Sono 88 i controlli sulla regolare registrazione dei corrispettivi effettuati dai finanzieri del Comando Provinciale di Foggia nel periodo delle festività pasquali.
In 45 casi sono state contestate irregolarità a carico, tra gli altri, di bar, pasticcerie, ristoranti, pizzerie e negozi di alimentari per la mancata documentazione degli incassi.
A Manfredonia, invece, nel corso di un controllo economico del territorio, è stata individuata su strada una consegna di mobili a domicilio per oltre 16.000 euro effettuata da un negozio di arredamenti completamente in nero.
A Cerignola è stato scoperto un commerciante di prodotti lattiero caseari evasore totale che per più anni, senza presentare dichiarazione dei redditi, ha occultato al fisco ricavi per oltre 400.000 euro.
Nel corso delle attività ispettive sono stati individuati anche 12 lavoratori in nero: 1 presso un consulente del lavoro di Cerignola, 5 in un ristorante di Peschici, 2 addetti ad un autolavaggio di Vieste, 2 in una pescheria di Lucera, 1 in un bar di Manfredonia ed 1 in un banco di frutta a Serracapriola.
In quest’ultima località i Finanzieri della Tenenza di Torre Fantine hanno sequestrato, ad un commerciante ambulante abusivo, 45 Kg. di pesce venduto senza le prescritte autorizzazioni.
Attesa la rapida deperibilità, il prodotto è stato devoluto ad un ente caritatevole.
Inoltre, grazie al fiuto delle unità cinofile, in pochi giorni i Baschi Verdi della Compagnia di Manfredonia hanno sequestrato oltre mezzo chilo di hashish, marijuana, cocaina ed eroina tra Foggia, San Severo, Manfredonia ed Apricena.
7 persone sono state segnalate all’Autorità Prefettizia per uso personale di sostanze stupefacenti mentre nei casi riguardanti quantitativi più elevati o suddivisi in dosi i 3 responsabili sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria.
Uno dei sequestri è avvenuto lungo la statale 89 dopo che i finanzieri avevano notato la stessa persona recarsi più volte al giorno sotto ad un cavalcavia alcuni chilometri prima di Manfredonia; al momento dell’intervento i baschi verdi hanno rinvenuto oltre 150 gr. di hashish ed un bilancino di precisione in un nascondiglio ricavato sul posto.
I controlli proseguono senza soluzione di continuità nel contesto del presidio economico - finanziario assicurato dalla Guardia di Finanza a tutela delle persone oneste, delle imprese che rispettano le regole e della legalità.
Anche quest’anno a Foggia, come in tutte le città d’Italia, si è svolta la processione del Venerdì Santo.
C’è chi la interpreta solo sacralmente secondo le tradizioni cristiane cattoliche, chi tra sacro e profano intrisa di misteri e folclore popolare. Un dato è certo, in quel giorno si ricorda la morte di Gesù Cristo e la sofferenza di una madre, Santa Maria, la Madonna, oggi Addolorata.
A Foggia la Processione dei Misteri si è svolta, questa volta in presenza dopo le restrizioni di un’emergenza sanitaria pandemica che l’ha sottratta al popolo foggiano, molto credente e riverente verso una tradizione religiosa molto sentita. Alla tradizionale processione hanno partecipato le figure istituzionali e religiose della città, tutte le confraternite e la banda musicale.
Nella centralissima piazza XX Settembre, davanti alla chiesa di San Francesco Saverio, meglio conosciuta come "Chiesa delle colonne", la processione è terminata, come sempre, con il triplice incontro tra il Cristo esamine e l’Addolorata, il momento più atteso, commovente, religiosamente provante, che raccoglie a sé una popolazione sempre presente, anche con il maltempo.
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[Video editing by Potito Chiummarulo]
Sette sono le statue che sfilano, cui sei simulacri che rappresentano il Cristo durante il percorso della “Via Crucis” che lo portò a morire in croce, e uno della Madonna Addolorata. Il simulacro più rappresentativo è lo “scaravat”, uno scarabattolo, appunto, con all’interno c'è la statua del Cristo esamine, dal peso di circa 600 chilogrammi, portata a spalla da alcuni confratelli.
Come scrive Poitito Chiummarulo, il fotorepoter che ha realizzato il video, «La processione del Venerdì Santo è il momento più atteso per l cittadini di Foggia durante il tempo pasquale. Quest'anno poi è ancora più atteso vista l'assenza di un po’ di anni da questo evento per via della pandemia. Particolarmente sentita dalla cittadinanza che partecipa in massa».
