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In programma 26, 27 e 28 ottobre. In Biblioteca “La Magna Capitana” di Foggia. Tre serate interamente dedicate alla poesia con tre voci importanti del panorama italiano.

Due anteprime nazionali, tra cui un’anticipazione editoriale straordinaria pensata unicamente per i lettori di Capitanata. Tre artisti della parola di altissimo profilo, tanto generazionalmente diversi quanto rappresentativi. Una rassegna interamente dedicata alla più nobile delle arti, concentrata in tre serata ravvicinate: è Fuori i Poeti, manifestazione inserita nel ciclo di incontri Fuori gli Autori, in programma nei giorni 26, 27 e 28 ottobre nella Biblioteca “La Magna Capitana” di Foggia, co-organizzatrice dell’iniziativa insieme con la libreria Ubik. Una kermesse a lungo sognata che trova finalmente compimento, avvalendosi della direzione artistica di Antonio Bux, poeta foggiano dal talento riconosciuto, autore di raccolte poetiche di alto profilo e curatore di raffinatissime collane di poesia per case editrici specializzate. A dare manforte alla rassegna, anche il gruppo di lavoro di Avamposto – rivista di poesia. Bruno Galluccio, Elisa Donzelli e Vivian Lamarque: questi i tre poeti contemporanei – tra le voci migliori del panorama italiano – che porteranno le loro opere davanti ai lettori foggiani. Ingresso libero.

Si comincia mercoledì 26 ottobre, ore 18, con la presentazione in anteprima nazionale del libro Camera sul vuoto (Einaudi, 2022). Bruno Galluccio, poeta napoletano, al suo terzo titolo con la storica casa editrice torinese, racconterà la sua poesia fascinosa e insolita, che indaga la realtà partendo da un approccio quantistico e fisico. Giovedì 27 ottobre, sempre alle 18, tocca ad Elisa Donzelli presentare il suo lavoro dal titolo Album (Nottetempo 2021). Torinese, romana d’adozione, di recente inserita nella giuria del neonato Premio Strega Poeti, l’autrice parlerà della sua raccolta d'esordio, in grado di riscuotere ampi consensi di pubblico e critica. L’occasione è importante anche per approfondire il suo lavoro di operatrice e curatrice editoriale, partendo dall'ultimo libro pubblicato nella collana da lei diretta: La tradizione di Jericho Brown, premio Pulitzer 2020. Chiude Fuori i Poeti, venerdì 28 ottobre, ore 18, l’ospite più attesa, in virtù della sua lunga e imponente carriera: Vivian Lamarque. L’autrice milanese, amatissima dal pubblico per il suo versificare disincantato e fiabesco, presenta L'amore da vecchia (Mondadori, 2022). Si tratta di un’anteprima assoluta che è anche un’anteprima editoriale, visto che il libro della Lamarque sarà pubblicato a novembre: i lettori di Capitanata avranno la possibilità di conoscerlo prima di tutti in Italia.

E’ stato pubblicato il volume “Una spiritualità incarnatadi don Luigi Nardella, che tratta della carità pastorale del Venerabile Mons. Fortunato Maria Farina, calata nei problemi socio – politici del suo tempo.

E’ il racconto documentato di oltre trent’anni della storia di Foggia, da cui emerge in modo luminoso l’impegno di amore generoso con cui il Venerato Pastore ha operato nella comunità religiosa e civile della Capitanata. 

Divorato dal desiderio di donare Gesù alle anime, che gli sono state affidate dalla Provvidenza di Dio, egli  non si è fermato solo all’aspetto strettamente religioso, ma  ha dato tutto se stesso per venire incontro ad ogni bisogno del suo popolo.

Egli negli anni del difficile rapporto col Fascismo ha saputo tessere una saggia mediazione con le autorità locali, riuscendo a stabilire con esse, pur con qualche difficoltà, una convivenza serena e rispettosa “con i suoi interventi carichi di equilibrio, speranza evangelica e pace sociale”.

Una particolare attenzione ha rivolto alle zone povere della città e alle borgate rurali sorte durante il Fascismo, organizzando un gruppo di laici e sacerdoti per l’assistenza religiosa e per l’aiuto concreto a tutti coloro che erano nel bisogno. Il cuore del Vescovo era sempre aperto per venire incontro ad ogni necessità dei suoi figli. Per questo ugualmente grande è stato il sostegno dato alle opere pie del nostro territorio, già esistenti o di nuova istituzione.

Quando, poi, nel 1943 Foggia è stata devastata dai bombardamenti, ha manifestato una carità eroica verso la gente, colpita dal dramma della guerra: insieme ad alcuni sacerdoti e religiosi ha soccorso i feriti, ha dato sepoltura ai morti ed ha organizzato un’opera di assistenza per la popolazione, rimasta senza casa e senza alcun bene. Anche dopo i bombardamenti la sua carità è stata immensa: si è preso cura di tutte le situazioni di bisogno del popolo foggiano, segnato tragicamente dagli orrori della guerra, e, per alleviarne i disagi e le sofferenze, è riuscito a stabilire un rapporto di rispetto reciproco e di dialogo con le Forze Alleate, che avevano occupato il nostro territorio.

Cessata la guerra, grande è stato il suo impegno per ricostruire materialmente e moralmente la nostra società, dilaniata da questa immane tragedia.

Tutto questo testimonia la grandezza della sua opera nel nostro territorio. Il Venerabile Mons. Fortunato Maria Farina, pur avendo una salute sempre fragile, è stato un uomo che ha speso tutto se stesso, fino all’eroismo, per servire Dio e i fratelli.

