Progetto realizzato in esecuzione protocollo d’intesa sottoscritto dal Comune e dalla Prefettura di Foggia. Convegno sul tema: “Gli effetti dell’uso delle sostanze stupefacenti in età evolutiva”.
Nell’ambito del progetto citato in oggetto, realizzato dalla Polizia Locale di Foggia in attuazione del protocollo d’intesa sottoscritto dal Comune e dalla Prefettura di Foggia finanziato con i fondi di cui al D.I. 18 dicembre 2018 Fondo unico per la Sicurezza Urbana – art. 35 quater D.L. n. 113/2018, conv. in L. 132/2018, il Comando ha organizzato un Convegno dedicato agli studenti del biennio degli Istituti Secondari di II Grado della Città di Foggia.
Il Convegno, sul tema relativo agli effetti dell’uso delle sostanze stupefacenti in età evolutiva, ha avuto luogo presso la Sala Rosa del Palazzetto dell’Arte, Via Galliani – Foggia Giovedì 16 dicembre 2021 a partire dalle ore 9:00.
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Previo coinvolgimento dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia – Ufficio V – Ambito Territoriale per la provincia di Foggia e grazie alla collaborazione della Dirigente, Dott.ssa Episcopo, hanno aderito all’iniziativa i seguenti Istituti, inviando ciascuno una propria rappresentanza di studenti del biennio, accompagnati dal Referente per la legalità:
– Altamura – Da Vinci;
– Giannone Masi;
– Marconi;
– Notarangelo – Rosati;
– Perugini;
– Volta.
Sono intervenute, per un indirizzo di saluto, La Dott.ssa Rachele Grandolfo, componente della Commissione Straordinaria del Comune di Foggia, il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Foggia, Dott. Ludovico Vaccaro, S.E. L’Arcivescovo Mons. Vincenzo Pelvi, Il Prorettore dell’Università degli Studi di Foggia, Prof. Agostino Sevi, la Dirigente dell’Ufficio Territoriale Scolastico Dott.ssa Maria Aida Episcopo.
Hanno trattato in maniera autorevole, puntuale ed incisiva, evidenziando l’importanza della prevenzione circa l’uso di sostanze stupefacenti in età scolare e ponendo in evidenza gli effetti negativi che ne derivano, i seguenti relatori:
– la Dott.ssa Anna Polito – Direttore del Reparto di Neuropsichiatria Infantile del Policlinico Riuniti di Foggia sulla tematica: Gli effetti negativi dell’uso di sostanze stupefacenti e psicotrope nell’età evolutiva;
– la Dott.ssa Maria Grazia Morgese – Ricercatrice in farmacologia del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università degli Studi di Foggia, sulla tematica: Aspetti tossicologici dell’assunzione di sostanze stupefacenti e psicotrope;
– il Dott. Silvio Marco Guarriello – Procuratore della Repubblica Aggiunto della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia, sulla tematica: Effetti giuridici conseguenti alla detenzione, all’uso ed allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Nel Corso dell’evento sono stati proiettati due video spot promozionali realizzati, dalla Polizia Locale di Foggia ed integralmente autoprodotti, grazie alla disponibilità di due testimonial d’eccezione legati al mondo dello sport ed alla Città di Foggia: Zdenek Zeman e Martina Criscio.
E’ stata altresì presentata l’Unità Cinofila della Polizia Locale di Foggia, con il cane Elliot, costituita e resa operativa nell’ambito della medesima progettualità per il perseguimento delle finalità operative della stessa e per quelle della Sicurezza Integrata da cui trae origine il Protocollo d’Intesa.
