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Con la pubblicazione odierna da parte del Dipartimento Politiche giovanili e SCU del decreto di finanziamento dei programmi d’intervento di Servizio Civile Universale, sono risultati ammessi i Programmi/Progetti presentati da Anci Puglia in coprogettazione con altre aggregazioni di Comuni pugliesi.

Si tratta dei Programmi di intervento “Leonia 2023: le città sostenibili” e “Isidora 2023: le città inclusive” che si articolano in 6 progetti, afferenti gli ambiti: sociale, ambientale e culturale. Sono coinvolti in totale 58 Comuni sede di attuazione di Progetto, in cui saranno impiegati 446 giovani volontari. In tutti i progetti sono previsti posti riservati ai giovani con minori opportunità (GMO), specificatamente dedicati a ragazze e ragazzi con bassa scolarità.

A brevissimo saranno pubblicati sul sito di Anci Puglia e sui siti istituzionali dei Comuni coinvolti, le informazioni sui progetti, il dettaglio delle sedi comunali e dei posti disponibili, così come inseriti nel Bando volontari appena pubblicato (scadenza per la presentazione delle domande: ore 14 del 15 febbraio 2024).

"Anci Puglia da sempre molto attenta alle politiche giovanili, - ha dichiarato la Presidente  Fiorenza Pascazio - con l’ammissione dei nostri Programmi molti giovani potranno svolgere il servizio civile presso le amministrazioni comunali. Sicuramente un'opportunità di crescita individuale, umana e professionale, ma anche una esperienza di cittadinanza attiva unica, che consentirà ai volontari di impegnarsi fattivamente al servizio delle proprie comunità"

È stata indetta la IV edizione del Premio Letterario “Terre di Puglia”, che punta alla promozione della lettura e al sostegno dell’editoria pugliese, attraverso la valorizzazione di un romanzo in lingua italiana, edito per la prima volta nell’anno 2022 da una casa editrice pugliese.

“Incoraggiare la lettura dei libri anche nell’era digitale rappresenta un obiettivo importante che perseguiamo come Consiglio regionale, tramite la nostra biblioteca, la Teca del Mediterraneo” afferma la Presidente del Consiglio regionale della Puglia, Loredana Capone. “Questo premio è unico perché ci permette di raggiungere l’obiettivo sostenendo contemporaneamente l’editoria regionale, valorizzando autori e territorio della nostra bellissima Regione”.

Ideato dalla scrittrice Giulia Poli Disanto e promosso dal Club Femminile dell’Amicizia, il premio è sostenuto dalla Teca del Mediterraneo, biblioteca del Consiglio Regionale di Puglia, e dal Comune di Santeramo in Colle (BA) e si avvale della collaborazione della Biblioteca Comunale “Giovanni Colonna” di Santeramo, gestita dalla Cooperativa SoleLuna, dell’II.SS. “Pietro Sette” di Santeramo in Colle e delle librerie santermane Equilibri, Libriamo, L’edicola di via Roma, CartoLibreria Leo-nardo.

“Anche quest’anno siamo felici di annunciare il concorso letterario “Terre di Puglia”, l’unico premio letterario regionale che pone l’accento sul lavoro degli editori e sul loro importante ruolo nella pro-mozione degli autori pugliesi. Si rinnova così un appuntamento culturale molto apprezzato e sempre più partecipato” dichiara la Presidente del Club Femminile dell’Amicizia Angela Disanto.

L’iniziativa coinvolge sia i professionisti della cultura, sia i giovani, in un percorso culturale integrale che spazia dalla promozione della lettura alla formazione del giudizio critico.

QUI LA SCHEDA PER L'ISCRIZIONE AL PREMIO IV TERRE DI PUGLIA

La giuria, infatti, è composta da: dieci studenti dell’Istituto Superiore “Pietro Sette” di Santeramo, da otto personalità (nazionali ed internazionali) della letteratura e del giornalismo, dalla responsabile della Biblioteca Comunale di Santeramo, e da quattro componenti del Settore Cultura dell’Associazione Club Femminile dell’Amicizia.

Si parte con la fase di candidatura dei romanzi: le case editrici pugliesi che intendono concorrere al premio devono inviare l’istanza di partecipazione all’indirizzo email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo." target="_blank">Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. entro il 18/01/2024. Successivamente a tali termini, la Teca del Mediterraneo provvede ad acquistare, direttamente dagli editori, n. 20 copie del libro candidato per consentirne la valutazione da parte dei giurati del Premio.

La graduatoria, stilata dai giurati in virtù della qualità (anche tipografica) dello scritto, dei temi affrontati, della trama, dello stile, della caratterizzazione dei personaggi, delle emozioni suscitate, permetterà di attribuire un premio alle tre case editrici finaliste e ad ulteriori due che riceveranno una menzione speciale rispettivamente per il libro scelto dai giovani giurati e, novità di quest’anno, per particolari caratteristiche di originalità (romanzo innovativo/sperimentale).

I premi, assicurati dalla Teca del Mediterraneo, consistono nell’acquisto di copie dei libri vincitori secondo le modalità previste dal bando, che si allega insieme alla scheda di partecipazione al Premio. L’autore del libro primo classificato riceve, inoltre, un premio in denaro di € 1.000,00, messo a disposizione dal Comune di Santeramo in Colle.

La cerimonia di assegnazione del Premio, che si svolgerà in primavera, sarà aperta al pubblico e avverrà presso la Biblioteca Giovanni Colonna” di Santeramo in Colle.

L’iniziativa si inserisce nell’ambito delle attività culturali di “Teca del Mediterraneo”. La Biblioteca del Consiglio Regionale della Puglia realizza progetti ed eventi a favore della promozione della lettura, attività destinate a tutti i cittadini. Attraverso i propri servizi si impegna ad accrescere il benessere sociale e a migliorare le abilità e le capacità delle persone, facilitando l’accesso alla cultura, ai documenti e alle informazioni. Sostiene, inoltre, la formazione continua nel rispetto delle diversità culturali.

Contatti:

“Nelle scorse ore è stata approvata, all’interno della legge di bilancio, la norma per aggiungere allo screening neonatale il diabete di tipo 1 e la celiachia. Si tratta di un nuovo primato italiano, portando a 63 il numero complessivo di malattie diagnosticabili nei primi giorni di vita a tutti i bambini nati in Puglia”.

Lo dichiarano il consigliere e commissario regionale di Azione Fabiano Amati e i Consiglieri regionali Sergio Clemente e Ruggiero Mennea, capogruppo.

