con ben 140 siti gestiti dai nostri soci che sono 4400 – ha concluso Santanastasio – e siamo pronti a fornire il nostro contributo nell’ambito di una pianificazione da elaborare nel campo della tutela dei beni a rischio. Ricordo che noi siamo già attivi anche in Protezione Civile. L'immenso patrimonio archeologico – ha proseguito Santanastasio - storico - artistico, architettonico e ambientale presente sul territorio italiano costituisce da sempre una grande attrattiva per il mondo intero; custodirlo e valorizzarlo, richiamando i cittadini alla responsabilità e al dovere di collaborare con le istituzioni, in primis le Amministrazioni locali, le Università, le Soprintendenze, i Poli Museali, è stata la premessa sulla quale i fondatori hanno posto le prime basi. Da 50 anni valorizziamo e talvolta siti culturali nazionali importanti, prendiamo cura del patrimonio artistico ed ambientale dell’Italia”.

"Il MAT incontra", un ciclo di incontri virtuali tematici on-line, trasmessi in diretta Facebook sulla fan page del MAT Museo dell'Alto Tavoliere (https://www.facebook.com/museoaltotavoliere) di San Severo. Martedì 15 dicembre, alle ore 18.30, sarà la volta della MUSCLES Edizioni Underground, casa editrice in autoproduzione di Agropoli, che si occupa principalmente di cultura underground degli anni Settanta e Ottanta, con produzione di albi, libri, riviste, mostre e eventi, rappresentata da Michele Mordente, esperto di fumetto e di fanzine che, attraverso un lavoro di ricerca attento e scrupoloso, ha curato numerosi e preziosi volumi. 

Nel corso dell’incontro, a cui prenderà parte anche lo storico dell’arte Puca Jeronimo Rojas Beccaglia, si discuterà delle produzioni passate e future edite dalla MUSCLES, ponendo particolare attenzione al volume “Il murale di Andrea Pazienza a Napoli”, uscito il 12 dicembre, primo fascicolo della collana asSAGGI, dedicato al murale realizzato da Andrea Pazienza a Napoli durante la 4a Fiera del Fumetto tenutasi alla Mostra d'Oltremare, il 3 maggio 1987. La pubblicazione indaga l'iconografia dell'opera, racconta la performance di Paz e esplora la materia dell'opera attraverso il restauro del 2010. Oggi, il murale non è accessibile al pubblico e questo nuovo parto della Muscles lo porta idealmente fuori dalle mura dove è relegata offrendo strumenti di comprensione della sua importanza sperando di contribuire così in un futuro non lontano alla sua 'liberazione'. Il volume è stato curato da Michele Mordente, con la collaborazione di Domenico Migliaccio e Puca Jeronimo Rojas Beccaglia.

L'incontro, moderato da Antonello Vigliaroli, operatore culturale del MAT e referente del centro di documentazione SPLASH Archivio 'Andrea Pazienza', sarà preceduto dai saluti della dott.ssa Elena Antonacci, direttrice del MAT. 

Appuntamento martedì 15 dicembre, alle ore 18.30, sulla pagina Facebook del MAT Museo dell'Alto Tavoliere.

A Foggia esisteva un tempo una caratteristica chiesetta dedicata a Santa Lucia, essa era annessa al convento di clausura del Santissimo Salvatore, che ospitava le monache dell’ordine fondato dalla Venerabile Suor Maria Crostarosa.

La chiesetta con il monastero erano nel luogo ove oggi è il Municipio, fu abbattuta, infatti per erigervi questa struttura durante il fascismo, distruggendo un caratteristico angolo del nostro centro storico e rubandoci una importate memoria storico monumentale.

La tradizione di festeggiare la Santa martire siracusana Lucia, però, non fu cancellata, venerata sia dai cattolici, che dagli ortodossi, la sua ricorrenza il 13 dicembre è un appuntamento a cui non si rinuncia!

