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La proposta di legge Pagliaro: “Per valorizzare produzioni locali a difesa delle nostre tipicità”.

nota del consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani.

“La cotognata leccese, il pisello nano di Zollino, il confetto mandorla riccia di Francavilla Fontana, il biscotto cegliese, la clementina di Palagiano, i cuzzieddi di Grottaglie, la focaccia barese, la fricassea di Noci, il tre nocelle di Andria, il sospiro di Bisceglie, la percoca di Loconia, la fava di Carpino… Ma anche la cartapesta leccese, i pumi di Grottaglie, i fischietti di Rutigliano, le panare di Spongano, le sporte di Vico del Gargano… Sono solo alcuni dei prodotti che potrebbero fregiarsi della denominazione Ide.Co. di Identità Comunale. È quello che prevede la mia proposta di legge per la promozione e valorizzazione delle produzioni tipiche agricole, ma anche dei piatti della tradizione locale e di alcuni prodotti artigianali d’eccellenza.

La pdl, già sottoscritta da 32 colleghi consiglieri, ha incontrato l’interesse dell’assessore allo sviluppo economico Delli Noci, che ne sta valutando il testo con gli uffici regionali competenti. Confidiamo che voglia condividerla, visto il grande favore attorno a questa proposta.

Vuol essere un antidoto alla globalizzazione, uno strumento per preservare le tipicità locali, l’unicità dei nostri prodotti e dei nostri sapori, patrimonio di gusto e tradizioni che sono parte della nostra identità, che ci contraddistinguono. Si tratta di prodotti di elevata rappresentatività, di limitata rilevanza economica per le quantità prodotte e destinati a consumatori abituali, legati all’ambiente d’ origine o dove conservano affetti e beni.

Con la crescita del turismo slow, si diffonde l’interesse a conoscere abitudini, usi e costumi delle popolazioni residenti non solo nelle località più note, ma anche nel tessuto di borghi e piccoli comuni che le circonda, custodi di tesori agroalimentari e non solo. Il cibo, con i suoi sapori e le sue ricette tradizionali, diventa elemento fondamentale di attrazione e testimone dell’identità di un territorio, da far scoprire ai turisti ed anche ai visitatori dei paesi vicini. Motivo di orgoglio e appartenenza.

Nella mia proposta di legge l’Identità Comunale (Ide.Co.) lega in maniera anagrafica un prodotto tipico al suo luogo storico di origine. Le Ide.Co. non sono un marchio, ma rappresentano un importante riconoscimento concesso dall’amministrazione comunale ad un prodotto strettamente collegato al territorio e alla sua comunità, senza alcuna sovrapposizione con le denominazioni d’origine vigenti. Esistono già esperienze di valorizzazione e qualificazione delle tradizioni, delle produzioni e delle attività locali, spesso promosse dai Comuni che mirano a proporre ai turisti, o ai semplici visitatori, le specificità dei singoli territori. La Puglia è ricca di sagre ed appuntamenti pensati a tal fine, e con la legge 30/2021 – da noi condivisa e appoggiata con spirito collaborativo – la Regione si è anche dotata di uno strumento normativo che punta a valorizzare le attività e le botteghe storiche. Ma, oltre ai luoghi, è necessario mettere in luce i prodotti tipici e identitari che contraddistinguono ogni campanile. Verranno perciò fissate regole che dovranno essere osservate dalle amministrazioni comunali che intenderanno dotarsi di strumenti deliberativi, disciplinari e organizzativi per l’attribuzione dell’Ide.Co., e questo indirizzo dovrà essere applicato a produzioni, beni  e attività che hanno caratteristiche di originalità e di tradizione nella produzione agricola, artigianale, commerciale e dell’enogastronomia in particolare. L’obiettivo della mia proposta di legge è quindi quello di fornire ai Comuni delle linee guida e una strumentazione normativa in modo da disciplinare le procedure di riconoscimento e di valorizzazione dei prodotti identitari della tradizione e della storia locali, che risultano presenti nelle diverse realtà territoriali.

Sono certo che questa proposta di legge incontrerà favore unanime, perché vuole valorizzare quei sapori e quei profumi che fanno parte del dna di ciascuno di noi. Elementi che ci legano indissolubilmente alle nostre radici”. 

La Giunta regionale, dopo un impegnativo lavoro istruttorio svolto dal Dipartimento Salute, ha approvato oggi i piani assunzionali delle Aziende ed Enti del Servizio Sanitario Regionale.

