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“I miasmi notturno che sono tornati ad interessare, soprattutto nelle ore notturne, vaste aree delle città di Foggia, Lucera e centri limitrofi, è un fenomeno intollerabile e insostenibile. Urge comprenderne le ragioni e mettere in campo misure di contenimento. Ne va della qualità della vita dei nostri cittadini e della loro salute, fisica e psicologica.  E’ per questo motivo che ho depositato richiesta di audizione urgente all’assessore all’Ambiente, Maria Grazia Maraschio, e ai vertici Arpa Puglia”. Lo dichiara il consigliere regionale foggiano della Lega Joseph Splendido. “Si tratta di un fenomeno odorigeno che si ripresenta puntualmente con l’avvento della stagione estiva, acuito dai particolari picchi di caldo che le temperature ci stanno riservando. Negli ultimi giorni sono centinaia le segnalazioni giunte all’Arpa per lamentare l’insostenibilità della cosa. Mi unisco a queste e me ne faccio portavoce. Non è civile, oltre che normale, dover patire ogni anno gli stessi miasmi. Serve una soluzione immediata e definitiva, qualunque sia l’origine del problema, che va approfondito, compreso e debellato una volta per tutte” conclude il consigliere.

La Puglia si conferma prima in Italia per l’eccellenza delle acque di balneazione, per il secondo anno consecutivo, per qualità delle acque di balneazione (eccellenti al 99%), seguita da Sardegna (97,6%) e Toscana (96%).

È quanto emerge dal lavoro di controllo e monitoraggio condotto dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (https://www.snpambiente.it/2022/07/27/balneazione-il-95-delle-acque-italiane-eccellenti-e-buone/) la rete che coordina le varie Agenzie regionali per l’ambiente presenti sul territorio nazionale tra cui l’Arpa Puglia. Una attività disciplinata dalla direttiva comunitaria 2006/7/CE, che stabilisce le regole della classificazione in tutta la Comunità Europea delle acque di balneazione nelle quattro classi di qualità: eccellente, buona, sufficiente e scarsa.

“Accogliamo con soddisfazione gli esiti del monitoraggio delle acque balneabili pugliesi – ha detto l’assessore regionale all’Ambiente -, condotto in maniera efficiente e preziosa da Arpa Puglia, riferimento per le politiche ambientali della Regione Puglia, risultate "eccellenti" per il secondo anno consecutivo e prime in Italia per qualità. Siamo consapevoli che questi risultati non si raggiungono per caso o per fortunate congiunture, ma sono frutto di anni di programmazione ed attuazione, in piena collaborazione con tutti gli Enti coinvolti: da Acquedotto Pugliese ad Autorità Idrica Pugliese fino ad Arpa che non smetteremo mai di ringraziare per professionalità ed abnegazione nella tutela della nostra Regione. Siamo altrettanto consapevoli però che la tutela e la valorizzazione della risorsa idrica non possono conoscere punti di arrivo nella politica regionale ma sono il faro della nostra missione per la nostra terra”.

“Ogni anno le acque di balneazione vengono sottoposte a periodici controlli per garantire la salute dei bagnanti – spiega il direttore generale di Arpa Puglia -. Siamo lieti di constatare che anche quest’anno la Puglia è prima in Italia per la salubrità delle acque balneabili. Non solo. È prima anche per il numero di campioni di balneazione analizzati in laboratorio (4056, ndr), e seconda solo per il numero di punti monitorati (676, ndr), dopo la Sicilia che gode di un litorale molto più esteso”.

A livello nazionale anche quest’anno sono numerose le regioni in cui oltre il 90% di acque è nella classe eccellente; sommando anche le buone, si arriva a livello nazionale al 94%. I controlli sulle acque di balneazione riguardano anche laghi e (in pochi casi) fiumi, dove alcune regioni raggiungono il 100% di acque eccellenti.