Perquisizioni “a tappeto” da parte dei carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della compagnia di Foggia, nel tentativo di debellare il fenomeno della detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Alcuni giorni fa infatti i militari dell’Arma hanno effettuato una perquisizione d’iniziativa personale, veicolare e locale nei confronti di un 48enne e di un 46enne, entrambi originari del capoluogo dauno e già noti alle Forze dell’Ordine, mentre gli stessi si trovavano in Via dei Conciatoi a bordo di una Fiat Punto condotta dal secondo. Nel corso della perquisizione personale i carabinieri hanno trovato addosso al 48enne un mazzo di chiavi utile per l’apertura di un magazzino poco distante nel quale i militari hanno fatto subito irruzione, rinvenendo un vero e proprio deposito di sostanze stupefacenti. Presso il suddetto sito e ai locali in uso al primo infatti sono stati rinvenuti circa 11,5 Kg di marijuana confezionata in sacchi sottovuoto, panetti di hashish per un peso complessivo di circa 300 grammi, 4,5 kg di olio di hashish in fase di lavorazione, 6 vasi di terracotta, un’anfora, quattro statuette di possibile interesse storico-archeologico nonché 5 quadri sui quali sono ancora in corso accertamenti, tutto sottoposto a sequestro penale.
Per il 48enne sono “scattate” le manette per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti nonché il deferimento in stato di libertà per il reato di detenzione di beni culturali e, al termine delle formalità di rito, lo stesso è stato sottoposto alla misura precautelare della custodia cautelare in carcere in attesa dell’udienza di convalida.
Il 46enne, invece, è stato deferito in stato di libertà per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti poiché “beccato” con 34 grammi di sostanza stupefacente del tipo marijuana presso la propria abitazione e per guida senza patente (infrazione infrabiennale). Il mezzo in uso a quest’ultimo è stato sottoposto a sequestro amministrativo per confisca per la guida senza patente nonché a sequestro amministrativo poiché privo di copertura amministrativa e affidata in custodia giudiziale alla ditta ACI convenzionata.
La sostanza stupefacente, analizzata presso il Laboratorio Analisi Sostanze Stupefacenti del Comando Provinciale Carabinieri di Foggia, sarebbe stata in grado di produrre circa 60.000 dosi da immettere sulle diverse piazze di spaccio del capoluogo dauno.
L’Autorità Giudiziaria, infine, ha convalidato l’arresto disponendo per il 48enne la custodia cautelare in carcere.
Nella mattinata del 09 dicembre 2021 i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Foggia, coordinati dalla Procura della Repubblica di Foggia, hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare applicativa della misura degli arresti domiciliari, emessa dal GIP del Tribunale di Foggia, nei confronti di una 31enne incensurata. In particolare, gli investigatori dell’Arma hanno arrestato tale donna in quanto ritenuta, allo stato delle indagini compiute, la mittente di un pacco contenente della sostanza stupefacente destinata ad un detenuto ristretto presso la Casa Circondariale di Foggia. La 31enne, secondo gli accertamenti svolti dagli inquirenti, dissimulando tra l’altro di essere la madre del detenuto per compiere tale spedizione, condotta che le costerà anche la contestazione penale per sostituzione di persona, lo scorso mese di Agosto, avrebbe spedito da un ufficio postale un pacco, al cui interno, nascosto tra alcuni alimenti, vi era circa mezzo etto di droga ed in particolare hashish e cocaina, per circa 650 dosi complessive, come difatti stabilito analiticamente dal Laboratorio di Analisi di Sostanze Stupefacenti del Comando Provinciale Carabinieri di Foggia, dopo il relativo sequestro. Sono state le immagini di video-sorveglianza dell’ufficio postale, come anche quelle presenti nel carcere di Foggia, a consentire ai Carabinieri del Nucleo Investigativo, con la collaborazione della stessa Polizia Penitenziaria, ad identificare la 31enne. A ciò si sono poi aggiunti altri determinanti “tasselli” investigativi attraverso alcune comparazioni grafologiche accertate dai militari, come anche il rinvenimento di una lettera manoscritta dal detenuto in questione, rinvenuta nello specifico dai Carabinieri durante una perquisizione domiciliare disposta dalla Procura della Repubblica di Foggia, nella quale erano indicate le modalità operative da seguire per occultare la droga nella spedizione richiesta. Attraverso quindi un certosino lavoro di indagine che ha unito simbioticamente, ancora una volta, attività tecniche ad attività tradizionali di polizia giudiziaria, sotto il progressivo coordinamento dell’Autorità Giudiziaria, sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza a carico della presunta responsabile, accusata di detenzione e spaccio aggravato di sostanze stupefacenti, ma anche di sostituzione di persona aggravata.
