Nota dei parlamentari del Movimento 5 Stelle Marialuisa Faro, Carla Giuliano, Giorgio Lovecchio, Rosa Menga, Gisella Naturale, Marco Pellegrini, Francesca Troiano e della consigliera regionale Rosa Barone.
"Desideriamo esprimere tutta la nostra solidarietà al sociologo e scrittore Leo Palmisano, vittima di gravissime minacce di morte dovute al suo lavoro di denuncia sulla mafia che affligge la nostra amata terra. A lui, così come a tutti coloro che tra giornalisti, rappresentanti delle istituzioni, delle forze dell’ordine o semplici cittadini, provano ogni giorno ad impegnarsi per dire “no” ad una logica di illegalità e di malaffare, vero cancro della nostra terra, andrà sempre tutto il supporto umano e politico del Movimento 5 Stelle”.
Nota del vicepresidente del Consiglio regionale, Giandiego Gatta (Fi). “La pesca è un’attività identitaria per la nostra Puglia ed è, altresì, un settore fortemente provato sotto l’aspetto economico per il calo della risorsa ittica, e non solo. Preservare le fasi riproduttive con il ‘fermo biologico temporaneo’ è, perciò, un’esigenza imprescindibile, ma al contempo non possiamo non raccogliere il grido dei pescatori, a cui non sono state ancora liquidate le quote dovute per i premi delle imbarcazioni relativi ai fermi degli anni 2016 e 2017. Per questo ho depositato una mozione affinché la Giunta regionale solleciti, con determinazione, il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e quello del Lavoro, per un’immediata risoluzione del problema. Del resto, le risorse ci sono: il fermo, infatti, è finanziato nell’ambito delle iniziative previste dal Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca con la programmazione 2014/2020. Abbiamo portato avanti un lavoro massiccio, negli scorsi mesi, perché si potesse giungere all’erogazione delle somme dovute per il 2015, avvenuta a luglio. Un significativo passo per sostenere le imprese ittiche, ma ancora insufficiente. Farsi carico dell’istanza legittima delle nostre marinerie è un dovere per la Puglia, che tanto deve al settore della pesca, e mi auguro che la mozione venga approvata dal Consiglio regionale il prima possibile con la più larga condivisione”.
Il segretario generale FenealUil Foggia chiede incontro urgente al Prefetto
“Più che di bilancio si potrebbe parlare, a ragion veduta, di bollettino di guerra. Ventidue morti in incidenti stradali, nel solo mese di agosto 2018, è un triste primato che denota una stato di cose ormai al di là di qualsiasi possibilità di controllo”.
A dichiararlo è Juri Galasso, segretario generale FenealUil Foggia. “Sono anni che, come FenealUil, denunciamo il pessimo stato di manutenzione della maggior parte delle strade provinciali e statali: si tratta di arterie strategiche per il traffico veicolare e la mobilità in Capitanata”, afferma Galasso che prosegue: “è chiaro che non è solo il cattivo stato di manutenzione e la mancata messa in sicurezza delle arterie a determinare un livello così alto di mortalità. Anche il consumo di alcolici, l’utilizzo improprio di smartphone e altri dispositivi elettronici, il non rispetto delle regole della circolazione, giocano un ruolo di primo piano. Per questo è nostro intento chiedere un incontro urgente al Prefetto di Foggia per mettere all’ordine del giorno non soltanto la messa in sicurezza della viabilità provinciale ma anche per gettare le basi di una nuova governance: i controlli e le sanzioni vanno inaspriti ma bisogna anche trovare il modo di “intercettare” i più giovani e fargli capire che lo smartphone in auto può rappresentare un pericolo mortale tanto quanto gli alcolici e le droghe”.