Freddo, pioggia, grandine e perfino neve, nel giorno del Lunedì dell’Angelo. Insomma una Pasquetta in Capitanata tutt’altra che primaverile quella del 2023.
Fin da ieri, giorno della Santa Pasqua del Signore, per tutta la nottata ed oggi, in moltissime località della provincia di Foggia si sono avute copiose precipitazioni piovose, temporalesche e sulle vette più alte dei Monti Dauni e del Gargano anche neve.
A Foggia tanta pioggia e nel primissimo pomeriggio ha grandinato.
In diverse aree cittadine si sono riscontrati problemi di viabilità dovuta all’acqua alta, con alcune chiamate ai Vigili del Fuoco per seminterrati inondati.
Grandine per circa mezz’ora in gran parte di Foggia, imbiancando le strade, così dando l’immagine di una città innevata. Temperature al di sotto della media, con i circa 10° C nel capoluogo dauno e verso lo 0° C in quelle aree innevate. E a dar ancora forza al maltempo è intervenuto il vento, che da queste parti non manca.
Le previsioni parlano di un miglioramento nelle prossime ore e giorni. Tuttavia una Pasquetta così fredda, umida e ventosa non si ricordava da un po’ di tempo.
Una Santa Pasqua, purtroppo, macchiata da una rissa sfociata in botte e poi colpi d’arma da fuoco, quella trascorsa ieri, 09 aprile 2023, ad Apricena.
Forse per futili motivi, saranno gli inquirenti a stabilirne le cause, due giovani fratelli incensurati, come riportato nel comunicato diffuso dal Sindaco Potenza, sono stati raggiunti da alcuni colpi d’arma da fuoco, ferendoli non gravemente, per fortuna.
A margine di quest’ultimo caso di violenza e criminalità, lo stesso Sindaco ha scritto al Prefetto di Foggia.
«Ieri, nella giornata Santa di Pasqua, a tarda sera, in piazza Andrea Costa è scoppiata una rissa fra giovani, causata presumibilmente per futili motivi. La lite è poi proseguita in altra zona di Apricena dove, due giovani fratelli, nostri concittadini apricenesi incensurati, sono stati feriti da alcuni colpi di pistola esplosi da giovani sanseveresi. Appresa la triste notizia, questa mattina mi sono subito messo in contatto con la Prefettura di Foggia. Sua Eccellenza il Prefetto, dott. Maurizio Valiante, al quale va il nostro ringraziamento, nell’esprimere vicinanza alla città di Apricena, ha condiviso la possibilità di indire un comitato di Ordine e Sicurezza Pubblica a stretto giro, per fare il punto della situazione, al fine di garantire anche un’ulteriore presenza di Forze dell’Ordine in città.
Sull’accaduto, siamo certi che il grande lavoro delle FFOO e della Magistratura, coadiuvato dalla massiccia presenza di videosorveglianza comunale e privata presente nel centro abitato, assicureranno anche questa volta alla Giustizia gli autori di tale episodio.
Apricena è diventata negli ultimi anni una città viva ed attrattiva, meta di visitatori, turisti e imprenditori che decidono di investire sul territorio, ed è per questi motivi che non è tollerabile che ci siano soggetti che vogliono creare scompiglio nella nostra città. Continueremo con tutte le nostre forze, a fianco di tutte le Istituzioni, a lavorare per garantire legalità e vivibilità ai nostri cittadini. Auguro vivamente ai nostri due ragazzi apricenesi una pronta guarigione» ha dichiarato il Sindaco di Apricena.
La notte tra sabato 8 e domenica 9 Aprile nella Chiesa Madre di Centuripe, durante la messa “In Resurrezione Domini”, come ogni anno, da secoli, cade la Tiledda (telero quaresimale) e svela il simulacro di Cristo risorto.
La caduta della “Tiledda” è l’ultimo suggestivo evento dei riti della Settimana Santa di Centuripe, riti che hanno inizio con l’esposizione dei Sepolcri in diverse chiese del paese, con la processione dei simulacri dell’Ecce Homo, del Cristo alla colonna e di Maria Addolorata durante il Giovedì Santo, e con quella del Cristo nel “tambuletto” (bara in legno dorato e vetro) e di Maria Addolorata il Venerdì Santo accompagnate da tutte le confraternite religiose del paese e dalla banda musicale che esegue marche funebri della tradizione centuripina.
