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Italia: sempre più due Paesi con divari territoriali che crescono anziché ridursi. Nel Mezzogiorno, il caso Comune di Foggia!

I temi sono quelli che si intrecciano riguardando l’intera Comunità italiana ed europea ma che affascinano poco i cittadini. Eppure stanno incidendo già oggi, e non poco, nella vita quotidiana soprattutto degli italiani e lo faranno, ancor di più nel futuro prossimo, sui servizi essenziali e sulle prospettive di crescita del nostro Paese e dell’intera Ue.

Se n’è discusso nell’iniziativa organizzata dall’Associazione CAPITANATA.NEO APS, lo scorso 23 giugno a Foggia, con il patrocinio della Provincia di Foggia, dal titolo “PNRR e AUTONOMIA DIFFERENZIATA, tra principi etici e valori costituzionali”. Dopo i saluti portati dal presidente avv. Giuseppe Nobiletti, con i forbiti interventi dei pregevoli relatori si è cercato di fare una ricognizione informativa, sia ai cittadini che agli amministratori dei Comuni fruitori di queste risorse, dal punto di vista amministrativo e culturale in merito alle criticità da superare, i nodi da sciogliere e le sfide da sostenere, in questo ambito, per sostenere crescita e sviluppo sociale ed economico.

Nell’ordine sono intervenuti la prof.sa Adriana Poli Bortone di Io Sud che ha posto l’accento sulla necessità di porre correttivi alle cause, esogene ed endogene, che stanno provocando i ritardi sull’attuazione del PNRR, nonché ribadendo esplicita contrarietà all’attuale ddl sull’Autonomia Differenziata; il dott. Francesco Monaco che ha illustrato l’azione di supporto della fondazione IFEL sottolineando il rispetto, anzi il superamento, per le risorse assegnate ai Comuni della quota del 40% al Mezzogiorno come aspetto positivo, e tra le difficoltà, invece, un trend fortemente negativo nella dotazione di personale degli EE.LL. Nel suo intervento il docente di Filosofia morale della Università Federico II di Napoli prof. Giuseppe Ferraro, tra i tanti spunti di riflessione forniti, ha posto in rilievo la necessità di una visione unitaria del Meridione d’Italia come volano di sviluppo per se stesso e l’intero Paese, mentre la sen.ce Gisella Naturale, vice presidente della IX^ Commissione del Senato, ha sottolineato le peculiarità, le necessità e le esigenze provinciali, infrastrutturali e non, sottolineando che il PNRR è una grande occasione anche per la Capitanata.

Per ultimo vi è stato l’intervento del presidente dell’Associazione organizzatrice, il dott. Pasquale Cataneo già estensore nel luglio del 2020, insieme al dott. Francesco Paolo Mandoliti di uno studio dedicato alla corretta ripartizione delle risorse del Recovery Fund. Egli ha, in primo luogo, richiamato la funzione, utilizzata dall’U.E. per calcolare la ripartizione delle risorse Recovery Fund tra gli Stati membri, funzione rappresentata nella foto in apice al testo.

L’Italia, in base a tali parametri, è stata destinataria di così tante risorse per i dati fortemente negativi del Mezzogiorno rispetto alla media comunitaria, sia del parametro del PIL pro-capite che per quello del tasso di disoccupazione.

Sono stati analizzati, successivamente, i dati forniti con la piattaforma Easy, pregevolmente curata da Fondazione IFEL, relativi alle risorse PNRR con importo assegnato al 31.05.2023 agli Enti Locali per un totale di 36.313,13 Mln€.

Suddividendoli per ogni singolo cittadino italiano (59.030.133 al 01.01.2023) per il solo dato X (popolazione) la cifra individuale spettante sarebbe stata di 615,2€. Ma ciò non avrebbe contribuito a ridurre i divari. Ed ecco perché l’Unione Europea ha utilizzato, oculatamente, anche gli altri due parametri per la ripartizione delle risorse.

Nel cd. Bel Paese purtroppo, come è emerso nella suddivisione dei fondi PNRR, non è stata utilizzata tale funzione ma un iniquo 40/60. Eppure l’Italia è il Paese in UE con i maggiori divari socioeconomici tra macroaree al suo interno.Per tali motivi e in vista di una rimodulazione sono state comparate le risorse destinate ai singoli Comuni tra Nord, Centro e Sud.

In particolare ai capoluoghi di provincia con dati abbastanza omogenei di popolazione, considerati volani di sviluppo dell’economia territoriale, correlandoli con il tasso di disoccupazione generale (15-64 anni) nel periodo 2022 e il PIL procapite 2021 su base regionale. Entrambi su dati Istat.

