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nota del Gruppo Consiliare A MONTE – Monte Sant’Angelo.

«In occasione del Consiglio Comunale del 25 ottobre scorso la maggioranza del Sindaco d’Arienzo si è resa protagonista di uno spettacolo che neppure a teatro si può assistere a tanto: la dichiarazione dei Consiglieri Marilina Armillotta e Andrea Ciliberti di uscita dalla Maggioranza “Progetto Comune” ha scatenato un vero e proprio fuoco di sbarramento della maggioranza contro i due consiglieri.

La Consigliera Armillotta ha accusato il Sindaco di non aver rispettato il responso elettorale – che l’ha vista premiata dai cittadini – tanto che non l’ha confermata assessore. Inoltre, Armillotta ha accusato la Maggioranza di averla abbandonata. Contro le legittime aspirazioni politiche della consigliera Armillotta non si è fatta attendere la risposta del Sindaco che ha in sostanza addossato le responsabilità dell’assegnazione delle deleghe assessorili ad uno dei Gruppi che facevano parte della lista “Progetto Comune”, e nello specifico ai Consiglieri De Padova, Palomba, Totaro, Ciuffreda, determinati a scegliere quali consiglieri sarebbero entrati a far parte della Giunta. Peraltro, il Sindaco ha persino dubitato sul consenso elettorale della Armillotta quando le ha rinfacciato che quei voti non sono da attribuire tutti alla Armillotta ma forse al fatto che fosse lui il candidato Sindaco.

Quando sembrava che stesse per ritornare la calma, ecco che chiede la parola il Consigliere Andrea Ciliberti il quale e comunica anch’egli l’uscita dalla maggioranza. Le motivazioni apportate dall’ex Sindaco Ciliberti hanno fatto venir fuori un quadro inquietante, che a tratti nulla ha avuto a che fare con la Politica. Infatti, Ciliberti, dopo aver ricordato al Sindaco di aver fatto di tutto per averlo candidato nella sua lista perché aveva paura della sconfitta, ha accusato d’Arienzo di non avergli detto la verità in occasione della sua richiesta di essere nominato Vicesindaco. In una conversazione con Ciliberti, sembra che d’Arienzo abbia addossato all’Assessore Regionale Piemontese la scelta di nominare Vicesindaco Rosa Palomba e che anzi lo stesso d’Arienzo abbia detto che quella nomina andava fatta perché la Palomba sarà la futura candidata Sindaco del Gruppo “Progetto Comune”.

Intanto, alle dichiarazioni dei due Consiglieri, che legittimamente hanno espresso un disagio politico e hanno scelto di lasciare la maggioranza, hanno replicato con un fuoco di fila tutti i Consiglieri di maggioranza, a riprova che i Consiglieri Armillotta e Ciliberti hanno centrato l’obiettivo di far innervosire la maggioranza e di portare alla luce le troppe magagne nascoste sotto la cenere. Attacchi durissimi, che hanno rasentato il personale, quelli rivolti dalla maggioranza a Ciliberti e Armillotta, dove una cosa indiscussa traspariva: la Politica non era certamente di casa nelle discussioni per la costituzione della Giunta d’Arienzo, ma si parlava solo di occupare posto e potere.

Come Gruppo “A Monte” abbiamo espresso la nostra solidarietà ai Consiglieri Armillotta e Ciliberti. Riteniamo che, nel caso del Consigliere Ciliberti, verso di lui andava usato garbo istituzionale, non foss’altro perché ha ricoperto la carica di Sindaco della città. Ma tra i banchi della maggioranza sicuramente non ha aleggiato il livello istituzionale, il garbo politico che si deve alle persone: tranne qualche intervento, anche condivisibile, il nervosismo e il panico hanno preso il sopravvento!

Purtroppo, dobbiamo constatare che l’Amministrazione d’Arienzo si regge sui personalismi, sull’apparenza, su una narrazione tipica degli imbonitori televisivi che fanno solo fumo!

Abbiamo espresso la nostra preoccupazione, perché una maggioranza che perde pezzi diventa facilmente oggetto di continua contrattazione politica al suo interno, dove ognuno, con il proprio voto, può giornalmente mettere in crisi la giunta. Siamo preoccupati perché abbiamo sempre sostenuto che questa maggioranza non ha una propria anima, ma è diretta dall’eminenza grigia della Regione Puglia, e soprattutto perché alla base della discussione di ieri non sono stati posti gli interessi della città o il buon governo, ma si è parlato solo ed esclusivamente di poltrone e potere.

Una Maggioranza che già dal primo giorno del suo insediamento, invece governare, pensa a chi sarà il futuro candidato Sindaco provoca dissapori e disagi all’interno del suo stesso gruppo, cose che non fanno bene non a loro ma purtroppo alla città, perché si rischiano immobilismo e continue contrapposizioni.

E se le premesse, anzi no, le certezze sono queste, non possiamo certamente pensare che all’orizzonte ci saranno giorni migliori!»

Via libera del cda di AQP alla gara d’appalto. Con un investimento di 27 mln saranno realizzati oltre 38 chilometri di tubazioni per eliminare i piccoli impianti privati in un’area a vocazione turistica.