Nella città di Foggia, abbattuta la sua chiesetta, il suo culto è rimasto vivo presso l’attuale chiesa dedicata all’Arcangelo Michele ed ancora oggi, ogni anno, collegata alla tradizione religiosa , un’altra particolare tradizione, ma gastronomica, è protagonista delle nostre tavole, quella di lessare le fave secche per poi donarle anche ai propri vicini.

Questa usanza è ancora diffusa anche in altre contrade della Puglia, come sul Gargano, ove i piatti delle fave di Santa Lucia, vengono anche offerti per le anime dei defunti,

Vi chiederete perché le fave, ebbene questi legumi, per la loro forma, nella tradizione popolare ricordano gli occhi della Santa, che è ritratta con in mano un piattino contenente i suoi occhi.

Secondo la tradizione popolare questi le furono cavati prima di morire, verso la fine e del III secolo dopo Cristo, perseguitata perché cristiana, ma nessuna fonte descrive questo martirio se non verso il XV secolo, quando forse, collegata all’etimologia del nome: Lucia dal latino lux luce, si diffuse la tradizione che la vuole protettrice della vista.

Sostituendo in tal modo, come per tanti altri Santi cristiani, il culto della dell’antica Artemide, dea pagana della luce, raffigurata con in mano due torce.

La tradizione di cucinare il piatto di fave, fatta risalire dalla devozione popolare a quello che è considerato l’unico alimento della Santa durante la sua prigionia prima del martirio, ha anch’essa radici pagane.

Infatti, in un antico rito pagano descritto da Ovidio, le fave arricciate venivano anche offerte per devozione alle anime dei morti.

Molte altre usanze gastronomiche sono comunque collegate a questa Santa martire siracusana che, orfana di padre, dopo aver assistito alla miracolosa guarigione della propria madre, decise di consacrarsi a Dio.

A Siracusa, sua città natale, il pane e la pasta, in occasione della sua ricorrenza il 13 dicembre, vengono sostituiti dal riso, dalle panelle a base di ceci e dalla cuccia, pietanza a base di grano bollito e ricotta.

Ancora, in tutto il meridione, ma soprattutto in Puglia e Sicilia, si preparano gli occhietti di Santa Lucia, squisiti dolcetti realizzati con farina, latte, zucchero ed uova, che ricordano come la Santa sia la protettrice della vista; altre versioni fanno derivare invece questi dolcetti dai chicchi di grano che una colomba portava alla Santa durante la sua prigionia per sfamarla.

Il culto di Santa Lucia, giovanissima martire siciliana, è molto diffuso anche nei paesi del nord Europa, ove la Santa, simbolo della luce che squarcia il buio della latitudini settentrionali, è particolarmente venerata, non solo dai cattolici.

In Scandinavia la Santa, nel giorno della sua ricorrenza si svolgono suggestive processioni.

Santa Lucia è infatti rappresentata da una ragazza a cavallo di un asinello, eletta tra le fanciulle del luogo, con in testa una corona fatta di candele, a ricordo della luce e vestita con un abito bianco, rappresentante la verginità della Santa ed una fascia rossa, come il sangue del martirio.

Seguono la Santa, altre ragazze vestire di bianco che intonano con lei canti e nenie e portano piccoli doni, prima di Santa Klaus, un altro santo del Sud, il nostro San Nicola, ai bambini più piccoli.

 

L’Amministrazione Comunale, Assessorato alla Cultura, in occasione delle festività natalizie, ha programmato con il personale della Biblioteca “Alessandro Minuziano” una serie di incontri di lettura on line a tema, rivolti ai bambini e ai loro genitori, che verranno pubblicati sulla pagina Facebook “Assessorato alla Cultura di San Severo”. Gli incontri di lettura avranno luogo nella settimana dal 17 al 23 dicembre 2020.

Si comunica che la Biblioteca continuerà ad essere chiusa al pubblico in quanto stanno procedendo i lavori previsti dal progetto “#Liberlibri”, sia quelli riguardanti l’adeguamento della struttura sia quelli di ricognizione fotografica dei preziosi volumi del Fondo Antico che il personale sta realizzando al fine di consentire la digitalizzazione. Inoltre, a breve terminerà la catalogazione dei volumi acquistati grazie al finanziamento ottenuto dal Mibact nell’ambito dei Fondi stanziati per il sostegno all’editoria, che andranno ad incrementare ed arricchire il patrimonio librario della Minuziano.

