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Dal 4 al 9 luglio l’iniziativa aperta ai ragazzi provenienti da tutta Italia.

Un campo di formazione e lavoro per far respirare ai più giovani “Il fresco profumo della libertà”, per far conoscere progetti di inclusione sociale e lavorativa per persone fragili, per avvicinare ragazzi e ragazze ai temi della valorizzazione e promozione del riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie. Dal 4 al 9 luglio 2022 Terra Aut sarà scandita dal ritmo dei passi e dell’impegno dei giovani che parteciperanno al campo della legalità “Il fresco profumo della libertà” organizzato dalla cooperativa sociale Altereco in collaborazione con Arci nazionale, SPI CGIL nazionale, SPI CGIL Puglia, Legacoop Puglia e Auser Puglia. Le iscrizioni per partecipare all’iniziativa sono aperte e possono iscriversi giovani provenienti da ogni parte d’Italia, ovviamente anche dalla Puglia, dai 18 anni in su.

I partecipanti, quindi, una settimana di lavoro e di formazione sui terreni gestiti da Altereco e sottratti ad uno dei boss più influenti della criminalità organizzata cerignolana, che oggi sono diventati avamposto di legalità, di economica sostenibile, di lavoro regolare, di sviluppo, di antimafia. Il gruppo sarà impegnato nel lavoro attraverso attività, ma anche di cura ed abbellimento del bene attraverso la pittura e la costruzione di panche con materiale di recupero; saranno coinvolti anche in incontri con testimoni impegnati in attività di antimafia, di contrasto al caporalato e allo sfruttamento, di servizi di orientamento ed inclusione per i cittadini migranti. L’obiettivo del Campo della Legalità, dunque, è anche quello di sensibilizzare i più giovani sui temi dell’antimafia, facendo comprendere l’importanza della legge 109/96 per il riutilizzo pubblico e sociale dei beni confiscati alle mafie, le attività, i progetti avviati, gli inserimenti lavorativi di persone in fragilità sociali resi possibili grazie all’agricoltura sociale che in questi anni ha coinvolto ex-detenuti, migranti sottratti dal caporalato e dello sfruttamento, persone provenienti dalla giustizia riparativa.

I giovani partecipanti, inoltre, si “sporcheranno le mani” partecipando alle attività del progetto “Il fresco profumo della libertà”, tra gli interventi selezionati nell’ambito della quarta edizione del Bando Beni Confiscati alle mafie 2019, promosso dalla Fondazione CON IL SUD insieme alla Fondazione Peppino Vismara. Il progetto promosso dalla Cooperativa Sociale Altereco – con un nutrito partenariato di enti pubblici e privati – prevede anche la realizzazione di un orto sociale, l’allestimento di una bottega solidale e l’implementazione di una serie di attività di promozione del territorio, tra cui l’allestimento di un B&B, i cui lavori di ristrutturazione sono ormai completati e sarà attivato per l’accoglienza del gruppo.

Per contatti: - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Per info: https://www.campidellalegalita.net/profumo-della-legalita-cerignola/

Si è svolta questa mattina, modalità live streaming con le Questure e gli Istituti scolastici interessati, la cerimonia nazionale di premiazione del Progetto-Concorso “Pretendiamo legalità” promosso dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione.

L’iniziativa, giunta alla sua V edizione, ha lo scopo di promuovere tra i più giovani il valore della legalità, attraverso i temi del rispetto delle regole, del corretto utilizzo della rete internet e della Costituzione che, insieme all'amicizia, alla libertà e alla solidarietà, rappresentano le basi per la crescita dei cittadini di domani e per la costruzione di una società responsabile.

Inoltre per questa edizione, si è scelto di puntare anche sull'importanza della tutela dell'ambiente che ha portato gli studenti a riflettere sui 17 obiettivi dell'agenda 2030, definiti dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile del pianeta.

La Questura di Foggia, risultata per la terza volta su 3 partecipazioni vincitrice del concorso, ha selezionato, tra tutti i lavori realizzati dalle scuole, quello della Scuola primaria “San Ciro” classi 4^ Sezioni A e C “TUTTI INSIEME PER CAMBIARE IL MONDO”  attinente ai 17 obiettivi definiti dall’ONU per lo sviluppo sostenibile del pianeta, la tutela degli animali e il rispetto dell’ambiente.

