Una nota a firma del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e del direttore del Dipartimento Promozione della Salute, Vito Montanaro ha fissato gli indirizzi operativi per la gestione di casi e focolai nelle scuole e università pugliesi durante l’emergenza sanitaria Covid 19. “Vogliamo mettere a sistema le responsabilità in questo settore e dare una mano a scuole e università per una ripartenza delle attività senza rischi”, ha dichiarato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.
“La riapertura delle scuole - ha spiegato il direttore del dipartimento Politiche della Salute, Vito Montanaro - è un tema che fa rialzare il livello di allerta, perché pur avendo organizzato al meglio i percorsi e le modalità di frequenza degli alunni, con i cicli di ingresso, permanenza e uscita, quello che preoccupa sono i trasporti pubblici per arrivare a scuola e gli assembramenti davanti alle scuole, all’ingresso e all’uscita”.
“Occorre senso di responsabilità da parte di tutti – ha precisato il prof. Pier Luigi Lopalco – utilizzando la mascherina, igienizzando le mani, mantenendo le distanze interpersonali e rimanendo a casa con la febbre. Rispettando queste semplici regole si potrà vivere normalmente e andare a scuola in sicurezza”.
“Le misure generali di prevenzione e di protezione dal CoVID-19 – si legge nel documento - già individuate nei documenti di indirizzi nazionali e regionali descrivono anche i comportamenti da tenere per la “prevenzione primaria” dell’infezione da SARS-CoV-2, atti cioè a ridurre l’esposizione al virus. Tali misure devono essere osservate con particolare rigore nell’ambito delle attività scolastiche, universitarie e formative: a) il distanziamento di sicurezza, mantenendo la distanza interpersonale non inferiore al metro, evitando il rischio di aggregazione e affollamento; b) la rigorosa igiene delle mani, personale e degli ambienti; c) l’adeguata e frequente pulizia ed igienizzazione degli ambienti e delle superfici nonché l’adeguata aerazione degli ambienti; d) l’effettiva possibilità di utilizzare in modo continuativo ed appropriato la mascherina da parte di tutti i soggetti (alunni, discenti, personale ATA, docenti, familiari, etc.); e) la disponibilità di una efficace informazione e comunicazione; f) la capacità di controllo e risposta dei servizi sanitari della sanità pubblica territoriale e ospedaliera; g) la capacità di promuovere, monitorare e controllare l’adozione delle misure, definendo i ruoli di ciascuno dei soggetti coinvolti. L’attenzione alle misure generali di prevenzione e protezione rappresenta, come ampiamente dimostrato, la migliore strategia per attenuare i rischi di contagio virale (stagionale e COVID-19) insieme all’adesione massiccia alla campagna di vaccinazione antinfluenzale 2020-2021 in via di attivazione da parte delle strutture del Servizio Sanitario Regionale. Deve essere rimarcata con ogni forma e mezzo la prescrizione, per gli alunni e il personale scolastico e universitario, di rimanere presso il proprio domicilio, contattando il proprio pediatra di libera scelta o medico di famiglia, in caso di sintomatologia e/o temperatura corporea superiore a 37,5°C.
Si ricorda che, al solo fine dell’attivazione delle misure di prevenzione, di protezione e per l’attivazione del pediatra di libera scelta o del medico di famiglia o dei medici USCA, i sintomi più comuni di COVID-19 (fonte: ECDC, 31 luglio 2020) sono: • nei bambini: febbre, tosse, cefalea, sintomi gastrointestinali (nausea/vomito, diarrea), faringodinia (dolore localizzato nella faringe), dispnea (respirazione difficoltosa), mialgie (dolore localizzato in uno o in più muscoli), rinorrea/congestione nasale; • nella popolazione in generale: febbre, brividi, tosse, difficoltà respiratorie, perdita improvvisa dell’olfatto (anosmia) o diminuzione dell’olfatto (iposmia), perdita del gusto (ageusia) o alterazione del gusto (disgeusia), rinorrea/congestione nasale, faringodinia (dolore localizzato nella faringe), diarrea. Tali sintomi sono sottoposti alla valutazione del medico per la determinazione delle azioni e delle misure da adottare e non costituiscono motivo per la richiesta di esecuzione del test diagnostico”.
