“Tutto il personale sanitario impegnato nell’emergenza Covid dovrà avere il premio, che andrà non solo a tutta la sanità pubblica, ma anche alla sanità ecclesiastica e privata che ha partecipato con noi al contrasto del virus. Ho sentito qualcuno dire che noi non pagheremo privati ed ecclesiastici: non è così. Quello è un sistema diverso, il pagamento avviene direttamente da parte del Governo, dal ministero della Salute, e se dovesse ritardare noi siamo pronti ad anticipare queste somme in modo tale che questi dipendenti che ci hanno dato una mano abbiano il premio Covid nello stesso periodo in cui lo avranno i pubblici, perché la sanità contro il Covid è stata una sola, non è stata divisa tra privata e pubblica”. Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, questa mattina a margine della presentazione del nuovo piano ospedaliero della Regione Puglia.
QUI IL VIDEO CON LE DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE MICHELE EMILIANO
Comunicato stampa pervenuto presso la nostra redazione.
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“Tutti gli annunci e le propagande del presidente Michele Emiliano, alla luce dei fatti, emergono nella loro vacuità e nella loro falsità. Sono già un caso le menzogne raccontate agli operatori sanitari sul bonus per il rischio Covid sul posto di lavoro negli ospedali pugliesi. La cosa è ancora più eclatante agli Ospedali Riuniti di Foggia, unico centro Covid pubblico in Capitanata. Medici, infermieri e tecnici di laboratorio, a quasi 4 mesi dalla forte emergenza pandemica, hanno ricevuto solo un acconto di quanto promesso e in una misura vergognosa. Alla maggioranza degli operatori sanitari è stato riconosciuto un rischio minimo, pari a 10 euro al giorno in più per 40 giorni”.
È quanto denuncia l’avvocato Joseph Splendido, dirigente regionale della Lega, responsabile del tesseramento e candidato al Consiglio regionale in provincia di Foggia nelle liste del partito di Matteo Salvini.
Secondo quanto stabilito dalla Regione Puglia e dai sindacati di categoria, gli operatori sanitari avrebbero dovuto essere divisi in fasce. A, B, C e D. Per la prima fascia di rischio alto, attribuita a quegli operatori che lavorano nei reparti Covid e in terapia intensiva, il bonus ammonta a 63 euro al giorno per 40 giorni. A scalare, si hanno 33 euro per la fascia B, fino ai 10 euro per la fascia D.
Fatta eccezione per gli operatori dei reparti in prima linea contro il Coronavirus, tutti gli altri dipendenti del Policlinico di Foggia sono stati classificati in fascia D.
“È indegno che chi ha rischiato sulla propria pelle riceva- e neanche in un’unica tranche- appena 100 euro al mese per il proprio lavoro in trincea- prosegue il legale leghista- e sia inserito in una fascia di rischio nullo. Senza contare che proprio in quei reparti che Emiliano sta oggi snobbando, il virus ha contagiato gli operatori, causandone la chiusura, con mille difficoltà anche per i pazienti. Infermieri e medici mi hanno raccontato la loro profonda insofferenza per un bonus che non riflette quanto deciso nell’accordo regionale con i sindacati. Tra l’altro i dipendenti dei Riuniti, unico ospedale Covid provinciale, sono stati equiparati nel bonus ai loro colleghi delle altre strutture provinciali, che mai hanno avuto dei pazienti Covid ricoverati. Il personale sanitario che ha vissuto davvero i rischi del contagio è stato trattato, con una elemosina inqualificabile, al pari di altro personale meno esposto. Tale trattamento appare molto mortificante per la categoria, a cui ancora si chiedono sacrifici enormi in termini di attenzione, pressing psicologico e pressione familiare. Non si contano infatti i dipendenti che da soli hanno attuato soluzioni personali anti contagio, con i componenti della propria famiglia, isolandosi e allontanandosi da figli, coniugi e genitori. È così che Emiliano intende governare anche una ipotetica seconda ondata del virus? Bistrattando e ignorando i nostri eroi quotidiani? Abbiamo il dovere di fermarlo. È ora di cambiare e di votare Lega, per dimenticare per sempre la gestione disastrosa del centrosinistra e del suo assessore alla Sanità e presidente”.
Dire che la sanità pugliese è in serie A è una presa in giro inaccettabile per i pugliesi. I numeri di cui parla Emiliano e che hanno consentito di ottenere appena la sufficienza nella simulazione del nuovo sistema dei LEA, si riferiscono ai documenti inviati dalla Regione e non a valutazioni concrete. La situazione reale è molto diversa con migliaia di cittadini che vanno a curarsi fuori regione, tanto che spendiamo 200 milioni l’anno per la mobilità passiva. E questo già da prima dell’emergenza Covid, che ha ulteriormente peggiorato la situazione, visto che, nonostante le tante belle parole è praticamente impossibile recuperare le prestazioni perse e, chi può permetterselo, è costretto a rivolgersi al privato”. Lo dichiarano i consiglieri del M5S in seguito alla presentazione del piano regionale anti Covid.
“Un piano - continuano - che, pur stabilendo il potenziamento della rete, non prevede strutture esclusivamente dedicate, ma continua a esserci la promiscuità già registrata nella fase 1. La gestione dell'emergenza estiva ha poi ancora una volta dimostrato che molto rimane sulla carta, essendosi verificati episodi di contagio all'interno delle strutture ospedaliere, confermando quello che diciamo da tempo: i percorsi separati non sono stati predisposti adeguatamente. Si prevede anche una riorganizzazione della rete di emergenza urgenza, dimenticando che giace in consiglio da anni sia la nostra riforma del servizio sia lo stesso disegno di legge della Giunta, passato in Commissione dopo numerose audizioni e mai portato all’esame dell’aula, che prevedeva la costituzione dell'Agenzia e l’internalizzazione di tutto il personale del servizio, mai avvenuta. Il piano poi non può funzionare se non si potenzia l'assistenza territoriale, visto il fallimento delle USCA a causa della disorganizzazione della Regione e i ritardi con cui sono partite le unità speciali di continuità assistenziale rispetto alle altre regioni. Per non parlare della carenza di guardie mediche, tanto che non si riesce a garantire la continuità assistenziale in diverse località turistiche. Dire che la nostra sanità funziona e prendersi meriti per la gestione dell’emergenza, ben sapendo che bisogna solo ringraziare il cielo per il fatto che le regioni meridionali non siano state colpite con la stessa violenza di quelle settentrionali, richiede non solo una grande faccia tosta ma anche una totale mancanza del senso della vergogna”.
Di seguito una sintesi della nuova Ordinanza del Ministero della Salute per l'Emergenza Sanitaria Coronavirus CoVid-19.
"In tutti i luoghi chiusi, aperti al pubblico, compresi i mezzi di trasporto, è e resta obbligatorio sia il distanziamento di almeno un metro che l’obbligo delle mascherine.
L'Ordinanza del Ministro della Salute del 1 agosto 2020 è efficace fino all'emanazione di un nuovo DPCM e comunque non oltre il 15 agosto.
In sintesi dice che è obbligatorio, in tutto il territorio nazionale, usare protezioni delle vie respiratorie nei luoghi chiusi accessibili al pubblico, inclusi i mezzi di trasporto, in tutte le occasioni in cui non sia possibile garantire continuativamente la distanza di sicurezza.
Non sono soggetti all'obbligo i bambini fino a sei anni e i soggetti con disabilità.
È obbligatorio mantenere una distanza interpersonale di almeno un metro".