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L’Ente parco nazionale del Gargano ha proceduto all’affidamento dei lavori per il potenziamento e la valorizzazione della rete escursionistica del Bosco Didattico di San Marco in Lamis. 

Con la realizzazione del progetto si punta a rafforzare non solo l’efficienza della rete sentieristica - con annesse aree di sosta - ma anche e soprattutto l’accessibilità e la fruizione dell’area protetta alle persone diversamente abili. 

Nel progetto è infatti prevista la realizzazione - all’interno del comprensorio boschivo della Difesa di San Matteo, area compresa nel Parco Nazionale del Gargano – di un’area di sosta per diversamente abili nonché di percorsi accessibili.

Sono inoltre previsti: il ripristino di sentieri mediante la riprofilatura del piano di calpestio, l’esecuzione di piccoli lavori di manutenzione, la realizzazione di manufatti in legno consistenti, principalmente in tavoli, panche, staccionate etc. ed infine la tracciatura di un percorso di nordic walking. Prevista infine anche la realizzazione di una cartina dei sentieri della zona.

“Questo è un primo intervento che va nella direzione del recupero e della riqualificazione della sentieristica esistente nell’area parco che versa da anni in uno stato di semi-abbandono. L’Ente ha recentemente attivato delle risorse finanziarie, che speriamo di aumentare nel prossimo futuro, per intervenire su tutta la rete sentieristica d’interesse dell’Ente. Grazie anche al contributo di energie volontarie, l’Ente si sta dotando di una mappatura digitalizzata dei percorsi nel fermo convincimento che questa è precondizione per la loro migliore fruibilità nell’ottica di una promozione turistico-territoriale ecocompatibile basata anche su maggiori livelli di sicurezza”, ha dichiarato Pasquale Pazienza.

Il bosco didattico di San Marco in Lamis può svolgere inoltre un ruolo importante nelle iniziative di educazione ambientale rivolte alle comunità locali ma anche ai turisti per una fruizione consapevole e sostenibile dei luoghi. 

Nella cornice ambientale del bosco del Parco Regionale dell’Incoronata, sabato 03 dicembre 2022, alle ore 10:00, verrà presentato il progetto “Riprogettiamo il verde”.

L’evento è aperto ai cittadini e avrà come focus, oltre la salvaguardia e rispetto dell’ambiente e della natura, la “ripopolazione” verde de bosco.

Infatti, il progetto si prefigge di salvaguardare l'unico polmone verde presente nelle vicinanze della nostra città di Foggia: il "Bosco dell'Incoronata' ', che ha visto durante l'estate appena trascorsa ben due incendi che hanno devastato gran parte del bosco.

"Riprogettiamo in verde" sarà articolato in due sezioni:
• uno teorico, dove gli esperti spiegheranno l'importanza del bosco, non soltanto dal punto di vista ambientale ma anche fisico e psicologico;
• l’altro sarà quello pratico, con il coinvolgimento del N.I.T.A. ODV, che aiutata da esperti piantumeranno gli alberi acquistati con il progetto "+ vicini".....

L’invito di partecipate e soprattutto conferire più voti al progetto per ottenere più alberi da piantumare.

L'Assemblea legislativa regionale ha approvato all’unanimità la mozione presentata dal capogruppo de La Puglia domani, Paolo Pagliaro sul riconoscimento delle grotte prestoriche salentine quale patrimonio mondiale dell’Umanità UNESCO.

La mozione di Paolo Pagliara

RICONOSCIMENTO GROTTE PREISTORICHE SALENTINE PATRIMONIO MONDIALE DELL'UMANITÀ UNESCO
IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA PUGLIA

Premesso che:

• l'identificazione, la protezione, la tutela e la trasmissione alle generazioni future del patrimonio culturale e naturale di tutto il mondo rientrano tra le missioni principali dell'UNESCO. Il Patrimonio rappresenta l'eredità del passato di cui noi oggi beneficiamo e che trasmettiamo alle generazioni future;

• la Convenzione sulla Protezione del Patrimonio Mondiale culturale e naturale, adottata dall'UNESCO nel 1972, prevede che i beni candidati possano essere iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale, nella lista dei Monumenti, come opere architettoniche, plastiche o pittoriche monumentali, elementi o strutture di carattere archeologico, iscrizioni, grotte e gruppi di elementi di valore universale eccezionale dall'aspetto storico, artistico o scientifico;

• l'UNESCO ha tra i suoi obiettivi prioritari l'attuazione di misure volte a favorire la trasmissione del patrimonio culturale immateriale fra le generazioni, per questo nel 2003 ha adottato la Convenzione per la Salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, ratificata dall'Italia nel 2007, nella quale è prevista una serie di procedure per la identificazione, documentazione, preservazione, protezione , promozione e valorizzazione del bene.

