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“A partire da domani è obbligatorio indossare correttamente i Dispositivi di Protezione Individuale (mascherina facciale di comunità, mascherina monouso o mascherina lavabile, anche auto-prodotta, in materiali multistrato idonei a fornire un’adeguata barriera) all’aperto, nelle aree pedonali a maggiore vocazione aggregativa del centro storico della città, maggiormente interessate dalla presenza di pubblici esercizi e attività commerciali e da una concentrazione costante e cospicua di persone, laddove per la natura, idoneità e caratteristiche fisiche di detti luoghi é più facile il formarsi di assembramenti anche di natura spontanea e/o occasionale e ove non è possibile garantire il rispetto delle norme sul distanziamento sociale, fatta eccezione per i minori al di sotto di 6 anni e per i soggetti che presentino forme di incompatibilità certificata con l’uso continuativo della mascherina. 

Le zone particolarmente interessate sono: corso Vittorio Emanuele, via Lanza, via Duomo, via Dante, via Oberan, via Arpi, largo degli Scopari, piazza Duomo, piazza De Sanctis, piazza Mercato, piazza Cesare Battisti. 
 
Considerate le mutazioni atmosferiche che possono favorire aggregazione nei centri commerciali, è disposta la chiusura al pubblico, nelle giornate domenicali e festive, delle gradi strutture di vendita presenti sul territorio comunale (Mongolfiera e GrandApulia). Il divieto di apertura delle dette strutture entra in vigore da domenica 27 settembre 2020 e fino a nuova disposizione.
 
L’ordinanza sindacale che ho firmato oggi risponde alla necessità di prevenire il diffondersi della pandemia da Covid19 che sta interessando in maniera preoccupante la Città, dove si sta registrando un incremento esponenziale di casi positivi, testimoniati dall’elevato numero di contagi nella RSSA UAL di viale Ofanto e di un dipendente comunale in servizio presso l’Ufficio Anagrafe comunale risultato positivo, con conseguente provvedimento cautelativo di chiusura dell'ufficio“.
 
Il Sindaco 
Franco Landella 

Le scuole dell’infanzia e i servizi educativi FISM ripartono in sicurezza sin dai primi giorni di settembre. Il Sindaco Franco Landella, l’Assessore Claudia Lioia e i Consiglieri comunali De Martino, Soragnese e Iacovangelo possono essere orgogliosi del risultato ottenuto. Utilizzando economie dei capitoli di bilancio dell’Assessorato della P.I. hanno concretizzato un’iniziativa a favore delle oltre 1.700 famiglie foggiane che frequentano gli Asili Nidi e le Scuole dell’infanzia convenzionate paritarie non profit. Un importante segnale alle famiglie e un sostegno ai Servizi Educativi e d’Istruzione della nostra città che in questi giorni, nel rispetto delle misure per il contenimento del contagio da Covid 19, hanno riaperto in sicurezza i cancelli ai bambini che felici hanno ritrovato la loro Scuola, i loro amichetti e il sorriso tranquillizzante del personale educativo e docente. Un messaggio chiaro alla città: i servizi educativi e le scuole dell’infanzia della FISM, sono state pronte, già dai primi giorni di settembre, a ridare socialità, gioia ed educazione ai bambini, tanta tranquillità e serenità ai loro Genitori attivando tutti i servizi dalla refezione al tempo continuato. Questo dimostra che la scelta politica del Sindaco e del Consigliere De Martino di sostenere questi servizi educativi è stata giusta e lungimirante. Un impegno e un sostegno che dovrà essere garantito nel tempo al fine di assicurare sempre servizi efficienti e di qualità a tutta la nostra comunità. “La politica ha fatto le sue scelte che riteniamo giuste e corrette a vantaggio di tutti, anche se ora è necessario attivare tutte le procedure amministrative per l’erogazione di questi fondi. E’ per questo motivo che insieme ai ringraziamenti a tutta la giunta e alla maggioranza consiliare per aver sostenuto le famiglie, personale docente e non docente, chiediamo un ulteriore sforzo affinché l’erogazione dei fondi avvenga entro e non oltre il mese di settembre” dichiara il Presidente della FISM Fabio DANIELE. “Al Sindaco e al gruppo consiliare della Lega - continua Daniele – chiediamo di attivarsi presso la tecnostruttura per favorire una immediata assegnazione delle risorse. Ricordiamo, inoltre, che sono disponibili altre risorse regionali vincolate al sistema integrato 0/6 anni dell’a.f. 2019 e i fondi del diritto allo studio del 2020 a cui la Regione Puglia ha dato carattere di urgenza per una immediata erogazione da parte dei comuni. Sono semplici pratiche di ufficio che la tecnostruttura ha il dovere di svolgere subito. Ringraziamo sin d’ora il Sindaco, la Giunta, e il consigliere De Martino perché crediamo che anche questa volta sapranno intervenire con vigore e determinazione presso gli uffici competenti per risolvere un semplice problema burocratico e continuare a garantire l’eccellenza dei servizi educativi e di istruzione della nostra città”.

