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A seguito di una mirata e programmata attività di controllo del territorio finalizzata alla tutela della fauna ed al rispetto della normativa in campo venatorio, i militari appartenenti ai nuclei Carabinieri Forestale della provincia di Foggia coordinati e diretti dal Gruppo di Foggia hanno eseguito una intensa attività di controllo che ha portato al sequestro di numerosi richiami acustici utilizzati illegalmente per l’attività venatoria.

L’utilizzo di attrezzatura non consentita usata in forma indiscriminata viola le regole dettate dalla L. 157/92 per l’esercizio corretto dell’attività venatoria.

Utilizzando richiami acustici, infatti, si induce la fauna a spostarsi ed essere ingannata per poi essere indiscriminatamente abbattuta.

Durante i controlli e il monitoraggio del territorio si è appurato che ignoti celavano durante la notte dei richiami acustici, all’interno di stoppie e incolti attivandoli a distanza o con dei temporizzatori, e riproducendo versi di volatili durante tutta la notte esercitavano alle prime ore dell’alba la caccia abbattendo tutti gli animali attirati.

Il servizio mirato ed il capillare controllo del territorio e dei soggetti intendi all’esercizio venatorio è uno dei compiti istituzionali dei Carabinieri Forestali impegnati da sempre nella tutela dell’ambiente e della fauna.

Raffaele Vittorio Cassitto, fine studioso viestano di discipline agrarie, dopo aver pubblicato diversi testi riguardanti le condizioni economiche e sociali della Capitanata  (Estensione e produzione olearia Garganica e i suoi rapporti col commercio nel 1914[1], Climatologia di Viesti in rapporto all’agricoltura [2] nel 1915, Le Ciammaruchelle (lumache) [3] nel 1922,  La coltivazione e l’industria del fico d’india [4] nel 1924, I capperi [5] nel 1925), scrive e pubblica nel 1925 Piccole industrie rurali in Capitanata. I lampasciuli [6].

Il testo di Cassitto, poco noto ai nostri tempi, è stato meritatamente ricordato in un articolo del 2016 da Annalisa Grana[7], ambasciatrice dell’Accademia Italiana di Gastronomia Storica, oltre che citato in un articolo del P.A.T. di Puglia (prodotto agroalimentare tradizione italiana) dal titolo Nella terra dei lampascioni: un viaggio in Puglia tra storia, tradizioni e ricette [8]. Ai fini dell’iscrizione dei lampascioni o lambascioni nell’elenco del P.A.T. di Puglia è stato necessario produrre una ricerca storica[9] che riassumo in breve partendo dall’anno 1855, quando Carlo De Cesare, in un capitolo sulle produzioni spontanee di un testo riguardante le condizioni economiche delle province pugliesi, scrive, tra l’altro, che «i bulbi del “Muscari comosum” detti volgarmente lambascioni» vengono universalmente usati dalla plebe[10]. Successivamente, in un testo del 1914, Francesco Cirillo sostiene quanto segue: «Si rinvengono inoltre grandi quantità di bulbi di muscari che sono buoni per i visceri ed appartengono alla famiglia delle gigliacee il popolo li chiama lampasciuni, e da qualche anno sono esportati in America da Ascoli e Minervino»[11]. Grazie alla testimonianza di Cassitto del 1925 si viene a conoscenza dell’importanza in Capitanata dei lampascioni nei primi decenni del Novecento, mentre è di metà Novecento la documentazione dei falliti tentativi di coltivare il Muscari dell’agronomo professor Enrico Pantanelli, autore del testo Uso del cipollaccio per l’alimentazione e la produzione di alcool [12]. Infine, nel 1991 lo storico tarantino Luigi Sada ci riporta alla corretta etimologia del termine: lambascione con la lettera b[13], mentre le ricerche storiche del D’Ambrosio del 1995 ci riferiscono che il lambascione veniva servito sin dal 1756 nel seminario di Otranto[14].

