La campagna vaccinale, con adesione su base volontaria, contro l’influenza stagionale e contro il COVID-19 partirà in Puglia mercoledì 11 ottobre.
Per assicurare la continuità dell’offerta del vaccino antinfluenzale, la Regione Puglia ha previsto l’acquisizione da parte delle Aziende Sanitarie di 1 milione di dosi.
Il vaccino anti COVID-19 sarà fornito dal Ministero della Salute con consegne settimanali.
Entro la fine del mese di ottobre è prevista la consegna di circa 125.000 dosi (tra pediatriche e per adulti) su un totale di circa 390.000 dosi destinate alla popolazione pugliese (vaccino a mRNA Pfizer Comirnaty Omicron XBB.1.5).
Il vaccino antinfluenzale può essere somministrato in sicurezza assieme al vaccino anti COVID-19 (co-somministrazione) diminuendo così il disagio per i soggetti fragili e le loro famiglie e aumentando allo stesso tempo la protezione di tutti i soggetti più a rischio.
Il dipartimento Promozione della Salute della Regione Puglia, sulla base delle circolari del Ministero della Salute e dopo il confronto con i dipartimenti di Prevenzione e con le rappresentanze di categoria dei Medici di Medicina Generale e dei Pediatri di Libera Scelta, ha impartito negli scorsi giorni le indicazioni operative alle Aziende Sanitarie per l’organizzazione e l’avvio della campagna di vaccinazione antinfluenzale 2023-2024 e la contemporanea offerta del vaccino anti COVID-19 aggiornato alla variante XBB.1.5.
Si parte mercoledì 11 ottobre con l’offerta in favore dei pazienti ricoverati, dei soggetti che sono in carico ai centri specialistici delle Reti di Patologia della Puglia (ad esempio oncologica, ematologica, nefrologica-dialitica-
A partire da venerdì 13 ottobre la campagna vaccinale sarà estesa progressivamente a tutta la popolazione fragile e a quella appartenente alle categorie a rischio previste dalle disposizioni ministeriali.
L’offerta dei vaccini contro l’influenza stagionale e contro il COVID-19 per la popolazione adulta sarà assicurata dai Medici di Medicina Generale seguendo un criterio di protezione delle persone più fragili o a maggior rischio di complicanze nel caso contraggano l’influenza, degli ospiti delle RSA, di coloro che soffrono di malattie croniche e della popolazione generale di età superiore ai 60 anni, secondo quanto indicato dal Ministero della Salute.
Per i bambini sani dai 6 mesi ai 6 anni e per i bambini (dai 6 mesi) e gli adolescenti affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza, la vaccinazione antinfluenzale è raccomandata prioritariamente, come da indicazioni ministeriali e l’offerta sarà assicurata dalla rete dei Pediatri di Libera Scelta.
Per i bambini e gli adolescenti con elevata fragilità, in quanto affetti da patologie o con condizioni di che aumentano il rischio di infezione grave da SARS-CoV-2, il Ministero della Salute raccomanda anche la vaccinazione anti COVID-19 con il nuovo vaccino aggiornato.
L’offerta per questi soggetti sarà assicurata dai Centri Vaccinali ASL e dai Pediatri di Libera Scelta che autonomamente potranno decidere se effettuare la vaccinazione nei propri studi ovvero nei centri vaccinali secondo quanto previsto dagli accordi regionali.
L’offerta dei vaccini antinfluenzale e anti COVID-19 è rivolta anche alle donne in gravidanza, alle categorie professionali più a rischio (per esempio forze dell’ordine, vigili del fuoco, lavoratori a contatto con animali, etc..), ai familiari e ai caregiver di soggetti fragili (adulti e bambini) e di coloro che sono ad alto rischio di complicanze.
Attraverso la rete delle farmacie convenzionate, le persone di tutte le fasce d’età potranno ricevere la vaccinazione anti COVID-19 grazie all’Accordo sulla Farmacia dei Servizi, che la Regione Puglia dovrebbe poter estendere, a breve, anche alla vaccinazione antinfluenzale in modo da allargare ulteriormente la rete di offerta.
Il vaccino anti COVID-19 sarà fornito dal Ministero della Salute mediante consegne settimanali.
Entro la fine del mese di ottobre è prevista la consegna di circa 125.000 dosi (tra pediatriche e per adulti) su un totale di circa 390.000 dosi destinate alla popolazione pugliese (vaccino a mRNA Pfizer Comirnaty Omicron XBB.1.5).
Per quanto riguarda la vaccinazione antinfluenzale la Regione Puglia ha previsto l’acquisizione da parte delle Aziende Sanitarie di 1 milione di dosi. Sulla base dei dati di vaccinazione della precedente campagna 2021-2022, dei dati degli assistiti pugliesi eleggibili alla vaccinazione e tenendo conto delle schede tecniche dei vaccini antinfluenzali 2023-2024, le diverse tipologie saranno così destinate:
- 320.000 dosi di vaccino per la popolazione di età tra i 6 mesi e i 65 anni;
- 470.000 dosi di vaccino per la popolazione di età ≥ 65 anni;
- 80.000 dosi di vaccino da destinare prioritariamente agli operatori sanitari;
- 50.000 dosi di vaccino spray da destinare ai bambini e agli adolescenti di età tra i 2 e i 18 anni;
- 80.000 dosi di vaccino ad alto dosaggio per la popolazione di età ≥ 85 anni e per i soggetti con fragilità di età compresa tra i 60 e i 65 anni.