“Ringraziano tutti i colleghi che all’unanimità hanno votato la proposta e i colleghi sottoscrittori Filippo Caracciolo, Cristian Casili, Marco Galante, Francesco Ventola, Paride Mazzotta, Mauro Vizzino, Paolo Pagliaro e Francesco La Notte.
Una recente legge statale ha introdotto il Programma di screening nazionale per il diabete di tipo 1 e la celiachia. La finalità del programma consiste nel prevenire l'insorgenza di chetoacidosi in soggetti affetti da diabete di tipo 1 e di rallentare la progressione della malattia mediante l'impiego delle terapie disponibili, nonché di effettuare la diagnosi precoce della celiachia.
Sia pur in ambito di programma pluriennale e non già come screening continuativo, la legge statale ha inteso utilizzare lo stato attuale di conoscenza clinico-diagnostica per meglio effettuare tutte le iniziative di prevenzione, comprese quelle di genetica, in grado di poter rassegnare un quadro indiziario di malattia per il caso del diabete di tipo 1, oppure un quadro predisponente per la celiachia. Ciò significa, in buona sostanza, che il legislatore statale ha stabilito con legge livello di prevenzione, sia pur con valore temporale allo stato limitato e utilizzando risorse dedicate.
Nel dettaglio, la legge suddivide il programma di screening in fase genetica preliminare e fase ordinaria. La fase ordinaria è gestita sulla base di programmi afferenti all’età pediatrica, anche differenziati per tipologia di malattia.
Sul test genetico preliminare alla nascita va premesso che esso s’innesta su un procedimento addirittura sovrapponibile con quello ben collaudato per la SMA e ciò può rappresentare un contenimento a monte della popolazione pediatrica interessata e quindi una maggiore facilità (con minori costi) di realizzare per davvero l’ambizioso programma deciso dal legislatore statale.
In concreto, il programma consiste nell’esame dei geni DQ2 e DQ8, o altri geni ritenuti utili, al fine di verificare l’indizio di malattia per il diabete di tipo 1 e la predisposizione per la celiachia. L’esito negativo del test comporterà l’esclusione del bambino dalla fase ordinaria e periodica del programma di screening, fatta salva la decisone dei rispettivi specialisti di branca, comunicata al Dipartimento di prevenzione della Azienda sanitaria territoriale di riferimento.
Lo spot ematico per il test genetico preliminare sarà prelevato ai neonati dal Punto nascita interessato, contestualmente a quello per lo screening neonatale super-esteso e l’atrofia muscolare spinale (SMA), raccolto su un cartoncino dedicato (Dried Blood Spot, DBS) entro e non oltre l’arco temporale di 48-72 ore di vita del neonato. Al prelievo è preliminare l’informativa sulla facoltà di rinuncia al test, formulata agli esercenti la responsabilità genitoriale.
I cartoncini devono essere raccolti assieme a quelli degli screening obbligatori ed inviati presso il Centro Regionale dello Screening neonatale dove verranno raccolti ed inviati al Laboratorio di Genomica della Asl Bari, Presidio Ospedaliero Di Venere, “Dipartimento per la gestione avanzata del rischio riproduttivo e delle gravidanze a rischio”, accompagnati da un modulo sottoscritto, rispettivamente, dagli operatori addetti alla preparazione, alla consegna e alla recezione.
In caso di neonato con fattori di predisposizione alle malattie, il risultato dovrà essere comunicato al Punto nascita di riferimento e da questo alla famiglia, che verrà indirizzato presso un’unità di endocrinologia o gastroenterologia dell’età pediatrica, ovvero unità di pediatria con ambulatori dedicati e specifica competenza, attivi presso le strutture pubbliche di tipo ospedaliero o territoriali della Regione, per l’effettuazione di una completa consulenza specialistica e l’avvio delle procedure alla fase ordinaria dello screening, attraverso una comunicazione al Dipartimento di prevenzione delle Azienda sanitaria territoriale di riferimento.
Per quanto riguarda la fase ordinaria del programma di screening, invece, essa è avviata e gestita, sino al compimento del quattordicesimo anno d’età, dal Dipartimento di prevenzione della ASL competente, oppure sulla base della decisione assunta e comunicata dagli specialisti di branca”.

Un premio e la previsione di premialità per le imprese antimafia. Lo ha appena approvato il Consiglio regionale pugliese nell’ambito della Legge di Bilancio 2024 in corso di discussione nell’Aula di Via Gentile.
La norma è contenuta all’articolo 63 ed è stata proposta da un emendamento presentato dallo stesso vicepresidente della Regione Puglia e assessore al Bilancio, Raffaele Piemontese.
“È un modo di rompere l’isolamento sociale ed economico degli imprenditori che si ribellano al racket o ad altre attività intimidatorie della criminalità — spiega Piemontese — che realizziamo premiando e avviando uno studio su meccanismi premiali per loro e per i loro fornitori che continuano ad avere relazioni economiche con chi ha denunciato, tenendo unita la catena dell’economia libera”.

La norma prevede l’istituzione di un premio annuale denominato “Filiera del coraggio" e consisterà anche in adesivi che potranno esseee usati sulle vetrine dei negozi o in altra comunicazione d'impresa dagli imprenditori che hanno scelto di opporsi alle mafie.
«Gli imprenditori a cui è conferito il premio "Filiera del coraggio" — si legge nell’articolo approvato – sono inseriti in un apposito elenco e, da tale inserimento, traggono elementi premiali nell'ambito delle procedure di evidenza pubblica, gestite dagli uffici della Regione Puglia e da enti, aziende, organismi strumentali, società controllate e partecipate dalla stessa Regione Puglia».
I criteri per il riconoscimento del premio e delle premialità saranno individuati dalla Giunta regionale, sentite le Prefetture, le forze dell'ordine, le associazioni antiracket, le fondazioni antiusura e le più rappresentative associazioni di categoria, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore delle norme contenute nella Legge di Bilancio 2024.

fonte: OdG Puglia.

“Che paese vogliamo lasciare ai nostri figli se si colpisce chi fa informazione e non facciamo niente per chi diffama?  Abbiamo condiviso con la Federazione gli emendamenti al disegno di legge, che ci auguriamo venga modificato. Quanto previsto nel ddl è molto inadeguato”. È il commento di Carlo Bartoli, presidente dell’Ordine dei giornalisti, che giovedì 14 dicembre, ha partecipato alla manifestazione indetta dalla FNSI in piazza Santi Apostoli, per lanciare l’allarme e sensibilizzare opinione pubblica e addetti ai lavori sui pericoli legati al disegno di legge di riforma della diffamazione in discussione in commissione Giustizia del Senato.