Le classi della Scuola San Ciro sono risultate vincitrici nella categoria arti figurative con un manufatto dal forte impatto visivo,  un cubo trasparente al cui interno vi sono rappresentati in 4 scenografie le conseguenze dei danni all’ambiente commessi dalla trascuratezza dell’uomo. Dal foro centrale posto sulla faccia superiore  i bambini di tutto il mondo, ucraini e russi a fianco,  con delle funi legate ad un mappamondo tirano su verso la salvezza la terra.

Il progetto nasce con l’obiettivo di educare alla legalità attraverso la diffusione della cultura dei valori civili quali il rispetto delle regole, la solidarietà e l’inclusione che rappresentano fondamentali punti di riferimento per la crescita dei cittadini di domani e per la costruzione di una società giusta ed equa.

Si parla di legalità, termine usato, abusato, accomodante, d'alibi, vilipeso, etc... etc..., e infine, per quello che rimane, applicato.

Un sostantivo che non ha bisogno di approfondimento etimologico, che andrebbe associato a cultura. Cultura della Legalità, appunto, l’insieme cognitivo che intellettualmente e fattivamente rende la persona, anche in modo autonomo, arricchita in spirito, mente e corpo.

È così anche quello antimafia. Ambedue, che nei comunicati, sui palchi e nei comizi, nei talk show, sono diventati simboli, propagandistici, spesso pourparler.

Lo stesso per il termine antiterrorismo, sconfitto in Italia con le BR (siamo certi?) ma incalzante dal Medio Oriente per cellule stanziali, che covano la vendetta all’infedele predicando il profeta e razzolando in Occidente.

Legalità e antimafia, ed anche antiterrorismo, vanno insieme, sulla stessa strada, con le stesse direzioni, un'osmosi. Dovrebbe esser così.

Eppure il 23 maggio è una data indimenticabile, che lacrima, fa impazzire e ragionare allo stesso tempo, come quella del 9 maggio, del 16 e 19 marzo, del 19 luglio, del 3, 15, 21 e 23 settembre, del 5 gennaio. E così anche tutte le altre che l'Italia ha versato sangue innocente sulle strade.

C'è anche il sostantivo guerra, ma qui l'alibi è affare di Stato, forsanche per economie distrutte, pronte a risalire con ricostruzioni, che vuol dire investimenti e perciò ricchezza ma solo per pochi e noti.

È da un po' di tempo che sulle bocche di chi ci governa a tutti i livelli si ascolta "antimafia sociale", diventato il cespuglio perfetto di chi nasconde proprie iniziative, invece della collettività. E la politica di oggigiorno ne sa qualcosa, anche troppo.

C'è chi la promuove e chi la applica –pochi per la verità-, chi la chiama in causa solo se si è politicamente con l'acqua alla gola, chi la ostenta, anche di pari in passo a cariche, congiuntamente con il termine legalità associato a iniziative e promozioni sociali e a eventi patronali. C'è chi meschinamente ne fa un vessillo in campagne elettorali.

Mai nessuno -a parte qualche sporadica eccezione e si plaude l’iniziativa- si è preoccupato di far entrare nelle scuole, dalle elementari alle superiori, dove le medie sono la colonna portante educativa e formativa dei nostri futuri adulti, la Cultura della Legalità, la Cultura dell'Antimafia, la Cultura dell’Antiterrorismo, la Cultura della Pace opponendola alla guerra e perciò alle armi.

Qualcuno lo fa, anche nelle scuole, ricordando la strage di via Fani -anche quella di Capaci e via D’Amelio-, ma è solo, anche quando con una commissione parlamentare è riuscito a far venir a galla vere verità e colpe di Stato. Eppure lascia il segno, quel dubbio che tutto è grigio, fumoso, nebuloso. Altro che o bianco o nero, e limpido. È l’utopico abbozzo di chi piace disegnare con il sangue degli italiani fatti e misfatti insabbiati per non destabilizzare equilibristi con la terza gamba e il paracadute.

Nessuno, a parte qualcuno, nelle date delle stragi ha portato nelle scuole un esempio, un ricordo, neanche commemorativo. Eppure Il 23 maggio le racchiude tutte quelle stragi e nelle scuole neanche una traccia. Nessuno lotta per almeno un'ora a scuola di riavere l'educazione civica, che andrebbe rimodulata in Cultura Civica. Il corpo docenti e dirigente se ne assuma le responsabilità. E con loro un ministero che bada solo all'economia scolastica, neanche all'emergenza edile di plessi fatiscenti.