E’ stato preso a riferimento per le comparazioni il Comune di Foggia, capoluogo della Capitanata, con il più alto indice di disoccupazione provinciale (D.P.= 16,9%) in Puglia nel 2022, nella fascia 15-64 anni. Tale valore risulta essere addirittura superiore anche di 3/5 volte rispetto a quelli del Centro-Nord presi a riferimento e risulta con il più basso PIL per abitante (valore regionale).

In questo caso I DIVARI TERRITORIALI NORD-SUD AUMENTANO come emerge seguente tabella:

COMUNE

Capoluogo e Città M.ne

POPOLAZIONE (abitanti) 2023

SOMME PNRR (€) RICEVUTE al 31.05.2023

€/procapite

(valenza rispetto all’importo di FG)

%DISOCCUPAZIONE 15-64 anni Tasso 2022 (% rispetto al dato di FG)

PIL regionale ai prezzi di mercato per abitante

(2021 ISTAT)

Foggia

145.348

66.200.000

445

16,9

19.307

Perugia

161.748

176.040.000

1.088 (2,4)

7,3 (43%)

22.687

Rimini

149.221

104.820.000

702 (1,6)

6,7(40%)

36.910

Cagliari

148.117

199.460.000

1.347 (3)

13,9 (82%)

21.562

Ferrara

129.152

68.620.000

531 (1,2)

8,3 (49%)

36.910

Bergamo

119.558

211.330.000

1.768 (4)

3,4 (20%)

40.537

Italia

59.030.133

36.313 Mld

615,2

8,2

30.231

Se questa analisi dovesse essere confermata, dopo un lavoro di ulteriore approfondimento, ancor più dettagliato e preciso, il PNRR AUMENTA I DIVARI E IL GAP TRA TERRITORI. Dovrebbe quindi essere sì rimodulato ma con una corretta applicazione dei criteri usati dalla UE (popolazione, tasso di disoccupazione inverso del PIL pro-capite) per ripartire le risorse tra gli Stati membri.

Ci sentiamo anche di dover rilanciare, per una totale condivisione, quanto affermato da IPRES nel suo Rapporto 2022 dal titolo “La Finanza Territoriale”[1] quando si afferma che: “la risposta alla crisi pandemica ha generato per il nostro Paese delle opportunità di sviluppo che passano attraverso la chiusura o almeno la sostanziale riduzione dei gap territoriali. Se la riduzione dei gap è l’oggetto della ripresa, la natura strutturale degli stessi, in parte legata alle differenti competenze degli enti pubblici sul territorio nazionale, può essere il principale ostacolo al successo della ripresa stessa. L’incertezza legata alla situazione internazionale e il peggioramento della congiuntura che ne consegue, pur rendendo più fragile la possibilità raggiungimento degli obiettivi posti dal PNRR e più stringenti limiti strutturali che affliggono territori del nostro Paese, sottolineano l’urgenza di affrontare tali limiti e di conseguire gli obiettivi posti.”

La rimodulazione del PNRR dovrà realizzare la riduzione dei divari tra Nord e Sud Italia

Come già espresso per le Infrastrutture, conti e carte alla mano, anche per i Comuni ancora una volta a rimetterci è il Mezzogiorno. Risulta evidente che così com’è declinato il PNRR amplia e non riduce i divari territoriali e rende ancor più inique le disuguaglianze nel territorio nazionale. E si paventa anche il rischio di estromettere i Comuni che non riescono ad adeguarsi in tempo. Ciò vuol dire che i Comuni meridionali e quelli delle aree interne, in particolare i più piccoli che attendono ancora le assunzioni per il PNRR, saranno penalizzati ancora di più, in antitesi con i macro-obiettivi di riduzione dei divari territoriali, di genere e generazionali indicati dalla UE nel Next Generation.

[1] https://www.ipres.it/it/component/k2/item/495-la-finanza-territoriale-rapporto-2022

nota del candidato sindaco e promotore del Comitato Civico “Resto a Foggia", Giuseppe Mainiero.

«L’emergenza idrica nella città di Foggia è stata e continua ad essere semplicemente scandalosa. Lo è stata e lo è perché i cittadini sono stati destinatari di comunicazioni dal contenuto non veritiero rispetto ai tempi di risoluzione di un problema che ormai da più di una settimana sta creando profondi disagi. Lo è stata e lo è perché ancora oggi non siamo in grado di capire realmente se i lavori di riparazione della conduttura siano stati realizzati in modo serio, giacché la situazione è tornata alla normalità per non più di 24 ore, contrariamente a quello che era stato dichiarato.

Nei momenti più concitati e difficili, mentre parlamentari, assessori e consiglieri regionali evidentemente avevano altre cose a cui pensare, ho personalmente segnalato al presidente della Regione Michele Emiliano ciò che stava avvenendo, illustrandone e denunciandone la straordinaria ed indecorosa gravità.