Entro i primi mesi del 2027 la riviera sud di Manfredonia sarà servita dalla rete idrico-fognaria di Acquedotto Pugliese. È arrivato l’atteso via libera del consiglio di amministrazione di AQP all’indizione della gara per la progettazione esecutiva e i lavori. Grazie a un investimento complessivo di 27 milioni di euro, le località turistiche di Sciale delle Rondinelle, Sciale degli Zingari, Scalo dei Saraceni e Ippocampo, aree a forte vocazione turistica tra la foce del Candelaro e Zapponeta, avranno circa 38 chilometri di tubazioni idriche e fognarie. L’intervento consentirà di eliminare le tante condotte e i piccoli impianti di depurazione privati, da sempre oggetto di criticità, consentendo agli utenti l’allaccio alla nuova rete di AQP.

Per il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, “estendere alle marine a sud di Manfredonia una rete efficiente di acqua potabile e fogna è un passo decisivo per lo sviluppo sociale, economico e turistico dell’area. Se la Puglia ha il mare più pulito d’Italia – spiega – è grazie all’ottima gestione del sistema idrico integrato e in particolare della depurazione. Da anni lavoriamo per diramare sempre più la rete. Lo facciamo con investimenti importanti e puntuali. Con questo intervento anche la riviera sud di Manfredonia potrà allacciarsi a una rete idrico-fognaria adeguata agli standard regionali, liberando tutto il suo potenziale di accoglienza. Le ricadute sulla qualità delle acque costiere del Golfo di Manfredonia e di conseguenza sullo sviluppo turistico saranno tangibili, generando opportunità per il territorio”.

“Questa è un’operazione di trasformazione davvero storica, che punta a eliminare spontaneismo e pressioni improprie sull’ambiente e sul mare del Golfo di Manfredonia, alzando la qualità della vita di chi sceglie di abitare, di fare una vacanza o anche solo di attraversare un tratto di costa e un pezzo di territorio pugliese di particolare e originale qualità naturalistica e paesaggistica”, sottolinea il vicepresidente della Regione Puglia e assessore alle Risorse idriche, Raffaele Piemontese, che ha espresso soddisfazione al presidente di AQP Domenico Laforgia e agli altri consiglieri di amministrazione Rossella Falcone, Assunta De Francesco, Francesco Crudele e Lucio Lonoce, “per avere avviato in tempi serrati le procedure di gara intorno a uno dei grandi obiettivi strategici fissati dalla Regione Puglia, che conseguiremo attraverso l’eliminazione delle tante condotte private e di piccoli impianti di depurazione a conduzione privata da sempre oggetto di problemi di gestione, realizzando nuove reti conformi agli standard di AQP”.

“È un momento importante per la provincia di Foggia – sottolinea Rossella Falcone, componente cda di AQP -. Abbiamo approvato un progetto storico che consentirà al territorio di Manfredonia di avere una rete fognaria e una idrica fondamentali per il rilancio turistico di una zona che finora è stata fortemente penalizzata. Si tratta di un investimento di grande portata, di circa 27 milioni di euro, oltre che di grande valore. Siamo molto soddisfatti e confidiamo che questo progetto possa essere di grande appeal in termini di riconoscimenti, basti pensare alla Bandiera blu che è fortemente condizionata da infrastrutture di questo tipo”.

I lavori, deliberati dall’Autorità idrica pugliese (Aip) a luglio scorso con la dichiarazione di pubblica utilità, avranno una durata di 730 giorni. L’ultimazione presunta, tenendo conto dei tempi dell’appalto e della progettazione esecutiva, tra verifica, validazione ed approvazione, è prevista nei primi mesi del 2027.

I quattro complessi turistici della zona di Manfredonia – circa mille residenti nei mesi invernali che diventano 15mila nella stagione turistica - vedranno l’eliminazione delle piccole stazioni di depurazione a conduzione privata da sempre oggetto di criticità gestionali e al tempo stesso la realizzazione di una nuova rete idrica.

Nello specifico, la nuova rete idrica, lunga circa 19.600 metri sarà ripartita in 2.700 metri per l’insediamento turistico di Sciale delle Rondinelle, 2.400 metri per lo Sciale degli Zingari, 4.600 metri per lo Scalo dei Saraceni e 9.900 metri per Ippocampo.

Per quanto riguarda la rete fognaria, l’intervento approvato prevede la costruzione di tronchi a gravità per una lunghezza complessiva di circa 16.200 metri e condotte prementi per una lunghezza di circa 2.500 metri. Il progetto prevede anche la realizzazione di 10 impianti di rilancio, 5 ubicati nel villaggio Ippocampo, 3 a Scalo dei Saraceni, 1 a Sciale degli Zingari e uno a Sciale delle Rondinelle.

All’interno del progetto del Comune di Monte Sant’Angelo finanziato dalla Regione Puglia nell’Ambito “Punti Cardinali” denominato Work Experience si svolgerà il Job Day denominato Matketing 4.0.

Giovedì 12 ottobre, dalle 14.00 alle 20.00 presso il Centro di Aggregazione Giovanile di Monte Sant’Angelo, non perdere l’occasione di partecipare ad una full immersion sulla nuova era del marketing. Con i nostri esperti approfondiremo ed esploreremo le nuove frontiere del marketing, gli strumenti a nostra disposizione e le strategie migliori per affrontare in modo vincente le sfide che ci ritroveremo dinanzi.