“La Tiledda” che resta esposta ogni anno per tutti i 40 giorni, è un antico telero di seta dipinta, alto sette metri e largo tredici di colore blu, completato alla fine dell’ottocento dal pittore centuripino Giacomo Di Lorenzo, e realizzata cucendo tra loro dodici strisce di tessuto, raffigurante al suo centro la deposizione di Cristo, mentre ai lati è ricca di rappresentazioni simboliche. La sua funzione è quella di nascondere l’altare maggiore dall’inizio della quaresima fino al Sabato Santo, quando, durante la celebrazione della Santa Messa, viene lasciata cadere per scoprire la statua del Cristo Risorto.
Per il secondo anno consecutivo i balconi del centro storico sono abbelliti da striscioni coloratissimi che altro non sono che delle trasposizioni di opere d’arte di artisti provenienti da tutto il mondo che dialogano con la Tiledda di Centuripe reinterpretandola in modo personale e con linguaggi contemporanei. Di enorme stimolo è il confronto che si viene a creare fra il linguaggio visivo dell'opera antica e le tecniche moderne che sono utilizzate dagli artisti contemporanei per comporre i loro messaggi di amore e pace nel rispetto pieno e nella certa valorizzazione di questo capolavoro raro nel suo genere.
La Mostra “OMAGGIO ALLA TILEDDA 2023” che resterà visibile fino al 4 luglio 2023, è organizzata dal Comune di Centuripe con il contributo generoso dell’Assessorato delle autonomie locali e della funzione pubblica della Sicilia ed è curata da Silvio Cattani in collaborazione con KN Academy, ospita quest’anno, oltre ai 19 artisti della passata edizione (Giorgio Antinori, Silvio Cattani, Paolo Fraternali, Margareta Langer, Anna Lorenzetti, Mauro Lovi, Roberta Lozzi, Bruno Marcucci, Leonardo Nobili, Udo Rein, Antonio Sammartano, Francesca Scalisi, Angela Trapani ed Andrey Volkov altri due artisti italiani come Giuseppe Provenzano e Francesco Bruscia e 5 artisti di nazionalità cinese come Li Zhanyang, Shen Gubo, Mao Yanyang, Gong Miko, Wang Yitong.
“Il tema delle pitture è un omaggio libero di questi artisti alla Tiledda che rappresenta un punto di riferimento per l’intera comunità”, Dice Silvio Cattani, curatore della mostra “Essa, attraverso il tempo, con il suo ammaliante potere elargisce, commozione, pietà, emozione e rispetto per una pratica religiosa che ancora oggi ci appare stupefacente. Per gli uomini dell'età barocca stupire era un imperativo ineludibile, certo, ma nella Tiledda c'è qualcosa di più poiché la fascinazione travalica lo sguardo e il rimando alla Fede è palpabile. Così molto stimolante è il confronto fra il linguaggio visivo di quell'opera antica e nuovi modi e le ultime tecniche che sono utilizzate dagli artisti contemporanei per comporre i loro messaggi di amore e pace nel rispetto pieno e nella certa valorizzazione di questo capolavoro unico nel suo genere che è la Tiledda di Centuripe”.
Per diversi mesi il centro storico sarà quindi una bellissima vetrina dove i 21 striscioni di 4 x 1,2 m si potranno ammirare nei balconi adiacenti alla chiesa dell’Immacolata Concezione (Chiesa Madre) in via Garibaldi, in via Umberto e in Piazza Sciacca.
Per l’Assessore Andrea Messina: “sostenere il progetto OMAGGIO ALLA TILEDDA 2023 è in linea con l’Assessorato che ho l’onore di rappresentare, l'Assessorato regionale delle autonomie locali e della funzione pubblica è infatti autorizzato a concedere contributi per iniziative di carattere sociale, economico e culturale svolte dagli enti locali nel territorio regionale, anche in collaborazione con associazioni, comitati legalmente riconosciuti, fondazioni nonché altri enti di diritto privato senza scopo di lucro, finalizzate a valorizzare le tradizioni locali, a rafforzare la coesione sociale e lo sviluppo dell'economia locale. Ben vengano quindi iniziative come questa che legano riti religiosi antichi con progetti che mirano a valorizzare i territori e dare un impulso al turismo e all’economia ad esso connesso”.
Anche quest’anno come per la prima edizione della mostra gli artisti presenti doneranno il proprio lavoro al Comune di Centuripe che sta acquisendo così un pregevole patrimonio d'arte per il futuro centro d’arte contemporanea comunale.