Il piano assunzionale, nelle more della definizione del riparto del Fondo Sanitario Nazionale, è stato definito sulla base dello spazio finanziario derivante dalle cessazioni che si determineranno nell’ultimo trimestre 2023 e nell’anno 2024.

Si è inteso dare priorità al personale sanitario, direttamente coinvolto all’assistenza e dunque alla erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), agli adempimenti del PNRR e alla alimentazione dei flussi informativi nei confronti del Ministero della Salute.

Un piano assunzionale che prevede complessivamente n. 1287 unità, di cui n. 582 dirigenti medici, n. 37 Dirigenti veterinari, n. 24 Dirigenti sanitari non medici, n. 10 Dirigenti tecnico professionali, n. 327 infermieri, n. 47 unità di personale ostetrico, n. 43 unità di personale della prevenzione, n. 65 personale della riabilitazione, n. 102 unità di personale tecnico sanitario e n. 50 personale tecnico professionale (autisti di ambulanza, assistenti sociali e tecnici informatici).

Inoltre, il piano approvato oggi dalla Giunta regionale, prevede la stabilizzazione del personale che ha maturato i requisiti ex Legge Madia e Legge di Bilancio 2022 (comprensivo del Milleproroghe).

Saranno stabilizzate circa 1237 unità che hanno già maturato i requisiti e circa n. 491 che matureranno il requisito.

La stabilizzazione riguarda indicativamente: n. 113 dirigenti medici, n. 650 infermieri e la restante parte sa tecnici sanitari, n. 93 amministrativi, n. 77 tecnici – professionali, n. 39 Dirigenti sanitari non medici, n. 6 veterinari , n. 38 personale della riabilitazione, n. 36 ostetriche e n. 12 personale della prevenzione ed altre figure professionali.

Quindi, in sintesi, tra stabilizzazione e nuove assunzioni, i piani approvati dalla Giunta riguardano circa 2.500 unità di personale.

“Con queste assunzioni – spiega il presidente della Giunta regionale, Michele Emiliano - diamo un’iniezione di fiducia al sistema sanitario, sapendo che esso si basa essenzialmente sulle competenze del suo capitale umano. Lavoreremo ancora duramente per ridurre il gap con le altre regioni che hanno lo stesso numero di abitanti, ma più personale: si tratta di una delle vertenze aperte con il Governo per mettere alla pari il Mezzogiorno con regioni storicamente più fortunate, mentre qui dobbiamo affrontare le emergenze solo con più passione e abnegazione, ma con meno lavoratori al fronte”.

L’assessore alla Sanità, Rocco Palese esprime “grande soddisfazione per il gran lavoro svolto dal Dipartimento Salute, in stretta collaborazione con le direzioni strategiche delle Aziende ed Enti del SSR. Si tratta di un provvedimento di assoluta rilevanza per il sistema sanitario, con il quale intendiamo consentire nuove assunzioni, nei limiti dello spazio finanziario derivante dalle cessazioni e stabilizzare il personale che ha dato particolare supporto nella gestione dell’emergenza COVID. La metodologia adottata determina un vero cambiamento virtuoso per il sistema”.

Il direttore del Dipartimento Salute, Vito Montanaro precisa che “è stato effettuato un lavoro di elevato livello tecnico, che ci ha consentito di fotografare in modo puntuale il personale in servizio e le necessità assunzionali prioritarie. Il percorso è stato condiviso con le Aziende ed Enti del Servizio Sanitario Regionale. Contiamo per il futuro di avviare un percorso di premialità che tenga conto della produzione e della qualità delle prestazioni rese, anche al fine di ridurre la mobilità passiva”.

Approvata, il 18 ottobre 2023, in Giunta su proposta dell’assessorato al Welfare  la delibera per l’iscrizione al Bilancio di previsione 2023 e Pluriennale 2023-2025 di  2.527.761 euro dell’annualità 2022 del  ‘‘Fondo per le Politiche relative ai diritti e alle pari opportunità”, destinati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri al finanziamento e al potenziamento delle forme di assistenza e di sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli. La stessa delibera prevede anche la Programmazione degli interventi in materia di violenza di genere per l’annualità 2023-2024 e le relative risorse finanziarie.