Il libretto del 1925 di Cassitto, di appena una ventina di pagine, - un estratto del quale era già stato pubblicato nel 1922 nel numero 9 del giornale «Il foglietto» - testimonia l’importanza in Capitanata del Muscari Comosum nei primi decenni del Novecento, tanto da costituire «una piccola industria redditizia» risalente agli anni che avevano preceduto la Grande Guerra. I primi a cimentarsi nella raccolta e nella commercializzazione del lambascione erano stati i contadini di Ascoli Satriano, che già nel 1911 ne avevano esportavano trecento quintali ottenendo «lauti guadagni», tanto che la raccolta del bulbo edule si era estesa nei territori di Sant’Agata di Puglia, Ordona, Foggia e, in seguito, in quelli di Ortanova, Castelluccio dei Sauri, Bovino e Troia, subendo una pausa solo dovuta al conflitto mondiale. Finita la guerra, a causa della miseria, della carenza di prodotti alimentari, dell’enorme spinta al rialzo dei prezzi, della svalutazione dei salari, la raccolta dei lampascioni riprese a livello industriale diffondendosi anche nei territori di San Severo, Torremaggiore, Trinitapoli, Cerignola, Lucera e Subappennino, Lesina, Apricena e solo in poche realtà garganiche come San Nicandro.

Si ebbe un netto incremento della raccolta e dell’esportazione, passate dai mille quintali antecedenti la guerra ai duemila del 1919, tremila e cinquecento del 1920, ottomila del 1921, dodicimila del 1924. Nel Dopoguerra, i lambascioni cominciarono a essere proposti anche in trattorie e ristoranti e richiesti da benestanti[15].

Cassitto si sofferma sul riconoscimento delle «virtù terapeutiche e afrodisiache» del lambascione, attestate da medici, botanici, scrittori antichi e moderni e conosciuto sin dall’antico Egitto. Nel 1888 il dottor Curci, alla ricerca delle proprietà farmacologiche del Muscari Comosum, accertava  proprietà espettoranti nell’acqua di cottura[16], mentre Oreste Mattirolo, direttore dell’Orto Botanico di Torino, trent’anni dopo sosteneva che i lampasciuli rappresentavano un alimento di grande interesse nel mondo greco e romano, tanto da figurare negli scritti di autori importanti quali Discoride, Teofrasto, Plinio e Galeno[17]. Le qualità lassative e diuretiche del bulbo erano poi dimostrate dal direttore della Stazione Sperimentale Agraria di Bari, il professore Pantanelli[18], mentre il sempre polemico professor La Pietra nello stesso anno, il 1920, attribuiva erroneamente le proprietà purgative all’olio di oliva con cui venivano conditi i bulbi[19].

La raccolta dei lambascioni avveniva tra fine dicembre e marzo con l’uso di zappette oppure a mano nei terreni arati. Erano inizialmente raccolti da contadini e terrazzani ai fini dell’autoconsumo, ma quando cominciarono a essere ricercati per l’esportazione, diventando una risorsa economica rilevante, si videro vagare per i campi alla loro ricerca intere famiglie comprese giovani ragazze, tanto che nel 1924 la raccolta dei lambascioni raggiungeva la considerevole cifra di dodicimila quintali di cui ben diecimila venivano esportati negli Stati Uniti e, in parte, nel Brasile e in Argentina. In definitiva, in particolare per il Tavoliere, l’attività di raccolta era diventata una vera risorsa economica e si stava avviando verso la costituzione di una «piccola industria rurale» con noti industriali di frutti eduli spontanei, quali «i fratelli Orlando e Mario Casalanguida, ed un tempo i signori De Angelis, Titta Francesco Paolo e Luigi Contessa, oltre tutta una schiera di piccoli incettatori sparsi nei principali centri di produzione»[20], che spedivano in sacchi da un quintale lambascioni ripuliti a Napoli, dove venivano sistemati in casse da 50 chilogrammi e spediti nelle Americhe. Una persona adulta riusciva a raccogliere dai dieci ai quindici chili di bulbi che vendeva «all’incettatore od all’industriale per L 2 o 2,5 al chilo, realizzando così un guadagno giornaliero dalle 20 alle 35 lire», oppure a un prezzo maggiorato «per le strade delle città a lire 2,50 ed anche 3»[21].