Nei prossimi giorni la donna arrestata dai militari dell’Arma sarà sottoposta ad interrogatorio di garanzia davanti al GIP del Tribunale di Foggia, che ha emesso nei suoi confronti il provvedimento restrittivo.
Non è la prima volta che Magistratura e Carabinieri di Foggia danno un’importante risposta, in termini di legalità e sicurezza, nel contesto della Casa Circondariale cittadina, tutelando in questo modo l’Istituto Penitenziario da qualsivoglia pericolosa forma di violazione o turbativa, affinché quindi svolga adeguatamente ed al meglio il proprio delicato ruolo istituzionale.
Continua è l’attività dei carabinieri della Compagnia di Foggia finalizzata a contrastare il fenomeno della detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Questa volta a finire nella “rete” dei controlli d’iniziativa da parte dei carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile, è stato un 30enne originario del capoluogo dauno, già noto alle Forze dell’Ordine, che, nel procedere a velocità sconsiderata lungo la SS16 in direzione Cerignola a bordo della sua Alfa Romeo Giulietta, ha insospettito non poco i militari dell’Arma che, dopo aver raggiunto il veicolo, hanno proceduto al controllo del conducente e del mezzo, rinvenendo 70.000 euro in banconote di vario taglio nel vano airbag anteriore destro. Il controllo è stato esteso anche all’abitazione dell’uomo, dove è stato rinvenuto 1kg di sostanza stupefacente del tipo marijuana, vario materiale utilizzato per il confezionamento e il peso della suddetta sostanza e una macchina elettronica per contare le banconote, tutto sottoposto a sequestro penale.
La sostanza stupefacente, sottoposta ad analisi tecnica presso il Laboratorio Analisi Sostanze Stupefacenti del Comando Provinciale di Foggia, sarebbe stata in grado di produrre 261 dosi droganti da immettere successivamente nelle diverse piazze di spaccio del capoluogo dauno.
Per il 30enne sono “scattate” le manette per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e, al termine delle formalità di rito, come disposto dalla Procura della Repubblica di Foggia, lo stesso è stato sottoposto alla misura precautelare degli arresti domiciliari in attesa dell’udienza di convalida. Il denaro contante è stato versato su libretto postale infruttifero intestato a Fondo Unico Giustizia.
L’Autorità Giudiziaria ha convalidato l’arresto disponendo per il 30enne la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di Foggia, della permanenza notturna in casa nonché dell’obbligo di presentazione quotidiana presso la locale Stazione Carabinieri.
Nella nottata odierna i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Foggia, coordinati dalla Procura della Repubblica di Foggia, hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Foggia. In particolare, gli investigatori dell’Arma hanno arrestato il sesto componente del presunto gruppo criminale rientrante nella maxi operazione antidroga convenzionalmente denominata “Green power”. “Colpo di coda” quindi nell’inchiesta giudiziaria che, lo scorso 11 ottobre, aveva già determinato l’arresto, sempre su provvedimento restrittivo del GIP del Tribunale capoluogo, degli altri 5 componenti ritenuti responsabili della coltivazione di un’imponente piantagione di canapa indica di quasi 5.000 piante, impiantata in località Montaltino di Cerignola (FG), una delle più vaste sequestrate negli ultimi anni nella provincia di Foggia e non solo, con un volume d’affari criminale stimato in circa 10 milioni di euro. Anche all’arrestato di oggi, un 70enne originario di Modena e per questo noto con lo pseudonimo di “u modenese”, è stato contestato, allo stato degli atti delle indagine preliminari, la coltivazione di sostanze stupefacenti aggravata dall’ingente quantitativo, riconoscendogli, tra l’altro, la recidiva reiterata specifica infraquinquennale, in relazione appunto ai suoi precedenti penali specifici. Secondo gli inquirenti, il 70enne era la “regia occulta” dell’individuato sodalizio criminale ovvero colui il quale dava disposizioni ed indicazioni agli altri 5 nella gestione diretta e materiale della maxi piantagione. L’inchiesta giudiziaria, infatti, dopo i primi arresti, come era inevitabile, non si è fermata, riuscendo così ad individuare anche “u modenese”, non rilevato in una prima fase delle indagini, in relazione appunto al suo ruolo direttivo “esterno”. Nei prossimi giorni, l’uomo sarà sottoposto da interrogatorio di garanzia. Tuttora in carcere, infine, gli altri 5 arrestati del mese scorso.
