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All’evento hanno partecipato circa 800 assistenti sociali da tutta la Puglia.

Riflettere sulle trasformazioni del welfare e sul ruolo dell’assistente sociale nelle regioni del Mezzogiorno d’Italia. Promuovere politiche sociali innovative per favorire l’inclusione e lo sviluppo dei territori. Sono i temi affrontati nel corso della giornata di approfondimento che si è tenuta quest’oggi in Fiera del Levante sulle “Nuove politiche di Welfare in Puglia e nel Mezzogiorno d’Italia. Il ruolo strategico del servizio sociale”, a cui hanno partecipato circa ottocento assistenti sociali da tutta la Puglia.

Nel corso dell’evento, organizzato dal dipartimento Welfare della Regione Puglia e dal Consiglio dell’Ordine degli Assistenti sociali di Puglia (CROAS), sono intervenuti, tra gli altri, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, l’assessora al Welfare della Regione Puglia Rosa Barone, la direttrice del dipartimento Welfare della Regione Puglia Valentina Romano, la presidente CROAS Puglia Filomena Matera e la consigliera nazionale Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali Valentina Prisciandaro.

La sessione mattutina è stata dedicata al confronto e al racconto delle esperienze di welfare nelle regioni del Mezzogiorno d’Italia. Quella pomeridiana si è concentrata sul welfare innovativo e generativo, con un focus sulla presa in carico delle disabilità, sulle famiglie e i minori e sul Terzo Settore.

“Ottocento assistenti sociali da tutta la Puglia – ha dichiarato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano – sono l’esercito della conoscenza del corpo sociale nella nostra società. Sono quelle persone che noi inviamo in missione speciale nei casi impossibili, quelli dove i giudici, gli esperti e i politici non riescono a trovare una soluzione. Queste persone straordinarie riescono a organizzare, non senza difficoltà, una risposta sociale credibile all'infinita serie dei problemi del vivere. Tutto questo avviene nel contesto delle malattie, della devianza anche di natura criminale, della gestione dell’obbligo scolastico e in tutti i settori dove è richiesto qualcuno che ascolti e sappia trasformare questo ascolto in un indirizzo verso le istituzioni al fine di legiferare meglio. Bisogna convincere i governi che il diritto al welfare, alla buona vita e al benessere è un diritto importante tanto quanto la salute. Anzi, mi permetto di dire che mentre la salute è un diritto-mezzo, il welfare, il benessere di vita è un diritto-fine, e quindi, dal punto di vista filosofico, è anche più importante”.

L’assessora al Welfare della Regione Puglia Rosa Barone ha sottolineato che “anche se con visioni e approcci diversi, tutte le Regioni riconoscono la centralità della persona e la necessità di rispondere alle esigenze dei soggetti più fragili, che si sono trasformate rispetto a qualche anno fa. Il Covid ha accentuato e i gap sociali, economici e lavorativi esistenti, e abbiamo quindi il dovere di comprendere e dare una risposta ai nuovi bisogni”.

“La Regione Puglia – ha proseguito l’assessora – sta orgogliosamente mantenendo e rafforzando tutte le misure che, da sempre, fanno parte del panorama sociale pugliese, come i buoni di conciliazione e le misure per minori, disabili e anziani. Ovviamente, col nuovo POR stiamo per mettere in atto nuove forme di sostegno che si realizzeranno a più livelli. Inoltre, attraverso le risorse del PNRR destinate all’ambito sociale, saremo attivi sul territorio con diverse strutture. In questo contesto, dobbiamo impegnarci a rafforzare la figura dell'assistente sociale, che è centrale per affrontare le sfide che verranno nell’interesse dei nostri concittadini”.

“Il confronto di oggi – ha dichiarato Valentina Romano – è servito a valorizzare il ruolo strategico dei servizi sociali, professionali e del pronto intervento sociale all'interno del sistema di welfare, nonché a dialogare sul nuovo ruolo che questi servizi devono assumere. Non si tratta di un ruolo di mera presa in carico delle persone, ma di qualcosa di più complesso che porterà i servizi sociali a dialogare con altre porzioni della Pubbliche Amministrazione come l'istruzione, il lavoro e le attività di impresa. L’obiettivo è valorizzare un nuovo welfare che sia capace di essere, insieme, innovativo e generativo. Il welfare, infatti, non è più una politica meramente assistenzialista ma deve diventare sempre più in grado di generare ricchezza per la comunità intera”.

“Le Regioni – ha proseguito la direttrice del Dipartimento regionale al Welfare – sono impegnate a dialogare per la realizzazione di iniziative comuni, tanto più nell’ambito del Mezzogiorno. In questi mesi, in particolare, siamo al lavoro su una serie di proposte da sottoporre al governo nazionale che attestino l'importanza del welfare come insieme di servizi ai cittadini e come strumento di crescita e di sviluppo della comunità. In questa logica, stiamo ponendo molta attenzione alle risorse che saranno stanziate dal governo e che dovrebbero consentire - questa è una richiesta corale di tutte le Regioni - il finanziamento di servizi necessari per i cittadini”.

