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Durante la mattinata odierna, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Foggia e gli Agenti della Squadra Mobile della Questura di Foggia hanno dato esecuzione a 17 ordini di carcerazione emessi dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura Generale presso la Corte d’Appello di Bari. Si tratta dei primi provvedimenti giudiziari definitivi derivanti dalle condanne riportate a seguito alla maxi operazione antimafia nota come “Decimazione”, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e con il contributo altresì della Procura della Repubblica di Foggia.

Il 30 novembre 2018, i militari del Nucleo Investigativo ed il personale della Squadra Mobile di Foggia, in un’imponente operazione antimafia contro l’organizzazione criminale di matrice mafiosa nota come “Società foggiana”, arrestarono complessivamente 30 persone, riconducibili alle “batterie” “Moretti-Pellegrino-Lanza” e “Sinesi-Francavilla”. Per oltre la metà di loro, l’iter giudiziario si è quindi già concluso, con la comminazione di pene severe, in alcuni casi anche superiori ai 10 anni di reclusione.

Si tratta dell’ennesimo importante riconoscimento giudiziario ad una complessa indagine della “Squadra Stato” contro i sodalizi mafiosi operanti in città, che ha visto – ancora una volta - Carabinieri e Polizia di Stato, coordinati dall’Autorità Giudiziaria, impegnati in questi anni a contrastare fenomeni criminali mafiosi in grado, tra l’altro, di “strozzare” l’economia del territorio attraverso pervasivi episodi di estorsione ai danni di negozianti ed imprenditori di Foggia. 

Stamattina, decine di militari dell’Arma ed agenti della Polizia di Stato hanno quindi notificato ai condannati definitivi di tale delicata inchiesta antimafia i provvedimenti di esecuzione emessi nei loro riguardi dalla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Bari, dopo il passaggio in giudicato, a vario titolo, delle relative sentenze di condanna per i reati di associazione a delinquere di tipo mafioso, di estorsione ed in materia di armi, tutti aggravati sempre dalla finalità mafiosa.

Inflitti complessivamente ai 17 condannati circa 150 anni di reclusione, oltre alle pene accessorie.

La sezione distaccata da Bari avrà la sede nella caserma Miale dell'ex scuola di Polizia, di fianco a quella della DIA.

Forse i numerosi reati della criminalità non solo organizzata, anche mafiosa, forse i processi in corso, forse le indagini spesso in collaborazione con le altre direzioni delle Forze di polizia, forse anche le pregresse richieste della politica, associazioni, fondazioni, gruppi cittadini, enti e istituzioni varie, avrebbero inciso nel conferire a Foggia una sezione distaccata da Bari della Direzione Distrettuale Antimafia, la DDA appunto.

I suoi uffici saranno collocati di fianco a quelli della Direzione Investigativa Antimafia (DIA), già attiva nel plesso della caserma Miale dell'ex scuola di Polizia, acquistata dalla Regione Puglia, ora dell'Università di Foggia.

Un tassello in più per combattere la criminalità, anche la mafia locale che sta nuovamente muovendo i suoi passi omicidi, estorsivi e intimidatori, deciso da tempo e che solo oggi s’incastra nel disegno della legalità e sicurezza foggiana.

Difatti ricorreva l’anno 2022, precisamente nel mese di gennaio, quando l’allora Ministro degli Interni, Luciana Lamorgese, fu possibilista a aumentare il numero degli investigatori specializzati con un pool di magistrati, poi confermato il 07 giugno dello stesso anno. La Relazione semestrale della DIA ha avuto quel peso che ha convinto il Viminale, facendo salire a quattro i magistrati presenti a Foggia, tutti Sostituti Procuratori.

La notizia si è appresa durante la presentazione del bilancio sociale 2020-2022 alla presenza del procuratore Roberto Rossi e del coordinatore della DDA Francesco Giannella.

