I militari della Guardia Costiera di Manfredonia nella tarda mattinata odierna hanno portato a termine un’operazione di polizia finalizzata al contrasto della pesca abusiva e alla tutela dell’ambiente marino.
In particolare, a seguito di una segnalazione telefonica pervenuta alla sala operativa della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Manfredonia relativa alla presenza di alcuni pescatori sportivi intenti alla raccolta di ricci di mare in località Funni nel Comune di Mattinata, venivano da subito inviate sul posto della segnalazione due pattuglie.
I militari sorprendevano i pescatori sportivi ancora intenti alla raccolta dei ricci di mare (Paracentrotus lividus).
Dalle verifiche poste in essere emergeva come i pescatori fossero privi di qualsivoglia autorizzazione alla pesca subacquea ovvero avessero prelevato dal fondale marino in maniera del tutto abusiva un numero di esemplari di gran lunga superiore a quello che la normativa stabilisce per tale tipo di pesca (fissato in 50 esemplari per la pesca sportiva).
Ai due responsabili venivano elevate due sanzioni amministrative di importo pari a 4.000 euro unitamente al sequestro di tutti i 1.000 esemplari di riccio di mare rinvenuti (successivamente rigettati in mare in quanto ancora in stato vitale) e delle attrezzature utilizzate per la raccolta (bombola e pinne).
Si ricorda che la pesca del riccio di mare è soggetta a specifiche normative che prevedono, al fine della tutela della risorsa ittica, il fermo biologico per i mesi di maggio e giugno. Per tali motivi i controlli finalizzati alla repressione di tali condotte illecite saranno intensificati al fine di tutelare l’intero ecosistema marino.
Ambiente, legalità e mondo del lavoro: Ministero dell’Istruzione e Guardia Costiera firmano un Protocollo d’intesa per valorizzare tra i giovani la cultura del mare
Il mare è una risorsa di inestimabile valore culturale, scientifico, ricreativo ed economico. Un privilegio da difendere. Un’opportunità preziosa da consegnare alle nuove generazioni.
Nasce da queste importanti premesse il protocollo d’intesa firmato a Roma, oggi, venerdì 9 aprile, dal Ministro dell’Istruzione, Professor Patrizio Bianchi, e dal Comandante Generale della Guardia Costiera, Giovanni Pettorino.
L’obiettivo, come si legge nel Protocollo, è quello di “contribuire alla formazione delle giovani generazioni, alla tutela del territorio, alla convivenza civile, alla legalità”.
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La firma dell’Accordo, non a caso, coincide con le celebrazioni della “Giornata del mare e della cultura marinara”. Un’iniziativa che ogni anno coinvolge la Guardia Costiera e gli Istituti scolastici italiani, per valorizzare le tradizioni marittime del nostro Paese e rivalutare il patrimonio storico, sociale e culturale del suo mare. Una serie di iniziative, idee e progetti portati avanti su tutto il territorio e che si riassumono anche con l’individuazione delle classi vincitrici del Concorso Nazionale “La cittadinanza del mare” edizione 2020, che prevedeva l’elaborazione di percorsi e progettualità volti alla diffusione della cultura del mare. Il concorso si è concluso con la premiazione di 11 dei ben 500 progetti pervenuti. In occasione della firma del Protocollo, il Ministro Patrizio Bianchi ha incontrato, in modalità telematica, le classi vincitrici, complimentandosi per i lavori realizzati. È stata quindi presentata la nuova edizione del concorso, dal tema “Cambiamenti climatici e sostenibilità, effetto di molteplici cause in gran parte attribuibili all’uomo e, a loro volta, causa di effetti sia sull’ambiente marino e costiero che sulle comunità che vivono in prossimità del mare”.
Questa iniziativa, fortemente voluta dal Ministero dell’Istruzione e ampiamente condivisa dal Corpo, sottolineano il Prof. Patrizio Bianchi e l’Amm. Pettorino, sarà quanto mai utile e necessaria per comprendere il contesto nazionale ed europeo verso il quale le nuove generazioni potranno indirizzare le loro legittime ambizioni formative e professionali.