La plenaria ospiti si svolgerà a partire dalle ore 17.00

All’incontro parteciperanno:

  • Michele Nenna - L’evoluzione del Social Media Marketing.
  • Giuseppe de Pellegrino - Come sfruttare AI per supportare il marketing.
  • Giuseppe Sciusco - Integrazione con CRM e ERP.
  • Luigi de Seneenen - Il BDC: lo schema di integrazione di tutti i canali. 
  • Gianni Russo: Campagne ADV e loro integrazione con Marketing Automation.

Per maggiori info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo." target="_blank">serviziosocioculturale@montesantangelo.it

L’identità culturale del Mezzogiorno d’Italia risale al tempo di Ruggero II (1095-1154), re dei Normanni, anche se le sue radici storiche si rifanno alla civiltà greco-romana e al tempo dei Bizantini, che furono presenti in diverse città meridionali, fra cui Bari nel IX secolo.

A tutto ciò bisogna aggiungere il periodo in cui il Sud Italia conobbe la dominazione dei Longobardi, i quali lasciarono numerose testimonianze culturali in diverse parti del loro dominio, fra cui Benevento e il Gargano, attraverso il culto di San Michele, che si sviluppò in maniera diffusa in tutto il loro Regno, da Pavia fin nell’Italia Meridionale. Al tempo dei Normanni e, poi, degli Svevi, con Federico II (1194-1250), il Sud Italia conobbe un periodo di splendore, di civiltà e di cultura, che ritroviamo in tante costruzioni, come le cattedrali romaniche e i castelli, tanto da caratterizzare e rendere uniche, per cultura e civiltà, le città meridionali, da Bari fino a Otranto, passando per Andria, dove Federico II costruì la sua residenza, Castel del Monte e, poi, Trani, Molfetta, Barletta, Brindisi, Otranto, città dove ritroviamo bellissime cattedrali e numerosi castelli di età medievale e rinascimentale, fino agli Angioini, agli Aragonesi e poi la dominazione borbonica nel Regno delle due Sicilie.

Il volume che andiamo a presentare, "Storia del Sud Italia. Nascita di un’identità" edito da BastogiLibri, Roma 2023, pp.194, Euro 20,00, pone in primo piano la civiltà e la cultura dei vari popoli che hanno colonizzato il Sud Italia, dai Bizantini ai Longobardi, dai Normanni agli Svevi, dagli Angioini agli Aragonesi, fino alla dominazione borbonica, i quali tutti lasciarono le loro testimonianze in ogni campo, da quello artistico a quello culturale, dal sociale all’economico, fino allo sviluppo del sistema feudale, che nel Sud Italia durò per diversi secoli attraverso il sistema politico del baronaggio, che maggiormente si identificò con il Regno Borbonico che durò, nel Sud Italia, per ben tre secoli, dal XV al XVII, fino a giungere all’Unità d’Italia (1860) e, quindi, alla nascita del brigantaggio, considerato da diversi studiosi, come una “Rivoluzione mancata”. Di tutto questo, il testo che abbiamo scritto, ne fa riferimento specifico attraverso diversi capitoli, fra cui: L’Italia Meridionale dalla caduta dell’Impero romano ai Longobardi; La nascita dello Stato meridionale al tempo di Ruggero II (1095-1154); La dominazione sveva di Federico II (1194-1250); L’Italia meridionale e la Puglia dagli Angioini agli Aragonese; L’origine e lo sviluppo del baronaggio; L’Italia meridionale nel periodo spagnolo (1500-1734); Il Sud Italia durante il Regno Borbonico (1735-1799); Il Sud Italia prima e dopo l’Unità d’Italia (1799-1860) e infine La “Questione meridionale” e il brigantaggio. Il tutto visto anche attraverso le Inchieste parlamentari dopo l’Unità d’Italia e le problematiche legate all’Unità politica dell’Italia. Infine, nell’ultima parte, vengono riportate alcune recensioni riguardanti il brigantaggio sul Gargano e le lotte contadine in Capitanata dopo l’Unità d’Italia. Di tutto questo il testo fa riferimento specifico riportando le diverse pubblicazioni che hanno affrontato la “questione meridionale”, con una nuova metodologia, basata soprattutto sul “revisionismo storico.

INDICE INTRODUZIONE

  • L’Italia meridionale dalla caduta dell’Impero Romano ai Longobardi. Ruggero II e la nascita dello Stato meridionale.
  • Il Sud Italia al tempo di Federico II di Svevia.
  • L’Italia meridionale e la Puglia dagli Angioini agli Aragonesi. Origine e sviluppo del baronaggio.
  • L’Italia meridionale nel periodo spagnolo (1500-1734). Il Sud Italia durante il Regno Borbonico (1735-1799). Il Sud Italia prima dell’Unità d’Italia (1799-1860).
  • L’Unità d’Italia e la “Questione meridionale”. Il brigantaggio una Rivoluzione mancata.
  • Le inchieste parlamentari dopo l’Unità d’Italia. Il Revisionismo storico.
  • La nascita del Movimento24Agosto Equità Territoriale

RECENSIONI

  • Il brigantaggio meridionale. Una rivoluzione mancata (1806-1865) di Nicola d’Apolito.
  • Rosso tramonto. Fatti e misfatti di un brigante garganico di Tommaso Prencipe.
  • Società e brigantaggio nella crisi dell’Unità in Capitanata di Filomena Arena.
  • La Capitanata al crepuscolo del  Settecento di Michele Eugenio Di Carlo.
  • Contadini e braccianti nel Gargano dei briganti di Michele Eugenio Di Carlo.
  • Dalla Proprietà Comune alla Proprietà Privata di Michele Tranasi.
  • I Galantuomini: Il Gargano dall’Unità d’Italia ad oggi di Giuseppe Piemontese
  • L’agonia feudale e la scalata dei “Galantuomini” di Leonarda Crisetti Grimaldi.

 nota del Gruppo Consiliare A MONTE – Monte Sant’Angelo.

