A Foggia manifestazione sotto la Prefettura dalle ore 9.30.
“Dentro un quadro di crisi diffusa che colpisce a livello nazionale soprattutto lavoratori e pensionati, che hanno visto erosi i propri redditi da inflazione e caro energia e assistono a pericolosi tagli al sistema sanitario nazionale, la condizione sociale in Capitanata ancor più reclama un protagonismo del mondo del lavoro che pretende interventi a sostegno dello sviluppo, per creare opportunità occupazionale e irrobustire le reti di protezione sociale”. Spiegano così le ragioni dello sciopero generale il segretario generale della Cgil di Foggia, Maurizio Carmeno, e il coordinatore Uil Puglia, Sede di Foggia, Luca Maggio, che le due confederazioni hanno indetto contro la manovra economica del Governo per venerdì 17 novembre, con manifestazione e presidio sotto la Prefettura di Foggia dalle ore 9.30 alle ore 12.30.
“Scioperiamo a sostegno di un’altra politica economica e un altro paradigma sociale, a fronte di una legge di bilancio del Governo Meloni che non dà risposte alle emergenze di questo Paese – affermano Carmeno e Maggio -. Nessuna risposta all’emergenza salariale, che si fa sentire ancor più forte in territori come il nostro dove prevalgono settori produttivi a basso valore aggiunto e bassa specializzazione. Mentre le povertà aumentano si tagliano la sanità e la scuola pubblica, non si investe sulla pubblica amministrazione che è essa stessa elemento di sviluppo territoriale, non si cancella come promesso anzi si peggiora la Legge Fornero sulle pensioni. E invece di perseguire politiche di ridistribuzione della ricchezza si adottano provvedimenti di politica fiscale che favoriscono chi ha di più e gli evasori, così che lavoratori e pensionati si ritrovano a pagare più tasse di chi ha rendite finanziarie e immobiliari e detiene grandi patrimoni. Perché durante anche durante la crisi c’è chi si è arricchito e chi paga più di tutti: salariati, pensionati i giovani”.
ALCUNI DATI SULLA CRISI ECONOMICA E SOCIALE DELLA CAPITANATA.
Una provincia dove il primo diritto a dover essere garantito è quello stesso a una occupazione e un reddito dignitoso: nel 2022 il saldo tra attivazioni e cessazioni dei rapporti di lavoro è stato appena di 1.400 unità. Dei 194.623 contratti attivati, oltre 183mila erano però a tempo determinato o comunque precari e atipici. Con un evidente gap di genere che vede le donne estremamente penalizzate, se è vero che i rapporti attivati per i maschi sono stati il doppio (133mila contro 61mila). I rapporti di lavoro cessati nel 2022 sono stati 193.214, di questi 116mila non ha avuto durata superiore ai tre mesi (65mila addirittura inferiori ai 30 giorni). Prevalentemente rapporti stagionali in settori – prevalgono agricoltura e servizi – dove più bassi sono i salari, più intermittente il lavoro e che registrano elevati tassi di sfruttamento ed elusione contrattuale.
Il tasso di occupazione nell’ultimo trimestre del 2022 in Capitanata era appena del 47,8%, il 16,6% il tasso di disoccupazione con il 69,5% disoccupato di lunga durata, ovvero in quella condizione da oltre un anno. Una sfiducia a trovarlo un lavoro dignitoso che spinge al 42,4% il tasso di inattività e che relega nella condizione di esser fuori da percorsi di lavoro o formazione il 27,9% di giovani - i cosiddetti Neet – tra i 15 e i 29 anni.
Una condizione di contesto che spinge alla necessità di emigrare per trovare opportunità e spendere il proprio bagaglio di conoscenze: solo nei tre anni che vanno dal 2019 al 2021, hanno cancellato la propria residenza dalla Capitanata oltre 32mila persone, verso altre regioni o l’estero.
“Dal Governo nessuna risposta su salari, pensioni, fisco, sviluppo, giovani”.