La Direzione Investigativa Antimafia – articolazione del Dipartimento della Pubblica Sicurezza - e il Comando Provinciale Carabinieri di Foggia hanno dato esecuzione al decreto decisorio di primo grado avente per oggetto la confisca di beni del valore di 3 milioni di Euro, riconducibili a un soggetto di Orta Nova (FG) che conferma la misura di prevenzione patrimoniale emessa dal Tribunale di Bari nel 2021 (accertamento compiuto nel corso del procedimento applicativo della misura di prevenzione patrimoniale, non definitivo e suscettibile di ulteriore ricorso).

L’esecuzione del provvedimento rappresenta l’epilogo della complessa attività investigativa finalizzata alla ricostruzione del profilo di pericolosità sociale del “proposto” e all’individuazione degli asset patrimoniali e finanziari riconducibili al medesimo ed ai componenti del suo nucleo familiare.

Il destinatario del provvedimento di prevenzione (allo stato, salvo ulteriore verifica successiva nella fase decisoria con il contraddittorio con la difesa) è stato riconosciuto come soggetto connotato da pericolosità sociale in ragione dei suoi numerosi precedenti per reati in materia di sostanze stupefacenti, aggravati dal vincolo associativo, nonché per reati contro il patrimonio.

Alla luce del quadro probatorio acquisito nei confronti del proposto è stata valutata la sussistenza di indizi su cui fondare un giudizio prognostico sfavorevole circa la pericolosità, in ragione della propensione a delinquere apparsa strutturata e costante in un lungo arco temporale.

Le conseguenti indagini patrimoniali della DIA svolte in collaborazione con il Comando Provinciale Carabinieri di Foggia, sotto la direzione di questa Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, hanno permesso agli inquirenti di accertare l’ampia sproporzione tra il patrimonio e la capacità reddituale del proposto e dei suoi familiari.

Il provvedimento di  confisca ha interessato unità immobiliari, autovetture, quote societarie di compendi aziendali e conti correnti.

Lo diciamo da tempo: favorire le imprese e la qualità dei prodotti agroalimentari significa favorire il lavoro legale e questo è sinonimo di combattere la criminalità”: è questo il commento del deputato di Fratelli d’Italia Giandonato La Salandra, componente della Commissione Agricoltura alla relazione relativa alle attività compiute dalla Dia, che evidenzia le mani della mafia foggiana sul settore agroalimentare.

Nel documento si legge infatti che, in tutta la Capitanata, il business dell’agroalimentare rappresenta per la criminalità organizzata uno strumento importante per la sua affermazione, interferendo sia nel mercato immobiliare dei terreni agricoli sia nella commercializzazione degli alimenti, con il controllo di catene di supermercati e il condizionamento del prezzo dei raccolti, nonché nella gestione dei trasporti e dello smistamento delle produzioni.

Lo stesso fenomeno del caporalato – prosegue l’On. La Salandra - è parte di un sistema criminale più ampio: quello delle agromafie che, oltre a basarsi sullo sfruttamento, condizionano l’impresa agricola, che ne risulta, di fatto, vittima”.

L’attuale normativa sul caporalato non si presta, infatti, a quelle che sono le effettive esigenze delle aziende agricole sane e che vogliono operare lontano da possibili condizionamenti, proprio perché crea una condizione di confusione tra le norme in materia di sicurezza aziendale e il contrasto di un fenomeno che è criminale a tutti gli effetti e, come tale, va combattuto dallo Stato.

Facendo seguito al precedente comunicato inerente all’Ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Bari, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo, eseguita dalla Polizia di Stato nei confronti di otto persone, tutte residenti a San Severo, ritenute - allo stato del procedimento - gravemente indiziate, a vario titolo, del reato di detenzione e porto illegale di armi da fuoco aggravato dal metodo mafioso, omessa denuncia di reato da parte di pubblico ufficiale e favoreggiamento personale, si specifica che nel corso della fase esecutiva, personale dalla Squadra Mobile di Foggia, presso l’abitazione di uno degli indagati ha rinvenuto diverse armi, anche da guerra, aventi matricola abrasa, parti di armi e munizioni, sulle quali sono in corso i necessari accertamenti tecnici.

