Mentre la Giunta comunale ha deciso di proseguire -per dar seguito- la sua attività politica-amministrativa fino al 24 maggio c.a, data ultima per le dimissioni del Sindaco Landella, le parti politiche costituenti il Consiglio da tempo hanno deciso di tirare i remi in barca. Oggi, dopo l’ennesimo terremoto giudiziario a Palazzo di Città, la politica commenta.
Pippo Cavaliere
«La vicenda giudiziaria di oggi costituisce l’ennesima conferma di un consiglio comunale contaminato da un diffuso ed inquietante sistema corruttivo, per il quale i responsabili dovranno chiedere scusa alla Città per averne tradito la fiducia e per i danni morali e di immagine procurati».
Antonio De Sabato
«Gradualmente, ma inesorabilmente, l’attuale compagine di maggioranza sta cadendo sotto i duri colpi inferti dalla magistratura.
Quella che era innanziagli occhi di tutti i cittadini, ovvero una classe politica assolutamente indegna ed inadeguata ad amministrare una città grande e complessa come Foggia, oggi, purtroppo, sta dando dimostrazione del suo peggior lato, quello della sistematica, diffusa, capillare e consueta, commissione di reati contro la pubblica amministrazione.
Possibili Scenari, da tempo rivendica e denuncia le anomalie e le ambiguità di un modo di fare e di essere di questi individui, protagonisti solo di malaffare e mai, si sottolinea mai, di una stagione di buona amministrazione per il bene e l’interesse dei cittadini, ma sempre del proprio.
Imbarazzano, ancora una volta, le trascrizioni delle intercettazioni delle conversazioni tenute da questi personaggi, tutti a vario titolo coinvolti nel malaffare, a discapito della città di Foggia. L’appalto dell’illuminazione pubblica, risalente al 2016, a tutt’oggi non è stato realizzato perché qualcuno doveva ricevere una tangente da 500.000,00 euro.
Chissà quante opportunità Foggia ha perso, per volontà dei propri amministratori, che deliberatamente hanno impedito a questo territorio di generare ricchezza e benessere, imponendo ad investitori tangenti e ricatti.
Questa è la caratura dell’amministrazione foggiana avuta sino ad oggi, questa è probabilmente la peggiore di sempre, quella che in un momento storico drammatico, ha ulteriormente segnato le vite dei cittadini foggiani, dei figli foggiani.
Possibili Scenari, c’è e continuerà ad esserci. Se tutto questo, che sotto i nostri occhi accade così come abbiamo previsto da tempo, vuol dire che abbiamo gli strumenti per guardare lontano. Ci saremo e continueremo a combattere per il bene della città di Foggia, per i nostri cittadini».
Giorgio Lovecchio: «La città dia prova di orgoglio e dignità»
«Il mal costume morale e amministrativo che da tempo interessa il Comune di Foggia, che la Magistratura, a cui tutti noi dobbiamo gratitudine e riconoscenza per il lavoro svolto, sta lentamente portando alla luce, richiedono alla città intera una prova di orgoglio e dignità. Puntare il dito contro chi è accusato di corruttela non basta, è indispensabile che ogni rappresentante della società civile, politica, economica s’interroghi seriamente sul futuro della nostra comunità, mettendo in gioco la propria disponibilità e le proprie capacità per la formazione di una squadra di governo municipale che sappia rispondere unicamente al bene comune. Non è semplice, con la tentazione dei partiti di approfittare dell’avvicendamento a Palazzo di Città purché sia. La profonda crisi economica e sociale che Foggia sta attraversando da almeno dieci anni denota l’incapacità a prendersene cura da parte di un sistema politico che, nell’ambizione egoistica di affermare se stesso, non intende guardare oltre i propri interessi di bottega per dare spazio a donne e uomini dalle specchiate qualità morali e professionali da offrire al servizio delle istituzioni. Quando il Movimento 5 Stelle compiva questa rivoluzione, desiderata anche a Foggia, come dimostra la valanga di consensi ottenuti nelle ultime competizioni elettorali, la classe partitica, schernendo l’esigenza di radicale cambiamento da noi auspicato, rafforzava le sue alcove di potere rendendole impermeabili a qualsiasi rinnovamento. Ebbene, oggi più che mai, c’è bisogno di guardare al futuro cercando tra le persone migliori quelle disponibili a servire Foggia, soccorrendola nell’urgente necessità di assicurarle un governo locale che non finisca col diventare l’alternativa peggiore alle peggiori precedenti alternative, ma sia capace di progettare e amministrare il destino di tutti, soprattutto dei giovani che continuano ad andare via, occupandosi delle opportunità che possano renderla migliore».