Cassitto lamentava la scarsa conoscenza e considerazione del Muscari Comosum nel Subappennino e nel Gargano, i cui territori pianeggianti e collinari erano ricchi di lambascioni di ottima qualità. In particolare, l’autore indicava le seguenti località del Gargano: “Le Mezzane”, “Mezzanelle”, “Piano Piccolo”, “Piano Grande” nel territorio di Vieste, “Piano di Vento” e “Niuzi” in quello di Ischitella, oltre a svariate aree di Carpino, Sannicandro Garganico e San Giovanni Rotondo[22].

In conclusione, l’agronomo viestano riservava alla pianta del Muscari Comosum «un grande avvenire industriale», particolarmente significativo in un momento di gravi crisi economiche e sociali, laddove le famiglie contadine del Mezzogiorno sopravvivevano alle tristi condizioni generate dalla guerra, dall’inflazione fortemente cresciuta alla carenza di beni primari, dalla disoccupazione al carovita e al deprezzamento dei salari[23].

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[1] R. V. Cassitto, Estensione e produzione olearia Garganica e i suoi rapporti col commercio, Napoli, Tip. Giaccio e Frezza, 1914.

[2] R. V. Cassitto, Climatologia di Viesti in rapporto all’agricoltura con appendice alla climatologia Garganica, Bari, Tip. Alighieri, 1915.

[3] R. V. Cassitto, Le Ciammaruchelle (lumache), Foggia, Bollettino della Camera di Commercio di Foggia, anno X, n. 1, 1922.

[4] R. V. Cassitto, La coltivazione e l’industria del fico d’india, Foggia, Tipografia Paolo Cardone, 1924.

[5] R. V. Cassitto, I capperi, Foggia, Tip. P. Cardone, 1925.

[6] R. V. Cassitto, Piccole industrie rurali in Capitanata. I lampasciuli, Foggia, Tip. P. Cardone, 1925.

[7] A. Grana, Storia e proprietà lampasciuoli di Capitanata, in «Taccuini Gastrofisici.it», 4 dicembre 2016.

[8] PAT-Puglia, Nella terra dei lampascioni: un viaggio in Puglia tra storia, tradizioni e ricette (https://www.patpuglia.it/it/20/Nella_terra_dei_lampascioni:_un_viaggio_in_puglia_tra_storia_tradizione_e_ricette/2).

[9] Dati, informazioni, autori della ricerca storica sono tratti da PAT-Puglia, Nella terra dei lampascioni: un viaggio in Puglia tra storia, tradizioni e ricette, cit. e da P. Santamaria-M. Renna, Come Bio vuole. Il percorso partecipativo della Compagnia del Carosello per una comunità del cibo, Bari, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, 2021, pp. 104-108.

[10] C. De Cesare, Delle condizioni economiche e morali delle classi agricole nelle tre province della Puglia, Napoli 1859.

[11] F. Cirillo, Cenno storico della città di Cerignola, Cerignola, Pescatore, 1914, p. 50, cit. tratta da P. Santamaria-M. Renna, Come Bio vuole, cit., p. 106.

[12] E. Pantanelli, Uso del cipollaccio per l’alimentazione e la produzione di alcool, Annali R. Stazioni sperimentali Agrarie italiane, Vol. LIII, 1920.

[13] L. Saba, La cucina nella terra di Bari, Padova, Muzzio Editore, 1991, pp. 66-67.

[14] P. Santamaria-M. Renna, Come Bio vuole, cit., p. 118.

[15] R. V. Cassitto, Piccole industrie rurali in Capitanata. I lampasciuli, cit., pp. 3-4.

[16] A. Curci, Ricerche farmacologiche sul Muscari Comosum, in «Annali di Chimica e Farmacologia», Vol. 7, Serie IV, 1888.

[17] O. Mattirolo, I bulbi del Muscari Comosum (Cipollaccio o fiocco) proposti come alimento anche alle popolazioni dell’Italia Settentrionale, in «Annali R. Accademia di Agricoltura», n. 61, Torino 1918.

[18] E. Pantanelli, Uso del cipollaccio per l’alimentazione e la produzione di alcool, cit.

[19] M. La Pietra, Il Moscarino, in «Il Coltivatore», Fratelli Ottavi, n. 30, 1920.