”La caduta della “tiledda” è un evento che mi ha sempre affascinato” dice il Sindaco di Centuripe Salvatore La Spina, “non solo per il rito che si svolge la notte di Pasqua, ma anche per l’opera è un’immensa tela di seta che viene esposta una volta l’anno durante il periodo quaresimale, e che ricopre l’altare maggiore della Chiesa Madre da secoli. Quale miglior modo per valorizzare un rito così antico e ricco di fascino se non con un dialogo e una reinterpretazione in chiave contemporanea da parte di artisti provenienti da tutto il mondo, mi auguro quindi che tale progetto possa continuare anche in futuro”.
La presentazione della mostra si è tenuta martedì 4 aprile presso il salone Parrocchiale della Chiesa Madre alla presenza di Don Pietro Scardilli, Parroco della Chiesa Madre; di Salvatore Giuffrida, Commissario del Governo; di Salvatore La Spina, Sindaco di Centuripe; di Giuseppe Ingaglio, storico dell’arte e dell’artista Gong Miko in concomitanza con altri due eventi: la presentazione del restauro dell’Ecce Homo, opera del XVIII secolo restituita al suo antico splendore grazie ai restauratori Antonio Gulisano e Gaetano Caruso; alla sorveglianza di Paolo Russo della Soprintendenza di Enna; di Graziano Pittalà, Priore della Confraternita del Purgatorio e ad una raccolta fondi lanciata dal Sindaco di Centuripe e la presentazione del volume della prima edizione della mostra realizzato grazie al contributo dell’Assessorato Reginale per i Beni Culturali e l’Identità Siciliana.
L’Ente parco nazionale del Gargano, accogliendo la richiesta del Comune di San Marco in Lamis, ha confermato anche per quest’anno il sostegno alle Fracchie, la Rete del Fuochi.
Tale decisione si inserisce nelle azioni con cui il Parco nazionale del Gargano persegue gli obiettivi di promozione del territorio attraverso la valorizzazione di elementi culturali e identitari.
“Le Fracchie rappresentano una tradizione antichissima preservata nel tempo grazie all’impegno e alla dedizione della Comunità locale che ha saputo lavorare in maniera efficace anche alla crescita dell’importanza dell’evento dall’importante significato religioso a cui esse sono associate. Grazie al prezioso lavoro svolto negli anni addietro dall’Amministrazione Comunale, che ha inserito la processione nella Rete dei Fuochi regionale e con il sostegno dell’Ente parco sarà possibile portare a termine il progetto di collocazione nel circuito internazionale dei Fuochi e ambire a prestigiosi riconoscimenti. Le Fracchie, oltre che essere una manifestazione di valenza culturale e antropologica, sono inserite in un contesto geografico caratterizzato da una forte spiritualità che ne accresce la fascinazione e il potenziale in termini di attrattività. San Marco ha una storia di fede e religione millenaria e le Fracchie possono essere un ulteriore elemento di interesse utile all’affermazione dell’identità e dell’immagine del territorio necessari a un utile posizionamento del Gargano intero nel mercato turistico nazionale e non solo” ha commentato il presidente Pasquale Pazienza.
“Un ringraziamento particolare va al Parco nazionale del Gargano, al presidente, al direttore facente funzioni, a tutta la struttura che ogni anno mostrano sensibilità e vicinanza a una tradizione antichissima che è religiosa, ma anche popolare ed è sicuramente una delle più importanti del nostro territorio. Domani come ogni anno si ripeterà questo rito che attira nel nostro paese tante persone per la bellezza, per la specificità e per la spettacolarità della manifestazione. Quindi grazie a tutti coloro che verranno a San Marco per assistere a questo rito che è religioso ma anche popolare, caratterizzato da un legame profondo con tutta la comunità che vi partecipa attivamente, a partire dalle scuole. Come ogni anno inoltre faremo la Fracchia dedicata ai nostri concittadini che vivono all’estero”, ha commentato il Sindaco Michele Merla.
Da circa quattro secoli a San Marco in Lamis ogni anno la sera del venerdì Santo, si svolge uno dei riti religiosi più suggestivi del nostro territorio, la processione delle Fracchie.
Le Fracchie sono grandi torce di varie dimensioni che arrivano a sfiorare i 10-12 metri di lunghezza costituite da un tronco tagliato longitudinalmente e riempito di rami, sterpi, schegge di legno e frasche. Vengono utilizzate per realizzare un falò di forma conica appoggiato su apposititi carrelli di ferro.