Rosa Barone: «Da questa brutta pagina bisogna ripartire per dare a Foggia un futuro diverso»
«Nel momento più difficile per Foggia voglio ringraziare il procuratore capo di Foggia Ludovico Vaccaro, il questore Paolo Sirna e il prefetto Raffaele Grassi per il lavoro che hanno fatto. Da questa ennesima brutta pagina per la città possiamo e dobbiamo e ripartire. Apprendere dalla stampa che nell'ordinanza del GIP si parli di ‘diffuso malcostume’ e di ‘sistema collaudato’ fa capire quanto sia necessario un cambiamento radicale e un nuovo modo di intendere la pubblica amministrazione. Per questo cambiamento sono fondamentali i cittadini. Faccio mio l'appello del procuratore Vaccaro: chi sa parli per far emergere la verità. I foggiani perbene sono la maggior parte e queste forze buone devono essere protagoniste della nuova Foggia Un futuro diverso è possibile e spetta a noi far sì che la giornata di oggi sia ricordata come l'inizio del cambiamento».
Partito Democratico Foggia: «Giorno drammatico per Foggia. La città paga l'arroganza del sindaco e l'ignavia dei consiglieri del centrodestra»
«È un giorno drammatico per Foggia e i Foggiani. L’arresto del sindaco, a prescindere dagli esiti dell’azione giudiziaria, pone fine nel peggiore dei modi alla peggiore consiliatura degli ultimi 30 anni.
Da mesi chiedevamo di interrompere questo stillicidio, di salvaguardare almeno la dignità dell’istituzione comunale e della città. L’arroganza, del sindaco, e l’ignavia, dei consiglieri comunali di maggioranza, hanno determinato il pessimo esito che prefiguravamo e temevamo.
Ora che Palazzo di Città è diventato il luogo della vergogna nazionale ci auguriamo, insieme a migliaia di cittadini onesti e laboriosi, che a nessuno, tra gli eletti e i tecnici in Giunta, vengano in mente soluzioni fantasiose per salvare chissà chi e chissà cosa.
In attesa che la Commissione di accesso agli atti verifichi l’esistenza o meno di condizionamenti o infiltrazioni mafiose, la città sia consegnata alle cure dello Stato affinché sia riportata legalità e legittimità.
Temiamo che sarà lunga la traversata da compiere per arrivare ad eleggere un altro sindaco e un altro Consiglio comunale; però, come sempre in casi del genere, prima iniziamo il viaggio e prima arriviamo alla meta».
Alle prime ore dell’alba, la Polizia di Stato, coordinata e diretta dalla locale Procura della Repubblica, ha dato esecuzione ad una ordinanza applicativa degli arresti domiciliari emessa dal GIP presso il Tribunale di Foggia a carico di Franco LANDELLA, sindaco del Comune di Foggia, dei consiglieri comunali Antonio CAPOTOSTO e Dario IACOVANGELO, del locale imprenditore Paolo TONTI, nonché applicativa della misura interditiva della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio nei confronti di Iolanda Daniela DI DONNA, dipendente comunale e moglie del precitato Sindaco.
I predetti sono ritenuti responsabili del reato di corruzione, il LANDELLA anche del reato di tentata concussione.
Le indagini compiute dalla Squadra Mobile e dalla DIGOS di Foggia, dal Servizio Centrale Operativo hanno consentito di evidenziare come il LANDELLA, nella qualità di Sindaco del Comune di Foggia, abusando della sua carica, si sia recato presso l’abitazione di un locale imprenditore interessato all’aggiudicazione dell’appalto avente ad oggetto il project financing per i lavori di riqualificazione ed adeguamento degli impianti di pubblica illuminazione nel Comune di Foggia, prospettando in maniera veemente di “poter mandare tutto all’aria” e successivamente richiedendo all’imprenditore di consegnargli una somma di danaro quantificata dapprima in 500.000 euro e poi in 300.000 euro.