Basta scorrere gli indicatori della Capitanata per comprendere le difficoltà che vive questo territorio, “e della necessità che avrebbe di politiche di investimento sia sul versante economico che sociale, a partire dalla messa a terra dei progetti legati al Pnrr, al Fondo Sviluppo e Coesione, di fatto commissariati dal Governo. Con tutte le complessità di contesto per un territorio dove forte è la presenza della criminalità organizzata e dove i principali comuni – a partire da quello capoluogo – ha visto sciolte le amministrazioni per infiltrazioni mafiose”, sottolineano i due dirigenti sindacali. “A chi accusa di sciopero politico rispondiamo che non si conosce la condizione del Paese, le difficoltà che vivono le famiglie, specie a queste latitudini”, affermano Carmeno e Maggio . “Adesso basta!”, come recita lo slogan della mobilitazione: “Altro che sciopero per fare un week end lungo: in troppi nemmeno lo hanno un lavoro, chi aderisce ci rimette parte dello stipendio, e magari il sabato e la domenica è regolarmente al suo posto di lavoro, che sia un medico, un insegnante, un ferroviere. Il nostro è uno sciopero che parla a tutta la società e non afferma le ragioni di chi lavora ma di tutti, a difesa dei servizi pubblici essenziali e per opportunità di crescita individuale e collettiva”.
La FISM Puglia smentisce l’Assessore all’Istruzione Sebastiano Leo. 10.000 bambini pugliesi non potranno frequentare dal 1° Settembre i servizi educativi con il buono educativo. L’avviso è chiaro. Le graduatorie “provvisorie” per l’accesso saranno disponibili solo dal 15 settembre.
La FISM proclama, a difesa delle famiglie e dei bambini pugliesi, lo stato di agitazione e lo sciopero generale per lunedì 4 settembre 2023.
Gli Asili nido, le Sezioni primavera, i Centri ludici per la prima infanzia e i Servizi socio educativi sperimentali per la prima infanzia, rappresentati dalla FISM Puglia, alla luce dell’Avviso Pubblico rivolto ai nuclei familiari per l’accesso ai servizi educativi per minori (A.E. 2023/2024) pubblicato in data 24/08/2023, proclamano lo stato di agitazione.
La pubblicazione dell’Avviso, che non è stato condiviso con il Comitato zero/sei anni, ha messo la FISM di fronte a decisioni che, a qualche giorno dall’avvio dell’anno educativo, creano grande disagio alle unità di offerta ed alle famiglie che, con largo anticipo, hanno scelto le strutture dove iscrivere i propri figli.
La previsione di dover attendere almeno il 15/09 per sapere chi frequenterà i servizi educativi non permette alle strutture di poter accogliere i minori dal 01/09, poiché non sarebbe possibile garantirgli l’effettiva disponibilità del posto. Infatti, le modalità di abbinamento dei minori previste, non tengono conto delle iscrizioni effettuate come ogni anno dalle famiglie nei mesi di gennaio e febbraio, come tra l’altro previsto per tutto il sistema d’istruzione nazionale. Inoltre, contraddice la stessa Regione Puglia che, in fase di accreditamento, ci ha chiesto l’inserimento del numero dei bambini iscritti per le varie sezioni.
E’ questo il modo in cui si vuole consolidare il Sistema Integrato zero sei anni in barba alle linee pedagogiche ministeriali?
Quello che ci stupisce è il comunicato dell’Assessore Leo, il quale pensa che sia un avviso a sportello e che non ci sia una graduatoria di accesso con dei criteri ben precisi. Hanno sbagliato a scrivere l’avviso o non capiscono quello che hanno scritto?
Pertanto, nella speranza che l’Avviso subisca alcune fondamentali modifiche, annunciamo che i Servizi delle nostre strutture non partiranno prima della pubblicazione delle graduatorie provvisorie nella speranza che quest’anno l’Assessore mantenga la promessa di trovare la copertura finanziaria di tutte le domande, considerato che nello scorso anno educativo la Regione, pur proclamando il finanziamento di tutti i bambini frequentanti, non ha voluto assegnare ulteriori risorse per la copertura totale dei Buoni educativi.
