Ieri, martedì 14 marzo 202, alle ore 10.00, a Roma, nella Sala Spadolini del Ministero della cultura, è stato assegnato il Premio Nazionale del Paesaggio.
Ra le bellissime realtà paesaggistiche, ambientali e naturali, c’è l’Oasi Laguna del Re, ambiente protetto nell’agro sipontino. A curarne le sue peculiarità e preziosità ambientali, naturalistiche e faunistiche, è l’Associazione Centro Studi Naturalistici Onlus-Puglia, che ha ricevuto la Menzione Speciale. L’associazione è curata dai dott. Vincenzo Rizzi e Maurizio Marrese, da sempre in prima linea per la salvaguardia di ambiente, natura, faunistica, paesaggi e specie protette, con un’attività, anche di controllo, dell’Oasi Lago salso, parte integrante del Parco nazionale Del Gargano.
La manifestazione, giunta alla IV edizione, attribuisce, a cadenza biennale, un riconoscimento a un progetto che si è distinto per la capacità di valorizzare il paesaggio attraverso azioni di salvaguardia, gestione o pianificazione, in linea con i 4 criteri indicati dall’Ue (esemplarità, sviluppo territoriale sostenibile, partecipazione, sensibilizzazione).
L’iniziativa si svolge in occasione della Giornata Nazionale del Paesaggio, istituita nel 2016 con l’obiettivo “di promuovere la cultura del paesaggio in tutte le sue forme e sensibilizzare i cittadini sui temi ad essa legati”.
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Si è svolto a Palazzo San Domenico l’incontro tra una delegazione del Parco – rappresentata dal Presidente Pasquale Pazienza e dal liquidatore di Oasi Lago Salso SpA Gianfranco Ursitti – e l’Amministrazione comunale di Manfredonia rappresentata dal suo Sindaco Gianni Rotice, dagli Assessori e dai capigruppo di maggioranza in Consiglio comunale.
L’incontro, chiesto dal Sindaco Rotice (da qualche mese al lavoro con l’Ente parco sullo specifico tema), affronta la questione legata alla necessità di ridefinire la gestione del sito. Tutela ambientale, legalità, valorizzazione delle risorse naturali, e fruizione turistico-ricreativa. Queste le direttrici tematiche per il rilancio di una delle zone umide più importanti della fascia adriatica in considerazione delle tre dimensioni che caratterizzano il concetto dello sviluppo sostenibile, ovvero quella ambientale, quella sociale e quella economica.
“L'idea congiunta con l’Ente Parco, con il quale stiamo proficuamente dialogando e collaborando - spiega il Sindaco Rotice - è quella di seguire un percorso di recupero, di valorizzazione ambientale e socio-economica dell’intera area anche attraverso la creazione di una Fondazione dedicata allo sviluppo e gestione di attività di didattica ambientale e ludico-ricreative con eventuale ricettività, utili ad aprire l'area a una vera e responsabile fruizione, unitamente ad una costante attività di gestione e di controllo, la cui esigenza è fortemente avvertita nel sito. Un asset strategico che si incastra perfettamente nell’azione di programmazione intrapresa dall’Amministrazione e dalla comunità di Manfredonia rispetto alle dinamiche di sviluppo futuro, che si basa sulla valorizzazione delle vocazioni locali e la tutela della salute. Una concreta occasione per creare impresa e lavoro per i tanti giovani qualificati del territorio e irrobustire l’indotto turistico per tutto l’anno”.
La proposta della presidenza dell’Ente Parco è da sempre stata basata sulla prioritaria necessità di realizzare – nella zona paludosa e dei prati allagati – una Riserva Naturale di Stato che, affidata ai Carabinieri Tutela Biodiversità per una reale tutela degli ambienti naturali ivi esistenti, possa essere il presupposto a cui agganciare una gestione ad hoc della restante parte del sito attraverso cui attivare utili processi di valorizzazione socio-economica dell’intera area.