[20] R. V. Cassitto, Piccole industrie rurali in Capitanata. I lampasciuli, cit., p. 14.

[21] Ivi, p. 13.

[22] Ivi, pp. 13-14.

[23] Cfr. ivi, p. 16.

Si terrà il 10 ottobre alle ore 21,00 presso Teatro del Fuoco di Foggia, lo spettacolo "I dialoghi della Vagina", nell'ambito delle attività promosse dall'Ufficio della Consigliera di parità della Provincia di Foggia, Assunta Di Matteo.

Il Teatro al Femminile fondato su inclusione, condivisione e creazione di luoghi che accolgano flussi e fermenti artistici, accoglie e presenta una commedia dove l’interazione con il pubblico abbatte non solo la quarta parete, ma anche tabù e luoghi comuni legati all’universo femminile; Scritto e diretto da Virginia Risso, giovane artista torinese pluripremiata e poliedrica nel panorama teatrale italiano.

L’irresistibile capacità delle attrici di raccontare e raccontarsi, regala allo spettatore una performance esilarante e molti spunti di riflessione dall'intuizione avanguardista, insieme all’autrice, Gaia Contrafatto, piemontese e collaboratrice storica di Teatro al Femminile. A fare da sfondo in scena, le opere di Elena Romanovskaya, pittrice di origine russa. Nel 2022 I dialoghi della Vagina ha vinto il premio Miglior spettacolo e Miglior Attrice (Virginia Risso) al Concorso nazionale Lo strappo nel cielo di carta (VV) ed è stato selezionato al Festival del Teatro Aperto (PZ), al Milano Fringe Festival e al Catania Fringe Festival, dove ha ottenuto il Premio COMICS.

La serata è organizzata da Torino città per le donne, associazione di promozione sociale che ha recentemente promosso una legge di iniziativa popolare per modificare la legge elettorale regionale e introdurre la doppia preferenza di genere.

La Polizia di Stato, in seguito ai disordini verificatisi in data 01.10.2023 nei momenti antecedenti alla manifestazione sportiva “Foggia Calcio 1920 – S.S. Turris”, tenutasi presso lo stadio comunale Pino Zaccheria di Foggia, avviava una approfondita attività d’indagine al fine di identificare gli autori delle condotte criminose.

In particolare, il personale della Digos della Questura di Foggia riusciva a ricostruire gli accadimenti illeciti caratterizzati da un copioso lancio di artifici pirotecnici, grossi petardi, ed altri oggetti pericolosi, posti in essere da un gruppo di tifosi foggiani contigui al mondo Ultras che aggredivano i supporters ospiti durante la fase di  transito e/o trasferimento degli stessi presso lo stadio comunale di Foggia.

L’immediato intervento del personale della Polizia di Stato, impiegato nell’attività di scorta dei tifosi campani, impediva che la situazione degenerasse ulteriormente, difatti frapponendosi tra le contrapposte fazioni, scongiurando gravi conseguenze per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica.   

Le prime indagini compiute dai poliziotti permettevano di procedere, nei previsti termini di legge e/o comunque entro quarantotto ore dai fatti delittuosi, all’arresto in flagranza differita di 3 supporters foggiani, ritenuti responsabili, a vario titolo ed in concorso tra loro, delle violazioni previste dalla Legge 401 del 13.12.1989, cosiddetta normativa antiviolenza negli stadi.

I predetti individui sono stati posti agli arresti domiciliari a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Per gli stessi soggetti il Questore della Provincia di Foggia ha emesso provvedimento di DASPO della durata di 3 anni con obbligo di firma per 1 anno.

Sono in corso ulteriori approfondimenti investigativi finalizzati alla identificazione di altri individui che avrebbero partecipato agli scontri avvenuti all’esterno dello stadio comunale Pino Zaccheria prima della partita di calcio Foggia-Turris.

Va precisato che la posizione delle persone coinvolte nelle predette operazioni di polizia è al vaglio dell’Autorità Giudiziaria e che le stesse non possono essere considerate colpevoli sino alla eventuale pronunzia di una sentenza di condanna definitiva.