Considerato che:

• fin dalla notte dei tempi l'uomo si è espresso attraverso l'arte. Le testimonianze di arte rupestre sono il segno tangibile di una presenza, di un passaggio, custodito per millenni nel ventre della terra. Il litorale adriatico del Salento, da Santa Maria di Leuca ad Otranto, fu punto di approdo da terre lontane. Questa costa, alta e frastagliata, ospita nelle sue viscere di roccia centinaia di antri e grotte che hanno fatto da culla alla nostra civiltà. Qui ha avuto luogo la transizione dall'uomo di Neanderthal all'homo sapiens, passaggio fondamentale nella preistoria d'Europa;

• alcune grotte sono ancora inesplorate; altre, oggetto di importanti studi, conservano testimonianze artistiche di straordinaria rilevanza che meriterebbero adeguata valorizzazione. Esse serbano i primi preziosi semi della nostra civiltà, della comune matrice europea, e rappresentano pertanto un inestimabile patrimonio immateriale di bellezza e storia, da recuperare e rendere fruibile al pubblico.

Evidenziato che:

• anche lungo la costa ionica salentina, e fino nell'entroterra, troviamo una serie di grotte preistoriche di eccezionale fascino e importanza storico culturale. In territorio di Otranto, a Porto Badisco, a 26 metri sotto il livello del mare vi è la celebre Grotta dei Cervi scoperta nel 1970, che rappresenta il complesso pittorico neolitico più imponente d'Europa. Si suddivide in tre corridoi della lunghezza di circa 200 metri, percorsi da migliaia di pittogrammi datati 6mila anni fa. Due gli ingressi che conducono al complesso ipogeo: uno occidentale, che s'immette solo nel primo corridoio; uno orientale, che dà accesso a tutti e tre i corridoi. La grotta, che racchiude un patrimonio unico al mondo, è sprangata e in abbandono. Finora solo gli archeologi hanno avuto il privilegio di ammirare le straordinarie pitture di quella che è stata ribattezzata come la Cappella Sistina della Preistoria;

• più a sud, nella Grotta Romanelli tra Castro e Santa Cesarea Terme, gli scavi e le esplorazioni hanno consentito di rinvenire graffiti che riproducono figure umane e animali. Qui è stata inoltre ritrovata una pietra considerata come il più antico dipinto scoperto in Italia. Alla grotta si accede anche via terra ma non è visitabile, e per motivi di protezione del sito è stata chiusa da una cancellata;

• lungo la litoranea che conduce da Santa Cesarea Terme a Castro vi sono poi le Grotte delle Striare, anch'esse frequentate dagli uomini preistorici e oggi accessibili solo via mare, per via dell'innalzamento del livello delle acque rispetto a quei tempi. Il termine "striare" indica le streghe, a significare la suggestione che da sempre questo luogo ha trasmesso ;

• sulla strada verso Cerfignano, in agro di Santa Cesarea Terme, si apre la voragine di Grotta Cosma, con pittogrammi che riproducono scene di caccia e figure stilizzate che ricordano quelle rinvenute nella Grotta dei Cervi;

• sempre a Santa Maria di Leuca troviamo la Grotta dei Giganti, dove sono stati ritrovati resti di pachidermi , ossa umane, ceramiche risalenti ali'età del Bronzo (4300-3000 anni fa), cocci di epoca bizantina e cinque monete di bronzo dell'era degli imperatori Costantino VII e Romano I, alcuni elementi di disposizione tombale di età altomedievale del IX secolo d.C.: reperti che rappresentano il segno, in ogni epoca, del passaggio dell'uomo;

• in zona troviamo altre grotte di piccole dimensioni raggiungibili via mare: la Grotta del Bambino dov'è stato trovato un molare di un bimbo preistorico, collegata con la Grotta delle Tre Porte che mostra tre differenti accessi al mare; la Grotta del Presepe con alcune formazioni carsiche che ricordano il classico presepe di Gesù Bambino; nelle Grotte Cipolliane sono stati rinvenuti utensili preistorici;