Lungo i 1000 km circa di costa pugliese la Regione Puglia ha individuato, ai sensi dell’attuale normativa di riferimento, ben 676 “acque” (tratti) destinate alla balneazione, che corrispondono ad un totale lineare pari a circa 800 km: in particolare sono state individuate n. 254 acque di balneazione in provincia di Foggia, n. 46 in provincia di Bat, n. 78 in provincia di Bari, n. 88 in provincia di Brindisi, n. 139 in provincia di Lecce e n. 71 in provincia di Taranto (gli elenchi di tali acque, distinti per provincia, sono riportati nelle delibere di Giunta regionale dal n. 2465 al n. 2470 del 16 Novembre 2010 e s.m.i.). Arpa Puglia effettua il monitoraggio delle acque di balneazione regionali controllandone la qualità. Durante il periodo stagionale di monitoraggio in ogni “punto stazione” sono misurati in campo diversi parametri meteo-marini, mentre in laboratorio sono analizzati i campioni per la determinazione della carica batterica, calcolata rispetto a valori soglia di due parametri microbiologici: “Enterococchi intestinali” ed “Escherichia coli”, indicatori di inquinamento di origine fecale; in relazione ai campioni raccolti, si stima che ogni anno l’Agenzia regionale per la prevenzione e la protezione dell’ambiente effettui circa 8.500 determinazioni analitiche di laboratorio.

Per quanto riguarda la Puglia, l’1% di acque di balneazione “non eccellente” riguarda i monitoraggi dei seguenti luoghi: tre nel territorio di Lesina (classificazione ‘Buona’ per il canale La Fara, ‘Sufficiente’ per la Foce De Pilla e ‘Buona’ per Foce del Canale La Fara), tre di San Nicandro Garganico (classificazione ‘Buona’ per Fiume Lauro e Foce Zanella, ‘Sufficiente’ per Foce Fiume Lauro) e uno di Manfredonia (classificazione ‘Sufficiente’ per Foce del Fiume Candelaro).

Sul sito istituzionale di Arpa Puglia, all’indirizzo web https://www.arpa.puglia.it/pagina2885_balneazione.html, è possibile, utilizzando una mappa interattiva, visualizzare la localizzazione geografica delle acque di balneazione nonché dei singoli punti di monitoraggio, a cui sono associati i risultati analitici più aggiornati; alla stessa pagina web sono inoltre riportati i dati, in forma tabellare e sotto forma di bollettino mensile, anche per i periodi precedenti a quello visualizzato. Proprio in virtù del monitoraggio effettuato, Arpa Puglia ha in disponibilità e elabora una notevole mole di dati, che consente di fornire un quadro sulla situazione annuale e sulla serie storica (quadriennale) a proposito dello stato di qualità delle acque di balneazione pugliesi.

Come funzionano i monitoraggi delle acque:

Attualmente lo stato di balneabilità delle acque in Italia è disciplinato da una norma nazionale: il Decreto Legislativo n. 116/2008 e s.m.i. (che recepisce la Direttiva 2006/7/CE – Bathing Water Directive), reso attuativo dal Decreto Ministeriale del 30 marzo 2010, quest’ultimo modificato dal D.M. 19 aprile 2018.

Per la stragrande maggioranza delle regioni italiane, la verifica di tale condizione è affidata alle Agenzie per la Protezione dell’Ambiente (Arpa), che appunto effettuano il monitoraggio delle acque per il controllo (con frequenza mensile) dei due parametri microbiologici. Non tutte le zone costiere sono comunque destinate (o destinabili) alla balneazione; infatti, di norma sono preclusi a priori i tratti caratterizzati dalla presenza di aree urbane fortemente antropizzate, portuali o aeroportuali, militari, zone “A” delle aree marine protette, o quelli interessati da scarichi o apporti di qualsiasi origine o tipologia (corsi d’acqua, canali, scarichi urbani e/o industriali, ecc.; vedasi anche il D.M. 29 Gennaio 1992).

La normativa prevede che, per essere idonee alla balneazione, le acque destinate allo specifico uso da parte dei bagnanti devono essere conformi rispetto a valori soglia dei due parametri microbiologici: per quanto attiene le acque marine e di transizione, i valori soglia da non superare sono stati stabiliti a 200 Ufc (Unità Formanti Colonie) per gli Enterococchi intestinali e 500 Ufc per Escherichia coli.