Dall’attività investigativa è emerso altresì che il sindaco LANDELLA ha ricevuto dall’imprenditore locale Paolo TONTI la cifra di almeno 32.000 euro per il voto favorevole alla deliberazione per la proroga del programma di riqualificazione urbana cui era interessata la Tonti Raffaele Coer srl. Dalle indagini è inoltre emerso che parte della somma corrisposta è stata poi consegnata dalla moglie del Sindaco agli altri consiglieri comunali indagati.
Dichiarazione dei consiglieri comunali dei gruppi di minoranza.
«Il Consiglio comunale è andato deserto anche in seconda convocazione, perché anche i consiglieri di maggioranza hanno preso atto dell'impossibilità ad andare avanti. Hanno finalmente capito che non vi sono più i presupposti per continuare l'attività amministrativa in questo clima d'incertezza aggravato da diffusi sospetti sulla correttezza degli atti amministrativi.
Nel peggiore dei modi immaginabile, quindi, si conclude l'esperienza di Franco Landella e del centrodestra al Comune di Foggia.
Palazzo di Città è ormai diventato il teatro di una rappresentazione farsesca dell'amministrazione; il luogo in cui si consumano i peggiori riti della peggiore politica.
Ora tocca al sindaco, ai consiglieri comunali di maggioranza, ai partiti del centrodestra e agli assessori prendere atto del loro fallimento, della persistenza e dell'insanabilità della crisi che noi denunciamo da mesi ed evitare che Foggia, i Foggiani e la principale istituzione cittadina continuino ad essere offesi e umiliati».
Nota del Consigliere Antonio De Sabato.
«Un'osservazione imprecisa e fuorviante ha generato un clima di confusione che è bene chiarire sulla base di un parere legale e non di semplici interpretazioni o punti di vista altrui.
La delicata fase politica impone un'attenta valutazione degli eventi e non prese di posizione avventate, utili solo per qualcuno a cavalcare l'onda populista e riabilitare le proprie ambizioni personali bocciate dagli elettori foggiani.
Il problema di Foggia non è quello che fanno le minoranze consiliari ma la cloaca della maggioranza.
Come si evince dal parere legale dell'Avv. Pasquale Morelli che ringrazio per la prontezza e la chiarezza, ne "consegue che lo scenario ad oggi emerso dalle dinamiche dimissionarie dei consiglieri del Comune di Foggia, sia esse già rassegnate sia in procinto di essere espresse, manifestano i connotati di una ipotesi mista, laddove il susseguirsi di individuali dimissioni, allo stato, porterebbe in astratto alla surroga dei dimissionari, e non allo scioglimento ex art. 141 tuel, con inevitabili ripercussioni sull'azione amministrativa e politica, quindi un'ipotesi di diversa paralisi delle funzioni consiliari"
A questo parere si giunge dopo aver consultato anche altro influente Segretario Comunale la cui valutazione ricalca espressamente il parere di cui sopra.
Pertanto alla luce di queste considerazioni oggettive basate sui fatti, ritengo dover continuare la mia azione all'interno di un processo chiaramente politico teso a stigmatizzare la gravità dell'assenza delle dimissioni da parte dei consiglieri comunali di maggioranza, che se da una parte dichiarano conclusa questa esperienza amministrativa dall'altra la tengono in vita con atteggiamenti ambigui eludendo una chiara e precisa volontà popolare di giungere al più presto allo scioglimento del Consiglio Comunale e scrivere definitivamente la parola fine a questa triste storia.
NON SI FA QUELLO CHE SI DICE.
Foggia saprà reagire e superare anche questo difficile momento voltando definitivamente pagina».
CLICCA QUI LEGGI E SCARICA IL PDF DEL PARERE GIURIDICO DELL'AVV. PASQUALE MORELLI
Sarà stata anche una standing ovation per l’ingresso in Consiglio comunale quella ricevuta sui social, ma Micky Sepalone rimanda ai mittenti politici il suo ingresso. Le dimissioni di diversi Consiglieri comunali e gli arresti di altri ha inevitabilmente ridotto il loro numero nell’assise foggiana. E come da prassi, con Consiglio ancora in funzione, si procede alle sostituzioni con i primi non eletti. Sepalone è tra questi ma non accetta la poltrona a Palazzo di Città. «Prendo le distanze da Forza Italia e da chi governa in modo ignobile la nostra Città ormai da mesi» il succo del suo rifiuto.