“Vi ringrazio per aver partecipato a questo progetto, nel quale ragioniamo sul mare, come luogo che non divide, ma unisce - ha detto il Ministro Patrizio Bianchi alle studentesse e agli studenti in collegamento -. A voi è affidato il compito di testimoniare come l’ambiente marino sia una delle ricchezze più importanti che abbiamo. Non dovete solo proteggerlo, ma anche raccontarlo. È stato un anno complicato, sono grato a voi, ai vostri docenti e dirigenti, alle vostre famiglie. Ne usciremo anche dialogando e riflettendo sempre su ciò che ci unisce. E la tutela dell’ambiente è un valore fondamentale per tutti noi. Ringrazio la Guardia Costiera, custode di una risorsa tanto preziosa, per questa collaborazione importantissima per la scuola”.
“Un contesto che non può prescindere dalla tutela dell’ambiente marino - ha sottolineato l’Ammiraglio - di cui il Corpo si fa ogni giorno garante verso i cittadini, attraverso l’impegno di undicimila uomini e donne e l’impiego di mezzi aeronavali e tecnologie all’avanguardia, distribuiti lungo tutti gli ottomila km di coste del Paese”.
“Avvicinare sempre di più il mare alle scuole e alle giovani generazioni - è il pensiero di Pettorino - per far comprendere l’importanza di questo immenso patrimonio ambientale che è l’habitat naturale più esteso del nostro pianeta, che produce il 50% dell’ossigeno che respiriamo e al contempo assorbe il 30% dell’anidride carbonica prodotta”.
Per il raggiungimento degli obiettivi indicati e per consentire la pianificazione strategica degli interventi programmati nel protocollo stesso, è stato costituito un Comitato tecnico-scientifico al quale saranno invitati a partecipare, in qualità di esperti, anche rappresentanti di altre istituzioni pubbliche che lavoreranno in sinergia.
Si è conclusa nel migliore dei modi la disavventura di un diportista di Vieste, che nelle prime ore della mattinata era uscito in mare per esercitare attività di pesca sportiva a bordo di un natante a remi. Nonostante le condizioni meteo marine generali fossero ottimali, nella zona era presente una forte risacca che spingeva il malcapitato verso la costa rocciosa ed il natante sul quale navigava si capovolgeva improvvisamente. Fortunatamente il diportista trovava rifugio su uno scoglio affiorante dopo esser caduto in mare
Alle ore 08.00 circa, un passante, allertava la Sala Operativa della Guardia Costiera di Vieste, segnalando la presenza di una persona completamente bagnata ed in difficoltà.
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Si attivava immediatamente l’organizzazione SAR, con l’invio di personale da terra e l’intervento via mare del battello veloce GCA74 della Guardia Costiera di Vieste, che individuato il diportista solo ed infreddolito su uno scoglio in zona litorale sud del Comune di Vieste tentava il recupero. La forte risacca e la presenza della scogliera a picco sul mare, con molti scogli affioranti, non permettevano l’avvicinamento via mare del mezzo intervenuto. Si procedeva ad impiegare un mezzo privato, secondo le disposizioni del Codice della Navigazione, sul quale oltre ai proprietari imbarcava personale militare della Guardia Costiera di Vieste.
Il personale intervenuto, riusciva ad avvicinare il diportista e con l’ausilio di un salvagente lo soccorreva mettendolo al sicuro a bordo del barchino.
Trasbordato sul battello veloce GCA74 il diportista viestano veniva immediatamente trasportato in porto dove ad attenderlo trovava personale del 118 allertato dalla Sala Operativa della Guardia costiera di Vieste. Il personale medico intervenuto, accertava il buono stato di salute del malcapitato, nonostante la caduta in mare.
I militari della Compagnia Carabinieri di Manfredonia e della Stazione di Mattinata congiuntamente a quelli della Guardia Costiera di Manfredonia nel tardo pomeriggio di ieri 29 marzo hanno portato a termine un’operazione di polizia finalizzata al contrasto della pesca abusiva e alla tutela dell’ambiente marino.
In particolare, una volante dei Carabinieri del Nucleo Radio mobile di Manfredonia, intenta nelle attività di controllo del territorio, notava la presenza di un’autovettura con quattro soggetti “sospetti” in località “Punta Grugno” nel Comune di Mattinata.
Dalle verifiche effettuate i militari accertavano, all’interno dell’autovettura, la presenza di quattro ceste colme di esemplari di riccio di mare (Paracentrotus lividus).
Sul posto, interveniva anche una pattuglia della Capitaneria di Porto di Manfredonia al fine di verificare le eventuali autorizzazioni di pesca in capo ai soggetti fermati.
Dalle verifiche poste in essere emergeva come i quattro soggetti fossero privi di qualsivoglia autorizzazione alla pesca subacquea ovvero avessero prelevato in maniera abusiva dal fondale marino oltre quattromila esemplari a fronte dei cinquanta previsti dalla normativa di settore per la pesca sportiva.