In merito ai risultati ottenuti durante i monitoraggi, qualora Arpa Puglia rilevi, nel corso del monitoraggio routinario mensile, il superamento dei limiti previsti dalla norma per Enterococchi intestinali e per Escherichia coli, comunica immediatamente l’informazione al sindaco del Comune territorialmente competente, il quale, sulla base della comunicazione, emette apposita ordinanza per l’interdizione temporanea dell’acqua di balneazione in cui si è verificato il superamento (Art. 2 – punto 4, del D.M. 30 Marzo 2010), informando la cittadinanza con i mezzi più idonei (cartellonistica, ecc.). Infatti, in accordo all’Art 15 del D.Lgs 116/2008, la competenza sull’informazione al pubblico sullo stato di balneabilità (ed eventuali divieti permanenti o temporanei) è in carico alle Amministrazioni comunali territorialmente competenti.

Oltre alle singole verifiche di conformità, al termine di ogni stagione balneare le acque di balneazione pugliesi vengono classificate sulla base dei risultati del monitoraggio degli ultimi quattro anni, utilizzando un calcolo statistico (calcolo del 95° percentile - o 90° percentile); ne deriva un giudizio variabile tra quattro classi, “scarsa”, “sufficiente”, “buona” e “eccellente”, ai sensi del D.Lgs. 116/2008. Si evidenzia comunque che nella procedura di classificazione non vengono considerati, come previsto dalla norma, gli “inquinamenti di breve durata”, ovvero quelli che si esauriscono nelle 72 ore successive all’evento perturbativo. Proprio per questo motivo non si può escludere, anche per le acque classificate in stato di qualità “buona” o “elevata”, che si siano verificati sporadicamente dei superamenti dei limiti. Infatti, se i superamenti sono relativi a “inquinamenti di breve durata”, o se in ogni caso sono rari o unici, possono non influenzare in maniera significativa il calcolo e quindi la valutazione di qualità.

 

Il 13 luglio scorso la Strada Provinciale 67, in agro di Cerignola, è stata bloccata da un immenso cumulo di rifiuti. Chi ha compiuto questa azione è un criminale non solo ambientale.

È stato un atto scellerato che L’Ente Provincia di Foggia ha immediatamente provveduto a denunciare all’Arma dei Carabinieri. 

Prontamente i tecnici della Provincia si sono impegnati nella stima dei danni provocati dalla delinquenza di chi ha scaricato questo materiale e dei provvedimenti da assumere per la bonifica dell’arteria e per garantire la sua transitabilità. 

«Non siamo in presenza soltanto di un atto di inciviltà, che già di per sé sarebbe gravissimo –la nota stampa del presidente della Provincia di Foggia, Nicola Gatta, che ha proseguito-. In questa circostanza siamo di fronte ad un comportamento che non esito a definire criminale, perché il suo autore o i suoi autori non sono altro che veri e propri criminali. Attentare alla sicurezza stradale e violentare il nostro ambiente sono colpe che non meritano attenuanti o giustificazioni di nessun genere. L’episodio di oggi, inoltre, dimostra quanto sia stato miope abolire la Polizia Provinciale, attraverso la quale veniva effettuato ed assicurato il controllo del territorio. Fino a quando dovremo assistere a questi comportamenti vergognosi, purtroppo, sarà difficile poter immaginare un percorso di sviluppo la Capitanata».

Grazie al patrocinio gratuito concesso dal Comune di Apricena all'associazione ITALY CARBON FREE e, a seguito dell’incontro tenutosi presso casa Matteo Salvatore lo scorso 30 Giugno 2022, durante il quale sono stati esposti i principi e i fini che questa associazione sponsorizza per promuovere la transizione ecologica secondo quanto richiesto dalla Comunità Europea, tutti i cittadini potranno godere della consulenza gratuita di professionisti, per conoscere tutte le opportunità attualmente presenti sul mercato e finalizzate a contenere i costi dell'energia.

Pertanto, tutti i cittadini interessati potranno chiedere informazioni utilizzando:
-Numero Verde 800.097.952 attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 15.00 alle ore 18.00
-indirizzo mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
-sportello sito presso il comune di Apricena aperto al pubblico il Giovedì Pomeriggio dalle ore 16.00 alle ore 19.00.