E’ importante che noi ne custodiamo la memoria, come motivo di speranza per la nostra città, purtroppo nota per tanti esempi negativi. Questa figura di Vescovo non può e non deve essere dimenticata. Ma, in obbedienza al vangelo, mettiamo sul candelabro questa grande luce, effusa da questo santo Pastore, e sottolineiamo con forza che nella nostra città ci sono anche esempi di carità eroica, a cui oggi possiamo ancora ispirarci nella nostra vita concreta.

Il volume si può richiedere alla Postulazione della Causa di Beatificazione e Canonizzazione del Venerabile Servo di Dio Mons. Fortunato Maria Farina c/o Curia Arcivescovile - Via Oberdan, 13, 71121 Foggia – Tel. 0881 766111

Oppure al Vice Postulatore don Luigi Nardella  c/o Casa del Clero – Via M. De Prospero, 2/A 71122 Foggia e-mail:  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.">Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Afferma a proposito della società di oggi il grande sociologo Edgar Morin: “Voglio dirlo con chiarezza: non stiamo vivendo soltanto la crisi di una sinistra in rovina, la crisi della democrazia nel mondo intero, la crisi di uno Stato sempre più burocratizzato, la crisi di una società dominata dal denaro, la crisi di un umanesimo sopraffatto da odio e violenza, la crisi di un pianeta devastato dall’onnipotenza del profitto, la crisi sanitaria scatenata dalle epidemie. Stiamo vivendo, soprattutto, una crisi più insidiosa, invisibile e radicale: la crisi del pensiero”. Una crisi che diventa ancora più grave se la si rapporta oggi come non mai alla possibilità di vedere l’uomo artefice della propria fine attraverso una guerra nucleare, che solo un pazzo può scatenare e far sì che ogni progresso e ogni forma di civiltà conquisti con grandi sacrifici e lavoro, possano finire in una nuvola di morte e di distruzione. Una crisi che poi in definitiva comprende anche la stesa esistenza dell’uomo e il suo rapporto con il divino, lo stesso che

ha creato e formato, attraverso l’evoluzione, il nostro mondo, ma soprattutto il senso estetico della bellezza, sia essa rapportata alla natura, sia essa rapportata alla spiritualità dell’uomo nell’intraprendere nuove conoscenze e nuove dimensioni spirituali. Su questo paradigma oggi si domanda il nostro amico Domenico di Iasio: È ancora possibile pensare a Dio e al mondo in maniera tale da riaffermare quel loro connubio stretto che ha permesso all’uomo di credere in un Dio onnipotente ed espressione del bene supremo? Un Dio che trattenga l’uomo dalla possibilità di autodistruggersi e di ricominciare tutto dalle origini stesse del pensiero, lo stesso ha che dato origine alla civiltà e alla trascendenza di Dio nel mondo? Domenico di Iasio, anche se la sua formazione si basa sul pensiero di Karl Marx, tuttavia, in questi ultimi anni ha a conosciuto altri sentieri che lo hanno avvicinato all’essere supremo della trascendenza e, quindi, a pensare Dio nel mondo, come essenza suprema del “bene comune”. Questo processo di reinterpretazione di Dio nel mondo, lo ha fatto attraverso la lettura di diversi scrittori e filosofi, fra cui Dostoeviskij nei Fratelli Karamazov, nelle riflessioni di Tzvetan Todorov, nel pensiero del papa Ratzinger, di Karl Jaspers, fino alle grandi considerazioni teoriche-spirituali di papa Francesco. Tutto ciò lo troviamo nel suo ultimo libro Pensare  Dio  e  il  mondo,  Andrea  Pacilli Editore,  Manfredonia  2022,    che completa una sua trilogia, composta da altri due libri:     Esistenza (2020) e Ineguaglianza e natura (2021).

L’Autore parte dall’ultima lezione del suo maestro Pasquale Salvucci, il quale concludeva così un suo ciclo di lezione: “Non è possibile per Kant conoscere Dio, ma è possibile pensarlo”. Ciò ha creato in Domenico di Iasio l’interrogativo dell’esistenza di Dio nel mondo e lo ha trovato nella intuizione empirica che supera la fisicità di Dio che non si ha. In altri termini il pensiero di Dio è opera di un’altra facoltà mentale, la ragione, che procede verso la trascendenza senza intuizione empirica. In altre parole, oggi, solo nel pensare Dio, l’uomo può creare le condizioni per la salvezza universale del mondo. Un mondo malato di individualismo, ma soprattutto un mondo dove il senso della solidarietà, legata al “bene comune”, ormai si è perso. In altri termini bisogna ricreare il pensiero attraverso una nuova ricostruzione etica delle nostre coscienze, tanto da renderci liberi da ogni forma di egocentrismo basato soprattutto sul dominio e sulla potenza della tecnica. Per questo si spera in una nuova venduta di Gesù Cristo, affinchè porti nell’uomo il senso della speranza e del cambiamento e si affermi una nuova etica che è quella della tenerezza e della fratellanza. Un nuovo umanesimo che sconfigga il male.

Nelle opere filosofiche di Domenico di Iasio abbiamo sempre rintracciato la sua ragion di vita basata soprattutto sul senso dell’altruismo, sul dolore di sè e degli altri, specie allorquando la vita diventa per ognuno di noi mal di vivere e, quindi, negazione di ogni trascendenza e di ogni consolazione. Eppure in Domenico di Iasio manca la disperazione, la mancanza di fiducia nell’uomo, la rassegnazione ad una vita priva di idealità e di misericordia. Un mondo dove purtroppo tutti questi sentimenti poco hanno a che fare con la vera esistenza umana, tanto da creare nell’uomo la mancanza di una fede, ma soprattutto la violenza e la paura verso l’altrui avversario. Un mondo dove a fare da padrone purtroppo sono ancora i principi del profitto e del potere economico, senza alcun rispetto verso l’uomo, succube dello sfruttamento e della necessità di vivere una vita dignitosa.