Un vertice durato ben oltre 5 ore quello che si è svolto ieri, 03 settembre 2018, a Foggia presso la Prefettura. A capo tavola c’era lui, il Vice Presidente del Consiglio dei Ministri Luigi Di Maio, in veste ufficiale di Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali. Un summit dove hanno preso parte oltre 60 persone istituzionali di ben 14 regioni d’Italia. Giunto a Foggia intorno alle ore 14 e accolto in Prefettura dal Prefetto dott. Massimo Mariani, Di Maio ha subito iniziato i lavori. La sala del vertice era gremita. Oltre alle istituzioni che hanno illustrato problemi e soluzioni che attanagliano la Capitanata per il fenomeno del caporalato, c’erano molti rappresentanti locali del mondo del lavoro, del sindacato, della politica, degli enti pubblici.
La parola d’ordine di Luigi di Maio è stata «Guerra al caporalato e al lavoro nero. La legge sul caporalato c'è e va fatta funzionare. Cominciamo ad applicarla bene prima di fare altre norme», come aveva già affermato il suo collega Matteo Salvini, durante il summit del 07 agosto 2018 «La lotta alla mafia, allo schiavismo e allo sfruttamento del lavoro in nero e dell’immigrazione clandestina –ha affermato un mese fa Salvini-, è una priorità mia e di questo Governo. Useremo tutte le armi legalmente permesse per mettere in condizioni di non nuocere, di non far lavorare questi delinquenti».
Stessa lunghezza d’onda tra i due Vice Premier, che sono fermamente decisi a portare avanti e vincere questa guerra, combattendo anche laddove si annidano fenomeni criminali che alimentano il caporalato, quei ghetti che vanno eliminati con una legge ad hoc. «Porteremo avanti anche un piano di sgomberi. Dovrà essere fatto senza creare disordini, accetterò i consigli delle istituzioni –ha detto Di Maio-».
I presupposti ci sono tutti, la volontà pure, mezzi e personale sono già operativi, ora si attendono risposte e soprattutto risultati, come dopo il vertice ha chiosato il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano «Dalle parole si passi ai fatti».
La conferenza stampa è stata aperta dal Prefetto Mariani: «Questa è stata una riunione lunga in cui i problemi che attanagliano non solo questo territorio ma anche altre regioni d'Italia sono stati esaminati in ogni aspetto –ha esordito il Prefetto di Foggia, il dott. Massimo Mariani, tra l’altro scusandosi anche a nome del Ministro Di Maio dell'attesa-. Credo di poter dire - ha proseguito Mariani- che da questa riunione riusciamo ad uscire con la volontà, confermata, di affrontare il tema del caporalato e tutti i temi che sono connessi, con grande determinazione. Come Prefetto di questa provincia sono particolarmente interessato al problema. Sapete bene che poche settimane fa ci sono stati due gravissimi incidenti dove sono morte sedici persone. Capiamo bene che questa tragedia richiama la nostra attenzione e la nostra coscienza professionale sull'esigenza di lavorare al massimo delle nostre possibilità. Come Forze di polizia le attività erano, sono e continueranno a essere molto incisive. Ho illustrato al sig. Ministro i risultati conseguiti non solo in queste settimane immediatamente successive alla tragedia pocanzi ricordata, ma anche quelli dei mesi precedenti perché per noi è un tema di grande importanza. Da ciò è emersa un'idea molto precisa, che non si può pensare che un fenomeno come questo sia esclusivamente un fenomeno di polizia. Certamente c'è un profilo di sicurezza che noi abbiamo il dovere di affrontare e che continueremo a farlo con grande determinazione. Ma ci sono anche altri temi che devono essere affrontati per tagliare alle basi le motivazioni di un fenomeno di questa portata. Questo è un inizio e non un punto di arrivo, che vedrà impegnati tutti gli uffici dello Stato e nel contempo le parti sociali, sindacati, datori di lavoro, il terzo settore, gli enti locali. Si tratta –ha terminato il Prefetto, passando la parola a Di Maio- di un impegno corale che io auspico possa portare i risultati desiderati con pazienza e determinazioni e grande volontà dei soggetti a vario titolo interessati».