Nella corso della giornata, nella tavola rotonda sul tema “Welfare e Mezzogiorno d’Italia: il ruolo strategico del servizio sociale nelle Regioni del Sud”, è intervenuto anche il professore ordinario di sociologia generale e direttore del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Bari Giuseppe Moro: “Il servizio sociale al sud – ha dichiarato – vive una realtà di forti differenze rispetto al welfare del nord. Anche sotto questo profilo, nonostante i tanti cambiamenti, l’Italia rimane divisa in due. Per questo, ritengo che ci sia bisogno di un intervento politico di riforma, adeguamento e avvicinamento dei due welfare state presenti nel nostro Paese. In questo scenario, dobbiamo avere la consapevolezza delle trasformazioni del ruolo e della preparazione a cui sono chiamati gli assistenti sociali. Personalmente, ritengo che il modello formativo che proponiamo loro in ingresso sia inadeguato e andrebbe perciò modificato. Quanto alla formazione in servizio, considero importante l’esperienza della supervisione degli assistenti sociali, che li aiuterà a diventare dei soggetti riflessivi, capaci di non dare per scontato il proprio lavoro. Attraverso le nuove esperienze con cui si troveranno a contatto, questi professionisti proveranno a confrontarsi con nuove sfide e a cercare nuove modalità di intervento”.

Far conoscere le nuove norme, sigle e dotazione finanziaria, nonché le regole per la gestione dei diversi interventi relativi alle misure Agro Climatico  Ambientali (ACA) della nuova programmazione dedicata allo sviluppo rurale, strategiche anche in chiave Green Deal europeo e per l'implementazione dell'agricoltura biologica in Puglia. Nel Salone dell'Agroalimentare di Puglia in Fiera del Levante, al Pad. 19, l'assessore regionale all'Agricoltura, Donato Pentassuglia, e il direttore del Dipartimento Agricoltura, Gianluca Nardone, nella veste di autorità di gestione del CSR, il Complemento di Sviluppo Rurale 2023-2027. A partire dall'ultimo trimestre 2023 saranno lanciati i nuovi bandi: l'incontro in Fiera del Levante è servito per condividere operativamente con tecnici e rappresentanti delle associazioni di categoria le modalità di accesso ai bandi, gli impegni nella tutela dei suoli e le opportunità  di cumulabilità di interventi ACA  in un momento storico che segna anche il passaggio alla nuova programmazione per l'utilizzo dei fondi europei, che da quest'anno saranno declinati nel CSR, il complemento regionale per lo sviluppo rurale, a regia nazionale. Nello specifico i bandi ACA avranno una dotazione finanziaria  totale 392,5 milioni di euro, pari al 33% delle risorse del CSR Puglia 23/27 che è di 1,84 miliardi di euro per l'intero quinquennio.

Prima di illustrare le peculiarità dei nuovi bandi ACA è stato presentato il contest fotografico Fotogrammi della Puglia rurale, che punta a raccogliere immagini da ogni angolo della Puglia per raccontare la diversità rurale e i miglioramenti apportati grazie al Programma di Sviluppo Rurale 2014-2022. Fino al 30 settembre è possibile candidare le immagini al contest: i dettagli sono disponibili sul portale www.psr.regione.puglia.it.In mattinata il Salone dell'Agroalimentare di Puglia ha ospitato il confronto sui nuovi progetti sperimentali dedicati all'agricoltura di precisione AdP4Durum destinato al grano duro e AgriPuglia dedicato a vite e pomodoro da industria, sostenuti dalla Sezione Competitività delle Filiere Agroalimentari del Dipartimento Agricoltura e attivati con una partnership qualificata composta da enti di ricerca, fondazioni, startup e cooperative agricole.

Nell'area Feamp-Feampa del padiglione 19 Rosa Fiore, dirigente della struttura di progetto per l'attuazione della politica europea per gli affari marittimi, la pesca e l'acquacoltura ha illustrato le prerogative della nuova programmazione europea dedicata alla pesca e all'acquacoltura.

Questa mattina è stata presentata in Fiera del Levante la campagna di sensibilizzazione della Regione Puglia dedicata al risparmio idrico. Nel corso della conferenza stampa sono intervenuti il direttore della Comunicazione istituzionale della Regione Puglia Rocco De Franchi, la direttrice generale di Acquedotto Pugliese Francesca Portincasa , il presidente di Autorità Idrica Pugliese Antonio Matarelli e il docente di fisica e divulgatore scientifico pugliese Vincenzo Schettini.

La campagna di comunicazione, promossa dalla struttura speciale di Comunicazione istituzionale della Regione Puglia e cofinanziata dall’Unione europea, a valere sul PO FESR – FSE 201/2020 della Regione Puglia Asse XIII, nasce dalla necessità di incoraggiare un consumo consapevole e responsabile delle risorse idriche, specialmente tra le giovani generazioni, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile che identifica, tra i 17 traguardi da raggiungere, quello dedicato all’acqua pulita e ai servizi igienico-sanitari (Goal n. 6 - Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell'acqua e delle strutture igienico-sanitarie).