In Domenico di Iasio tutto diventa ricerca e configurazione di un mondo ideale che lui stesso vuole rappresentare, anche se a volte ci riesce e a volte non riesce. Tuttavia c’è questo anelito di un mondo migliore, di cui spesso se ne fanno interprete i filosofi e gli uomini che hanno dedicato la loro vita alla ricerca del Dio vivente, fra cui San Francesco nel passato e, oggi, papa Francesco nel presente. Due figure che hanno rivoluzionato il loro mondo attraverso il pensiero trascendentale del Dio fattosi uomo fra gli uomini. Affermano a tale proposito Jaspers e Ratzinger: “Il nostro compimento possibile risiede nella mediazione (Vermittlung). Lo slancio verso l’unico Dio attraversa il mondo delle manifestazioni. La trasformazione del mondo in una mediazione tra noi e l’unico Dio è la sua trasformazione in esser-cifra (Chiffersein). Che la realtà stessa sia l’unico Dio non lo esperiamo solo direttamente nella realtà empirica del mondo attraverso il linguaggio del mondo, ma anche attraverso il nostro slancio nel divenir consapevoli delle cifre, ognuna delle  quali non ci lascia pace, ci spinge a volare più in alto”. “Il mondo nasce dalla ragione e questa ragione è persona, amore: è questo il messaggio della fede biblica in Dio. La ragione può parlare di Dio, deve anzi parlare di Dio, se non vuole amputare se stessa. Alla ragione è legata l’idea della creazione”. Anche se c’è da sottolineare che il mondo nonostante tutto è positivo e in esso si riflette la divinità. Purtroppo davanti a tanto male, che la storia ci ha presentato nel passato, è difficile credere ancora nella bontà dell’uomo, anche se vi sono ancora uomini che hanno fiducia nella stessa umanità, i quali affermano che la luce del positivo, per quanto debole, non si è ancora spenta.

A questo punto Domenico di Iasio si chiede: Come pensare Dio? E le risposte vengono attraverso il pensiero filosofico di diversi autori, fra cui Kant, Leibniz, Descartes, ma anche Karl Barth, Zigmunt Bauman, il quale parla di un “agire morale”, in cui è dato a noi pensare Dio, che si nasconde e si mostra contemporaneamente. E ancora il di Iasio fa riferimento al pensiero di Hegel, di Deridda, di Lyotard, di Paul Tillich, di Rainer Maria Rilke. Per poi soffermarsi sul significato di “economia umana”, tanto da affermare che il capitalismo, come sistema produttivo globalizzato, va “ripensato”, come sostengono Mariana Mazzucato e Michael Jacobs. E tutto ciò in preparazione di una “nuovo umanesimo”, basato sull’amore profondo, su un legame eterno fra le persone, su cui si fonda la cifra più chiara e profonda del divino nel mondo. A tale proposto l’Autore fa riferimento alla caduta del pregiudizio della Chiesa verso il comunismo, con riferimento specifico alla Teologia della liberazione, presente in varie regioni dell’America latina, citando così varie figure “rivoluzionarie”, fra cui Gandhi e Mandela. Infine si mettono su un piano di confronto e di scontro due alternative filosofiche e religiose: la prima l’umanesimo biblico e la seconda il disumanesimo consumistico, con riferimento al Saggio sul dono di Marcel Mauss. Ed ecco, quindi, una delle proposte da tener presente: quella della regolamentazione del capitalismo su base ugualitaria e su valori condivisi, contro ogni dittatura del denaro e del mercato, con l’imperativo filosofico e politico: Colamus humanitatm, cioè “coltiviamo l’umanità”. In altre parole nell’era della tecnica va recuperato il concetto di umano, anche se purtroppo il frazionamento del genere umano ancora persiste. Bisogna creare cioè “nuovi dei” che possano sconfiggere l’ideologia del capitalismo e l’idolatria del profitto ad ogni costo, che poi è la religione del “Dio Denaro”. “Nuovi dei” di cui ci parla James Hillman, allorquando afferma che ogni essere, sia esso animale che vegetale, ha un’anima, uno spirito, una presenza di divinità intrinseca e permanente al proprio essere nel mondo. In altre parole bisogna sconfiggere i “nuovi dei” di oggi che sono il capitalismo e Internet, diventato quest’ultimo il nuovo Dio. Purtroppo, oggi, afferma Domenico di Iasio, ci può salvare solo l’Etica del dono, intesa come reciprocità. Un valore assoluto che consiste principalmente come riconoscimento dell’altro. Un riconoscimento del diverso all’interno dello stesso genere che è l’umanità comune. E questo ci porta senz’altro a intraprendere un nuovo percorso di sviluppo sociale ed economico, oltre che culturale. Uno sviluppo basato principalmente sull’intercultura, cioè, di rapporto positivo fra culture diverse, anche se è un concetto troppo difficile da capire, ancora più difficile da praticare. È tempo di sconfiggere ormai il nichilismo europeo, quella filosofia basata sulla sola ragione, in nome del decostruttivismo, che significa, in termini filosofici, “distruzione” di ogni forma di sentimento o di altro da sé, in nome della volontà di potenza e dell’ideologia della morte. Due dimensioni che hanno portato il Ventesimo secolo verso le due guerre mondiali e, quindi, verso lo sterminio degli ebrei nei campi di concentramento. E allora, alla fine del suo percorso, Domenico di Iasio, si chiede: Dio dov’è? Nel mondo? Ma, dove? Certamente non nel male assoluto, ma in ognuno di noi, nel guardare il cielo stellato e nell’ascoltare in noi la legge morale di Kant, dove il cielo stellato è come guardare Dio e la legge morale non è altro che uno sguardo all’altro, pensato come umano e fratello. In ciò vi è la salvezza dell’Uomo e l’assonanza intrinseca fra Dio, Natura e Uomo.