Le Fracchie hanno il compito di illuminare il cammino della Madonna Addolorata alla ricerca del figlio la notte del venerdì Santo. Le origini di questo rito risalgono ai primi del XVIII secolo, epoca della edificazione della Chiesa dell’Addolorata, posta lontana dal centro abitato. Nel tempo la processione delle Fracchie è diventato uno dei riti più suggestivi della Settimana Santa.
L'uso di forme sceniche di varia natura in occasione della Settimana Santa, deve essere fatto risalire con buona probabilità al XII sec. quando le Confraternite cominciarono a essere attive sulla scena pubblica, in concomitanza con i cerimoniali della Pasqua e in altre occasioni liturgiche.
Per quanto riguarda Vico del Gargano non è stata rinvenuta alcuna documentazione storica inerente le devozioni della Settimana Santa, con la Processione delle Addolorate e del Cristo morto.
Siamo in possesso di una documentazione letteraria del Settenario dell'Addolorata composto dagli Accademici Viciensi nell'anno 1760. Sono gli accademici della Società degli Eccitati Viciensi ad accogliere universalmente, la Beata Vergine Maria dei Sette Dolori come protettrice del loro sodalizio, istituito nel 1759, e scelgono come luogo delle loro adunanze, la chiesa del Purgatorio, sede ancora oggi della confraternita dell'Orazione e Morte.
Furono i Servi di Maria e altri ordini religiosi impegnati nelle missioni popolari a diffondere, attraverso la loro opera, il Settenario dell'Addolorata.
Qui a Vico la tradizione della Settena, rappresenta un momento della pietà popolare, che segna il preludio alla Settima Santa.
Tutto il tempo di Quaresima richiede l'impegno delle Confraternite: un tempo di preparazione di fede e devozione, che si riflette anche nelle famiglie dei sodali.
Se i confratelli curano gli aspetti dei canti della tradizione e l'idea scenografica degli altari della Reposizione, -I Sepolcri - le famiglie sono attive nella preparazione del grano per i sepolcri, nella cura degli abiti confraternali dei mariti e dei figli e ancor più alcune nella cura della veste luttuosa delle Addolorate, la cui vestizione è un vero rito riservato.
L'entrata nel vivo della Settimana maggiore è segnato dalla Domenica delle Palme: poi un susseguire di attività nella realizzazione delle scenografie, suggestive, attraverso le quali portare alla commozione del cuore i fedeli nelle Statio durante il loro pellegrinaggio notturno.
Nella sera del mercoledì già si odono i Salmi dell'Uffizio intonati responsorialmente dai cori confraternali e al termine, il solenne Miserere a due voci.
Alla Messa in Coena Domini di giovedì ha inizio il Triduo Pasquale, e per Vico del Gargano e le sue cinque Confraternite, questo è il giorno più lungo dell'anno. Il Pianto della Madonna presso la Chiesa Madre è la prima tappa di meditazione sui dolori di Maria, alla quale farà seguito la successiva presso la chiesa del Purgatorio dove i fedeli potranno partecipare all'Agonia - Le sette parole di Gesù sulla Croce -.
Un toccante pomeriggio di adorazione della reliquia della Santa Croce, il tutto realizzato in un quadro scenografico, dove sono collocati un grande Crocifisso con ai piedi la statua dell'Addolorata.
Gli accompagnamenti musicali in sottofondo alle meditazioni del predicatore cappuccino, si fanno ascendere al maestro Raffaele Buonomo.
Ritornando ad una visione d'insieme, dalla sera del Giovedì Santo - con la recita dell'Uffizio delle Tenebre - al crepuscolo della sera di Venerdì - con l'Evviva la Croce -; si assiste ad un brulicare di confratelli, fedeli e turisti attratti dal richiamo di questa antica tradizione di fede e religiosità popolare.
La Processione del Venerdì Santo rappresenta il punto di unione spirituale, ma al tempo stesso di competizione tra le confraternite. L'elemento del canto rappresenta, la vera specificità di questo rituale Vicano e lo caratterizza fortemente anche rispetto ad altri cerimoniali del Venerdì Santo di area centro-meridionale che insistono maggiormente su altre modalità di espressione della rappresentazione sacra.
Le processioni delle Madonne, prendono avvio di buon mattino e ogni confraternita visita devozionalmente i Santi Sepolcri, accompagnandosi lungo il tragitto con il canto del Miserere.
Il cammino collettivo, animato dal canto, dai simboli della passione, ma anche la sopportazione delle condizioni climatiche a volte inclementi, che spesso fanno da cornice alla celebrazione di questa giornata, sono tutti aspetti che caratterizzano un pellegrinaggio.