Dichiarazione del Pippo Cavaliere.

«Le verità emerse sul Teatro Giordano durante le audizioni in sede di Commissione Bilancio ed a seguito dei dovuti approfondimenti da parte del Servizio Avvocatura, hanno di fatto sconfessato il tentativo, perseguito dalla maggioranza di centrodestra da circa 5 anni, di accreditare all'impresa esecutrice un indebito ed illegittimo riconoscimento milionario.
Il consiglio comunale, all’unanimità e con la sola astensione (a dir poco incomprensibile) dei consiglieri M5S, ha votato contro qualsiasi ipotesi di conciliazione, una volta preso atto e consapevolezza dei consistenti ritardi con cui sono stati ultimati i lavori, delle inadempienze contrattuali e dell'altrettanta ineccepibile tardività delle riserve. L'ampia convergenza e l'unanimità registrata in consiglio comunale rappresentano la dimostrazione più eloquente della gravità delle inadempienze emerse a carico dell’appaltatore, che forse finora non erano state adeguatamente evidenziate in sede di giudizio.
Resta un rammarico: alla verità si sarebbe potuto pervenire anni fa, se solo l’amministrazione Landella avesse dato ascolto alle nostre reiterate contestazioni su come veniva gestita la vicenda.
I consiglieri comunali di centrosinistra».

FOCUS
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- Foggia, contenzioso Teatro Giordano. Dell'Aquila: "Quarato non vuole cogliere la differenza tra destra e sinistra per non ammettere l'errore politico commesso un anno fa"

Dichiarazione del capogruppo Pasquale Dell'Aquila

«Continuare a dire che destra e sinistra sono uguali è l'unico argomento pseudo politico rimasto a Giovanni Quarato per cercare di dimostrare la sua esistenza in Consiglio comunale.

A sproposito interviene sul tema della transazione tra il Comune e la Ra.Co. per i lavori eseguiti malamente al Teatro Giordano e a sproposito attribuisce responsabilità.

Tra Landella e Cavaliere, tra destra e sinistra, la differenza è scritta nei documenti agli atti dell'Amministrazione comunale: chi ha attivato la procedura a tutela del Comune è stato l'allora assessore ai Lavori pubblici della Giunta Mongelli; chi ha cercato e cerca di liquidare all'impresa un compenso milionario è l'attuale sindaco.

Ecco la differenza che Quarato non coglie. Non vuole cogliere per non ammettere di aver commesso un errore politico enorme quando, poco più di un anno fa, rifiutò di condividere la battaglia politica per dare a Foggia e ai Foggiani un governo cittadino diverso da quello inadeguato che abbiamo oggi.

La pervicace miopia grillina, aggravata dall'arroganza e dalla presunzione di alcuni suoi rappresentanti, ha impedito a Foggia e rischia di impedire in Puglia che si realizzino gli obiettivi programmatici condivisi e condivisibili ad esclusivo vantaggio della destra leghista.

Mi auguro che gli elettori del Movimento 5 Stelle colgano queste contraddizioni e le facciano cogliere a chi, come Giovanni Quarato, si ritrova alla presidenza di una commissione consiliare grazie al voto del centrodestra e non del centrosinistra».

FOCUS
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Il gruppo consiliare M5S al Comune di Foggia nelle figure di Giuseppe Fatigato, capogruppo, e Giovanni Quarato, ha inviato mediante PEC alla Presidenza del Consiglio, al Sindaco, alla Commissione Elettorale Comunale (CEC) ed al Segretario Generale Comunale, un invito a procedere alla individuazione degli oltre 600 scrutatori, tra i 12839 iscritti nell'Albo unico delle persone idonee all’ufficio di scrutatore di seggio elettorale, mediante sorteggio, chiaro e trasparente.
“Il gruppo consiliare M5S chiede a tutte le forze politiche rappresentate in Comune ed in particolare alle altre forze di opposizione, di aderire alla proposta per il sorteggio integrale, in modo da scongiurare il sospetto che si utilizzi la nomina degli scrutatori quale elemento di scambio elettorale. Sarebbe inoltre un atto di trasparenza trasmettere la riunione della CEC in diretta streaming sul canale della Presidenza del Consiglio, considerando che è sicuramente un evento istituzionale di interesse per l'intera città”, rilevano i due eletti pentastellati.