Giovedì 6 ottobre, ore 17, nella Sala Narrativa della Biblioteca di Foggia. Daniela Marcone presenta il libro “Storia di Franco”, un romanzo di formazione.

“Non possiamo modificare il finale della storia di Franco, ma consapevoli di quanto gli è successo e della solitudine in cui ha vissuto il suo impegno, abbiamo la possibilità, nel presente, di essere comunità capace di accompagnare coloro che, tra mille paure ed incertezze, scelgono di denunciare il grande come il piccolo malaffare.” Così Paolo e Daniela Marcone nella postfazione a Storia di Franco (edizioni la meridiana, 2022), il libro di Maria Marcone dedicato al fratello Francesco, direttore dell’Ufficio del Registro di Foggia assassinato il 31 marzo del 1995. Giovedì 6 ottobre, ore 17, nella Sala Narrativa della Biblioteca di Foggia, Daniela Marcone presenta questa preziosissima riedizione di uno dei libri cardine della narrativa pugliese, così come sottolineato dal vincitore del Premio Strega Mario Desiati nella sua prefazione. Previsti gli interventi della direttrice della casa editrice, Elvira Zaccagnino, e della docente dell’Università di Foggia, Rossella Palmieri. A conversare con Daniela Marcone saranno Gabriella Berardi, direttrice de “La Magna Capitana”, e Federica Bianchi di Libera Foggia. L’appuntamento rientra in Fuori gli Autori, a cura di Ubik e Biblioteca. Per l’occasione, nella Sala Narrativa intitolata ad Arturo Marcone (padre di Maria e fondatore della Biblioteca foggiana), sarà esposto un suo ritratto realizzato nel 1958 proprio dall’autrice al centro dell’iniziativa.

Storia di Franco (la meridiana, 2022). Maria Marcone è nella spina dorsale della narrativa pugliese. “Storia di Franco”, pubblicato originariamente nel 1998, è il testo dedicato a suo fratello, Francesco Marcone, ucciso la sera del 31 marzo 1995 a Foggia dalla criminalità organizzata. Non si tratta di un racconto dell’omicidio ma di un romanzo di formazione tra infanzia e adolescenza, in cui ritrovare le radici della tenacia e del coraggio che hanno poi condotto Franco ad affrontare le scelte complesse della cui portata siamo stati consapevoli solo dopo la sua morte. Gli anni in cui la vicenda del romanzo si snoda sono quelli della Seconda Guerra Mondiale, anni che Maria Marcone ha vissuto da protagonista di quei giorni in cui il bombardamento di Foggia distrusse la città e costrinse la sua famiglia a vivere l'esperienza di essere profughi in fuga dalla guerra. Una testimonianza unica e preziosa per ricostruire un pezzo di storia della Puglia e della Capitanata, di una città che, da allora, ancora fatica a ritrovare il senso dell’essere e del farsi comunità. E una storia familiare, intima, in grado di mostrare al lettore, e in particolare ai giovani lettori a cui il romanzo originariamente si rivolge, l’umanità di una persona molto amata costretta a diventare eroe in una terra, la Puglia, che, tra sole e mare, a volte rivela un’anima oscura. Prefazione a cura di Mario Desiati.

Maria Marcone (1931-2014). Primogenita di quattro figli, è nata a Foggia e, appena adolescente, è rimasta orfana del padre Arturo, fondatore della Biblioteca provinciale di Foggia. Tra le opere spiccano La casa delle donne (Palomar, 1983), da cui, nel 2003, è stato tratto l’omonimo film e Analisi in famiglia (Feltrinelli, 1977), dal quale è stato realizzato uno sceneggiato televisivo. Artista poliedrica, alternava alla scrittura la pittura e la poesia. Molte sue opere sono state tradotte all’estero.

Martedì 4 ottobre con inizio alle ore 17,30 presso la sala Mazza del Museo Civico di Foggia sarà presentato l’ultimo lavoro di Carmine de Leo, la “Storia di Foggia”, da parte del nuovo direttore dell’Archivio di Stato di Foggia dottor Massimo Mastroiorio, dell’ex direttore dello stesso Archivio dott.ssa Grazia Battista e della prof.ssa Antonella Fiore.

L’autore concluderà con la proiezione multimediale a fine serata di decide fra documenti d’archivio, disegni, piante di luoghi dell’antico centro storico e di tutta la città di Foggia e foto d’epoca per la maggior parte inedite che illustrano anche visivamente la nascita e la crescita di questa città

Foggia, nata in una posizione strategica, al centro della Capitanata,deve la sua origine ad una taverna, chiamata del Gufo, o del Bufo, nome scientifico del rospo comune, forse per i tanti acquitrini che caratterizzavano il sito.