È angosciante e cinicamente vero che il 23 maggio è scolasticamente non pervenuto.

La scuola va rifondata, non rimodulata. Nelle aule il paradosso è quotidiano, dove studenti dettano legge nell’impotenza di docenti esautorati, che con la legge devono far conti e misurarsi. La formazione è ridotta all’osso di programmi sovvertiti da schemi e tabelle, da libri con risposte multiple anziché di un testo da sviscerare, analizzare, comprendere, sintetizzarlo nel pensiero univoco di chi lo studia per apprezzare il grado di apprendimento e soprattutto critico.

Va rifondata, certo, nelle ore di studio e formazione, non solo delle materie propedeutiche alla licenza e al diploma, bensì in quelle culturalmente quotidiane, civiche, educative.

Se del 23 maggio nelle scuole non c’è traccia è colpa di chi la scuola la vive, la dirige, la amministra e la governa, e di chi ci lavora, anche se la gerarchia gli impone altro.

Ad Maiora!

#puntidisvista  ♨️ #freethinker #CulturaCivica #scuola #Legalità #antimafia #antiterrorismo #NoWAR  #PeaceUcraina #Peace

A trent’anni dalle stragi di Capaci e Via D’Amelio, il ricordo di quanto accaduto in quegli anni è ancora vivo ed indelebile nella mente di quanti hanno vissuto quei tragici avvenimenti.

Non possiamo e non dobbiamo dimenticare quanto è accaduto. Ma se vogliamo che anche le generazioni future continuino a fare proprio il motto di Giovanni Falcone, “gli uomini passano, ma le idee restano e continuano a camminare sulle gambe di altri uomini”, dobbiamo fare in modo che la nostra vita e la nostra esistenza siano improntate a coltivare e diffondere il seme della legalità.

Ed è proprio partendo da questo principio che il prof. Nicolò Mannino ed il dott. Salvatore Sardisco, rispettivamente Presidente e Vice Presidente del “Parlamento della Legalità Internazionale”, hanno deciso di farsi promotori del “Festival della Legalità e della Gioia”, un grande evento tenutosi a Palermo il 20 e 21 maggio per commemorare l’anniversario dell’uccisione dei giudici Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e degli uomini delle loro scorte.

All’iniziativa, che prevedeva un programma ricco di eventi e momenti di riflessione nei luoghi simbolo delle stragi, ha fattivamente collaborato anche il prof. Rocco D’Avolio, Dirigente Scolastico dell’I.T. “L. Di Maggio”, che, in qualità di Coordinatore Nazionale dei Dirigenti Scolastici che aderiscono al movimento, ha organizzato e favorito la partecipazione dei tantissimi istituti provenienti da varie parti d’Italia.

All’evento di Palermo ha partecipato anche una rappresentanza di alunni e docenti del nostro Istituto, sede dell’ “Ambasciata dell’Alba”, che, portando in dono agli altri istituti le bandiere della Pace, ha voluto così lanciare un messaggio di speranza, sicuri che il buio, prima o poi, dovrà lasciare spazio alla luce di una nuova alba.

Sono stati tre giorni importanti, all’insegna della legalità. Torremaggiore e i suoi giovani cittadini in marcia per ricordare le vittime di mafia, eroi indiscussi per un futuro migliore, legale.

Il 21, 22 e 23 maggio associazioni e scuole in marcia per testimoniare le umili gesta di don Pino Puglisi e don Peppe Diana, dei magistrati Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Rosario Livatino, per commemorare il piccolo Giuseppe Di Matteo, vittima innocente di mafia cui è meglio non ricordare l’atroce assassinio.

La “Marcia della Legalità” è stata organizzata dal Movimento “Agende Rosse”, dall’Oratorio San Domenico Savio, dalla Parrocchia Gesù Divino Lavoratore, patrocinata dal Comune di Torremaggiore, con la collaborazione dell'Associazione Mirko Valerio Emanuele.

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All’evento hanno preso parte due importanti testimonial, Salvatore Insenga cugino di Rosario Livatino e Don Renato Borrelli parroco della parrocchia Gesù Divino Lavoratore.