Non solo repliche dalle forze politiche di opposizione, bensì dagli ex amici di partito. In una nota stampa del Coordinatore cittadino Forza Italia di Foggia, Raffaele Di Mauro, Landella riceve il monito. Dalle parole scritte da Di Mauro, Forza Italia non sembra dispiacersi dell’uscita del Primo Cittadino e alcuni suoi iscritti. Riprende il Sindaco sulle affermazioni “Caro Matteo, consegno questa Amministrazione nelle tue mani. Oggi su questo campanile svetterà la bandiera della Lega” senza destar tristezza. Che tra il partito e Landella non corresse più buon sangue era noto l’indomani del “niet” alla candidatura alle imminenti regionali di sua cognata Michaela Di Donna. Un divorzio preannunciato, forse sofferto per il bagaglio di voti che Landella ha “donato” alla Lega, ma che sarà parte comune per vincere le elezioni. Difatti, seppur in un altro partito, Landella & Co. saranno parte importante per un centrodestra che si sta preparando a sedere sullo scranno più alto di Via Capruzzi o Via Gentile, ormai le sedi sembrano interscambiabili…

«L'amministrazione comunale e la città, appartengono ai cittadini che la vivono, e su palazzo di città l'unica bandiera che deve sventolare è quella di una città civile, libera e solidale espressione del buon governo e degli interessi dei cittadini –commenta Di Mauro-. I cittadini di Foggia che un anno fa hanno votato un'amministrazione di centrodestra, che al suo interno ha la Lega come ha Forza Italia, Fratelli d'Italia e gli eletti delle liste civiche ed è a questo schema voluto dagli elettori che dobbiamo rispetto per la continuità, intensificando una azione di governo onesto e puntuale nell’interesse generale di tutti i foggiani. In politica come nella vita ognuno è libero di effettuare le proprie scelte, la cui valutazione spetterà agli elettori, unici veri giudici del percorso politico di ciascuno di noi. A me spetterà - in coerenza con la mia storia personale – puntualizza Raffaele Di Mauro- il compito di rappresentare Forza Italia anche in Consiglio comunale, con la certezza che la qualità dell’agire politico può rappresentare attrazione di energie nuove e sincere, capaci di proposte e iniziative utili a favorire la crescita della città. Oggi Forza Italia rinnova alla città di Foggia il suo impegno che, partendo da lontano, a fronte di vari avvicendamenti - non sempre rimpianti - si conferma partito di equilibrio e qualità le cui proposte oggi unanimemente, in uno scenario politico confuso, velleitario e parolaio, sono riconosciute e apprezzate. Forza Italia – chiosa Di Mauro -resta la solida casa di quanti si riconoscono nei valori cattolici, liberali e conservatori»

FOCUS

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- Landella-Salvini, the day after. “Sono stato frainteso. Era una metafora»

Il the day after dopo l’incontro tra il Sindaco di Foggia, Franco Landella, e Matteo Salvini, che ha sancito il passaggio del Primo Cittadino alla Lega, dopo 26 anni di militanza in Forza Italia, è stato rumoroso. Tante le dichiarazioni oppositrici delle altre forze politiche e anche di sdegno di cittadini. I social sono stati invasi di frasi e offese che, però, non hanno sortito l’effetto del passo indietro. Franco Landella si difende, o meglio risponde alle critiche, anche alle offese. Si scusa, come altri scrivono, e puntualizza e spiega la frase che ha infastidito molti foggiani: “Caro Matteo, consegno questa Amministrazione nelle tue mani. Oggi su questo campanile svetterà la bandiera della Lega”.

«Sono sinceramente dispiaciuto per i fraintendimenti che hanno provocato le mie dichiarazioni in occasione della manifestazione con il senatore Matteo Salvini, riferite alla consegna dell’Amministrazione e della bandiera della Lega sul campanile. Chiedo scusa –afferma Landella- se non sono riuscito a far percepire ciò che realmente volevano significare con la metafora che ho utilizzato. La decisione è il perfezionamento di un progetto politico che può consentire alla città di essere maggiormente, compiutamente, rappresentata a livello regionale e nazionale per le problematiche che siamo costretti quotidianamente a fronteggiare e per le quali abbiamo ricevuto sempr deludenti attenzioni».