I Foggiani sono stati letteralmente abbandonati a se stessi. Privati di informazioni e notizie precise, ogni giorno illusi che l’emergenza sarebbe stata sul punto di rientrare, salvo poi scoprire sistematicamente il contrario. Tra l’altro con un report sui lavori da realizzare che definire confuso sarebbe un eufemismo.

Oggi l’Acquedotto Pugliese ha fatto sapere che per terminare gli interventi di riparazione della conduttura serviranno ancora 48 ore, a cui se ne dovranno aggiungere poi altre 12 affinché anche i piani più alti degli stabili sprovvisti di autoclave possano tornare alla normalità.

Non so se all’Aquedotto Pugliese tutto questo sia considerato nella norma. Io non penso lo sia. E di sicuro non lo è per un Comune capoluogo di circa 150mila abitanti, lasciato per oltre una settimana senza acqua e trattato – ma sarebbe più corretto dire maltrattato – come una specie di “periferia dell’impero”. Le immagini delle file di cittadini alle autobotti per riempire taniche di acqua non sono degne di una città come Foggia.

Tutto questo non può essere derubricato in alcun modo ad una specie di “incidente di percorso”. La Magistratura svolgerà il proprio compito sul fronte dell’eventuale origine dolosa della rottura della conduttura. Ma, parallelamente, va ricostruito con puntualità cosa è successo rispetto ai lavori e vanno accertate e punite severamente le eventuali responsabilità in capo ad AqP.

E questo è un compito che spetta esclusivamente alla Regione Puglia. Al presidente Emiliano chiedo dunque ufficialmente di occuparsi in prima persona della vicenda, dal momento che i rappresentanti del territorio in Regione, di maggioranza e di minoranza, se ne sono altamente infischiati finora. Come hanno fatto d’altro canto i parlamentari di Capitanata, per i quali probabilmente il dramma di un’intera città non meritava neppure un briciolo di attenzione.

Foggia ha il diritto di conoscere la verità.

Una situazione di una tale gravità, che non ha precedenti nel passato, non può chiudersi con una pacca sulla spalla.

Ai Foggiani si spieghi, finalmente con chiarezza, quali sono state le cause di una così prolungata emergenza. E chi ha commesso degli errori, nella gestione tecnica come nella comunicazione alla comunità, ne paghi le conseguenze.

Mi aspetto che il Governatore apra un’indagine interna ad AqP, approfondendo la questione e prendendo tutti i provvedimenti del caso. E che lo faccia subito. Questa volta, posso assicurarlo, Foggia non si farà calpestare come l’ultima ruota del carro della Puglia.

Ho ascoltato con un misto di stupore e sconcerto le dichiarazioni rilasciate dal Commissario del Comune di Foggia, il Prefetto Vincenzo Cardellicchio, circa l’emergenza idrica che ormai da oltre una settimana sta vivendo la nostra città.

Il Prefetto Cardellicchio ha affermato testualmente di avere in animo «di obbligare tutti i cittadini di Foggia che comperano casa a comperarla con un’autoclave, perché le raccomandazioni non bastano e allora glielo ordineremo».

Ho dovuto ascoltare quelle parole diverse volte, perché ho fatto fatica a credere a ciò che stavo ascoltando.

A meno che non vi siano norme a me sconosciute, non mi risulta che il Prefetto Cardellicchio o il prossimo sindaco eletto democraticamente dai Foggiani abbiano il potere di “ordinare” alcunché ad un cittadino che intenda acquistare casa. Ma al di là di questa intemerata francamente fuori luogo, la cosa più grave nelle parole pronunciate dal Commissario Cardellicchio è il loro “non detto”, in altri termini ciò che lasciano intendere in chi le ascolta. E cioè che la causa dei disagi che hanno messo e stanno mettendo in ginocchio i cittadini sarebbe l’assenza di autoclavi negli stabili in cui risiedono.

Al Prefetto Cardellicchio è opportuno far notare non solo che le leggi attualmente in vigore impongono la costruzione di immobili dotati di autoclave, ma sopratto che larghissima parte degli stabili che ne sono sprovvisti risalgono agli anni compresi tra il 1970 ed il 1980, quando questo obbligo non era previsto. E sono stati acquistati per lo più da famiglie monoreddito, che difficilmente oggi avrebbero le risorse economiche necessarie a questo ammodernamento, non essendo tutti facoltosi professionisti. A meno che il Comune non intenda finanziarlo, circostanza che ritengo improbabile vista la condizione del bilancio dell’Amministrazone comunale.

Mi permetta, Prefetto Cardellicchio: l’unica causa di quello che Lei stesso definisce un “disastro” – termine su cui concordo perfettamente – è la scandalosa gestione dell’emergenza da parte dell’Acquedotto Pugliese.