«Durante la seduta di Consiglio Comunale “Question Time” del 15 settembre, richiesto dal Gruppo Consiliare “A Monte”, abbiamo presentato diverse interrogazioni circa le intenzioni dell’Amministrazione nell’affrontare i problemi che affliggono la città.

Tra i temi posti ci sono stati:

- situazione campetti per calcetto in Zona Cimitero e in Via Pasquale Cotugno;

- tariffe parcheggio “Ex Campo sportivo”.

Situazione campetti per calcetto in Zona Cimitero e in Via Pasquale Cotugno

Da un po’ di anni è inesistente la manutenzione sia dei campetti da calcetto sia degli spogliatoi, lasciati in una situazione vicina al degrado. Le docce molto spesso non sono funzionanti e i problemi alla caldaia si alternano a quelli della pressione dell’acqua.

Nei campetti “Zona Cimitero”, da qualche tempo è fruibile solo uno dei due campetti perché la rete è tutta da ripristinare. La situazione è peggiorata ulteriormente da quando sono iniziati i lavori che stanno interessando l’Hub intermodale.

Tariffe parcheggio “Ex Campo sportivo”

Ci è stato segnalato da molti cittadini, residenti e non, l’elevato importo delle tariffe applicate nel parcheggio. Infatti, in occasione delle manifestazioni estive, molti residenti e turisti hanno manifestato la loro incredulità nel momento in cui hanno pagato presso la cassa automatica il biglietto per ritirare la propria auto. Le tariffe, definite dalla Giunta Comunale con Delibera n. 91 del 21/05/2021, prevedono importi diversi per i residenti e i non residenti, ma alle casse automatiche non è possibile selezionare se si è residenti o meno. Quindi abbiamo chiesto all’Amministrazione se le tariffe diversificate vengono rispettate dal gestore del parcheggio. Abbiamo proposto o di rivedere quei costi, in virtù del fatto che la notte il parcheggio è totalmente incustodito, o magari di non applicare alcuna tariffa così come avviene in altre località turistiche, anche perché dobbiamo invogliare la permanenza dei turisti in città e non farli fuggire!

Infine, circa i mancati pagamenti dovuti per la gestione del parcheggio “Ex Campo sportivo”, va detto che, grazie alla insistenza e alla determinazione del Gruppo Consiliare “A Monte” – che ha sempre avuto dubbi sulla serietà del gestore –, il Comune ha finalmente avviato la procedura di risoluzione del contratto con la società per inadempienza contrattuale (meglio tardi che mai!), segno che ci avevamo visto bene circa l’inaffidabilità della Ditta. Pertanto, abbiamo chiesto che, dal momento in cui la risoluzione avrà effetto, anche le casse automatiche vengano spente, in attesa di un nuovo gestore.

Continueremo a vigilare perché la gestione della “Cosa pubblica” avvenga con serietà e con imparzialità: la questione “Ex campo sportivo” dimostra che non sempre è così».

Gli Assessorati al Welfare e allo Sport del Comune di Monte Sant'Angelo, in collaborazione con l’Associazione Gruppo Podistico Montanari DOC ed il Comitato UISP Provinciale – sezione di Manfredonia, organizzano una camminata per sensibilizzare la comunità rispetto alla prevenzione dei tumori al seno.

Un importante appuntamento che vedrà coinvolta l'intera comunità.

È importante la partecipazione di tutti.

«Vi chiediamo, dunque, di partecipare numerosi, iscrivendovi all'indirizzo mail riportato sulla locandina (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.">Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) e di sensibilizzare la partecipazione di tutti i soci delle vostre associazioni», l’appello del Gruppo Podistico che vi aspetta domenica 15 ottobre alle ore 10.00 in Piazza Giovanni Paolo II!

La camminata sarà introdotta da una conferenza stampa che si terrà sabato 7 ottobre alle ore 10 in Via Celestino Galliani.

L’adesione e iscrizione alla manifestazione è gratuita, con il dono di una maglietta.

Inoltre, sarà possibile, la mattina del 15 ottobre, donare un contributo volontario che verrà interamente devoluto all'associazione A.N.D.O.S. (Associazione Nazionale Donne Operate al Seno).

 

camminata rosa MSA 15ott2023

nota del consigliere regionale di Forza Italia, Napoleone Cera.

«Importanti novità sulle condizioni della strada statale 272 che collega San Severo a Monte Sant’Angelo: oggi ho incontrato i vertici pugliesi dell’Anas, incassando diverse rassicurazioni.

Innanzitutto, a breve partiranno i lavori di bonifica e pulizia dei rifiuti abbandonati, oggetto della mia denuncia. E ancora: saranno ripristinate anche le cunette mancanti, che a ogni pioggia trasformano la strada in un pantano e che sono la causa di numerosi incidenti anche mortali. Sul tristemente noto incrocio di San Matteo, invece, si sono impegnati a reperire le risorse per attuare interventi infrastrutturali, ma nel frattempo verranno installate segnaletiche luminose e rumorose per allertare gli utenti. Insomma, non posso che essere soddisfatto per la cordialità in cui si è tenuto l’incontro e per gli importanti impegni assunti.