La grande Processione con il Cristo morto e l'Addolorata, prende avvio al crepuscolo - al termine dell'Agonia che si tiene nella chiesa del Purgatorio -. Il Cristo morto della confraternita dei Cinturati di sant'Agostino e santa Monica raggiunge la Chiesa Madre luogo dove si trova la statua della Madre di Gesù in abito di lutto.
Qui convergono tutte le cinque confraternite, si compone il lungo corteo e il canto può avere inizio. Nelle prime ombre della sera, i cori accompagnano con la salmodia del Miserere il simulacro del Cristo morto e dell'Addolorata al luogo simbolico del Calvario, situato sulla collina del Carmine in un clima carico di suggestione e di pathos.
Giunti al Calvario la visita alle cinque croci - poste simbolicamente a rappresentare le piaghe di nostro Signore - si svolge nel silenzio con la preghiera intonata dal sacerdote al quale risponde il popolo: alla quinta croce, terminata l'orazione, si assiste a un'esplosione di voci che intonano all'unisono i versetti del canto Evviva la Croce.
La mestizia che ha caratterizzato tutta la giornata, a un tratto sembra scomparire, domina un sentimento di gioia. Non più un corteo funebre dove a fronte dell'umana fragilità s'invoca pietà e perdono per il peccato, bensì l'esultanza per il sacrificio della Croce attraverso il quale Cristo ha sconfitto la morte e l'uomo rinnovato torna a vivere nella grazia. Il canto, intonato dalle confraternite e dal popolo, accompagna il corteo fino ai piedi del castello, dove si dividerà per accompagnare il Cristo morto nella chiesa di San Giuseppe e Maria in Chiesa Madre.
Il testo del Miserere, che caratterizza così fortemente questo giorno a Vico del Gargano, si connette in modo potente a un contesto penitenziale. Coloro che lo cantano manifestano il desiderio di volersi associare - almeno per un giorno - alla Passione e di portare insieme a Cristo la Croce.
In occasione di Pasqua, domenica 9 aprile e del lunedì dell’Angelo, Musei, Castelli e Parchi Archeologici afferenti alla Direzione Regionale Musei Puglia saranno aperti al pubblico secondo il consueto piano tariffario. I siti che abitualmente il lunedì osservano la giornata di chiusura, a Pasquetta saranno regolarmente fruibili, rinunciando alla chiusura settimanale o, in pochissimi casi, posticipandola.
La cultura la centro del turismo pugliese, oltre che di svago. Difatti nei luoghi suddetti sarà possibile ammirare le pregevoli collezioni, mostre temporanee, percorsi paesaggistici, affacci suggestivi sulla rigogliosa terra di Puglia.
Il ricco e di qualità cartellone dell’offerta culturale pensato dalla Direzione Regionale Musei Puglia, in concomitanza con le imminenti festività, è la risposta a quanti in questi mesi hanno testimoniato con la loro affluenza.
Sabato 1 aprile 2023, alle ore 19:00, la chiesa di San Benedetto in Monte Sant’Angelo sarà teatro di un evento straordinario: la prima edizione di ‘BENEDICTUS’, una rassegna di musica sacra in apertura della Settimana Santa. “I riti e le melodie della Settimana Santa“ è la pima edizione.
L’importante evento, che si svolgerà in Monte Sant’Angelo, fra le città finaliste candidate a capitale della Cultura 2025, sui ‘riti e le melodie della Settimana Santa’ sul Gargano, si articolerà in un convegno con interventi di studiosi ed esperti del tema, nella consegna del ‘Premio Ernesto Scarabino’ (omaggio allo straordinario e prezioso lavoro svolto dal Prof. Ernesto Scarabino, faro e guida sui temi culturali e religiosi tradizionali che riguardano il Gargano) ed infine nei concerti di musica sacra di CALIXTINUS, in Laudi della passione (Laudario di Cortona sex. XIII) e delle VOCI DELLE CONFRATERNITE DI VICO DEL GARGANO, in Canti della Settimana Santa.
La 1a edizione di ‘BENEDICTUS, rassegna di musica sacra’, con il patrocinio ed il sostegno dell’Assessorato alla cultura del Comune di Monte Sant’Angelo, è basata sull’idea di accendere ulteriormente le luci sulla centralità e l’importanza strategica del patrimonio immateriale dei riti della Settimana Santa, rimarcando la centralità del Gargano e di Monte Sant’Angelo, capitale storica di rilevanza mondiale per la cultura e le tradizioni religiose.