• a Parabita, in località Monaci, nell'entroterra di Gallipoli, si trova la celebre Grotta delle Veneri, anch'essa non visitabile. Le statuette, alte 9 e 6 centimetri, furono rinvenute in uno scavo del 1965 e rappresentano donne in gravidanza: caratteristica peculiare dei due esemplari è la posizione delle braccia poste sul ventre. Le veneri di Parabita sono custodite nel Museo Archeologico Nazionale di Taranto;

• risalendo la costa ionica verso Porto Cesareo, in territorio di Nardò sono state censite e in parte scavate ben otto grotte con segni di frequentazione dell'uomo di Neanderthal. Cinque di esse conservano anche resti osteologici di Homo sapiens, o tracce di entrambe le specie che si sono avvicendate nello stesso sito a distanza di millenni o secoli. La grotta di Capelvenere (Neandertal), Torre dell'Alto (la più antica), Riparo Marcello Zei (Neandertal), del Cavallo (Neandertal e sapiens, fra i primissimi reperti antropici della nostra specie finora ritrovati in Europa), Uluzzo Carlo Cosma e Uluzzo (due siti con entrambe le specie), Mario Bernardini (con entrambe le specie), Serra Cicora (quest'ultima abbastanza vicina ai ruderi del villaggio necropoli del Neolitico sapiens, risalente a circa 6mila-5mila anni fa);

• nell 'alto Salento, ad Ostuni, vi è poi la Grotta di Agnano dove nel 1991 vi fu rinvenuta la madre più antica del mondo, una giovane donna di circa 20 anni morta al nono mese di gravidanza col suo bambino ancora in grembo, circa 28mila anni fa. Fu sepolta come una regina, con una corona di conchiglie sul capo decorate in ocra rossa, e con una mano posizionata sul grembo come a proteggere il bimbo mai nato.

Tenuto conto che:

• con il riconoscimento di Patrimonio Mondiale dell'umanità UNESCO, questo complesso di grotte potrebbe essere preservato, tutelato e reso fruibile attraverso un percorso storico archeologico che consentirebbe il recupero della preistoria dell'umanità. Un itinerario delle grotte preistoriche salentine offrirebbe ai visitatori un eccezionale viaggio nel tempo, per ripercorrere gli albori della nostra civiltà attraverso la meravigliosa suggestione delle figure dipinte sulle pareti di roccia e dei reperti giunti a noi intatti dopo millenni ;

• l 'idea è quella di costruire un percorso alla scoperta del palinsesto sotterraneo del Salento, sul modello delle esperienze già realizzate in altri Paesi mediterranei: Francia (grotte di Lascaux in Dorgogna e caverne nella valle del fiume Vézère), Spagna (grotte de La Pasiega, di Maltravieso e del Los Aviones) e Marocco (grotte di Contrebandiers e di Bizmoune);

• le grotte salentine rappresentano infatti un patrimonio di valore inestimabile ancora tutto da valorizzare, tassello prezioso del più ampio mosaico delle grotte del bacino del Mediterraneo che testimoniano la primordiale presenza dell'uomo nell'area geografica identificata come la culla della cultura europea

IMPEGNA LA GIUNTA DELLA REGIONE PUGLIA

1. a mettere in atto ogni azione utile per il riconoscimento delle grotte preistoriche salentine come Patrimonio Mondiale dell'umanità UNESCO, finalizzato alla tutela e valorizzazione di un eccezionale giacimento storico archeologico pressoché sconosciuto, che merita invece di essere reso fruibile al pubblico, andando ad impreziosire l'offerta culturale del territorio salentino già generoso di meraviglie sotto il profilo paesaggistico e naturalistico.

nota del consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani.

“Il sì unanime del Consiglio regionale alla mia mozione è un punto di partenza importante per avviare l’iter di riconoscimento delle grotte preistoriche salentine come patrimonio mondiale Unesco. È un obiettivo a cui tengo particolarmente, perché può mettere a frutto un immenso giacimento quasi sconosciuto. Nelle viscere di queste grotte sono custodite, ancora intatte dopo millenni, le prime tracce della nostra civiltà. Con l’iscrizione delle Grotte preistoriche del Salento nel patrimonio Unesco si può innescare un processo di valorizzazione di questo patrimonio sotterraneo, sul modello di percorsi di fruizione già realizzati in Francia, Spagna e Marocco in grotte analoghe nel bacino del Mediterraneo, la culla della nostra cultura.
Nella mia mozione presento un elenco dettagliato delle grotte più importanti che potrebbero essere legate in questo percorso di conoscenza. Due esempi su tutti: la Grotta dei Cervi a Porto Badisco, considerata la Cappella Sistina della preistoria, e la Grotta di Agnano ad Ostuni, che custodisce la madre più antica del mondo, una giovane donna morta al nono mese di gravidanza col suo bambino ancora in grembo, circa 28mila anni fa.
Con l’approvazione unanime da parte del Consiglio della mia mozione, e con l’impegno manifestato dalla consigliera delegata alla cultura Di Bari, parte dal Governo regionale un’azione di pressing che mi auguro possa portare presto al riconoscimento di patrimonio Unesco per le grotte preistoriche salentine, in modo da recuperare la nostra preistoria e farne una leva di promozione del turismo culturale e dell’economia del territorio”.