Inoltre, lunedì 4 settembre 2023 circa 200 servizi appartenenti alla FISM Puglia, la più grande associazione di categoria del settore Zero/sei anni, sciopereranno non aprendo i servizi educativi. Se ciò non dovesse bastare siamo pronti ad una grande manifestazione di piazza, perché la Puglia non può calpestare i diritti dei bambini e delle famiglie ad avere un luogo educativo di qualità.
«La società è latitante, sottraendosi al confronto previsto contrattualmente con le OO.SS. è necessario l’intervento delle Istituzioni ( Comunali, Provinciali e Regionali ) per evitare uno scippo alla città dal punto di vista occupazionale.
L’8 e 9 giugno si è svolta la seconda azione di sciopero del personale Trenitalia Spa OMC Foggia, indetto dalle OO.SS. Puglia Fast-Confsal unitamente a Filt-Cgil Fit-Cisl Uilt-Uil (senza UGL e ORSA), i risultati confermano la numerosa partecipazione alle assemblee, che si sono svolte il 07 giugno u.s., registrando un’adesione che si attesta oltre 85%, una vertenza che vede la dirigenza della società irreperibile, nonostante gli inviti ad un tavolo prefettizio per il confronto contrattualmente previsto con le OO.SS., sui piani di attività, prendendo decisioni unilaterali, che prevedono una incomprensibile e contradditoria riduzione del budget precedentemente assegnato per il 2023, fatto da Direzione Tecnica di circa 68.000 ore pari a 45 addetti/anno, di fatto spostato ad altri impianti del centro-nord in Umbria, Emilia Romagna e Lombardia.
Rincalza Cataneo Vincenzo segretario regionale SLM Fast Confsal, nell’attesa del confronto con la società, in aggiunta agli interventi della Senatrice Gisella Naturale unitamente ad altri parlamentari del Mezzogiorno che hanno prodotto una interrogazione scritta ai ministri Salvini (MIT) e Giornetti (MEF) dello scorso 16 maggio sulla questione è necessario che le istituzioni (Comunali, Provinciali e Regionali) mettano in campo delle azioni a sostegno di questa battaglia che pone in risalto la contraddittorietà e la evidente ingiustizia sociale attuata nel tempo e continua a perdurare ancora oggi per non consentire che a Foggia siano sottratte prospettive d’investimenti, futuro lavorativo e occupazionale».
All’esito della conferenza stampa odierna, 22 maggio 2023, la segreteria FAST-CONFSAL di Puglia e Basilicata annuncia che si terrà il prossimo 8-9 giugno un’altra azione di sciopero del personale della OMC Foggia di Trenitalia spa indetto insieme al FILT-CGIL, FIT-CISL e UILT-UIL.
Sono state esplicitate altre iniziative in itinere come la richiesta di effettuazione a livello di Ufficio territoriale del Governo di un incontro con la Società pubblica in quanto si disattendono norme di legge, a tutt’oggi inevasa, da parte della Prefettura di Foggia a causa della mancata presenza di Trenitalia per ben due volte. Richiesta che verrà da noi reiterata.
Come già fatto agli inizi dello scorso aprile con i parlamentari espressione del territorio foggiano, che sono stati tutti informati sulla vertenza con nostra apposita nota, si coinvolgeranno anche i rappresentati politici a livello regionale, nonché la Commissione straordinaria del Comune e il presidente e l’intero consiglio della Provincia di Foggia oltre che i rappresentanti della altre parti sociali auspicando una corale condotta di reazione e presa di posizione per il rispetto delle normative vigenti ed eliminazione delle iniquità prodotte con atti unilaterali dall’Azienda pubblica.