Sono riprese da qualche giorno, e proseguiranno per tutto il mese di ottobre, le attività della Polizia Locale a completamento del progetto “Nessuno tocchi i miei nonni”, finalizzato alla prevenzione ed al contrasto delle truffe alle persone in condizione di particolare vulnerabilità emotiva, anche in ragione dell’età avanzata. Tra queste, la realizzazione di info-point itineranti in strade e piazze cittadine per diffondere una conoscenza specifica dei rischi, con informazioni dirette sui comportamenti adeguati che le potenziali vittime possono porre in essere per difendersi dai tentativi di truffa.

Le persone anziane che abbiano il sospetto di essere vittime, o anche solamente a rischio, di truffe possono telefonare al numero dedicato: 0881-790506 o inviare una e-mail all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.." target="_blank">Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. 

Inoltre è stato predisposto un vademecum informativo che può essere anche consultato e/o scaricato dal sito web: polizialocale.comune.foggia.it

Il progetto “Nessuno tocchi i miei nonni”, viene attuato dal Corpo di Polizia Locale della Città di Foggia, in esecuzione di un protocollo d’intesa sottoscritto dal Comune e dalla Prefettura di Foggia, con il contributo erogato dal Fondo Unico Giustizia. 

L’impegno della Polizia Locale di Foggia su questo tema, in ragione dell’allarme sociale generato dalle specifiche condotte criminali, continuerà anche in futuro. Infatti sarà avviata nei prossimi mesi una ulteriore progettualità, avente analoga finalità, in esecuzione di un nuovo protocollo d’intesa recentemente sottoscritto dal Comune e dalla Prefettura di Foggia.

Venerdì 6 ottobre, ore 18.30. Aula Magna “Giovanni Cipriani” dell’Università di Foggia. L’autore di “Spatriati” (Einaudi), vincitore del Premio Strega 2022, torna in città.

In occasione della XIX Festa dei lettori l’associazione Presìdi del libro, con il sostegno della Regione Puglia e il patrocinio dell’Ufficio Scolastico Regionale, propone una serie di iniziative di promozione della lettura svolte in tutt’Italia. Non poteva mancare la città di Foggia che, mercoledì 6 ottobre, alle 18.30, torna a ospitare un grande amico della libreria Ubik: Mario Desiati. Sarà lui, infatti, vincitore del Premio Strega 2022 con il romanzo Spatriati (Einaudi), a presentare il suo “Viaggio sentimentale nella letteratura pugliese”: una lectio magistralis aperta a tutti i lettori, in programma nell’Aula Magna “Giovanni Cipriani” del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Foggia (Via Arpi, 171 – I piano). Da Maria Teresa Di Lascia a Maria Marcone, da Claudia Ruggeri a Franco Cassano, passando per il poeta Vittorio Bodini e per altri protagonisti della cultura e del pensiero made in Puglia, da sempre punti di riferimento per lo scrittore di Martina Franca: un’occasione unica per raccontare le voci più amate della Puglia letteraria. Introduzione alla serata a cura del docente dell’Unifg, Sebastiano Valerio, direttore del Dipartimento di Studi Umanistici. L’evento è realizzato in collaborazione con la libreria Ubik, presente all’appuntamento con una proposta libraria ad hoc.

Mario Desiati. Nato a Locorotondo (Bari) nel 1977, cresciuto nella vicina Martina Franca, risiede stabilmente a Roma, pur soggiornando per alcuni periodi dell'anno a Berlino. Prima d'esordire come autore letterario, lavora come giornalista. È stato caporedattore della rivista Nuovi Argomenti e redattore junior della Arnoldo Mondadori Editore. Dal 2008 all'ottobre 2013 si è occupato della direzione editoriale della Fandango Libri, confluita nel gruppo indipendente Fandango editore. Ha scritto e pubblicato poesie, antologie, saggi e romanzi. Collabora con La Repubblica e L'Unità. Da un suo romanzo è stato tratto il film Il paese delle spose infelici, opera a cui non ha collaborato come sceneggiatore. Sue opere sono tradotte in inglese, tedesco, francese, spagnolo, olandese, coreano. Nel giugno 2022 il suo romanzo Spatriati ha vinto nella serata finale del 7 luglio il Premio Strega con 166 voti a favore. È uno degli scrittori più importanti in Italia.