Nella ferma idea dell’Ente parco, la rafforzata presenza dell’Arma nell’area assicurerebbe, non solo il maggiore e più attento controllo di una zona da sempre oggetto di vari abusi (per esempio, il bracconaggio, la pesca di frodo, ecc.), mai efficacemente contrastati, ma permetterebbe anche di svolgere più qualificate attività di monitoraggio della biodiversità ivi esistente e una più efficace ed efficiente manutenzione della vegetazione e, in particolare, dei canneti nella zona umida.
La proposta di progetto – così come prospettata dalla presidenza del Parco – prevede anche la possibilità di avere nell’area la presenza di una unità a cavallo e di una cinofila dei Carabinieri con cui rafforzare l’attività di sorveglianza e i cui animali – al di fuori del servizio d’Istituto e grazie al coinvolgimento delle competenze presenti nella ASL Foggia e nell’associazionismo volontario specializzato – possano essere impiegati nello svolgimento di attività (come, per esempio, quella della pet therapy) orientate al perseguimento di obiettivi socio-sanitari a vantaggio di quelle categorie di individui bisognevoli di tale tipo di percorsi.
“Ringrazio il Sindaco Rotice per l’invito all’incontro nel quale ho trovato motivo ed entusiasmo per presentare nuovamente una proposta riorganizzativa della gestione dell’area dell’Oasi Lago Salso, una delle zone umide più importanti dell’Italia meridionale. L’area, per buona parte vincolata alla Direttiva Habitat, e significativamente categorizzata come SIC (Sito d’Interesse Comunitario) e ZPS (Zona di Protezione Speciale) – ovvero interdetta a qualsiasi forma di uso se non la salvaguardia della biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali – è caratterizzata da una straordinaria e variegata presenza di ecosistemi, ma anche da consistenti criticità particolarmente riferibili alla mancanza di un adeguato controllo del territorio – da cui deriva l’esistenza nell’area di situazioni di abuso e, più in generale, di illegalità – e agli elevatissimi costi economici da affrontare per manutenere gli assetti ambientali del sito; costi che nessun bilancio – né del Comune di Manfredonia, né di qualsiasi altra pubblica amministrazione locale – sarebbe in grado di adeguatamente sostenere. Oltre a rappresentare un importante presidio di controllo e di legalità, la presenza nell’Oasi del Reparto Carabinieri Tutela Biodiversità risulterebbe sicuramente risolutiva anche di questo importante aspetto. Grazie, infatti, all’impiego di addestrate risorse umane già impegnate dai reparti tutela biodiversità dell’Arma si potrebbe procedere alla realizzazione di imprescindibili interventi manutentivi nell’area ottimizzando la spesa pubblica che lo Stato dedica all’importante tema della tutela della biodiversità. Sono queste le precondizioni da affermare affinché il sito dell’Oasi Lago Salso possa essere reso oggetto di una sana fruizione, ovvero di una vera e responsabile valorizzazione socio-economica, a beneficio non soltanto della Comunità del Golfo sipontino, ma anche di quelle dell’intero Gargano e della provincia di Foggia. Il Parco, come è già stato dimostrato attraverso le scelte del recente passato, non sosterrà e non accompagnerà scelte diverse dall’affermazione nel sito di un modello di governance efficace, efficiente e trasparente teso a una prospettiva di lungo termine e all’affermazione dei principi alla base di uno sviluppo territoriale sostenibile”, ha concluso il Presidente Pazienza.
Fiamme domate sugli ettari dell’area protetta dell’Oasi Lago Salso, in località Palude Frattarolo, in fiamme da ieri 21 giugno 2022. Circa 60 ettari andati in fumo.
Un incendio di vaste proporzioni ha letteralmente incenerito ciò che da anni si sta preservando a beneficio della natura, della flora e soprattutto della fauna, quella stanziale e quella migrante. Sul posto ci sono unità dei Vigili del Fuoco, della Protezione Civile, dell’Arif, Canadair in azione, volontari delle varie associazioni locali.