Ancora una volta, Magistratura e Carabinieri hanno dato un importante risposta in termini di legalità e sicurezza nel territorio della Capitanata, colpendo in particolare un settore illecito molto remunerativo per la criminalità, quello del narcotraffico.
La Polizia di Stato di Foggia, ha eseguito, nei comuni di San Severo (FG), San Giacomo degli Schiavoni (CB), San Salvo e Casalbordino (CH), 9 misure cautelari emesse dal GIP presso il Tribunale di Foggia a carico di altrettanti soggetti ritenuti, a vario titolo responsabili dei reati di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti, di detenzione e porto di arma clandestina e di ricettazione.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Foggia, sono state condotte dal personale del Commissariato di P.S. di San Severo e della Squadra Mobile di Foggia, in collaborazione con il Reparto Prevenzione Crimine e il supporto delle unità cinofile, degli artificieri e del Reparto volo di Bari.
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L’attività investigativa, che ha permesso di disarticolare una rete di spacciatori operante nel noto quartiere San Bernardino del Comune di San Severo, ha avuto origine nell’autunno scorso, quando, a seguito di alcuni servizi di polizia, era stata notata la presenza sospetta nel suddetto quartiere di diversi soggetti, alcuni dei quali provenienti da altre regioni.
Le successive indagini, caratterizzate da attività tecniche e continui servizi di osservazione, hanno permesso di confermare la presenza di locali adibiti a piazze di spaccio e gestite dagli odierni indagati. Una di queste, in particolare, era gestita da un pregiudicato sanseverese con numerosi precedenti specifici.
Il lavoro degli investigatori ha consentito di ricostruire i movimenti dei soggetti indagati che avevano creato un vero e proprio business della droga, particolarmente redditizio.
La rete di spacciatori agiva in base ad un modus operandi ben collaudato. L’acquirente, infatti, presi contatti telefonici con il venditore, lo raggiungeva a San Bernardino dove acquisiva lo stupefacente. La droga talvolta veniva consegnata direttamente dal venditore, in altri casi, invece, avvenuto l’incontro, il cliente veniva accompagnato in un luogo prestabilito dove prelevava egli stesso la droga in alcuni punti convenzionali, secondo le indicazioni ricevute, in locali attigui ai luoghi di spaccio, all’interno di intercapedini o sotto le tettoie difficilmente visibili dall’esterno.
Nelle comunicazioni telefoniche usavano linguaggi criptici, tipici degli ambienti malavitosi per indicare la droga, i punti di incontro e stabilire le modalità della cessione.
Per eludere eventuali controlli, i gruppi avevano creato un sistema di vedette con il compito di avvisare i componenti dell’organizzazione della presenza delle forze dell’ordine.
Un locale era, altresì, stato adibito a luogo ove i numerosi consumatori, dopo aver acquistato la droga, erano soliti intrattenersi per testare la qualità dello stupefacente; da qui il nome dell’operazione “ coffee shop”.