“Le attività in corso - dichiarano il Sindaco Francesco Miglio e l’Assessore alla Cultura Celeste Iacovino - seguono l’indirizzo culturale della nostra programmazione che pone la Biblioteca Comunale come punto fondamentale di riferimento dell’intera cittadinanza, all’interno del contesto culturale, in cui si svolgono incontri, convegni, dibattiti, laboratori, corsi, iniziative didattiche e formative; un luogo aperto quindi anche a un pubblico non abituale con un’offerta diversificata e modulata per rispondere alle esigenze di un ampio target. La finalità è quella di comunicare il nostro enorme patrimonio culturale e librario in relazione a temi e curiosità non solo legate alla storia ma anche al contemporaneo, tenendo costantemente presente l’aspetto formativo e divulgativo e di crescita culturale”.

L’apertura al pubblico della Biblioteca Comunale “A. Minuziano” riprenderà con il termine dei lavori; sarà, comunque, possibile per il pubblico contattare direttamente il personale della Biblioteca a mezzo email al seguente indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e telefonicamente al numero 0882339618 nei seguenti giorni: dal lunedì al venerdì mattina dalle 8.30 alle ore 13.30 e il lunedì e mercoledì pomeriggio dalle 16.30 alle ore 18.30.

L’evento online sulla piattaforma e-learning di UniFG l’11 Dicembre a partire dalle ore 17.

UNIVERSITÀ DI FOGGIA | PRESENTAZIONE DEL LIBRO IL VIRUS NELLA MENTE

L’Università degli Studi di Foggia, in collaborazione con la libreria Ubik e con la Fondazione Apulia Felix, organizza, in data 11 Dicembre prossimo venturo, l’evento di presentazione del libro Il Virus nella Mente, edito per le Edizioni Wip di Bari, e scritto dal professor Antonello Bellomo, direttore della Cattedra di Psichiatria e docente di Storia della Medicina presso Unifg.

L’incontro, condotto dalla professoressa Rossella Palmieri, delegata rettorale alla comunicazione e ai rapporti col territorio, ed organizzato dal dottor Tommaso Campagna, Responsabile per gli Eventi di Terza Missione di Unifg, vedrà la partecipazione dell’autore, e sarà introdotto dal professor Giovanni Messina, delegato rettorale alla Terza Missione.

La serata avrà inizio alle ore 17, e si svolgerà in modalità agile, sulla piattaforma e-learning dell’Università degli Studi di Foggia, all’indirizzo presente sulla locandina dell’evento.

La partecipazione è aperta a tutta la cittadinanza, all’università e alle scuole del territorio, che potranno collegarsi online come ospiti.

Si parlerà delle maggiori epidemie della storia umana e delle loro ripercussioni sui comportamenti reiterati e sul benessere psico-fisico delle popolazioni colpite.

Interverrà la professoressa Antonietta Pistone, autrice della presentazione al testo.

L’attuale piazza XX Settembre di Foggia si sviluppò maggiormente dopo la costruzione del palazzo della Regia Dogana delle Pecore e venne poi chiamata largo Palazzo ed ancora, insediatasi la Prefettura negli ex uffici della Regia Dogana, questo spazio urbano, per un certo tempo, prese il nome di piazza Prefettura.

La piazza, che è una delle più grandi ed ariose della città di Foggia, è molto ricca di storia ed ancora oggi è uno dei pochi ambienti urbani che non ha subito grandi stravolgimenti edilizi e forse anche una delle più belle ed intatte d’Italia con la sua cortina di vecchi ed eleganti edifici immutati da secoli che ci raccontano la sua storia.

Questo spazio, infatti, è ancora contornato da vari palazzi settecenteschi ed ottocenteschi, che con le loro decorose facciate formano una raffinata cornice a questo luminoso slargo.