Sabato 12 novembre 2022, è stata la loro prima immersione professionale, accompagnati dai palombari della Marina Militare e dai sub di MareNostrum. In contemporanea alle immersioni, svoltesi a Nisida, presso il Molo Cappellini, altri loro coetanei con i volontari di MareNostrum, hanno pulito la spiaggia in superfice.

Con il progetto Bust Busters che vede insieme: Archeoclub D’Italia, MareNostrum, Marina Militare, Corpo Militare dell’Ordine di Malta, Asia, Dipartimento di Giustizia Minorile, Arpac Campania, Comune di Napoli, i ragazzi hanno potuto seguire un percorso formativo per diventare sub, conoscere il patrimonio marino di Napoli e tutelarlo.

I ragazzi davvero emozionati si sono avvicinati ad un mondo per loro nuovo: il patrimonio ambientale e culturale!

QUI IL VIDEO DEL TGR CAMPANIA RAINEWS

“Oggi è un grande giorno. Siamo riusciti a formare i ragazzi dell’Area Penali e ad accompagnarli in un’esperienza significativa dal punto di vista sociale per la conoscenza culturale del patrimonio ambientale di Napoli. Per noi è fondamentale trasmettere conoscenza. La prima immersione professionale dei ragazzi dell’Area Penale è avvenuta in un contesto geologico davvero importante, unico al Mondo, nel cuore di una caldera, dei Campi Flegrei. Con questi ragazzi che in questi mesi hanno seguito un corso di formazione tramite il progetto “Bust Busters”, oggi accompagnati dai palombari della Marina Militare , dai sub di MareNostrum, abbiamo pulito i fondali marini di Nisida. Ciò che più conta è che questi ragazzi hanno conseguito un brevetto da sub e hanno potuto ammirare il patrimonio marino, geologico di Napoli. Per loro si apre un mondo nuovo, grazie alla conoscenza!”. Lo ha affermato un emozionato Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale di Archeoclub D’Italia che oggi ha indossato muta e maschera per accompagnare i ragazzi dell’Area Penale di Napoli in una meravigliosa “passeggiata” sui fondali marini.

In contemporanea alle immersioni avvenute con i palombari della Marina Militare, personale palombaro del Gruppo Operativo Subacquei del Comparto Raggruppamento Subacquei ed Incursori “Teseo Tesei” in servizio presso il Nucleo SDAI di Napoli, i volontari di MareNostrum con altri ragazzi dell’Area Penale di Napoli hanno operato in spiaggia con una radicale azione di pulizia.

“Stiamo concretizzando quello che avevamo ipotizzato come progetto – ha affermato Giuseppe Centomani, Direttore del Centro di Giustizia Minorile della Campania – e proprio con questi ragazzi, durante il cammino, abbiamo capito che il percorso era possibile. Siamo dinanzi ad un percorso di professionalizzazione seria. I ragazzi hanno ricevuto il brevetto di primo livello. L’obiettivo è quello di arrivare all’OTS, Operatore Tecnico Subacqueo che gli spianerà la strada alle attività professionali che spianerà la strada a quelle attività possibili sui fondali marini. Bust Busters è un percorso che ci vede tutti alla prova, non solo i ragazzi ma tutto il sistema di partners: dalla Marina Militare, alla Finanza, all’Ordine di Malta, ad Archeoclub D’Italia, a MareNostrum, al Ministero della Giustizia. Abbiamo un gruppo di partners tecnici che sono fortemente convinti che fare le cose in maniera vigorosa, fatta bene, aggancia i ragazzi e li entusiasma. Oggi è un grande giorno per questi ragazzi e per Napoli”.

C’è la Marina Militare al fianco di questi ragazzi.