Nel dettaglio 1.040.296,00 euro sono destinati al sostegno/potenziamento dei centri antiviolenza privati esistenti, mentre 789.465,00 euro vanno al sostegno/potenziamento delle case rifugio esistenti. 400.000,00 euro vengono indirizzati a interventi che favoriscano il sostegno abitativo, il reinserimento lavorativo e più in generale per l'accompagnamento nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza. Le ulteriori risorse sono destinate al rafforzamento della rete dei servizi attraverso il consolidamento e/o l’attivazione di sportelli/punti di ascolto dei CAV regolarmente autorizzati; alla realizzazione di 2 case per la prima emergenza, a carattere temporaneo, da dedicare alla protezione delle donne, sole o con figli, vittime di violenza, la cui valutazione del rischio è medio-alta; alle azioni di formazione attraverso la collaborazione con le Università pugliesi nonché ad azioni di informazione, comunicazione e formazione.

No violenza su donne gif animated

Al 31 dicembre 2022  sono 28 i centri antiviolenza operativi in Puglia, con sedi autorizzate alle quali si aggiungono ulteriori 37 sportelli autonomi e 49 sportelli di appoggio. Alla stessa data risultano operative 18 case rifugio (8 di primo livello e 10 case per la seconda accoglienza). I Centri per uomini autori di violenza sono 6, uno per ogni territorio provinciale, collegati alle reti dei servizi territoriali antiviolenza. Nel 2022 sono stati 2.258 i nuovi accessi ai CAV e alle Case Rifugio. 

“Stiamo lavorando - dichiara l’assessora al Welfare della Regione Puglia, Rosa Barone - per sviluppare un sistema di interventi stabili e diffusi capillarmente su tutto il territorio per il contrasto alla violenza sulle donne. L’obiettivo è quello di offrire alle donne che chiedono aiuto risposte qualificate e articolate in ragione anche delle esigenze legate alla necessità di sostegno economico e dell’inclusione socio - lavorativa”.

“Vogliamo rafforzare- spiega la direttrice del Dipartimento Welfare della Regione Puglia,  Valentina Romano - la rete dei servizi, anche mediante potenziamento della rete di CAV e Case Rifugio, e consentire alle donne vittime di violenza di essere autonome economicamente. In questa direzione va la misura ‘Dote per l’empowerment e l’autonomia’, a cui abbiamo dato vita dal 2022 e che promuove percorsi per l’inserimento lavorativo e interventi per l’autonomia abitativa".

Dal 18 ottobre 2023 i sindaci dei 69 Comuni costieri pugliesi possono inoltrare le domande per accedere ai contributi con cui la Regione Puglia sostiene interventi per rendere accessibili ai disabili le spiagge libere e per valorizzare le torri costiere.

“Tra il 2018 e il 2022 siano riusciti a finanziare con circa 2 milioni di euro ben 82 interventi, con ciò proponendo la nostra regione alla ribalta nazionale anche per questo elemento di civiltà sempre più apprezzato dagli italiani e dagli stranieri che scelgono di fare turismo in luoghi dove si abbattono ogni tipo di barriera”, ha sottolineato il vicepresidente della Regione Puglia e assessore al Demanio, Raffaele Piemontese, in una lettera con cui nei giorni scorsi ha comunicato a tutti i sindaci la riapertura delle procedure di selezione degli interventi.

Ammontano a complessivi 400 mila euro le risorse previste per il 2023 da destinare agli interventi di cui alla Legge regionale n. 48 del 2018 “Norme a sostegno dell’accessibilità delle aree demaniali destinate alla libera balneazione per le persone diversamente abili”. Il contributo massimo erogabile per ciascun intervento è di 20 mila euro.

Un’altra misura che torna a essere aperta ai Comuni costieri pugliesi è quella relativa alla tutela delle torri costiere, prevista dall’articolo 34 della Legge regionale n. 44 del 10 agosto 2018. Come negli anni scorsi, sono stati previsti contributi di 25 mila euro da destinare al finanziamento di interventi di messa in sicurezza o di valorizzazione delle oltre 100 torri che si trovano lungo le coste adriatiche e ioniche.

Entrambe le procedure sono a sportello per cui le istanze istruite secondo l’ordine di arrivo, fino ad esaurimento dei fondi disponibili, ma dando priorità a quelle provenienti da Comuni che non sono stati già assegnatari di risorse a valere sui precedenti avvisi

L’indirizzo a cui riferirsi è la PEC Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.">Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., secondo le modalità indicate nell’avviso che è stato pubblicato sul sito della Regione nella pagina dedicata al Demanio Marittimo https://www.regione.puglia.it/web/demanio-marittimo.