Nello specifico, sono state sottoposte a sequestro:

  • Una Mitragliatrice Uzi, Cal. 9 Luger, dotata di due caricatori e di silenziatore;
  • Una Mitragliatrice Skorpio cal 7,65, dotata di due caricatori;
  • Due Revolver cal. 357 magnum con matricola abrasa;
  • Una pistola semiautomatica marca ARMY modello 19.4 A1 calibro 45 a.c.p., munita di caricatore;
  • Una pistola semiautomatica Beretta modello 98FS calibro 9*21 con matricola punzonata, munita di 2 caricatori;
  • Un silenziatore di colore nero;
  • Un Kit per la pulizia di armi corte e lunghe;
  • 54 cartucce cal. 45 a.c.p.;
  • 50 cartucce calibro 9*19 Lugher;
  • 40 cartucce calibro 9*21;
  • 50 cartucce calibro 38 Special;
  • 50 cartucce calibro 7.65 Browning;
  • 56 cartucce calibro 357 Magnum.

Per tali fatti, nei confronti del detentore, oltre all’esecuzione della misura della custodia cautelare in carcere, è stato eseguito l’arresto nella flagranza del reato di detenzione illegale di armi e munizioni, anche da guerra, e ricettazione.

E’ importante sottolineare che il presente procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, all’esecuzione della misura cautelare seguirà poi l’interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa dell’indagato, la cui eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti.

Inoltre, l’arrestato, per questa vicenda, non può essere considerato colpevole sino a passaggio in giudicato della sentenza di condanna e che la sua posizione giuridica sarà oggetto di vaglio dell’Autorità Giudiziaria nel contradditorio tra le parti.

La Polizia di Stato, nel corso della nottata odierna, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Bari, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo, che ha diretto e coordinato le indagini svolte dalla Squadra Mobile di Foggia, nei confronti di 8 persone, di cui 4 in carcere, 3 agli arresti domiciliari ed una misura interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico servizio per un anno, tutte residenti a San Severo, ritenute- allo stato del procedimento- gravemente indiziate, a vario titolo, del reato di detenzione e porto illegale di armi da fuoco aggravato dal metodo mafioso, omessa denuncia di reato da parte di pubblico ufficiale e favoreggiamento personale.

L’aggravante mafiosa per alcuni degli odierni arrestati è stata ritenuta sussistente proprio in relazione alle modalità plateali dell’utilizzo delle armi che, illegalmente detenute, sono state portate anche in pieno giorno, alla presenza di più persone e in luoghi pubblici in un contesto di una guerra criminale armata sorta a seguito degli omicidi avvenuti  a San Severo nei mesi di luglio e agosto 2021.

L’attività di indagine – coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura della Repubblica di Bari – traeva infatti origine da due gravissimi fatti di sangue verificatisi a San Severo nella notte del 12 luglio 2021 e nel pomeriggio del 14 agosto dello stesso anno: nella prima circostanza un soggetto, durante i festeggiamenti della vittoria della nazionale italiana di calcio agli europei, esplose diversi colpi di arma da fuoco nei confronti dei tre occupanti di un motociclo, causando la morte di ANASTASIO Matteo e il ferimento del nipote ANASTASIO Antonio di soli 6 anni, mentre nella seconda circostanza due individui, all’esterno di un esercizio commerciale e in pieno giorno, esplodevano colpi di arma da fuoco nei confronti di altri tre soggetti uccidendo BONAVENTURA Luigi Ermanno.

Secondo la ricostruzione degli investigatori, le armi illegalmente detenute sarebbero potute essere utilizzate proprio per vendicare la morte di BONAVENTURA Luigi Ermanno.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti nella fase delle indagini preliminari durante le articolate attività investigative portate avanti affiancando alle più moderne tecnologie investigative il lavoro sul campo degli operatori reso particolarmente complesso a causa dello spessore criminale di alcuni degli indagati e del clima omertoso, sarebbe emersa  la disponibilità da parte degli stessi di armi da fuoco, le quali venivano detenute illegalmente e portate frequentemente in luoghi pubblici, nella totale incuranza dei pericoli e di qualsiasi prescrizione legislativa in materia.