“La Marina Militare ha firmato con il Dipartimento di Giustizia Minorile un accordo mirato al reinserimento di questi giovani e il progetto Bust Busters – ha dichiarato Aniello Cuciniello, Capitano di Vascello della Marina Militare - si inquadra o tale direzione. Oggi è stato davvero emozionante perché vedere questi ragazzi raggiungere un obiettivo nella loro vita che dia anche uno sbocco professionale è un eccellente risultato”.

Il Corpo Militare dell’Ordine di Malta parte attiva del progetto!

“Il Corpo Militare dell’Ordine di Malta è parte attiva del progetto Bust Busters – ha affermato il Capitano Mariano Barbi – in quanto ha dato vita al primo modulo formativo del percorso, riguardante le tecniche di primo soccorso in caso di emergenza”.

Il mare è anche riscatto sociale!

“I ragazzi hanno seguito almeno 10 lezioni teoriche – ha affermato Francesca Esposito, Referente Attività Sociali di MareNostrum – ma anche pratiche. Inoltre a Ottobre, hanno partecipato anche alle operazioni di tutela del patrimonio ambientale a Posillipo. Il mare è una risorsa da tutelare, da valorizzare, un bene da custodire. Ed in questi giorni con i ragazzi del Centro di Giustizia Minorile abbiamo capito che il mare può essere anche riscatto sociale. Anche tramite la cultura, la tutela ambientale questi ragazzi possono avere una vita diversa e migliore. Tutto il materiale sarà poi consegnato all’Asia che domani parteciperà all’operazione”.

Una rete che vede insieme: Marina Militare, Corpo Militare dell’Ordine di Malta, Asia, Archeoclub D’Italia, MareNostrum, Arpac Campania, i ristoratori del Borgo dei Marinari, i circoli : Reale Yacht Club Canottieri Savoia, Club nautico della Vela, Circolo del Remo e della Vela, Circolo Rari Nantes Napoli

La Carta di Calenella dopo la pausa estiva riprende la sua attività di sperimentazione di una rete di studiosi e ricercatori che si muovono nel Gargano e nella provincia di Foggia.

Prosegue la “carovana” della Carta di Calenella tra i centri del Gargano (Vico del Gargano, San Nicandro Garganico, Manfredonia, San Marco in Lamis, Vieste, Peschici) con le sue “Adunanze” attraverso cui i componenti della Carta saggiano ogni volta un approccio integrato, interdisciplinare alla conoscenza, quella che può stimolare nuovi fermenti culturali, quella che può essere spesa meglio per il territorio.

Questa volta la tappa è la città di San Giovanni Rotondo (evento patrocinato dal Comune), sabato 12 novembre al ”Chiostro Comunale”, spazio culturale caratteristico e funzionale allo svolgimento dell’adunanza che avrà come traccia di lavoro “Ambiti di studio e ricerca della Carta di Calenella. I protagonisti a confronto”. Con questa adunanza i componenti della Carta si confrontano in un’assise alquanto originale, raccontandosi ognuno sul piano delle cose fatte, in cui è impegnato o su cui intende muoversi nel solco dei propri interessi di studio e ricerca.

Occasione straordinaria per conoscere intanto natura, qualità, e livello della produzione culturale (storica, tecnologica e scientifica) che oggi “fermenta” sul Gargano e più in generale nella Capitanata.

L’adunanza, inoltre, sarà un’occasione per avviare concretamente la “rete” di condivisione di conoscenze tra i componenti al fine di migliorare e meglio finalizzare le personali esperienze. E, non per ultimo, occasione per contribuire a offrire momenti di partecipazione alla vita della cultura nelle sue molteplici e diverse produzioni e manifestazioni, che la Carta di Calenella è stata capace di raccogliere e rappresentare.

Nell’adunanza del 12 novembre (la prima di un ciclo sullo stesso tema per dare le stessa opportunità a tutti i componenti della Carta) si avvicendano 10 dissertazioni che raccontano esperienze di studio, ricerca, di produzione culturale su ambiti diversissimi tra loro ma che perseguono tutte il solco della conoscenza, quella legata ai territori, alla natura, all'ambiente, dai quali continuiamo ad imparare ed esserne stimolati.