Tra questi palazzi, proprio a destra della neoclassica chiesa dedicata a San Francesco Saverio, tra le vie Parisi e Salomone, mostra sulla piazza il suo prospetto principale uno dei palazzi foggiani appartenuti alla famiglia Barone.

L’edificio fu sede per vari anni degli uffici amministrativi dell’Archivio di Stato di Foggia, trasferitisi in seguito nello splendido palazzo Galiani-Battipaglia-Filiasi, la cui facciata si apre decorosa sulla stessa piazza XX Settembre.

Il palazzo Barone, costruito probabilmente nella seconda metà del Settecento, è citato nel 1803 fra la documentazione della Regia Dogana come: casa palaziata al largo del Palazzo Doganale… di proprietà di D. Diodato Barone.

Composto da due piani superiori, il palazzo è caratterizzato da una serie di eleganti decorazioni architettoniche minori: bugne, mascheroni, aggettanti cornici marcapiano, mensole, volute, architravi con conchiglie litiche, lesene dai capitelli ionici e graziosi ferri inginocchiati a protezione dei balconi.

Prima del tetto, in via Parisi, ci colpisce un antico doccione in pietra che raffigura un corpo femminile, dai seni prosperosi, da cui doveva forse scorrere un tempo l’acqua piovana dei tetti.

Questo artistico doccione è però mutilo della testa femminile, forse staccatasi e mai ricostruita, oppure asportata ed oggi dispersa.

Il doccione, che pare, per la sua figura slanciata, la polena di una nave, ricorda una leggenda collegata all’acquartieramento, nei primi anni dell’800, delle truppe francesi nella città di Foggia.

Gli ufficiali con al seguito i loro familiari dovevano essere ospitati presso le famiglie notabili delle città ove stazionavano per ragioni di stato ed un alto ufficiale francese con la sua bellissima mogliettina, Louise, prese alloggio proprio nel palazzo Barone.

Si narra che tra la servitù della famiglia proprietaria del palazzo vi fosse un bel giovanotto che, vuoi per l’avvenente bellezza, vuoi per il fascino della francesina e le lunghe assenze dell’ufficiale impegnato in manovre militari nella nostra provincia, s’innamorò di Louise.

Gli sguardi silenziosi, fecero più delle parole e gli occhi languidi di noia della bella francesina cedettero presto al segreto amore.

La primavera incalzava ed i due amanti, desiderosi di respirarne il tiepido fiato e gustare le luminose giornate che incalzavano il calendario, in lunghe camminate nelle campagne intorno alla città, furono infine scoperti.

Il generale informato da alcuni gelosi delatori, non potendo abbandonare i suoi impegni militari, ordinò subito alla moglie Louise di tornare in Francia.

Disperata in seguito a quest’ordine, la follia prese il sopravvento sulla disperazione della bella francesina per l’ordine di ritornare immediatamente in Francia e preferì togliersi la vita; si suicidò lanciandosi nel vuoto dal secondo piano del palazzo ov’era ospite, da una vecchia finestra che si apriva in via Parisi.

Il suo corpo non fu mai trovato, esso restò subito pietrificato nell’elegante doccione di pietra dalle forme femminili, che ancora oggi sovrasta la finestra in questione.

 louise francesina pietrificata PalazzoPrefetturaFG

All’interno il palazzo, diviso col tempo tra più proprietari, presenta ancora spaziosi appartamenti, raggiunti da un’antica scalinata di pietra che prende luce da alcune finestre barocche.

Da queste aperture, la vista spazia libera sui tetti delle abitazioni circostanti, donando al visitatore ritagli di panorama ricchi di suggestioni sui quartieri settecenteschi sorti nei pressi del palazzo della Regia Dogana.

Gli stessi che, chiuso nella sua tristezza, il giovane amante di Louise dovette infine salutare per farsi volontario nell’esercito, al fine dimenticare le sue pene d’amore in certa di morte o fortuna sui campi di battaglia!