Si è reso conto, egregio Prefetto, che gli interventi sulla conduttora rotta che AqP spacciava come “risolutivi” non lo erano affatto? Si è reso conto che la loro efficacia è durata lo spazio di 24 ore? Si è reso conto che ogni informazione fornita da AqP, per il tramite del Comune da Lei amministrato, circa i tempi per il ritorno di una regolare e normale erogazione dell’acqua potabile sono stati sistematicamente disattesi, con i Foggiani lasciati di conseguenza in balìa di notizie vaghe, confuse e poco veritiere?

Ecco, io al Suo posto mi impegnerei nel chiedere conto di queste inefficienze all’Acquedotto Pugliese. E mi impegnerei nel farlo con forza e determinazione, piuttosto che paventare “ordini” che non è Suo potere impartire. Oltre a pretendere che i tempi per il definitivo superamento dell’emergenza, illustrati nelle scorse ore da AqP, questa volta vengano finalmente rispettati.

Certo, sicuramente la gestione dei consumi idrici può e deve avvenire con modalità migliori e più moderne. Ma questo è il “domani”, di cui è senza dubbio giustissimo preoccuparsi. I Foggiani però esigono – sì, esigono, perché ne hanno pieno diritto – di poter capire cosa sia accaduto realmente “ieri”, ossia dopo la rottura della conduttura. Poiché ad oggi non è ancora totalmente chiaro. E nessuno da AqP ha avuto il garbo di spiegarlo ai cittadini.

Come ho detto qualche giorno fa, facendo appello a Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia – istituzione da cui dipende funzionalmente l’Acqedotto Pugliese – questa vicenda indecente non può terminare con una pacca sulla spalla.

Pretendiamo di sapere in modo preciso come sono andati i fatti. E pretendiamo, se ci sono stati errori, che chi li ha commessi ne paghi le conseguenze. Su questo sono sicuro che Foggia e i Foggiani non faranno un solo passo indietro».

«Non ci sarà nessun aumento, così come stanno strumentalizzando alcune forze politiche di questa Città».

Lo hanno dichiarato il Sindaco Michele Crisetti, l'Assessore all'Ambiente Matteo Masciale, i Consiglieri Comunali di Maggioranza e le forze politiche del Partito Democratico, San Giovanni Rotondo Popolare, Partito della Città, UDC e Prima di tutto San Giovanni Rotondo.

Si sta lavorando duramente e incessantemente -proseguono- sul progetto e sul bando per far sì che le tariffe TARI restino invariate, nonostante gli adeguamenti normativi obbligatori.  Metteremo in campo tutte le agevolazioni possibili per dare respiro alle imprese e alle famiglie».

 

“La decisione di trasferire la postazione del Servizio 118 di Rodi Garganico nei locali di via Scalo Marittimo è illogica e comporta gravi rischi per l’efficacia degli interventi dell'Unità Mobile di Rianimazione. L’ambulanza, infatti, non deve trovare ostacoli per poter intervenire con celerità”.

Lo afferma il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Giannicola De Leonardis, che ha presentato una interrogazione urgente all’assessore Palese sul trasferimento avvenuto martedì 27 giugno.

“Spostando la postazione 118 in zona porto, invece, si incontrano non pochi ostacoli. A partire dai due passaggi a livello presenti, ad est e ad ovest dell'abitato, che si chiudono contemporaneamente al passaggio del treno, per un lasso di tempo peraltro notevole. Né può essere dirimente la pur opportuna garanzia da parte di Ferrovie del Gargano di una diversa gestione di quei passaggi a livello durante il periodo estivo. Un periodo in cui, è bene non dimenticarlo, la postazione 118 va a collocarsi in una zona, quella del porto di Rodi, che pullula di turisti, in cui si svolgono eventi e manifestazioni, che è nelle immediate vicinanze di un parcheggio da 400 posti auto e con una viabilità a senso unico. L’assessore Palese intervenga immediatamente affinché il direttore generale dell’Asl di Foggia, Nigri, riveda questa scellerata ubicazione della postazione 118. L’Asl, infatti, dispone di altre strutture inutilizzate da anni che sono immediatamente disponibili nelle vicinanze del Poliambulatorio di Rodi Garganico per l’eventuale trasferimento del servizio di Emergenza-Urgenza, così da garantire collaborazione tra i servizi di Continuità Assistenziale e Guardia Medica Turistica per i non residenti”, conclude De Leonardis.