Inoltre, nel corso delle indagini, gli operatori rilevavano l’esistenza di uno stretto rapporto tra uno dei soggetti coinvolti e un Vice Sovrintendente del Comando Polizia Locale di San Severo, al quale il primo aveva confidato che un proprio stretto congiunto deteneva illegalmente un’arma da fuoco: in conseguenza di ciò il Pubblico Ufficiale non poneva in essere alcuno degli adempimenti che sarebbero dovuti discendere dalla sua qualifica, omettendo di denunciare il fatto all’Autorità Giudiziaria e ponendo in essere una condotta di favoreggiamento personale, motivi per i quali allo stesso veniva applicata la sospensione dall’esercizio del pubblico servizio per un anno.

Durante la fase di esecuzione delle misure cautelari, sono state effettuate molteplici perquisizioni che hanno permesso di rinvenire numerosi involucri, sapientemente occultati, contenenti anche diverse armi e munizioni. Sono in corso le operazioni di verifica dell’effettivo contenuto dei plichi alle quali seguiranno i necessari accertamenti tecnici.

E’ importante sottolineare che il presente procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, all’esecuzione della misura cautelare seguirà poi l’interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa dell’indagato, la cui eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti.

Durante la mattinata del 15.02.2023, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Foggia hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Bari, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo che ha diretto e coordinato le indagini svolte dai militari dell’Arma, a carico di una persona, attualmente detenuta al regime penitenziario differenziato del 41 bis O.P., ritenuta – allo stato del procedimento

– gravemente indiziata dei gravi reati di tentato omicidio plurimo e pluriaggravato dal metodo mafioso ed al fine di agevolare la compagine criminale del clan “Moretti-Prellegrino-Lanza”, porto illegale di armi da fuoco, anche da guerra, e ricettazione.

In particolare, gli investigatori dell’Arma, nell’ambito delle complesse e prolungate attività di indagine svolte su diretto coordinamento della DDA di Bari, sono arrivati ad un’importante svolta nel violento tentato omicidio di matrice mafiosa dello storico capo clan SINESI Roberto, al vertice della batteria “Sinesi-Francavilla”, avvenuto in pieno giorno, a Foggia, al Rione “Candelaro”, il 6 settembre 2016, mentre lo stesso si trovava in auto con la figlia Elisabetta ed il nipotino all’epoca di soli 4 anni. Sia il minore che lo stesso SINESI Roberto rimasero feriti a seguito dell’esplosione di numerosi colpi d’arma da fuoco sparati da un commando con un fucile d’assalto AK 47 “Kalashnikov” ed una pistola semiautomatica calibro 9mmX21, utilizzando un’autovettura di provenienza illecita, così come ricostruito in maniera certosina attraverso un sistema integrato di investigazioni tradizionali e tecniche, nonché il qualificato contributo di alcuni collaboratori di giustizia interrogati dalla DDA di Bari.

Sempre in quella circostanza, come incontrovertibilmente stabilito da una recente sentenza passata in giudicato dopo il pronunciamento della Suprema Corte di Cassazione, SINESI Roberto rispose al fuoco contro i killers di questo agguato sempre di matrice mafiosa, sparando verso di loro diversi colpi con un’arma, che in quel momento portava illegalmente al seguito, motivo per il quale è appunto condannato a 5 anni di reclusione.

Inoltre, sempre da un'accurata attività investigativa e grazie anche a confidenze di pentiti, oggo protetti e domiciliati lontani da Foggia, parrebbe che nel commando vi fossero mafiosi di spicco dell'ex clan Romito (disgregrato dopo l'omicidio del boss nella mattanza del 09 agosto 2017 in agro San Marco in Lamis, a due passi dalla vecchia stazione ferroviaria), un attentato voluto anch dai "romitiani" per avere il controllo dei territori del caln capeggiati dal Sinesi.