Naturalmente, continuerò a vigilare fino a quando le opere non saranno portate a termine».

«Non ho mai visto tanta gente in visita alla Città di Monte Sant’Angelo, ma più specificatamente al Santuario di San Michele, ormai diventato uno dei luoghi più visitati al mondo, dove troviamo gente proveniente da ogni parte d’Italia e dell’Europa, tanto da trovarci, anche davanti a gruppi provenienti dall’Estremo Oriente, fra cui la Cina, il Giappone, l’India dello Sri Lanka, la Malesia e la Corea del Sud. Un mondo capovolto, fino a pochi ani fa, in cui il pellegrinaggio verso la Montagna Sacra, più specificatamante Monte Sant’Angelo, era un luogo di culto e di visita per poche e qualificate compagnie provenienti soprattutto dall’Italia Meridionale.

Oggi tutto è cambiato, tanto che ci troviamo di fronte ad un fenomeno altamente qualificato e straordinario, dove una città, si badi, e non un borgo, è diventato un luogo internazionale, ma soprattutto un luogo di grande attrattiva non solo religioso, ma culturale e paesaggistico, legato, quest’ultimo aspetto, alle bellezze del nostro paesaggio garganico, che si caratterizza soprattutto attraverso la Foresta Umbra e i boschi che ne fanno da corollario, diventati, oggi, dopo il Santuario di San Michele, il secondo Sito UNESCO:  luoghi, insieme alla Grotta micaelica,  di grande fascino storico-culturale e paesaggistico, con aspetti che si riportano alla nostra storia antica, fatta di  miti e culti della Daunia. Tutto ciò fa della Montagna Sacra, ma più specificatamente della Montagna dell’Angelo, cioè Monte Sant’Angelo, un luogo emblematico di storia, cultura, religiosità popolare e paesaggio naturale, tale da racchiudere l’essenza stessa, nella sua globalità, come è l’intero Gargano, il significato di essere un Sito UNESCO.  

In questi giorni di fine settembre, che generalmente cadono con le festività di San Michele, la nostra meraviglia è stata, quindi,  nel vedere migliaia di gente visitare la nostra città, un fenomeno tale che va oltre le nostre aspettative,  una città che purtroppo è stata bocciata quale Capitale Italiana della Cultura 2025, ma che, come si vede, oggi, attira, durante tutto l’anno, milioni di visitatori, tanto da assistere ad un fenomeno, quale è il pellegrinaggio micaelico,  che ormai è diventato internazionale, anche se, fino ad alcuni anni fa, non credevamo che una città come Monte Sant’Angelo  potesse attirare tanta gente, sfatando così qualsiasi pregiudizio contro le città meridionali, destinate tutte all’oblio o ad un lento degrado.

Monte ha in sé delle potenzialità che ancora non sappiamo apprezzare, né sappiamo cogliere il giusto    valore sul piano economico e culturale. Giustamente il dossier della Candidatura Capitale Italiana della Cultura 2025 si intitola Monte in cammino, anche se tale cammino ci è stato sbarrato ingiustamente dalla Commissione giudicatrice.

QUI IL PDF DEL DOSSIER "MONTE IN CAMMINO"

Un Monte in cammino che, secondo noi, va oltre Agrigento, in quanto la nostra cultura, non solo religiosa, quanto storico-artistica,  va oltre il Gargano e la Puglia, in quanto ci porta verso un mondo che abbraccia due continenti e due orizzonti, quello Orientale e quello Occidentale: la cultura provenente dal mondo bizantino e, quindi, da Gerusalemme e dai paesi dell’Est e la cultura sorta e sviluppatasi in Occidente,  per primo nella Magna Grecia, con i Dauni, i Greci e i Romani, per poi diffondersi in tutta Europa, attraverso  i Franchi, i Longobardi, i Normanni, gli Svevi, gli Angioini, gli Aragonesi, e infine i Borbone, che per la prima volta avevano inteso creare una nuova capitale mediterranea, cioè Napoli. Oggi tale funzione, attraverso il pellegrinaggio micaelico, viene presa dalla Montagna dell’Angelo, e precisamente da Monte Sant’Angelo, sede primigenia del culto di San Michele in Occidente, dai cui itinerari, come la Via Micaelica, nascerà l’idea dell’unità politica-culturale dell’Europa, fondata sulle culture e sulle civiltà degli antichi popoli europei, nonché su importati principi e valori quali la liberta, la democrazia, la solidarietà fra i popoli, il diritto, in nome della pace e della convivenza fra tutti i popoli. Convivenza che purtroppo, oggi, è messa in pericolo e in discussione dalla guerra fra la Russia e l’Ucraina. In questo senso Monte in cammino rappresenta, oggi, un monte proteso verso un mondo dove si incontrano gente e popoli della Terra, senza divisioni e odi di parte e di razze. Non c’è luogo al mondo in cui i popoli, di ogni fede e di ogni cultura, oggi si incontrano in maniera pacifica come a Monte Sant’Angelo, che rappresenta tutto ciò che altri luoghi vorrebbero, e di cui siamo consapevoli di tracciare un Monte in cammino oltre Agrigento».