Franco Landella, tuttavia, non ci sta ad accusare il colpo ed esser etichettato antimeridionalista, ad esser strumentalizzato con parte delle dichiarazioni, che dovrebbero essere riportate nella loro interezza. «Sono sorpreso che, anche con cattiveria, delle strumentalizzazioni che son state fatte della vicenda. Non ci si meraviglia e non si ha nulla da ridire sul trasformismo di personaggi allenati nel salto della quaglia –affonda il Sindaco-, accolti opportunisticamente da partiti contrapposti, invece mi si accusa di aver cambiato casacca. La mia casacca è sempre la stessa: quella del centrodestra, oggi a trazione leghista, che professa gli stessi valori e le stesse idee per cui sono stato candidato ed eletto sindaco di Foggia. La mia decisione di abbracciare il progetto politico della Lega, dopo le delusioni sofferte in Forza Italia, semmai rafforza l’azione politica della coalizione che proprio in Puglia ha mostrato straordinaria maturità, grazie alla generosità di Salvini, nel ritrovarsi unita, compatta, per affrontare la sfida delle prossime elezioni regionali, laddove altri, nel centrosinistra, hanno mostrato vulnerabilità per l’incapacità di un progetto condiviso di governo. Quindi, chi oggi si adopera con cattiveria a cogliere la pagliuzza negli occhi con cui ho guardato, in maniera lungimirante, al progetto politico della Lega, funzionale alle strategie comuni del centrodestra, in realtà –precisa Landella- vuole distrarre l’attenzione dei cittadini dalla trave conficcata nei trasformismi e nei trasversalismi di cui si sono resi artefici gli altri partiti».

Tutto avviene a margine dell’approvazione del Bilancio comunale, in programma domani 25 agosto. Un passo importante e decisivo per il Comune e la prosecuzione amministrativa foggiana. I numeri ci sono e con essi i Consiglieri, da oggi in forza alla Lega. «L’approvazione del documento contabile apre anche le porte ai concorsi per l’assunzione del personale di cui il Comune necessità per assolvere efficacemente il servizio pubblico che è chiamato ad assicurare. Domani, perciò, è il momento di manifestare il vero valore della nostra coalizione, di dimostrare che, al di là del numero della maglia che si indossa, si scende in campo per la stessa squadra. È una prova di maturità individuale –puntualizza il Sindaco Landella-  e, politicamente, collettiva a cui siamo tutti chiamati, mettendo da parte le tensioni elettorali ed esaltando il valore dell’unità del centrodestra che non ho mai tradito. Domani sarà quel giorno che segna un primo passo per il superamento del predissesto finanziario che consentirà a Foggia di emergere dalle sabbie mobili in cui è stata fatta precipitare dal centrosinistra in tanti anni di pessima amministrazione».

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Dopo le dichiarazioni di Franco Landella, Sindaco di Foggia, enunciate durante la conferenza stampa di ieri mattina a Palazzo di Città, nell’Aula Consiliare, e dopo l’ufficializzazione del passaggio del Sindaco da Forza Italia alla Lega Salvini, con Matteo Salvini presente, era comprensibile che le forze politiche di opposizione alzassero la voce.
Un coro unanime a dire che non ci stanno che “Caro Matteo, consegno questa Amministrazione nelle tue mani. Oggi su questo campanile svetterà la bandiera della Lega” come ha affermato Landella.

Di seguito alcune dichiarazioni dell’opposizione giunte in redazione.

Pippo Cavaliere a nome dei Consiglieri comunali di minoranza di centrosinistra
Landella consegna l’amministrazione comunale nelle mani della Lega: l’indignazione e la rabbia dei cittadini.