Nella prima sessione dell’adunanza si avrà modo di ascoltare le esperienze di Giovanni Russo nel campo della botanica (“Boschi e Unità di paesaggio del Gargano nelle miericerche e prospettive di fruizione sostenibile”), di Michele Eugenio Di Carlo nel campo della ricerca storica (“Il meridionalismo storico: gli ambiti della mia ricerca, oltre i leghismi e i revanscismi identitari”), di Giuseppe Trincucci nel campo dell’arte (“De arte condita et de arte condenda”), di Salvatore Germinara nel campo dell’Entomologia (“Le mie ricerche sulla comunicazione chimica negli insetti nell’ambito della difesa sostenibile delle piante”), di Lorenzo Pellegrino che percorre Chirurgia e storia locale (“Il filo conduttore delle mie ricerche dalla Cardiologia alla Storia locale”).

Nella seconda sessione pomeridiana, invece, si racconteranno Patrizia Piemontese nel suo “lungo viaggio nella lessicografia giuridica, tra storia, e diritto”, Mariantonietta di Sabato con la sua “Scoperta letteraria sull’opera di Jim Longhi in Italia”, Teresa Maria Rauzino nel suo percorso “Dai Luoghi della memoria del “Centro Studi Martella” alla figura di Mauro Del Giudice”, Severino Stea, con la sua “Ricerca sui segni del passato”, infine, Giuseppe Soccio con le sue esperienze di studio sui “Beni culturali e ambientali, tra innovazione ed opportunità economiche”.

A chiusura di ogni sessione ci sarà un spazio di contributi aperto agli uditori.
La prossima adunanza del ciclo programmato si terra nella Città di Monte S. Angelo in una data da stabilirsi (probabilmente il 10 di dicembre).

Con questo nuovo ciclo di adunanze, la Carta di Calenella continua a mettersi in gioco, perseguendo un’idea di cultura intesa come “capacità unitaria di còlere, di attendere sia a elevare mente ed animo, sia a migliorare le produzioni e arti materiali” (De Mauro, 2006) dei territori in cui essa intende articolarsi e agire. Perché serve, oggi più che mai, una partecipazione alla vita della cultura, molto bassa in Italia e ancor più nelle nostre terre.

L’ambizione è anche di fare in modo che la “cultura” possa essere meglio vissuta seguendo direttamente coloro che ne sono i protagonisti e gli artefici (ecco la ragione di questo nuovo ciclo di adunanze) impegnati, nella filosofia di rete che muove la Carta di Calenella, anche su come affrontare le nuove frontiere della produzione culturale, anche in seguito ai cambiamenti occorsi negli ultimi anni.

Gli insetti impollinatori che con la loro attività favoriscono la riproduzione e aumentano la fertilità delle piante da fiore rappresentano anche degli utili bio-indicatori per la corretta valutazione dello stato di salubrità dell’area protetta.

Proteggere e ripristinare la biodiversità e mettere in campo azioni sinergiche a tutela degli insetti impollinatori per contrastarne il declino partendo dall’attuazione dei programmi di monitoraggio - secondo i protocolli forniti da ISPRA – per mettere a confronto i dati, dotare le aree protette di un set condiviso di indicatori che consenta di pianificare azioni trasversali e di sistema e valutarne gli effetti.

Sono questi gli obiettivi del progetto per il monitoraggio e la tutela degli Impollinatori denominato “Sistema di valutazione e raccolta dati della presenza e diversità, degli impollinatori, di cui al rapporto lPBES, secondo gli standard del Network Nazionale della Biodiversita “a cui l’Ente parco nazionale del Gargano ha contribuito. 

Per questo progetto, della durata di tre anni, il MiTE ha assegnato al Parco del Gargano € 209.000,00.

Il monitoraggio è realizzato raggruppando linee di interesse tematiche per aree regionali. Nello specifico il Parco del Gargano fa parte del gruppo “Tirrenico, Adriatico Cilento” di cui fanno parte anche il Parco Alta Murgia (capofila) e i parchi di Sila, Pollino, Aspromonte, Val D’Agri Lagonegrese e Vesuvio.  

Nello svolgimento di questa attività, l’Ente parco ha coinvolto gli esperti entomologi del DAFNE dell’Università di Foggia impegnati a condurre fino al 2023 il monitoraggio in campo.  

Il ruolo degli impollinatori è di fondamentale rilevanza per il funzionamento degli habitat naturali e semi-naturali, inclusi quelli agricoli. Negli ultimi decenni, una significativa riduzione delle popolazioni di insetti impollinatori (Lepidotteri diurni, Apoidei, Ditteri, ecc.) viene imputata a vari fattori tra cui l’utilizzo di pesticidi.

La presenza di impollinatori selvatici nell’area del parco del Gargano è ancora poco conosciuta. Il database CKmap realizzato tra il 2001 ed il 2005 riporta la presenza nel Gargano di un numero limitato di lepidotteri (farfalle) diurni e Apoidei (api).