Secondo quanto riscontrato dagli Inquirenti nella fase delle indagini preliminari, la violenta azione criminosa consumatasi ai danni delle tre vittime, in ragione del noto passato criminale di SINESI Roberto, lo specifico contesto ambientale e le plateali nonché cruente modalità di realizzazione, è ragionevolmente da inquadrare nel solco della nota guerra di mafia, risalente al 2015-2016, tra l’altro mai sopita, tra le batterie dell’associazione per delinquere armata, di tipo mafioso, convenzionalmente denominata “Società foggiana”, nell’ambito delle complesse dinamiche criminali del capoluogo riguardanti il controllo egemonico del territorio e delle relative attività illecite, principalmente nell’ambito dello spaccio di sostanze stupefacenti e delle attività estorsive.

Si ricorda, poi, che lo 2 scorso marzo 2022, a Nettuno (Roma), già un altro nipote minorenne di SINESI Roberto, il 15enne FRANCAVILLA Mario, è rimasto parimenti gravemente ferito, insieme al padre FRANCAVILLA Antonello, in un altro agguato di matrice mafiosa, per il quale, a seguito di mirate indagini di Magistratura e Forze dell’Ordine, sono poi conseguiti altri provvedimenti cautelari.

Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e Carabinieri del Nucleo Investigativo di Foggia hanno così dato, ancora una volta, una determinante risposta - in termini di legalità e sicurezza – su un grave fatto di sangue riconducibile alle composite e pluriennali dinamiche delittuose delle “batterie” dell’associazione a delinquere di tipo mafioso nota come “Società foggiana”, come pacificamente riconosciuto da plurime sentenze giudiziarie già passate in giudicato.

E’ importante sottolineare che il presente procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, all’esecuzione della misura cautelare seguirà poi l’interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa dell’indagato, la cui eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti.

Durante la notte appena trascorsa, I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Foggia hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Bari, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo che ha diretto e coordinato le indagini svolte dai militari dell’Arma, a carico di tre persone, ritenute – allo stato del procedimento – gravemente indiziate dei gravi reati di concorso di persone in omicidio aggravato dal metodo mafioso, porto illegale di armi da fuoco con matricola abrasa, ricettazione e per due dei tre anche violenza privata aggravata sempre dal metodo mafioso.

In particolare, gli investigatori dell'Arma, nell’ambito delle complesse attività di indagine svolte su diretto coordinamento della DDA di Bari, a seguito dell’efferato omicidio di LAFRANCESCHINA Giuseppe, avvenuto in pieno giorno a Trinitapoli (BT) il 3 giugno 2020, mentre lo stesso si trovava a bordo di uno scooter elettrico, hanno individuato i presunti autori materiali di tale cruento delitto, commesso mediante l’impiego di una pistola mitragliatrice modello “Skorpion” ed un revolver Cal. 38, come ricostruito in maniera certosina attraverso un sistema integrato di investigazioni tradizionali e tecniche.

Secondo quanto riscontrato dagli Inquirenti nella fase delle indagini preliminari, la violenta azione omicidiaria consumatasi ai danni della vittima, in ragione del suo noto passato criminale, lo specifico contesto ambientale e le modalità di realizzazione, è ragionevolmente da inquadrare nel solco della risalente a mai sopita contrapposizione armata tra i clan antagonisti dei “Carbone-Gallone” e quello dei “De Rosa-Buonarota”, entrambi volti ad assicurarsi il controllo egemonico del territorio e delle relative attività illecite, principalmente spaccio di sostanze stupefacenti ed attività estorsive, nel comune di Trinitapoli e nei comuni limitrofi.

Ancora una volta, DDA di Bari e Carabinieri del Nucleo Investigativo di Foggia hanno dato una tangibile importante risposta - in termini di legalità e sicurezza – su un’area del territorio pugliese fortemente permeata da insidiosi fenomeni di criminalità organizzata anche di matrice mafiosa.