La rassegna ideata da Federico Scarabino ed organizzata dall’Associazione Rhymers' Club, ha il patrocinio di Pasqua in Puglia - La Settimana Santa.
Il programma completo
ore 19.00 | Convegno
saluti:
Rosa Palomba | Assessore alla cultura Città di Monte Sant’Angelo
Eleonora Cavallini | vice Priore Confraternita Sant’Antonio Abate di Monte Sant’Angelo
relatori:
Giovannangelo de Gennaro | musicista
Matteo Cannarozzi | portavoce delle Confraternite di Vico del Gargano
Francesco Pupillo | storico e scrittore
Federico Scarabino | musicista e co-autore libro ‘Ufficio delle Tenebre’
modera:
Raffaele Niro | poeta e scrittore
ore 19.45 | consegna ‘Premio Ernesto Scarabino’
ore 20.00 | Concerti
Ensemble Vox Humana di CALIXTINUS
Laudi della passione (Laudario di Cortona sec. XIII)
Coro delle Confraternite di Vico del Gargano
Le voci delle Confraternite di Vico
Note artisti:
CALIXTINUS
L’Ensemble Calixtinus è stato fondato nel 1992 a Molfetta.
Scopo dell’Ensemble è di ricostruire le tradizioni de periodo medievale e tradizionale della Puglia, punto di passaggio dell’Italia meridionale tra cristiani musulmani ed ebrei.
Ha affrontato diversi repertori vocali e strumentali del medioevo (musica sefardita, monodia e polifonia liturgica colta e tradizionale) con particolare interesse nei confronti delle tradizioni musicali extraeuropee dal vicino oriente all’ Asia centrale.
L’Ensemble ha una intensa attività concertistica e partecipa a molti festival in Italia e all’estero riscuotendo consensi di critica e pubblico. Ha suonato nei principali Festivals di musica antica e mediterranea come il Canto delle Pietre (Como), Il Montesardo (Alessano), Antiche Note (Perugia), Mousiké (Bari), Musica nelle Corti (Matera), Voix et Route Romaine (Strasburgo), Casa Musicale di Pigna (Corsica), Alpentone (Svizzera), Krems (Austria), Metropolitan Museum of New York (USA), Castello di Torre Chiara (Parma), I Luoghi dello Spirito (Ravenna), I Giullari (Tivoli), Castel del Monte (Bari), Festival de Musique Ancienne de La Reole, Festival Renaissance du Clos-Lucé residenza francese di Leonardo da Vinci, Tangeri Tarab World Festival, La Musica dei Cieli, Sponz Fest diretto da Vinicio Capossela.
Ha collaborato in diverse produzioni concertistiche e discografiche con musicisti di fama internazionale: Michel Godard, Gabriele Mirabassi, Linda Bsiri, Cristina Zavalloni, Antonella Ruggero, Vinicio Capossela, Jamal Oassini, Michele Lobaccaro, Piere Favre, Marcel Peres.
LE VOCI DELLE CONFRATERNITE DI VICO DEL GARGANO
Gruppo costituito da iscritti alle cinque Confraternite di Vico del Gargano con le finalità di divulgare, attraverso i canti, la fede, i riti religiosi, la cultura e le tradizioni di Vico del Gargano, in particolare della Settimana Santa e promuovere ricerche, incontri, eventi, corsi di formazione e informazione per favorire la conoscenza e la conservazione dei canti.
Ha partecipato a numerosi e importanti appuntamenti, tra i quali Valladolid in Spagna (in rappresentanza della Settimana Santa Pugliese), Auditorium della Musica di Roma, Teatro Petruzzelli di Bari, I Canti di Passione nei Comuni della Grecìa Salentina, Rassegna musica sacra di Molfetta, Carpino Folk Festival.
La Settimana Santa a Vico del Gargano (Foggia) è un periodo di intensa emozione che vede il coinvolgimento di tutta la popolazione, in modo particolare attraverso le cinque Confraternite, punto di riferimento insostituibile per la sopravvivenza dei riti di stampo popolare.
In un contesto di particolare e genuina drammatizzazione, il canto assume una funzione preminente di “contorno” sonoro di tutte le manifestazioni.
La ricerca etnomusicale riguardante la permanenza di musiche liturgiche e paraliturgiche di tradizione orale nei riti popolari religiosi, ha evidenziato un’ampia presenza di canti monodici e polivocali, in latino e in italiano, eseguiti soprattutto dalle Confraternite laicali, e pone Vico del Gargano in una situazione di particolare interesse nazionale ed internazionale, dove certe realtà ‘sonore’ si stanno estinguendo, o si presentano alquanto rarefatte.