La campagna si compone di una parte visual e di un video realizzato con la collaborazione di Vincenzo Schettini, docente di fisica e divulgatore scientifico molto noto sui social network grazie al format “La fisica che ci piace”. Il visual rielabora il concetto legato all’espressione “Si salvi chi può!”, diffusa nel cinema del Novecento e in numerose campagne di comunicazione pubblica, e lo declina in tre varianti che rendono l’idea dell’emergenza e dell’insufficienza delle risorse idriche: “Si disseti chi può!”, “Si lavi chi può!” e “Si innaffi chi può!”. L’acqua, infatti, è un bene a rischio. Nel mondo, il 40% delle persone deve fare i conti con la scarsità di risorse idriche, ma la cifra è destinata ad aumentare a causa della crisi climatica. 785 milioni di persone, già oggi, non hanno accesso all’acqua potabile. I gesti quotidiani più semplici come bere, lavarsi o innaffiare le piante potrebbero presto rivelarsi un privilegio per pochi.

A questo, si aggiungono le inefficienze della rete idrica: in Italia, la percentuale di acqua immessa nelle reti idriche che si disperde lungo il tragitto che la porta nelle case si attesta in media al 42%. Dal 2014, inoltre, è cresciuto il numero di famiglie italiane che denunciano l’inefficienza del sistema di gestione dell’acqua, con prestazioni migliori al Nord Italia rispetto al Centro e al Mezzogiorno. Ciò nonostante, secondo il sesto Rapporto sullo stato del capitale naturale d’Italia, redatto nel 2022 dall’Associazione Italiana per lo sviluppo sostenibile, nel nostro Paese rileva un’assenza di azioni politiche per recuperare i ritardi accumulati sulla tutela e il ripristino degli ecosistemi legati all’acqua.

“Oggi – ha dichiarato il direttore della Comunicazione istituzionale della Regione Puglia Rocco De Franchi – ci siamo ritrovati con Acquedotto Pugliese e con Autorità Idrica Pugliese per suggellare un’alleanza istituzionale molto importante con l’obiettivo di parlare alle giovani generazioni del tema del risparmio idrico. Il grande divulgatore pugliese Vincenzo Schettini, il professore de ‘La fisica che ci piace’, si è prestato a questa campagna, che nasce per i social network ma avrà un prosieguo sui media tradizionali, per lanciare un messaggio fondamentale: gli investimenti infrastrutturali che la Regione Puglia e l'Acquedotto Pugliese stanno facendo devono essere accompagnati da un utilizzo quotidiano virtuoso dell’acqua. Dobbiamo risparmiarne il più possibile per lasciarne tanta e buona alle future generazioni”.

 “Le strategie che Acquedotto Pugliese e Regione Puglia attuano per rendere più efficiente l’utilizzo delle risorse idriche – ha dichiarato la direttrice generale di Acquedotto Pugliese Francesca Portincasa – vanno in più direzioni. L’asse portante è quello del recupero delle perdite. Su questo, siamo impegnati in un piano straordinario di sostituzione delle reti e nel cosiddetto smart water management, che utilizza l'intelligenza artificiale per migliorare la gestione dell’acqua, ridurre il prelievo dalle fonti e distribuire meglio l'acqua quando serve e dove serve. In secondo luogo, c'è il tema del riuso: siamo la prima Regione in Italia per riutilizzo delle acque reflue ben depurate, che rappresentano una grande ricchezza e consentono di ridurre i costi degli agricoltori e di risparmiare la falda. Un’altra strategia riguarda la ricerca di fonti d’acqua alternative. Il primo esempio sarà il dissalatore del Tara che sorgerà entro il 2026: la gara è in via di chiusura e consentirà di integrare le risorse idriche verso il ramo del Salento ionico con acqua salmastra, riducendo sia il consumo di energia che la produzione della cosiddetta salamoia, che avrà una salinità inferiore a quella del mare. Si tratterà del più grande dissalatore sulla terraferma per uso civile. L’altra strada è quella di cercare nuovi accordi, anche con altre Regioni, per poter portare in Puglia l'acqua dell'Abruzzo, del Molise o di altri territori. Non si tratta di una sottrazione di risorse: queste risorse, che altrimenti andrebbero in mare, possono essere utilizzate a beneficio di tutte le popolazioni. Da ultimo, stiamo lavorando molto seriamente all'ipotesi di portare l'acqua dall'Albania in Puglia attraverso l’uso delle sorgenti. Possiamo fare dall’altra parte dell’Adriatico quello che è già stato fatto in Campania. Si tratterà di una dimostrazione concreta di come le due spande adriatiche possano essere sempre più vicine e collaborare, in ottica transfrontaliera, alla realizzazione di strategie comuni per la difesa dell’acqua, il bene comune più prezioso per eccellenza”.

“La Regione Puglia, l’Autorità Idrica Pugliese e l’Acquedotto Pugliese – ha riferito il presidente di Autorità Idrica Pugliese Antonio Matarelli – stanno facendo un lavoro straordinario per contenere le perdite delle acque. Fino a dieci anni fa, il 54% delle risorse idriche immesse in rete si perdeva; ora, dopo un lavoro attento e puntuale, questa percentuale si è ridotta al 44%. Attraverso l'approvazione del Piano d'ambito, che è il Piano strategico degli interventi regionali sul sistema idrico integrato, queste perdite si ridurranno ulteriormente del 5% su base annua attraverso il telecontrollo delle reti, che ci consentirà di individuare con facilità i punti in cui si verificano le perdite. Gli altri interventi riguardano la rigenerazione delle reti vetuste. Questo, tuttavia, non basta. Ridurre le perdite è importante, ma dobbiamo anche agire sullo sperpero e sui comportamenti delle persone: dobbiamo intervenire sui cittadini affinché comprendano che l'acqua è un bene prezioso, che nella nostra regione è carente, e che il suo uso deve essere consapevole. Ognuno di noi deve produrre il massimo sforzo affinché questo bene preziosissimo possa essere salvaguardato. Lo spot che abbiamo presentato aiuta a fare un lavoro che va sostenuto nel tempo. Sono convinto che, attraverso il contenimento delle perdite e il risparmio, in pochi anni potremo produrre risultati importanti”.

