Nei giorni scorsi, i Carabinieri di Vico del Gargano, collaborati dallo Squadrone Eliportato Cacciatori “Puglia” e dalla motovedetta di Manfredonia, nell’ambito di mirata attività di Polizia Giudiziaria, hanno effettuato diverse perquisizioni alle Isole Tremiti per la ricerca di armi e stupefacenti. Deferito in stato libertà un 45enne del luogo con precedenti di polizia, trovato in possesso di 13 grammi di marijuana ed effettuata una sanzione amministrativa a un 20enne incensurato domiciliato per lavoro sull’arcipelago, trovato in possesso di 1 grammo di cocaina. Sempre alle Isole Tremiti, un 76enne ivi domiciliato con precedenti di polizia ma residente a Milano, è stato deferito per violazione art.38 del T.U.L.P.S. e art. 20 bis della Legge 110/1975, in quanto trovato in possesso di arma e munizionamento, senza averne comunicato all’autorità preposta lo spostamento dal luogo residenza al suo effettivo domicilio.
Continua incessante l'attività di controllo del territorio da parte delle Forze dell'ordine, in particolare sulla prevenzione e sicurezza. Sul Gargano, coadiuvati dall'eccelente lavoro svolto dallo Squadrone Eliportato Carabinieri Cacciatori “Puglia”, in questi giorni Guardia di Finanza e Carabinieri hanno scovato, oltre quelle degli scorsi giorni, estese piantagioni di marijuana, abilmente occultate nella folta e fitta vegetazione del Promontorio.
La Guardia di Finanza sequestra 4200 piantine di marijuana nei boschi di San Nicandro Garganico
All’esito di specifica attività info-investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia, i Finanzieri del Comando Provinciale Foggia hanno individuato e sequestrato tre piantagioni di canapa indiana, per un totale di 4200 piante, site in località “Bosco Rosso”, al confine tra i Comuni di San Nicandro Garganico e San Marco in Lamis (FG).
Militari della Tenenza di San Nicandro Garganico, a seguito di prolungate attività di appostamento e osservazione al fine di individuare i responsabili delle illecite coltivazioni, hanno sequestrato tre piantagioni di canapa indiana dislocate, non molto distanti l’una dall’altra, nel territorio comunale ai confini con quello di San Marco in Lamis.
I finanzieri, su disposizione della Procura della Repubblica, hanno proceduto ad estirpare le piante - n. 2500 circa del tipo cannabis indica e n. 1700 del tipo cannabis sativa - per la loro successiva distruzione. Erano tutte in fase di piena fioritura, mature per essere sottoposte alla successiva fase di essiccazione che avrebbe reso centinaia di migliaia di dosi da spacciare sulle piazze del Gargano.
I mancati guadagni per l’organizzazione criminale sono stimati in circa 2,5 - 3 milioni di euro.
Sono tuttora in corso approfondimenti investigativi per individuare i responsabili delle coltivazioni illegali.
Il sequestro di queste tre piantagioni, che si aggiungono alle altre sequestrate nelle ultime settimane dalle Forze dell’ordine della capitanata, testimonia come sia ormai consolidata la strategia e la professionalità della criminalità della provincia nel produrre sul territorio questo tipo di pianta, potendo contare su un terreno coltivabile vastissimo, molto vario nella morfologia e nella vegetazione che certamente ne favorisce l’occultamento.
Il livello professionale della produzione di cannabis “in casa” è testimoniato anche dalla particolare sistemazione delle piantagioni, generalmente in luoghi impervi e di difficile accesso, spesso nascoste tra la fitta vegetazione che viene disboscata per ricavare al suo interno appezzamenti da destinare alle coltivazioni illecite, lasciando le stesse “coperte” da recinzioni naturali costituite da alberi secolari, felci e altre piante ad alto fusto.
Altrettanto sperimentati ed efficienti sono i sistemi di irrigazione adoperati, attrezzati nella maggior parte dei casi con cisterne mimetizzate nella vegetazione o da lunghissime e ramificate tubature per l’irrigazione, così da ottimizzare i tempi di lavoro della manovalanza assoldata dalle organizzazioni criminali.
L’attività di servizio riportata testimonia lo sforzo operativo della Guardia di Finanza nel quotidiano controllo del territorio e nella lotta ad ogni forma di guadagno illecito, tra cui la produzione e lo spaccio di sostanze stupefacenti.