Oltre alla vaccinazione antinfluenzale e all’offerta del vaccino anti COVID-19, i Medici di Medicina Generale per i propri assistiti, i Medici specialisti ospedalieri (per i ricoverati e i soggetti in carico ai Centri specialistici) e Medici territoriali (per gli assistiti in carico alle strutture territoriali) assicureranno anche:
• l’offerta di vaccino anti Pneumococco per i 65enni (richiamo o prima vaccinazione) e per le persone di età superiore ai 18 anni a rischio di contrarre la malattia pneumococcica per patologia o condizioni predisponenti;
• l’offerta di vaccino anti Herpes Zoster (cosiddetto “Fuoco di Sant’Antonio”) per i 65enni e alle persone di età superiore ai 18 anni con determinate patologie e condizioni mediche.
La Regione Puglia avvierà infine un’attività di comunicazione mirata al fine di sostenere la campagna di vaccinazione, con l’obiettivo di raggiungere la massima adesione da parte della popolazione e per ribadire, con l’occasione, che la vaccinazione è un efficace e sicuro strumento di protezione individuale e di coloro che noi amiamo.
Per ogni altra informazione, la popolazione potrà approfondire sul portale “PugliaSalute”.
Questa mattina, 04 ottobre 2023,il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano è intervenuto in audizione alla Commissione Bilancio della Camera nell’ambito dell’esame del decreto legge 124/2023 recante disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione, per il rilancio dell’economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese, nonché in materia di immigrazione.
Di seguito, il testo dell’intervento integrale del presidente Emiliano:
“Il decreto legge in discussione interviene sul Fondo di Sviluppo e Coesione e istituisce la Zone Economica Speciale unica. Il testo presenta diverse criticità”.
“Una prima questione da evidenziare è che il decreto legge non garantisce assolutamente le Regioni dal punto di vista delle materie concorrenti. Come chiarito in più circostanze dalla Corte Costituzionale attraverso le sentenze 165 del 2005 e 232 del 2011, è assolutamente necessario il coinvolgimento delle Regioni laddove i procedimenti sono destinati a esplicarsi entro ambiti di competenza regionale concorrente o residuale. In particolare, la sentenza 232 è stata resa in un giudizio avviato proprio dalla Regione Puglia con un'impugnativa diretta innanzi alla Corte Costituzionale della legge n. 122 del 2010, articolo 43, relativo all’istituzione di zone a burocrazia zero nel Sud Italia. Nella sentenza si legge: ‘Condotta alla stregua di siffatto canone ermeneutico, l’analisi della norma censurata – che, come detto, possiede un campo di applicazione generalizzato (riferito a tutti i procedimenti amministrativi in tema di nuove iniziative produttive) e quindi idoneo a coinvolgere anche procedimenti destinati ad esplicarsi entro ambiti di competenza regionale concorrente o residuale – conduce a ritenere fondati i dubbi di legittimità costituzionale, in ragione della assenza nel contesto dispositivo di una qualsiasi esplicitazione, sia dell’esigenza di assicurare l’esercizio unitario perseguito attraverso tali funzioni, sia della congruità – ed questa è la cosa più importante – in termini di proporzionalità e ragionevolezza di detta avocazione rispetto al fine voluto ed ai mezzi predisposti per raggiungerlo, sia della impossibilità che le funzioni amministrative possano essere adeguatamente svolte agli ordinari livelli inferiori’”.
“Un secondo punto è che il decreto stabilisce una concentrazione di poteri per certi versi mostruosa e unica nella storia della Repubblica tra Fondo di Sviluppo e Coesione, ZES, aree interne e PNRR, e lo fa con il modello degli Accordi per la Coesione, delle Cabine di regia e degli Accordi di programma-quadro, che sono una sovrapposizione dei Patti regionali che concludemmo con il governo Renzi e che hanno avuto un risultato disastroso, soprattutto per una ragione: questi accordi, infatti, hanno visto le Amministrazioni centrali con una performance di efficacia nella spesa pari alla metà di quello delle Regioni. Questi elementi dovrebbero indurre il Parlamento a ritenere che questi modelli siano assolutamente sbagliati”.
“Il terzo punto, strettamente collegato a questo aspetto, è quello delle tipologie di investimento che possono essere promosse con le risorse dell’FSC. Sin dalla sua nascita nel 2003 - allora si chiamava FAS - la destinazione delle risorse è da sempre stata prevista nei medesimi ambiti di intervento delle politiche comunitarie, in particolare dei Fondi strutturali per rafforzare gli obiettivi di coesione e di riduzione dei rivali strutturali interni. Questa decisione corrisponde alla cosiddetta addizionalità dell'investimento nazionale rispetto a quello europeo. Come potrete verificare, non c'è mai stata nessuna distinzione tra gli interventi per investimento e quelli per la spesa corrente con riferimento alle infrastrutture non materiali, che sono essenziali soprattutto per le regioni del Mezzogiorno, che hanno problemi di bilancio ordinario molto pesanti. Non c’è solo la violazione della legge 34/2019, che definisce l'utilizzo dell'FSC, ma viene meno soprattutto la funzione di complementarietà del FSC rispetto ai Fondi europei. Questi elementi ci fanno ritenere che sia probabilissima un'impugnativa generalizzata da parte delle Regioni delle delibere Cipess in violazione della legge 34, oltre che rilevanti aspetti che incidono sul cofinanziamento”.