Il Ministro Di Maio, a inizio conferenza, ha subito illustrato le dinamiche che in tempi molto brevi saranno operative. Un piano triennale a step che contrasterà il gravoso e annoso fenomeno criminale del caporalato, dove alcuni saranno affrontati a Foggia, con nuovi vertici.
Il primo step che a giorni sarà operativo, ha confermato a sorpresa Di Maio, sarà la nomina del nuovo Direttore dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro. «Nei prossimi giorni conoscerete il suo nome –ha affermato Luigi Di Maio-. Sarà una nomina che farà parlare». Un annuncio che ha destato curiosità tra i giornalisti già a caccia del nome. Una decisione, quella del Ministro del MISE, che «…darà rispetto alla nuova mission dell’INL. Emanerò subito una direttiva all’INL affinché i Carabinieri del Nucleo Tutela del Lavoro siano utilizzati esclusivamente per questioni rilevanti nel contrasto al lavoro nero e al caporalato. È finita l’era dei numeri, delle tabelle da compilare –ha continuato Di Maio-, magari abbiamo tutte le carte a posto ma evidentemente c’è qualcosa che non va se i cittadini percepiscono un’illegalità diffusa e un’assenza di meritocrazia. Questo è un problema comune per tutte le regioni e sarebbe sbagliato localizzare il fenomeno».
Una manovra coraggiosa che in seno la mission pocanzi detta, avrà come protagoniste la repressione dal caporalato, e chi lo alimenta e lo pratica, e la prevenzione di tutto ciò che cagiona il fenomeno. E per farlo sarà primario iniziare dove si cerca il lavoro, presso quei Centri per l’Impiego, oggi malfunzionanti, e la rete che veicola i braccianti, quei trasporti, anche improvvisati, che in Capitanata hanno ucciso 16 persone in tre giorni. «Il caporale altro non è che un atroce e illegale Centro per l’Impiego che incrocia domanda ed offerta –ha affermato il Ministro Di Maio-. Se in Italia funzionano i Centri per l’Impiego il caporalato si attenua. Aggredire l’illegalità è fondamentale, tutelando così gli imprenditori che rispettano le leggi. Lavoreremo sul meccanismo trasporti con una serie di convenzioni tali da garantire servizi funzionali per raggiungere il posto di lavoro».
Di Maio, enunciando tali disposizioni, sta attuando il “programma del cambiamento”, garantendo, nel caso specifico, rifinanziamenti previsti nella Legge di Bilancio con risorse aggiuntive accompagnate da un piano di ristrutturazione, senza dimenticare chi legalmente conferisce lavoro. Il riferimento è al mondo imprenditoriale, quello sano, che ha bisogno di un respiro economico, di garanzie e tutela. “Dobbiamo riuscire nell’operazione e far sopravvivere il paziente. L’obiettivo è tutelare le imprese che si comportano correttamente e premiare quelle virtuose. Tutto ciò che arriva come fondi alle aziende deve cominciare ad ispirarsi alla meritocrazia. Purtroppo c’è un problema di chi s’iscrive nelle liste (di lavoro, ndr.). Dobbiamo entrare nell’ottica che chi lo fa, si smarca da un sistema criminale. Abbiamo il compito di far sentire le aziende protette e non esposte e indifese» –ha proseguito Di Maio con un chiaro riferimento al CETA (in inglese Comprehensive Economic and Trade Agreement), quell’accordo economico e commerciale globale di libero scambio tra UE e paesi da cui importiamo prodotti un tempo forniti dai nostri agricoltori, approvato dall’Europarlamento nell’anno 2017, in attesa di ratifica da parte degli Stati membri. «Se si fanno trattati come quello del CETA o come quelli tra UE e Marocco, tra UE e Tunisia, si continua a perseverare in un obiettivo che è quello di massacrare i nostri agricoltori. Poi si dirà che il saldo è positivo, ma solo per il secondario e terziario, mai per il settore primario. Ormai vale più la bottiglia che il contenuto all’interno. Con i prezzi attuali è impossibile stare sul mercato. Se i prezzi sono così bassi, è perché si sono consentiti trattati scellerati, come il CETA. Siamo convinti che il CETA o sia rivisto o sarà bocciato». Affermazioni dure di Di Maio ma molto chiare, già più volte dette “minacciando” gli stessi funzionari che difendono la partnership. Un “aut aut” che nei giorni scorsi ha fatto insorgere opposizione e imprese, pronte sul “piede di guerra” poiché preoccupate da un veto che rischierebbe di affossare una regola di scambio giudicata favorevole per l’Italia.