La taverna, posta all’incrocio di più strade e trasformata poi in chiesa dopo il ritrovamento del Sacro Tavolo della Madonna dei Sette veli, fu il primo insediamento che circondato ben presto da altre abitazioni, costituì il nascente casale di Foggia in epoca normanna.

In seguito, la città ebbe come fattore trainante del suo sviluppo urbano, la costruzione della sontuosa reggia di Federico II di Svevia, di cui restano le vestigia dell’arco d’ingresso ed una iscrizione recuperate e murate dopo  bombardamenti aerei che colpirono la città di Foggia nel corso dell’ultima guerra mondiale.

Il de Leo, ha già pubblicato decine di volumi sulla storia e le tradizioni di Foggia e del suo territorio, con particolare riferimento ai palazzi e le famiglie antiche di questa città ed alle vecchie corti di giustizia, alla storia dell’università a Foggia, oltre che alle bellezze monumentali e paesaggistiche del Gargano.

In questa pubblicazione sulla storia di Foggia l’autore si è cimentato sulle vicende che hanno caratterizzato lo sviluppo di questa città, comprovando la sua ricerca con la citazione di centinaia di documenti, in gran parte inediti, conservati presso circa trenta archivi di stato locali e nazionali da lui consultati negli ultimi anni.

Un lavoro di ricerca che ha tenuto impegnato il de Leo per vari anni e che è stato pubblicato durante gli anni del Covid dagli Amici del Museo Civico in  occasione della ricorrenza dei trent’anni di attività: 1990 – 2020 di questa associazione culturale; il volume si è avvalso anche del patrocinio del Comune di Foggia e del Ministero della Cultura.

Scorrere le pagine di questo nuovo libro dello scrittore Carmine de Leo è come viaggiare nel tempo e conoscere lo sviluppo della città di Foggia dal secolo XI della sua fondazione al Novecento, vivendo episodi e luoghi ormai scomparsi che sopravvivono nei resoconti di polverosa documentazione manoscritta a noi pervenuta e che il de Leo ha saputo illustrare con questa certosina ricerca.

#contrappunti

«Al disvalore morale che traspare dalle immagini di adolescenti davanti alle tombe di Riina e Provenzano, riprese da un papà noto pregiudicato, si contrappongono significative iniziative da parte di altri adolescenti, meritevoli di grande attenzione e plauso, che mettono in pratica l’invito di Paolo Borsellino, quando sosteneva che il contrasto alla criminalità si attua attraverso una rivoluzione culturale che coinvolga soprattutto i giovani, i più propensi a "respirare la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale e dell'indifferenza".

Due belle iniziative da segnalare, la prima: Valerio (nome di fantasia), 14 anni, a completamento del suo percorso di studio in una scuola media del capoluogo foggiano, ha inteso dedicare la sua tesi al tema della lotta all’illegalità: “La mafia uccide, il silenzio pure” è il titolo del suo lavoro in ricordo di Peppino Impastato. L'istituto scolastico gli ha tributato un bel 10 e l'applauso ed il merito va ascritto anche a chi gli ha inculcato certi valori, tra cui probabilmente i docenti stessi.

La seconda iniziativa: un gruppo di giovanissimi, di età compresa tra i 14 e 18 anni, soci del Club Interact Foggia "Umberto Giordano", ha commissionato a due valenti architette foggiane il progetto di rifunzionalizzazione di una rotatoria cittadina (incrocio Via Gramsci/Via Smaldone) da dedicare alle vittime delle mafie, con l'intento di promuovere un'azione di crowdfunding. Il progetto, elaborato in collaborazione con gli studenti del Liceo Artistico Lanza Perugini, è al momento all'attenzione degli uffici comunali.

Siamo in presenza di atteggiamenti e di scelte ammirevoli, segnali di grande speranza che ci impongono di alimentare con amore e dedizione questi semi di resistenza, di cambiamento, di maturità. Il loro è un idealismo, bello e buono, che attiva processi di partecipazione e cittadinanza attiva per le vie della città, come indispensabile antidoto al contesto di dilagante illegalità.

 

FABS2022 short animate

 

Questo approccio assume rilevanza ancora maggiore alla luce di un recente rapporto di Libera che mette in luce come cresca il numero di neet, quei giovani tra i 14 e i 21 anni che non studiano né cercano lavoro e che rischiano di “alimentare il mercato nero attraverso piccoli lavori nei quali vengono sfruttati, o diventare essi stessi manovalanza per le organizzazioni criminali”. La criminalità organizzata cerca consenso sociale anche tra le giovani generazioni e tra coloro che si ritengono senza futuro. 

Resta però una perplessità: a fronte dell'ammirevole e coraggiosa presa di posizione dei più giovani, registriamo, in questo clima elettorale, l'assordante ed inquietante silenzio della politica sui gravi fenomeni di infiltrazione mafiosa e di corruzione che hanno caratterizzato gli ultimi anni della storia foggiana. Ci si aspetta quanto meno una proposta, una promessa, un patto che convinca quei giovani a non emigrare e rimanere qui a combattere per una giusta causa e restituire dignità alla nostra Città».

Il Festival delle piccole cose con la direzione artistica del poeta Raffaele Niro, giunto alla VII Edizione, ha tra i suoi obiettivi più importanti quello di valorizzare i beni immateriali custoditi nei luoghi che lo ospitano.

Rhymers’ Club, l’associazione culturale che organizza il festival, è alla continua ricerca di luoghi, sempre più rari, ancora custodi del silenzio, della luce, del vento, dell’aria incontaminata.