La disposizione regola anche l’attività dei referenti covid nelle scuole, università e dipartimenti di prevenzione, i test diagnostici, la richiesta di esecuzione di test, la distribuzione dei test, gli elenchi degli alunni e operatori sanitari, la gestione delle positività e dei rientri in comunità, il monitoraggio di operatori e studenti fragili.
Su 1456 test svolti in Puglia, quest’oggi sono risultati positivi al SARS-CoV-2 90 persone. La Capitanata ne registra 9, con 2 decessi. L'operatore sanitario del Poliambulatorio di Foggia «è in buone condizioni di salute, è in isolamento fiduciario domiciliare. La situazione è sotto controllo», lo conferma il Dg Asl Fg, Vito Piazzolla.
Di seguito il Bollettino Epidemiologico e le dichiarazioni dei DG ASL della Puglia.
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi lunedì 28 settembre 2020 in Puglia, sono stati registrati 1.456 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 90 casi positivi: 52 in provincia di Bari, 2 in provincia di Brindisi, 22 nella provincia BAT, 9 in provincia di Foggia, 4 in provincia di Lecce, 1 provincia non nota.
Sono stati registrati 2 decessi in provincia di Foggia.
Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 400.565 test.
4.600 sono i pazienti guariti.
2.419 sono i casi attualmente positivi.
Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 7.611, così suddivisi:
2.978 nella Provincia di Bari;
658 nella Provincia di Bat;
771 nella Provincia di Brindisi;
1817 nella Provincia di Foggia;
794 nella Provincia di Lecce;
532 nella Provincia di Taranto;
59 attribuiti a residenti fuori regione;
2 provincia di residenza non nota.
I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.
Il bollettino epidemiologico Regione Puglia 28.9.2020 è disponibile al link: http://rpu.gl/319HI
Dichiarazione del Dg Asl Fg, Vito Piazzolla “In data odierna è stata registrata la positività di un operatore sanitario del Poliambulatorio di Foggia.
L'operatore, in buone condizioni di salute, è in isolamento fiduciario domiciliare. La situazione è sotto controllo.
Il Servizio di Igiene aziendale ha già ricostruito le catene di contagio e disposto undici tamponi. I contatti stretti sono in isolamento domiciliare. Per tutti è stata attivata la sorveglianza sanitaria attiva volontaria”.
Dichiarazione del DG della Asl Bat, Alessandro delle Donne: “I casi registrati oggi nella provincia Bat sono 22 perché riconducibili in buona parte - 16 su 22 - a una gita in pullman, per i quali è scattata l’indagine epidemiologica. Gli altri 4 casi sono contatti stretti di casi positivi riscontrati nei giorni scorsi. Sono tutti asintomatici”.
Il Dipartimento Politiche della Salute precisa che sono appena arrivati i risultati dei tamponi effettuati dal personale dipendente individuato dall’indagine epidemiologica dopo l’unico caso positivo, che sono tutti NEGATIVI.
I direttori dei dipartimenti Politiche della Salute, Vito Montanaro e Risorse Agroalimentari, Gianluca Nardone precisano quanto segue: 1 caso di Sars Covid 19 è stato rilevato tra i dipendenti di una sezione del dipartimento Politiche per la salute, benessere sociale e sport per tutti.
Tutti i dipendenti della sezione e quelli immediatamente vicini sono stati messi in isolamento fiduciario o proseguono le attività in smart working e gli ambienti sono stati sanificati.
L’indagine epidemiologica è in corso a cura della sezione Datore di Lavoro e del medico competente e stabilirà come intervenire con le attività di screening e test.
Si precisa che l’area dell’edificio del Dipartimento è separata dalle zone dove è al lavoro la task force Covid-19.
Nessun caso è stato invece rilevato nel dipartimento Risorse Agroalimentari, per il quale ogni notizia è destituita di fondamento.
Sono 84 le persone pugliesi oggi risultate positive al virus. In provincia di Foggia i casi aumentano a 23, quattro volte quelli registrati ieri. I decessi diventano 2, uno nel barese l’altro nel tarantino.
Di seguito il Bollettino Epidemiologico e le dichiarazioni dei DG ASL della Puglia.
Il presidente della Regione Puglia, sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi venerdì 18 settembre 2020 in Puglia, sono stati registrati 3.773 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 84 casi positivi: 35 in provincia di Bari, 4 in provincia di Brindisi; 11 in provincia BAT, 23 in provincia di Foggia, 5 in provincia di Lecce, 6 in provincia di Taranto.