Al responsabile veniva elevata una sanzione amministrativa di 2.000 euro unitamente al sequestro di tutti i 4.100 esemplari di riccio rinvenuti (successivamente rigettati in mare in quanto ancora in stato vitale).
Tutti e quattro i soggetti fermati (in trasferta da un altro comune senza motivi di necessità e urgenza – residenti nel Comune di Trani) venivano altresì sanzionati, per un importo totale di 1.600 euro, in violazione a quanto previsto dal nuovo DPCM che include la Puglia nelle regioni a fascia “Rossa” nella lotta all’emergenza sanitaria in corso.
Il capillare controllo del territorio svolto in preziosa sinergia dai comandi dei Carabinieri e della Guardia Costiera, che già nel recente passato ha portato all’ingente sequestro di tonnellate di prodotti ittici sottomisura, è garanzia di tutela della legalità e di sicurezza per tutto il territorio nel contrasto alla criminalità.
Nell’ambito dell’operazione nazionale “30 days at sea”, militari appartenenti al Nucleo operativo di polizia ambientale della Capitaneria di Porto di Manfredonia e del dipendente Ufficio Locale Marittimo di Lesina, effettuavano un sopralluogo presso una struttura balneare sita in località in località “Acquarotta”, agro del Comune di Lesina marina (FG).
Da un’attenta analisi dei titoli autorizzativi acquisiti è emerso che, per il particolare pregio naturalistico della zona, il titolare della struttura fosse in realtà soggetto all’obbligo di smontaggio al termine della stagione estiva. Al contrario, nel corso del sopralluogo, è emerso che l’intera struttura fosse ancora completamente presente in loco.
Sempre nel corso dell’ispezione emergevano ulteriori difformità relativi alla presenza di presenza di camminamenti e due manufatti non previsti dal titolo concessorio e quindi completamente abusivi.
Per quanto sopra, i militari operanti procedevano al sequestro preventivo d’iniziativa dell’intera struttura sviluppata su una superficie di 3.000 mq oltre che al sequestro delle opere abusive posizionate all’esterno dell’area in concessione e occupanti una superficie di 215mq. Le opere poste sotto sequestro venivano affidate in custodia giudiziale, senza facoltà d’uso, al titolare che veniva altresì deferito, per violazioni di natura demaniale tutelate dal Codice della Navigazione
Il sequestro effettuato dai militari è stato convalidato dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Foggia che confermava le ipotesi investigative avanzate dalla polizia giudiziaria operante con particolare riferimento all’esigenza di tutelare il normale assetto del territorio e il bene demaniale.
Quello di questi giorni è solo l’ultimo dei controlli posti in essere dai militari della Guardia Costiera e finalizzato alla tutela del paesaggio e dell’ambiente che nell’ultimo anno hanno visto i militari impegnati lungo tutto il tratto di competenza effettuando molteplici attività.
Si è conclusa nel migliore dei modi la disavventura di due pescatori sportivi di Manfredonia, che nelle prime della mattinata si erano avventurati in mare per una battuta di pesca, sfidando le non ottimali condizioni meteo-marine.
Nella tarda mattinata odierna, il figlio di uno dei due pescatori, allertava la Sala Operativa della Capitaneria – Guardia Costiera – di Manfredonia per il mancato rientro del genitore, che con una barca da diporto di circa 4 metri era uscito in mare con un’altra persona.
Il mare agitato ed il forte vento imperversante nella zona di mare segnalata hanno fatto scattare gli immediati soccorsi, con l’invio via mare di due mezzi della Guardia Costiera, la motovedetta CP 880 S.A.R. (search and rescue) partita dal porto di Vieste e la CP 717 partita dal porto di Manfredonia. Sempre via mare è stata inviata la vedetta della Sezione operativa navale di Manfredonia la V 7000.
Le attività di ricerca dell’unità dispersa in mare portavano le unità intervenute via mare ad individuare due persone sugli scogli tra Punta Grugno e Punta Rossa che alla vista delle motovedette cominciavano a sbracciare per chiedere aiuto. La forza delle onde ed il fondale, con molti scogli affioranti, non permettevano l’avvicinamento via mare per il recupero dei naufraghi. Si procedeva a contattare la centrale operativa dei VV.FF. di Foggia per l’eventuale invio di un elicottero con apposito verricello.