L’Ente Parco Nazionale del Gargano chiede al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e all’assessore all’agricoltura Donato Pentassuglia di dichiarare lo stato di calamità naturale ingenerata dalla prolungata siccità in corso che ha messo in ginocchio il comparto.

Con una nota del 5 luglio, il Parco chiede altresì che siano individuate tra le risorse disponibili nell’ambito della nuova misura della modifica del Reg. UE 1305/2013 utili strumenti per assistere le aziende e gli operatori.

Sono già cinque le regioni italiane che hanno visto riconosciuto lo stato di emergenza per siccità (Emila Romagna, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Veneto).

“L’Ente ha raccolto numerose segnalazioni da parte degli operatori del comparto agro-zootecnico, dei sindaci del territorio e delle associazioni di categoria, che denunciano una situazione molto preoccupante dovuta alla siccità e alle alte temperature che stanno comportando moltissime difficoltà di approvvigionamento idrico. Secondo i dati forniti da Ispra qualche giorno fa e rilanciati nell’allarme di Coldiretti, la Puglia è la regione dove piove di meno con impatti devastanti sull’agricoltura e sugli incendi. Riteniamo che non si possa indugiare oltre e sia opportuno procedere in brevissimo tempo alla richiesta dello stato di emergenza”, ha dichiarato il presidente Pasquale Pazienza.

Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità la mozione presentata dal Gruppo consiliare della lega, primo firmatario il capogruppo Davide Bellomo, per la promozione dell’utilizzo di idrogeno in Puglia.

LA MOZIONE

Pertanto, con la mozione approvata si impegna il presidente della Regione e tutta la Giunta regionale a procedere nella redazione di progetti innovativi sperimentali per l’impiego dell’idrogeno come vettore di energia prodotta da fonti rinnovabili; a cooperare con le Università e gli Enti di ricerca, supportando i progetti di ricerca aventi come tema l’impiego dell’idrogeno nella mobilità e nel settore industriale che includano la riconversione green dei grandi agglomerati industriali della nostra regione; a supportare progetti di ricerca ed innovazione per la produzione di idrogeno da fonte pulita utilizzando apparati, componenti e sistemi ad elevata efficienza e sostenendo la ricerca di processi per la produzione di idrogeno di tipo innovativo, con particolare riferimento alla produzione diretta di idrogeno (da fonte solare o altro) anche in maniera diffusa nella previsione di “comunità energetiche” cooperanti; a procedere alla progettazione e realizzazione di infrastrutture atte a migliorare la resilienza del territorio e a ridurre in modo strutturale e sistematico le emissioni di clima alteranti; a sostenere, anche economicamente, e con gli strumenti della finanza, ogni intervento finalizzato al risparmio energetico.

Non si ferma l’assalto al mare e alle coste italiane ma anzi, il quadro della situazione dell’Italia post lockdown si fa ancora più desolante. Abusivismo edilizio, deficit di depurazione e inquinamento, assalto al patrimonio ittico e alla biodiversità. Illeciti penali e amministrativi illustrati nel dossier Mare Monstrum 2022, il rapporto elaborato da Legambiente sulla base dei dati di Forze dell’Ordine e Capitanerie di Porto e che restituisce il quadro dei reati a danno delle coste e del mare. Nel 2021, quando è iniziata la ripresa del Paese dopo l’emergenza lockdown del 2020, l’assalto al mare e alle coste sembra essere stato senza limiti e infatti i numeri del rapporto, rispetto a quello 2021, appaiono in sensibile crescita sia a livello nazionale che nella regione Puglia: 55.020 mila i reati contestati nel 2021 su tutto il territorio nazionale (erano 22.248 quelli accertati l’anno precedente), alla media di 7,5 ogni chilometro di costa, ossia un illecito ogni 133,3 metri. 24.900 le sanzioni, 20.485 le persone arrestate o denunciate, 7.021 i sequestri, 392 le società denunciate e 270 quelle sanzionate. Tra sequestri e sanzioni, il business del mare violato è di oltre 626 milioni di euro, in flessione rispetto al 2020: la maggior parte delle misure riguarda l’inquinamento e i rifiuti, con oltre 577 milioni di euro.