La povera Louise, invece, decapitata, mostra ancora le sue belle forme a chi alza lo sguardo verso il tetto del palazzo lungo il prospetto che si affaccia tuttora in via Parisi, ricordando la sua storia d’amore e disperazione!

 

Nel 2021 Monte Sant’Angelo e il sito seriale “I Longobardi in Italia” celebreranno i 10 anni dal riconoscimento UNESCO. Le tracce longobarde del Santuario di San Michele Arcangelo, infatti, insieme ai Beni di Cividale del Friuli, Brescia, Castelseprio-Torba, Spoleto, Campello sul Clitunno e Benevento dal 25 giugno 2021 sono iscritte nella prestigiosissima Lista dei beni Patrimonio Mondiale dell’Umanità tutelato dall’UNESCO. Per la Città pugliese che detiene ben due riconoscimenti UNESCO (l’altro è rappresentato dalle faggete vetuste della Foresta Umbra) e il sito seriale fondamentale è il Piano di gestione UNESCO che ci si appresta ad aggiornare per il prossimo quinquennio accompagnati da Links Foundation. “Sarà un Piano di gestione partecipato che sarà condiviso con tutti gli stakeholder per creare un documento strategico e di coordinamento operativo” – spiega il Sindaco Pierpaolo d’Arienzo. Giovedì 3 dicembre, infatti, si terrà l’incontro online “Monte Sant’Angelo 2025: la vision, le strategie”. Tutte le info su www.italialongobardi.it

All’incontro – che sarà trasmesso dalle ore 15 in diretta streaming sulla pagina Facebook istituzionale del Comune di Monte Sant’Angelo – oltre al Sindaco d’Arienzo e all’Assessore alla cultura e al turismo Rosa Palomba, hanno confermato la loro partecipazione e porteranno il loro contributo: il Vicepresidente della Regione Puglia Raffaele Piemontese, dall’Ufficio UNESCO del Mibact e referente Legge 77/2006 Angela Maria Ferroni, il Presidente del Parco del Gargano Pasquale Pazienza, i professori Ponzio e Aulisa dell’Università degli Studi di Bari, l’Arcivescovo Mons. Franco Moscone e il Rettore del Santuario Padre Ladislao Suchy, il Presidente della Camera di Commercio Damiano Gelsomino, i comuni di Andria e Alberobello, altri importanti ospiti istituzionali e i rappresentanti di diverse imprese e associazioni culturali.

FINO AL 4 DICEMBRE LA MARATONA DIGITALE LONGOBARDA - L’Associazione Italia Langobardorum – che la scorsa settimana ha eletto il nuovo Presidente, l’Assessora di Benevento Rossella Del Prete che succede alla Vicesindaca di Brescia, Laura Castelletti - è la struttura che gestisce il sito seriale “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)”. È nata nel 2008 ed ha sede presso il Comune di Spoleto. È costituita dai Comuni di Benevento, Brescia, Campello sul Clitunno, Castelseprio, Cividale del Friuli, Monte Sant’Angelo, Spoleto, dalla Fondazione CAB-Istituto di cultura Giovanni Folonari e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

Passati quasi 10 anni dall’ingresso nella Lista del Patrimonio Mondiale, per l’Associazione Italia Langobardorum è arrivato il momento di fare il punto e aggiornare il Piano di Gestione, in maniera partecipata, all’insegna dell’innovazione e della continua valorizzazione del Sito che patrocina e gestisce.

Un anno infausto per l’organizzazione di tavoli condivisi e di incontri, ma la ferma volontà del comitato di gestione nel voler comunque trovare la modalità più consona affinché il lavoro di realizzazione del piano sia “condiviso” ha portato alla sua ideazione al 100% online e virtuale. Per la prima volta in Italia, un momento di così profonda importanza per un’associazione come quella longobarda che già di suo, nel racchiudere i siti di sette città diverse, contiene insita la necessità dello spostarsi per poter progettare insieme, diventa virtuale e interattivo per coinvolgere i partecipanti e promuovere al meglio la co-progettazione e la relazione.