Quest’anno la XIX edizione di LuBeC - Lucca Beni Culturali, manifestazione internazionale dedicata allo sviluppo e alla conoscenza della filiera cultura-innovazione, si è svolta nelle giornate di giovedì 28 e venerdì 29 settembre 2023 al palazzo del Real Collegio di Lucca, avendo come tema “Effetto cultura”

L'Archivio di Stato di Foggia, istituto periferico del Ministero della Cultura (MiC), valutando l’importanza dell’istituzione del Comitato Nazionale “Luigi Vanvitelli, il Maestro e la sua eredità” e in virtù della propria adesione alla convenzione con il Comune di Apricena e la Reggia di Caserta,  ha partecipato attivandosi con un progetto di interesse nazionale: “A 250 anni dalla morte di Luigi Vanvitelli: le nuove scoperte dell’Archivio di Stato di Foggia sulla Reggia di Caserta”.

Il MiC nel dedicare all’Archivio di Stato di Foggia uno stand e una sala convegni per la presentazione del convegno su Vanvitelli, annoverava l’evento come uno dei progetti innovativi illustrati dai propri rappresentanti istituzionali.

Inoltre, sempre nell’ambito dello spazio espositivo riservato all’Archivio di Stato di Foggia con la collaborazione della Reggia di Caserta, è stato allestito anche uno spazio informativo/divulgativo e un monitor per la proiezione del video sulla Reggia appositamente realizzato.

Il convegno si è svolto con l’introduzione del Direttore dell’Archivio, Massimo Mastroiorio, che ha parlato della convenzione attivata con il Comune di Apricena e con la Reggia di Caserta, poi il Presidente Ordine degli Architetti di Lucca, Fabio Nardini, invitato dallo stesso Archivio e dall’Ordine degli Architetti di Foggia, e l’assessore alla cultura e V. Sindaco del Comune di Apricena, Anna Maria Torelli, hanno portato i saluti istituzionali e lodato l’iniziativa.

Successivamente, il Coordinatore valorizzazione dell’Archivio e referente del progetto, Alfredo de Biase, essendo esperto di Castel del Monte, in quanto in passato ha ricoperto l’incarico di direttore, dopo aver fatto un breve parallelo tra la Reggia di Caserta e il citato Castello, ha relazionato su un argomento ai più sconosciuto ed in particolare sulla spoliazione subita dal maniero di Andria per arricchire la Reggia vanvitelliana. Poi, mostrando studi e documenti di archivio, si è soffermato sulla esatta individuazione delle cave di pietra del Gargano la cui breccia corallina è presente nei due grandi monumenti.

Dopo ha relazionato Francesco Faccilongo, Presidente Ordine degli Architetti di Foggia, il quale ha dissertato sul neoclassicismo in Italia e sulla figura di Luigi Vanvitelli offrendo interessanti spunti culturali.

A seguire il responsabile della valorizzazione della Reggia di Caserta, architetto Barbara Del Prete, dopo aver ringraziato l’Archivio di Foggia per il lodevole operato, ha spiegato tutte le iniziative che la Reggia sta portando avanti nell’ambito delle celebrazioni dei 250 anni dalla morte di Vanvitelli.

Infine, da remoto si è collegato lo storico prof. Feliciano stoico, il quale, avendo eseguito accurati studi presso il nostri depositi archivistici, ha enucleato una serie di considerazioni che hanno ulteriormente avvalorato quanto detto dai precedenti relatori e dimostrato la rispondenza dei documenti con i prelievi a suo tempo eseguiti dai Borboni nelle cave garganiche.

La manifestazione ha riscosso l’attenta partecipazione di un pubblico interessato ed è stata trasmessa via streaming per poter essere seguita a distanza da ogni latitudine. Considerata poi la specificità del tema riguardante il famoso architetto neoclassicista, tra i presenti in sala, oltre agli appassionati, ai cultori della materia e al direttore dell’Archivio di Stato di Lecce, vi erano anche numerosi architetti di Lucca che hanno apprezzato gli interventi.