QUI IL RAPPORTO MARE MONSTRUM 2022 DI LEGAMBIENTE

A guidare la classifica delle aggressioni all’ecosistema marino su base regionale è, anche nel 2021, la Campania, seguita da Sicilia, Puglia, Toscana, Calabria e Lazio. Prima regione del Nord è il Veneto, mentre nelle quattro regioni a “tradizionale presenza mafiosa” – Calabria, Campania, Puglia e Sicilia – si concentra il 46,1% di tutti i reati e gli illeciti amministrativi accertati nel nostro Paese.

In cima alla classifica generale del mare illegale 2021, troviamo il ciclo illegale del cemento, rimasto su valori assoluti altissimi (il 50,8% dei reati accertati). Non sono confortanti le notizie sul fronte degli illeciti legati al ciclo dei rifiuti, arrivati al 25,5% sul totale. Cala leggermente la pesca di frodo (il 20,8% del totale, rispetto al 23,3% del dossier precedente). In larga parte si tratta di illeciti amministrativi, più del doppio di quelli penali. Come denuncia da anni Legambiente l’assenza di strumenti penali adeguati per la tutela della biodiversità e degli operatori onesti è clamorosa, se consideriamo anche l’impatto ambientale di oltre 262 km di reti da pesca e palangari illegali sequestrati e le 7.182 sanzioni comminate. Completano il quadro i dati sull’illegalità relativa alla nautica da diporto, per quanto riguarda i danni ambientali causati anche in aree marine protette: rappresentano solo il 4% del “mare violato”, ma hanno un forte impatto proprio nelle aree di maggiore pregio e tutela.

“Mare Monstrum, in maniera ancora più completa quest’anno, accende i riflettori sulle pressioni illegali che danneggiano il nostro ecosistema marino: dall’abusivismo edilizio al deficit di depurazione; dagli sversamenti di liquami inquinanti d’ogni tipo all’assalto al patrimonio ittico e alla biodiversità, con l’incubo della pesca di frodo. – spiega Ruggero Ronzulli, presidente Legambiente Puglia Vale la pena ricordare come solo grazie all’introduzione dei delitti contro l’ambiente nel Codice penale nel 2015 sia stato possibile sviluppare inchieste adeguate alla gravità dei reati e come, ancora, anche i delitti contro la fauna attendano di esservi inseriti. Negli ultimi anni le attività giudiziarie in Puglia sul tema della tutela del mare hanno fatto enormi passi avanti e scoperchiato situazioni ataviche decennali divenute in alcuni territori normalità consolidata. Oggi più che mai è importante essere sentinelle attive per tutelare il nostro mare e i territori, essere accanto alle Capitanerie di porto e alle Procure perché è importante non lasciarli soli nei momenti più delicati e in determinate battaglie. Ed è quello che Legambiente fa da anni con i propri circoli, le azioni e i dossier”.

In Puglia, nella classifica dell’illegalità sul ciclo del cemento, gli illeciti a danno dell’ecosistema marino e costiero (è il caso di Torre Mileto, ndr.), la Puglia figura al quarto posto con 2.712 infrazioni accertate, il 9,8% sul dato nazionale, con 1.0670 persone denunciate e arrestate e 320 sequestri effettuati.

In Puglia, le coste predilette dai paladini del cemento illegale sono da sempre quelle del Salento. Un dato che trova conferma anche nell’ultima relazione annuale sull’abusivismo edilizio della Regione. Il Comune con il maggior numero di pratiche aperte nel 2021 risulta quello di Nardò, con 65 fascicoli. In provincia di Lecce, in un anno, i casi registrati sono saliti del 52%.

Nel mese di maggio, nel comune di Diso, i carabinieri forestali hanno sequestrato 17 edifici su indicazione della Procura della Repubblica di Lecce. Secondo i magistrati, la lottizzazione, su un’area di 25mila metri quadrati sottoposta a vincolo paesaggistico, in località Marina dell’Aia, è abusiva e per questo hanno iscritto 35 persone nel registro degli indagati.