Il gruppo di lavoro dell’Università oltre al monitoraggio mensile ha il compito di identificare gli apoidei a livello di specie, segnalare le specie erbacee presenti e inserire i dati nel database oltre che provvedere alla stesura di una relazione finale che sarà oggetto di presentazione.

L’Ente parco nazionale del Gargano ha pubblicato un Avviso pubblico per la realizzazione di progetti pilota di educazione ambientale destinato agli studenti degli istituti comprensivi delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado.

L’avviso rientra nel Programma del MiTE “Siti naturali UNESCO e ZEA per l'educazione ambientale” per le scuole site nei comuni che ricadono nelle ZEA, nei siti Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO e nelle Riserve della Biosfera del Programma MAB UNESCO.

È disponibile sul sito dell’Ente parco nazionale del Gargano l’avviso pubblico per la realizzazione di progetti pilota di educazione ambientale destinati a studenti degli istituti comprensivi delle scuole dell'infanzia, primarie e secondarie di primo grado, site nei Comuni che ricadono nelle Zone economiche ambientali.

Facendo seguito all’informativa giunta in data 7 novembre 2022 dal Ministero della transizione ecologica (MiTE) – Direzione Generale Patrimonio Naturalistico e Mare, in ordine all’Avviso pubblicato il 3 novembre 2022 relativo al Programma “Siti naturali UNESCO e ZEA per l’educazione ambientale” l’Ente Parco in quanto soggetto referente per l’ambito di intervento “ZEA” ha proceduto alla pubblicazione dell’avviso per la partecipazione al programma.

Sono ammessi a presentare le singole iniziative esclusivamente gli istituti comprensivi delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado, siti nei Comuni di: Apricena, Cagnano Varano, Carpino, Isole Tremiti, Ischitella, Lesina, Manfredonia, Mattinata, Monte Sant’Angelo, Peschici, Rignano, Rodi Garganico, San Giovanni Rotondo, San Marco in Lamis, San Nicandro Garganico, Serracapriola, Vico e Vieste (Zona Economica Ambientale del Parco nazionale del Gargano). 

L’ammontare complessivo del finanziamento relativo al progetto di educazione ambientale che l’Ente parco nazionale del Gargano, in qualità di soggetto referente, può candidare al MiTE, risulta determinato in euro 78.513,17. 

Gli interventi di educazione ambientale ammissibili si suddividono in: Iniziative sul campo presso le aree ZEA e Attività laboratoriali di educazione ambientale. 

Gli interventi devono interessare i seguenti ambiti di applicazione: a) tutela e valorizzazione della biodiversità, degli habitat e degli ecosistemi: comportamenti per la salvaguardia di specie animali e vegetali; b) rifiuti e raccolta differenziata: comportamenti attenti e responsabili a beneficio dell’ambiente e del territorio; c) cambiamenti climatici ed energie rinnovabili: azioni necessarie a contrastare il cambiamento climatico e ridurre i rischi per l’ambiente e le persone.

Gli Istituti comprensivi interessati, ricadenti nei comuni come sopra identificati, sono tenuti a trasmettere la domanda debitamente compilata, esclusivamente a mezzo posta elettronica certificata all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo." target="_blank">Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., improrogabilmente entro e non oltre la data del 12/11/2022, pena l’esclusione della candidatura. 

L’intervallo temporale ristretto entro cui presentare la proposta di intervento scaturisce dalla tempistica altrettanto ristretta imposta dal MiTE che prevede la candidatura del progetto unico da parte del soggetto referente (Ente parco nazionale del Gargano) entro e non oltre la data del 15 novembre 2022

“Quanto sta accadendo alla Laguna di Lesina è apocalittico. L’intero ecosistema lacustre è in pericolo e sta patendo danni incommensurabili. Con esso, la popolazione e l’economia del territorio. Condivido e rilancio, pertanto, la richiesta di immediato riconoscimento dello stato di calamità naturale per la zona”.

Così il consigliere regionale Lega Puglia Joseph Splendido che, nelle scorse ore, ha fatto il punto con il sindaco di Lesina, Primiano Di Mauro, e presentato una richiesta di audizione urgente all’Assessore regionale all’Ambiente, Anna Grazia Maraschio,  unitamente alle rappresentanze dei soggetti istituzionali coinvolti, quali Amministrazione comunale di Lesina, Arpa Puglia, Provincia di Foggia, Asl Foggia, Ente Parco Nazionale del Gargano “ed ogni  altro soggetto l’Assessorato regionale riterrà opportuno” dichiara.