“La decisione di trasferire la postazione del Servizio 118 di Rodi Garganico nei locali di via Scalo Marittimo è illogica e comporta gravi rischi per l’efficacia degli interventi dell'Unità Mobile di Rianimazione. L’ambulanza, infatti, non deve trovare ostacoli per poter intervenire con celerità”. Lo afferma il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Giannicola De Leonardis, che ha presentato una interrogazione urgente all’assessore Palese sul trasferimento avvenuto martedì 27 giugno. “Spostando la postazione 118 in zona porto, invece, si incontrano non pochi ostacoli. A partire dai due passaggi a livello presenti, ad est e ad ovest dell'abitato, che si chiudono contemporaneamente al passaggio del treno, per un lasso di tempo peraltro notevole. Né può essere dirimente la pur opportuna garanzia da parte di Ferrovie del Gargano di una diversa gestione di quei passaggi a livello durante il periodo estivo. Un periodo in cui, è bene non dimenticarlo, la postazione 118 va a collocarsi in una zona, quella del porto di Rodi, che pullula di turisti, in cui si svolgono eventi e manifestazioni, che è nelle immediate vicinanze di un parcheggio da 400 posti auto e con una viabilità a senso unico. L’assessore Palese intervenga immediatamente affinché il direttore generale dell’Asl di Foggia, Nigri, riveda questa scellerata ubicazione della postazione 118. L’Asl, infatti, dispone di altre strutture inutilizzate da anni che sono immediatamente disponibili nelle vicinanze del Poliambulatorio di Rodi Garganico per l’eventuale trasferimento del servizio di Emergenza-Urgenza, così da garantire collaborazione tra i servizi di Continuità Assistenziale e Guardia Medica Turistica per i non residenti”, conclude De Leonardis.

“Ho partecipato venerdì, insieme ad altri parlamentari del territorio, quale componente della Commissione Giustizia, a uno stimolante confronto con l’Ordine degli Avvocati di Foggia, quarto Ordine in Italia, presieduto dall’Avv. Gianluca Ursitti, che ringrazio per la condivisa propositività verso l’intero comparto giudiziario. Un confronto maturo e attento in ordine alle diverse istanze che provengono dalla Capitanata, quale su tutte la necessità di rivedere la situazione dei tribunali soppressi e così superare un vulnus del territorio in termini di presidi della legalità, in quella che è la terza provincia italiana per estensione”.

Dopo aver già depositato una interrogazione parlamentare al Ministero della Giustizia, lo scorso 5 giugno l’On. Giandonato La Salandra (Fratelli d’Italia) ha infatti proposto anche una risoluzione in Commissione Giustizia, indirizzata al Governo, per sostenere la centralità della provincia di Foggia nel quadro di revisione dei tribunali.

D’altronde, il Ministro Nordio è più volte intervenuto sulla questione, ribadendo la massima attenzione alle difficoltà emerse dopo la legge del 2012 ed evidenziando l’inefficacia della nota riforma della geografia giudiziaria, che soppresse oltre 30 tribunali e 200 sedi distaccate, non portando alcun beneficio né in termini di spending review né in termini di efficientamento e velocizzazione della macchina giudiziaria, anzi.

“Essendo la risoluzione uno degli atti con cui il Parlamento indirizza il Governo, rispettando la delicatezza degli equilibri in gioco e compatibilmente con i tempi e con le esigenze di finanza pubblica, ho ritenuto fosse proprio questo lo strumento più idoneo per un concreto impegno del Governo ad un approfondito esame del sistema degli uffici giudiziari della provincia di Foggia, in linea con i principi comunitari, in un’ottica di recupero dei tribunali soppressi. Così da ripristinare quelli che erano i presidi in Capitanata, dal Gargano al Subappennino, rispettando pienamente il principio di giustizia di prossimità”, conclude l’On. La Salandra.

nota di Giuseppe Mainiero,  candidato sindaco e promotore del Comitato Civico “Resto a Foggia”.

«L’utilizzo dei finanziamenti del PNRR dedicati all’edilizia scolastica è sempre una buona notizia. Che a Foggia, quantomeno, compensa la clamorosa e imbarazzante perdita dei fondi destinati al potenziamento dei servizi per le scuole dell’infanzia. 

Ma, come al solito, al Comune di Foggia anche una bella notizia riesce a trasformarsi in un disagio. 

L’Istituto comprensivo “Pascoli-Santa Chiara”, beneficiario di un finanziamento di circa 3 milioni di euro per l’adeguamento sismico e l’efficientamento energetico del plesso, dovrà infatti essere liberato in fretta. Entro settembre, per l’esattezza.

La notizia inerente l’ottenimento del finanziamento è visibile sul sito del Comune da marzo. Peccato che a Palazzo di Città si siano dimenticati di inserirvi un’informazione fondamentale. E cioè che l’esecuzione dei lavori avrebbe comportato la liberazione degli spazi utilizzati dagli alunni della scuola. 