L’atto incendiario potrebbe essere l’ennesimo criminale, senza ovviamente escludere la fatalità del caso viste le alte temperature e l’assenza di piogge. Tutto, comunque, si direziona verso la volontà umana, quella delittuosa di chi vuol distruggere per poi ricostruire.
Oggi, 22 giugno 2022, le fiamme stanno ancora distruggendo ettari dell’Oasi, che è parte del Parco Nazionale del Gargano. Aerei Canadair sono in azione per spegnere le fiamme, mentre il caldo vento alimenta i roghi e dirige i fumi verso i centri abitati limitrofi.
Da più parti ci si interroga sul Piano Antincendio Boschivo, cosiddetto AIB, con tanto di piano cartografico, sia l’Ente Parco Nazionale del Gargano, sia la Regione Puglia, devono adottare nelle aree protette sottoposte a rigidi protocolli di prevenzione e sicurezza. Uno strumento di pianificazione per la tutela e la conservazione degli habitat dell’area protetta, che comprende anche la prevenzione da atti derivanti da menti e mani criminali.
Ogni anno, rimanendo in zona, sul Gargano, anche sui Monti Dauni ma con meno intensità, si registrano incendi di aree verdi, boschive, forestali, e tutte a ridosso e integranti aree protette e abitate. Un problema di cui se ne parla tanto ma con poche azioni repressive e soprattutto preventive.
Pinuccio, il noto inviato di “Striscia la Notizia” su facebook commenta così:
«Quest’anno ho avuto modo, per lavoro, di godere della bellezza dell’area palustre di Lago Salso a Manfredonia, dove nidificano migliaia di specie e dove purtroppo da tempo c’è l’attenzione di una criminalità senza scrupoli che puntualmente lancia segnali. Oggi ho appreso di un vasto incendio che sta minacciando centinaia di nidi di uccelli oltre a ridurre in cenere ettari di vegetazione. Le fiamme di oggi potrebbero essere l’ennesimo avvertimento di una criminalità che guarda alle aree protette e ai parchi come un problema per i propri interessi e non una risorsa per il territorio. Siamo solo al primo giorno d’estate e già ci troviamo ad annotare sul taccuino delle cronache del Gargano una decina di incendi con aree come Baia delle Zagare sfigurate dalle fiamme».
Un incendio, si spera l’ultimo, che è balzato alle cronache nazionali, che fa da sponda alle richieste di intervento delle istituzioni locali. Gianni Rotice, sindaco di Manfredonia, scrive al presidente Emiliano e commenta: «L'episodio incendiario verificatosi in un'area pregiata di Manfredonia quest'oggi, primo giorno d'estate, è un atto che non può lasciarci indifferenti ed essere sottovaluto nella sua assoluta gravità, a cui bisogna rispondere immediatamente ed in maniera risoluta con gli interventi più opportuni. Con Prot. n.26872 poco fa ho inviato una nota urgente a Michele Emiliano, Presidente della Regione Puglia e Donato Pentassuglia, Assessore regionale al ramo.
"Egregio Presidente, Egregio Assessore,
sono a scriverVi con somma urgenza a seguito del vasto incendio che sta devastando la zona protetta della Palude Frattarolo. Sono molto preoccupato per questo fenomeno criminoso manifestatosi all’inizio della stagione estiva con nefasti scenari per un territorio fragile e già segnato profondamente come il nostro. Il grave episodio odierno ha evidenziato una carenza di squadre di pronto intervento immediatamente operative. Mi segnalano l’esiguità di uomini e mezzi dell’Arif destinati a presidio stabile di quell’area e dislocati su altri fronti territoriali. Pertanto, visto il delicato contesto, sono a chiederVi maggiori attenzioni ed un potenziamento dei presidi di prevenzione e pronto intervento, poiché si prevede una stagione estiva particolarmente arida ed a rischio incendi. Certo, del Vostro celere e concreto riscontro, e rendendomi sin da subito disponibile ad un incontro, porgo cordiali saluti".