“Un quarto rilievo riguarda l'istituzione dei meccanismi sanzionatori dal punto di vista della decurtazione di risorse economiche, che nulla hanno a che vedere con gli obiettivi di accelerazione e messa a terra dei progetti finanziari. Laddove concretamente applicati, tali meccanismi determinerebbero unicamente consistenti debiti fuori bilancio a carico dei già sofferenti bilanci regionali. In altri termini, si scarica sugli enti locali – che hanno strutture burocratiche che lo stesso decreto riconosce come particolarmente deboli, ma senza colpa – ogni ritardo anche sul fondo di sviluppo e coesione. Questa circostanza, evidentemente, non favorisce la spesa. Sembra che la mentalità che presiede il decreto non sia quella di favorire l'effettuazione degli investimenti materiali e immateriali per il recupero del differenziale di sviluppo tra nord e sud, quanto piuttosto di creare una specie di gara a ostacoli che non considera le condizioni obiettive nelle quali i soggetti attuatori si trovano in questo in questo meccanismo”.
“Quinto punto. Un'ulteriore conferma di questo impianto complessivo, che anziché accelerare appare destinato a produrre rallentamenti e criticità non solo di ordine finanziario, deriva da quanto disposto al comma 3 dell'articolo 1, che prende in considerazione le eventuali modifiche degli accordi sottoscritti. Se infatti risulta condivisibile la circostanza in base alla quale una modifica del volume complessivo delle risorse di ciascun accordo sia approvato dal Cipess, non si capisce per quale motivo la stessa procedura - ovvero una nuova approvazione in sede Cipess - debba risultare necessaria nei casi in cui venga prevista una semplice modifica di alcune voci finanziarie interne”.
“Punto sei. Un ulteriore aspetto di particolare rilievo risulta quello trattato dall'articolo 1 comma 5 relativamente all'utilizzo di una quota delle risorse dell’FSC per assicurare il cofinanziamento regionale dei programmi dei Fondi strutturali. Il comma in questione lascia invariata l'impostazione della normativa precedente, limitandosi a definire che la quota dell’FSC per il cofinanziamento viene definita nei singoli accordi e non più previa deliberazione del Cipess, mentre non accoglie le numerose e unanimi richieste delle Regioni che hanno chiesto di poter utilizzare una parte dell'FSC per finanziare l'intera quota di cofinanziamento regionale per tutti i programmi europei. Questo è un tema fondamentale per sostenere i bilanci regionali fortemente in sofferenza per le ingenti risorse impiegate durante l'emergenza sanitaria”.
“Un altro tema molto importante introdotto dal decreto e non condivisibile riguarda la nuova governance assegnata alla Strategia nazionale per le aree interne. Pur essendo quello delle aree interne uno strumento di sviluppo locale, il decreto pone un forte accentramento dell'amministrazione nazionale istituendo una cabina di regia che assegna un ruolo assolutamente marginale alle regioni”.
“Punto otto. Il modello di governance e la riforma delle ZES come delineata dal Capo III, presenta numerosi punti di criticità. In via generale, pur essendo indubbio che l’istituzione di ZES possa rappresentare un vantaggio competitivo per il Mezzogiorno, l'inversione di tendenza del modello organizzativo porta con sé una serie di rischi concreti. Le ZES, sostanzialmente, anziché accompagnare le strategie di sviluppo locale secondo la logica dei Fondi europei, del Fondo di Sviluppo e Coesione, introducono una variante centralizzata che non ha punti di contatto e di coordinamento con le politiche locali”.
“Punto nove. Molte delle considerazioni fatte nei punti precedenti in ordine alle competenze e al coinvolgimento delle Regioni determinano un'incertezza assoluta sulle questioni che riguardano la ZES. In particolare, con riferimento all'organizzazione, l'articolo 10 comma 3 prevede che la struttura di missione ZES definisca in raccordo con le amministrazioni centrali competenti le attività necessarie a promuovere l'attrattività della ZES unica per le imprese. È necessario evidenziare tuttavia che le politiche di attrazione degli investimenti ricadono su singole collettività locali e su specifici territori, rendendo pertanto necessario il coinvolgimento anche delle amministrazioni territoriali, e non solo di quelle centrali poiché può ritenersi materia concorrente Stato-regioni. Quindi, anche in questo caso, la forma attuale del decreto legge è prodromica a impugnazioni rilevanti. Aggiungiamo che l'accentramento dello Sportello Unico Digitale delle ZES delle competenze in relazione ai vari procedimenti amministrativi – tra i quali quelli inerenti le attività economiche e produttive – senza tenere conto delle procedure speciali previste dalle norme regionali alimenta un clima di incertezza che potrebbe rallentare anziché agevolare l'avvio di nuove imprese”.