Moltissime famiglie, ovviamente, sono ancora all’oscuro di tutto, sebbene la dirigenza dell’Istituto si stia già muovendo per svuotare gli ambienti, avendo ricevuto dal Comune – pare in via informale – questa indicazione.  

Un’indicazione formulata al momento nella più totale assenza di un’alternativa in termini di spazi da occupare. 

A settembre, quando l’immobile dovrà essere vuoto per consentire i lavori, dove saranno “trasferiti” i ragazzi? Una domanda a cui nessuno sarebbe in grado di dare una risposta. E che invece merita immediatamente l’attivazione degli uffici competenti, che hanno il preciso dovere di colmare questa gravissima lacuna e individuare una soluzione che riduca al minimo i problemi per gli alunni e le loro famiglie. A partire dall’utilizzo degli spazi di quelle scuole che per la loro collocazione permetterebbero di evitare di portare i ragazzi in quartieri molto distanti da quello in cui è ubicato l’Istituto comprensivo “Pascoli-Santa Chiara”, quindi scongiurando uno stravolgimento della loro mobilità scolastica.

Ancora una volta, purtroppo, si manifesta chiaramente per il Comune l’assoluta urgenza di cambiare radicalmente passo. È intollerabile che anche una buona notizia per l’ammodernamento dell’edilizia scolastica a Foggia debba trasformarsi in un’emergenza, a causa dell’assenza di programmazione, dei ritardi e della superficialità amministrativa».

nota de gruppo regionale di Fratelli d’Italia commenta i dati del rapporto Istat.

“I numeri sono numeri, infatti, qualcuno ha sempre sostenuto che la matematica non è un’opinione… e allora è evidente che c’è qualcuno che più che interpretare i numeri li dà. Due giorni fa il segretario regionale del Pd, Domenico De Santis ha sostenuto, commentando uno studio di consulenti del lavoro su dati Istat, che: «La Puglia è la regione dove è cresciuta di più l’occupazione in Italia. In 4 anni l’aumento di 100.000 occupati in più e un aumento netto dell’8,6% è un dato eccezionale. Nessuna regione italiana ha registrato un aumento tale sia in termini assoluti che percentuali».

Ma oggi, sempre secondo i dati del rapporto Istat (‘Noi Italia’) risulta che: la Puglia è prima in Italia per incidenza di povertà relativa con il 27,5%. Al secondo posto la Campania (22,8%) e al terzo la Calabria (20,3%). La media nazionale è dell'11,1%. Non è l’unico record negativo, un altro riguarda proprio il tasso di disoccupazione, anche in questo caso la Puglia registra un altro record negativo sul fronte delle differenze di genere, facendo segnare il divario più alto (5,5%) a sfavore delle donne.

“Come dire che in Puglia si verifica che si hanno più nuovi occupati rispetto alle altre regioni, ma siamo la regione con il maggior divario di povertà e le donne pugliesi sono le più penalizzate d’Italia nel mondo del lavoro. È evidente che siamo di fronte a dati che vogliono dire ben altro: ovvero che nonostante le nuove occupazioni gli italiani più poveri sono in Puglia. Questo il dato che dovrebbe commentare De Santis e farci comprendere come mai le politiche del lavoro non producono ricchezza… forse perché servono più a gestire potere e consenso che generare sviluppo?”

Questa mattina, 26 giugno 2023, presso la Regione Puglia, si è tenuta la seduta della Commissione di studio e di inchiesta  sul fenomeno della criminalità organizzata, coordinata dal presidente Renato Perrini. Presente l’assessore al welfare, Rosa Barone  con la dirigente per l’inclusione sociale  attiva, Binetti, i consiglieri commissari hanno  ascoltato una disamina sui progetti attualmente  in atto sul tema delle baby gang in Puglia. Si tratta  soprattutto di   2 Progetti   finanziati da con fondi ministeriali dedicati l’uno alla modernizzazione della presa in carico dei minori ( questo  finanziato un anno fa con 650mila euro ormai in fase terminali e l’altro   ai ragazzi le cui madri sono state  vittime  di femminicidio ( 5 in Puglia)  finanziato con 250 mila euro. Il terzo progetto che stanzia invece un milione e mezzo di ero del bilancio autonomo della Regine è  uno strumento dedicato alla formazione  di quanti,  con età inferiore ai 25 anni, stiano scontando una pena detentiva  e vogliano invece impegnarsi nella formazione  professionale.   Questo  Progetto si sviluppa  grazie ad un’Intesa interistituzionale, ed in particolare con i Centri di Giustizia Minorile, ed i suo  realizzarsi è monitorato dalla Regione.

All’attenzione della Commissione poi,  il tema dell’utilizzo effettivo degli immobili confiscati alla criminalità organizzata  e gli ostacoli che si frappongono ad  loro più pieno  ritorno alla società. Su questo, chiesta dal presidente Perrini una dettagliata relazione sull’esistente, anche se   affidati per la gestione, ai Comuni.