E’ importante sottolineare che il presente procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, all’esecuzione della misura cautelare seguirà poi l’interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa degli indagati, la cui eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti.

Durante la giornata del 01.02.2023, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Foggia hanno dato attuazione a tre ordini di esecuzione per la carcerazione emessi dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura Generale della Corte d’Appello di Bari, dopo la dichiarazione di inammissibilità dei relativi ricorsi da parte della Suprema Corte di Cassazione.

Si tratta di alcune condanne passate in giudicato derivanti dalla maxi operazione antimafia coordinata dalla DDA di Bari, svolta dai militari dell’Arma nella città di Vieste (FG), convenzionalmente denominata “Neve di Marzo”. Tale importante inchiesta giudiziaria, che ha consentito la disarticolazione di un sodalizio criminale operante nella città di Vieste, ha riguardato un’associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico, aggravata dal metodo mafioso, dall’ingente quantitativo dello stupefacente smerciato e dall’impiego di armi, anche da guerra.

I provvedimenti restrittivi definitivi eseguiti dai militari del Nucleo Investigativo si ricollegano in particolare ai primi fermi della DDA di Bari eseguiti nell’agosto 2018 ed in particolare hanno avuto come destinatari RADUANO Marco, 40enne di Vieste, meglio conosciuto come "Pallone" e anche "Faccia d'angelo", condannato quale figura di vertice dell’omonimo clan operante nella nota città turistica, attualmente ristretto in carcere a Nuoro, a cui è stata inflitta una condanna di 19 anni di reclusione, oltre a 3 anni di libertà vigilata quale misura di sicurezza, e TROIANO Luigi, 60enne di Vieste (FG), il quale è stato condannato a tre anni e quattro mesi di reclusione, all’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, oltre ad una multa di 18.000 euro, sempre per contestazioni di spaccio aggravato di sostanze stupefacenti. Altra condanna “pesante”, inoltre, ha riguardato anche il figlio di TROIANO Luigi, Gianluigi TROIANO (“U’ Minorenn"), 30enne di Vieste, considerato dagli investigatori intraneo al clan “Raduano”, tuttora latitante, condannato a nove anni e due mesi di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, sulle cui tracce ci sono sempre i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Foggia, diretti dalla DDA di Bari, che nelle settimane scorse hanno arrestato - su ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP di Bari - due suoi presunti fiancheggiatori, tuttora detenuti.

Sempre nell’ambito dello stesso procedimento era già stato condannato in via definitiva a tredici anni di reclusione anche AZZARONE Liberantonio, meglio conosciuto come "Antony" e nipote del boss, coimputato con i summenzionati destinatari degli ordini di esecuzione per la carcerazione.

Ancora una volta, con il passaggio in giudicato di queste importanti condanne, la Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Foggia hanno dato una tangibile risposta - in termini di giustizia e sicurezza - sul territorio di Vieste (FG) ed in generale sul Gargano. L’ennesima forte testimonianza della determinata presenza dello Stato in una delicata area della provincia di Foggia permeata da insidiosi fenomeni di criminalità organizzata anche di matrice mafiosa.

Da poco insediato a Foggia e subito al lavoro per proseguire ciò che ha fatto il suo predecessore nel nome della legalità e sicurezza. Il Prefetto di Foggia, dott. Maurizio Valiante, ha interdetto una nota azienda locale operante nel campo agricolo e vendita dei suoi prodotti. Il nome dell’azienda per ora non è stato reso noto.

L’interdittiva antimafia, prima dell’attuale Prefetto da quando sta a Foggia, in una nota stampa della stessa prefettura, è stata così motivata: “All’esito di un’accurata attività istruttoria svolta con il determinante apporto delle forze di polizia, della Dia e del relativo Gruppo Interforze Antimafia, è emerso l’inserimento nel circuito delle ‘agromafie’ che fanno capo alla consorteria mafiosa della Società Foggiana…” che “ha adottato una nuova interdittiva antimafia nei confronti di una nota impresa della città di Foggia che esercita l’attività agricola e di commercializzazione dei prodotti agricoli”.