“Sono molto contento di aver collaborato con la Regione Puglia alla campagna di comunicazione sul risparmio delle risorse idriche – ha detto infine Vincenzo Schettini –. Nel video che abbiamo preparato e che presto circolerà sui social network, utilizzo la fisica per spiegare alle persone, specialmente alle più giovani, che per compiere i gesti quotidiani come lavarsi il viso o i denti non è necessario aprire tutto il rubinetto. La fisica ci può aiutare ad adottare alcuni accorgimenti che consentono il risparmio idrico. Nel video spiegherò a tutti come fare”.

In relazione all'emergenza alluvione in Libia, il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile ha autorizzato la Regione Puglia a fornire materiale DPI in aiuto della popolazione colpita. Si tratta di mascherine FFP2 n. 175.000 pezzi, mascherine FFP3 n. 240.000 pezzi, tute n. 5.000 pezzi, camici n. 9.000 pezzi, distribuito su n. 30 bancali/pallet complessivi.

Il materiale partito ieri sera dalla sede della Protezione civile regionale di Modugno, è stato caricato sulla nave militare San Marco nel porto di Brindisi ed è ora in viaggio verso la Libia. Il direttore del Dipartimento regionale di Protezione Civile, Nicola Lopane, con alcuni funzionari della Protezione civile pugliese, hanno seguito le operazioni di imbarco.

Digitalizzazione del sistema di Trasporto pubblico locale e sviluppo di una piattaforma di vendita di titoli di viaggio unificata che raggruppa tutti gli operatori TPL attivi sul territorio. Questi gli obiettivi del progetto che la Sezione Trasporto Pubblico Locale e Intermodalità della Regione Puglia ha candidato per l’Avviso pubblico “MOBILITY AS A SERVICE FOR ITALY” - MAAS4ITALY – 7 Territori”, riuscendo a ottenere il contributo previsto di 2.300.000,00 € (su un costo complessivo del progetto di 2.757.100,00 €).

“La sostenibilità (economica, ambientale e socioculturale) rappresenta il concetto chiave del MaaS (Mobilty as a Service) – ha spiegato l’assessore ai Trasporti e alla Mobilità sostenibile, Anita Maurodinoia -. Le infrastrutture di trasporto hanno un impatto significativo sia sulla vivibilità delle aree urbane ed extraurbane che sui cambiamenti climatici. Per questo abbiamo deciso di perseguire una politica di innovazione tecnologica anche nel sistema del TPL, così da offrire ai clienti un'esperienza di mobilità come servizio agile, sicuro, on-demand e digitale in grado di soddisfare le esigenze in continua evoluzione dei viaggiatori. Il diritto alla mobilità è sancito dalla Costituzione italiana e questa Amministrazione sta cercando di offrire una mobilità moderna che garantisca la libertà individuale e collettiva, come indicato anche nel Libro Bianco della Mobilità.”

Il progetto vincitore del finanziamento del Dipartimento per la Trasformazione Digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri intende valorizzare l’esperienza attualmente in corso nella Città Metropolitana di Bari, estendendo all’intero territorio regionale i servizi di “mobilità come servizio”. La sperimentazione, che durerà fino a gennaio 2025, sarà condotta nei capoluoghi di Provincia e in un centro minore rappresentativo per ognuno di essi (Bari-Monopoli, Lecce–Gallipoli, Foggia-San Giovanni Rotondo, Taranto–Manduria, Brindisi–Fasano, BAT–Trani). Il progetto non si limiterà alla sola integrazione di sistemi di trasporto e mobilità urbani ed extraurbani, ma saranno messi a sistema percorsi tematici che coinvolgeranno anche altre aree di interesse, relativamente a: spostamenti a valenza sociale, convergenti sulle eccellenze ospedaliere regionali; spostamenti legati a motivi di studio scolastico e universitario o motivi lavorativi; spostamenti legati al turismo naturalistico, culturale, balneare.

I MaaS Operator, ovvero soggetti erogatori di servizi che aggregano le varie opzioni di viaggio e trasporto e permettono all’utente di avere un accesso integrato all’offerta complessiva di trasporto esistente sul territorio, coopereranno con gli operatori TPL ferroviario e automobilistico, urbano ed extraurbano, e con gli operatori di mobilità in sharing (scooter, auto elettriche, bici e monopattini). Stakeholder tra cui le Università, Aeroporti di Puglia e le Autorità portuali attiveranno il monitoraggio di gradimento tra gli utenti target: over 65, studenti, utenti di strutture sanitarie, pendolari e turisti.