Nel corso  della seduta sono intervenuiti, oltre al presidente Perrini ed all'assessore Barone,  consiglieri Di Bari e Ciliento

Durante i lavori della Commissione bilancio e programmazione della Regione Puglia è emerso che le ASL pugliesi godono di otttima salute per una spesa farmaceutica che rispetta la quota parte del tetto della spesa convenzionata e degli acquisti diretti da parte delle singole ASL.

L'audizione, difatti, ha riguardato le misure di contenimento della spesa farmaceutica di cui alla legge regionale 7 del marzo 2022: dati consolidati e non consolidati relativi alle spese sostenute nel 2023.
Nello specifico ha relazionato il dirigente della Sezione farmaci, dispositivi medici ed assistenza integrativa, il quale ha illustrato i dati acquisiti sulla base delle indicazioni dettate da due delibere della Giunta regionale relative alla farmaceutica convenzionata e all’acquisto diretto di farmaci.  
Secondo il monitoraggio AIFA l’andamento dei tetti della spesa per l’assistenza farmaceutica per il primo trimestre 2023 è del 15,15%, mentre in Puglia nel primo quadrimestre 2023 si registra un aumento della spesa convenzionata per a circa 4,4 milioni di euro, con un trend in aumento nei primi tre mesi e in diminuzione nel mese di aprile con un incremento in percentuale sull’anno precedente di 2,40% in totale. Passando alla suddivisione dei dati per singola Azienda sanitaria locale tutte le ASL registrano una diminuzione complessivamente pari a - 4,7% rispetto all’anno precedente, ma rispetto alla media nazionale del +3% la Puglia registra un trend di crescita del +4,5%. 
Per ciò che attiene la spesa per acquisti diretti, nel primo quadrimestre 2023, la Puglia registra un aumento della spesa pari a circa 14,8 milioni di euro, con un trend in aumento nei primi tre mesi e in diminuzione in aprile. Infatti, nel mese di aprile 2023 la maggior parte delle ASL fanno registrare una diminuzione di spesa per acquisti diretti rispetto allo stesso mese dell’anno precedente per una riduzione complessiva di circa 2 milioni di euro. 
In ordine alla verifica degli adempimenti previsti dalla legge regionale, sul rispetto della quota parte del tetto della spesa farmaceutica convenzionata e degli acquisti diretti da parte delle singole ASL, è emerso che nessuna delle ASL pugliesi è adempiente.

Non è dello stesso avviso il gruppo consiliare di Azione, affermando che: “Anche i primi mesi 2023 presentano sprechi. Inammissibile”.

“È inaudito e inammissibile -proegue- registrare il superamento dei tetti di spesa, quindi sprechi, nella spesa farmaceutica ospedaliera e convenzionata nei primi quattro mesi del 2023, per un ammontare di quasi 81milioni. 
La spesa complessiva avrebbe dovuto essere pari a euro 415.614.568, ma è invece stata invece pari a euro 496.292.347.
E in tutto questo i DG delle Asl, già quasi tutti decaduti per i risultati del 2022, non riescono nemmeno a garantire i resoconti bimestrali o l’utilizzo al meglio delle piattaforme di monitoraggio.”

Lo dichiarano il consigliere e commissario regionale di Azione Fabiano Amati, i consiglieri regionali Sergio Clemente, Ruggiero Mennea, capogruppo, e il responsabile regionale sanità Alessandro Nestola. 

“Ad onor del vero va registrata una flessione della spesa nel mese di aprile, probabilmente come conseguenza delle ultime delibere della Giunta sul contenimento.  
In ogni caso, per i primi quattro mesi del 2023 si registra una spesa totale per acquisti diretti pari a euro 294.851.519, a fronte di un tetto di spesa pari a euro 223.581.440, con un maggior costo di euro 71.382.426. 
Per lo stesso periodo, la farmaceutica convenzionata ha registrato una spesa pari a euro 201.440.828, a fronte di un tetto di spesa pari a euro 192.033.128, con un maggior costo di euro 9.407.700. 

Nel dettaglio delle singole Asl ai registrano risultati tendenzialmente omogenei. 