“In sintesi, dal punto di vista delle intenzioni, noi giudichiamo condivisibile il decreto in discussione. Appare logico, infatti, provare a coordinare tutte le linee di finanziamento esistenti. Quello che non ci appare logico è che questo lavoro – che in passato è sempre stato effettuato dalle Regioni in collaborazione col governo – debba adesso passare attraverso un ingorgo istituzionale e di potere della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che non mostra di avere le strutture sufficienti al riordino, alla gestione e allo svolgimento della complessità delle materie. Questa situazione ha già determinato un blocco di tutte le linee di investimento e penso che abbia dato un buon contributo al crollo del PIL e della produzione industriale. In Puglia, più di cinquemila aziende attendono un finanziamento che ancora non arriva”.
“Voglio aggiungere che gli attuali sistemi di monitoraggio della spesa del Fondo di Sviluppo e Coesione sono estremamente farraginosi. Ci sono schede di monitoraggio che, qualche volta, arrivano anche a trenta punti di dati richiesti e che, laddove anche solo uno di questi punti non fosse adeguatamente compilato dai Comuni – che sono i soggetti deputati a fare questo lavoro e che hanno grandissime difficoltà per questioni di personale – rischierebbero di dare come ‘non effettuati’ gli investimenti del Fondo di Sviluppo e Coesione. Per nove mesi, abbiamo dovuto dialogare con il ministro Fitto e con la sua struttura per spiegare loro che tutti i dati di cui disponevano erano sbagliati ed erano completamente fuorvianti”.
“Non capiamo come mai la ristrutturazione completa della governance dell'FSC e dell'insieme di queste manovre non sia passata dall'individuazione di un sistema di monitoraggio più preciso, più semplice e soprattutto più utile a prendere decisioni. L’attuale sistema – lo ribadiamo – è fuorviante e rischia di determinare decisioni sbagliate da parte del ministero. Per esempio, il ministero era convinto che la Puglia – che è la prima regione italiana nella capacità di spesa dei Fondi europei - fosse molto indietro sull'utilizzo del Fondo di Sviluppo e Coesione. Come noto, si tratta di una cosa non vera perché, mentre con la spesa POR siamo al 96% con scadenza al 2027, per l’FSC – che non ha scadenza – siamo già oltre il 48% di spesa effettiva. In realtà, sia con il POR che con l’FSC, abbiamo già impegnato il 100% delle risorse. Questi dati risultavano inferiori alla struttura del ministro Fitto, il quale, evidentemente, sta prendendo decisioni assolutamente alla cieca”.
Approvata all’unanimità la proposta di legge contenente le norme sulle assunzioni per le amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1 comma 2 del decreto legislativo 165/2001, di cui è primo firmatario il consigliere regionale Antonio Tutolo.
La legge approvata prevede che le amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1 comma 2 del decreto legislativo 165/2001, nello svolgimento delle procedure di assunzione, utilizzino prioritariamente graduatorie (già definitive, approvate e in vigore) della Regione Puglia per medesime figure professionali, fatte salve le graduatorie vigenti presso le suddette amministrazioni.
Avversità atmosferiche in Puglia. Richiesto al Ministero l’accesso al Fondo di Solidarietà Nazionale
Nella seduta della Giunta regionale di ieri, 25 settembre 2023, è stata approvata dalla la proposta urgente al Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste la richiesta di declaratoria delle eccezionali avversità atmosferiche. Piogge persistenti Aprile-Giugno 2023 nei territori di comuni delle province di Foggia, Bari/BAT, Taranto, Brindisi e Lecce per l’accesso al Fondo di Solidarietà Nazionale.
In consegna i caschi per le donne in trattamento chemioterapico: umanizzare le cure prevenendo la caduta dei capelli. 11 sistemi refrigeranti e 55 caschi completi in arrivo: i dispositivi acquistati dalla ASL Bari su mandato della Regione Puglia-Assessorato al Welfare, per uno stanziamento di 500mila euro, andranno a potenziare la dotazione dei Centri oncologici della Pugli.
Umanizzare le cure prevenendo la caduta dei capelli: Regione e Servizio sanitario offrono un sostegno concreto delle donne in trattamento chemioterapico per tumore alla mammella. Grazie ai nuovi sistemi refrigeranti per la riduzione degli effetti dell’alopecia, la cui consegna è cominciata proprio oggi nell’Oncologia dell’Ospedale San Paolo di Bari, saranno infatti potenziate otto tra Breast Unit e unità operative di Oncologia regionali, che raddoppieranno la dotazione passando da 18 postazioni ad un totale di 40.
Ad illustrare i dettagli della procedura e il programma di consegna, sono intervenuti stamane l’assessora regionale al Welfare, Rosa Barone, il direttore generale della ASL Bari, Antonio Sanguedolce, la direttrice medica del San Paolo, Angela Leaci, il direttore dell’Oncologia Francesco Giuliani, il consigliere regionale Renato Perrini, la dott.ssa Caterina Morcavallo, nonché la direttrice del Dipartimento Welfare della Regione Puglia, Valentina Romano, e la dirigente di Sezione del Dipartimento Welfare della Regione Puglia, Laura Liddo.