La soluzione trovata è stata l’ideazione e la realizzazione di una piattaforma online sulla quale programmare incontri virtuali, con la modalità dell’”Hackathon”.

Si è pensato ad una agenda condensata in quattro giorni (dall’1 al 4 dicembre) in cui si concentreranno tutti gli incontri di partecipazione, sia delle singole componenti, sia di rete, insieme ad alcune attività informative e divulgative. Sarà reso disponibile sulla piattaforma un form, per raccogliere progettualità e idee utili alla stesura finale del documento. Una chat rimarrà attiva quotidianamente per rispondere a domande, curiosità, e per assistere gli utenti nell’uso della piattaforma. Le attività realizzate, il numero di persone coinvolte e le progettualità, idee e proposte raccolte saranno presentate al termine dell’evento, venerdì 4 dicembre, considerate come utile punto di partenza per definire le priorità e le strategie di realizzazione dei progetti futuri per il sito longobardo.

Il PIANO DI GESTIONE è uno strumento atto a garantire nel tempo la conservazione dei valori eccezionali sui quali si basa l’iscrizione del sito alla Lista dei Patrimoni Mondiali dell’Umanità UNESCO. Redigere un Piano di Gestione consiste nell’esaminarne le forze e gli attori presenti sul territorio, tanto nel campo culturale quanto in quello socioeconomico e turistico. Attraverso il coinvolgimento dei diversi soggetti portatori di interesse si dovranno definire, insieme ai tecnici e ai gestori, le strategie che saranno intraprese per garantire lo sviluppo e la promozione del sito insieme alla tutela e valorizzazione del suo patrimonio, attuando così un’opportuna gestione dello stesso. Il Piano di Gestione è un documento strategico e di coordinamento operativo che definisce gli obiettivi da conseguire e che provvede all’individuazione delle relative azioni e delle modalità attuative da intraprendere. Oggi, a dieci anni dall’iscrizione del sito “I Longobardi in Italia: i luoghi del potere” all’interno della WHL UNESCO, avendo consolidato una rete territoriale composta dalle sette componenti, gestita concretamente dall’Associazione Italia Langobardorum, il sito ha la necessità di un documento di gestione utile, snello e di facile utilizzo. Il metodo procedurale proposto per la sua realizzazione è semplice e andrà a considerare future progettualità, proposte dalle componenti, che possano essere finanziariamente sostenute prevedendo una tempistica di realizzazione di breve-lungo o medio periodo.

#LaCittàdeidueSitiUNESCO

Aggior Piano UNESCO HACKATHON  dic2020MSA

a cura del prof. Guliano Volpe

In questo momento storico il mondo della cultura e del turismo sono in ginocchio. Si rende necessario elaborare interventi strutturali che rafforzino, rilancino e innovino le istituzioni di tutela, i musei e i luoghi della cultura: idee per un “Cultural Recovery Plan”.

L’emergenza sanitaria che ancora viviamo ha colpito duramente molti settori dell’economia. Il mondo della cultura e del turismo sono in ginocchio. I luoghi della cultura sono nuovamente chiusi, le attività artistiche e culturali ferme o fortemente ridimensionate.

Significative sono state le risorse finora stanziate dal Governo a sostegno di tali settori, anche se prevalentemente come parziali “ristori”. Da quanto viene anticipato sulla manovra di bilancio in corso, sono contenute misure di sostegno alla cultura (in particolare attività culturali e spettacolo): è un impegno da apprezzare, pur nella consapevolezza che servano maggiori e più sistemici investimenti.

È tempo di andare oltre le proposte di tipo emergenziale. È tempo soprattutto di accantonare proposte demagogiche e “libri dei sogni”.

È innanzitutto necessario elaborare interventi strutturali che rafforzino, rilancino e innovino le istituzioni di tutela, i musei e i luoghi della cultura tra cui i tanto bistrattati archivi e biblioteche. Serve un piano consistente e sistematico di assunzioni (pari a non meno di 6.000 unità) nel MiBACT, che ha urgente bisogno di energie e competenze fresche e giovani nei ruoli scientifici, tecnici, amministrativi e dirigenziali ormai ai minimi termini.