Sono stati registrati 2 decessi: 1 in provincia di Bari, 1 in provincia di Taranto.
Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 368.571 test.
4.273 sono i pazienti guariti.
1.986 sono i casi attualmente positivi.
Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 6.836, così suddivisi:
2.640 nella Provincia di Bari;
551 nella Provincia di Bat;
753 nella Provincia di Brindisi;
1.606 nella Provincia di Foggia;
743 nella Provincia di Lecce;
490 nella Provincia di Taranto;
52 attribuiti a residenti fuori regione;
1 provincia di residenza non nota.
I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.
Il bollettino epidemiologico Regione Puglia 18.9.2020 è disponibile al link: http://rpu.gl/3fr0R
DICHIARAZIONI DEI DG DELLE ASL:
Dichiarazione Dg Asl Bari, Antonio Sanguedolce: “Sono 35 i nuovi casi di contagio da Sars-Cov 2 rilevati nella giornata odierna dal Dipartimento di Prevenzione. 25 positività riguardano contatti stretti collegati a casi già isolati precedentemente e sottoposti a sorveglianza epidemiologica, mentre per i restanti 10 casi è in corso l’attività di tracciamento”.
Dichiarazione del Dg Asl Brindisi Giuseppe Pasqualone: “Dei quattro positivi registrati oggi in provincia di Brindisi, due sono contatti stretti di casi già individuati e due sono persone sottoposte a tampone dopo aver manifestato sintomi collegabili al Covid”.
Dichiarazione del Dg Asl Bt, Alessandro Delle Donne: “11 i casi registrati oggi nella provincia Bat. Di questi 6 si sono rivolti al Pronto Soccorso con sintomi lievi, 4 sono contatti stretti di positivi registrati nei giorni scorsi. Su un ultimo caso sono in corso indagini epidemiologiche”.
Dichiarazione del Dg della Asl Foggia, Vito Piazzolla: Delle 23 nuove positività registrate nelle ultime 24 ore in provincia di Foggia 17 sono contatti di casi già noti; 3 sono persone sintomatiche. Gli ultimi 3 sono cittadini asintomatici, individuati durante le attività di screening.
Dichiarazione del Dg Asl Lecce, Rodolfo Rollo: “I 5 casi registrati oggi dal Dipartimento di prevenzione riguardano 3 contatti stretti di casi già noti e due residenti in provincia di Lecce sottoposti a tampone di screening”.
Dichiarazione Dg Asl Taranto, Stefano Rossi: “I 6 casi di Covid rilevati in provincia di Taranto sono da attribuirsi a contatti stretti di casi di positività, già registrati, di lavoratori di un'azienda di un'altra provincia interessata da un focolaio”.
Dagli ultimi dati della task force sanitaria pugliese i positivi sono in calo: oggi risultano 63 le persone pugliesi risultate positive al virus, 6 in provincia di Foggia. Purtroppo c’è stato un decesso nel tarantino.
Di seguito il Bollettino Epidemiologico e le dichiarazioni dei DG ASL della Puglia.
Il presidente della Regione Puglia, sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi giovedì 17 settembre 2020 in Puglia, sono stati registrati 4.011 test per l’infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 63 casi positivi: 33 in provincia di Bari, 4 in provincia di Brindisi; 4 in provincia BAT, 6 in provincia di Foggia, 6 in provincia di Lecce, 10 in provincia di Taranto.
E’ stato registrato 1 decesso in provincia di Taranto.
Dall’inizio dell’emergenza sono stati effettuati 364.798 test.
4.262 sono i pazienti guariti.
1.915 sono i casi attualmente positivi.
Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 6.752, così suddivisi:
2.605 nella Provincia di Bari;
540 nella Provincia di Bat;
749 nella Provincia di Brindisi;
1.583 nella Provincia di Foggia;
738 nella Provincia di Lecce;
484 nella Provincia di Taranto;
52 attribuiti a residenti fuori regione;
1 provincia di residenza non nota.
I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l’acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.