Dell’incendio, che dovrebbe interessare tutta la classe politica e istituzionale della provincia di Foggia, spicca in solitario il commento su facebook di Liliana Rinaldi: «Come Consigliere Provinciale con delega alle AREE PROTETTE, sono profondamente dispiaciuta di quanto sia successo oggi nei pressi dell'Oasi Lago Salso. Un devastante incendio, ha distrutto ettari di habitat che ospita tante specie di animali. Sul posto ancora presenti mezzi Antincendio e Canadair per spegnere il rogo.
Episodi che purtroppo da giorni si verificano in Capitanata. Con la speranza che questi episodi non accadano più».
«La distruzione della biodiversità, nella logica ignorante e violenta di chi brucia le stoppie e le ramaglie per pulire cunette o per mafia» è il punto di vista, scritto su facebook, di Gianfranco Eugenio Pazienza, ricercatore e precedentemente Responsabile di Misura FEAMP presso GAL Gargano Agenzia di Sviluppo. Un commento che fa rima con altri, dove al centro si pone l’attenzione sullo «smaltimento criminale di rifiuti dove il fuoco viene utilizzato per "pulire" le prode di fossi e canali, per aprire spazi nel canneto per la futura stagione venatoria dei bracconieri, per le reti degli uccellatori, anche gli agricoltori hanno la loro parte di responsabilità. Confagricoltura, Coldiretti che dicono, che pensano in proposito invece di stare a piangere miseria ogni giorno nei TG?» è l’amara quanto realistica considerazione di Primula Carloni scritta su facebook.
Speranza che andrebbe alimentata da azioni. E chi più di chi è nelle istituzioni politiche potrebbe “indurre” i vertici regionali e nazionali, dell’ente preposto, a intensificare quelle azioni a garanzia della tutela del patrimonio naturale, maggiormente quello protetto. Va bene essere solidali, essere dispiaciuti, ma sono le azioni che contano specie quelle svolte con cariche elettive, politiche e nominate, altrimenti tutto si vanifica nel pourparler di social e corridoi.
A margine di tutto, però, c’è ciò che Maurizio Marrese, Presidente presso OA WWF Foggia e Dottore Naturalista presso Centro Regionale Mare - ARPA Puglia, ha posto in evidenza osservando una foto che ritrae una cicogna che protegge i suoi piccoli mentre le fiamme avanzano, chiarendo che un drone così vicino spaventa il volatile nel suo nido, un’affermazione che nient’altro è un atto d’amore e di rispetto che va compiuto a tutela della fauna.
Tutela, riprendendo i doveri istituzionali, che la Regione Puglia e il Parco Nazionale del Gargano devono, e non dovrebbero, mettere in campo con il piano AIB, mentre le parole…parole…parole…. prolificano sui social, senza averne lette dai vertici interessati. Qui si che è deprimente.
«Vittoria!. E’ stato uno scontro duro iniziato ben prima dell’arrivo dell’attuale presidente, un conflitto che ha visto contrapposti principi diversi su come intendere la tutela della biodiversità, e dove, parafrasando le parole di Samuel Brecht: Non abbiamo potuto contare per lungo tempo su nessuna risposta oltre la nostra. Ma con coraggio e testardaggine, noi del Centro Studi Naturalistici Pro Natura insieme agli amici del WWF Foggia non ci siamo fatti intimorire dai tanti: “voi non sapete contro chi vi state mettendo”, e siamo andati avanti, fiduciosi delle regole e dello Stato, certi che le battaglie, se giuste, si vincono sempre.