Sebbene il trasformismo in politica sia purtroppo diventato ordinarietà e consuetudine, il passaggio del sindaco Landella e di alcuni consiglieri comunali alla Lega, ha suscitato l’indignazione di tantissimi cittadini, di ogni credo politico.
Altrettanto grave è stata l’affermazione di avere consegnato l’amministrazione comunale nelle mani della Lega, un'affermazione che, per una questione di credibilità e di dignità politica, dovrebbe essere rigettata e contestata a partire da quei partiti alleati della Lega a Palazzo di Città.
Mai nel passato il supremo interesse della collettività è stato soppiantato con tanta spregiudicatezza e sfrontatezza da interessi di parte e da beghe interne.
In un brevissimo lasso di tempo, dall'inizio della consiliatura, un terzo circa dei consiglieri comunali di maggioranza ha cambiato casacca, mai per una contrapposizione o una divergenza di vedute sui problemi della Città, ma sempre ed esclusivamente per la gestione di un potere fine a se stesso, ora per la presidenza del consiglio comunale, poi per qualche nomina assessorile ed ora addirittura per una candidatura.
Sarebbe riduttivo parlare di irresponsabilità politica quando si disperdono energie e tempo per salvaguardare la propria sopravvivenza in politica, mentre la Città affoga, continua ad essere nelle ultime posizioni delle graduatorie della città italiane, i cassonetti traboccano di rifiuti, le strade continuano a rimanere al buio, le periferie restano abbandonate al loro triste destino.
E tutto ciò in un momento delicatissimo in cui, per effetto della grave emergenza epidemiologica in atto, la sofferenza di tantissime famiglie, imprenditori e commercianti, sta raggiungendo livelli (in alcuni casi già raggiunti e superati) insopportabili, rendendo gli stessi più deboli ed esposti alle strategie in atto della criminalità.
Rifuggiamo, come tanti, dalle forme di populismo, che continua però a trarre linfa vitale da questi gravi atteggiamenti, favorendo un clima di rabbia e di esasperazione, in cui le contrapposizioni diventano insanabili e la risoluzione dei problemi sempre difficile.

Articolo Uno
“Dopo lo show organizzato a Palazzo di Città, Articolo Uno di Foggia sente il dovere di ricordare al Sindaco Franco Landella che Foggia non è nelle mani di Matteo Salvini, e neanche nelle sue. Foggia appartiene ai foggiani”.

A scriverlo è Gianluca Ruotolo, Il Segretario Provinciale Articolo Uno Foggia, che prosegue “Appartiene a quei foggiani che dopo aver sofferto la pietosa gestione comunale dei mesi più difficili della nostra storia nazionale, quelli del Covid-19 e del Lockdown, oggi sono costretti ad assistere con vergogna ad un misero cambio di casacca, figlio della delusione di un’ambizione familiare: non aver potuto candidare sua cognata, Michaela Di Donna, alle elezioni regionali perché nessuna forza del centrodestra l’ha voluta, neanche la Lega.
Nel frattempo la città aspetta di essere amministrata, e invece di perdere tempo in trame trasformiste per dare soddisfazione ad interessi personali, sarebbe il caso di mettersi al lavoro sui problemi dei cittadini foggiani, che continuano ad essere tanti e tutti irrisolti.
Foggia non si Lega, caro sindaco. E le suggeriamo di mantenere ben issata al balcone del nostro Comune la bandiera di Foggia, quella rossa e blu con le tre fiammelle. Perché la storia, la cultura e il senso di appartenenza di questa città non si svendono a chi per anni ci ha definito terroni e lavora ogni giorno per rendere il Sud più debole e più povero.
I foggiani non dimenticheranno l’ennesima bravata di un sindaco che non perde occasione per calpestare l’orgoglio della sua comunità. Di certo non lo faremo noi, e da oggi avremo una ragione in più per batterci affinché si chiuda al più presto la pagina più brutta della storia della nostra città”.

Comune. "Il ducetto Landella pensa di consegnare la nostra Città alla Lega di Salvini. Foggia non consentirà questa vergogna".
Dichiarazione del segretario cittadino Davide Emanuele e dei consiglieri comunali Pasquale Dell'Aquila (capogruppo), Lia Azzarone, Francesco De Vito, Michele Norillo e Annarita Palmieri

Sul campanile del Comune continuerà a sventolare la bandiera della città.
L’occupazione dell’Aula consiliare per lo spettacolino del ducetto Landella e del razzista Salvini è l’ennesimo atto di arroganza di un sindaco sfiduciato dal suo partito e costretto a trasformarsi in leghista per continuare a tenersi la poltrona.
Con lui migra un bel plotoncino di assessori e consiglieri comunali, i suoi fedelissimi portatori d’acqua e di voti.
Il risultato di questa operazione trasformistica è duplice: umiliare gli elettori, che non hanno scelto un sindaco leghista; balcanizzare il Consiglio comunale, già ostaggio delle lotte intestine al centrodestra.
La dignità del Comune è stata calpestata e sfregiata per regalare a Salvini un indegno spot elettorale a causa della mancata candidatura della cognata del sindaco, mica nell’interesse di Foggia e dei Foggiani. E la citazione a sproposito della squadra di calcio della città ha reso ancora più squallido il duetto tra leghisti della prima e dell'ultima ora.
Ci opporremo con tutte le nostre forze a questa vergogna politica e chiameremo la città democratica a mobilitarsi a tutela della propria dignità.