Alla fine del 2021 la titolare di un noto stabilimento balneare di Porto Cesareo è stata condannata dal tribunale di Lecce a una pena di un anno e mezzo per aver realizzato nel corso di diversi anni una serie di opere abusive ad ampliamento e corredo della sua attività. In corso di indagini, la Capitaneria di porto aveva appurato, tra le altre cose, la costruzione di parcheggi, di immobili adibiti a camere e di porticati, l’ampliamento del locale pizzeria e la copertura irregolare di alcune sale: tutti lavori privi di autorizzazioni in un’area su cui vigono il vincolo paesaggistico e quello idrogeologico.

Stessa regione, altre coste, quelle del Gargano. Siamo nella Puglia che ospita uno degli ecomostri diffusi più devastanti del Paese, che Legambiente denuncia da decenni nei suoi dossier: il villaggio abusivo di Torre Mileto a Lesina (foto in alto), fatto da migliaia di seconde case tirate su a partire dagli anni ’70 senza fondamenta e allacci su una lingua di sabbia che divide il mare dal lago, dove le ruspe, dopo una breve apparizione tra il 2019 e il 2020, con la demolizione di alcune villette fatiscenti, non sono più tornate.

Nel 2021 la Capitaneria di porto ha sequestrato un’area di 14mila metri quadrati a Pietra Egea, nel territorio di Polignano a Mare, sulla costa barese, su cui era in corso la realizzazione di alcune strutture prive di permessi.

Gargano Nostrum 02 Guardia Costiera

Purtroppo il nemico numero uno del mare resta l’uomo. Ogni anno l’elenco dei danni sull’habitat marino e costiero è sterminato. La Puglia si colloca al quinto posto per reati legati al ciclo di rifiuti e in genere a fenomeni di inquinamento marino: 1.182 i reati contestati nel 2021, l’8,5% del totale. A questo proposito significativa è la vicenda che ha smascherato un vero e proprio disastro ambientale nel mare del Gargano dell’operazione denominata eloquentemente “Gargano nostrum”, nell’ottobre 2021. L’inchiesta si è concentrata sulla gestione di dieci impianti di mitilicoltura, secondo gli inquirenti, condotti senza troppa cura per i danni arrecati alla biodiversità marina. Sono complessivamente 14 le persone che dovranno rispondere alle accuse formulate dalla procura di Foggia di disastro ambientale e combustione illeciti di rifiuti.

Tanti sono anche i reati legati alla pesca illegale. Nel 2021 sono state sequestrate in Italia oltre 627 tonnellate complessive di “pesce”. Purtroppo la Puglia guida la classifica generale con 223 tonnellate di prodotti ittici sequestrati (circa 124 tonnellate tra pesce, caviale, salmone, pesce spada e tonno rosso; più di 96 tonnellate di datteri, crostacei e molluschi; 1,8 tonnellate di novellame). Come non citare, a questo proposito, la mega operazione svolta a Taranto da Guardia Costiera, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica, denominata “Oro di Taranto” che ha portato al provvedimento di sequestro preventivo di impianti abusivi di mitili nel Primo Seno del Mar Piccolo.

Appuntamento il 13 e 14 luglio in piazza Ferrarese a Bari e il 27 luglio in viale Marinai d’Italia a Vieste. Cross Water” il progetto per il risparmio dell’acqua. A Bari e Vieste in piazza a metà luglio.

Il progetto Cross Water arriva nelle piazze. Sono in programma a luglio due tappe del Villaggio dell’Acqua, il 13 e 14 luglio dalle 16 alle 22 in piazza del Ferrarese a Bari ed il 27 luglio dalle 17 alle 23 in viale Marinai d’Italia a Vieste, per sensibilizzare cittadini e turisti all’uso consapevole della risorsa acqua, attraverso giochi e laboratori per bambini, flash mob, quiz, gadgets e dirette TV.

Il progetto tematico e transfrontaliero, di cui la Regione Puglia, con la sua Sezione Risorse Idriche, è lead partner e di cui fanno parte anche Acquedotto Pugliese, Regione Molise, Comune di Tirana, società Tirana Water and Wastewater Utility (UKT) ed Acquedotto Regionale Montenegrino (PE RWMC), giunge quindi alla sua fase della cosiddetta conscious awareness, coscienza e consapevolezza, con due eventi aperti al pubblico in un villaggio di oltre 400 metri quadrati completamente brandizzato.