Sulla pagina fb della FAST-Confsal Segreteria Regionale di Puglia e Basilicata e su quella del profilo personale del Segretario regionale del settore SLM Vincenzo Cataneo è possibile visionare quanto espresso in Conferenza stampa con la proiezione di apposite slide.
CLICCA QUI PER IL VIDEO DELLA CONFERENZA STAMPA
Nel ringraziare la senatrice Gisella Naturale per l’attenzione profusa anche nella nota allegata e l’impegno, non solo personale ma collettivo, con altri parlamentari del Mezzogiorno con la presentazione di una interrogazione parlamentare scritta ai ministri Salvini (MIT) e Giorgetti (MEF) https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=19&id=1376285 , in merito alla vertenza ci preme, con altrettanta priorità, come Organizzazione sindacale anche a nome dei ferrovieri interessati, esprimere la totale solidarietà alle lavoratrici, ai lavoratori e alle loro famiglie di GeW (ex Tozzi Sud) e di DOpla spa per quanto sta loro accadendo.
Nel contempo porgiamo accorato ringraziamento ai rappresentanti istituzionali, sociali e ai media per quanto finora fatto e per quello che faranno a sostegno di questa nostra battaglia che pone in risalto la contraddittorietà e l’evidente ingiustizia sociale attuata, nel tempo e continua e perdura ancora oggi, per non consentire che a Foggia siano sottratte prospettive di investimenti, futuro lavorativo e occupazionale come quello unilaterale posto in essere sottraendo oltre 68.000 ore di lavoro (circa 45 addetti in meno) per lo stabilimento foggiano che fa manutenzione dei treni completi e di componentistica ferroviaria
«Bisogna ora che ci sia chiarezza da parte di Trenitalia Spa Direzione tecnica sul futuro delle officine».
La Segreteria Fast Confsal esprime soddisfazione sulle percentuali di adesione in Puglia allo sciopero nazionale del personale di Trenitalia Spa (equipaggi, biglietterie, uffici e manutenzione) indetto dalle OO.SS. Nazionali Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt-Uil. Ugl-Ferr, Fast-Confsal e Orsa al quale si è aggiunto localmente quello di Fast-Confsal unitamente a Filt-Cgil Fit-Cisl Uilt-Uil (senza UGL e ORSA) con oltre 85% di adesione per l’OMC ML Foggia, a causa della incomprensibile e contradditoria riduzione del budget precedentemente assegnato per il 2023, fatto da Direzione Tecnica di circa 68.000 ore pari a 45 addetti/anno, di fatto spostato ad altri impianti del centro-nord in Umbria, Emilia Romagna e Lombardia.
Scelta scellerata, fuori da una corretta logica aziendale che invece di avere come obiettivi prioritari: la produttività, l’ottimizzazione infrastrutturale e l’economia di scala, la valorizzazione professionale, la cautela di spesa negli investimenti e nelle spese correnti, risulta essere antieconomica e contraddittoria in termini di riequilibri territoriali delle risorse umane impiagate e degli investimenti effettuati e da fare.
“Non si comprende affatto inoltre perché accada tutto ciò – afferma Pasquale Cataneo segretario regionale di Puglia e Basilicata - in quanto le attuali lavorazioni presso l’O.M.C. foggiana sono svolte, da anni, da maestranze professionalizzate e certificate, con competenze e capacità accertate e con un bacino già pronto, per stessa asserzione aziendale, di potenziali ulteriori risorse da assumere a Foggia atte a compensare le fuoriuscite, finora non compensate, e a poter fornire, attraverso il supporto in loco dell’esperto personale in servizio, tutto il necessario apporto lavorativo per le programmate 68.000 ore.”
Tra le questioni poste dai sindacati pugliesi c’è anche la questione relativa alla cd. Clausola di Salvaguardia, introdotta nel 2016 ma meglio specificata con le leggi di bilancio 2019 e 2020, che prevede per le Amministrazioni centrali e i Ministeri ma anche per società pubbliche come RFI e ANAS che vi siano per le risorse ordinarie in conto capitale almeno il 34% investito nel Mezzogiorno.