Attesa la necessità di coordinare l’utilizzo di mezzi aerei, la gestione dei soccorsi veniva trasferita al Centrale Operativa della Direzione Marittima di Bari, che assumeva in seconda situazione operativa le operazioni di coordinamento delle operazioni di ricerca e soccorso in mare.
Sul posto veniva disposto l’invio in zona operazioni dell’elicottero dell’Aeronautica Militare di Gioia del Colle. Nel frattempo, un elicottero dei VV.FF., arrivato in zona operazioni, procedeva a recuperare a bordo i due malcapitati ( di anni 58 e 45 residenti a Manfredonia) e trasportarli nel vicino porto di Mattinata dove ad attenderli vi era personale del locale 118. I due, sono stati visitati dal personale medico, che li ha trovati in buone condizioni fisiche, anche se leggermente infreddoliti.
Da una prima ricostruzione dei fatti sembrerebbe che nelle vicinanze di Punta Grugno la barca dei due abbia sbattuto con gli scogli affondando e i due occupanti si sono rifugiati presso la scogliera a picco aspettando i soccorsi, utilizzando una grotta per ripararsi e grazie ad un accendino riscaldarsi con il fuoco, in una zona dove purtroppo i telefoni cellulari non sono utilizzabili per mancanza di segnale.
Alle prime luci dell’alba del 04 marzo c.a. i militari della Capitaneria di Porto - Guardia Costiera di Manfredonia e della Compagnia Carabinieri di Manfredonia hanno svolto un’efficace azione di repressione della commercializzazione illegale di prodotti ittici sottomisura nella città di Manfredonia, effettuando un consistente sequestro di pescato al di sotto della taglia minima prevista dalla normativa vigente, pronto per essere immesso sul mercato.
In particolare, sono stati posti sotto sequestro amministrativo circa 1100 (millecento) Kg di novellame di sarde ed alici(comunemente noto come “bianchetto”)di cui è vietata la pesca, la detenzione, il trasporto, la commercializzazione e la somministrazione.
Al trasgressore, un manfredoniano classe 1990, già noto in quanto fermato in altre occasioni per attività illecite similari, è stata altresì contestata ed elevata una sanzione amministrativa di 25.000 Euro.
Prosegue quindi l’attività di raccolta informazioni e controllo su tutta l’area portuale di Manfredonia, assicurata anche dalla collaborazione tra le diverse Forze di Polizia sul territorio e fondamentale per garantire la tutela dell’ecosistema e dell’ambiente marino.
Il pescato, dopo gli accertamenti sanitari effettuati dal medico del Servizio Veterinario dell’ASLFG Area B –Distretto di Manfredonia e su disposizione del Comando della Capitaneria di Porto, valutando altresì la circostanza che il prodotto ittico fosse stato da poco catturato e trasportato in mezzo refrigerato idoneo, è stato devoluto in beneficienza ad alcuni Enti Caritatevoli della Provincia, trasformando così un fatto illecito in un’azione di solidarietà a favore dei soggetti più bisognosi.
L’attività di repressione posta in essere dagli uomini della Guardia Costiera e dell’Arma dei Carabinieri contro gli illeciti in materia di pesca e commercializzazione illegale di prodotti ittici sottomisura proseguirà incessante anche nei prossimi giorni in mare e a terra, allo scopo di garantire il rispetto delle leggi e tutelare la salute degli inconsapevoli consumatori.
Sotto un ponte, lungo l'A14, l'autostrada meglio conosciuta come "Adriatica", tonnellate di rifiuti speciali abbandonati abusivamente, formando un'area molto vasta come discarica a cielo aperto. Ingenti i danni ambientali.
Il Nucleo operativo di polizia ambientale della guardia costiera di Manfredonia ha effettuato, sotto il coordinamento della Procura dauna, un’operazione di polizia ambientale finalizzata al contrasto e alla repressione del fenomeno dell’abbandono incontrollato di rifiuti, in località contrada Monterozzi, agro del Comune di Foggia.
L’operazione ha portato alla luce un’area di circa 8000 mq situata nei pressi del viadotto sottostante l’autostrada A14 Adriatica, completamente adibita a discarica abusiva di tonnellate di rifiuti speciali e non, abbandonati sul terreno.
Diverse le tipologie e la natura dei rifiuti rivenuti dai militari tra cui, scarti edili derivanti da lavorazioni industriali, pneumatici usati, rifiuti urbani vari e rifiuti derivamenti da lavorazioni agricole. Alcuni presentavano evidenti segni di combustione.