La modifica della legge 42 del 2013 che disciplina a livello regionale l’agriturismo è stata oggetto delle audizioni delle associazioni di categoria in sede di IV commissione della Regione Puglia.

Al confronto con Confagricoltura, Coldiretti, Cia e Copagri sono state sottoposte due proposte di legge. La prima, che vede come  primo firmatario lo stesso presidente della Commissione, Francesco Paolicelli, di modifica complessiva della legge precedente per adeguare “dopo dieci anni la normativa alle mutate esigenze dell’imprenditore agricolo e delle nuove nozioni di attività connesse”. La seconda, a firma Renato Perrini (FdI) che si concentra sullo sviluppo dell’agricampeggio. “Un settore che si sta sviluppando e che in Puglia già vede qualche realtà”, ha evidenziato Perrini, “e che quindi richiede una regolazione chiara a livello regionale”.

Sulla proposta di legge Perrini, i rappresentanti delle organizzazioni di categoria, hanno apprezzato l’intervento specifico in materia di requisiti per l’ospitalità in spazi aperti, che consentirebbe alla Puglia di allinearsi a quanto legiferato in altre Regioni. Alcuni suggerimenti sono stati espressi riguardo alla omologazione delle case mobili.

Riguardo la proposta di Paolicelli e altri, le organizzazioni hanno ipotizzato alcuni emendamenti che saranno fatti pervenire a stretto giro. Innanzitutto per allargare il numero posti letto consentiti, facendoli arrivare almeno a 50 (il riferimento è il numero di posti dei pullman dei viaggi di gruppo). In secondo luogo per superare il vincolo relativo alle derrate: a parere degli imprenditori agrituristici non è possibile rispettare la soglia minima di acquisto da aziende agricole, come richiesto dalla legge, in quanto per alcune tipologie di prodotto non esiste alcuna possibilità di fornitura se non da imprese commerciali (ad esempio pasta e carne).

E’ stato comunque evidente che le maggiori criticità si sono delineate riguardo al possibile superamento dei limiti di normativa regionale, stante la necessità di muoversi all’interno della legge quadro 96 del 2006, e al rischio di conflitto con altre norme regionali nonché con vincoli urbanistici e territoriali.

Per questo l’assessore all’agricoltura Donato Pentassuglia si è impegnato a svolgere un’attività istruttoria con gli uffici legislativi, in modo da giungere in Commissione alla migliore articolazione di legge possibile, rispettando i vincoli derivanti da normative sovraordinate. Si è poi impegnato a riportare, in sede di Conferenza Stato Regioni, le osservazioni delle associazioni in merito alle rappresentate necessità di modifica della legge quadro.

Agricoltura, Perrini: “Da agriturismo ad agricampeggio, in Commissione la mia pdl”

Di seguito la dichiarazione del consigliere regionale Renato Perrini, a margine della seduta della quarta Commissione

“Molti turisti che vengono in Puglia scelgono, sempre più, come meta del loro soggiorno un agriturismo, che diventa una struttura non solo per poter passare qualche ora e mangiare del buon cibo locale, ma anche qualche giorno di relax. Per questo, nei mesi scorsi, ho presentato una proposta di legge per modificare e integrare la normativa vigente di riferimento, la legge regionale 42/2013, con una specifica regolamentazione delle attività di agricampeggio, in termini di numeri di posti letto e in termini di qualificazione e targhetizzazione dell’offerta turistica, arrivando a costruire un nuovo modello di sviluppo, totalmente compatibile con il paesaggio rurale, che mira oltre che su servizi qualificati anche su nuovi servizi legati alle esperienze di cucina, tradizioni, cultura, natura e benessere, allineandosi a quanto già legiferato in altre Regioni, come la Toscana per esempio.
Oggi la proposta di legge è arrivata all’esame della quarta Commissione, dove abbiamo ascoltato le positive audizioni dei rappresentanti di Confagricoltura, Coldiretti, Cia e Copagri, alla presenza dell’assessore all’agricoltura Donato Pentassuglia, che ha preso l’impegno a portare modifiche migliorative (anche alla luce della legislazione vigente) perché in Consiglio per l’approvazione arrivi un testo utile a un maggior sviluppo turistico degli agriturismo”.