  • Brindisi. Per la farmaceutica diretta si è registrata una spesa di euro 31.415.251, a fronte di un tetto di euro 23.219.848, con un maggior costo di euro 8.135.403. Per la convenzionata, invece, si è registrata una spesa di euro 19.410.088, a fronte di un tetto di euro 18.908.034, con un maggior costo di euro 502.054.
  • Taranto. Per la farmaceutica diretta si è registrata una spesa di euro 43.342.733, a fronte di un tetto di euro 30.517.814, con un maggior costo di euro 12.824.919. Per la convenzionata, invece, si è registrata una spesa di euro 30.899.700, a fronte di un tetto di euro 27.800.935, con un maggior costo di euro 3.098.765.
  • BAT. Per la farmaceutica diretta si è registrata una spesa di euro 26.064.065, a fronte di un tetto di euro 19.726.181, con un maggior costo di euro 6.337844. Per la convenzionata, invece, si è registrata una spesa di euro 18.580.684, a fronte di un tetto di euro 17.503.946, con un maggior costo di euro 1.076.738.
  • Bari. Per la farmaceutica diretta si è registrata una spesa di euro 74.263.474, a fronte di un tetto di euro 54.532.465, con un maggior costo di euro 19.731.009. Per la convenzionata, invece, si è registrata una spesa di euro 62.123.741, a fronte di un tetto di euro 59.951.920, con un maggior costo di euro 2.171.821.
  • Foggia. Per la farmaceutica diretta si è registrata una spesa di euro 29.001.536, a fronte di un tetto di euro 24.294.759, con un maggior costo di euro 4.706.777. Per la convenzionata, invece, si è registrata una spesa di euro 29.205.952, a fronte di un tetto di euro 28.328.433, con un maggior costo di euro 877.519.
  • Lecce. Per la farmaceutica diretta si è registrata una spesa di euro 56.745.843, a fronte di un tetto di euro 41.643.476, con un maggior costo di euro 15.102.367. Per la convenzionata, invece, si è registrata una spesa di euro 41.220.633, a fronte di un tetto di euro 39.539.860, con un maggior costo di euro 1.680.803.
  • Oncologico Giovanni Paolo II. Per la farmaceutica diretta si è registrata una spesa di euro 5.574.508, a fronte di un tetto di euro 5.634.252, con un risparmio di euro 59.744.
  • De Bellis di Castellana Grotte. Per la farmaceutica diretta si è registrata una spesa di euro 1.985.587, a fronte di un tetto di euro 1.453.279, con un maggior costo di euro 532.308.
  • Policlinico di Bari. Per la farmaceutica diretta si è registrata una spesa di euro 19.633.855, a fronte di un tetto di euro 16.701.533, con un maggior costo di euro 2.932.322.
  • Ospedali Riuniti di Foggia. Per la farmaceutica diretta si è registrata una spesa di euro 6.927.034, a fronte di un tetto di euro 5.857.833, con un maggior costo di euro 1.069.201".
     

“Rinforzare gli organici dei Pronto Soccorso di tutta la Capitanata e, in particolare quello di Cerignola, è una priorità non più differibile”.

Lo dichiara Gino Giorgione, Segretario Generale UIL FPL FOGGIA dando vita ad una riflessione generale sulle criticità delle strutture di pronto soccorso.

“Implementare le piante organiche significherebbe sia eliminare i turni massacranti dei medici e del personale sanitario in servizio, sia ridurre i tempi di attesa. Penso non soltanto ai medici ma anche a tutto il personale sanitario. Come non si può sottacere la carenza di anestesisti che, già stremati da turni massacranti, devono coprire anche altri presidi. Non è possibile sopportare dei carichi clinici così alti senza il rischio di commettere errori.

Inoltre, i pazienti dializzati di San Nicandro devono poter fruire delle opportune terapie senza dover compiere spostamenti spossanti e pieni di disagi a San Severo in particolar modo in estate”, spiega il Segretario Generale Territoriale UIL FPL FOGGIA che prosegue nella sua disamina: “Il fabbisogno deliberato dall’Asl prevede 20 farmacisti , ma in servizio sono molti meno. Nonostante ci siano graduatorie regionali di farmacisti disponibili e  domande di mobilità, ormai da diversi mesi, l’ufficio concorsi ritarda il reclutamento e ciò sta creando gravi disagi anche  e soprattutto per l’arrivo del periodo estivo. Inoltre, nel SpDc di foggia ci sono all’incirca 30 psichiatri per 15 pazienti; su tutto il territorio di Capitanata si arriva a stento a quota 20 per assistere un bacino di 622.000 abitanti. Dulcis in fundo il mancato riconoscimento del premio Covid sul quale ci siamo già spesi e torneremo a breve a farci sentire per il personale di Sanitaservice ASL FG ”. 

“Su questi aspetti che riteniamo di fondamentale importanza noi abbiamo intenzione di continuare a incalzare tanto i vertici ASL, quanto la Regione Puglia e Sanitaservice. Così come ci attendiamo risposte puntuali sul tema della stabilizzazione dei precari. Se vogliamo davvero investire sulla sanità e dare vita a una svolta di civiltà, queste pesanti criticità vanno risolte”, conclude Giorgione.

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