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L'area interessata è stata posta sotto sequestro penale e successivamente affidata in custodia al dirigente competente del Comune di Foggia per il successivo avvio delle operazioni di bonifica e messa in sicurezza.
Il sequestro effettuato dalla polizia giudiziaria operante è stato convalidato dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Foggia, su richiesta della locale procura.
Le indagini per individuare gli eventuali responsabili degli abusi rilevati proseguiranno al fine di individuare gli autori dei reati.
L’attività illecita perpetrata, è particolarmente pericolosa per l’ambiente poiché il materiale rinvenuto potrebbe comportare un inquinamento delle falde acquifere e del terreno circostante.
Anche quest’ultima operazione portata a termine dai militari della guardia costiera rientra nell’operazione nazionale sulla tutela dell’ambiente denominata "30 days at sea".
Nella mattinata del 19 febbraio il Monsignor Santo Marcianò, Arcivescovo Ordinario Militare per l'Italia, accompagnato dai cappellani militari Don Vincenzo e Don Giuseppe, si è recato, per una visita ufficiale presso la sede della Capitaneria di Porto di Manfredonia. Ad accogliere l’alto prelato, il Capitano di Fregata Giuseppe TURIANO, Capo del Compartimento Marittimo di Manfredonia unitamente ad una piccola rappresentanza di militari in servizio presso il Comando e una piccola rappresentanza dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia.
La breve visita, caratterizzata delle inevitabili misure per prevenire il rischio del contagio, è stata l’occasione per l’inaugurazione e la benedizione della stele dedicata alla Santa Barbara, Santa Patrona della Marina Militare, posizionata nei pressi dell’ingresso della sede centrale. Monsignor Marciano', dopo la benedizione a tutto il personale ed una breve visita presso la sede della Guardia Costiera ha avuto parole di vivo apprezzamento per il lavoro svolto dagli uomini e le donne della Capitaneria di porto in particolare per il servizio prestato verso l’intera comunità portando la propria solidarietà e il suo personale conforto a tutte le famiglie in questo particolare periodo caratterizzato dall’emergenza sanitaria in atto. A conclusione della visita, è avvenuto il tradizionale scambio dei crest a ricordo della giornata trascorsa.
Il Nucleo Operativo di polizia Ambientale della Guardia Costiera di Manfredonia unitamente a militari di Vieste e di Lesina, ha da poco portato a termine un’attività di polizia marittima finalizzata alla tutela dell’ambiente marino e costiero in località “Lama le canne” nel comune di Vieste (FG).
L’attività, effettuata in un territorio di particolare pregio e sottoposto a vincoli paesaggistici, ha permesso di accertare come il titolare di una struttura balneare avesse, senza alcun titolo/concessorio paesaggistico e in violazione alle “Linee guida per la manutenzione stagionale delle spiagge” redatte dalla Regione Puglia, accumulato ingenti quantitativi di materiale litoide a ridosso della propria struttura ricettiva.
Le linee guida infatti prevedono, per operazioni riguardanti gli arenili, una minuziosa attività preliminare ed autorizzativa, finalizzata a salvaguardare il valore paesaggistico, la granulometria del materiale litoide e, in generale l’ecosistema del litorale costiero.
Le operazioni di escavo e successivo riposizionamento avevano di fatto modificato l’aspetto geografico della costa andando di fatto a creare un vero e proprio cordone dunale artificiale.
Nell’attività i militari operanti accertavano altresì un’occupazione di demanio marittimo abusiva pari a una superficie di circa 2500 m²di arenile con un volume prossimo a circa 3750 m³.
Le ipotesi di reato contestate dai militari variano dalla distruzione e deturpamento di bellezze naturali all’occupazione di demanio marittimo di zone sottoposte a vincolo paesaggistico.
L’intera area, su conforme avviso dell’Autorità Giudiziaria competente è stata posta sotto sequestro e, successivamente, il Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Foggia ha convalidato il sequestro preventivo operato dai militari rilevando l’insussistenza di autorizzazioni ambientali ed, al contempo, l’alterazione delle bellezze del luogo.
Tali episodi di abusivismo, fanno sapere dalla Guardia Costiera, violano il divieto di alterazione dell’ambiente geofisico andando inevitabilmente a compromettere, talvolta in maniera irreversibile, le caratteristiche di un particolare ambiente quale la fascia costiera soggetta a particolari tutele (ricadendo tra l’altro nella fascia di 300 metri dalla linea di costa).