La programmazione artistica, che quest’anno coinvolge poeti, attori e musicisti, prova a far coltivare, verso questi spazi, gesti d’amore privandosi, come nel suo spirito, di amplificazione acustica e di ulteriori luci che non siano quelle naturali.

Il tema di questa edizione 2022 è Homo sapiens?

Punto di snodo cruciale dell’evoluzione dell’essere umano, così come lo conosciamo, è l’homo sapiens, un ominide cui è stato attribuito un aggettivo che richiama la sapienza. Condizione ambita sin dall’antichità, in età contemporanea messa al vertice della piramide dell’informazione DIKW (dati, informazione, conoscenza, saggezza) di origini eliotiane, la sapienza è legata non solo a conoscenza e dottrina, ma alla capacità di discernimento che da esse discende, quella capacità che dal piano intellettuale ed etico sa trasferirsi a tutti gli ambiti della vita dell’uomo. Siamo all’altezza di questo aggettivo che marchia e nobilita la nascita della nostra specie? Possiamo, alla luce della più stretta attualità e delle sfide di lungo periodo che gli obiettivi dell’Agenda 2030 tentano di mettere al centro dell’azione pubblica e privata, definirci veramente Sapiens? È una domanda la cui risposta non è più procrastinabile, e che chiama tutti a una riflessione sul nostro futuro individuale e collettivo, e su cosa significhi realmente essere umani.

L’Iniziativa è promossa dalla Regione Puglia, Assessorato all’industria turistica e culturale, in collaborazione con l’Associazione Presìdi del libro e dalla città di Monte Sant’Angelo.

Inoltre fondamentali sono state le collaborazioni con il Museo “Il sentiero dell’Angelo”, Eco Gargano, il polo culturale “Senso Civico”, l’associazione culturale “C’era una volta…”, Monte Sant’Angelo Francigena, Dove andiamo sul Gargano, Archeoclub sezione di Monte Sant’Angelo e Mooveng.

Quest’anno il Festival delle piccole cose si svolgerà interamente dove è nato, a Monte Sant’Angelo, dal 22 al 27 agosto (con orario d’inizio alle ore 19,00).

Lunedì 22 agosto si terrà, eccezionalmente, presso il Museo “Il sentiero dell’Angelo” dove ospiteremo il poeta Claudio Damiani, vincitore del Premio Viareggio 2022, che presenterà, assieme al poeta Enrico Fraccacreta e all’attrice Marina Benedetto, il suo libro “Prima di nascere” pubblicato da Fazi.

Coloro che parteciperanno alla presentazione avranno la possibilità di visitare gratuitamente il Museo “Il sentiero dell’Angelo” realizzato da Studio Azzurro.

Da martedì 23 a sabato 27 agosto tutti gli appuntamenti si svolgeranno presso il Battistero di San Giovanni in Tumba (Tomba di Rotari) grazie alla collaborazione con Eco Gargano che aprirà eccezionalmente il sito storico dalla ore 19,00, permettendo agli ospiti del Festival delle piccole cose di visitarlo gratuitamente.

Martedì 23 agosto sarà ospite il poeta, scrittore e giornalista Sergio D’Amaro che presenterà, assieme allo scrittore e docente universitario (Roma Tor Vergata) Cosma Siani, il libro “The Bridge of Heidelberg”  pubblicato dalla casa editrice statunitense Gradiva. Seguirà lo spettacolo teatrale “sous le ciel de Paris. La vita e il canto di Edith Piaf” di e con l’attrice Marina Benedetto.

Protagonista di mercoledì 24 agosto sarà lo storico e scrittore Giovanni Rinaldi che, assieme alla scrittrice Roberta Pilar Jarussi, presenterà il libro “C'ero anch'io su quel treno. La vera storia dei bambini che unirono l'Italia” pubblicato dalle edizioni Solferino e recentemente vincitore del Premio Benedetto Croce 2022.

Seguirà la presentazione di “Antropos” lavoro dell’eclettico artista Franx Ciava, originario della città di Matteo Salvatore, che sarà accompagnato da Rossana Nargiso.

Giovedì 25 agosto l’ospite del PiccoleCoseFest sarà il poeta e scrittore Pasquale Vitagliano che presenterà, dialogando con il docente e scrittore Francesco Vino, il suo romanzo “Tutti i calendari mentono” pubblicato dalle edizioni Giazira. A seguire il docente e musicista Michele Guerra presenterà “paesaggi sonori” espressione del compositore, scrittore ed ambientalista Murray Shaffer recentemente scomparso, che il musicista di Monte Sant’Angelo ha fatto propria.

Venerdì 26 agosto ad aprire la serata sarà lo storico e scrittore Michele Presutto che presenterà, con il poeta, scrittore e giornalista Sergio D’Amaro, il suo saggio romanzato “Gli operai non mangiano le fragole” pubblicato dall’editore Rubbettino. Seguirà la raffinata esecuzione di “anima garganica” del musicista Luca D’Apolito, tra i più apprezzati musicisti di chitarra battente.

Sabato 27 agosto il festival ospiterà il giovane scrittore Alessandro Galano, animatore culturale della libreria Ubik di Foggia, che presenterà, dialogando con il professore e scrittore Antonio Giardino, il suo romanzo d’esordio “L’uomo che vendette il mondo” pubblicato dalla casa editrice Scatole Parlanti.

Il festival si concluderà con la proiezione di due lavori cinematografici realizzati dal Rhymers’ Club, “Il canto del pane di Varujan” e “Claudio Damiani | La miniera”.