Il convegno si è concluso con l’auspicio da parte del presidente Fabio Nardini di poter accogliere anche per il prossimo anno l’Ordine degli Architetti e l’Archivio di Stato di Foggia e magari attivare proficui interscambi con i propri iscritti.

All’Unifg fervono i preparativi per la nuova edizione del Bootcamp MAB.LAB, 24h di studio, sperimentazione, dibattito e tanto divertimento, interamente dedicate all’inclusione e al Metodo Analogico del Maestro Camillo Bortolato, senza tralasciare il coinvolgimento della città. 

La notizia ha invaso giornali e siti web: da alcuni mesi l’Università di Foggia – grazie a un’intuizione del team di ricerca del Learning Science hub (LSh) – si è trasformata in un polo stabile di sperimentazione degli innovativi strumenti didattici del maestro Camillo Bortolato, ideatore del metodo analogico.

In questo contesto, tra workshop, incontri formativi e tirocini, che hanno permesso al LSh di entrare nelle scuole della Provincia, fervono i preparativi per l’inizio del nuovo e soprattutto innovativo Bootcamp MAB.LAB UNIFG, un evento della durata di 24h, che avrà luogo tra il 12 e il 13 ottobre 2023 e sarà articolato in workshop e speech motivazionali allestiti tra il Dipartimento di Studi Umanistici (DISTUM) e il Dipartimento di Economia, Management e Territorio (DEMET).

Ad aprire i lavori, la mattina del 12 ottobre, i saluti istituzionali del Magnifico Rettore, il prof. Lorenzo Lo Muzio, il quale afferma: “L’esperienza del Bootcamp rientra tra i momenti di massima importanza per l’Università di Foggia: DISTUM e DEMET uniscono le forze e accolgono docenti e studenti per fare dell’innovazione didattica la chiave di volta per il futuro delle nostre scuole e delle nostre aule. Una fase sperimentale di grande rilievo per l’avvio di quella tanto spesso citata rete di relazioni e collaborazioni che collega università, scuole e territorio”.

In compagnia dello stesso Maestro Camillo, ormai amico dell’Università di Foggia, tante le novità, le attività e gli ospiti che andranno ad impreziosire il ricco programma della giornata: dal laboratorio creativo a cura del prof. Luca Grilli, il laboratorio Lego Serious Play a cura della prof.ssa Stefania Fantinelli, il Laboratorio di Pattern Language a cura del prof. Ciro Esposito, i laboratori artistici rivolti agli studenti del liceo e non poteva mancare un momento di coinvolgimento dei protagonisti più piccoli con i laboratori psicoeducativi e creativi Menta Piperina a cura della prof.ssa Petito e dell’Associazione Pera Cocomerina.

Ma le sorprese non finiscono qui. Per l’occasione, l’Università di Foggia apre le porte alla città, esce dai soliti meandri dipartimentali e festeggia l’inclusione con un concerto in piazza tutto gratuito e aperto alla città.

In Piazza Italia, a partire dalle ore 18.00, ben cinque artisti, cinque rappers con diversi talenti, si alterneranno sul palco per fare della loro musica, dei loro testi il manifesto dell’inclusione, termine spesso abusato, ma sempre più attuale.

E’ ormai noto come il Learning Science hub e l’Università di Foggia abbia a cuore il benessere di tutti gli studenti, ma un posto speciale è riservato nelle nostre ricerche all’inclusione scolastica, sociale e lavorativa dei tanti nostri studenti con Bisogni Educativi Speciale; a loro va il nostro I care, garanzia di un Dopo di noi sulla scia dell’autonomia” – queste le dichiarazioni della prof.ssa Giusi Toto, Delegata del Rettore per la formazione insegnanti e la formazione continua e coordinatrice del LSh, la quale aggiunge - “Per trasformare questo nostro sogno in realtà è necessario il coinvolgimento di tutta la società. Da qui parte l’idea di aprire le porte dei nostri dipartimenti, scendere in piazza e sensibilizzare con la musica il nostro territorio, affinché possono partire costruttivi dialoghi di inclusione”.

Ad aprire il concerto sarà il Magnifico Rettore dell’Università di Foggia, il prof. Lorenzo Lo Muzio, con il saluto alla città di Foggia e a quanti ci raggiungeranno dalla Provincia.