“Ulteriore sostegno ai Comuni pugliesi per la realizzazione dei Peba e l’abbattimento delle barriere architettoniche. È stato pubblicato il bando destinato ai Comuni che hanno già il Peba (Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche) ma che vogliono aggiornarlo o ampliarlo, comprendendo che questi strumenti di pianificazione devono dialogare costantemente con le dinamicità legate allo sviluppo urbano oltre che alle mutazioni dovute alla programmazione dei lavori pubblici attuata da ciascun Comune”.
 
Lo annuncia Anna Grazia Maraschio, assessora all’ambiente e alle politiche abitative della Regione Puglia. “Come assessorato stiamo investendo notevolmente nell’implementazione dei Peba, che sono strumenti fondamentali per garantire condizioni di accessibilità degli edifici e dei luoghi urbani ed extraurbani da parte di coloro che li abitano, e che pertanto contribuiscono ad assicurare pari opportunità ai cittadini affetti da disabilità fisica, sensoriale e cognitiva”. 
 
I fondi sono interamente regionali e la dotazione finanziaria ammonta a 177mila euro. I Comuni per il cui Peba si rende necessaria un’integrazione per aggiungere porzioni di territorio o edifici non valutati precedentemente e/o un aggiornamento, nonché per modificare le priorità nella realizzazione e programmazione degli interventi, possono richiedere un finanziamento regionale nel limite di:
  • 5mila euro per i Comuni fino a 30mila unità residenti
  • 10mila euro per i Comuni oltre 30mila unità residenti
Le domande potranno essere presentate entro e non oltre le ore 12:00 del 24 novembre 2023. Ad oggi con il contributo regionale circa 60 Comuni si sono dotati dello strumento e per altri 85 è in corso la sua realizzazione.
 

Una città accessibile

Dieci anni fa un seminario che se fosse applicato farebbe la differenza

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Via libera del cda di AQP alla gara d’appalto. Con un investimento di 27 mln saranno realizzati oltre 38 chilometri di tubazioni per eliminare i piccoli impianti privati in un’area a vocazione turistica.

Entro i primi mesi del 2027 la riviera sud di Manfredonia sarà servita dalla rete idrico-fognaria di Acquedotto Pugliese. È arrivato l’atteso via libera del consiglio di amministrazione di AQP all’indizione della gara per la progettazione esecutiva e i lavori. Grazie a un investimento complessivo di 27 milioni di euro, le località turistiche di Sciale delle Rondinelle, Sciale degli Zingari, Scalo dei Saraceni e Ippocampo, aree a forte vocazione turistica tra la foce del Candelaro e Zapponeta, avranno circa 38 chilometri di tubazioni idriche e fognarie. L’intervento consentirà di eliminare le tante condotte e i piccoli impianti di depurazione privati, da sempre oggetto di criticità, consentendo agli utenti l’allaccio alla nuova rete di AQP.

Per il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, “estendere alle marine a sud di Manfredonia una rete efficiente di acqua potabile e fogna è un passo decisivo per lo sviluppo sociale, economico e turistico dell’area. Se la Puglia ha il mare più pulito d’Italia – spiega – è grazie all’ottima gestione del sistema idrico integrato e in particolare della depurazione. Da anni lavoriamo per diramare sempre più la rete. Lo facciamo con investimenti importanti e puntuali. Con questo intervento anche la riviera sud di Manfredonia potrà allacciarsi a una rete idrico-fognaria adeguata agli standard regionali, liberando tutto il suo potenziale di accoglienza. Le ricadute sulla qualità delle acque costiere del Golfo di Manfredonia e di conseguenza sullo sviluppo turistico saranno tangibili, generando opportunità per il territorio”.

“Questa è un’operazione di trasformazione davvero storica, che punta a eliminare spontaneismo e pressioni improprie sull’ambiente e sul mare del Golfo di Manfredonia, alzando la qualità della vita di chi sceglie di abitare, di fare una vacanza o anche solo di attraversare un tratto di costa e un pezzo di territorio pugliese di particolare e originale qualità naturalistica e paesaggistica”, sottolinea il vicepresidente della Regione Puglia e assessore alle Risorse idriche, Raffaele Piemontese, che ha espresso soddisfazione al presidente di AQP Domenico Laforgia e agli altri consiglieri di amministrazione Rossella Falcone, Assunta De Francesco, Francesco Crudele e Lucio Lonoce, “per avere avviato in tempi serrati le procedure di gara intorno a uno dei grandi obiettivi strategici fissati dalla Regione Puglia, che conseguiremo attraverso l’eliminazione delle tante condotte private e di piccoli impianti di depurazione a conduzione privata da sempre oggetto di problemi di gestione, realizzando nuove reti conformi agli standard di AQP”.