Ma non basta. Servono idee e soluzioni nuove e coraggiose. Da questa crisi si può, infatti, uscire in modi diversi. Con formule del passato, pensando, ad esempio, che tutto possa e debba essere fatto solo dallo Stato, oppure aprendosi al futuro, includendo e coinvolgendo le forze vive della società, l’imprenditoria culturale, l’associazionismo.

È nei momenti di crisi che una classe dirigente dovrebbe dimostrare di saper ascoltare le proposte provenienti dalla società, valorizzare le competenze, liberare le energie, dare spazio ai giovani.

Si apra un vero laboratorio di progettazione condivisa, in cui il FAI potrebbe offrire un contributo prezioso, a partire dall’elaborazione di proposte concrete, fattibili, sostenibili. Chi scrive prova a riproporne qui un paio tra le tante.

La prima è una misura a sostegno della domanda: la detraibilità delle spese culturali. Noi tutti conserviamo gli scontrini delle farmacie e le fatture di medici e laboratori clinici. Se fosse possibile allegare alla nostra dichiarazione dei redditi anche i biglietti di ingresso o gli abbonamenti a musei, teatri, cinema, le spese per libri, abbonamenti a riviste, prodotti cartacei o audio-video, attività formative, laboratori, visite guidate, tessere di associazioni culturali, è facile immaginare quale incremento conoscerebbero i consumi culturali, senza dimenticare l’ulteriore vantaggio di fare emergere dal “nero” o dal “grigio” anche molte attività oggi sommerse. I mancati introiti fiscali per tali detrazioni sarebbero compensati dall’incremento dell’economia della cultura sostenuta dalla crescita della domanda.

I musei e i luoghi della cultura rientrano ormai tra i servizi pubblici essenziali. La Convenzione europea di Faro, appena ratificata dal Parlamento, sancisce il diritto di tutti al patrimonio culturale. Un diritto fondamentale, come quello all’istruzione o alla salute. La cultura è anche cura della persona: chi ha una vita culturale attiva ha generalmente migliori condizioni di salute.

Un’altra misura possibile potrebbe riguardare l’estensione dell’Art Bonus alle attività delle imprese culturali, tutte o almeno quelle afferenti al terzo settore. Si potrebbe, inoltre, istituire un “Fondo di solidarietà” con parte di tutti i proventi dell’Art Bonus a favore di progetti nelle aree più deboli e interne (come quelle ad esempio del progetto Alpe del FAI), dove la misura ha prodotto finora risultati modesti.

Sono due proposte che sollecitano la partecipazione dei cittadini anche come promotori e sostenitori, oltre che come consumatori di cultura.
Solo due punti di quello che potrebbe essere un “Cultural Recovery Plan” che, coerentemente con lo spirito del piano europeo (Next Generation EU), guardi alle generazioni future, alle quali non possiamo lasciare in eredità solo i nostri debiti.

Come ogni anno, il 3 dicembre, si celebra la Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità, istituita nel 1992 dall'ONU con lo scopo di promuovere una più diffusa e approfondita conoscenza sul tema, sostenere la piena inclusione delle persone con disabilità in ogni ambito della vita civile e combattere qualsiasi forma di discriminazione.

Come stabilito dal Programma di azione mondiale per le persone disabili- sottoscritto nel 1981 dall'Assemblea generale dell'ONU- la Giornata intende sottolineare l'importanza di una società aperta, dialogante e coinvolgente per tutti.

Nell'ambito delle proprie finalità istituzionali, il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo promuove e sostiene, anche per il 2020, i valori propri della ricorrenza, favorendo la diffusione di azioni tese alla cultura dell'accoglienza e alla fruizione ampliata del patrimonio e confermando, con il motto "Un giorno all'anno tutto l'anno", l'impegno volto ad assicurare a tutti il diritto alla partecipazione e all'accesso ai luoghi e ai contenuti culturali italiani.