Tra i partecipanti alla manifestazione anche Usigrai, Cgil, Cisl, Articolo 21, giornalisti della rete No Bavaglio, del Gruppo Cronisti Lombardi, del Cdr dell’Ansa e altri.

Secondo appuntamento del Festival della Filosofia al Liceo Scientifico G. Marconi di Foggia.

Il 19 Dicembre prossimo, presso l’Auditorium del Liceo Scientifico G. Marconi di Foggia, si terrà il secondo incontro del Festival della Filosofia, attività organizzata dal Dipartimento di Scienze Storico Filosofiche in preparazione al XXV Congresso Mondiale, che si svolgerà a Roma nel 2024. Ospiti del liceo Marconi saranno I Ragazzi di Via D’Amelio, Raffaele D’Alfonso Del Sordo e Francesco Nappi, della omonima associazione culturale, che proporranno alle classi partecipanti la presentazione di un manuale con alcune semplici regole, da loro stessi pensate ed elaborate, per combattere la mafia. La prima presentazione del progetto risale al mese di Ottobre 2022, quando presso l’Aula Magna Valeria Spada di Foggia, i ragazzi dell’associazione incontrarono il Procuratore della Repubblica Ludovico Vaccaro, alla presenza delle scuole di Foggia.

L’incontro con le classi del liceo Marconi è perciò una consuetudine che si rinnova anche quest’anno, per consentire agli alunni delle terze di comprendere, almeno in parte, un fenomeno così esteso e capillare, molto diffuso anche nella nostra regione. Si parla, difatti, della quarta mafia, che è quella di Puglia, dopo la mafia siciliana, la camorra napoletana, e la’ndrangheta calabrese. Anche in Puglia esistono, tuttavia, una mafia salentina ed una garganica, ferocissima, che si contendono il primato sul territorio, insieme alla società foggiana. L’approccio al fenomeno criminale, e la sua conoscenza, consentono al cittadino di agire consapevolmente e responsabilmente in favore della legalità e del rispetto delle regole comunemente accettate per il buon vivere civile. Il liceo Marconi è particolarmente orgoglioso di ospitare un tale evento, che vede anche la presenza di un nostro ex alunno, nella persona di Francesco Nappi, attualmente studente di Medicina. I giovani dell’associazione culturale sono, difatti, tutti universitari, impegnati nello studio di discipline assolutamente differenti tra loro. Ciò che li accomuna è la passione per la giustizia e per la legalità, ed il loro impegno sociale, che si fa valore da trasmettere alle generazioni più giovani, delle scuole secondarie superiori del nostro territorio.

Ad introdurre la giornata sarà la dirigente, professoressa Piera Fattibene, che porgerà ai presenti i saluti di rito. L’incontro sarà moderato dalla professoressa Antonietta Pistone, direttore del Dipartimento di Scienze Storico Filosofiche del Liceo Marconi di Foggia.

Successivi eventi in programma nel calendario del Festival della Filosofia, saranno la proiezione del film documento di Lorenzo Sepalone, Il Cognome che ho scelto, sul tragico evento che ha visto coinvolto Alfredo Traiano, protagonista del corto di Sepalone, previsto nel mese di gennaio 2024; e  la presentazione del testo I Complotti della Mente di Antonello Bellomo, direttore della cattedra di psichiatria di Unifg e docente di Storia della Medicina presso lo stesso ateneo cittadino, e Felice Lisanti, medico psichiatra, sui complottismi nella storia, calendarizzato nel mese di febbraio 2024.

L’Assessorato alle Politiche Sociali, la cui delega è seguita dall’Assessore Simona Venditti, informa che sul sito istituzionale del Comune di San Severo – www.comune.san-severo.fg.ita firma della Dirigente Area II Antonella Tortorella è stato pubblicato l’Avviso Pubblico finalizzato al rimborso delle rette di frequenza dei servizi educativi per l’infanzia 3 - 36 mesi, privati autorizzati, per l’anno 2023 e per un massimo di undici mensilità.

Il contributo verrà erogato direttamente alle famiglie, anche monogenitoriali, residenti/domiciliate nel Comune di San Severo, di minori compresi nella fascia d’età 3-36 mesi, che, nell’anno 2022, siano stati iscritti ed abbiano effettivamente frequentato i seguenti servizi: asili nido, micronido, nido aziendale, sezioni primavera, centri ludici per la prima infanzia, autorizzati ai sensi degli artt. 53 e 90 del Regolamento Regionale n. 4 del 18 gennaio 2007 e s.m.i..

Al richiedente verrà rimborsato, quindi, l’intero importo effettivo a carico della famiglia al netto di eventuali altri interventi e fino a concorrenza delle risorse disponibili.

Tuttavia, laddove le risorse disponibili non fossero sufficienti a soddisfare l’intera domanda, si procederà con il rimborso seguendo la seguente tabella:


QUOTA RICHIESTA A RIMBORSO

PERCENTUALE DI RIMBORSO RICONOSCIUTA

Da 1 € a 50 €

100%

Da 51 € a 100 €

95%

Da 101 € a 150 €

90%

Da 151 € a 200 €

85%

Da 201 € a 250 €

80 %

Da 251 in su

75%


È esclusa dal rimborso la quota di iscrizione ai servizi di asili nido, micronido, nido aziendale, sezioni primavera, centri ludici per la prima infanzia, autorizzati ai sensi degli artt. 53 e 90 del Regolamento Regionale n. 4 del 18 gennaio 2007 e s.m.i..

È possibile presentare domanda per uno o più figli frequentanti i servizi predetti ed in questo caso, lo stesso genitore dovrà compilare tante domande quanti sono i figli minori per i quali intende richiedere il rimborso della retta asili nido.

LA DOMANDA DOVRÀ ESSERE PRESENTATA ENTRO IL 31 DICEMBRE 2023 SECONDO LE SEGUENTI MODALITÀ:

Consegna a mano presso l’Ufficio Protocollo del Comune di San Severo, sito in Piazza Municipio n. 1, secondo gli orari di ufficio oppure inviata all’indirizzo pec: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo." target="_blank">Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo." target="_blank">Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.severo.fg.it indicando nell’oggetto della mail: “ISTANZA RIMBORSO RETTE ASILI NIDO”.