“I Canti della Passione” di Vico del Gargano, sono stati registrati e sono rintracciabili tra l’altro, sul sito www.archiviosonoro.org/puglia.it grazie a Padre Remigio de Cristofaro (1966) e Giovanni Rinaldi (1978) e su CD inserito nel libro “Le voci delle Confraternite di Vico del Gargano” di Salvatore Villani edito nel 2002.
La più grande folk singer italiana Giovanna Marini così descrive con entusiasmo, nel suo libro, “lo stupendo canto polivocale del Miserere”: “partita la processione, il primo gruppo intona il Miserere, e così il secondo…sfilano tutti con queste voci tuonanti di maschi forti: l’effetto è sconvolgente, ci mettiamo tutti a piangere, i battimenti sono troppi, non si regge a un’emozione del genere. Singhiozzando, faccio il numero di telefono di Patrizia Bovi perché senta che cosa straordinaria sia questo Miserere di Vico”.
‘UFFICIO DELLE TENEBRE’ | CONFRATERNITA SANT’ ANTONIO ABATE di MONTE SANT’ANGELO
La mattina del Venerdì Santo, nella chiesa di San Benedetto le “Lamentazioni” tornano a riecheggiare: si tratta di melodie venute da epoche lontane che nessuno ha mai trascritto e che, proprio per questo, hanno potuto scorrere duttilmente attraverso le mani e la voce di generazioni di organisti. La magia evocativa di quelle musiche sacre popolari ogni Venerdì Santo si mescola con i vari registri sonori e genuini dell’organo a canne seicentesco, fornendo agli antichi testi latini pre-conciliari un ricco e variegato tessuto lirico - drammatico sul quale prende corpo un poema musicale senza autore e senza tempo. L’Ufficio delle Tenebre rappresenta un’autentica e pregevole singolarità del patrimonio musicale sacro e popolare del Gargano che ogni anno si ripropone nella mattinata del Venerdì Santo presso la chiesa di S. Benedetto in Monte Sant’Angelo, culminando nel ‘Miserère’ e ‘terremoto’ finale.
Cruda, realistica, spirituale: saranno queste le caratteristiche della sacra rappresentazione della Passione Vivente che si terrà a Foggia domenica 2 aprile, a partire dalle ore 19 in Piazza Giordano.
“Il copione è stato realizzato con i testi sacri del Vangelo non apportando nessuna modifica. Come una rievocazione storica cercheremo di portare lo spettatore indietro di duemila anni. – spiega l’attore e regista Gaetano Fania che, oltre a curare la regia dell’evento, interpreterà anche la figura di Gesù – Il mio Cristo è ispirato alla verità del Cristo immaginato da Mel Gibson nel film The Passion. Una novità dell’allestimento registico rispetto alle classiche rappresentazioni è la realizzazione simbolica della lotta tra il bene ed il male con un combattimento, sotto forma di danza della morte, tra Angeli e Demoni, con coreografie pirotecniche curate da Eugenio Levi Cozzolino, Tommaso Delli Carri e Danilo Ricucci”.
Il percorso si snoderà lungo un itinerario che parte dall’Orto degli Ulivi allestito in via Lanza e si concluderà con la Resurrezione di Gesù, ripercorrendo le dodici stazioni della Passio Christi, ricostruite sulla zona pedonale fino all’altro lato di Piazza Giordano, in una Via Crucis che congiunge due palcoscenici.
La Passione Vivente è giunta alla terza edizione, dopo lo stop dovuto alle norme pandemiche e anche quest’anno è organizzata dalla Parrocchia di Gesù e Maria. La manifestazione, che aprirà la Settimana Santa, vede la voce narrante di Tonio Sereno, la voce spirituale di Padre Roberto Nesta, l’aiuto regia e direzione palco curate da Cristian Levantaci e Gianluca Mastropietro. La coreografia della danza della morte è curata dalla maestra di ballo Nadia Novelli della Luna Nueva Dance; le musiche da Angelo Liguori; trucco e acconciature realizzati dalla Cesvim Academy di Foggia.
Insieme a Gaetano Fania, nei panni di Gesù, tra i protagonisti ci saranno Veronica Di Sibbio (il demonio), Domenico Metta (Pietro), Salvatore De Gelidi (Giuda), Domenico Mazza (Caifa) e Luigi Schiavone (Pilato).
Appuntamento domenica 2 aprile, dalle ore 19 in Piazza Giordano.