Nell’occasione l’Associazione Mirko Valerio Emanuele ha voluto piantumare nel “Giardino degli Angeli” un albero di ulivo e un ramo della rosa di Santa Rita, proveniente da Cascia, in memoria del piccolo Giuseppe Di Matteo e di tutti i bambini vittime della mafia. Ha donato, anche, una panchina in ricordo di tutte le vittime delle mafie.

L’evento è stato commemorato con l’esecuzione musicale de “Il silenzio”, il singolo di Nini Rosso uscito nel 1964, dal prof. Luigi Cicchetti, insegnante dell’I.C. di via Pietro Nenni e della Scuola Media “Padre Pio”.

Nella tre giorni hanno partecipato molte associazioni locali, con un’affluenza cospicua di ragazzi con striscioni e cittadini. Per l’occasione è stata celebrata una santa messa.

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“Questa giornata, qui in Puglia, ha una particolare importanza perché nella strage di Capaci sono morti con Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e Vito Schifani anche due cittadini pugliesi, gli agenti della scorta Antonio Montinaro e Rocco Di Cillo. Due regioni, la Sicilia e la Puglia, da quel giorno si sono unite in un vincolo indissolubile di dolore e al tempo stesso di speranza”. Così il Presidente della Regione Puglia intervenendo questa mattina alla Giunta straordinaria, aperta alla stampa, per presentare il progetto regionale “Storie di Antimafia in Puglia” dedicato alla memoria delle vittime innocenti di mafia e alla cultura della legalità, nel trentennale della Strage di Capaci.

“Da quel 23 maggio un Paese intero si è riconosciuto dalla parte giusta - ha aggiunto il Presidente - Dopo questo evento tutto ciò che probabilmente abbiamo dimenticato, e cioè quella divisione che aveva reso più difficile la lotta alla mafia, fu riunificato dalla morte di Giovanni Falcone e poi di Paolo Borsellino.  L’Antimafia sociale nasce in Italia proprio da una intuizione di Giovanni Falcone e anche di Paolo. Erano entrambi consapevoli che non era sufficiente fare solo processi per sconfiggere la mafia, ma occorreva altro. Occorreva informare, ragionare e costruire una coscienza collettiva. E noi questo stiamo facendo come Regione, partendo dal ricordo dei due pugliesi che hanno perso la vita nella strage di Capaci, Rocco di Cillo e Antonio Montinaro, che consapevolmente avevano scelto di operare nel reparto scorte. Erano persone legatissime a Falcone, legatissime anche agli obiettivi di giustizia che il giudice perseguiva. Quindi oggi è il trentennale dell’orgoglio e del dolore pugliese nel ricordo di Antonio e di Rocco”. 

Erano presenti nella sede della Presidenza della Regione gli assessori regionali al Welfare, allo Sviluppo Economico, alla Sanità, al Turismo, all’Agricoltura e all’Istruzione, la consigliera con delega alla Cultura, il Presidente della Fondazione “Stefano Fumarulo” Angelo Pansini con Maria Luisa Fumarulo e Tilde Montinaro, sorella dell’agente di scorta Antonio Montinaro vittima della strage di Capaci, Gianluca Tommasi e Paolo Greco, sindaci dei comuni di Caprarica e Calimera, i sindaci dei ragazzi dei comuni di Martignano, Calimera e Caprarica e una rappresentanza degli studenti dell’istituto comprensivo statale di Calimera, Caprarica e Martignano accompagnati dalla Dirigente scolastica Piera Ligori.

Il progetto di antimafia sociale promosso dalla Regione Puglia e dalla Fondazione “Stefano Fumarulo”, mira al rafforzamento della lotta non repressiva alla criminalità mafiosa e organizzata e, più in generale, al contrasto della mentalità mafiosa. L’iniziativa intende realizzare una serie di azioni per praticare la memoria come impegno civico, ricordare le vittime innocenti delle mafie anche in chiave pedagogica e formativa delle giovani generazioni, nella convinzione che l’educazione alla legalità debba partire fin da piccoli ed essere uno degli obiettivi di  istituzioni, associazioni e cittadini.

“Vogliamo far conoscere – ha spiegato il Presidente della Regione Puglia – a più persone possibili tutte le storie esemplari che incarnano la parola legalità: quelle delle vittime innocenti di mafia che racchiudono una forza unica capace di generare consapevolezza, insieme a quelle di chi , con i propri gesti e il proprio contributo, costituisce un esempio virtuoso nell’arginare la cultura mafiosa”. 