Le Città Invisibili Edizioni del Poggio, Poggio Imperiale, 2022.) è l’ultimo capolavoro di Antonietta Pistone pubblicato nel 2022. Un testo che rievoca attimi di grandi emozioni, di stupenda e piena poesia che tocca il cuore. Esso fa parte della “letteratura combinatoria” dove l'ordine del testo non è fissato a priori ma può essere smontato e rimontato a piacere dal lettore seguendo le “regole del gioco” definite dall'autore nella ricerca delle combinazioni interpretative nascoste nella sua opera e nel linguaggio stesso.  Il testo è strutturato con una duplice suddivisione: nella prima parte è presente una raccolta di poesie che hanno come protagonisti le sofferenze e la speranza, ricordi e dolore, il tutto filtrato da una realtà quasi sfumata dallo scorrere di sensazioni ed emozioni profonde. È questa del resto una qualità tipica di ogni testo letterario, ma in special modo di quello poetico, che – data la sua particolare struttura retorica fatta di echi e rimandi – induce il lettore a rallentare la lettura e non condurla solo linearmente e sempre in avanti, come più propriamente avviene nella prosa narrativa presente, invece, nella seconda parte. Il lettore ha davanti a sé una serie di poesie che possono essere viste come tessere di una scacchiera e che vanno interpretate, mettendole in relazione l’una con l’altra, per riuscire a dedurne un significato.

Per l’autrice poi la poesia ha una funzione catartica, ossia di purificazione da una serie di tensioni insite nello scorrere costante dei giorni che le permette poi di sentirsi svincolata da ogni forma di isolamento.

Col prevale della dimensione narrativa, presente nella seconda parte, si entra in una sorta di pellegrinaggio interiore dove la geografia del testo lascia spazio alla geografia dell’immaginazione, in quanto è lo spirito creativo a guidare la penna dell'autrice e attuare in poche righe dei mondi carichi di fascino, capaci di produrre immagini indelebili nella mente del lettore.

Nel suo insieme la seconda parte del testo è strutturata a partire da un’alternanza di presenza e assenza, distanza, ricerca e vicinanza dove l’autrice presenta nel suo lavoro un ritratto intimo di una donna, Rebecca, che anela al suo partner, Lorenz, e usa il sogno per mantenere viva così la loro relazione. Pertanto suggerisce che nel sogno i due protagonisti possono congiungersi a un livello più profondo, vivendo le loro emozioni e trovando conforto nella presenza reciproca. Il sogno poi accompagna tutta la narrazione, dove tutto l'immaginabile può essere sognato, ma anche il sogno più inatteso è un rebus che nasconde il desiderio, oppure il suo rovescio, la paura. Le Città, come i sogni, sono fatte di desideri e di paure, anche se il filo del loro discorso è segreto dove ogni cosa ne nasconde un'altra. La realtà perde la sua concretezza e diventa fluida e puramente mentale, realizzandosi nella fantasia. 

Le Città Invisibili sono un mondo da percorrere, attraversare e raccontare, nella convinzione che non tutto è perduto, e che i valori che hanno contribuito a rendere bella, anche se problematica, la nostra Città, sono pur sempre valori veri e possibili. 

Le Città Invisibili, una volta attraversate, sono anche da abitare attraverso atteggiamenti e parole di uomini e donne che si pongono in alternativa a coloro che, pur di non accogliere, trasformano la propria realtà, o per essere concreti, il Mare Mediterraneo, in un luogo per lamenti tragici da dare in pasto a famelici opinionisti. 

Le Città Invisibili sono anche tutte quelle esperienze che ci fanno sentire incompleti e bisognosi degli altri. Penso anche alla nostra Città/Scuola, dove spesso ci si sente autosufficienti e non bisognosi dello sguardo dell’altro, di un saluto cordiale. A volte la verità delle cose essenziali ci è tanto vicina da diventare per noi quasi invisibile, ci sfugge, meglio, l’altro mi è indifferente nel suo dasein, nel suo esserci dinanzi. Sarebbe bello se riuscissimo a rendere questi spazi comuni in luoghi di relazioni pulite e costruttive. 

In un lontano tempo, Rilke scrisse: «se la tua giornata ti sembra povera, non la accusare; accusa te stesso, che non sei abbastanza poeta da evocarne le ricchezze» (Lettere a un giovane poeta, Parigi, 17 febbraio 1903), come dire che siamo noi a rendere povero, fantasma e meschino un tempo o un luogo se siamo senza fantasia, senza sussulti, senza capacità di lasciarci sorprendere. Paradossalmente il potere della tenerezza spesso si intreccia nei fili della nostra trama quotidiana al punto da non captarla, e una conferma a ciò l’ho trovata in un detto di Eraclito, riferito da Aristotele, e riportato anche da Martin Heidegger. «Alcuni stranieri desideravano incontrare il filosofo di Efeso. Avvicinandosi, furono sorpresi dal vederlo mentre si riscaldava ad un forno. Leggendo nei loro volti la curiosità delusa, Eraclito fa loro coraggio e li invita espressamente ad entrare con queste parole: «οι θεοί είναι επίσης παρόντες εδώ απόσπασμα» ossia «gli dei sono presenti anche qui». Sicuramente il racconto non ci riporta se i visitatori abbiano capito subito queste parole. È evidente però che il messaggio che Eraclito intende trasmettere: «Επίσης εδώ»,«anche qui», presso il forno, dove ogni cosa e ogni pensiero è familiare, «anche qui» lì dove trascorriamo buona parte del nostro tempo.

Nella mia esperienza di uomo e di credente, spesso ritrovandomi a corto di speranza e di energie interiori necessari per riprendere il cammino, ho ripensato ad una serie di incontri ed emozioni che ho provato ascoltando e interiorizzando parole e storie particolarmente toccanti. In tal modo ho preso coscienza che non è assolutamente possibile prevedere e predisporre tutto, sia nella mia vita privata sia in quella che mi ha visto incrociare altre persone, altre storie e altre esperienze. 

Le iniziative possibili camminano su gambe di persone consapevoli, così come le parole sensate escono da cuori pacificati e sono espressione di volontà mai dome. Non si cambiano le nostre Città distruggendole ma abbracciandole, e non le si salvano solo con degli ideali e dei programmi decantati né solo con il senso del dovere. Le Città le salvano sia la passione di chi è capace di vivere profondamente la realtà senza mistificarla sia la passione di chi è capace di sentirsi parte della propria realtà, anche quella che meno piace, quella che consideriamo deviazione e che condanniamo senza alcuna riserva. Oggi più che mai c’è bisogno di altro, di assunzione di responsabilità e non certo di parole che mistificando la realtà trasudano violenza o che tendono a giustificare il male. 