“Il sindaco è libero di cambiare quante casacche vuole, ma i suoi comizi deve pronunciarli fuori dall’aula consiliare”

“Sulla nostra amata Foggia sventola solo la bandiera della città, medaglia d’oro al valore civile e militare, con lo stemma foggiano. Tanto ci basta, quella bandiera è il nostro orgoglio. Il sindaco Franco Landella può consegnare se stesso e i suoi accoliti alla Lega di Matteo Salvini, ma non la nostra città. Non in nostro nome, non nel nome delle cittadine e dei cittadini onesti che aspettano dal giorno del suo insediamento parchi restituiti ai ragazzi, strade sicure senza un manto colabrodo, quartieri finalmente illuminati, periferie senza degrado e abbandono, un welfare trasparente e a servizio della comunità, un sistema di raccolta dei rifiuti rispettoso dell'ambiente e del decoro, una cultura che non sia mero spettacolo ad uso e consumo dei soliti noti. Il sindaco di Foggia non ha nessun diritto di porgere la città alla Lega per un suo tornaconto politico, dopo che la candidatura di sua cognata è stata rifiutata da tutta la coalizione, Lega compresa. La città non può essere ostaggio delle logiche familistiche del duo Landella-Di Donna e dei suoi cortigiani”.

Finanche il già Sindaco l'On. Paolo Agostinacchio interviene sulle affermazioni di Franco Landella.

«Un sindaco è eletto direttamente dal popolo sovrano e solo al popolo può consegnare l'amministrazione, dimettendosi. Landella si astenga da affermazioni che ingenerano la interpretazione, seppure errata, di una concezione privatistica del potere. Sono certo, voglio esserlo, che l'episodio sia da attribuirsi al clima che ha determinato tensione, ma che, non essendo accettabile, vada chiarito».

È quanto afferma il gruppo consiliare al Comune di Foggia del M5S, composto dai portavoce Giuseppe Fatigato e Giovanni Quarato.

I consiglieri pentastellati continuano: “La città non è del sindaco, né di qualche mestierante della politica a caccia di poltrone e neppure di qualche capo di partito nazionale in cerca di una leadership nel suo schieramento. Foggia è dei foggiani e delle foggiane e merita rispetto, attenzione, cura. Il sindaco aveva chiesto l’utilizzo dell’aula al presidente Leonardo Iaccarino per dare delle comunicazioni importanti alla città, ma non aveva specificato che invece avrebbe tenuto un comizio insieme ad un leader nazionale di partito. Un comizio di cui è stata fatta anche la diretta streaming impegnando il dipendente addetto. Il sindaco è libero di cambiare quante casacche vuole, ma i suoi comizi deve pronunciarli fuori dall’aula consiliare e dalle mura della casa dei cittadini foggiani. Non può usare l’istituzione in maniera privatistica. Per tre mesi Franco Landella si è occupato delle sue vicende familiari, disinteressandosi dei problemi della città in una fase delicatissima della pandemia: che lavori ora o si dimetta. Ma si dimetta davvero e al più presto, senza ulteriori bluff e finte. I cittadini lo ringrazieranno”.

E anche dalla Regione si fa sentire il coro anti-Landella. Ad alzare politicamente la voce è Raffaele Piemontese, PD, Assessore regionale, che in una nota stampa accusa Landella che nell'Aula consiliare haviolato la Casa dei foggiani.