Queste storie pugliesi di antimafia saranno raccontate in un contesto aperto e disponibile in ogni momento, grazie all’immediatezza del linguaggio audiovisivo e delle tecnologie attuali, affinché diventino stimolo e simbolo di consapevolezza per la comunità. La Puglia è l’unica regione in Italia che si è voluta dotare di un “Testo unico in materia di legalità, regolarità amministrativa e sicurezza” e di un piano triennale che programmi le attività in questo settore “Piano Triennale di Prevenzione della Criminalità e per il Rafforzamento della Responsabilità Sociale 2019- 2021” e di uno specifico strumento di programmazione in difesa dei migranti e degli sfruttati “Piano Regionale Politiche per le Migrazioni 2021/2023”.

Tale approccio ha permesso in questi anni di individuare, in una materia che ancora oggi è in via di costruzione, un metodo di lavoro condiviso con gli altri partner istituzionali e privati e di mettere a fuoco obiettivi chiari.

Grazie a questo metodo la Regione ha stimolato e sostenuto sul proprio territorio più di 100 iniziative e progetti sui temi dell’antimafia sociale e della lotta al caporalato ed alla tratta dei migranti per circa 49 milioni di euro, cui si aggiungono altri 41 milioni che la Puglia gestisce in iniziative progettuali di cui è capofila per conto di altre regioni del Sud Italia, che ha saputo raccordare sotto l’egida dell’impegno concreto nella lotta al caporalato ed alla tratta dei migranti.

Nella delibera approvata oggi dalla Giunta regionale sono previsti finanziamenti per ulteriori 429mila euro per realizzare l’analisi sociologica del fenomeno mafioso e criminale in Puglia e la sua evoluzione; lo studio e ricerca documentale su vittime innocenti di mafia pugliesi; la sistematizzazione digitale del materiale di ricerca; interviste e realizzazioni audiovideo; la realizzazione della media-storia; l’archiviazione e messa a disposizione nella Mediateca e la realizzazione di progetti di spreading dedicati.

L’intervento è dunque finalizzato ad aumentare i livelli di integrità, di educazione alla responsabilità sociale nell’azione della Pubblica Amministrazione e delle Agenzie Educative a vario titolo impegnati in attività di antimafia sociale, anche consolidando e disseminando le best practice in esito all’attuazione degli interventi in materia, attuati nel Quadro Finanziario Pluriennale 2014-2020 in Puglia.

“La Regione Puglia si è impegnata ad approvare un atto che sottrae le singole storie al ricordo personale, con il rischio che vengano rievocate solo nelle ricorrenze –ha spiegato Angelo Pansini, presidente della Fondazione Fumarulo -, e le trasferisce nell’ambito della memoria, dell’esempio e delle storie da conoscere per trarne ispirazione. La Puglia ha pagato il proprio tributo di oltre 100 vittime innocenti di mafia, le cui storie verranno sistematizzate, pubblicate e messe a disposizione di tutti, in particolare delle giovani generazioni. Inoltre faremo conoscere le storie positive di Comuni, parrocchie e associazioni  che ogni giorno combattono le mafie e danno l’esempio.”

IL VIDEO CDON LE DICHIARAZIONI DI ANGELO PANSINI

Tilde Montinaro, componente del Consiglio direttivo della Fondazione Fumarulo, ha ricordato l’amicizia che la lega alla Regione Puglia e a Stefano Fumarulo, impegnati da sempre nel tramandare il ricordo delle vittime di mafia e nell’insegnare la legalità. Inoltre ha ricordato i nomi di chi ha perso la vita nelle stragi di Capaci e via D’Amelio e dei sopravvissuti: “Il ricordo dei nomi è importantissimo, perché dopo 30 anni quei nomi, quei ragazzi vengono ancora racchiusi in un nome collettivo, ‘quelli della scorta’. Invece pronunciarli restituisce loro dignità e a chi resta storie di vita, sguardi, desideri. E ricordare ci permette di tessere un filo che unisce la storia dei singoli alla storia di tutti. La memoria è un atto di coraggio, non un atteggiamento ma un vera e propria virtù.”