L’indagine ha permesso di arrestare, in particolare, quattro soggetti provenienti dalle regioni limitrofe quali il Molise e l’Abruzzo che erano soliti comprare ingenti quantità di eroina e cocaina che poi veniva rivenduta nei paesi di residenza.
Dalle indagini emerge che il sistema di affiliazione era talmente collaudato che nei casi in cui il compratore, a seguito di un controllo delle forze dell’ordine e il contestuale sequestro dello stupefacente acquistato, esibisse al venditore il verbale di sequestro poteva ottenere il rimborso attraverso nuovo rifornimento di sostanza stupefacente a titolo gratuito.
Nel corso dell’indagine sono stati effettuati numerosi sequestri di droga, che hanno confermato le iniziali ipotesi investigative e che hanno dimostrato l’esistenza dei suddetti traffici delittuosi. Sono stati sequestrati, in particolare, sei chili di sostanza stupefacente del tipo cocaina ed eroina, nonché alcuni chili di marijuana e hashish e un arsenale di armi fra cui due pistole, munizioni e un kalashnikov.
Durante l’esecuzione della misure cautelare, sono state effettuate diverse perquisizioni personali e domiciliari; si è proceduto al sequestro di un immobile nel Comune di San Severo usato per lo spaccio e per il consumo di droga, con allacci abusivi di energia elettrica. All’interno dell’immobile, circondato da telecamere rimosse e sottoposte a sequestro perché inquadranti aree soggette a pubblica via, è stato rinvenuto molto materiale di confezionamento oltre al bilancino e a residui di sostanza stupefacente e da taglio, nonché, in un cassetto adibito a cassa, un paio di calcolatrici con bigliettini riconducibili a conti e denaro di piccola taglia frutto dell’attività di spaccio. Il soggetto nella disponibilità dell’immobile è stato arrestato dagli Agenti della Squadra Mobile e condotto negli uffici di polizia in attesa delle determinazioni dell’A.G.
FOCUS:
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Nei giorni scorsi i Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Cerignola hanno tratto in arresto un ragazzo 23enne per detenzione ai fini di spaccio recuperando circa 23 gr di droga complessiva nel mentre era in combustione.
I Carabinieri, nel corso di mirati servizi finalizzati al contrasto dei reati in materia di sostanza stupefacenti, stavano percorrendo le vie cittadine quando improvvisamente notavano nei pressi di un’abitazione un giovane che alla loro vista si allontanava velocemente. Fermatolo lo identificavano in un soggetto ben noto per i suoi precedenti in materia di spaccio. Contemporaneamente il portone dell’abitazione, nei cui pressi era stato notato, veniva repentinamente chiuso dall’interno. A quel punto iniziavano a bussare e cercavano di farsi aprire. L’occupante si arrendeva e consentiva l’accesso solo al sopraggiungere di una seconda pattuglia intervenuta di rinforzo. Avuto ingresso all’immobile, i Carabinieri potevano constatare la presenza di un forte odore di plastica e sostanza stupefacente combusta e una fitta nube di fumo. Diminuita la nube di fumo, i Carabinieri si accorgevano che vi era una stufa a legna accesa dalla quale proveniva il fumo maleodorante e, che vi era ancora della sostanza che non era andata distrutta. Immediatamente la recuperavano e si accorgevano che si trattava di hashish, marijuana e cocaina già confezionati. A quel punto gli operanti hanno proceduto ad immediata perquisizione personale e domiciliare, rinvenendo bilancino di precisione, materiale per il confezionamento consistente in bustine di cellophane trasparenti con chiusura ermetica, nonché la somma contante di euro 215 considerata provento di spaccio. I Carabinieri a quel punto conducevano il soggetto in caserma e, data la flagranza, veniva dichiarato in stato d’arresto. Stando al quadro probatorio, pienamente condiviso dall’A.G. competente, l’arresto in flagranza del predetto è stato convalidato. La misura cautelare applicata: quella dell’obbligo di presentazione quotidiano alla Polizia Giudiziaria.