Ora è tempo di spegnere gli incendi e di ricostruire sulle macerie di una gestione a tutti gli effetti fallimentare e di ridare, insieme al Comune di Manfredonia e alla comunità, un gioiello ambientale unico nel panorama europeo, specie se messo a sistema con tutto il patrimonio culturale e ambientale del Golfo di Manfredonia.
Certo ci vorranno anni per risanare i danni ambientali causati dalle recenti conversioni degli habitat naturali in coltivi, ma ci riusciremo se le istituzioni, a partire dalla Regione Puglia, ci saranno vicine.
Al Comune di Manfredonia mettiamo invece a disposizione quanto di edificante è stato realizzato nell’Oasi Laguna del Re, un’esperienza che potrà rappresentare un modello su cui costruire un sistema integrato che, partendo dalla tutela della natura diventi un vanto anche per il comparto turistico e che possa creare sana occupazione senza consumo di suolo.
E’ tempo di ritrovare l’ottimismo e l’entusiasmo».
LEGGI E SCARICA QUI IL PDF DELLA SENTENZA DEL TAR
Questo il commento di Vincenzo Rizzi, dopo la sentenza, del ricorso, della Sezione Terza del Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia, che in definitiva condanna i vertici del Parco Nazionale del Gargano, ponendo termine alla querelle contro la Federazione Nazionale Pro Natura e Wwf Italia per le trasformazioni in terreni coltivabili di circa 180 ettari dell’Oasi Lago Salso, in agro Manfredonia, un habitat naturale vincolato da trattati internazionali e adibiti al pascolo.
Nella sentenza si legge: «Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia (Sezione Terza), definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, dichiara improcedibile il ricorso principale; respinge i motivi aggiunti. Spese compensate.
Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa.
Ritenuto che sussistano i presupposti di cui all'articolo 52, commi 1 e 2, del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 (e degli articoli 5 e 6 del Regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016), a tutela dei N. 00429/2021 REG.RIC. diritti o della dignità della parte interessata, manda alla Segreteria di procedere all'oscuramento della denominazione della società ricorrente.
Così deciso in Bari nella camera di consiglio del giorno 9 dicembre 2021 con l'intervento dei magistrati:
Orazio Ciliberti, Presidente
Carlo Dibello, Consigliere, Estensore
Giacinta Serlenga, Consigliere».
«Mi piacerebbe discutere di questo disastro e su come porre rimedio con i Sindaci della Comunità del Parco Nazionale del Gargano» la chiosa di Rizzi.
FOCUS:
- WWF Foggia e Pro Natura: «Oasi Lago Salso e le "rotoballe" del Prof. Pazienza»
Dovrà nuovamente essere l’Ente Parco del Gargano a spiegare come circa 180 ettari dell’Oasi Lago Salso, in agro Manfredonia, da habitat naturali vincolati da trattati internazionali e adibiti al pascolo siano stati trasformati in terreni coltivabili. Lo dovrà fare dopo la formale diffida del Ministero della Transizione Ecologica (SM_INFRAZIONI-0001198-P-31/08/2021), qui scaricabile in pdf.
In altre parole, Vincenzo Rizzi e Maurizio Marrese hanno avuto ragione su ciò che contrariamente affermava il presidente dell’Ente Parco Nazionale del Gargano, Pasquale Pazienza. «Pazienza smentito a tutti i livelli ora chi paga?» l'amara domanda di Rizzi.
Ora, si attende il 28 ottobre 2021, data in cui si attendono nuovi elementi informativi richiesti per il successivo inoltro ai servizi competenti della Commissione.