“È un momento importante per la provincia di Foggia – sottolinea Rossella Falcone, componente cda di AQP -. Abbiamo approvato un progetto storico che consentirà al territorio di Manfredonia di avere una rete fognaria e una idrica fondamentali per il rilancio turistico di una zona che finora è stata fortemente penalizzata. Si tratta di un investimento di grande portata, di circa 27 milioni di euro, oltre che di grande valore. Siamo molto soddisfatti e confidiamo che questo progetto possa essere di grande appeal in termini di riconoscimenti, basti pensare alla Bandiera blu che è fortemente condizionata da infrastrutture di questo tipo”.

I lavori, deliberati dall’Autorità idrica pugliese (Aip) a luglio scorso con la dichiarazione di pubblica utilità, avranno una durata di 730 giorni. L’ultimazione presunta, tenendo conto dei tempi dell’appalto e della progettazione esecutiva, tra verifica, validazione ed approvazione, è prevista nei primi mesi del 2027.

I quattro complessi turistici della zona di Manfredonia – circa mille residenti nei mesi invernali che diventano 15mila nella stagione turistica - vedranno l’eliminazione delle piccole stazioni di depurazione a conduzione privata da sempre oggetto di criticità gestionali e al tempo stesso la realizzazione di una nuova rete idrica.

Nello specifico, la nuova rete idrica, lunga circa 19.600 metri sarà ripartita in 2.700 metri per l’insediamento turistico di Sciale delle Rondinelle, 2.400 metri per lo Sciale degli Zingari, 4.600 metri per lo Scalo dei Saraceni e 9.900 metri per Ippocampo.

Per quanto riguarda la rete fognaria, l’intervento approvato prevede la costruzione di tronchi a gravità per una lunghezza complessiva di circa 16.200 metri e condotte prementi per una lunghezza di circa 2.500 metri. Il progetto prevede anche la realizzazione di 10 impianti di rilancio, 5 ubicati nel villaggio Ippocampo, 3 a Scalo dei Saraceni, 1 a Sciale degli Zingari e uno a Sciale delle Rondinelle.

Quattro proposte di modifiche a leggi regionali hanno ottenuto il parere favorevole della IV Commissione presieduta da Francesco Paolicelli, con la partecipazione ai lavori degli assessori regionali allo sviluppo economico Alessandro Delli Noci e all’agricoltura Donato Pentassuglia.


DDL di modifica della legge regionale in materia di foreste e filiere forestali

Con un disegno di legge è stata modifica la legge regionale in materia di foreste e filiere forestali.
Con questa legge la Regione Puglia ha definito un nuovo quadro normativo regionale in materia di foreste e filiere forestali, derivante dall’esigenza di regolamentare il settore, coerentemente con quanto disposto dal decreto legislativo del 3 aprile 2018, n. 34 “Testo unico in materia di foreste e filiere forestali”, al fine di delineare precisi indirizzi politici di programmazione forestale che rispondano efficacemente alla realtà ambientale e territoriale della Puglia e che possano nel contempo tutelare e valorizzare attivamente la risorsa forestale regionale e creare nuove opportunità occupazionali e di sviluppo socioeconomico. 
A seguito però dei rilievi formulati sulla legge vigente, dai Ministeri della Difesa, dell’Interno, della Giustizia e della Cultura ed al fine di scongiurare l’eventualità di una sua impugnazione da parte del Governo, si è reso necessario, da parte della Giunta regionale, modificare la definizione delle aree escluse dalla definizione di bosco, allineandola con quanto previsto dal TUFF che include tra le aree escluse dalla definizione di bosco “gli spazi verdi urbani quali i giardini pubblici e privati, le alberature stradali, i vivai, compresi quelli siti in aree non forestali, gli arboreti da seme non costituiti e siti in aree non forestali, le coltivazioni per la produzione di alberi di Natale, gli impianti di frutticoltura e le altre produzioni arboree agricole, le siepi, i filari e i gruppi di piante arboree. 
Quanto alle modifiche apportate alla disciplina della trasformazione del bosco, è emersa in sede di applicazione della norma del bosco, la necessità di chiarire la parte riguardante il divieto di contributi, sovvenzioni o altre utilità pubbliche per gli interventi di trasformazione e compensazione boschiva specificando che gli enti pubblici sono esclusi dal suddetto divieto, come sono già sollevati dal versamento del deposito cauzionale. Quindi è stato aggiunto l’inciso “salvo che gli interventi di compensazione e trasformazione siano realizzati da una pubblica amministrazione o da un ente pubblico”.
Per ciò che attiene la parte delle funzioni e compiti nell'attività antincendio boschivo regionale, è stato specificato che la Regione Puglia, si impegna a creare un coordinamento tra gli enti e istituzioni coinvolte nel processo di difesa e tutela del patrimonio boschivo, teso a formare una rete capillare di allertamento che consenta una comunicazione rapida e razionale del verificarsi degli incendi boschivi; stabilito il divieto per dieci anni dell’esercizio del pascolo in bosco e divieto per tre anni del pascolo sui terreni a pascolo e comunque per un tempo non inferiore a quello occorrente alla integrale ricostituzione del patrimonio boschivo preesistente.