Un’altra importante attività antidroga dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Foggia dopo la recente operazione “Green Power”, coordinata dalla Procura della Repubblica di Foggia. Domenica mattina, in Contrada Posta Pila nelle campagne di Cerignola, gli investigatori dell’Arma hanno in particolare fatto irruzione in un casolare abbandonato adibito ad essiccatoio di canapa indica. Rinvenuti e sequestrati circa 15 kg di canapa indica, prossima ad essere recuperata e poi “piazzata” sul mercato criminale del narcotraffico. Arrestato altresì in flagranza di reato un extracomunitario clandestino, un 23enne originario della Guinea, sorpreso appunto mentre stava recuperando lo stupefacente. Contestata dall’Autorità Giudiziaria di Foggia l’aggravante dell’ingente quantitativo. Dallo stupefacente, infatti, sarebbero state ricavate oltre 80.000 dosi, con un profitto criminale di diverse decine di migliaia di euro. Su disposizione poi del PM di turno, l’arrestato è stato quindi associato al carcere di Foggia, dove è stato interrogato nella mattinata odierna dal GIP del Tribunale di Foggia che, oltre a convalidare l’arresto, ha altresì disposto la relativa custodia cautelare in carcere.
Sono in corso ulteriori indagini da parte dei Carabinieri del Nucleo Investigativo per individuare eventuali ulteriori correi del cittadino straniero arrestato.
Ancora una volta, Magistratura e Arma dei Carabinieri hanno inferto un duro colpo al narcotraffico nel territorio della Capitanata, a tutela appunto delle Comunità del territorio.
Agenti della Squadra Mobile della Questura di Foggia, nell’ambito dell’intensificazione dei servizi volti al contrasto dei reati inerenti lo spaccio di sostanze stupefacenti, il 18 ottobre scorso a seguito di un controllo via Mazzini, sorprendendo P.B., classe 86 e con precedenti di polizia, in posesso di hashish.
L’accurata perquisizione personale, successivamente estesa all’abitazione del giovane, ha consentito di rinvenire occultati, nell’esclusiva disponibilità del predetto, 81 gr. di hashish, già suddivisi in dosi da spaccio, materiale per il confezionamento, bustine termo-saldate, due bilancini di precisione, nonché banconote di piccolo taglio pari alla somma di 180 euro.
Al termine delle formalità di rito, su disposizione dell’autorità giudiziaria, il P.B. è stato sottoposto al regime degli arresti domiciliari.
Arresto convalidato in sede di direttissima in data di ieri.
I Carabinieri della Compagnia di Vico del Gargano hanno tratto in arresto per rapina ed estorsione, un 32enne del luogo, con precedenti di polizia, raggiunto da un’ordinanza custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Foggia su richiesta della locale Procura della Repubblica.
Il provvedimento è scaturito dall’esito degli accertamenti svolti dai Carabinieri della Stazione Vichese. La madre e il fratello minorenne dell’interessato raccontavano infatti di aver subito dall’uomo reiterati maltrattamenti, violenze e minacce di morte, con il fine, in più occasioni, di ottenere alcune somme di denaro, per soddisfare la sua dipendenza dallo stupefacente.
Le sue crisi, che lo inducevano ad un crescente comportamento persecutorio, giungevano al culmine, ormai incontrollabile, quando faceva cadere a terra la madre colpendola con una scopa e lanciava un bastone verso il fratello, con l’obiettivo di ottenere i soldi per acquistare la droga.
La progressione delle violenze, che avrebbero potuto sfociare in più gravi conseguenze, veniva interrotta dalla denuncia delle vittime, dall’intervento dei Carabinieri e dal provvedimento cautelare adottato dall’Autorità Giudiziaria, che metteva fine per quei familiari, ad una ingestibile situazione ed alle insostenibili sofferenze fisiche e morali di una madre e di un fratello.
Il responsabile veniva associato alla Casa Circondariale di Foggia.