Un progetto di vita valido è quello di sentirsi interpellati e riportati al centro: al centro della propria vita e delle proprie progettualità. Questo possono farlo solo incontri intensi e relazioni vere. Incontri che possono concretizzarsi anche attraverso una lettura, e relazioni che stabiliscono reciprocità tra persone e storie diverse. Quando ci lasciamo riportare al centro della nostra vita e delle nostre progettualità possiamo fare esperienze sorprendenti: di quelle che vanno in direzione diversa da quelle che predica e pratica la cultura prevalente.  

Le Città Invisibili sono anche una maniera per educare e educarsi alla relazione. L’attitudine alla relazione cresce, si sviluppa e per questo va educata. Educare le relazioni è esercizio e impegno: la relazione infatti non è un soave duetto tra l’io e il tu/noi, anzi spesso può essere un’esperienza pericolosa e aggressiva. Soprattutto quando viene toccata o messa in discussione l’identità di quanti entrano in relazione. È la storia dei nostri giorni che, accanto a esperienze di relazioni riuscite, ci fa toccare con mano le derive patologiche che possono avvelenare l’esperienza relazionale. E a tutti i livelli. Uno dei primi passi per “educare le relazioni” è il completo abbandono della logica del potere: il potere è un talento che serve non per mettersi al di sopra dell’altro ma per condividerne il suo esercizio.  

Nel complesso, il testo insieme ai tanti temi esplorati finora, come il desiderio, la relazione, i sogni e il potere della narrazione nel colmare le distanze emotive, aggiunge anche quello del viaggio come ricerca della verità: verità su stessi ma anche la propria verità in rapporto/relazione all’altro. Al tema del viaggio poi si innesta quello del ricordo ossia del riportare/ritornare al cuore, come dice l’etimologia della parola stessa. Il ricordo richiama nel presente del cuore e del sentimento qualcosa che non è più qui o non è più adesso. Non nella sua forma originale. E che però, per il solo ritornare in cuore, rivive – non come sogno fatuo o fantasticheria – ma come sentimento concreto, esperienza diretta. Il ricordo è la possibilità di consultare il passato, di interrogarlo, di distendersi ancora – e non per fuggire malati di nostalgia, bensì per capire ed essere capaci di cura e di responsabilità nel presente e nel futuro, per tenere alta la consapevolezza sorridente di chi siamo, da dove veniamo e di dove abbiamo la possibilità di spingerci, per non perdere niente di quello che naturalmente esce dalla nostra vita. Niente e nessuno.

La grande incisività del testo è probabilmente dovuta al fatto che le Città visitate dall’autrice, narratrice dell'opera, sono sì invisibili, poiché nate dall'immaginazione della scrittrice senza alcuna corrispondenza a luoghi concreti, ma non per questo meno reali. Le Città Invisibili è un testo dedicato a tutti coloro che hanno un amore lontano, che l’hanno perso o che non possono stringere tra le braccia una persona cara. Perché l’amore non è solo quello passionale ma quello che ci fa battere il cuore.

Amare qualcuno è desiderare ciò di cui si sente la mancanza. Platone stesso ci ricorda che la filosofia è logos e eros, conoscenza e amore, tra i quali non c’è contrapposizione ma convergenza. È la nostra stessa esperienza personale che ci rivela come nel desiderio amoroso sia sempre presente una componente di conoscenza della persona amata e un bisogno di assimilazione ad essa: l’amore è apertura di un’anima ad un’altra, intreccio inestricabile di aspetti sentimentali e conoscitivi al tempo stesso. 

Don Giuseppe Russo
Dopo la licenza in Teologia biblica e la laurea in Filosofia, ha insegnato sia presso l'Istituto Superiore di Scienze Religiose di Foggia in qualità di docente di Esegesi AT, sia in scuole superiori pubbliche come docente di filosofia e storia. Il 23 novembre 2021 ha conseguito il dottorato di ricerca in Teologia biblica. Attualmente insegna presso il Liceo Scientifico "Marconi" di Foggia. Da aprile 2022 per il mensile diocesano di Cerignola "Segni dei tempi" firma la pagina Apostolato biblico.

 

a cura  di asvis.it (fonte).

Siamo a metà strada del cammino dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite approvata nel 2015. Con questo Rapporto, analogamente a quanto fatto - con riferimento all’Unione europea e all’Italia - nel Rapporto an- nuale ASviS L’Italia e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile pubblicato nell’ottobre scorso, si analizza cosa è successo nei territori italiani negli otto anni che sono trascorsi dalla firma dell’Agenda 2030 e cosa deve succedere nei prossimi sette per conseguire i suoi 17 Obiettivi (Sustainable Development Goals - SDGs). Purtroppo, la situazione è tutt’altro che soddisfacente: infatti, l’Italia mostra avanzamenti gene- ralmente contenuti tra il 2010 e il 2022 per otto Obiettivi, una stabilità per tre e addirittura un arretramento per i rimanenti sei. Inoltre, mentre la Voluntary review dell’Unione europea del luglio scorso classifica il Goal 11 su città e comunità sostenibili tra quelli che negli ultimi cinque anni hanno registrato “progressi moderati”, il Rapporto annuale dell’ASviS descrive per l’Italia una situazione di sostanziale stabilità per questo Obiettivo.

Per invertire questa tendenza è stato compiuto un passo importante con l’approvazione, avvenuta nel set- tembre di quest’anno, dell’aggiornamento della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile (SNSvS). Tra i punti qualificanti della nuova Strategia vanno notati: l’impegno per migliorare la coerenza delle politiche, sia a livello nazionale, che tra quest’ultimo e quello territoriale, attraverso un modello di go- vernance multilivello analogo a quello che l’ASviS ha contribuito a sviluppare nelle esperienze delle Regioni Emilia-Romagna, Lombardia, Valle d’Aosta e Veneto; l’introduzione di “obiettivi quantitativi”, in larga parte definiti da normative dell’Unione europea, che costituiscono un input puntuale di cui il decisore pubblico deve tenere conto nel definire le azioni atte a favorire lo sviluppo sostenibile a livello locale.