Ora si attendono gli effetti del vertice, azioni immediate per ridare fiato e poi ossigeno a una sana economia che cerca salubrità nel lavoro legale, sicuro, meritocratico e soprattutto incoraggiante nelle aree di pertinenza.
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Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, è intervenuto al tavolo operativo convocato in Prefettura a Foggia per la definizione di una nuova strategia di contrasto al caporalato e allo sfruttamento lavorativo in agricoltura alla presenza del vicepresidente del Consiglio dei Ministri Luigi Di Maio.
“Una giornata utilissima di lavoro - ha detto Emiliano al termine della riunione, durata quattro ore - una scelta giusta quella del Ministro Di Maio di convocare a Foggia il vertice sul caporalato, non perché il fenomeno sia solo foggiano, ma perché questo è uno dei luoghi dove l'esperienza è più avanti e possiamo in questo modo simboleggiare anche il lavoro fatto in questi anni. Oggi tutti hanno potuto dire al ministro del Lavoro il loro punto di vista per costruire la strategia per sconfiggere il caporalato.
La Regione Puglia è capofila dei progetti più importanti in questo campo, coordinando molte altre regioni, in particolare quelle del Sud: abbiamo dato vita al progetto delle foresterie per i lavoratori in agricoltura, che servono sia italiani e sia coloro che vengono da altri Paesi.
Crediamo che questa giornata di lavoro con il ministro, che ha reso stabile il tavolo dandogli una programmazione triennale, sia un passo avanti molto importante. E soprattutto la cosa importante è che abbia riconosciuto l'importanza della legge sul caporalato fatta dal precedente Governo: questo dimostra una oggettività di giudizio anche sull'attività di diverse maggioranze di Governo che fa onore al Ministro”.
Rispondendo alle domande dei giornalisti Emiliano ha spiegato che “per le aziende agricole pugliesi scegliere di organizzare autonomamente il trasporto del personale potrebbe corrispondere a una “mancanza” nei confronti delle organizzazioni criminali che gestiscono il caporalato. Quindi significa che, probabilmente, chi si avventura su questa strada rischia di non trovare poi nessuno che vada a lavorare nei suoi campi e nelle sue aziende. E quindi bisogna assistere le imprese che si comportano bene, colpire quelle che si comportano male e per far questo ci vogliono soldi. La Regione Puglia ha investito quasi 7 milioni di euro per la strutturazione delle foresterie più i fondi a disposizione del trasporto. Naturalmente è una competenza che spetterebbe allo Stato nazionale e non alle regioni, lo abbiamo fatto consapevoli di dover far partire il meccanismo. Adesso ci auguriamo che alle parole del ministro seguano i fatti e gli interventi. Le idee sono chiare: repressione di chi si comporta male, sostegno alle imprese che si comportano bene e vogliono rispettare la legge, luoghi sani e legali dove far risiedere le persone e non ghetti. Questi tre pilastri della politica del Governo sono condivisi dalla Regione Puglia”.