“Non c’è tempo da perdere. Tonnellate su tonnellate di specie ittiche stanno morendo – dichiara il consigliere -. Chiedo ufficialmente all’Assessore Maraschio di venire in audizione il prima possibile per fronteggiare il disastro in atto con interventi rapidi e straordinari e per avviare ogni opportuna iniziativa di salvaguardia dell'ambiente lagunare. È necessario, altresì, avviare rapidamente l’iter per la richiesta dello stato di calamità naturale, attivando le misure previste dalle vigenti disposizioni a sostegno della comunità locale e in aiuto alle imprese locali della pesca e dell'acquacoltura per i danni subiti a fronte della distruzione della materia prima. A maggior ragione che tale devastante effetto sulle specie ittiche si va a sommare, acuendole, alle difficoltà economiche in capo alle imprese rivenienti dall'emergenza pandemica, unitamente agli effetti dei rincari dei costi energetici derivati dalla crisi internazionale per il conflitto russo – ucraino”.

“Bisogna salvare il lago, il suo ecosistema, la sua economia. Siamo in campo. Si faccia presto” conclude il consigliere.

“E’ emergenza ambientale nelle acque della Laguna di Lesina. Qui sta morendo tutto. Bisogna intervenire subito”.

A lanciare l’allarme è il sindaco della città lacustre, Primiano Di Mauro, che nella giornata di ieri ha inviato un’informativa urgente alla Regione Puglia, alla Provincia di Foggia, all’Ente Parco del Gargano, oltre che all’Asl di Foggia per i rischi ambientali e sanitari connessi.

“Negli ultimi giorni abbiamo accertato un disastro ecologico senza precedenti, caratterizzato dal verificarsi di numerose morie di specie ittiche per acclarataanossia, non se ne sta salvando una” fa sapere il sindaco, che punta il dito contro “la mancata pulizia del fondali nonché dei canali affluenti il lago che non garantiscono l’apporto idrico necessario all’ossigenazione delle acque”.

In data 24 ottobre, su segnalazione, l’Amministrazione, unitamente all’U.T.C. ed alla Polizia Municipale, supportata da tecnici esperti in materia di gestione dei sistemi di regimentazione del flusso delle acque dei canali a marea, ha effettuato apposito sopralluogo presso la foce del canale “Schiapparo”, uno dei due condotti che ancora consente ad oggi, assieme al canale “Acquarotta” il ricambio idrico della Laguna.  “Abbiamo rilevato la completa ostruzione delle griglie della chiusa, un avanzato stato di fatiscenza del sistema idraulico di sollevamento, con particolare riferimento alle parti meccaniche ed elettriche, l’assenza del generatore e di ogni altra apparecchiatura necessaria al funzionamento dell’impianto. È un disastro” denuncia il sindaco. L’U.T.C. sta provvedendo ad una prima sommaria stima dei costi necessari. “Acclarata la gravità della situazione ambientale della Laguna di Lesina – conclude il primo cittadino – esorto tutti gli enti istituzionali che hanno competenza, dal sottoscritto debitamente informati, ad intervenire con la massima urgenza, anche immaginando l’apertura di un’altra foce, al fine di evitare un disastro ecologico di dimensioni incalcolabili. La Laguna è una risorsa di inestimabile valore, paesaggistico, ambientale, ecologico ed economico. Veder morire il suo patrimonio ittico, ora dopo ora, è un segnale di allarme preoccupante, è una vera e propria invocazione della natura ad interventi immediati. Non c’è tempo da perdere. Qui è già quasi tutto morto”.

Il tema è ragionevolmente argomento primario in questo periodo. I cambiamenti climatici sono le nuove sfide che dovremmo affrontare per vivere meglio e far vivere bene i nostri figli.

Summit in tutto il mondo ne parlano, cercando di mettere in pratica azioni per cambiare le nostre cattive abitudini verso la natura. Foggia non è da meno.

Sabato 15 ottobre 2022, alle ore 18, presso Parcocittà, immerso nel polmone verde cittadino, a Parco San Felice, Francuccio Gesualdi, allievo di don Lorenzo Milani, affronterà il problema con l’aiuto di esperti.

L’incontro sarà impreziosito dalla presenza di relatori specializzati in materia di cambiamenti climatici e migrazioni, di economia, di energie rinnovabili.

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