IL VIDEO CON LE DICHIARAZIONI DI TILDE MONTINARO

I sindaci di Calimera e Caprarica, terra di Antonio Montinaro, del quale hanno ricordato la figura esemplare, hanno evidenziato come il sacrificio delle vittime della strage di Capaci abbia dato inizio a una nuova epoca, perché insieme al ricordo e alla commemorazione c’è la voglia di reagire, insegnando alle giovani generazioni ciò che è stato e come si possa costruire una società migliore. Insegnare ai ragazzi a vivere responsabilmente proprio grazie ai messaggi dei familiari delle vittime di mafia, che riescono a trasmettere il loro dolore e la loro forza: questo l’impegno dell’Istituto Comprensivo Calimera, Martignano e Caprarica di Lecce, frequentato da Antonio Montinaro, la cui memoria viene trasmessa ai ragazzi che oggi hanno chiesto “pace, gentilezza e rispetto dell’ambiente”.

IL VIDEO CON LE DICHIARAZIONI DI MARIALUISA PANTALEO FUMARULO

“Sono oltre 1000 le vittime innocenti di mafia in Italia e oltre 100 in Puglia, ricordiamole e non facciamo finta di non vedere – ha detto Maria Luisa Pantaleo Fumarulo -. E’ doveroso ricordare ogni giorno queste persone osservando ciò che accade intorno a noi e non facendo finta di non vedere. Ragazzi, a voi il compito di far sì che non sia vano il sacrificio di tutte queste vittime. Siete voi la speranza del futuro. La Puglia non dimentica.”

In ottemperanza a precedenti direttive della Prefettura di Foggia  ed in ragione delle segnalazioni pervenute a quest’ufficio, in particolare di quelle rassegnate da un’associazione di residenti nel cosiddetto "quartiere Ferrovia",  relativamente alla necessità di implementare l’azione di contrasto al degrado urbano ed a fenomeni di illegalità diffusa riscontrati nel comprensorio in argomento, è stato dato nuovo impulso alle attività operative di polizia nel richiamato comprensorio mettendo a sistema risorse e professionalità oltre che della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri , della Guardia di Finanza, della Polizia Locale, dell’Ispettorato del Lavoro e del servizio SPESAL della competente ASL.

La zona interessata del “quartiere Ferrovia” - meglio individuato nell’area ricomprendente il nodo-intermodale “RUSSO” (snodo di arrivo e partenza di autobus diretti sia in Italia che in paesi esteri, di autobus di linea urbana da e per Borgo Mezzanone comprensorio nel quale ha sede il C.A.R.A. ed il contiguo insediamento di migranti stanziali presso l’ex pista aeroportuale), la stazione ferroviaria, piazza Vittorio Veneto, viale Manfredi, Viale XXIV maggio, via Bainsizza, via Monfalcone, via Montegrappa, via Monte Sabotino, via Piave, via Isonzo, via Podgora - è da tempo oggetto di sistematica azione di prossimità nell’ambito delle azioni di controllo del territorio.

In condivisione con le istanze rappresentate dai cittadini, si è orientata la strategia di controllo sulla capillare verifica delle attività commerciali ivi dislocate, sull’utilizzo corretto delle licenze amministrative, sull’adempimento delle prescrizioni di carattere igienico-sanitario e su tutta la filiera merceologica di quanto in vendita al pubblico ( di carattere alimentare e non).

Si segnalano gli esiti dei primi accertamenti effettuati presso il comprensorio in parola dal dispositivo operativo interforze nella giornata di ieri laddove a seguito di controlli effettuati da personale sono state elevate sanzioni amministrative ed è stata decretata la sospensione di tre attività commerciali fino alla risoluzione delle irregolarità amministrative riscontrate.

Ulteriori censure amministrative sono state elevate presso una macelleria contestando anche irregolarità di profilo igienico sanitario.

Le strategie di controllo continueranno nelle prossime settimane con un potenziamento di presenza e prossimità delle forze di polizia nel comprensorio in parola.

Sabato 21 maggio torna in presenza la “Giornata Regionale del Commercio Equo e Solidale”, realizzata con il sostegno della Regione Puglia, grazie alla Legge Regionale 32/14, "Disposizione per il sostegno e la diffusione del Commercio Equo e Solidale". La manifestazione si svolgerà a Cerignola presso Palazzo Fornari in Piano San Rocco, 32.