[Scriviamo facendo appello all’art. 18, all’art. 21 e all’art. 28 della Costituzione della Repubblica Italiana]
I N.O.C. sono agenti operativi che assumono ruoli segreti in organizzazioni senza legami ufficiali con i governi per i quali lavorano, pur svolgendo anche un altro lavoro. Tali agenti sono tipicamente abbreviati in gergo spionistico come NOC. Questi agenti sono anche noti come "illegali". Gli agenti sotto copertura non ufficiali se catturati o scoperti durante la loro azione lavorativa, sono soggetti a severe sanzioni penali. Gli agenti sotto copertura non ufficiali sono anche abituati a negare qualsiasi legame con il loro governo, preservando così la plausibile negazione, ma anche negando loro qualsiasi speranza di assistenza legale diplomatica o riconoscimento ufficiale del loro servizio. A volte, vengono create società di facciata o entità di paglia per fornire false identità per gli agenti. “E noi in Italia ne avevamo ne avevamo una”. Fatta premessa per i N.O.C. veniamo alla vera ragione per la quale abbiamo ritenuto di inviare ad un giornalista questo articolo da pubblicare.
Oggi, 3 settembre del 2018 è diventato per molti italiani un giorno di lutto. Sarà indelebile nel cuore e nella mente di chi ha sempre creduto nella legalità, onestà, giustizia, di un Belpaese funestato da un cancro chiamato mafia.
Lo Stato Italiano ha deciso di sopprimere la scorta al Colonello dell’Arma dei Carabinieri Sergio De Caprio, conosciuto lodevolmente come “Capitano Ultimo”.
“Ultimo”, il “Capitano”, come lo è ora per i suoi elettori il Ministro dell’Interno Matteo Salvini, dal 3 settembre 2018 è diventato oggetto di tutti quelli che gli vorranno del male. Ciò la riteniamo un’ingiustizia, un sopruso verso chi ha estirpato parte di quel cancro e un abuso di chi non ha compreso il grave atto di pericolo cui “Capitano Ultimo” sta andando incontro. Da quel 15 gennaio 1993 quando “Ultimo” e i suoi uomini assicurarono alle Patrie Galere il boss di cosa nostra, il capo dei capi, il corleonese Totò Riina, l’Italia ha tirato un sospiro di sollievo poi diventato vento di legalità e giustizia. Ma fu anche la data di condanna a morte da parte di Cosa Nostra per “Capitano Ultimo”. Ricercato da tutti i mafiosi del mondo, il “Capitano” iniziò a vivere come se fosse un latitante, nascondendosi, coprendosi il volto, scortato dapprima dai suoi fedelissimi e poi da chi lo Stato decise.
Oggi la vita di “Ultimo” è seriamente in pericolo.
Noi siamo con “Capitano Ultimo” e con gran parte degli italiani che segue e vede questa storia come l’ennesima dimostrazione che a far il proprio dovere a volte costa caro.
Condividiamo appieno l’appello fatto da Rita Dalla Chiesa, che da anni chiede maggior sicurezza verso la persona del Colonnello De Caprio, che non subisca la stessa sorte di suo padre, il Generale dalla Chiesa, trucidato il 3 Settembre 1982 a Palermo (coincidenza?) in un’auto solo perché stava adempiendo il suo dovere che era il suo amato lavoro.
L’appello è rivolto all’attuale Ministro dell’Interno Matteo Salvini affinché si faccia sentire all’U.C.I.S. (Ufficio Centrale Interforze per la Sicurezza) e dia corso a un nuovo procedimento di messa in sicurezza di “Capitano Ultimo”, conferendogli nuovamente la scorta.
È vero, “Ultimo” in questi anni ha subito processi per infondate accuse, di assurde colpe complottiste, costruite ad hoc per screditarlo. A nostro avviso, e per moltissimi italiani, erano, sono e rimarranno infamie gratuite solo per nascondere verità e malfatti di altri personaggi di spicco che con la mafia ha pranzato, cenato, ha trattato loscamente per affari personali. Tutte infamie finora rimandate al mittente. Accuse che hanno alimentato l’odio verso chi senza esitare ha incrinato la Cupola di un sistema mafioso fino allora vertice di uno Stato parallelo presente nei Palazzi romani.
I N.O.C. (Non Official Cover) presenti maggiormente in Europa non ci stanno a questo abuso-sopruso, una seconda condanna a morte per il “Capitano Ultimo”.