In location di grande visibilità, a pochi metri dal mare Adriatico che accomuna tutto il partenariato, un team di formatori e comunicatori, coordinato da un fisico esperto in didattica, terrà laboratori di conoscenza delle proprietà dell’acqua e di diffusione delle buone pratiche a sua tutela, interamente dedicati ai bambini. Sulle gigantografie de “Il gioco dell’oca in acqua” e “La Campana dell’acqua” i bambini si sfideranno sul tema del risparmio, mettendo in gioco le proprie conoscenze ed abilità. In palio, kit di ecogadgets in linea con la campagna contro gli sprechi ed a favore del riuso dell’acqua.

Per il pubblico adulto, inoltre, una serie di altre attività. Le immagini del villaggio e le interviste ad autorità ed esperti in tema di acqua saranno trasmesse dalle 19 alle 21 sulla web-tv TVA del partner di progetto Acquedotto Pugliese in diretta streaming dallo studio mobile appositamente allestito nel Villaggio dell’Acqua. Verranno proiettati a loop i contributi audiovisivi realizzati nell’ambito del progetto negli scorsi mesi: lo spot tv, il video di progetto e quello realizzato in occasione delle giornate formative tenute in alcune scuole elementari di Bari, Foggia ed Andria. Quindici pannelli espositivi, infine, racconteranno il progetto in italiano ed inglese, approfondendo obiettivi, attività, risultati raggiunti e progetti pilota in capo a ciascun partner.

In Puglia è AQP ad occuparsi dell’iniziativa pilota, finalizzata all’acquisizione di strumenti per il monitoraggio continuo della qualità dell’acqua presso l’impianto di Monopoli di Sammichele di Bari per ottimizzare processi di trattamento delle acque reflue e dei fanghi. A tal fine, il primo risultato atteso è l’identificazione dei sistemi di monitoraggio e informazione che potrebbero essere utilizzati sugli impianti, attraverso diverse attività di test e la definizione di quello più performante. Il secondo risultato atteso è il raggiungimento di una riduzione del consumo energetico globale, ovvero la possibilità di eseguire gli stessi processi utilizzando una quantità inferiore di energia. Il terzo porta all’obiettivo più importante per la comunità: la riduzione dell’impatto ambientale in termini di CO2 rilasciata in atmosfera, quantità di fanghi da smaltire e quantità di reagenti defosfatanti.

Cross Water è un progetto tematico con un budget complessivo di € 5.570.738,01, finanziato dal Programma Interreg IPA CBC Italia-Albania-Montenegro e cofinanziato dall’Unione Europea attraverso lo Strumento di preadesione (IPA II). Cross Water, in generale, ha come obiettivo la definizione di un sistema di gestione delle acque efficiente ed efficace attraverso lo sviluppo di un piano integrato transfrontaliero ed un documento di politica comune.

Su proposta dell’Assessore all’Ambiente Anna Grazia Maraschio, sono stati stanziati dalla Giunta Regionale due milioni di euro da destinare ai Comuni per interventi di risanamento ambientale e paesaggistico necessari per la rimozione di rifiuti  abbandonati su aree pubbliche.

“Nonostante i continui sforzi organizzativi e finanziari della Regione Puglia e dei Comuni pugliesi ” dichiara l’Assessore Maraschio ”il territorio regionale è, purtroppo, ancora interessato da un rilevante fenomeno dell’abbandono indiscriminato di rifiuti, provenienti sia da utenze domestiche che da utenze non domestiche, che interessano aree pubbliche, zone periferiche, aree a verde e costiere, zone industriali, strade comunali, provinciali e statali”.

“Un fenomeno” continua l’Assessore Maraschio “di grande impatto sul territorio e non può che trovare una ferma condanna da parte di tutti noi. Serve una forte campagna di comunicazione che abbia come obiettivo il diffondere nella comunità la consapevolezza che abbandonare rifiuti è un gesto molto grave e una pratica incivile. È necessario, quindi, il coinvolgimento e la sensibilizzazione dei cittadini e il rafforzamento dell’infrastruttura necessaria al corretto conferimento dei rifiuti e delle attività di vigilanza, controllo e repressione di detto fenomeno”.