Il bollettino epidemiologico Regione Puglia 17.9.2020 è disponibile al link: http://rpu.gl/jOA6b
DICHIARAZIONI DEI DG DELLE ASL:
Dichiarazione Dg Asl Bari, Antonio Sanguedolce: “Sono 33 i nuovi casi di contagio rilevati oggi dal Dipartimento di Prevenzione. Si tratta in particolare di 24 contatti stretti collegati a casi già isolati e sottoposti a sorveglianza, mentre sui restanti 9 è in corso l’attività di tracciamento”.
Dichiarazione del Dg Asl Brindisi Giuseppe Pasqualone: “Sono quattro i casi registrati oggi in provincia di Brindisi: tre sono stati individuati attraverso l’attività di contact tracing e uno tramite lo screening”.
Dichiarazione del Dg Asl Bt, Alessandro Delle Donne: “4 casi positivi oggi nella provincia Bat di cui2 sintomatici e 2 contatti stretti di due diversi casi positivi registrati nei giorni scorsi”.
Dichiarazione del Dg della Asl Foggia, Vito Piazzolla: “Il servizio di Igiene ha registrato in data odierna 6 nuove positività. Di queste: 3 sono contatti di casi già noti e isolati; 2 persone sono state individuate durante le attività di screening; l’ultima è una persona sintomatica; la tutti sono stati tempestivamente presi in carico. Sono tutt’ora in corso le indagini epidemiologiche”.
Dichiarazione del Dg Asl Lecce, Rodolfo Rollo: “La Asl di Lecce registra oggi 6 casi: 4 sono contatti di casi già noti, 2 sono residenti fuori regione temporaneamente presenti nella nostra provincia”.
Dichiarazione Dg Asl Taranto, Stefano Rossi: “I 10 casi di positività rilevati nelle ultime 24 ore in provincia di Taranto riguardano contatti stretti di casi registrati nei giorni scorsi e posti sotto sorveglianza”.
«Ci stiamo avviando alla riapertura della Scuola, senza alcuna sicurezza.
I Dirigenti scolastici della Città di Monte Sant'Angelo stanno organizzando il tempo scuola, sottovalutando i limiti dell'emergenza sanitaria COVID 19.
In diverse Città, gli alunni e gli studenti contagiati dal virus sono in forte crescita e la Puglia rientra nelle zone rosse.
A Monte Sant'Angelo, si rischia di creare un'ulteriore emergenza sanitaria, se non si presta la dovuta attenzione.
Il tempo scuola prolungato è possibile dove esistono le condizioni strutturali e organizzative, che, a quanto pare, mancano negli edifici scolastici locali.
Tenere i ragazzi, per ben due giorni a settimana, 8 ore a scuola è pura follia.
I ragazzi dovrebbero mangiare un panino a pranzo su banchi sporchi, perché, per loro, non è mai stata realizzata la mensa, come per altre scuole italiane.
Trascurare le necessarie misure di sicurezza, "e arrangiare" l'apertura delle scuole, è imprudente, pericoloso per la salute dei ragazzi e del personale scolastico: potrebbe provocare focolai di contagi nelle famiglie e nella città.
Chi deve tutelare la salute pubblica è il Sindaco.
È lui la massima autorità sanitaria locale, ai sensi dell'art. 32 della legge 833 del 1978.
Il Sindaco, pertanto, ha il dovere di prevenire, intervenire, impedire l'eccessiva permanenza dei ragazzi a scuola e la loro sicurezza igienica.
In questo periodo pandemico, l’istituzione scolastica non può prolungare il tempo scuola, trattenendo i ragazzi nelle aule per molte ore, anche se "protetti" con i pochi dispositivi di protezione individuali: le mascherine chirurgiche e il gel igienizzante.
Con la recrudescenza sanitaria, i dirigenti possono attivare la didattica digitale integrata, che non è la didattica a distanza, bensì una didattica di supporto a quella in presenza.
L’attività scolastica ordinaria e di mattina permette ai ragazzi di continuare le attività scolastiche a casa e in sicurezza.
Con il tempo scuola prolungato (due rientri pomeridiani) i due istituti comprensivi dovrebbero, invece, essere dotati di mense o sale attrezzate, che non ci sono.
Far consumare del cibo in classe non è igienico e potrebbe essere rischioso per la salute dei ragazzi, del personale scolastico e per la comunità di Monte Sant'Angelo.
Eppure è risaputo: il comitato Tecnico Scientifico del Ministero alla Salute ha definito le classi scolastiche come i luoghi più prolifici per il contagio.