Piemontese, con il comizio Landella-Salvini nell’Aula consiliare violata la Casa di tutti i foggiani

“Non è vero che in campagna elettorale è tutto consentito, di sicuro non è consentito utilizzare le istituzioni e gli spazi istituzionali di tutti per fare comizi e per messe in scena di cattivo gusto”. Lo dice l’assessore e consigliere regionale del Partito Democratico, Raffaele Piemontese, con riferimento all’iniziativa politico-elettorale che il sindaco di Foggia, Franco Landella, ha organizzato ieri mattina con il segretario nazionale della Lega Nord, Matteo Salvini, nell’Aula consiliare del Comune di Foggia.
“Da foggiano e da ex presidente del Consiglio comunale di Foggia – prosegue Piemontese – mi sono vergognato dello spettacolo rimbalzato, ieri mattina, su tutti i media nazionale, dai banchi dell’Aula consiliare che le leggi e la democrazia affidano ai rappresentanti istituzionali perché la custodiscano come la Casa di tutti i foggiani”.
“È molto grave –– sottolinea l’esponente del PD –– che, nel pieno del periodo in cui alle amministrazioni è imposto dalla legge di astenersi dalle manifestazioni di appoggio alle liste o ai candidati impegnati nel confronto elettorale e da tutti gli interventi che abbiano come finalità principale la promozione dell'immagine politica, siano stati utilizzati spazi istituzionali e impegnati personale e risorse pubbliche per la straordinaria apertura domenicale di Palazzo di Città”.
“Ma vedere i candidati della Lega in posa a favore di telecamere e telefonini, attorno al sindaco del capoluogo che proclamava di ‘consegnare nelle mani’ di Salvini l’Amministrazione comunale – incalza Piemontese – è stato talmente imbarazzante da scatenare una reazione negativa corale, senza differenze politiche, perché a essere utilizzato a fini personali sono stati il cuore e i segni identitari di Foggia, che appartengono a tutti”.
“Mi auguro che la ribellione che si sta registrando in tutti gli ambiti della città – conclude il consigliere e assessore regionale del PD – sfoci in una civile manifestazione che lavi la domenica della vergogna e restituisca Palazzo di Città ai foggiani”.

FOCUS
- Foggia, [VIDEO] Landella passa con Salvini. «Su questo campanile sventolerà la bandiera della Lega»

«Non è un problema personale è uno schiaffo all'intera classe dirigente locale. Sono un uomo della Lega e ne sono orgoglioso. Caro Matteo, consegno questa Amministrazione nelle tue mani».

Esordisce così il Primo Cittadino di Foggia, il Sindaco Franco Landella dopo aver annunciato il suo passaggio nella Lega di Salvini. Con lui ci sono da subito Consalvo Di Pasqua, Pasquale Rignanese e Dario Iacovangelo, in attesa di altri passaggi/ingressi che andranno a rinfoltire la già piena compagine pronta ad amministrare non solo Foggia e parte della Capitanata, ma la Puglia, al fiano di Fitto, secondo previsioni e sondaggi.

«Vi presento la mia gioia, il leader indiscusso del centrodestra. Oggi su questo campanile  -afferma Landella- svetterà la bandiera della Lega. Questa scelta è maturata perché ho apprezzato Salvini la prima volta che l'ho incontrato in una manifestazione a Firenze, quando c'era il governo Renzi. Non ha dato spazio ai parlamentari, agli amici degli amici, ma ai sindaci».

Insomma, Foggia è di Alberto da Giussano, quell'icona tanto storica quanto discussa che contraddistingue il partito che nel Mezzogiorno d'Italia è messo al confino ma che poi si rivela voluto, osannato, votato e che sta facendo riflettere e mettendo in discussioni ataviche diatribe, spesso esasperate dal popolo e dalla politica. La questione ovviamente non è solo squisitamente politica. Di mezzo c’è il mancato ingresso nelle liste di Forza Italia di Michaela Di Donna, sua cognata, che nelle scorse regionali fu tra le più votate, senza entrare a Via Capruzzi per le vittoria del centrosinistra. Questo doveva essere il suo anno, invece ha confermato l’astio per Landella di molti organi politici.

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«Dopo 26 anni di militanza in Forza Italia –puntualizza Franco Landella-, purtroppo, sono costretto a lasciare questo partito perché dopo l'ennesima umiliazione non posso continuare a subire le angherie di una classe dirigente che antepone interessi particolari ai valori della coerenza, della militanza e del consenso. Forza Italia ha favorito l'ingresso dei campioni del trasformismo, di cui uno è noto che vive anche una situazione giudiziaria particolare. Hanno scelto i campioni del trasformismo rispetto alla militanza e al consenso, perché abbiamo constatato che in Forza Italia il consenso fa paura, essere uomini liberi di esprimere il proprio pensiero e il proprio dissenso nel confronto democratico non fa parte del partito, di una classe dirigente che ha macchiato anche l'immagine di Berlusconi, che povero uomo a 84 anni ritengo che sia anche condizionato dal cerchio magico da donnine che vivono di luce riflessa e vogliono condizionare il partito. Penso che sia una vergogna politica, un'offesa a chi ha militato per tanti anni, che ha anche un pizzico di sessismo –chiosa il Sindaco Landella-, perché probabilmente per Forza Italia le donne servono soltanto per dare la spintarella ai maschietti, questi maschietti che hanno paura delle donne.