“Scopo e sfida del progetto MaaS presentato è quello di integrare e rendere accessibili a tutta la popolazione, regionale e non solo, più soluzioni multimodali presenti sul territorio attraverso un unico canale – ha aggiunto l’assessore Maurodinoia -. Possiamo contare su una rete ferroviaria capillare che assicura le adduzioni ai capoluoghi di provincia da cui possono poi dipartirsi i rami di collegamento extraurbano anche tramite bus, verso i centri minori, le località turistiche e i poli di attrazione di carattere sanitario e universitario, nei quali garantiremo agli utenti collegamenti di ultimo miglio attraverso mobilità lenta. In più informatizzeremo sia il sistema di vendita dei titoli di viaggio sia la raccolta dati relativi alla mobilità, che, condivisi, ci aiuteranno a migliorare il servizio e a renderlo a sempre più attinente alle reali esigenze dei viaggiatori.”

Come impattano le tecnologie digitali nella dieta delle giovani generazioni? E come bisogna agire per ritornare ad una sobrietà alimentare che sia a sostegno della salute? Una serie di interrogativi al centro della riflessione dedicata all'educazione alimentare e ai prodotti agroalimentari pugliesi, promossa dalla Sezione Coordinamento dei Servizi Territoriali del Dipartimento Agricoltura in Fiera del Levante diretto da Rosella Giorgio.

A confronto con i dirigenti regionali e il presidente della IV Commissione Agricoltura della Regione Puglia, Francesco Paolicelli nutrizionisti, project manager e responsabili delle Masserie Didattiche di Puglia. Perché da 14 anni le Masserie Didattiche, che oggi sono più di 200 in tutta la Puglia, rappresentano il punto di riferimento per riportare le giovani generazioni alla consapevolezza di un cibo giusto, vero, sano, pugliese nello specifico.

Il Dipartimento Agricoltura ha investito 300mila euro in un bando dedicato a progetti di educazione alimentare che hanno messo in evidenza il grande valore della collaborazione tra enti pubblici, scuole di ogni ordine e grado e il coinvolgimento attivo della rete delle Masserie didattiche di Puglia. In questo anno scolastico partiranno 17 progetti, dal Gargano al Salento.

In Fiera del Levante è stato presentato il progetto primo classificato nell'analisi dei requisiti fatta dal Dipartimento Agricoltura. Si tratta del progetto del Comune di Ruffano denominato DEMETRA: si parte da una residenza teatrale in masseria didattica che realizzerà uno spettacolo sull'importanza dei prodotti agroalimentari pugliesi e che andrà nelle scuole. La documentazione video sarà poi veicolata sui social in maniera capillare, testimonianza di un mix virtuoso di impegno civile per le giovani generazioni .

Nel 2024 ci sarà un nuovo bando, per il quale saranno valutate le istanze degli operatori delle Masserie Didattiche, presentate in Fiera del Levante. Nella giornata di oggi inoltre nel Salone dell'Agroalimentare di Puglia è stata presentata da Nicola Laricchia - Dirigente di servizio associazionismo qualità e mercati – Dipartimento Agricoltura, sviluppo rurale e ambientale e da Francesco Matarrese – Responsabile del procedimento una nuova applicazione per smartphone di prossimo lancio, denominata App Ulìa. Si tratta di un progetto pilota che consentirà di provare la tracciabilità dell'olio EVO in procinto di nascere da 50 olivi monumentali.

Le aziende che hanno accolto la sperimentazione hanno selezionato alcune piante e le olive destinate alla molitura in piccoli frantoi produrranno 3.500 bottiglie che avranno in dotazione un QRCODE in grado di raccontare la storia dell'olivo di provenienza, del suo territorio e dell'azienda di riferimento.

Prosegue l’azione di contrasto agli incendi boschivi sul territorio regionale da parte della Regione Puglia. Rinnovata la sottoscrizione dell’Accordo con il Comando Regionale Puglia dei Carabinieri Forestali, alla presenza del dirigente della Sezione Protezione Civile, Barbara Valenzano, e del comandante della Regione Carabinieri Forestale “Puglia”, generale di Brigata Antonio Danilo Mostacchi.

L’accordo ha come obiettivo la tutela del territorio regionale in ambito di difesa dei boschi dagli incendi mediante il potenziamento delle attività di prevenzione e contrasto del fenomeno e di repressione del reato “incendi boschivi”, incentivando il controllo del territorio e le attività investigative. I Carabinieri Forestali effettueranno il monitoraggio e la perimetrazione delle aree percorse dal fuoco e la descrizione della vegetazione danneggiata, mettendo a disposizione dei Comuni pugliesi tali informazioni necessarie all’aggiornamento del Catasto delle aree percorse dal fuoco ai sensi della Legge 353 del 2000. Prevista anche la presenza dei militari nella Sala Operativa Regionale (SOUP) durante il periodo di grave pericolosità per gli incendi boschivi, al fine di poter tempestivamente effettuare le indagini e i rilievi necessari all’accertamento del reato. Fondamentale poi la collaborazione tra Regione Puglia e Carabinieri Forestali per le attività di informazione ed educazione ambientale volte a sensibilizzare i cittadini verso comportamenti a tutela e salvaguardia del patrimonio agro-silvo-pastorale. 