In questi ultimi giorni, sono state emanate "Le linee guida" per la riapertura delle scuole, a cui i Dirigenti Scolastici dovranno attenersi scrupolosamente e i referenti alla sicurezza conoscere.
Le "Linee guida" si soffermano sulle esigenze logistiche e sugli standard di sicurezza da mantenere all'interno dell'edificio.
A tal proposito, il ministro della Salute, Roberto Speranza, dice: “Dobbiamo ancora mantenere il distanziamento, portare le mascherine, lavarci le mani: dopo l'autunno e l'inverno vedremo la luce”.
Per queste ragioni sanitarie, bisogna essere vigili e condividere il tempo scuola di ogni istituto scolastico.
A proposito del tempo prolungato, i familiari e le autorità sanitarie esortano i dirigenti scolastici e il sindaco, a prestare molta attenzione agli istituti sprovvisti di una sala mensa.
Nelle linee guida ministeriali è scritto: “In particolar modo, oltre alla necessaria e approfondita pulizia dei locali adibiti alla refezione medesima, le istituzioni scolastiche – di concerto con l’ente locale e in modalità tali da garantire la qualità del servizio e che tengano conto anche della salvaguardia dei posti di lavoro – potranno valutare l’opportunità di effettuare la refezione in due o più turni, sempre al fine di non consentire oltre il dovuto l’affollamento dei locali ad essa destinati. Qualora questa modalità non sia percorribile o non sufficiente in virtù degli spazi o della particolare numerosità dell’utenza, gli Enti locali potranno studiare con le ditte concessionarie del servizio la realizzazione di soluzioni alternative di erogazione, all’interno dell’aula didattica, opportunamente areata e igienizzata al termine della lezione e al termine del pasto stesso, finanche la semplificazione del menù, qualora gli approvvigionamenti delle materie prime dovessero risultare difficoltosi”.
Anche se il Ministero ha diramato queste prescrizioni, ragionate e serie, gli studenti e le famiglie sono perplessi e preoccupati per l'avvio dell'anno scolastico, per i pochi collaboratori scolastici addetti alle pulizie e per i modesti spazi degli edifici.
Diciamolo: si sta arrangiando.
L'arte di arrangiare, purtroppo, non offre alcuna tutela sanitaria.
È questa condizione organizzativa che intimorisce i genitori e fa dichiarare al 52 % dei ragazzi che non ci sono le condizioni per la riapertura degli istituti scolastici.
Un’opinione condivisa dal 38% dei cittadini.
Sindaco, Cittadini, c'è bisogno di vigilanza!
La prudenza e la ragione inducono il 71% dei cittadini a chiedere la ripresa della didattica mista: in classe e on line.
Sindaco, ribadiamo, Lei ha l'obbligo di vigilare e di proteggere la comunità di Monte Sant'Angelo, adesso!
Dopo, sarebbe fatale e tardi.
Rivedere il tempo scuola è una buona ragione per evitare danni alle persone e responsabilità giuridiche personali».
Movimento24agostoEquità Territoriale
Per queste elezioni 2020, che si svolgeranno mentre stiamo attraversando un periodo caratterizzato dal CoVid-19, è stato espressamente previsto dal Ministero dell’Interno di concerto con il Ministero della Salute “Un protocollo sanitario e di sicurezza” affinché le consultazioni elettorali e referendarie del 20 e 21 settembre 2020 possano svolgersi in un clima di serenità e di sicurezza per gli elettori e per tutte le persone coinvolte a vario titolo in queste consultazioni.
Già nella fase di predisposizione dei seggi, bisognerà prevedere percorsi d’ingresso e di uscita con opportuna segnaletica, evitando assembramenti, e prevedendo anche la possibilità di accessi regolamentati all’esterno.
CLICCA QUI LEGGI E SCARICA IL PDF DEL PROTOCOLLO MINISTERIALE
I locali dove s’installa il seggio devono essere aerati di frequente, prevedendo il distanziamento di un metro tra i componenti del seggio, e tra questi e l’elettore. Tuttavia in quest’ultimo caso si deve garantire la distanza di due metri nel momento di identificazione dell’elettore a cui sarà chiesto di rimuovere la mascherina il tempo necessario per il riconoscimento.
Durante le operazioni di voto, occorre prevedere periodiche operazioni di pulizia dei locali e delle superfici di contatto, come tavoli, cabine elettorali e servizi igienici.