Pare ovvio che oggi entrare in un Consiglio comunale sotto i riflettori per le note vicende giudiziarie è un azzardo, oltre che un “tacito” consenso a far continuare prassi che potrebbero sentenziare definitivamente la fine di un’Amministrazione che è anche al vaglio della Commissione antimafia. Micky Sepalone si defila (e fa bene) e l’unica standing ovation che merita è quella per le sue attività artistiche canore, da sempre apprezzate e conosciute in molte parti d’Italia.
«A prescindere dalle decisioni del Sindaco sono pronto a rassegnare le mie dimissioni immediatamente, sia dal Segretario Generale che dal Notaio» Il commento di Micky Sepalone comparso sui social dopo i numerosissimi auguri per il suo automatico ingresso in Consiglio comunale. «Prendo le distanze da Forza Italia e da chi governa in modo ignobile la nostra Città ormai da mesi. In un comunicato stampa più dettagliato e in un mio prossimo video -prosegue Sepalone- illustrerò le motivazioni di questa triste, ma ritengo saggia, decisione. Avrei voluto varcare la porta di Palazzo di Città immaginando una Foggia migliore ma purtroppo, per ora, non proverò questa gioia. Grazie ancora a chi fortemente crede in me, da sempre».
Nel frattempo proseguono le indagini degli inquirenti, o meglio l’attenta analisi del materiale che ha incastrato Consiglieri comunali, da giorni agli arresti. “Orecchiette nel coccio di creta” preferite a votazioni di accapo e debiti fuori bilancio, “zuppe” e amicizie rionali le preferenze alla responsabile decisione per il futuro di una città, sono i temi che tenevano banco tra chi oggi è accusato di tentata corruzione e induzione indebita e peculato.
E la lista non è completa. Vi sarebbero altri Consiglieri sotto i riflettori della Magistratura inquirente, al vaglio con intercettazioni ambientali e telefoniche, oltre a testimonianze, tutte sotto il massimo riserbo e bocche cucite. Con loro compare anche il nome del Sindaco Landella, oggi dimissionario ma non protocollate, che è stato oggetto di una perquisizione domiciliare lo scorso 1° maggio e il sequestro dei telefoni cellulari suoi e della consorte.
Foggia naviga sempre verso una deriva acclarata, sia dalla politica, sia da affari poco chiari tra politica e mafia su cui si sta facendo luce. È ovvio che nessuno tra i ripescati si senta in dovere di ricoprire cariche istituzionali che, obtorto collo, avrebbero da fare con sistemi, dirigenze, segreterie, che da tempo avrebbero potuto tirar un freno a una corsa pericolosa, ed oggi le prove lo evidenziano, con un traguardo che non è quello della gestione pubblica per il pubblico.
“Come ho ribadito più volte - dichiara Barone - l’ascolto dei territori e la programmazione sono per me due punti fondamentali. Oggi con l’assessora Vacca ci siamo confrontate su diverse problematiche della città di Foggia e sull’importanza del confronto costante tra Comune e Regione per affrontare le criticità. Tra i temi che abbiamo affrontato c’è anche quello del Centro diurno per disabili in viale Candelaro, che ha sempre svolto una funzione importantissima sia per gli utenti che per le loro famiglie. La struttura sorge su un terreno di proprietà del Comune di Foggia, Arca e Regione Puglia e questo ha rallentato l’iter per la concessione di alcuni permessi. Il nostro impegno sarà massimo per convocare le parti interessate e sbloccare la situazione, affinché il Centro ritorni presto in piena attività”.
«Pur in presenza di un profondo stato di degrado e di emergenza in cui versa la Città e nonostante le gravi ed urgenti problematiche in attesa da tempo di una risposta, una riunione di maggioranza arbitrariamente definisce prioritaria la spartizione delle poltrone e stabilisce di rinviare la seduta del consiglio comunale, in modo a dir poco illegittimo.
Un atteggiamento irresponsabile ed irriguardoso nei confronti dei cittadini, da parte di una maggioranza che, sin dal suo insediamento, ha privilegiato gli interessi di parte mettendo costantemente in secondo piano il supremo interessa della collettività foggiana».
I consiglieri comunali: Pippo Cavaliere, Lia Azzarone, Giuseppe Fatigato, Lino Dell’Aquila, Sergio Clemente, Francesco De Vito, Giovanni Quarato, Rosario Cusmai, Giulio Scapato, Michele Norillo, Anna Rita Palmieri.
Dichiarazione dei consiglieri comunali Pasquale Dell'Aquila (capogruppo), Lia Azzarone, Francesco De Vito, Michele Norillo e Annarita Palmieri.