Ancora una volta la mano della “societàfoggiana affondata negli interessi di aziende della Capitanata, nell’economia locale privata oltre che in quella pubblica, da anni attanagliata, per molti settori, dalla voracità delinquenziale mafiosa di batterie in guerra tra loro per la spartizione del territorio. Guerra a volte in tregua per la cosiddetta “pax criminale” solo per affondare ancora di più le mani negli interessi pubblici e privati, giustificati da unioni sentimentali tra le famiglie delle batterie.

Foggia da anni è al centro delle discussioni, anche azioni, della “Squadra Stato”, che cerca di arginare e sopprimere il fenomeno mafioso, meglio conosciuto come “quarta mafia”, quella di tutta la provincia di Foggia per esser precisi, con risultati che hanno portato nelle "Patrie Galere" esponenti di spicco della mafia locale, dal "sapor 'ndranghetista". Questa interdittiva è l’ennesimo tassello di un puzzle che man mano sta prendendo forma, parte anche di quello che ha commissariato il Comune del capoluogo dauno sciolto per infiltrazioni mafiose, che non si sa se verrà riabilitato dopo diciotto mesi (febbraio 2023) o ventiquattro (agosto 2023), come parrebbe consolidarsi per la seconda ipotesi dopo le dichiarazioni dei tre Commissari straordinari.

E ciò fa da sponda anche alle decisioni intraprese dalla Prefettura in questa interdittiva, che a conclusione del comunicato scrive: “La complessa attività istruttoria che ha condotto all’adozione del provvedimento di rigore dell’informazione antimafia interdetta permette, ancora una volta, il perseguimento dell’obiettivo della tutela dell’economia legale, e della garanzia della sana concorrenza tra le imprese, impedendo alle società ‘infiltrate’ di contrarre con la Pubblica Amministrazione, preservando in tal modo i settori produttivi e la stessa economia del territorio”.

Se così fosse si prevedono tempi più lunghi per una nuova Amministrazione comunale, anche bui sul piano sociale giacché poco si è fatto e quel poco non bene, in barba a tutte le rimostranze di cittadini associati, contestualmente ai partiti ed esponenti politici che vorrebbero le elezioni. Ma questa della politica è un'altra storia, che andrebbe sviscerata e ancor di più analizzata per, innanzitutto, scegliere chi debba scendere in campo e con chi, visti i precedenti.

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Quella del 06 dicembre 2023 è stata la prima serata di “Diversa-mente Insieme”, corso dedicato alla fotografia con obiettivo…
Dicembre 26, 2023 872

La Sindaca abbellisce, il cittadino sfregia. I fiori…

in Notizie Capitanata by Redazione
Due casi similari di estirpazione di fiori natalizi nel centro cittadino. E tutte e due per mano di cittadini, contravvenendo sia…
Dicembre 24, 2023 979

Da Foggia al Gargano passando per gli States. Le opere di…

in Cronaca Gargano e Capitanata by Redazione
Lo avevamo già conosciuto su questa testata giornalistica, e continueremo a farlo perché l’arte “Made in Capitanata” va diffusa,…
Dicembre 23, 2023 932

Foggia, Natale 2023. Viabilità urbana del 24 dicembre

in Notizie Capitanata by Redazione
I provvedimenti riguardano la circolazione per il 24 dicembre 2023 dalle ore 09:00 alle ore 21:00. Nella Città di Foggia, come da…
Dicembre 23, 2023 607

Rispetta la natura. Il decalogo natalizio di Plastic Free

in Attualità by Redazione
Luci, decorazioni, riunioni di famiglia con pranzi e cene di rito ma soprattutto regali. Le festività natalizie oltre ai nobili…
Dicembre 23, 2023 749

Oltre 2000 ordinanze questorili in Capitanata. Il…

in Cronaca Gargano e Capitanata by Redazione
La Polizia di Stato di Foggia nell’anno 2023, nell’ambito della pianificazione e predisposizione di specifici servizi volti alla…
Dicembre 23, 2023 547