Il programma di consegna
Oltre alle due apparecchiature consegnate al San Paolo, nella giornata di oggi ne saranno recapitate altre al Policlinico di Bari, all’IRCCS Oncologico di Bari, all’Ospedale “Miulli” di Acquaviva e al “Di Miccoli” di Barletta. Ad ottobre, invece, arriveranno a destinazione ulteriori apparecchiature all’IRCCS “Casa Sollievo della Sofferenza” di San Giovanni Rotondo, all’Ospedale “Vito Fazzi” di Lecce e all’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Riuniti” di Foggia, per un totale di 11 sistemi refrigeranti, ognuno dei quali dotato di 2 postazioni utilizzabili simultaneamente e 5 calotte in diverse taglie (per un totale di 55).
Sinergia Regione-Sistema sanitario
Un risultato che ha visto il forte impegno della Regione Puglia, con in testa l’Assessorato al Welfare. «Oggi è una bellissima giornata per la Puglia – ha dichiarato l’assessora al Welfare della Regione Puglia, Rosa Barone - che, grazie alle risorse regionali stanziate, implementa il numero di caschi con sistema di raffreddamento che saranno distribuiti nei reparti oncologici delle Breast Unit pugliesi. Potremo così aiutare tantissime donne affette da tumore alla mammella ed è questo certamente per noi motivo di grandissimo orgoglio. Ciò rappresenta il frutto di una grande sinergia tra l’Assessorato al Welfare e l’ASL di Bari che ringrazio. Abbiamo collaborato per dare attuazione a quanto previsto in legge di bilancio: mettiamo al centro coloro che soffrono dando loro una possibilità di sollievo fisico e psicologico».
Soddisfazione ha espresso, a margine, anche l’assessore regionale alla Sanità, Rocco Palese: «Diamo un segnale concreto – ha commentato – di attenzione alle pazienti affette da carcinoma della mammella nell’accompagnarle all’interno del percorso di cura, dove troveranno anche questi importanti ausili, fondamentali nel limitare la caduta dei capelli causata dalla chemioterapia. Soprattutto, le donne interessate devono sapere che troveranno questo tipo di beneficio in tutti i Centri oncologici della Puglia, senz’altro un valore aggiunto in termini di equità e omogeneità delle cure».
«La ASL Bari – ha rimarcato il direttore generale Antonio Sanguedolce – ha seguito e curato tutte le fasi della procedura con i suoi professionisti e strutture. Un impegno portato a termine in otto mesi, dall’avvio del bando di gara alle prime consegne di oggi, in stretta collaborazione con la Regione Puglia-Assessorato al Welfare che ha voluto investire su apparecchiature in grado di rispondere, da un lato, ad un obiettivo di efficienza del servizio sanitario, dall’altro ad una precisa volontà di umanizzare le cure, rendendo senz’altro migliore la loro qualità di vita, in un momento particolarmente delicato».
Per la direttrice del Dipartimento Welfare della Regione Puglia, Valentina Romano, «la nuova fornitura dei caschi va nella direzione di preservare il più possibile la salute dei pazienti, donne in particolare, e rendere migliore la loro qualità di vita. Migliorare la qualità di vita dei nostri concittadini rappresenta il baluardo su cui costruiamo, ogni giorno, le nostre misure. Grazie ai 500 mila euro stanziati dalla Regione Puglia, la nuova fornitura permetterà di raddoppiare la dotazione dei caschi refrigeranti attualmente esistenti passando infatti da 18 a 40 in tutta la regione. Questo rappresenta un grande traguardo raggiunto grazie al lavoro e all’impegno di tutte le parti interessate».
L’intera procedura di gara, dalla predisposizione del bando al programma di consegna, è stata curata dall’Area Gestione Patrimonio della ASL Bari – su mandato dell’Assessorato regionale al Welfare - ed è stata preceduta da lavoro di analisi e ricognizione eseguito da un team della Direzione generale della ASL, composto dalla dottoressa Caterina Morcavallo, che ha curato il progetto, e dal dottor Francesco Giuliani, responsabile dell’Oncologia medica dell’Ospedale San Paolo.
La ricognizione ha tenuto conto di una serie di criteri, oltre al fabbisogno espresso da ogni Breast Unit, finalizzati all’identificazione dei centri ad alto volume e ad alta esperienza nel campo del tumore della mammella, con una maggiore considerazione per il volume di attività chirurgica delle singole strutture, garantendo così una dotazione minima di 1 sistema refrigerante ad ogni servizio, con priorità per i centri sinora privi di dispositivi.
Parallelamente, la ASL Bari ha previsto l’organizzazione di corsi di formazione per le unità infermieristiche identificate dalle strutture beneficiarie, in modo da garantire l’utilizzo dei dispositivi secondo i migliori standard di qualità, efficacia e sicurezza.