«Personalmente penso che l’aspetto più grave di questa vicenda –scrive su facebook Vincenzo Rizzi-, sia quanto sottolineato dal Ministero della Transizione Ecologica “del ritenere non del tutto condivisibile l’interpretazione fornita dall’Ente Parco del Gargano”. Infatti, può mai essere che un Ente Parco Nazionale si comporti in questo modo, difendendo la distruzione di circa 180 ha di habitat naturali vincolati da trattati internazionali e accusando peraltro il sottoscritto e il dott. Marrese di far perdere tempo “con segnalazioni e denunce infondate e strumentali che, tra l’altro, provocano un grave danno d’immagine istituzionale e territoriale e che sarà fatto valere nelle sedi opportune… “. Che dire, sarà ora compito nostro continuare a segnalare quanto avvenuto perché di indubbia gravità e a chiedere che a rispondere economicamente per questi danni, siano i responsabili e non i cittadini… Come ebbe a dire il prof. Pazienza, parafrasando Charles Darwin -chiosa Rizzi-, riteniamo che gli uomini che sprecano il loro tempo, perché incapaci di usarlo fruttuosamente, sono uomini che non conoscono il valore della vita.. Il problema è ora capire chi sta sprecando il suo tempo, da quello che sta emergendo di certo non lo siamo né io né il dott. Marrese.
Per ora nulla è pervenuto dall’Ente Parco del Gargano e dalla diretta persona del presidente Pazienza, cui sarà dato spazio per sue dichiarazioni.
Nel frattempo si riporta la dichiarazione di Maurizio Marrese, pubblicato sul suo profilo facebook: «Il danno ambientale causato all'Oasi Lago Salso ormai è un fatto confermato anche dall'Unione europea oltre che dal MiTE e dalla Regione Puglia. Noi avevamo ragione, l'ambientalismo ha difeso la natura paradossalmente proprio da chi doveva tutelarla... il Parco Nazionale del Gargano, come se non bastasse, mentre il suo Presidente prof. Pasquale Pazienza ci accusava di allarmismo e mistificazione della realtà. Adesso chiediamo che siano i responsabili a pagare il danno delle loro scelte scellerate e non i cittadini pugliesi»
FOCUS:
- WWF Foggia e Pro Natura: «Oasi Lago Salso e le "rotoballe" del Prof. Pazienza»
Pazienza: «Su Lago Salso solamente mistificazioni della realtà e becere strumentalizzazioni da parte di alcune sigle dell’associazionismo ambientalista».
Il 15 maggio 2021 la nota/denuncia, con tanto di foto satellitare, della Federazione Nazionale Pro Natura e il WWF Foggia sulla trasformazione, o presunta tale, di un sito naturale dell’Oasi Lago salso in aree coltivabili. Un nota che chiedeva l’urgente intervento della Commissione Europea del Ministero dell’Ambiente, del Parco Nazionale del Gargano, del Comune di Manfredonia, dell’Assessorato all’ecologia e della Regione Puglia per una verifica presso l’Oasi , facente parte del Parco Nazionale del Gargano, dei lavori che secondo i denuncianti avrebbero comportato la messa a coltura di una notevole parte dei terreni vincolati alla creazione di habitat naturali, applicando, di fatto, la Procedura di Infrazione numero 2001/4156 avviata dalla Commissione Europea, relativa alla non corretta applicazione delle Direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE.
Oggi, sempre in una nota stampa, arriva la risposta del presidente del Parco Nazionale del Gargano, Pasquale Pazienza, che rimanda al mittente le accuse.
Si pubblica la nota stampa pervenuta presso la nostra redazione.
Nota in premessa al comunicato stampa - Questo comunicato stampa è stato pubblicato integralmente come contributo esterno del mittente. Pertanto questo contenuto non è un articolo prodotto dalla redazione. È divulgato come Diritto di Cronaca sancito nell’art. 21 della Costituzione della Repubblica Italiana, in quanto libera manifestazione del pensiero.
«Qualche giorno fa, presso gli uffici dell’Ente parco nazionale del Gargano, è giunta una segnalazione di presunti lavori presso l’Oasi Lago Salso “…che hanno comportato la messa a coltura di una notevole parte dei terreni vincolati alla creazione di habitat naturali in seguito alla conclusione della Procedura di Infrazione avviata – già parecchi anni orsono – dalla Commissione Europea, relativa alla non corretta applicazione delle Direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE”.