 

DOSSIER UnMonteincammino

#contrappunti

«Finite le vacanze estive 2023, al ritorno dal villaggio Ippocampo, vicino Manfredonia, mi sono fatto accompagnare a casa da mio cognato Matteo Spagnuolo, Presidente dell’omonima Ditta Spagnuolo di Manfredonia, il quale mi ha portato a far conoscere i luoghi  e gli insediamenti industriali dell’ex stabilimento Anic-Enichem.

La mia meraviglia è stata quella di trovarmi davanti ad uno spettacolo di inaudito abbandono di tutta la zona, con capannoni industriali dismessi e diroccati, su una estensione di diversi chilometri  di terreni, che appartengono al Comune di Monte Sant’Angelo e di Manfredonia. Vi sono attive solo 3 o 4 industrie, con pochi addetti  e, alcune di esse, come la Şişecam, sono di proprietà straniera, fra cui i turchi. Tutto il resto, quasi il 90 % degli antichi insediamenti dell’Enichem, è tenuto in abbandono, con capannoni in uno stato di degrado ambientale tale che vi regna un silenzio e un abbandono generale, quasi un deserto.

Un territorio quasi del tutto privo di servizi e di infrastrutture, completamente  in abbandono, che avrebbe bisogno soprattutto di una profonda e duratura bonifica, lasciata incompleta sia dall’Eni che dai Comuni che confinano con la Piana di Macchia, Monte Sant’Angelo, Manfredonia e Mattinata. E tutto questo da quando c’è stata la chiusura dell’Enichem, dal 1978, senza che la politica  o il mondo economico, abbia fatto qualcosa per creare delle condizioni di salvaguardia dell’ambiente  e di sviluppo locale, inerenti alle potenzialità dell’intera Piana di Macchia, purtroppo lasciata a se stessa, senza che il mondo politico, oppure investitori italiani ed stranieri potessero sollevare le sorti di una delle zone più belle del Gargano, ma anche dell’intera Capitanata.

Tutto questo nel silenzio assoluto della popolazione locale, che insieme a quella di Manfredonia, Monte Sant’Angelo e Mattinata raggiunge quasi Settantamila abitanti. Gente che purtroppo cerca di trovare lavoro e che di lavoro se ne vede poco, tanto che la maggior parte dei nostri figli e dei nostri giovani sono costretti ad emigrare e a trovare lavoro al Nord. La politica è incapace di sollevare le sorti della Piana di Macchia, né gli incontri bilaterali fra i sindaci di Manfredonia e di Monte Sant’Angelo raggiungono dei risultati positivi per lo sviluppo della zona. Infatti, recentemente c’è stato un incontro, il 26 Settembre 2023,  fra il Sindaco d’Arienzo di Monte Sant’Angelo e il Sindaco di Manfredonia, Gianni Rotice, sul destino dell’area SIN della Piana di Macchia.

Il Sindaco d’Arienzo ha tenuto a sottolineare che “Dopo diversi anni dalla chiusura dell’Enichem, stiamo ancora a ragionare delle bonifiche e di cosa fare di quel terreno. Sto spendendo i miei mandati sulla questione e provo un po’ di sconforto nel momento in cui mi rendo conto che il tempo che un’Amministrazione ha non le permette di incidere a tal punto da arrivare ad una soluzione”. Inoltre si è ribadito che della questione Enichem, purtroppo, nemmeno l’ENI, se ne è occupato.

La causa?

Una deficienza normativa. Ad ogni buon conto, il Sindaco d’Arienzo ha informato che il Comune di Monte Sant’Angelo ha ricevuto un finanziamento di 1,4 milioni di euro, “non per la bonifica, essendo una somma insufficiente per realizzarla, ma perché indagare su quali terreni bisogna incominciare ad intervenire”. Da più parti è venuta la proposta di prendere in considerazione l’idea di una Area produttiva paesaggisticamente ed ecologicamente attrezzata, cioè uno “strumento di pianificazione urbanistica a forte valenza partecipativa”. Cioè creare una APPEA territoriale che preveda la riqualificazione dell’area, salvaguardando l’ambiente e a beneficio di tutta la popolazione».

Grazie all’invito del Presidente di EcoGargano, Giuseppe Palumbo, responsabile della gestione del castello di Monte Sant’Angelo, ho potuto visitare l’interessante e pregevole Mostra bipersonale di pittura e sculture degli artisti MICHELE AFFATATO  e GHEORGHITA OUATU, che si tiene, dal 23 al 30 Settembre 2023, presso le sale del castello, che sempre più, grazie all’opera divulgativa dei responsabili del nostro castello, sta acquistando sempre più notorietà per l’alto valore culturale e turistico degli eventi in programmazione. Del resto, sono anni che Giuseppe Palumbo sta dedicando, con abnegazione e passione, alla valorizzazione del nostro patrimonio culturale, fra cui il nostro castello, che ci auguriamo venga gestito da persone che appartengano alla nostra cultura e al nostro territorio. Davanti alle opere dei due artisti sono rimasto incantato per la varietà, non solo delle tecniche che entrambi usano, quanto per la varietà dei soggetti rappresentati in maniera originale e unica, sia per il contenuto che per le forme artistiche e il linguaggio che essi usano.