“Da una nostra analisi su dati aziendali ci risulta che la Direzione Tecnica di Trenitalia Spa ha investito nello scorso decennio (2011-2020), pur essendo di azienda facente parte, come RFI e ANAS, del Gruppo FSI spa interamente partecipata con capitale pubblico (MEF 100% azioni), molto meno nel Mezzogiorno per gli investimenti in conto capitale negli impianti di manutenzione ciclica come le OMC e anche per la manutenzione corrente – sottolinea il sindacalista autonomo della FAST- e a quanto pare l’azienda sta proseguendo in tale iniqua direzione atteso che continua a NON INVESTIRE e quindi a non RIEQUILIBRARE sia il disavanzo precedente che, per esempio con gli ulteriori oltre 20 mln di euro previsti a Foligno(PG), aumentando i divari anche nell’attuale periodo (2021-2023) tra macroaree territoriali. E ciò fa il paio con lo spostamento di lavoro e di nuove assunzioni dove il tasso di disoccupazione è circa tre volte meno rispetto a quello della provincia di Foggia e cioè a Foligno (PG), Voghera(PV) e Rimini(RN) con la beffa di dover professionalizzare anche tale personale...”
La Fast-Confsal di Puglia e Basilicata informa inoltre che resta in attesa di una convocazione del signor Prefetto di Foggia, il quale attende che le altre OO.SS. coinvolte nella vertenza locale, cioè le segeretrie Filt-Cigl Fit-Cisl e Uilt-Uil di Puglia, accolgano l’opportunità che sia esteso anche a loro il prossimo incontro a seguito richiesta di formale adesione comunicata a mezzo mail giusta nota prefettizia inviata dalla U.T.G. di Foggia del 13 aprile 2023, con l’auspicio che la dirigenza di Trenitalia Spa si renda disponibile al confronto per trovare soluzioni idonee alla vertenza (incomprensibilmente l’azienda finora si è sottratta al confronto al tavolo prefettizio sia in data 06 marzo u.s. che il 13 aprile u.s).
Uno nostro accorato e rilevante ringraziamento a tutto il personale scioperante e alle loro famiglie perché sappiamo quanto uno sciopero incida, soprattutto oggi, sul bilancio familiare.
nota unitaria delle Segreterie territoriali di Filt-CGIL, Fit-CISL, Uilt-UIL.
«Nell’incontro sindacale del 28/03/2023, l'ultimo di una serie di incontri avvenuti a seguito della dichiarazione congiunta delle procedure di raffreddamento, nonostante le rassicurazioni ottimistiche dell'Azienda su un roseo futuro produttivo dello stabilimento ferroviario dell'OMC Mezzi Leggeri di Foggia dichiarato al tavolo sindacale, ma non adeguatamente documentato, le Scriventi lamentavano la mancanta presentazione dei piani di attività lavorative anno 2023, la mancanza di un focus sul piano assunzionale riferito all'anno in corso del nostro stabilimento diversamente da quanto presentato in altri impianti di Direzione Tecnica e la mancanza di una chiara evoluzione futura della ripartizione del materiale rotabile tra gli Impianti dedicati con i relativi investimenti riguardanti in particolar modo anche l’aspetto della sicurezza.
A tal proposito, considerando il periodo pandemico ed il cambiamento dei processi manutentivi votati sempre più ad una manutenzione programmata, su guasto a manutenzione di 1° livello predittiva e telediagnostica piuttosto che una continua esternalizzazione di lavoro verso società in appalto, riscontriamo una lenta diminuzione di personale dell'omc di Foggia di circa 47 unità dal 2018 ad oggi con una riduzione di circa 68.000 ore precedentemente assegnate all'O.M.C. in base al piano industriale nazionale della manutenzione rotabili di Trenitalia presentato nel mese di novembre scorso alle Segreterie Nazionali con lo spostamento di alcune storiche lavorazioni finora svolte a Foggia verso altri stabilimenti del Paese.