A seguito della segnalazione, il Presidente Pazienza, già consapevole della sua infondatezza, ha voluto tuttavia indire lo svolgimento di un sopralluogo tecnico per dare definitiva certezza alla inesistenza della reclamata violazione di norme sulla tutela dell’habitat nell’Oasi Lago Salso. Il sopralluogo (svolto congiuntamente dagli organi di PG Carabinieri forestali, sezione parchi, dai funzionari dell’Ente parco e dall’agronomo delegato della Oasi Lago Salso SpA) è terminato con la redazione di un verbale ufficiale, nel quale è stata acclarata l’assoluta inesistenza delle questioni sollevate nella segnalazione. All’interno dell’Oasi Lago Salso non vi è stata alcuna attività di dissodamento di aree pascolive e/o di trasformazione di superfici in terreni coltivati. Nell’intera area dell’Oasi Lago Salso non è in corso alcuna attività illecita da sospendere e non vi è necessità alcuna di adoperarsi in azioni di ripristino di habitat deteriorati; non ricorrono responsabilità, omissioni o danni ad opera di alcuno.
I segnalanti sono i Sigg. Vincenzo RIZZI e Maurizio MARRESE. Mentre quest’ultimo è referente territoriale del WWF, il primo è rappresentante della Federazione nazionale Pro Natura, ma è anche stato membro del precedente Consiglio di amministrazione dell’Oasi Lago Salso SpA, quale espressione del socio di minoranza (Centro Studi Naturalistici onlus al 4%). Non sfugge all’attenzione dell’Ente Parco la mole di comportamenti riottosi e sobillatori posti in campo dal CSN onlus, sin dall’inizio della vicenda relativa allo scioglimento e alla liquidazione dell’Oasi Lago Salso SpA, che fu avviata a seguito dell’adozione di una delibera del 12.11.2019, votata all’unanimità dal Consiglio Direttivo dell’Ente Parco, su proposta di Pazienza, dopo aver verificato l’esistenza di una serie di irregolarità e mancanze nella gestione della Società (di cui il Parco è socio di maggioranza al 96%) governata, nei fatti, dal socio di minoranza CSN onlus. Non sfugge che le numerose mistificazioni e strumentalizzazioni operate dal CSN onlus, rappresentano tentavi di trascinare l’Ente Parco in una infinita e asfittica querelle, per indurlo a desistere dal suo intento di voltare pagina nella zona umida di Lago salso, ovvero quello di portare la gestione della Società in un alveo di correttezza amministrativa e di pieno rispetto delle norme di legge.
Apprezziamo e sosteniamo chiunque si rivolga al Parco per denunciare illeciti in materia ambientale e approfittiamo per ringraziare i Carabinieri forestali, che lavorano al nostro fianco per controllare e tutelare l’ambiente, ma ci dispiace di dover prendere atto che in questo caso ci troviamo di fronte all’ennesimo tentativo di mistificazione della realtà, finalizzato alla costruzione di becere strumentalizzazioni; il risultato è la perdita di tempo e di energie per gli uffici dell’Ente Parco nazionale del Gargano, notoriamente in sofferenza di organico.
Parafrasando Charles Darwin riteniamo che gli uomini che sprecano il loro tempo, perché incapaci di usarlo fruttuosamente, sono uomini che non conoscono il valore della vita. Nell’Ente Parco vorremmo concentrarci a lavorare per affermare l’interesse generale associato alla tutela e alla valorizzazione dell’ambiente e non vorremmo più perder tempo a confrontarci con segnalazioni e denunce infondate e strumentali che, tra l’altro, provocano un grave danno d’immagine istituzionale e territoriale e che sarà fatto valere nelle sedi opportune».