Sulle note di Gente che spera, ad animare la Piazza ci sarà Reverendo, rapper e cantante italiano, membro della Crew Pooglia Tribe, in compagnia di Nandu Papu, membro dei Sud Sound System, un gruppo di artisti originario del Salento, che combina ritmi giamaicani e sonorità locali, come l'uso del dialetto salentino e le ballate di pizzica e tarantella.

A seguire, saliranno sul palco, saranno anche i Drip Dealers, due giovani talenti della musica rap della nostra amata terra, della città di Orta Nova, Gabriele Rizzo e Lorenzo Granato, i quali lo scorso 22 Luglio hanno fatto la storia esibendosi al prestigioso “Dodji na Amfi” Festival, uno dei più importanti eventi dedicati all’hip hop e al rap dei Balcani.

Della nostra provincia è anche il quinto artista, protagonista della notte del Bootcamp. Parliamo di Simone Margherino, in arte MagosS, un ragazzo autistico di 23 anni che ha inciso la canzone intitolata 'Paronomasia', ovvero un bisticcio di parole, una figura retorica che consiste nell'accostare parole con suono molto simile ma significato diverso. Simone ha fatto della musica la sua forma di comunicazione, il suo Dopodinoi, divenendo un esempio per i tanti ragazzi spesso vittima di una società pietista. MagoS, infatti, fa della sua voce un canto corale, un inno alla gioia, e così non è mai ai margini ma al centro della sua comunità, amato e rispettato.

Queste sono solo alcune delle tante sorprese che coloreranno la città di Foggia la sera del Bootcamp MAB.LAB e che continueranno tutta la notte nella magica cornice del Dipartimento di Studi Umanistici con le sfide intitolate “Vinciamo la noiapp”, momento durante il quale i protagonisti della giornata saranno chiamati a mettere in circolo le idee per progettare un’app innovativa per la didattica e ispirata al Metodo Bortolato.  Ad impreziosire la serata, la presenza speciale di Rocco Dedda, divulgatore scientifico e docente di matematica e fisica appassionato di didattica digitale, la compagnia del Teatro dei Limoni e il Dj Set, le cui note risuoneranno nella notte dedicata alla sperimentazione.

Continua l'attività di contrasto ai parcheggiatori abusivi in città ed in particolare presso la Multisala di piazzale Anna De Lauro Matera da parte della Polizia Locale di Foggia.

Nella serata del 2 ottobre 2023, agenti in assetto S.A.D., dopo ripetuti controlli che hanno portato alla contestazione dell'art 7/15bis del Codice della Strada e all'emissione di Ordini di allontanamento per 48 ore dalla zona così come previsto dalla L. 48/2017 (Daspo Urbano), hanno sanzionato un parcheggiatore abusivo che, da successivi controlli, è risultato in passato destinatario delle stesse contestazioni con provvedimenti definitivi non avendo lo stesso provveduto al pagamento entro i termini prescritti.

Al parcheggiatore abusivo, pertanto, veniva applicato il disposto di cui all'art.21-sexies del Decreto Sicurezza n° 113/2018 convertito in Legge n°132/2018.

Rosaria Cascio, allieva e biografa del Beato don Pino Puglisi, primo martire delle mafie, sarà a Foggia venerdì 6 ottobre 2023.

Per l'occasione, in un'ottica di collaborazione tra le scuole foggiane, gli alunni, guidati dai docenti Raffaele Identi e Damiano Bordasco, e dalle dirigenti del Liceo scientifico "A. Volta", Ida La Salandra, e dell'I.T.E.T. "Blaise Pascal", Giuliarosa Trimboli, dialogheranno con la scrittrice in un incontro a più voci che sarà trasmesso in diretta sul canale YouTube del giornale scolastico "Il SottoSopra" a partire dalle ore 10.00.

Su don Puglisi, ucciso davanti casa sua il 15 settembre del 1993, Papa Francesco ha detto, in occasione della sua visita a Palermo: "quando morì nel giorno del suo compleanno, don Pino coronò la sua vittoria col sorriso, con quel sorriso che non fece dormire di notte il suo uccisore, il quale disse: ‘c’era una specie di luce in quel sorriso'”.

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