Con un emendamento presentato dall’assessore all’agricoltura Donato Pentassuglia e approvato all’unanimità dalla Commissione, al fine di semplificare e velocizzare le procedure per la concessione e l’erogazione a favore delle aziende agricole del contributo di 300 mila euro, previsto dalla legge di stabilità regionale 2023 a sostegno del comparto dell’uva da tavola pugliese, è stata assegnata ai Comuni l’attività amministrativa, i cui criteri e modalità per l’accesso al contributo, saranno stabiliti  
con una deliberazione della Giunta regionale. 

Ddl di modifica alla legge sull’artigianato pugliese

E’ stato approvato all’unanimità il disegno di legge di modifica alle norme per lo sviluppo, la valorizzazione e la tutela dell’artigianato pugliese.
Il disegno di legge, illustrato dall’assessore allo sviluppo economico Alessandro Delli Noci, risponde all’esigenza di emendare la legge dell’aprile scorso a causa di alcune osservazioni da parte del governo centrale. In particolare l'Ufficio legislativo del Ministero Economia e delle Finanze ha rilevato l’inopportunità della definizione di “zone franche artigianali” per le aree da individuarsi per “il supporto all'insediamento e all'aggregazione delle imprese artigiane", creando condizioni favorevoli in termini economici, finanziari e amministrativi.  La Regione ha recepito tale osservazione eliminando la definizione di “zone franche artigiane” e individuandole come “zone speciali”.

Ddl di modifica del Codice del commercio

Sono state approvate all’unanimità anche le modifiche ed integrazioni alla legge regionale che disciplina il Codice del commercio.
Anche in questo caso, con un disegno di legge sono stati introdotti degli interventi di semplificazione amministrativa delle procedure autorizzative, prevedendo lo snellimento dell'iter istruttorio connesso alla procedura di messa in esercizio degli impianti di distribuzione dei carburanti. Gli articoli oggetto di modifica prevedono che le attività di collaudo siano espletate da una commissione collegiale costituita dai referenti incaricati da ciascuno degli Enti coinvolti nel procedimento amministrativo. Per evitare di allungare i tempi delle procedure amministrative, al pari di altre regioni, si dispone di acquisire un certificato di collaudo, effettuato da un professionista abilitato, che consente l'esercizio immediato dell'attività.
Analogamente si è ritenuto di semplificare le procedure di collaudo inerenti altre attività sottoposte a regimi autorizzativi regionali rivenienti dalla legge di riordino del settore energetico, nonché delega al Governo per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di energia ed assegnate alla Sezione promozione del commercio, artigianato e internazionalizzazione delle imprese.
Pertanto, per ciò che concerne il collaudo degli impianti di lavorazione e di stoccaggio di oli minerali e gpl, è stato stabilito che tali impianti non possono essere posti in esercizio prima della effettuazione del collaudo previsto e che il titolare dell'autorizzazione deve trasmettere agli uffici regionali competenti il certificato di collaudo effettuato da un professionista abilitato. La trasmissione del certificato di collaudo consente l'immediato esercizio dell'attività.