“L’incredibile risultato ottenuto dalla Puglia rispetto all’utilizzo dei fondi nella passata programmazione, che ci ha permesso di diventare la prima regione europea per la spesa degli stessi, è frutto di un lavoro di squadra che rafforza il binomio pubblico-privato”. L’assessore allo Sviluppo economico, Alessandro Delli Noci ha accolto con queste parole la folta platea che questa mattina ha preso parte all’incontro organizzato da Regione Puglia in Fiera del Levante sui nuovi Avvisi finanziati con risorse FESR 2021-2027. 

Abbiamo lavorato in maniera celere e costante alla stesura dei bandi – ha continuato Delli Noci – ma non è stato sempre semplice perche è cambiato il regolamento comunitario al quale occorre adeguare i bandi, perché ogni modifica deve essere discussa e approvata dal partenariato economico e sociale che esprime esigenze e voci differenti, tutte da tenere in considerazione, e per le novità inaspettate che riguardano le risorse del Fondo Sviluppo e Coesione su cui eravamo certi di poter far affidamento come è sempre stato”. 
“Voglio ricordare che le misure che presentiamo oggi - Contratti di Programma, Pia, Nidi e TecnoNidi - sono strumenti consolidati che hanno avuto grandi riscontri nelle precedenti programmazioni. Nel ciclo 2014-2020 hanno generato da soli più del 60% degli 8 miliardi movimentati da tutti gli strumenti agevolativi per le imprese. Con questa programmazione puntiamo in modo deciso a forme di sostegno sempre più integrate, strutturali e pluriennali. Puntiamo, così come ci indica l’Europa, sui temi della ricerca industriale e dello sviluppo sperimentale, sulla formazione di nuove competenze in tema di trasformazione digitale e riconversione green e sull’innovazione, perché innovare significa spingere tutti, anche e soprattutto le piccole e micro imprese, verso il futuro. Ed è esattamente ciò che intendiamo fare. Infine, abbiamo messo in piedi una grande collaborazione con i settori turismo e agricoltura per rafforzarli e generare nuove filiere industriali”.

“I fondi della scorsa programmazione, in particolare Pia Turismo e Titolo II, hanno generato una maggiore qualificazione dell’offerta ricettiva, nonché un aumento dei posti di lavoro. La sinergia con l’Assessorato allo Sviluppo Economico ci permetterà, con i bandi in programma a valere sulle risorse del Piano Regionale 2021-2027, di innovare gli strumenti a disposizione delle imprese e intercettare le esigenze degli operatori che contribuiranno alla crescita del turismo pugliese. Internazionalizzazione e ampliamento della stagione turistica restano capisaldi della strategia pugliese basata su una proposta di prodotti turistici complementari che vanno dal mare, all’arte e cultura, dall’enogastronomia al MICE e wedding fino alle esperienze all’aria aperta” ha dichiarato l’assessore regionale al Turismo Gianfranco Lopane.

Per i Contratti di Programma, gli investimenti ammissibili sono i progetti di ricerca e sviluppo promossi da una o più grandi imprese ma a condizione che ci sia una collaborazione effettiva con imprese di dimensione più piccola quali Pmi e startup. A loro volta i progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale potranno essere integrati con progetti di innovazione, investimenti produttivi, progetti formativi, investimenti a favore della tutela ambientale ed è prevista, esclusivamente per le Pmi aderenti, l’acquisizione di consulenze specialistiche, programmi di internazionalizzazione e di partecipazione a fiere. L’importo complessivo dei progetti dovrà partire da minimo di 5 milioni di euro e arrivare ad un massimo di 110 milioni di euro.

I Programmi Integrati di Agevolazione (Pia), a differenza di quanto avvenuto nelle precedenti programmazioni, diventano un unico avviso rivolto sia alle medie che alle piccole imprese che possono presentare, singolarmente o con altre Pmi, startup e imprese innovative, programmi di investimento per attività di ricerca industriale, sviluppo sperimentale, innovazione tecnologica ed industriale, digitalizzazione e transizione energetica ed ambientale, sviluppo e qualificazione delle competenze oltre che acquisizione di consulenze specialistiche, programmi di internazionalizzazione e di partecipazione a fiere. In questa programmazione sono ammesse anche le iniziative commerciali che nel loro programma di investimento prevedano progetti di innovazione. L’importo complessivo delle spese e dei costi ammissibili per i Pia è compreso tra un minimo di 1 milione e un massimo di 50 milioni di euro.           