E’ superfluo porre l’accento che negli spazi comuni debbano essere disponibili dosatori con soluzioni igienizzanti.
Come descritto nei vari DPCM la temperatura corporea è quel segnale che ci mette in guardia sullo stato di salute. Pertanto, ci si rimette alla responsabilità di ogni cittadino di non recarsi nei seggi in caso di temperatura superiore ai 37,5 °C, se si è in quarantena o si è stati nei 14 giorni precedenti a contatto con persone positive.
Per accedere ai seggi è obbligatoria la mascherina. Nel momento in cui l’elettore accede al seggio dovrà igienizzare le mani. Dopo l’identificazione e prima di ricevere la scheda e la matita, dovrà igienizzarsi di nuovo le mani, ed è consigliato dopo aver votato un’ulteriore detersione delle mani.
Per quanto riguarda i componenti dei seggi devono indossare la mascherina chirurgica e procedere ad una frequente igiene delle mani.
L’uso dei guanti è consigliato durante l’operazione di spoglio delle schede, mentre il Presidente del seggio deve comunque utilizzare i guanti nel momento in cui inserisce la scheda nell’urna.4
Anche ai tempi del Covid-19, soprattutto oggi per una scuola inclusiva, Anffas nazionale ha realizzato in collaborazione con il suo gruppo scuola un opuscolo per informare tutti gli studenti, e in particolare quelli con disabilità, su come comportarsi in piena emergenza sanitaria CoVid-19. Ciò per permettere una ripresa scolastica in sicurezza agli studenti e alle loro famiglie.
All’interno dell’opuscolo si riassumono in maniera sintetica innanzitutto i diritti che ogni alunno con disabilità ha, che si estrinsecano in programmi personalizzati e in percorsi educativi e didattici costruiti anche insieme alla famiglia, per permettere all’alunno un’efficace partecipazione.
Poi si affronta la tematica del CoVid-19, precisando quali sono le misure di sicurezza da rispettare, facendo ordine sulle false informazioni che purtroppo, a volte, girano sui social, ricordando le misure di sicurezza, che prevedono mascherina, distanziamento e igiene delle mani e sanificazione degli oggetti.
Non si può, proprio in questa fase, fare a meno del patto di corresponsabilità tra genitori e scuola. La famiglia in primis dev’essere presente, evitando che il figlio si rechi a scuola se presenta febbre o altri sintomi riconducibili al virus. Si invita, anche, di informarsi presso i canali ufficiali, chiedendo all’istituto scolastico il referente con cui interfacciarsi.
La scuola a sua volta dovrà dotarsi di un piano scolastico per la didattica digitale integrata (DDI), tenendo conto anche delle criticità emerse nell’anno scolastico 2019/2020, che prevede percorsi specifici in relazione alle esigenze degli alunni con disabilità, garantendo in maniera prioritaria la didattica in presenza, fornendo dove occorre supporto psicologico .
È fondamentale ricordare che l’aspetto emotivo può essere molto delicato per alcuni alunni e quindi è necessario un’alleanza tra scuola e famiglia.
LEGGI E SCARICA QUI IL PDF DELL’OPUSCOLO
LEGGI E SCARICA QUI IL PDF SUI CONSIGLI DESCRITTI NELL’ARTICOLO
E’ un libretto con dieci consigli facili da leggere e da capire per evitare di ammalarsi di coronavirus.
«Dal 2 settembre sono partiti i lavori di adeguamento e adattamento funzionale degli spazi e delle aule didattiche in 15 scuole cittadine di pertinenza comunale a seguito dell'emergenza sanitaria da CoVid-19». Lo scrive Franco Landella, Sindaco di Foggia, sulla sua pagina facebook.
«La progettazione ha coinvolto i vari dirigenti scolastici per conoscere il numero di utenze per ogni singola classe, in modo da individuare gli spazi più affollati e applicare il calcolo del metro di distanziamento necessario per la ripartenza didattica, adottando il metodo uniforme di calcolo diffuso dall’ANCI.