Pdl di modifica della legge sulla raccolta e commercializzazione dei tartufi freschi e conservati 

Con una proposta di legge di cui è primo firmatario il consigliere regionale Michele Picaro (FdI), è stata modificata ed integrata la legge regionale che disciplina la coltivazione, ricerca, raccolta, conservazione e commercializzazione dei tartufi freschi o conservati nel territorio della Regione Puglia.
È duplice l’obiettivo delle modifiche apportate. Il primo riguarda l’istituzione del Registro regionale delle Associazioni dei tartufai al pari dell’albo delle associazioni micologiche, al fine di riconoscere e valorizzare la funzione peculiare delle attività delle Associazioni tartufai come espressione di partecipazione e pluralismo della società civile, al contempo promuovendo il loro autonomo sviluppo e favorendo l’originale apporto al conseguimento di finalità di carattere economico e di sostenibilità ambientale per esaltarne le qualità del tartufo e potenziarne la promozione nella filiera agroalimentare.
Il secondo obiettivo, invece, riguarda l’inserimento di un esperto designato dalle associazioni iscritte nel registro regionale tra i componenti del comitato tecnico per il monitoraggio delle attività inerenti la raccolta, conservazione e commercializzazione dei tartufi.
A tal proposito, su proposta del presidente Paolicelli, è stata stabilita la riduzione dei componenti del comitato alla pari della commissione per il rilascio del tesserino.

“Siamo al quinto caso di SMA diagnosticata nei primi giorni di vita di un bambino e in fase senza sintomi, perciò nelle migliori condizioni per poter ricevere la terapia, con ampie possibilità di salvargli la vita o modificare radicalmente il corso naturale della malattia. E tutto questo grazie alla legge regionale

sullo screening obbligatorio, svolto presso il laboratorio di genomica del Di Venere di Bari. Mi chiedo, tuttavia, per quale motivo la maggior parte delle altre regioni italiane non fanno la stessa cosa?”

Lo dichiara il Presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione Fabiano Amati. 

“Dopo più di due anni dall’entrata in vigore della legge regionale sullo screening obbligatorio e dall’avvio effettivo del servizio, siamo al quinto caso di diagnosi precoce in bambino appena nato e privo di sintomi. 

Su oltre 40mila bambini esaminati dall’attivazione dello screening, sono dunque cinque i bimbi con diagnosi precoce, con i primi quattro sottoposti tempestivamente a terapia e con risultati ampiamente soddisfacenti e cioè dopo moltissimi mesi senza alcun segno della malattia e una crescita coerente con l’età. Al quarto caso diagnosticato, inoltre, la terapia fu somministrata dopo 16 giorni di vita: un record mondiale. 

L’unico elemento di dolore in questa storia d’eccellenza pugliese consiste nel rilevare l’assenza del test obbligatorio per tutti i neonati nelle gran parte delle regioni italiane, determinando una grave disparità e disuguaglianza tra i bambini italiani. 

Per questo diventa ancor più necessario far sentire la nostra voce, sottoscrivendo la petizione al governo nazionale per estendere lo screening, cliccando sul link https://www.change.org/tutticontrolasma.

È molto soddisfacente registrare il livello d’efficienza raggiunto dalla Puglia nello screening, grazie al Laboratorio di genomica del Di Venere di Bari e al suo direttore Mattia Gentile, e dall’unità operativa di neurologia dell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII e al suo dirigente Delio Gagliardi, alle cui cure - anche questa volta - è stato sottoposto il bambino.”

nota consigliere regionale Antonio Tutolo (Gruppo Misto), presidente della II Commissione.

“L’inclusione delle persone con disabilità deve essere un obiettivo primario e passa per l’agevolare in ogni modo la loro mobilità e l’eliminazione delle barriere architettoniche.
Per questo motivo ho presentato una proposta di legge che ha l’obiettivo di reperire le risorse necessarie alla concreta rimozione degli ostacoli. Perché, a fronte dei tanti progetti e i finanziamenti stanziati e degli interventi sul territorio già effettuati, il reperimento delle risorse resta un punto cruciale di questa battaglia alle barriere architettoniche che di fatto causano discriminazione tra i cittadini pugliesi.

La mia pdl punta a riuscire a reperire le somme necessarie all’attuazione dei Peba tramite la destinazione da parte dei Comuni, in un apposito capitolo di bilancio dedicato, del 15% dei proventi derivanti dagli oneri di urbanizzazione, dalle sanzioni in materia urbanistica ed edilizia e dalle sanzioni amministrative pecuniarie derivanti da inosservanza di norme  relative  al  diritto  di  libero accesso in spazi pubblici riservati ai portatori di handicap motori e sensoriali. Il punto focale sono i Comuni, e quelli che non rispetteranno le prescrizioni della legge che ho presentato saranno esclusi da tutti i tipi di finanziamenti e trasferimenti regionali”.

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