QUI IL PDF DEL RAPPORTO ASVIS TERRITORI 2023

Nello stesso giorno in cui il governo italiano approvava la nuova Strategia, l’SDGs Summit delle Nazioni Unite ha concordato una Dichiarazione politica, successivamente approvata dall’Assemblea generale, con la quale si prende atto che il conseguimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile a livello globale è in pe- ricolo e si ribadisce la necessità di attuare l’Agenda 2030 anche grazie alla sua “territorializzazione”, cioè all’impegno a calarla nelle decisioni assunte a livello locale. In tale quadro, ciascuno Stato, e quindi anche l’Italia, si è impegnato a dotarsi di Piani nazionali di accelerazione per attuare l’Agenda 2030. L’ASviS, come descritto nel Rapporto annuale, anche in ragione dei risultati decisamente insoddisfacenti fin qui conseguiti dall’Italia rispetto agli SDGs, ha proposto di predisporre il Piano italiano entro marzo 2024, così da poter influenzare la predisposizione del prossimo documento di Economia e finanza.

Oltre l’analisi quantitativa e qualitativa rispetto ai diversi Obiettivi dell’Agenda 2030 (cui sono dedicati i Capitoli 2 e 5), unica nel panorama nazionale ed europeo, questo Rapporto affronta alcune questioni dalle quali dipenderà in modo decisivo la possibilità di migliorare significativamente la condizione dei territori italiani e le fortissime disuguaglianze che li caratterizzano. In particolare, il Capitolo 3 analizza le caratteristiche e i limiti delle politiche di coesione condotte negli ultimi anni, con un approfondimento particolare relativo alle aree interne e alla montagna, nonché il ruolo delle città nelle Strategie regionali di sviluppo sostenibile fin qui elaborate, mentre il Capitolo 4 si concentra sui rischi naturali e su quelli di origine antropica, tra cui quelli sismici, vulcanici e idrogeologici, da siccità e desertifica¬zione, da incendi e ondate di calore, da incidenti in impianti industriali.

Proprio il tema dei rischi naturali e antropici, da considerare in relazione ai gravi danni prodotti dai cambiamenti climatici, è un aspetto che dovrebbe acquisire una centralità sempre maggiore nel disegno delle politiche. Insieme al rischio sismico e vulcanico, significativo in una vasta parte del Paese per la dif- fusa vulnerabilità di edifici e infrastrutture, bisogna sottolineare che le alluvioni si stanno moltiplicando con grande frequenza (solo nel 2023 in Emilia-Romagna, Toscana, Marche e vari territori in altre Regioni) e che le frane censite sul territorio nazionale sono oltre 621mila, circa il 66% di quelle complessivamente ri- levate in Europa. Stanno aumentando anche i rischi di siccità, desertificazione, incendi e ondate di calore. Vanno segnalati anche i 970 stabilimenti a rischio di incidente rilevante, molti dei quali sono in zone sismiche e di fragilità idrogeologica.

Se in tutto il Rapporto le valutazioni legate alle proposte di policy presentano i relativi paragrafi suddivisi in due parti, Situazione attuale e Problemi aperti e prospettive, il Capitolo 6 illustra in maniera integrata una serie di proposte per realizzare politiche finalizzate ad accelerare l’attuazione dell’Agenda 2030 a livello locale, riguardanti il governo del territorio e la rigenerazione urbana, le politiche abitative, la de- carbonizzazione dei trasporti, il potenziamento dei servizi ecosistemici, il miglioramento della qualità del- l’aria, le infrastrutture verdi, l’adattamento dei centri urbani al cambiamento climatico e la prevenzione del dissesto idrogeologico. Infine, il Capitolo 7 illustra 66 buone pratiche territoriali per l’attuazione del- l’Agenda 2030, cui si aggiungono iniziative rilevanti come la Missione UE delle 100 città a neutralità clima- tica entro il 2030, in cui sono coinvolte nove città italiane, e lo sviluppo della Rete dei Comuni sostenibili.

LA SITUAZIONE DELLE REGIONI, DELLE PROVINCE E DELLE CITTÀ METROPOLITANO RISPETTO ALL’AGENDA 2030

Per valutare le performance dei territori italiani rispetto ai diversi SDGs è possibile guardare sia ai livelli assoluti conseguiti dalle singole Regioni e Province Autonome e ai divari tra di essi, sia alle dinamiche tem- porali che le caratterizzano. Nel Rapporto di quest’anno si fornisce, per la prima volta, una sintesi delle principali evidenze mostrate dagli indicatori compositi elaborati dall’ASviS (Tab. 5.1 pag. 101) sulla base di dati forniti dall’Istat e da altri istituti appartenenti al Sistema Statistico Nazionale, la quale considera sia il posizionamento del livello dell’indice composito del singolo territorio rispetto a quello medio italiano, sia la variazione degli indici territoriali tra il 2010 e il 2022 per ciascuno dei 14 Goal per cui sono disponibili  i dati. La combinazione di queste due informazioni permette di valutare congiuntamente, per ogni Regione e Provincia autonoma, la sua evoluzione rispetto ai Goal dell’Agenda 2030 e il livello a cui esso si attesta rispetto al livello medio nazionale.

Per quanto riguarda l’andamento temporale si sottolinea che, nel periodo 2010-2022, l’Italia e i suoi ter- ritori non hanno fatto passi avanti significativi rispetto ai Goal dell’Agenda 2030 e i comportamenti tra le diverse ripartizioni (Nord-ovest, Nord-est, Centro e Mezzogiorno) sono abbastanza omogenei.

In estrema sintesi;

  • In termini dinamici, se forti miglioramenti riguardano, a livello nazionale, solo due Goal (salute ed economia circolare), anche la stragrande maggioranza delle Regioni e delle Province autonome mo- stra tendenze decisamente positive in uno o due Goal al massimo, con la sola eccezione positiva della Valle d’Aosta, che segna netti miglioramenti per tre Parallelamente, se i peggioramenti re- gistrati a livello nazionale riguardano in modo prevalente quattro Goal (povertà, qualità degli ecosi- stemi terrestri, risorse idriche e istituzioni, di cui i primi due in modo più significativo), anche la maggioranza delle Regioni e Province autonome registra peggioramenti in tre o quattro Goal, con l’eccezione positiva della Toscana, dove si rilevano arretramenti solo per due Goal, e le eccezioni ne- gative per Molise e Basilicata, che mostrano tendenze negative per ben sei Goal;
  • guardando al livello raggiunto dai singoli territori rispetto a quello medio nazionale, anche con riferi- mento alle categorie dell’Agenda 2030 si ripropone la tipica dicotomia tra il Mezzogiorno e le altre ripartizioni. Infatti, le Regioni del Mezzogiorno presentano, mediamente, valori inferiori alla media ita- liana in 11 Goal, mentre nelle altre ripartizioni il numero dei Goal per i quali si rileva un valore inferiore a quello medio nazionale è mediamente pari a