Tutti gli appuntamenti sono gratuiti e obbligatoriamente su prenotazione. Per maggiori informazioni e per le prenotazioni si può telefonare al Contact Center del Rhymers’ Club al numero 389,1450508.

Per tutto il periodo del Festival, ai suoi partecipanti, Mooveng e Dove andiamo sul Gargano applicherà uno sconto del 25% sui servizi di noleggio bike, e-bike e tour (consigliamo di scaricare L'APP MooVeng
https://app.mooveng.com al costo di 10 centesimi.  L'APP contiene tracciati con navigatore e mappe per l escursioni in canoa e in Foresta Umbra).

Maggiori dettagli, informazioni su come raggiungere i luoghi, informazioni sugli artisti, saranno pubblicati nei prossimi giorni sul sito piccolecosefest.it.

Dal 16 al 18 agosto 2022 a Monte Sant'Angelo, promosso dall'assessorato alla cultura e dalla Green Cave di FestambienteSud, la prima edizione, col titolo PAGINE DI PUGLIA, è dedicato a libri scritti da pugliesi o sulla Puglia.
 
S'intitola "Pagine di Puglia" la prima edizione di "Una Scalinata di Libri", un piccolo festival del libro e dei lettori che l'assessorato alla cultura della città UNESCO di Monte Sant'Angelo e la Green Cave di FestambienteSud, centro culturale e libreria di Legambiente, promuovono per il 16, 17 e 18 agosto prossimi.

TUTTI GLI EVENTI SONO A INGRESSO LIBERO

"Stiamo vivendo un momento di rilancio della lettura - dichiara l'assessore alla cultura e vicesindaca di Monte Sant'Angelo Rosa Palomba - che vede sempre più persone attente sia ai classici della letteratura che alle novità editoriali. Per questo abbiamo pensato, con la libreria della Green Cave, di iniziare l'esperienza di un festival estivo dedicato ai libri e ai lettori a beneficio dei cittadini e dei turisti di Monte Sant'Angelo, che è riconosciuta dal Ministero della Cultura come "Città che legge" e che vede la lettura come uno dei pilastri della candidatura di Monte Sant'Angelo a capitale italiana della cultura 2025. La prima edizione è dedicata agli scrittori pugliesi e ai libri dedicati alla Puglia".
 
Protagonisti saranno cinque libri scritti da pugliesi, o che raccontano la Puglia, presentati nella suggestiva cornice della scalinata di via Maraldo, già location delle più recenti edizioni di FestambienteSud.
 
Dopo i saluti istituzionali del sindaco di Monte Sant'Angelo e del direttore della Green Cave, il primo libro a essere presentato il 16 agosto alle ore 19, sarà "Un milanese di Puglia", di Matteo Rivino, Andrea Pacilli Editore. L'autore, originario di Monte Sant'Angelo e da decenni trasferito a Milano, colloquierà con Pasquale Coccia, giornalista del il Manifesto anch'egli pugliese trapiantato nel capoluogo lombardo.
 
Il 17 agosto sarà la volta di due libri suggestivi: "Luce Incantata. Viaggio sentimentale attraverso il Gargano" dello scrittore garganico Antonio Motta, sempre edito da Andrea Pacilli Editori nella collana i Quaderni della Green Cave. Motta sarà accompagnata dalla scrittrice di talento Lucia Tancredi, pugliese di origine residente nelle Marche. Segue una sentita biografia dedicata a Guglielmo Minervini, politico, amministratore e intellettuale pugliese prematuramente scomparso, intitolata "Che la sera ci colga lottando", scritta da Andrea Colasuono per le edizioni Mesogea. Alla presentazione interverranno l'autore e testimoni della vita e dell'opera di Minervini.
 
Nella giornata di chiusura, il 18 agosto, l'autore Donato Cassano presenterà il libro di poesie "La Puglia in 17 sillabe", edito per i tipi Edizioni della Sera, una suggestiva antologia che racconta la nostra regione utilizzando la tecnica narrativa de haiku. A chiudere "Canto XI", opera di un pugliese d'America, Jim Longhi, sodale di Arthur Miller e coprotagonista del racconto "Monte Sant'Angelo" che Miller pubblicò nel 1951, e recentemente tradotta da Cosma Siani e Mariantonietta di Sabato, che presenteranno il libro e pubblicata dalle Edizioni Lampyris.
 
Il Calendario completo di
UNA SCALINATA DI LIBRI 2022
"Pagine di Puglia"
 
16 AGOSTO - ore 19

saluti di apertura del sindaco di Monte Sant’Angelo
e del direttore della Green Cave

segue
Matteo Rivino
UN MILANESE DI PUGLIA
Andrea Pacilli Editore
incontro con l’autore e il giornalista Pasquale COCCIA

17 AGOSTO - ore 19

Antonio Motta
LUCE INCANTATA, viaggio sentimentale attraverso il Gargano
3° quaderno della Green Cave
incontro con l’autore e la scrittrice Lucia TANCREDI

Andrea Colasuono
CHE LA SERA CI COLGA LOTTANDO
Guglielmo Minervini. La vita. Il pensiero. E viceversa.
Edizioni Mesogea
incontro con l’autore e testimonianze.

18 AGOSTO - ore 19

Donato Cassano
LA PUGLIA IN 17 SILLABE
Edizioni della Sera
incontro con l’autore

Jim Longhi
CANTO XI
Edizioni Lampyris
incontro con con i traduttori Cosma SIANI e Mariantonietta DI SABATO

nota a cura di Natia Merlino dell’Associazione “Donne del Gargano in cammino”.