Michele Affatato è un nostro conterraneo, che da anni opera in provincia di Foggia, ma che sta divulgando e proponendo la sua arte in tutta Italia e in Europa, facendosi conoscere attraverso varie Mostre che egli ha organizzato a Bari, Napoli, Venezia, Padova, Monreale, Palermo, Milano, Budapest, Parigi e NewYork, con un notevole successo di critica e di consenso popolare. Consenso che deriva dalla sua arte e dal suo linguaggio che spazia fra realtà e immaginazione, con varie tematiche, che ci riconducono, da una parte alla nostr terra e, quindi, alla nostra identità daunia, con evidenti e prorompenti legami alla civiltà e cultura garganica e mediterranea, dove predomina un paesaggio rurale che ci richiama alla nostra cultura contadina e nello stesso tempo alla presenza del sacro, che si identifica prevalentemente nel culto di San Michele, con la sua originaria iconografia angelica e,  dall’altra parte, la presenza di un mondo magico ed onirico, dove  il legame con la realtà e, quindi, con la natura diventa sogno e immaginazione di un mondo astratto, ma sempre legato alla materialità e, quindi, al significato simbolico della pietra  o della roccia, nel nostro caso la Montagna Sacra, che sta a fondamento della civilizzazione dell’uomo. Un mondo surreale e immaginifico dove il colore, legato alla materialità degli oggetti, esprime quel mondo onirico e irreale che solo un artista, come Michele Affatato sa fare e sa rappresentare. Il tutto legato alla contemporaneità rappresentativa degli oggetti d’uso e, quindi, alla quotidianità del nostro tempo. Un mondo in cui predomina la tecnologia e quindi gli scarti della quotidianità e della temporaneità esistenziale. Immagini costruite soprattutto attraverso i colori che acquistano in Michele Affatato una loro liricità e una loro poeticità espressiva, che solo l’arte e la tecnica di Michele Affatato sanno riprodurre. Un mondo di colori e di immagini, tale da smarrirsi e ritrovarsi nello stesso tempo, legati a ciò che è essenziale, che è la bellezza dell’arte e, quindi, della vita. Tutto ciò gli ha permesso di attirare l’attenzione della critica, ottenendo vari premi e attestazioni di merito, fra cui il Premio Internazionale Michelangelo, 2021; il Premio Internazionale Città di New York, 2020; il Premio Internazionale Città di Budapest, 2020; Pro Biennale, Venezia, 2022; Mostra Internazionale di Arte Contemporanea, Spoleto, 2022, ecc. Infine c’è da sottolineare che la sua arte ha attirato l’attenzione di Vittorio Sgarbi, che lo ha inserito nell’Annuario di Arte Contemporanea Mondadori, 2021.

Gheorghita Ouatu ci riporta verso un mondo surreale e nello stesso temo onirico, dove la realtà ormai non esiste se non vista attraverso il subconscio e, quindi, attraverso una personale trasposizione del reale verso un mondo di fantasie e di pura realtà legata al subconscio.  Gheorghita Ouatu è nata a Tulcea, una ridente città sul Danubio in Romania. Vive in Italia dal 2004, che considera la patria dell’arte e quindi la culla di ogni civiltà e cultura, tale da dare origine alla Magna Grecia e, quindi, alla civiltà europea, da cui l’artista trae anche ispirazione, in quanto figlia di una Europa  non etnocentrica, ma pluricentrica, in cui sia l’Est che l’Ovest si incontrano e danno forma e spirito alle aspirazioni degli uomini, ma soprattutto, nel nostro caso, degli artisti, come Gheorghita Ouatu.

L’arte di Gheorghita Ouatu nasce dal profondo del subconscio e, quindi, da una interiorità che solo gli artisti sanno cogliere ed esprimere. Un’arte sublime e nello stesso tempo cruda, per le sue immagini che trasformano la realtà in fantasie e a volte in mostruosità tale da attirare l’attenzione della gente, mettendo quasi in disagio lo spettatore. Infatti, in un suo “depliant” si legge che l’Artista passa facilmente “dal figurativo al materico, dall’astratto al surrealismo, dall’arte metafisica all’arte concettuale”, tanto da dare alla sua personalità di artista una poliedricità stilistica, sia sul piano dei contenuti che sul piano delle forme rappresentate. Del resto l’artista presenta un curriculum molto denso e pieno di significati, tale da caratterizzare, in maniera positiva e ammirevole, il suo percorso creativo, che man mano si arricchisce negli anni di fascino e di originalità, attraverso le sue emozioni artistiche uniche e irripetibili. Nelle sue opere si notano trasfigurazioni del reale, che appartengono sempre all’uomo, ma che la tecnologia ne ha fatte proprio, attraverso pulsazioni metaforiche, allusioni fantastiche, dove l’uomo si sente prigioniero della tecnica e, quindi, non più libero di determinare la sua esistenza, quasi prefigurando l’uomo tecnologico dominato dall’Intelligenza Artificiale (AI).  In questo senso l’arte di  Gheorghita Ouatu va al di là della realtà, quasi a prefigurare un mondo in cui la tecnologia e, quindi,  l’artificio diventano padroni della vita reale dell’uomo, in un profondo smarrimento e perdita della propria coscienza umana. Tutto ciò lo ritroviamo nelle sue opere esposte nel castello di Monte Sant’Angelo, che secondo noi, dovrebbe diventare la sede unica di un futuro Museo d’Arte Contemporanea, come quello di Mart Rovereto, di cui Presidente è  Vittorio Sgarbi. Un Vittorio Sgarbi che sta accompagnando, attraverso le sue annotazioni critiche sia l’arte di Michele Affatato che di Gheorghita Ouatu, rapportandosi, di volta in volta, alla temporaneità di Michele e alla ricerca del subconscio di Georgia. Per Michele Affatato Vittorio Sgarbi ha scritto: “Con Michele Affatato abbiamo un confronto ragionato tra i grandi lasciti artistici del passato e le più attuali tendenze espressive… Il lavoro complessivo di Affatato è poliedrico, non vi è un filo rosso che lega tra loro le opere, ma nella loro molteplicità mostrano la voglia di valicare la linea di demarcazione tra stili e discipline.  Dalla biografia si evince che l’autore si occupa prevalentemente di pittura con tentativi di combinare ad essa la scultura facendo coesistere le due discipline… Le sue opere hanno una forza dirompente che privilegia l’impressione e abbandona la didascalia… il tutto con slancio energico, quasi alla Van Gogh, avvicinandosi così alle avanguardie europee…per favorire l’impatto emotivo, così come fa Paul Jackson Pollock, pittore statunitense considerato uno dei maggiori rappresentanti dell’espressionismo astratto o action painting”. Secondo Leonarda Zappula, "l’individualità artistica di Michele Affatato, maniera conscia o inconscia, rende singolare la sua creazione: è quell’attributo intrinseco nella mente e nelle mani di chi genera un’opera destinata a lasciare traccia del proprio autore per sempre. È per l’appunto questa la connotazione che vuole essere considerata, presa in esame e raccontata attraverso il progetto UNICI… Michele Affatato è un  artista poliedrico, la cui produzione si basa sulla volontà di cogliere l’unità del mondo e dell’io e il segreto della realtà rappresentata come opera dell’anima. Nella sua produzione si afferma il primato dell’istinto sulla ragione. Per l'artista italiana Gheorghita Ouatu, l'arte purifica l'anima. I suoi ritratti espressivi ed emozionanti, i pezzi astratti e surrealisti sono vividamente dettagliati e mistici. Trasportare lo spettatore in un mondo parallelo dove tutto è possibile”. 