Per valutare come si sono evolute nel tempo le differenze territoriali che caratterizzano il nostro Paese, tra il 2010 e l’ultimo anno nel quale sono disponibili i dati (2021 o 2022), per i 14 Goal analizzati sono state messe a confronto le medie dell’indice composito delle cinque Regioni e Province autonome con le migliori performance con i valori relativi alla media nazionale e a quelli delle cinque Regioni e Province autonome più problematiche (paragrafo 3.6 pag. 67). Il Rapporto mostra come le differenze territoriali, che nel 2010 erano già molto marcate:

  • sono diminuite solo per due Goal: lotta alle disuguaglianze (Goal 10), solo a causa del peggioramento delle Regioni con le migliori performance, e istituzioni (Goal 16);
  • sono rimaste sostanzialmente invariate per cinque Goal: povertà (Goal 1), agricoltura e alimentazione (Goal 2), lavoro e economia (Goal 8), infrastrutture, imprese e innovazione (Goal 9) e economia circolare (Goal 12);
  • sono aumentate per ben sette Goal: salute (Goal 3), istruzione (Goal 4), parità di genere (Goal 5), acqua (Goal 6), energia (Goal 7), città e comunità (Goal 11) e vita sulla terra (Goal 15).

Il Rapporto illustra anche il confronto, per 24 obiettivi quantitativi, tra i risultati dell’Italia e quelli delle singole Regioni e Province autonome. In estrema sintesi, limitandosi agli obiettivi quantitativi raggiungibili entro il 2030 e quelli particolarmente critici, per i quali ci si sta allontanando da essi, risulta che per quelli a prevalente:

  • carattere sociale, 14 Regioni e Province autonome hanno la possibilità di ridurre sotto il 9% la dispersione scolastica e 15 di fornire servizi educativi per l’infanzia per il 33% degli aventi Di contro, per quanto riguarda l’obiettivo del 50% di laureati (in età 30-34 anni) in 12 Regioni o Province autonome la quota di laureati sta diminuendo;
  • carattere ambientale, l’obiettivo di pervenire al 25% di SAU destinata a coltivazioni biologiche è rag- giungibile da 11 territori su Numerosi sono invece gli obiettivi con forti criticità, come quelli relativi all’efficienza idrica, alla riduzione del 20% dell’energia consumata e all’azzeramento del consumo di suolo, per i quali in circa due/terzi dei territori la situazione sta peggiorando, fermo restando che nes- suna Regione o Provincia autonoma sembra avere la possibilità di raggiungerli entro il 2030;
  • carattere economico, l’accesso alla copertura della rete Gigabit per tutte le famiglie appare un obiet- tivo raggiungibile da 18 Al contrario, emerge una situazione estremamente critica per la ridu- zione di rifiuti urbani prodotti pro-capite: in 15 territori, infatti, tale produzione sta aumentando e in nessuna area si registrano miglioramenti significativi per questo indicatore;
  • carattere istituzionale, si segnala che, nonostante l’obiettivo al 2030 di ridurre del 40% la durata media dei procedimenti civili rispetto al 2019, in 12 territori su 21 essa sta aumentando, il che rende per essi irraggiungibile l’obiettivo.

LE PROPOSTE PER POLITICHE TERRITORIALI VOLTE AD ATTUARE L’AGENDA 2030

Come già sottolineato, il Rapporto avanza numerose proposte riguardanti le diverse tematiche esaminate, tra le quali si segnalano le seguenti:

  • Per la prevenzione del rischio idrogeologico nel periodo 2013-2019 è stato speso un decimo (2 miliardi) di quanto è costata l’emergenza (20 miliardi), oltre alle vittime e al costo sopportato dai Per ri- durre i danni provocati dalle catastrofi, è urgentissimo adeguare in via straordinaria la pianificazione di bacino (PAI), sovraordinata alla pianificazione urbanistica comunale, alle nuove mappe di pericolosità contenute nei PGRA delle Autorità di bacino distrettuali. L’aumento della capacità di spesa per la pre- venzione, dagli attuali 300 milioni ad almeno 1 miliardo l’anno, va realizzato attraverso procedure chiare e univoche, qualità della progettazione e sviluppo di sistemi assicurativi fondati sulla collabo- razione tra pubblico e privato.
  • Le Politiche per il Mezzogiorno devono tenere conto dell’amara constatazione, contenuta nell’Ottava Relazione sulla politica di coesione della Commissione europea del 2022, che nel periodo 2001-2019 il PIL pro capite delle Regioni italiane in termini reali o è diminuito o è cresciuto di meno del 2%, come in Grecia, Spagna e Portogallo, a differenza dei Paesi dell’Europa orientale dove la politica di coe- sione ha Anche i dati sulla produttività e sulla qualità istituzionale si muovono nella stessa direzione.

La politica di coesione va pertanto completamente reimpostata con l’obiettivo di raggiungere chiari traguardi al 2030. La scelta del Governo di unificare la programmazione del PNRR e quella dei fondi europei e nazionali del ciclo 2021-2027 va nella giusta direzione, ma essa deve assumere in modo espli- cito, come quadro di riferimento, le Strategie nazionale e regionali per lo sviluppo sostenibile e deve superare i suoi tre limiti atavici e ben noti: mancanza di complementarità con le politiche ordinarie, polverizzazione degli interventi e cattiva qualità delle strutture di governo nazionali e regionali;

  • La Strategia nazionale per le aree interne (SNAI) ha riconosciuto il ruolo e le problematiche specifi- che di questi territori, ma non è stata condotta alcuna valutazione della sperimentazione 2014-2020 e la Strategia è stata sostanzialmente regionalizzata. Il necessario recupero del protagonismo degli at- tori locali e del metodo place-based per la selezione degli investimenti può avvenire con Il Piano stra- tegico nazionale delle aree interne (PSNAI), che deve essere approvato dalla Cabina di regia di recente.

Al contrario, il tema della montagna ha una incerta considerazione nelle politiche di coesione, ma l’in- teresse suscitato dalla estesa partecipazione al bando per le Green community ha suggerito ad alcune Regioni di dare continuità a questa politica, una continuità da trasferire anche a livello nazionale. L’au- mento del Fondo per la montagna e l’approvazione da parte del governo di una nuova proposta di legge sono segnali positivi da rendere operativi nel prossimo futuro.