«Dimissioni. Del sindaco e dei consiglieri comunali di maggioranza.
È l'unica scelta che dovrebbero compiere per porre fine all'agonia politica del centrodestra e fare in modo che finalmente Foggia abbia un'Amministrazione degna e capace di affrontare e risolvere problemi ormai incancreniti.
Mentre nel Palazzo discutono di poltrone e sgabelli, assessorati e consigli di amministrazione, i cassonetti e le strade sono pieni d'immondizia, ogni pioggia dissesta sempre più le strade e le fogne, gli autobus arrancano, i vigili urbani latitano, il buio si allarga e porta paura e insicurezza.
Se il capo leghista avesse saputo che pacco gli stavano rifilando, avrebbe rifiutato certamente di mettersi al fianco un sindaco in caduta libera nel consenso dei cittadini e contestato aspramente e apertamente dalle forze politiche che dovrebbero sostenerlo.
Le stesse che hanno chiesto e ottenuto il rinvio del Consiglio comunale per avere il tempo di regolare i propri conti politici partendo dal fallimento elettorale alle Regionali.
Erano convinti, loro, che la vittoria di Raffaele Fitto avrebbe portato benefici e potere un po' a tutti. Invece si ritrovano più deboli e spaccati di prima, e non sanno quale formula del manuale Cencelli applicare per evitare la frantumazione dell'Amministrazione comunale.
Di Foggia e dei Foggiani gli interessa davvero poco. Dei problemi esacerbati dalla diffusione del Covid-19 ancora meno. Dell'aumento delle aree del disagio e dell'insicurezza sociale praticamente nulla.
Le dimissioni, lo ribadisco, sarebbero l'unica scelta sensata da compiere».
Da oggi a Foggia, 01 ottobre 2020, “su tutto il territorio comunale è vietato il consumo all’aperto di alimenti e bevande in qualsiasi contenitore. Sono escluse dal divieto le aree all’aperto di pertinenza dei pubblici esercizi e degli esercizi commerciali limitatamente alle superfici autorizzate e purché venga assicurato, a cura dei gestori, il rigoroso rispetto delle linee guida finalizzate al contenimento del contagio vigenti in materia di vendita e somministrazione di alimenti e bevande”
Così recita la prima parte dell’Ordinanza Sindacale che il Primo Ciittadino Franco Landella ha disposto per contrastare l’emergenza sanitaria che sta, purtroppo, prendendo piede in città.
Dopo l’Ordinanza di obbligo di mascherina protettiva, sanitaria o multistrato in stoffa, dopo l’aumento dei casi positivi registrati a Foggia e il perdurare della movida, seppur controllata (e sanzionata) dalle Forze dell’ordine, Landella corre ai ripari, allargando la cintura cittadina per i divieti imposti.
Tant’è che “è fatto obbligo a chiunque di indossare correttamente il Dispositivo di Protezione Individuale (mascherina facciale di comunità, mascherina monouso o mascherina lavabile, anche auto-prodotta, in materiali multistrato idonei a fornire un’adeguata barriera) anche all’aperto, nelle aree a maggiore vocazione aggregativa del centro cittadino, maggiormente interessate dalla presenza di pubblici esercizi e attività commerciali e da una concentrazione costante e cospicua di persone, laddove per la natura, idoneità e caratteristiche fisiche di detti luoghi è più facile il formarsi di assembramenti anche di natura spontanea e/o occasionale e ove non è possibile garantire il rispetto delle norme sul distanziamento sociale, fatta eccezione per i minori al di sotto di 6 anni e per i soggetti che presentino forme di incompatibilità certificata con l’uso continuativo della mascherina”.
LEGGI E SCARICA QUI IL PDF DELL'ORDINAZA SINDACALE
La cintura foggiana, così, è stata allargata, e riguarda:
Corso Vittorio Emanuele; Villa Comunale; Piazza Cavour; Via Lanza; Piazza Giordano; Corso Cairoli; Piazza Italia; Via Duomo; Via Dante; Via Oberdan; Via Arpi; Largo degli Scopari; Via Duomo - Piazza De Sanctis – Piazza Del Lago; Piazza Mercato; Piazza Cesare Battisti; Piazza Purgatorio; Vico Ciancarella; Piazza San Francesco; Piazzale Vittorio Veneto; V.le XXIV Maggio, nonché nei tratti di strada ricadenti entro il perimetro costituito da Viale Manfredi, Via Zara, Via Conte Appiano, Via Torelli, Via Scillitani, Via Monte Sabotino, Via del Carso, Via Redipuglia”.