Gheorghita Ouatu ha esposto in tutta Europa, riscuotendo sempre consenso e ammirazione per le sue opere, che vanno al di là del reale, per immergersi in un mondo fiabesco e, quindi, irreale, dove tutto diventa un sogno onirico. Un mondo in cui l’uomo è soggiogato dai media televisivi, quasi succubi di un mistero che rende l’uomo schiavo della tecnologia, dove predomina una assoluta solitudine esistenziale, in mondo fatto di immagini e di puri sogni evanescenti. L’abitudine solo di sentire la voce degli altri, mentre il proprio io si smarrisce in quella degli altri senza nome e senza identità. Sentire più che ascoltare, tanto da rendere nullo l’ascolto e, quindi, la propria presenza nel mondo: un mondo fatto di tanti misteri e di tante sofferenze, che, specie oggi, rendono l’uomo non più artefice del proprio destino, in un mondo in cui predomina ancora la violenza, la distruzione dell’ambiente, oltre che delle città, costrette a subire la violenza della guerra, come sta succedendo in Ucraina, con la Russia, che non rispetta i diritti e l’identità di un altro popolo. Tutto ciò rende l’uomo schiavo del proprio arbitro e della propria hibris, cioè della propria superbia e, quindi, dell’antropocentrismo sfrenato e non più controllabile. Di fronte a tutto  ciò, Monte Sant’Angelo, che ha avuto l’onore di ospitare nel suo Castello normanno-svevo-angioino-aragonese, la Mostra bipersonale di Michele Affatato e di Gheorghita Ouatu, rappresenta quell’unione storico-culturale fra Oriente ed Occidente, fra le loro culture e le loro civiltà, che affondano le loro radici nel mondo greco-romano e nella civiltà dell’Europa medievale. Una Città, Monte Sant’Angelo, simbolo della Montagna Sacra, che ha unito in sè vari popoli,  Greci, Romani, Longobardi, Normanni,  Svevi, Angioini, Aragonesi,  provenienti da tutta Europa, dall’Oriente bizantino e dall’Occidente latino, contribuendo così, tramite la diffusione del culto micaelico e del suo pellegrinaggio, lungo i grandi itinerari della fede, da Santiago di Compostela a Roma e a Gerusalemme, tramite la Via Micaelica, le grandi vie sacre,  a formare e a creare l’identità politico-culturale dell’Europa, unendo nel contempo i popoli del Mediterraneo, là dove oggi si riversano milioni di emigranti provenienti dalle sponde dell’Africa settentrionale, diretti verso i paesi europei, fra cui in primo piano l’Italia. Là dove troviamo la Montagna Sacra, Monte Sant’Angelo, verso cui oggi si dirigono popoli e razze provenienti da ogni parte del mondo, Cina, Giappone, Corea, India dello Ski Lanka, Malesia, Europa, Stati Uniti, in cerca di qualcosa che manca oggi all’uomo e che rappresenta un angolo di salvezza e di solidarietà fra tutti i popoli della Terra.

Una città, come Monte Sant’Angelo,  che con il pellegrinaggio micaelico, oggi si pone come uno dei più importati santuari del mondo cristiano e non, meta di milioni di pellegrini e turisti. Un Monte in cammino, il cui significato purtroppo, non è stato capito o per lo più spiegato in maniera esauriente, a Roma, alla Commissione giudicatrice di Monte Capitale Italiana della Cultura 2025.

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