Il coordinamento della giornata quest’anno è stato affidato alla Cooperativa sociale Pietra di Scarto, iscritta al Registro Regionale delle Organizzazioni di Commercio Equo, socia di Altromercato e unico socio produttore italiano di Equo Garantito.

“Sarà un appuntamento aperto a piccoli e grandi per raccontare l'economia solidale e sostenibile, ascoltare esperienze e degustare i prodotti del Commercio Equo e Solidale”, racconta Pietro Fragasso, presidente di “Pietra di scarto”, “ma anche per capire con il supporto dei tanti ospiti, perché la Puglia ha deciso di essere una regione attenta a questo mondo. La giornata sarà animata da laboratori, dibattiti, work shop, degustazioni, proiezioni e musica: un modo per tornare a vivere insieme a quanti vorranno la socialità e la convivialità”.

Il fitto programma partirà la mattina alle ore 10.00 con i saluti istituzionali del Sindaco di Cerignola, Francesco Bonito, e dell’Assessore Regionale allo Sviluppo Economico, Alessandro Delli Noci, presente anche al al dibattito successivo previsto per le 11.30 dal titolo “Una Regione equa e solidale”, in cui verranno illustrati i vari progetti realizzati in Puglia: “Il viaggio di un pomodoro”, realizzato dalla Cooperativa “Pietra di Scarto”, “E- quosolidale”, realizzato dalla Cooperativa Unsolomondo di Bari e “Donne eque”, promosso dalla Cooperativa Equociqui di Taranto.

La mattinata sarà animata dai laboratori destinati alle scuole primarie e secondarie di primo grado a cura della Libreria “L’Albero dei Fichi”, “Il Giardino sotto il naso” e “LaeQua”.

A conclusione della mattinata ci sarà un aperitivo con prodotti equi e solidali a cura de “Il Giardino sotto il naso” di Lequile (LE).

Nel pomeriggio le attività riprenderanno alle ore 15,30, con una visita guidata presso il Laboratorio di Legalità “Francesco Marcone”, bene confiscato alla mafia gestito dal 2010 dalla Cooperativa Sociale “Pietra di Scarto”, in località Contrada Toro.

Le attività a Palazzo Fornari ricominceranno alle 16.30 con i laboratori destinati a grandi e piccini.

Alle ore 17,30 avrà inizio il workshop dal titolo: "Un altro mondo è possibile anche con il Commercio Equo e Solidale" con ospiti Gaga Pignatelli, coordinatrice di “Equo Garantito”, Associazione di categoria del commercio equo, e Alessandro Franceschini, Presidente di Altromercato, organizzazione di riferimento per il mondo del “Fair Trade” per raccontare a che punto è il commercio equo e solidale in Italia.

A seguire l’approfondimento dal titolo “Equo, Solidale e italiano: esperienze di Domestic Fair Trade”, in cui saranno presentati alcuni progetti di fair-trade italiano: la Cooperativa Quetzal-LaEqua che produce cioccolata modicana, la Cooperativa Shadhilly di Fano, che importa e commercializza caffè FAIR TRADE, La Bottega Solidale di Genova con il progetto “O’’Press”, coon la realizzazione di magliette serigrafate nella Casa Circondariale di Marassi e il progetto Pomovero, la passata di pomodoro solidale, sostenibile e libera dal caporalto, di cui “Pietra di Scarto” è parte, insieme alla Cooperativa Sociale “Unsolomondo”, la Cooperativa Sociale “Semi di Vita” e la Masseria “Terra d’Incontro”.

La giornata sarà conclusa da due appuntamenti all’insegna del cinema e della musica: alle 19,45 avrà luogo la proiezione di “Madre Nostra”, documentario di Lorenzo Scaraggi che sarà ospite della serata; alle 21.30 la musica di “Buva”, cantautore cerignolano già vincitore del premio speciale “Musica contro le mafie”.

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È il dott. Giovanni Melillo, foggiano 61enne, il nuovo Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo. Succede a al dott. Federico Cafiero de Raho.

La nomina è giunta dal CSM con 13 voti di maggioranza. In lista c’era il noto Procuratore di Catanzaro, il dott. Nicola Gratteri, che ha ottenuto solo 7 voti. Esce di scena con 5 voti anche il dott. Giovanni Russo, reggente della Procura nazionale antimafia.