Le risorse per le Strategie per lo sviluppo urbano sostenibile (SUS) nei Programmi regionali delle po- litiche di coesione, per il Programma nazionale Metro Plus e città medie del Sud e per i dodici Pro- grammi complementari dedicati alle Città metropolitane del Fondo sviluppo e coesione (FSC) ammontano complessivamente a più di 8 miliardi di euro nel periodo 2021-2027. Si tratta di un’occa- sione unica per integrare tutti i finanziamenti (PNRR, politiche ordinarie) attraverso l’elaborazione di una Agenda urbana nazionale per lo sviluppo sostenibile, di cui quella elaborata nel 2022 dal mini- stero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili costituisce un primo esempio. A tal fine, va final- mente attivato il Comitato interministeriale per le politiche urbane (CIPU) ricostituito nel 2021 e finalizzato a rappresentare la dimensione urbana della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile.

  • In materia di governo del territorio e rigenerazione urbana la novità più significativa è la ricostituzione della Commissione periferie della Camera che offre una nuova opportunità per colmare tre gravi lacune legislative, in quanto essa può:
  • inviare una relazione alla Camera sul governo del territorio per un iter spedito della legge;
  • favorire la conclusione del percorso legislativo sulla rigenerazione urbana estraendo un nucleo es- senziale di norme dal testo unificato del Senato della precedente legislatura;
  • sollecitare una legge, come sarebbe preferibile, o in subordine una norma, che demandi ad una Intesa nella Conferenza Stato-Regioni, con il potere sostitutivo del Governo, la determinazione della quan- tità massima di consumo di suolo ammesso in ciascuna Regione e la sua ripartizione per ambiti territoriali.

Le politiche abitative soffrono della mancanza di una programmazione degli investimenti e di un ap- proccio episodico e frammentato. Va riqualificato e incrementato il patrimonio di edilizia residenziale pubblica (ERP), vanno garantiti stanziamenti costanti ai fondi di sostegno per l’affitto e va approvata una legge per la regolamentazione delle locazioni brevi, con un ruolo decisionale affidato ai Comuni ed alle Città metropolitane.

  • Il settore dei trasporti ha accresciuto il suo peso sulle emissioni climalteranti nazionali complessive, pas- sando dal 24% nel 1990 al 31% nel La proposta di Piano Nazionale Integrato energia-Clima (PNIEC) inviata dall’Italia alla Commissione europea il 30 giugno 2023 prevede che entro il 2030 si utilizzerà il 47% di biocarburanti liquidi e solo il 26% di elettricità da fonti rinnovabili. Ciò non appare coerente con la cessazione dell’immatricolazione di veicoli nuovi a motore termico a partire dal 2035 e non per- mette di azzerare l’uso dei biocarburanti di prima generazione da colture dedicate entro il 2030.

Per decarbonizzare i trasporti occorre proseguire nell’attuazione della Strategia europea, fatta pro- pria dall’Italia con il Piano della transizione ecologica (PTE), conseguendo i target al 2030 per gli au- tobus e le auto elettriche, la crescita del traffico merci su ferrovia, riservando i biocarburanti avanzati per i trasporti non elettrificabili, come l’aviazione e la navigazione a lunga distanza.

  • I servizi ecosistemici sono la domanda di funzioni esercitate in natura per regolare gli equilibri degli ecosistemi che può essere sollecitata anche attraverso il loro pagamento, come previsto dalla legge 221 del 2015, mai attuata. Tale importante risultato può essere conseguito:
  • attraverso i processi di pianificazione territoriale;
  • con la tecnica urbanistica della perequazione per fare affluire maggiori risorse ai territori che li producono;
  • con l’utilizzo di una quota delle tariffe idriche per interventi di tutela dei territori dai quali viene prelevata l’acqua;
  • con l’estensione dell’esperienza del Parco nazionale dell’Apennino Tosco-emiliano per collocare sul mercato volontario crediti di sostenibilità e crediti di carbonio legati alla salvaguardia e alla riqua- lificazione del patrimonio forestale
  • L’inquinamento atmosferico rappresenta ancora il principale fattore di rischio ambientale per la salute in Europa e sul nostro Paese sono pendenti due condanne e una procedura di infrazione europea per il superamento dei limiti in numerose La proposta di nuova Direttiva europea dell’ottobre 2022 introduce limiti più stringenti, ma ha suscitato numerose proteste. La richiesta di flessibilità avanzata dall’Italia non va intesa come un ulteriore rinvio, anche perché vanno affrontati con decisione tre temi fondamentali:
    • Il contenimento delle emissioni di ammoniaca degli allevamenti zootecnici intensivi e dello span- dimento dei fertilizzanti azotati in agricoltura;
    • la drastica riduzione del numero di veicoli altamente inquinanti, a partire da quelli con motori diesel alimentati a gasolio;
    • la diminuzione delle biomasse e del gasolio utilizzati per il riscaldamento civile.

La legge n. 10 del 2013 sugli spazi verdi urbani ha contribuito a diffondere nel Paese e presso le ammi- nistrazioni locali una maggiore sensibilità che non si è però tradotta né in un incremento significativo delle aree verdi, né in una diffusione della pianificazione specifica. La Nature restoration law europea rappresenterà una svolta per il ripristino degli ecosistemi e richiederà un deciso cambio di passo in Italia, attraverso una campagna nazionale di educazione e sensibilizzazione, l’obbligatorietà dei Piani comunali del verde urbano e l’utilizzo delle aree di proprietà pubblica come volano per incrementare le infrastrutture verdi nelle città.

  • Nonostante l’incombere di eventi catastrofici legati al cambiamento climatico, a otto anni dall’appro- vazione della Strategia per l’adattamento, il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC) non è ancora stato approvato definitivamente dopo la conclusione della consultazione di Va- lutazione ambientale strategica (VAS). Per evitare che il Piano nasca vecchio, in particolare per il settore Insediamenti urbani, è necessario dargli una struttura pienamente integrata con gli altri strumenti di programmazione territoriale, includere i temi dell’adattamento urbano nel governo del territorio e definirne le priorità (infrastrutture verdi, ciclo delle acque, arresto del consumo di suolo e soluzioni basate sulla natura).

Il n.131, Anno XIII, di "Voci e Volti", il periodico dell’Arcidiocesi di Manfredonia - Vieste - San Giovanni Rotondo, è online ed è consultabile sul suo sito.

Il mensile diocesano è aperto a tutti, consultabile sul web, con una bella grafica e di facile lettura.

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