Sono state individuate, quindi –prosegue il Sindaco-, le migliori soluzioni per garantire il distanziamento necessario, gli accessi e i percorsi esterni in modo da evitare assembramenti, con lavori edili che consentiranno la ripresa delle lezioni in presenza secondo le nuove normative.I lavori saranno ultimati entro la prossima settimana in modo da dare la possibilità alle scuole di allestire gli spazi didattici; contestualmente inizieranno i lavori esterni in contemporanea eventualmente con le attività didattiche, senza interferire con le lezioni.
Rivolgo - chiude Landella- un doveroso ringraziamento al consigliere delegato ai Lavori Pubblici, Francesco Morese, per essersi interessato per tempo alla questione, al fine di garantire gli spazi necessari ai nostri ragazzi in vista dell'imminente avvio di un anno scolastico che sarà caratterizzato da nuove norme per contrastare il contagio da Coronavirus».
Con un invito a leggere e riportare ciò che ha scritto, da Monte Sant’Angelo Michele Rinaldi, sanitario in forza al reparto di ortopedia e traumatologia nell’ospedale di San Giovanni Rotondo, fa una sua analisi sulle motivazioni delle lunghe attese nei corridoi dei pazienti giunti per soccorso, ponendo l’attenzione su quelli previsti per i reparti di ortopedia e traumatoolgia. Ospedali affollati e reparti saturi per colpa di chi o cosa? Nessuno mai ha pensato al riadeguamento degli spazi per il distanziamento da rispettare come descritto nelle norme governative anti-CoVid? E che si dice sui plessi sanitari chiusi in questi anni dalla Regione Puglia? E sulle riconversioni che si potrebbero attuare?
Michele Rinaldi ce lo spiega nella sua Lettera Aperta di seguito pubblicata.
«Premetto che non mi va di difendere e di accusare nessuno, ma vorrei far presente che la questione sanitaria da marzo scorso è cambiata tantissimo, sia dal punto di vista pratico che a livello logistico. Pertanto è poi facile additare e puntare il dito verso le strutture sanitarie a cui si accede, per eventuali prestazioni di pronto soccorso e nella fattispecie di ricovero.
Come ben tanti sanno, lavoro da tantissimi anni in ortopedia e traumatologia nell’ospedale di San Giovanni Rotondo.
Da marzo scorso, per via del noto virus, che ormai tutti perlomeno conosciamo con il nome di coronavirus, il reparto sopra citato ha subito una notevole riduzione di posti letto. Infatti prima di marzo scorso era adibito a ben 70 posti letto, oggi, per via del distanziamento da rispettare tra un paziente ed un altro, è adibito a 20 posti letto. Ciò è dettato da organi di governo centrale e regionale.
Descritto questo importante punto, voglio far presente che i vari utenti traumatizzati vengono trasportati a San Giovanni Rotondo per le cure e l'assistenza dei vari casi da sottoporre ad interventi chirurgici e relativa assistenza post-operatoria.
È facile da parte di tutti poi accusare, sparlare e puntare il dito se il reparto è saturo. Isole Tremiti, Vieste, Peschici, Vico del Gargano, Rodi Garganico, Sannicandro Garganico, Cagnano Varano, Ischitella, Mattinata, Macchia, Monte Sant’Angelo, Zapponeta, Carpino, Apricena, San Marco in Lamis, San Severo (possiede reparto di ortopedia), Margherita di Savoia, San Giovanni Rotondo, Foggia (nonostante possiede due reparti di ortopedia ), Manfredonia (possiede reparto di ortopedia), Termoli (possiede reparto di ortopedia), Barletta (possiede reparto di ortopedia) e altri che sicuramente dimentico in questo momento (forse sarà l’età…), attingono trasportando i vari pazienti a San Giovanni Rotondo.
Con 20 posti a disposizione e i vari appoggi che si fanno quotidianamente in altri reparti, la colpa di un’eventuale mancanza di posto letto è da additare a chi con notevole difficoltà dirige l'ospedale di San Pio, vista l'attuale situazione?
Intanto chi ha i vari reparti di ortopedia, con un bilancio annuale nettamente in negativo vista l’inoperosità, che fa?
Invece di decretare definitivamente la chiusura del reparto di ortopedia o di riconvertirlo in altro che porta ricoveri e cura, si va a risanare il bilancio con i soldi di tutti noi e si va avanti così in eterno.
Mi auguro che chi ha potere politico-amministrativo intervenga per porre fine a tutto questo.
Cari cittadini della Provincia di Foggia a voi le riflessioni e critiche»