Quest’anno in particolare, in cui la situazione epidemiologica ha costretto le Istituzioni culturali a confrontarsi con limitazioni, restrizioni ed impedimenti, è importante riflettere sulle strategie possibili e attuabili per migliorare l’accesso e la fruizione al patrimonio culturale, secondo principi di uguaglianza e pari opportunità.

Per questo motivo, in occasione di questo importante appuntamento, i luoghi della cultura della Direzione regionale Musei Puglia hanno organizzato, per tutto il mese di dicembre, un programma variamente assortito volto a promuovere occasioni di comunicazione e condivisione in tema di accessibilità al patrimonio.

In conformità con le disposizioni ministeriali e di quanto previsto dal DPCM del 3 novembre 2020, tutte le iniziative verranno organizzate tramite i canali digitali.

Per conoscere nel dettaglio la programmazione offerta dalla Direzione regionale Musei Puglia, si rimanda alle piattaforme web predisposte per la diffusione degli eventi in ambito nazionale, nonché ai riferimenti dei singoli luoghi della cultura:

https://www.beniculturali.it/

https://musei.puglia.beniculturali.it/

L'Archivio di Stato di Foggia quest’anno, per la prima volta, partecipa alla XVI Giornata del Contemporaneo organizzata dall’AMACI – Associazione dei musei d’arte contemporanea italiani – promossa dalla DGCC – Direzione Generale Creatività Contemporanea del MiBACT.

L'Archivio di Stato di Foggia, quale luogo della cultura, ponendosi come avamposto nella salvaguardia e diffusione della memoria storica del nostro Territorio, per la ricorrenza dell’ingresso dell’imperatore Federico II  Hohenstaufen nella Città di Foggia,  avvenuta nel 1221, e della centralità conseguita dalla Capitanata per la sua permanenza sino alla morte (Castel Fiorentino 1250), ha organizzato la mostra d'arte "800 anni dall’avvento di Federico II di Svevia a Foggia".

La mostra sull’Imperatore Federico II si svolgerà a Foggia nella sala Mosaico del Palazzo Filiasi, sede centrale dell'Archivio di Stato di Foggia,  dal 5 dicembre 2020 al 5 dicembre 2021,  ed ospiterà le sculture, i disegni e i bozzetti di studio dell’artista Salvatore Lovaglio.

In considerazione del momentaneo impedimento nel visitare le mostre in Italia, determinato dalla pandemia che stiamo vivendo,  l'inaugurazione della mostra del 5 dicembre si svolgerà solo virtualmente e si potrà visitare la mostra direttamente sui social ed in particolare sulla pagina facebook dell'Archivio di Stato di Foggia.  Anche i convegni, i seminari e i workshop, previsti per la celebrazione dell’evento durante l’intero arco del 2021, sono rinviati a momenti più consoni a garantire la sicurezza dei visitatori e saranno preventivamente comunicati da questo Archivio sulla propria pagina fb.

Successivamente, qualora le restrizioni per visitare le mostre in presenza non saranno più necessarie, l’esposizione sarà aperta liberamente al pubblico.

Sarà possibile visitare la mostra dalle ore 11 del 5 dicembre 2020 direttamente sulla pagina facebook  dell’Archivio di Stato di Foggia 

Direttore Archivio di Stato di Foggia Grazia Battista

Curatore della mostra Alfredo de Biase

Progetto grafico Concetta Lapomarda

Fotografie Potito Casparrini

Musiche Maurizio Rana handpan player - strumento Asachan EPYGMY

Video realizzato da Combo Studio srl - Video-maker  Mario Fortunati

Fonico presa diretta Raffaele Fortunati

Opere dell’artista Salvatore Lovaglio                                                                                            

(1947 Troia – FG) – Pittore e scultore, negli ultimi anni è tornato alla scultura monumentale realizzando tra le varie opere la imponente statua equestre in bronzo del figlio di Federico II, Re Manfredi, collocata avanti al Castello svevo angioino  di Manfredonia (FOGGIA).

Con la collaborazione del  personale dell’Archivio di Stato di Foggia

                                   

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