Nel frattempo Matteo Salvini si aggiudica un altro comune, finanche del Sud Italia. Manco a pensarlo. È un dato di fatto, che sta dilagando a macchia d’olio.  Il popolo del Sud Italia vuole Salvini. La politica messa in campo da “Capitan Matteo” vince a favore dei bisogni di un popolo che cerca riscatto e sicurezza, vuole legalità e un’economia equa su tutto il BelPaese. E si affida a Matteo Salvini. Tuttavia non son mancate malelingue politiche sulla decisione di Franco Landella.

«Abbiamo parlato non di poltrone, non di incarichi ma di Foggia, di lavoro, infrastrutture, sanità e futuro –ha precisato Matteo Salvini dopo “l’incoronamento” di Landella, con tanto di medaglietta di Alberto da Giussano sulla giacca-. Quello di oggi non è un punto di arrivo ma un punto di partenza. Non c'è nessun accordo. C’è il sindaco che con tanti amministratori locali aderisce alla Lega senza aver chiesto niente e senza aver ottenuto niente».

Settembre è alle porte e le elezioni regionali, referendum a parte su cui si dovrebbe far più chiarezza, sono prossime. Foggia è della Lega; vedremo sa la Puglia rimarrà con Emiliano e andrà con Fitto e Lega insieme.

Non solo caldo torrido ferragostano, anche venti bollenti di guerra poltica, si stanno calando sul Comune di Foggia. Dopo le dichiarazioni del Sindaco Landella che ha minacciato "dimissioni" per la non candidatura (per ora...) di sua cognata Michaela Di Donna alle elezioni regionali 2020, e dopo alcune dichiarazioni di alcuni Consiglieri che vorrebbero cambiar posizione, all'interno del Consiglio comunale del capoluogo dauno vige un gran interrogativo: rimarrà in carica? La politica ci ha abituato a queste scenette estive, pur di riavere il consenso e proseguire più forti di prima nel mandato conferito dai cittadini. Era già capitato mesi addietro con il Presidente del Consiglio comunale che mise alle strette un'intera maggioranza.
Sulla questione, interviene il Consigliere comunale pentastellato Giuseppe Fatigato, che in una nota stampa riprende l'allora suo candidato sindaco, avvertendolo di non diventar la stampella di Landella.

“Se davvero il sindaco di Foggia Franco Landella si dimetterà, noi del M5S siamo prontissimi a rimettere il nostro mandato nelle mani degli elettori e a presentarci nuovamente davanti a loro il prima possibile, mettendo fine a questa sciagurata sindacatura. In questi giorni si è parlato molto di un incontro al bar tra il sindaco e il consigliere Giovanni Quarato, come se fosse prodromico a una nuova alleanza. Lo diciamo forte e chiaro per l'ennesima volta: il M5S non sarà stampella di Landella e della sua Giunta. Se il sindaco perderà pezzi della sua maggioranza non troverà in noi un appoggio che potrà salvarlo”.
Si esprime così il capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Comune di Foggia Giuseppe Fatigato, dopo le indiscrezioni di stampa su un possibile accordo tra il sindaco Franco Landella e il presidente della Commissione Ambiente e Territorio, l’ingegner Giovanni Quarato.
“Non ci interessa la politica politicante, non ci interessano i teatrini della politica, non ci interessano i cambi di casacca o di maggioranza preelettorali. Ci interessano soltanto i cittadini, i loro problemi e il modo in cui possiamo risolverli, ed è nel nostro DNA. Noi vogliamo essere costruttivi e sui temi possiamo dialogare, non sulle poltrone”.
Aggiunge il capogruppo pentastellato: “Il prossimo 25 e 26 agosto saranno i giorni della verità, si tornerà in aula per il bilancio, lì capiremo cosa pensa di fare Landella e quale sia la compattezza della sua maggioranza. Noi stiamo lavorando per le regionali, per la nostra candidata presidente Antonella Laricchia, per cambiare la Regione Puglia. La fantapolitica la lasciamo ai partiti tradizionali”.

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