Caratteristiche tecniche del dispositivo
Il dispositivo è costituito da due parti: una unità di raffreddamento termoelettrico con controllo della temperatura del liquido refrigerante e il casco, composto, a sua volta, da una calotta che aderisce al cuoio capelluto, riutilizzabile dopo la sterilizzazione, e una cuffia, posta al di sopra della calotta regolabile che conserva il raffreddamento isolando la calotta dall’ambiente esterno. Il casco refrigerante è quindi riutilizzabile, mentre le cuffie sono monouso, ad uso esclusivo nominale della paziente. Ogni apparecchiatura è completa di accessori e materiali consumabili e dispone di 5 cuffie complete in tre diverse taglie. Ogni apparecchio, inoltre, consente di trattare due pazienti in contemporanea in modo totalmente indipendente, in quanto il trattamento viene regolato da un software “sdoppiato” comandato tramite il display totalmente “touch-screen” situato sulla parte frontale anteriore.
Per quali casi è indicato l’uso dei caschi
La perdita dei capelli (alopecia) è un effetto collaterale molto comune della chemioterapia e ha un forte impatto psicologico, specialmente per le donne. L’entità della perdita dei capelli dipende da tipo, dose e modi di somministrazione dei farmaci chemioterapici. Diversi studi hanno dimostrato che inducendo ipotermia a livello del cuoio capelluto (circa 17°-18° C) si riduce la perdita dei capelli indotta dal trattamento, in quanto il freddo riduce il flusso sanguigno diretto ai follicoli piliferi, ostacolando l’arrivo del chemioterapico. La bassa temperatura, inoltre, blocca i processi biochimici, rendendo il capello meno sensibile ai danni della chemioterapia.
Il successo del trattamento è influenzato da diversi fattori. Perché l’ipotermia sia efficace, è necessario indurla almeno mezz’ora prima dell’inizio della somministrazione del farmaco, per tutto il tempo dell’infusione e anche 1-2 ore dopo la fine della terapia, è necessario il corretto posizionamento del dispositivo e contano il tipo di capello e le condizioni della capigliatura all’inizio del trattamento.
La Sezione regionale di controllo per la Puglia della Corte dei conti ha approvato il bilancio della Regione Puglia, pronunciando il giudizio di parifica, riconoscendo “rispettati tutti gli equilibri di bilancio”, come ha evidenziato il magistrato relatore Giovanni Natoli nella premessa che ha introdotto l’udienza di stamattina, presieduta dal presidente della Sezione regionale di controllo, Enrico Torri, e che ha visto la presenza in Aula del Presidente della Corte dei conti, Guido Carlino.
Nel concludere la sua requisitoria con la richiesta di pronuncia di parificazione, il Procuratore Generale, Cosmo Sciancalepore, aveva osservato che “l’azione dell’Amministrazione regionale, nonostante le residue conseguenze dell’emergenza pandemica e l’aumento dei costi, ha condotto alla realizzazione di vari risultati positivi”.
“Come è noto - ha dichiarato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano - la parifica è un giudizio dettagliato e approfondito che certifica oltre ogni ragionevole dubbio l'applicazione del principio di buon andamento della Pubblica Amministrazione. Certifica, inoltre, che la Regione è stata ben amministrata. Avrete sicuramente sentito nelle parole del Procuratore alcuni elementi critici che però, come ha detto il presidente, erano assolutamente superabili alla luce delle controdeduzioni che la Regione ha fatto durante il periodo di collaborazione. Voglio aggiungere che in questi sei anni e mezzo abbiamo salvato la Regione Puglia innanzitutto dai grandi debiti dei consorzi di bonifica; in secondo luogo, dal grande bond da 700 milioni di euro che rischiava di portarci via un sacco di soldi in termini di interessi; infine, abbiamo sbloccato le assunzioni in Sanità restituendo alla sanità pugliese - che in Italia era l'ultima da sempre - una capacità di rispettare i livelli essenziali di assistenza. Questo non la rende ancora perfetta, ma sicuramente migliore di prima. Da ultimo, siamo diventati una delle migliori Regioni italiane nella spesa dei Fondi europei e dell'FSC. C'è di che essere assolutamente soddisfatti”.
“La collaborazione, da posizioni autonome, tra Corte dei conti e Regione Puglia si conferma preziosissima per raggiungere le finalità pubbliche non solo formalmente, ma conseguendo risultati che siano sostanzialmente rispettosi dei principi di giustizia sociale e di coesione del Paese”, ha osservato il presidente Emiliano, intervenendo nell’Aula delle adunanze.
L’invarianza del carico fiscale per i pugliesi nonostante le riduzioni dei trasferimenti da parte dello Stato, il pieno conseguimento degli equilibri di bilancio e della gestione corrente del bilancio che consente alla Regione Puglia il finanziamento di nuovi investimenti, l’elevata giacenza di cassa pari a circa 2 miliardi e 100 milioni di euro per l'anno 2022, il conseguimento dei target di spesa dei fondi strutturali comunitari, tempi di pagamento più ridotti rispetto ai limiti richiesti dalla legge, la diminuzione del debito commerciale residuo, la costante riduzione dell’indebitamento regionale e la completa sterilizzazione dei crediti verso i Consorzi di Bonifica tramite il fondo passività potenziali sono le caratteristiche positive che hanno contrassegnato anche il rendiconto relativo all’anno scorso.