A seguito della pubblicazione dell’Avviso a sportello, saranno ammissibili al contributo gli interventi di rimozione, trasporto e conferimento ad impianti autorizzati dei rifiuti abbandonati e sarà prevista una premialità per i Comuni più virtuosi, che abbiano raggiunto o superato una Raccolta Differenziata pari o superiore al 65%, ai quali verrà riconosciuto l’intero costo sostenuto per la rimozione dei rifiuti abbandonati. Per i Comuni con Raccolta Differenziata sotto la richiamata percentuale potrà essere riconosciuto l’80% dei costi sostenuti. Ai fondi stanziati potranno beneficiare quei Comuni che abbiano provveduto, entro la pubblicazione del richiamato Avviso, al completamento e alla rendicontazione di interventi già finanziati in occasione dei precedenti avvisi riguardanti la rimozione di rifiuti abbandonati.

«La Federazione dei Verdi di Foggia (Europa Verde) con rammarico prende atto dell’abbattimento della vegetazione (alberi e arbusti) circostante un rudere su un’area di circa 18.000 mq in via Benedetto Croce – angolo via Maria De Prospero

Ci si chiede se l’abbattimento di alberi e arbusti abbia ottenuto un parere preventivo positivo e vincolante da parte dell’Ufficio Gestione del Verde del Comune di Foggia, organo competente in materia di Verde Pubblico ai sensi del REGOLAMENTO COMUNALE DEL VERDEPUBBLICO E PRIVATO del 2009.

L’art 6.4 di detto regolamento recita infatti “Fatti salvi i casi di pubblica incolumità̀, gli abbattimenti non dovranno essere eseguiti nei periodi in cui avviene la riproduzione dell'avifauna (marzo- settembre)”.

In riferimento a ciò, si vuole qui sottolineare che il terreno in oggetto non era semplicemente una somma di alberi e arbusti, ma un ecosistema molto complesso di cui alberi e arbusti erano solo la parte più vistosa, associata ad una specifica flora di erbe e animali che su queste piante si alimentavano, riproducevano e ne diffondevano i semi.

Era una piccola oasi di biodiversità in un contesto urbano, dove nidificavano diverse specie di passeriformi canori (Occhiocotto, Capinera, Luì piccolo, Cinciallegra, Cinciarella, Verzellino, Scricciolo, Passero domestico, Passera mattugia ecc. )

Si vuole qui ricordare che le aree verdi urbane mitigano molti dei fenomeni inquinanti che colpiscono i territori altamente urbanizzati, migliorando la qualità della vita di chi li abitae portando diversi benefici oggettivi:

a) migliorano la qualità dell’aria, intercettando le sostanze inquinanti e permettendo così di ridurle.

b) Concorrono ad un maggiore risparmio energetico - Le piante, infatti, aiutano a ridurre le temperature estive, attraverso la evapotraspirazione, e il cosiddetto effetto “isola di calore”

c) Regolano il ciclo dell’acqua

d) Rendono di fatto le città più resilienti ai cambiamenti climatici in atto.

A tutto ciò si aggiunga che le aree verdi assicurano anche notevoli benefici psico-fisici alle persone, influenzandone positivamente la qualità della vita, come emerge dalle ultime evidenze scientifiche che evidenziano una riduzione del rischio di numerose malattie croniche in età adulta, un’accelerazione del recupero dopo un intervento chirurgico, la riduzione dei ricoveri ospedalieri e della mortalità prematura, fino a migliori esiti della gravidanza e il miglioramento della salute mentale.

Come si evince dalla foto satellitare, l’ormai ex-area verde in questione, trovandosi in un contesto altamente cementificato, contribuiva a creare una “greenway”, una sorta di “autostrada verde” all’interno del tessuto urbano, un corridoio ecologico, dove specie animali e vegetali potevano vivere e muoversi all’interno della città.

Per tutti quanto esposto è fondamentale tutelare la presenza delle aree verdi in città e monitorarne la disponibilità per la popolazione, piuttosto che procedere alla loro distruzione per sostituirle con l’ennesimo manufatto di cemento di cui, francamente, non si sentiva la mancanza.

I Verdi chiedono pertanto alle autorità competenti di intervenire e di verificare se il regolamento del verde nonché le leggi a tutela della fauna selvatica siano state rispettate».

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