Giovedì 11 agosto 2022 “Tracce del nostro cammino. Le Donne del Gargano si raccontano” (Centro Grafico, 2022) dell’associazione “DONNE DEL GARGANO IN CAMMINO “… 7a tappa a Largo del Conte a Vico del Gargano … dalle ore 21:30!

Il primo libro dell’Associazione “Donne del Gargano in cammino”, edito dall’Associazione e curato da Leonarda Crisetti Grimaldi, ha visto la sua presentazione ufficiale a Cagnano Varano 19 giugno, seconda tappa ad Apricena il 23 giugno, terza tappa a Lesina il 15 luglio, il 21 luglio a San Menaio per proseguire il 23 luglio a San Nicandro e il 1 agosto a Manfredonia.

Il libro, scritto da 50 donne rappresentative di ogni fascia d’età e di tutti i comuni del Gargano, propone temi legati alla condizione della donna: la sua salute psicofisica, il suo inserimento nel mondo del lavoro, la facoltà di esercitare i propri diritti, di poter rappresentare la società, di incidere sulla produzione economica e culturale.

Ad accogliere ufficialmente le “Donne del Gargano in cammino”, l’Amministrazione di Vico del Gargano, con il sindaco Michele Sementino e l’assessora alla cultura Rita Selvaggio.

La presentazione sarà ospitata dalla rassegna “Un libro per amico”, ideata dal giornalista Michele Angelicchio, che farà gli onori di casa.

La professoressa Leonarda Crisetti Grimaldi, presidente dell’Associazione “Donne del Gargano in cammino” e curatrice del libro, in particolare, presenterà il libro e l’Associazione.

Prenderà voce anche la docente universitaria Anna Maria Cotugno, autrice della prefazione.

Alcune socie “Donne del Gargano in cammino”, presenti nel libro con i propri racconti, li esporranno. Menuccia Fontana ci presenterà “Teresa” per un percorso di dignità e coscienza, tra vite spezzate e speranze. Ida Maria D’Errico svelerà gli intrecci di “Ida e Maria, le sorelle di Pascoli”.

Angela Campanile descriverà “La vita della donna peschiciana tra antiche tradizioni e nuove prospettive”. “Segreti d’amore in Vico del Gargano” saranno svelati da Grazia D’Altilia, con note delicate.

Assaporeremo “un buon pranzo di Ferragosto” nel paese di San Marco in Lamis nella descrizione di Anna Piano. Il vissuto garganico femminile sarà impersonato da Maria Rosaria Vera, che introducendoci nella sua casa in cui ci si nutriva d’arte, descriverà “I lavvannare di Viche”, accompagnata dalle note del musicista e chitarrista Matteo Ciccomascolo.

A moderare l’ incontro sarà la coautrice, cantante e attrice Maria Rosaria Vera.

Si ringraziano: Ferrovie del Gargano, SICME (ENERGY E GAS); i Comuni di: Apricena, Cagnano Varano, Carpino, Ischitella, Lesina, Manfredonia, Mattinata, Peschici, San Marco in Lamis, San Nicandro Garganico, Vico del Gargano, Vieste.

Don Pasquale Uva al centro - e non solo per la ricorrenza del Centenario di fondazione dell’Opera e della Congregazione Ancelle della Divina Provvidenza - nel programma dell'edizione numero 13 del festival nazionale "Libri nel Borgo Antico", presentato ieri sera alla stampa presso le Vecchie Segherie Mastrototaro di Bisceglie.
 
Infatti il 25 agosto prossimo, in Largo Castello, alle 20,30, è in programma un omaggio a colui che può considerarsi a pieno titolo il "Santo dei Biscegliesi". Uno spettacolo "che non è una semplice biografia, privandosi peraltro di linearità drammaturgica e di molti nomi di coloro che hanno contribuito a edificare l’Opera, ma è - come evidenziato dal regista e attore Gianluigi Belsito - la celebrazione di un percorso spirituale e umano che ha portato ad alleviare le sofferenze di tanti infelici". A cento anni dalla nascita della “sua” Casa Divina Provvidenza, eretta pietra su pietra grazie a una grande tenacia, alla capacità di aggregazione e alla Fede profonda, il regista Belsito ha creato un’opera originale che, nascendo da un laboratorio teatrale aperto a ben 40 interpreti, mette insieme teatro, musica, danza e audiovisivo, diventando un rispettoso dono artistico a Padre Uva.
 
E proprio nel nome di Don Uva, dopo il successo di Antonella Ruggiero dello scorso anno, sul piazzale del Tempio di San Giuseppe, il prossimo 29 agosto, è in programma un altro appuntamento da non perdere con Iva Zanicchi.
 
Presente alla conferenza stampa, per Universo Salute, partner del Festival, il responsabile dell'Area comunicazione Alfredo Nolasco, che ha portato il saluto della Proprietà e del top management al team dell'Organizzazione e a Sergio Silvestris, deus ex machina e autentica anima dell'ormai collaudatissima rassegna, già pronta allo start nelle piazze del centro storico di Bisceglie il prossimo 25 agosto, proprio con l'evento dedicato a Don Uva, per terminare mercoledì 31 agosto. Tra gli ospiti dell'edizione 2022, Antonio Pascale, Simonetta Agnello Hornby, Edith Bruck, Vittorio Sgarbi, Pietro del Solda', Jacopo de Michelis, Federico Palmaroli, Antonio Stornaiolo ed Emilio Solfrizzi, Marcello Veneziani, Luca Bianchini, don Aniello Manganiello, Marco Follini, Elisa Di Francisca, Nicolai Lilin, Mario Desiati.
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