“Le lievi criticità evidenziate, come ha osservato lo stesso Procuratore Generale, non avrebbero modificato un quadro positivo che ci incoraggia nel momento in cui stiamo per far partire il ciclo di programmazione dei fondi europei 2021-2027 e realizzare gli investimenti previsti dal PNRR”, ha detto l’assessore regionale al Bilancio, Raffaele Piemontese.
La parifica ha riguardato l'esercizio 2022 quando sono state impegnate spese per oltre 14 miliardi di euro. Il settore in cui è stata prevalentemente indirizzata la spesa regionale è la tutela della salute, per un importo complessivo di oltre per 9 miliardi e 326 milioni di euro, a cui segue per rilevanza la quota destinata ai trasporti e diritto alla mobilità, per oltre 1 miliardo di euro. Alle politiche di Sviluppo economico e competitività è stata indirizzata una spesa per un importo pari a oltre 450 milioni di euro.
La Regione Puglia ha inoltre destinato 308,6 milioni di euro per diritti sociali, politiche sociali e famiglia, oltre 290 milioni di euro per Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell’ambiente, circa 170 milioni di euro per Politiche per il lavoro e formazione professionale, oltre 150 milioni per Istruzione e Diritto allo studio, quasi 240 milioni di euro per agricoltura, politiche agroalimentari e pesca, poco meno di 150 milioni di euro su assetto del territorio e edilizia abitativa, circa 56 milioni di euro per tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali, oltre 30 milioni per il turismo e circa 23 milioni di euro per energia e diversificazione delle fonti energetiche.
Con la DGR n. 1283 del 18/09/2023, su proposta del vicepresidente e assessore alle Infrastrutture Raffaele Piemontese, sono stati approvati alcuni importanti aggiornamenti alla disciplina del “Fondo rotativo per l’anticipazione delle spese di progettazione tecnica a favore delle Amministrazioni Pubbliche”, adottata inizialmente con DGR n. 2214 del 21/12/2017.
Le modifiche rispondono alla necessità di adeguamento normativo al nuovo Codice dei contratti pubblici ex d. lgs. n. 36/2023, nonché di maggiore coerenza al contesto attuale caratterizzato dalla presenza di molteplici fonti finanziarie che richiedono un’accresciuta capacità di progettazione e di candidatura di interventi da parte dei diversi soggetti beneficiari.
In particolare, la deliberazione della Giunta estende l’attuale platea dei soggetti candidabili (Comuni, Province, Città metropolitane, Comunità montane, Comunità isolane, Unioni di Comuni, Consorzi per le Aree di Sviluppo Industriale) alle Agenzie regionali e alle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere pubbliche. L'obiettivo è quello di poter disporre in tempi rapidi di un parco progetti derivanti dalle esigenze del territorio, condivise con gli attori sociali ed economici e immediatamente cantierabili. In tale prospettiva, le Agenzie regionali (in particolare le Arca per l'edilizia sociale, l'agenzia per il diritto allo studio universitario, ARIF ecc.) potranno disporre di risorse per la realizzazione di progetti da candidare su scala europea, nazionale e regionale.
Di particolare importanza è l’accresciuto ruolo del sistema sanitario di intercettare finanziamenti pubblici per investimenti sulle attrezzature tecnologiche e le infrastrutture a sostegno delle strategie di innovazione e qualificazione dei relativi servizi a favore della cittadinanza.
Al fine di garantire una tempestiva attivazione degli interventi, la procedura di assegnazione delle risorse sarà effettuata “a sportello”, a partire da lunedì 09/10/2023.
“Si tratta di una nuova importante opportunità e per il sistema pubblico pugliese per accrescere la capacità di competere per l'assegnazione e per la successiva efficace realizzazione di interventi infrastrutturali indispensabili per lo sviluppo economico e sociale della Regione Puglia”, ha dichiarato il presidente Michele Emiliano.
“La disponibilità di progetti cantierabili è oggi la condizione necessaria per attuare efficacemente le politiche di coesione e cogliere le opportunità di finanziamenti, anche nell'ambito di politiche settoriali, contribuendo ad accrescere la capacità attuativa efficace già mostrata in questi anni dal sistema Puglia”, ha aggiunto il vicepresidente Raffaele Piemontese.
Correva l'anno 2022, nel mese di marzo, quando il Consigliere regionale Jospeh Splendido interrogò l'Assessore alla Sanità della Regione Puglia, Rocco Palese, in merito all'adozione di una nuova cura anti-Her2, per benefici a pazienti e sanità pubblica.
Ebbene. all’interrogazione rivolta in merito all’adozione del trattamento oncologico anti-Her2 a base di anticorpi monoclonali (Pertuzumab-Trastuzumab) con somministrazione sottocute per la cura del cancro nelle strutture sanitarie regionali, l'Assessore si è impegnato in tutti i modi e in tutte le maniere, non abbandonando la situazione dei costi, di sostenere in ogni modo e in ogni maniera e di assecondare queste esigenze, nel momento in cui i professionisti, gli oncologi ritengono che sia necessario attivare anche questi tipi di farmaci.