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“Desidero esprimere le mie congratulazioni e formulare gli auguri di buon lavoro al neo Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Giovanni Melillo, che ha sempre dimostrato, con impegno e alta professionalità, una particolare attenzione alla complessa opera di contrasto della criminalità organizzata di stampo mafioso. Voglio anche ringraziare l’ex procuratore nazionale, Federico Cafiero de Raho, per l’importante lavoro svolto in questi anni contro una criminalità mafiosa sempre più interessata ad infiltrarsi nell’economia legale e ora anche a intercettare le risorse pubbliche messe in campo con il PNRR”. Lo ha dichiarato il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese.

“Agli auguri per le alte responsabilità a cui è chiamato, aggiungo l’auspicio che le origini foggiane del nuovo Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo siano un forte incoraggiamento a definire il rinascimento a cui ambisce tutta la Foggia onesta e laboriosa”. Lo ha detto il vicepresidente della Regione Puglia, Raffaele Piemontese, commentando la nomina del dottor Giovanni Melillo alla guida della DNA da parte del Consiglio Superiore della Magistratura.

Insieme per la Capitanata esprime la propria soddisfazione per l'elezione del foggiano Giovanni Melillo a nuovo Procuratore Nazionale Antimafia. Un segnale di indubbia forza da parte dello Stato e un motivo di orgoglio per l'intera Capitanata che lotta contro la criminalità, la Quarta Mafia. Il Consiglio Superiore della Magistratura, attraverso l'elezione di un professionista di grande esperienza come Giovanni Melillo, ha operato una scelta  di alto livello e di indubbio spessore. A Giovanni Melillo i nostri migliori auguri nella certezza che saprà svolgere al meglio il delicato compito che gli è stato affidato a difesa e tutela della legalità.

Nei giorni del 2 e 3 maggio 2022, personale della Polizia Locale di Foggia, in assetto SAD, ha posto in essere una intensa attività volta a prevenire e reprimere le situazioni di degrado nel “Quartiere Ferrovia”.

Sono stati svolti controlli intensi in via Podgora, via Piave e via Monfalcone, dove gli agenti hanno effettuato 5 distinti sequestri amministrativi di indumenti e scarpe usate vendute abusivamente sulla pubblica via in violazione alla L.R. 24/2015. Inoltre, hanno sequestrato merce nuova tra sciarpe foulard e cinte in viale XXIV Maggio. In totale sono stati sequestrati 71 pezzi di abbigliamento.

Sono statii anche intimati n°5 ordini di allontanamento per 48 ore (c.d. Daspo Urbano) ad altrettanti ambulanti che effettuavano la vendita di merce usata senza alcuna autorizzazione. Nei confronti degli stessi è stata accertata l’inottemperanza all’ordine con relativa conseguente segnalazione finalizzata all’emissione del divieto di accesso, cosi come prevede la Legge n°48/2017. In totale sono stati sequestrati 68 pezzi tra capi di abbigliamento ed oggettistica varia.

È stato anche effettuato un ordine di allontanamento con recidiva anche per un uomo sorpreso in atteggiamenti di bivacco in viale XXIV Maggio.

Accertate e sanzionate anche 14 infrazioni al Codice della Strada e rimossi 2 veicoli perché creavano intralcio alla circolazione dei bus, oltre alla rilevazione di 30 infrazioni al Codice della Strada.

Accertate e sanzionate 2 infrazioni al D.L. 24/2022 riguardante le misure di contrasto alla diffusione dell'epidemia da Covid-19. Nella circostanza due persone sono state sorprese su un autobus presso il nodo intermodale senza indossare la mascherina.

In piazza Cavour, 1 donna intenta a svolgere attività di meretricio è stata sanzionata dagli agenti e le è stato impartito il relativo ordine di allontanamento per 48 ore dalla zona così come prevede la Legge ( c.d. Daspo Urbano). Anche in questo caso, per non aver ottemperato all'ordine imposto dagli agenti, la donna sarà segnalate ai fini del divieto di accesso.

Sanzionato ai sensi del D.L. 231/2017 il gestore di un minimarket in via Monfalcone perché poneva in vendita merendine e pesce congelato scaduto. La merce è stata sequestrata ed immediatamente distrutta.

Sanzionato anche il gestore di una attività commerciale che smaltiva cartoni provenienti dal suo esercizio sul marciapiedi accanto ai bidoni dei rifiuti in via Piave.

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