“I divieti di cui sopra valgono tutti i giorni senza limitazioni orarie dal giorno della pubblicazione della presente ordinanza e fino a nuova disposizione”.
Sanzioni maggiori e con Forze dell’ordine più presenti su tutte le aree interessate dai divieti, stabilendo “per la violazione degli obblighi di cui alla presente ordinanza si applica l’art. 4 del Decreto Legge 25 marzo 2020, n. 19, convertito con modificazioni dalla Legge 22 maggio 2020, n. 35, anche in combinato disposto con l’art. 2 del Decreto Legge 16 maggio 2020, n. 33, convertito con modificazioni con Legge 14 luglio 2020, n. 74, secondo le specifiche tipologie di violazione con l’irrogazione delle relative sanzioni amministrative e secondo le modalità ivi previste”.
“È ancora in corso al Comune di Foggia la terza fase della distribuzione dei buoni alimentari dopo che i fondi stanziati e dal Governo, pari a 1.142.277 euro, e dalla Regione non erano stati del tutto utilizzati, per mancanza di domande idonee e di richieste. All’inizio dell’estate per la terza fase erano rimasti in cassa 229mila euro del fondo governativo più 127mila rivenienti dalla rimanenza dei fondi regionali. Ad oggi, in data 29 settembre sono stati spesi 203mila euro e matematicamente restano dunque quasi 27mila delle risorse nazionali che sommate ai 127mila euro regionali ci consegnano una somma di 154mila euro ancora non distribuiti. Una quarta fase, con il contagio di nuovo in aumento, è auspicabile oltre che necessaria”.
È quanto spiega il capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Comune di Foggia Giuseppe Fatigato, da mesi impegnato a fare chiarezza sulle modalità di assegnazione dei buoni pasto ai cittadini foggiani, a rischio povertà per l’emergenza pandemica.
Il consigliere ha però in queste settimane scovato alcune novità tra le carte e le autorizzazioni della tecnostruttura.
Ecco quanto illustra.
“In estate con la determinazione dirigenziale 198 del 5 agosto 2020 il Servizio Sociale e Prevenzione, Politiche Della Famiglia ha autorizzato l’espletamento della gara con procedura aperta e con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa del Servizio per l'integrazione scolastica ed extrascolastica dei minori con disabilità frequentanti le scuole di competenza comunale che insistono sul territorio cittadino per l’Anno Educativo 2020/2021.
Parte della gara, come si scopre leggendo accuratamente la determinazione, sarà finanziata per ben 197.500,22 euro per l’esercizio 2020 con un capitolo del redigendo Bilancio di Previsione 2020, che attinge proprio a quanto rimasto non speso del Contributo regionale in materia anti Covid, attivato dal Dipartimento promozione della salute, del benessere sociale e dello sport per tutti per il contrasto alle povertà assegnato al Comune di Foggia lo scorso 7 aprile e pari a 412.757,18 euro. Risorse aggiuntive e speculari rispetto a quelle messe a disposizione dal Governo nazionale
e destinate ad ampliare la gamma di risposte da poter offrire ai cittadini rispetto ai bisogni diversi e variegati emergenti sul territorio”.
Secondo il suo studio e la sua azione di controllo, altri fondi dell’emergenza Covid, destinati ai buoni alimentari, per un ammontare di 83mila euro, sono stati utilizzati invece per la somministrazione di pasti caldi agli anziani. Ad oggi pertanto degli originari fondi regionali resta solo da spendere un residuo di circa 4.276,66 euro.
“Ci chiediamo- rileva il consigliere pentastellato Fatigato- anzitutto se fosse congruo impegnare quelle risorse anti Covid per servizi già incasellati nell’offerta del Piano sociale di zona. Inoltre appare alquanto anomalo che un finanziamento extra così importante non sia stato socializzato con l’aula e che sia stato deciso in autonomia dall’organo esecutivo decisore. Ci aspettiamo maggiore trasparenza dal sindaco Franco Landella. La campagna elettorale è finita e in una città in cui chiudono attività e aumentano i contagi sarebbe opportuno condividere scelte cruciali per la vita collettiva della comunità”.