Ecco la nota/denuncia
«Si fa presente che quanto segnalato riguarda la trasformazione di un sito di immensa valenza naturale in aree coltivabili, in violazione degli accordi presi con la Commissione Europea precedentemente menzionati. Lo stesso Comune di Manfredonia ha ricevuto dalla Regione Puglia un finanziamento di 500.000,00 euro che prevedeva la trasformazione di quei terreni in habitat naturali. In data 02.04.2021 Commissari Prefettizi del Comune di Manfredonia hanno inviato al liquidatore unico e all’Ente Parco Nazionale del Gargano e al Centro Studi Naturalistici ONLUS una missiva giusto protocollo n° di protocollo 14353/2021 riguardante la Revoca contratti di concessione di terreni agricoli comunali rep. 9617 del 14.05.2015 e rep. 9697 del 10.08.2015. Conclusione del procedimento.
L’area presentava, prima di questi interventi, sia prati-pascoli che zone umide su una superficie di circa 1.041 ettari, ed è annoverata tra le più importanti zone umide del Mediterraneo, costituendo un importante tassello della Rete Natura 2000 voluta dalla Commissione Europea per tutelare ambienti e specie minacciate a livello europeo. Per questo l’Oasi Lago Salso è inclusa dal 1996 nel Sito di Importanza Comunitaria “Zone umide della Capitanata” Important Bird Area (IBA) e dal 2007 nella Zona di Protezione Speciale “Paludi presso il golfo di Manfredonia”, dal 21 Marzo 2018 Zone Speciali di conservazione (ZSC) nonché ricompresa nel Parco Nazionale del Gargano.
Da una prima valutazione mediante il confronto delle foto satellitari (Fig. 1 di maggio 2020 e Fig. 2 di maggio 2021) le aree oggetto di trasformazione potrebbero anche superare i 100 Ha. Ma per una quantificazione più precisa sarebbe necessario effettuare dei rilievi (Foto 3 del 11 maggio 2021 [foto in copertina, ndr.])
La Federazione Pro Natura e il WWF Foggia chiedono di verificare se per tali trasformazioni, è stata eseguita una specifica valutazione d’incidenza ambientale stante i vincoli e gli obblighi esistenti in quest’area particolarmente tutelata, vista tra l’altro la presenza di un comando dei carabinieri forestali e tenuto conto che l’Oasi è sotto il controllo di una società in liquidazione dove l’Ente Parco Nazionale del Gargano ha il 96% delle quote della società.
L’Oasi Lago Salso ricade come precedentemente scritto nel Parco Nazionale del Gargano, in una ZSC/SIC e ZPS e IBA per la presenza di: 2 habitat prioritari, 5 specie prioritarie tra anfibi e rettili, 1-2 specie di pesci prioritari, diverse altre specie di flora e fauna e ben 49 specie di uccelli ritenuti oggetto della massima tutela dagli obblighi comunitari. Pertanto, il danno che ne consegue in seguito alla messa a coltura è, in termini di conservazione delle specie e degli habitat, incommensurabile. La sottrazione o la cattiva gestione delle aree a pascolo, destinandole ad usi diversi da quelli naturali, riduce drasticamente le possibilità di alimentarsi, riprodursi e di effettuare altre attività indispensabili per la sopravvivenza delle singole specie.
La Federazione Pro Natura e il WWF Foggia propongono l’immediata sospensione degli interventi in corso e l’immediato ripristino delle condizioni iniziali. Pertanto si chiede alle autorità competenti di intervenire, per quanto di propria competenza, nell’accertare le eventuali responsabilità, omissioni e danni da parte di chi ha, autorizzato i lavori. La Federazione Pro Natura e il WWF Foggiaribadendo la necessità del ripristino dei luoghi, al fine di ridurre al minimo la compromissione del sito protetto, si riservano, in assenza di immediate risposte, di richiedere alla Commissione Europea l’avvio di una procedura di infrazione comunitaria».
Contributi fotografici del WWF Foggia