A queste motivazioni si aggiunge una politica aziendale territoriale che, difatti ridimensiona la capacità produttiva dello Stabilimento OMC-ML di Foggia lasciando insolute problematiche riguardanti prevalentemente la gestione delle ditte degli appalti, in particolar modo quelle il cui lavoro è di supporto alla produzione (es. manutenzione macchine e attrezzare a controllo numerico per la produzione, adeguamento e manutenzione impianti di stoccaggio materiali e magazzino, adeguamento e manutenzione impianti di lavaggio, movimentazione materiali, ecc...), la tutela e salubrità dei luoghi di lavoro (es. gli spogliatoi, ecc…) come pure la gestione del personale interno ferroviario (es. inefficace gestione della conflittualità, carente controllo e organizzazione dei processi produttivi, problemi di organizzazione corsi di formazione e trasferte, ecc...) con il risultato che attualmente l'impianto ravvisa notevoli ritardi sulla produzione componenti e materiale rotabile, guarda caso giusto nel periodo in cui si dovranno decidere le future sorti della ripartizione manutentiva.
Come OO.SS. ci opponiamo fermamente a tutto questo e per tale motivo abbiamo dichiarato una prima azione di sciopero di 8 ore da svolgersi in data 14 Aprile c.a. al fine di garantire lavoro, assunzioni, gestione e investimenti per l’impianto ferroviario OMC-ML di Foggia, da sempre fiore all'occhiello della manutenzione di Trenitalia.
Il nostro unico impegno è quello di garantire stabilità all'unico e più antico stabilimento specializzato nella manutenzione di treni del trasporto regionale di tutto il territorio nazionale, da sempre una delle più grandi realtà lavorative del mezzogiorno senza nessun fine politico e speculativo sulla pelle dei lavoratori».
Le Segreterie Generali FP-CGIL, CISL-FP, UIL-FPL FOGGIA unitamente alle Segreterie aziendali hanno indetto per il 2 Febbraio, una manifestazione di protesta dalle 9.00 alle 11.00 presso il Piazzale antistante l’Ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza”, San Giovanni Rotondo.
La manifestazione di protesta scaturisce dalla “fumata nera” del confronto del 25 gennaio scorso tra i vertici aziendali e le organizzazioni sindacali.
Oggetto del confronto l’adeguamento contrattuale, la necessità di garantire al personale del nosocomio la liquidazione degli arretrati, il piano industriale, l’organizzazione del lavoro delle unità operative e dei servizi, la revoca degli ultimi passaggi verticali ed incarichi.
La Regione Puglia porta a conoscenza che è stata approvata la Determinazione del Dirigente Sezione Promozione del Commercio, Artigianato e Internazionalizzazione delle imprese n. 7 del 18 gennaio 2023, in corso di pubblicazione sul BURP, con la quale sono stati individuati gli impianti di distribuzione carburanti sulla rete autostradale della regione che dovranno rimanere aperti in occasione dello sciopero nazionale previsto dal 24 al 27 gennaio 2023 ricadenti nel turno come appresso indicati:
Autostrada: A14
Direzione: da Bologna a Taranto
Nome Area di Servizio: S. Trifone ovest
Chilometro: 517
Marchio Area di Servizio: SARNI OIL
Autostrada: A14
Direzione: da Bologna a Taranto
Nome Area di Servizio: Le Saline ovest
Chilometro: 587
Marchio Area di Servizio: SARNI OIL
Autostrada: A14
Direzione: da Bologna a Taranto
Nome Area di Servizio: Murge ovest
Chilometro: 671
Marchio Area di Servizio: SARNI OIL
Autostrada: A14
Direzione: da Taranto a Bologna
Nome Area di Servizio: Le Fonti est
Chilometro: 698
Marchio Area di Servizio: SARNI OIL
Autostrada: A14
Direzione: da Taranto a Bologna
Nome Area di Servizio: Canne della Battaglia est
Chilometro: 620
Marchio Area di Servizio: Kuwait (Q8)
Autostrada: A14
Direzione: da Taranto a Bologna
Nome Area di Servizio: Gargano est
Chilometro: 542
Marchio Area di Servizio: Sarni OIL
Autostrada: A16
Direzione: da Canosa a Napoli
Nome Area di Servizio: Ofanto nord
Chilometro: 153
Marchio Area di Servizio: Sarni OIL
La settimana scorsa si è interrotta la manifestazione del blocco dei TIR per la protesta contro il caro energetico, in particolare contro il caro carburante, dove gli autotrasportatori avevano avuto conferma di un incontro con il Governo e una loro delegazione. A quanto pare tutto si è vanificato. Il prezzo dei carburanti continuano ad aumentare e il trasporto su gomme continua a essere più caro, con gravissime ripercussioni sugli autotrasportatori. Già dall’UNATRAS è arrivato un segnale di protesta per i mancati segnali dal Governo, proclamando una manifestazione per sabato 19 marzo. Ora giunge la nota stampa della FIAP Trasportounito che annuncia la sospensione di servizi lunedì 14 marzo 2022. Ecco il testo.