Nel ciclo di programmazione 2021-2027 debuttano per la prima volta i MiniPia, Pacchetti Integrati di Agevolazione. Si rivolgono a micro e piccole imprese e ai liberi professionisti con l’obiettivo di far fronte alle nuove sfide imposte dall’innovazione e dalla transizione ecologica e digitale attraverso la reingegnerizzazione dei cicli produttivi e l’avvio di processi di economia circolare; ma hanno anche la finalità di agevolare l’accesso al credito da parte delle imprese di minore dimensione, sostenere il loro posizionamento a livello nazionale e internazionale, supportare la diffusione dell’innovazione, sostenere e qualificare l’aggiornamento e l’adeguamento delle competenze del loro personale oltre che favorire l’acquisizione di consulenze specialistiche, programmi di internazionalizzazione e di partecipazione a fiere. Potranno essere agevolati investimenti produttivi in chiave di tecnologie abilitanti e di innovazione correlati a temi quali la digitalizzazione, l’energia e l’ecosostenibilità che devono essere integrati con progetti di innovazione tecnologica, organizzativa e gestionale delle imprese. I programmi di investimento dei MiniPia dovranno avere un importo complessivo ammissibile compreso tra 30mila e 5 milioni di euro. Anche il pacchetto per le imprese turistiche include sia Pia sia MiniPia. 
In particolare i Programmi Integrati di Agevolazione Turismo (Pia Turismo) già ampiamente utilizzati nelle precedenti programmazioni, in questo nuovo ciclo devono essere integrati con investimenti di carattere digitale, tecnologico, energetico e di gestione dei rifiuti. Sono agevolati i progetti che prevedono ampliamento, ammodernamento e ristrutturazione di immobili per trasformarli in strutture turistico-alberghiere di almeno 7 camere, tutte attività finalizzate al recupero e alla riqualificazione di un patrimonio già esistente o di pregio, come nel precedente ciclo. Questa volta tuttavia è prevista necessariamente anche l’integrazione con almeno un intervento che riguardi programmi di innovazione tecnologica, progetti formativi per qualificare competenze relative alla trasformazione digitale, al turismo sostenibile, alla transizione ecologica ed alla riconversione green, e investimenti specifici a favore della tutela ambientale. Per le Pmi sono inclusi programmi per l’acquisizione di consulenze specialistiche per l’internazionalizzazione e spese per la partecipazione a fiere. I Pia Turismo potranno essere presentati da un’impresa grande, media o piccola e da reti d’impresa e consorzi. I programmi di investimento dovranno avere un importo complessivo delle spese e dei costi ammissibili compreso tra 5 e 40 milioni di euro.
Anche i MiniPia Turismo si rivolgono alle aziende turistiche di ogni dimensione, dalle grandi alle piccole imprese, incluse le reti d’impresa e i consorzi, ma variano gli importi ammissibili che oscillano tra i 30mila euro e i 5 milioni. Importante sottolineare le finalità che accomunano sia Pia che MiniPia dedicati al turismo e che differenziano questi strumenti da quelli dalla precedente programmazione. Le finalità questa volta sono infatti l’innalzamento degli standard qualitativi dell’offerta e il miglioramento dei servizi in chiave ecologica e green, ma anche la digitalizzazione delle imprese che operano nel comparto turistico, la formazione degli operatori e il sostegno e la qualificazione dell’occupazione regionale inclusa l’occupazione femminile.          
In particolare per i MiniPia Turismo, gli investimenti devono essere finalizzati al recupero del patrimonio esistente (dagli edifici abbandonati o non ultimati alle masserie, palazzi storici, trulli, torri e fortificazioni) da trasformare in strutture turistico-alberghiere o extralberghiere con almeno 5 camere.

Per tutti i cinque gli avvisi la forma dell’aiuto è il contributo a fondo perduto, per i MiniPia sia ordinari che destinati al turismo, alla sovvenzione diretta (a fondo perduto) si aggiunge un 10% di contributo in conto impianti determinato sul montante degli interessi di un finanziamento bancario e il 10% di Esl (Equivalente sovvenzione lorda) su operazioni di garanzia, controgaranzia, cogaranzia e riassicurazione, sul finanziamento bancario concesso.
Per i contratti di Programma e per i Pia Turismo gli investimenti produttivi delle grandi imprese potranno essere agevolati solo qualora si rendessero disponibili in futuro risorse finanziarie non comunitarie.      
Inoltre, la giunta regionale ha stanziato, con variazione di bilancio, gli importi degli strumenti di agevolazione Nidi e TecnoNidi. Si tratta complessivamente di oltre 59 milioni di euro di cui 39,4 milioni per Nidi e 19,7 milioni per TecnoNidi, tra risorse per sovvenzioni e prestiti.
In particolare TecnoNidi si rivolge alle startup tecnologiche e alle piccole imprese innovative che hanno investito in ricerca e sviluppo e che attraverso l’Avviso regionale intendono avviare o sviluppare in Puglia piani di investimento a contenuto tecnologico finalizzati all’introduzione di nuove soluzioni produttive o di servizi per la valorizzazione economica di risultati di conoscenze acquisite o derivanti dalla attività del sistema della ricerca pubblica o privata.
L’importo complessivo del progetto imprenditoriale dovrà essere compreso tra 25mila e 350mila euro, di cui massimo 250mila euro destinati ai costi di investimento e massimo 100mila euro destinati ai costi di funzionamento ed è previsto un contributo a fondo perduto e un prestito rimborsabile a tasso agevolato sulle spese per investimenti, e un ulteriore contributo a fondo perduto per le spese di gestione sostenute nei primi 12 mesi di attività
Allo stesso modo Nidi (Nuove iniziative d’impresa) offre un aiuto per l'avvio di una nuova microimpresa con un contributo a fondo perduto e un prestito rimborsabile a tasso agevolato sulle spese per investimenti e un ulteriore contributo a fondo perduto per le spese di gestione sostenute nei primi mesi di attività. Lo strumento agevola in particolare compagini giovanili, imprese femminili, nuove aziende e imprese turistiche partecipate per almeno il 50% da soggetti con difficoltà di accesso al mondo del lavoro. 
L’investimento proposto può avere un valore compreso tra 10mila e 250mila euro, con agevolazione che varia al crescere del valore dell’investimento.