Del ruolo delle farmacie come presidi del sistema sanitario territoriale si è parlato nel corso dei lavori della seduta congiunta della I Commissione Bilancio e Programmazione, presieduta da fabiano Amati, con la III Sanità, presieduta da Mauto Vizzino. All’ordine del giorno lo stato di attuazione dei protocolli operativi e la verifica della spesa per la Farmacia dei Servizi.
Il presidente regionale di Federfarma, Francesco Fullone, ha chiesto in sintesi, di “consentire, per quanto possibile in termini di reperimento di risorse e praticabilità normativa, la facilitazione della valorizzazione delle risorse offerta da una rete di 1284 farmacie e circa 4000 professionisti. Una rete che potrebbe adiuvare la riorganizzazione della sanità del territorio e contribuire alla riduzione delle liste d’attesa”.
Ripercorrendo l’iter di sviluppo delle farmacie di servizi, a partire dal 2009 fino al primo finanziamento della sperimentazione in Puglia, Follone ha ricordato le tre macro aree in cui sono già attive le farmacie:
- servizi cognitivi (monitoraggio dell'aderenza della terapia farmacologica)
- front office: attivazione del fascicolo sanitario elettronico, sperimentazione già avviata da tempo, alle prenotazioni delle prestazioni sanitarie, alla quale si aggiungono altre attività svolte senza oneri a carico del servizio sanitario regionale, come la gestione dei green pass e la distribuzione della antivirale durante l’emergenza pandemica)
- attività sanitarie di prima istanza, alcune a carico del sistema sanitario nazionale e regionale (somministrazione vaccini anti-covid, screening del tumore al colon retto) altre in regime privatistico, , in particolare per i servizi di telecardiologia (ecg, holter pressorio e holter cardiaco).
Follone ha evidenziato alcuni possibili sviluppi della farmacia dei servizi, in particolare nell’utilizzo della telecardiologia, che attualmente non rientra nel perimetro delle sperimentazioni autorizzate, e la somministrazione dei vaccini antinfluenzali per conto del SSR.
Nel primo campo c’è una questione tecnica di accreditamento degli operatori, a parere di Folloni superabile, utilizzando il “modello ligure”, una delle tre regioni in cui la telecardiologia rientra tra le prestazioni rimborsate dal servizio sanitario regionale.
Nel secondo campo il rappresentante dell’associazione di categoria ha evidenziato come la Puglia sia “fanalino di coda in Italia” insieme a Sardegna e Provincia autonoma di Trento, auspicando di giungere in tempi rapidi ad un accordo per la gratuità del servizio.
Al termine dell’audizione del rappresentante dei farmacisti sono due le questioni che appaiono più stringenti: la scadenza dell’accordo con la Regione Puglia al 31 dicembre 2023 e la necessità di utilizzare fondi residui destinati alla sperimentazione avviata ed eventuali nuovi finanziamenti da reperire anche in sede di bilancio regionale.
L’assessore regionale alla Sanità, Rocco Palese, ha confermato l’indirizzo politico regionale a favore della migliore utilizzazione di una “rete territoriale già pronta” e ha anche annunciato che “il governo regionale, in sede di approvazione degli strumenti contabili, proporrà incremento della dotazione finanziaria”.
Sugli aspetti tecnici è stato ascoltato Paolo Stella, dirigente della sezione Farmaci, dispositivi medici e assistenza integrativa. Stella ha ribadito il perimetro normativo nazionale, definito dal decreto legislativo 153 del 2009, che ha definito un panel di prestazioni sperimentali da finanziare con risorse dello Stato, dando priorità ai servizi cognitivi. “In questo ambito”, ha spiegato il dirigente, “la regione Puglia ha presentato il proprio cronoprogramma, approvato in sede di Commissione regionale per la farmacia dei Servizi, nel 2020, ma la pandemia ha stravolto i tempi della sperimentazione. Per questo la Puglia ha chiesto un differimento del termine dell’accordo di un anno, ma è un passaggio che ha bisogno dell’approvazione da parte della Conferenza Stato-Regioni”. Sottoscritto tale accordo sarà possibile presentare un nuovo cronoprogramma e, all’interno di questo, ipotizzare l’utilizzo dei fondi residui (circa 3 milioni di euro su un totale di 6milioni 200mila euro) anche per il vaccino antinfluenzale.
Non solo, Stella ha annunciato anche che “il dipartimento ha elaborato un testo di disegno di legge per il finanziamento con un milione di euro, da reperirsi da fondi regionali, per ulteriori servizi della farmacia anche non ricomprese nelle linee guida ma che la puglia ritenesse di interesse strategico”.
Il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Antonio Gabellone, è intervenuto ricordando una sua richiesta di convocazione di Commissione anche con i rappresentanti provinciale di Federfarma, “in quanto ogni territorio ha delle sue specificità ed è necessario che tali differenze siano rappresentate adeguatamente”. Gabellone si è detto inoltre “preoccupato per la scadenza dell’accordo per l’utilizzo dei fondi disponibili in caso non si dovesse avere la deroga”, e su tali basi ha insistito affinché la Commissione III fosse riconvocata tra 15 giorni.
La commissione congiunta sarà invece riconvocata tra un mese, dopo aver avuto riscontro a livello di amministrazione centrale sul nuovo cronoprogramma.