Tutti gli Italiani in “doppiopetto” e non che gli devono un grazie ora dove sono?
Ultimo è una questione Morale, è “l'ultimo” simbolo di una lotta alla mafia in vecchio stile, del resto come noi N.O.C. a livello europeo operiamo. Preservarlo è un dovere di ogni Italiano
Salvini, da Capitano a Capitano, rendi giustizia a chi ha dato giustizia. “Capitano Ultimo” non può esser lasciato solo; sarebbe l’ennesima ingiustizia verso chi ha lottato per garantire all’Italia e alla sua progenie un futuro migliore, nella legalità, giustizia e libertà di vivere.
Ad Apricena è tutto pronto per l'annuale Festa de l'Unità 2018 che si terrà nei giorni venerdì 31 agosto, sabato 1 e domenica 2 settembre ed avrà quale nuova location P.zza Dei Mille in prossimità della storica sede del Circolo PD cittadino.
Continua, come di consueto, il momento di confronto politico e convivialità messo in atto dal Partito Democratico di Apricena, da condividere con i nostri concittadini ed i democratici dei circoli dei territori limitrofi.
La Kermesse di tre giorni si aprirà con l'intervento del Governatore della regione Puglia Michele Emiliano sul tema "La politica regionale e nazionale" sarà l'occasione per discutere sulla situazione politica contingente; tema della seconda serata, sabato 1 settembre sarà il "Parco Nazionale del Gargano: bilanci e prospettive future" interverranno i sindaci del Parco del Gargano Rocco Di Brina, Claudio Costanzucci, Michele Merla e l'ass. Antonio Lombardi, nell'ultima serata, del 2 settembre, si affronteranno le tematiche legate alle prossime Amministrative 2019 con dibattito sulla rigenerazione della nostra comunità. Gli ospiti saranno accompagnati dai dirigenti locali e l’inizio delle serate è previsto per le ore 20,00.
A seguito dei dibattiti politici la festa procederà con i gruppi musicali : Situazioni d'Emergenza, Nemesis e Primariga, Antonio Parisi e Roberta Palumbo nello spettacolo “Terza Qualità”.
Si terrà a Manfredonia da venerdì 31 agosto fino a domenica 2 settembre il Campo San Michele promosso da Lotta Studentesca, il gruppo giovanile del movimento politico Forza Nuova, ovvero tre giorni dove si alterneranno spiritualità, comunitarismo ,convegni,, dibattiti, tornei sportivi e goliardia e cameratismo; spiritualità perchè è prevista una visita al Santuario di San Michele, comunitarismo perchè i giovani vivranno per tre giorni a stretto contatto tra di loro dividendo i momenti del campo San Michele, convegni perchè ne sono previsti due, il primo richiama l'insegnamento di un indimenticato punto di riferimento ideale che risponde al nome di Rutilio Sermonti, dibattiti perchè si analizzerà il contributo che può dare Lotta Studentesca nel mondo della scuola, tornei sportivi perchè sono previste vari tornei che vedranno impegnati i ragazzi tra cui un esibizione pugilistica grazie alla collaborazione con Italica la società sportiva collegata a Lotta Studentesca, golardia e cameratismo perchè sono le doti proprie di Lotta Studentesca che ne caratterizzano la consolidata struttura a livello nazionale.
La scelta di Manfredonia non è casuale, la Capitanata infatti è roccaforte del movimento giovanile da anni, tanti infatti i cortei e le iniziative promosse dal gruppo dalle raccolte alimentari, alla lotta nelle scuole riguardanti sicurezza dell'edilizia scolastica, controinformazione culturale in antitesi alla decadenza post sessantottina, passando per l'aumento delle ore di sport nelle scuole e la difesa di valori immutabili e solenni, come la propria identità, la patria, la famiglia tradizionale ed il rifiuto di ogni droga. per informazioni si può contattare la pagina facebook Lotta Studentesca Foggia.