“Si ferma l’autotrasporto italiano. A partire da lunedì prossimo, 14 marzo, le aziende di autotrasporto sospenderanno a livello nazionale i loro servizi “per causa di forza maggiore”. Ne dà notizia Trasportounito che precisa come non si tratti di uno sciopero né di una rivendicazione specifica, bensì di un’iniziativa finalizzata a coordinare le manifestazioni sullo stato di estrema necessità del settore. La sospensione dei servizi si è resa inevitabile – sottolinea una lettera inviata da Trasportounito alla Presidenza del Consiglio, al Ministro e al Vice Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili e al Presidente della Commissione di Garanzia in Scioperi – anche per tutelare le imprese e impedire che le esasperate condizioni di mercato, determinate dal rincaro record dei carburanti, si traducano in vantaggi per altri soggetti del settore trasporti, ovvero in addebiti per obblighi contrattuali che le imprese della filiera logistica non sono più in grado di garantire”.
nota stampa Unatras (Unione Nazionale delle Associazioni dell'Autotrasporto merci).
Autotrasporto, tempo scaduto. Ai mancati segnali del Governo Unatras risponde annunciando manifestazioni in tutta Italia il 19 marzo.
“Il costante e ormai insostenibile aumento del costo del carburante ha determinato una situazione ingestibile per le imprese dell’autotrasporto italiano, che non riescono a farsi riconoscere dalla committenza i maggiori costi dovuti agli stessi aumenti”, spiega l’Unione delle associazioni nazionali più rappresentative dell’autotrasporto.
“È da diverso tempo che Unatras, responsabilmente, ha lanciato l’allarme sulla pesante situazione delle imprese di autotrasporto, che nel frattempo, autonomamente, potrebbero nuovamente decidere di fermarsi in maniera spontanea in alcune zone del Paese – prosegue Unatras – Questo perché potrebbero ‘semplicemente’ ritenere più conveniente lasciare i propri mezzi sui piazzali piuttosto che continuare a viaggiare in queste condizioni”.
“Il Governo si era impegnato in tempi brevissimi a fornire le soluzioni più adeguate per consentire alle aziende di fronteggiare l’emergenza – ricorda Unatras – Purtroppo, al di là dello stanziamento degli 80 milioni, che certamente non risolve i problemi della categoria, non ci sono stati apprezzabili passi in avanti”.
“La situazione è diventata drammatica – avverte l’Unione delle associazioni dell’autotrasporto in Italia – Continuando a tergiversare, il Governo si assume il rischio che nascano nuovamente iniziative spontanee di protesta, nonché la responsabilità di lasciare committenze senza rifornimenti”.
“Le manifestazioni che si terranno il 19 marzo rappresentano il primo passo di una vertenza che, se malauguratamente restasse senza risposte, potrebbe sfociare in ulteriori e più incisive iniziative”, conclude Unatras.