Nascosta nella fitta vegetazione del Promontorio garganico i Carabineri scovano 1530 piantine di marijuana
Nei giorni scorsi, i Carabinieri della Stazione di San Marco in Lamis, coadiuvati da personale dello Squadrone Eliportato Carabinieri Cacciatori “Puglia”, nel corso di opportuni servizi hanno individuato in una zona impervia del promontorio del Gargano, abilmente occultata tra la fitta vegetazione, una estesa piantagione di Cannabis Indica di circa 1530 piante. Le stesse dell’altezza media di 110 cm, ancora in fase di crescita, erano irrigate da un sofisticato impianto a goccia collegato ad una cisterna Zincata posizionata in zona sopraelevata ad un centinaio di metri dal campo coltivato tra alberi ed arbusti che ne rendevano difficile l’individuazione. Per velocizzare la crescita delle piante venivano altresì utilizzati fertilizzanti e concimi, trovati nei pressi del campo. Le 1530 piante venivano estirpate dai militari ed unitamente a tutto il materiale per l’irrigazione sono state poste sotto sequestro e messe a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Gli accertamenti eseguiti sulle piante sequestrate dal personale del Laboratorio Analisi Sostanze Stupefacenti del Comando provinciale di Foggia, hanno consentito di rilevare che era possibile ricavare circa 488.266 dosi che avrebbero fruttato un consistente ritorno economico stimato oltre le 500.000 euro. Con il sequestro della piantagione non si sono concluse le indagini che proseguono per accertare la responsabilità a carico di coloro che hanno coltivato la piantagione.
Dopo quella rinvenuta ai margini del fiume Ofanto, a Cerignola località Moschella, e quella coltivata in casa a Torremaggiore, i Carabinieri di San Severo, con il supporto dei Cacciatori “Puglia”, nell’ambito di una vasta attività di controllo delle aree rurali, hanno rinvenuto un’altra piantagione di marijuana, arrestando un nigeriano incensurato, colto nella flagranza del reato di coltivazione illecita di sostanze stupefacenti.
La Capitanata, purtroppo, si conferma un centro prolifico di coltivazione di marijuana, oltre che il fulcro del Mezzogiorno d’Italia, in particolare l’Alto Tavoliere, per l’approvvigionamento e smistamento, oltre che spaccio, di sostanze stupefacenti, legate alle attività criminali di clan mafiosi.
I Carabinieri, nel prosieguo delle stringenti attività di monitoraggio delle vastissime aree rurali della parte nord della Capitanata, molto attenzionate in questo periodo, in agro di San Nicandro Garganico (FG), si sono imbattuti in una estesa piantagione di marijuana, circa 1050 piante per un peso complessivo di 200 kg, per numero di 177.142 dosi potenzialmente ricavabili, che avrebbe fruttato circa 800.000,00 Euro. Si tratta di piante del tipo “vietnamita” ed “afgana”(qualità di piante più piccole e basse rispetto a quelle di comune coltivazione), che risulta meno individuabile, anche a un controllo dall’alto. Immediatamente, i Carabinieri iniziavano una attenta e paziente attività di osservazione, che aveva esito positivo dopo pochissimo. Infatti, i militari notavano sopraggiungere un soggetto, a piedi, che si fermava proprio all’altezza del tratturo che porta alla piantagione e iniziava tranquillamente a irrigare le piante e a controllarne lo stato di crescita. Con una manovra repentina e coordinata, tutto il personale circondava l’area dove vi era la coltivazione e, con una rapida incursione, gelavano ogni possibilità all’uomo di reagire, che veniva quindi bloccato e tratto in arresto. Sul posto venivano sottoposte a sequestro tutte le piante coltivate nonché la somma di Euro 1.500,00 in contanti di cui l’uomo veniva trovato in possesso. Gli arboscelli sono stati inviati al Laboratorio di Analisi delle Sostanze Stupefacenti del Comando Provinciale Carabinieri di Foggia per le analisi qualitative e quantitative sul principio attivo.
Al termine di tutte le verifiche, i cui esiti sono stati pienamente condivisi dal Magistrato di turno della Procura della Repubblica di Foggia, l’uomo è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Foggia in attesa delle disposizioni dell’A.G. che nell’udienza di convalida confermava la custodia cautelare in carcere.