Fuochi d’artificio illegali e merce varia sequestrati a…

in Notizie Gargano by Redazione
Sono oltre 50.000 gli articoli natalizi pericolosi sequestrati, unitamente a circa 5.500 fuochi d’artificio, dai finanzieri della…
Dicembre 23, 2023 731

Rocambolesco inseguimento a Pesaro di un corriere della…

in Attualità by Redazione
fonte: NOCPress. Si ferma all’ALT della Polizia, fugge e dopo un rocambolesco inseguimento di circa 2 km si schianta contro…
Dicembre 22, 2023 563

"Gli Amici di San Pio" a Natale all'Angelo Blu, al fianco…

in Attualità by Redazione
Un abbraccio per trasferire calore ed emozioni anche se non si saprà mai cosa provocherà in chi lo riceverà… Natale è vicino, ma…
Dic 22, 2023 611

Tony di Corcia e il mito di Mina, le sue canzoni per dire la vita

in Attualità by Redazione
Mercoledì 27 dicembre, ore 18, nella Sala Fedora del Teatro U. Giordano di Foggia.…
Dic 22, 2023 526

“Spinnaker”, l’operazione contro l’attività illegale della pesca della Guardia…

in Notizie Gargano by Redazione
La Guardia Costiera conferma il proprio impegno - in dipendenza funzionale dal Ministero…
Dic 22, 2023 833

Vito Rubino, il triatleta che esalta il Gargano

in Attualità by a cura di Matteo Simone, Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
L'estate sembra essere un buon periodo per trascorrere alcuni giorni in Puglia,…
Dic 22, 2023 653

Foggia. Al Gino Lisa stanziati 10 milioni di euro a sostegno del regime SIEG

in Politica by Redazione
Sull’aeroporto “Gino Lisa” di Foggia la Regione Puglia moltiplica i suoi impegni,…
Dic 22, 2023 711

Foggia, concittadini emigrati che rientrano. Accolti da Italia del Meridione…

in Politica by Redazione
Le segreterie cittadine e provinciali di IdM, unitamente alla rappresentanza consiliare…
Dic 22, 2023 679

A Roseto Valfortore il Centro territoriale di prima accoglienza della fauna…

in Notizie Capitanata by Redazione
Con l’approvazione della convenzione tra la Regione Puglia e il comune di Roseto…
Dic 22, 2023 506

Viabilità Capitanata. Traffico alternato sulla SP5 al km 1+095 per lavori

in Notizie Capitanata by Redazione
Il Dirigente del Settore Viabilità della Provincia, ing. Luciano Follieri con Ordinanza…
Dic 22, 2023 786

Da Caravaggio a José de Ribera. Monte urge di una Pinacoteca o un Museo d’Arte

in Cultura by a cura del prof. Giuseppe Piemontese, storico locale della “Società di Storia Patria per la Puglia
La presentazione dell’ultima edizione del libro di Michele Cuppone su “Caravaggio, la…
Dic 22, 2023 606

San Severo è Capitale Italiana della Gentilezza 2024

in Notizie Capitanata by Redazione
E’ avvenuto il 17 dicembre 2023 a Novara, in Piemonte, in maniera ufficiale, il passaggio…
Dic 22, 2023 616

Di che pasta siamo fatti? Dagli spaghetti ai fusilli l’Unione Italiana Food…

in Cronaca Gargano e Capitanata by Redazione
Un'indagine Nielsen rivela le preferenze degli italiani in fatto di pasta. Nella…
Dic 22, 2023 673

Donatori sangue, la Regione Puglia firma convenzione con associazioni e…

in Cronaca Gargano e Capitanata by Redazione
Nella giornata odierna il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha…
Dic 22, 2023 522

Puglia, Servizio Civile. Ammessi i progetti Anci per 446 giovani volontari…

in Cronaca Gargano e Capitanata by Redazione
Con la pubblicazione odierna da parte del Dipartimento Politiche giovanili e SCU del…

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