Per i parchi della Puglia 900mila euro per il mantenimento o il ripristino di habitat e specie legate all’ambiente costiero e acquatico interno. Su proposta dell’assessora all’ambiente, Anna Grazia Maraschio, è stata approvata in Giunta regionale una riprogrammazione di fondi destinati agli enti parco regionali.

“Sono fondi necessari a dare nuovo slancio alla tutela degli habitat costieri, come dune e altri ecosistemi di fondamentale importanza per il nostro territorio. Le zone costiere rivestono un ruolo di grande rilievo non solo per il loro valore ecologico e paesaggistico ma anche perché garantiscono il buon stato di salute di altri comparti, come quello della pesca e del turismo e svolgono un ruolo di mitigazione del rischio costiero, dovuto ad esempio all’erosione”. Sono le parole di Anna Grazia Maraschio, assessora all’Ambiente della Regione Puglia. “Il nostro interesse, come assessorato all’ambiente, è che questo delicato equilibrio rimanga inalterato - prosegue Maraschio – che gli ecosistemi costieri vengano pensati come bene strategico per la Puglia e patrimonio comune. Il mio impegno rimane quello di investire sulla preservazione e valorizzazione degli ecosistemi del nostro territorio. Su questi stanziamenti presto predisporremo un avviso pubblico a cui potranno partecipare tutti i parchi regionali con i loro progetti”.

Presentato questa mattina il Progetto Pilota di mobilità dolce sul Tratturo Magno L'Aquila – Foggia in applicazione delle Linee Guida del Documento Regionale di Valorizzazione dei Tratturi di Puglia durante il convegno “I tratturi di Puglia: una risorsa fruibile”. Hanno partecipato, tra gli altri, Angela Barbanente del Politecnico di Bari – Dicatech e Saverio Russo dell’Università di Foggia, coordinatori del Gruppo di Lavoro che si è occupato della redazione del Documento Regionale di Valorizzazione dei Tratturi, Costanza Moreo, dirigente della Sezione Demanio e Patrimonio della Regione Puglia e Francesco Capurso, dirigente del Servizio regionale Amministrazione Beni del Demanio Armentizio, Angelo Ricchiuto, progettista del PFTE del progetto pilota. Ha portato il suo saluto Raffaele Piemontese, vicepresidente della Giunta regionale e assessore al Demanio della Regione Puglia.

“Un anno fa ci eravamo impegnati a trasformare anni di elaborazioni e studi storico, archeologico, culturali e tecnici in un progetto pilota capace di rendere evidente a tutti il potenziale legato al turismo nuovo, lento e sostenibile che serve a dare maggiore valore a pezzi di territorio ricchi di storia e tradizione – ha detto il vicepresidente della Regione Puglia, Raffaele Piemontese -. Perciò la Regione Puglia ha stanziato un budget notevole, 2 milioni di euro, sul Tratturo Magno, il regio tratturo L'Aquila-Foggia che, con i suoi 244 chilometri, è il più lungo e il più importante tra i tratturi italiani. Dobbiamo avvertire, adesso, la responsabilità di concretizzare una visione e una progettualità in una realtà che spinga altri territori a scegliere questo fattore per promuovere un pezzo di sviluppo locale”.

“E’ un convegno importante perché è il primo nel quale mettiamo in relazione il Documento regionale di valorizzazione dei tratturi con un progetto pilota che quindi verrà realizzato, la cui progettazione ha coinvolto non solo la Regione Puglia – Sezione Demanio e Patrimonio, che ha lo finanziato, ma anche la Soprintendenza – ha spiegato Angela Barbanente, in rappresentanza del Politecnico di Bari -. Avremo così un primo feedback dal Documento regionale di valorizzazione dei tratturi, che detta linee guida per i progetti locali, e avremo un feedback dal progetto locale per migliorare il nostro Documento regionale. Questo attraversamento delle scale, dalla scala regionale alla scala locale, è stato capito dai comuni che si stanno mobilitando dal basso. Oggi erano infatti presenti i Comuni che hanno predisposto un protocollo d'intesa per valorizzare il proprio tratturo, un’azione dal basso che intercetta gli interessi regionali.”

L’incontro di oggi è servito a fare il punto sul processo di redazione del Documento Regionale di Valorizzazione dei Tratturi (DRV), ormai prossimo all’adozione in Giunta, e sulla applicabilità delle Linee Guida in esso contenute che si stanno sperimentando attraverso la realizzazione di un progetto pilota di mobilità lenta sul tratto del Tratturo Magno compreso tra i Comuni di San Paolo di Civitate e San Severo in provincia di Foggia, in un territorio estremamente interessante sia dal punto di vista paesaggistico che archeologico.

Il Progetto pilota, finanziato dalla Regione Puglia per l'annualità 2023 a valere sui contributi di cui all'articolo 1, comma 134, della legge 30 dicembre 2018 n. 145, per un importo pari a 2.000.000 di euro, è gestito dalla Sezione regionale Demanio e Patrimonio con la Direzione Scientifica, sia in fase di progettazione che di esecuzione dei lavori, della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle province di Barletta-Andria-Trani e Foggia. Il Progetto di Fattibilità Tecnica ed Economica è stato consegnato il 15 luglio scorso ed è attualmente in fase di acquisizione dei pareri di legge, al fine di procedere con l’affidamento dei lavori entro il prossimo marzo.

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