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VERDI di Capitanata chiedono che l'amministrazione comunale di Manfredonia si unisca all’appello di tanti altri sindaci italiani ed in nome della Costituzione e dei basilari diritti umani dichiari aperto il porto sipontino per accogliere le vite umane rese ostaggio da giorni nel Mediterraneo da una politica disumana e di chiusura che non possiamo condividere e che ci riporta indietro di secoli nel livello di civiltà.
Non possiamo accettare la speculazione politica su un tema delicato come l’immigrazione affrontandolo come mero raccoglitore di facili consensi.
Proponiamo altresì a tutte le amministrazioni comunali di Capitanata di istituire un albo anagrafico ai sensi dell'art. 14 del d. lgs. 18 agosto 2000, n. 267 per esercitare il potere istitutivo che garantisca il rispetto della Convezione di Ginevra e della nostra Costituzione che tutelano l’iscrizione anagrafica. Siamo conviti che non si possa disconoscere, e la giurisprudenza della Corte di Cassazione ci da ragione, il diritto alla residenza come “diritto soggettivo” inalienabile.
Riteniamo che non sia accettabile mettere in pericolo per fini politici vite innocenti e non intendiamo sottoscrivere pagine di storia sulla pelle di esseri umani spesso in fuga dalla guerra o dalla povertà estrema dovuta ai cambiamenti climatici ed allo sfruttamento neocolonialista delle loro risorse naturali.
Innocenza Starace e Fabrizio Cangelli - portavoce Verdi di Capitanata
DELIBERA-ISCRIZIONE-ANAGRAFE-RICHIEDENTI-ASILO.pdf
L’Istituto di Cultura e di Lingue Marcelline quest’anno celebra i 120 anni di presenza nella città di Foggia e mercoledì 9 gennaio 2019 sarà una giornata dedicata a questa importante ricorrenza. Alle ore 11:00 sarà celebrata una Santa Messa dall’Arcivescovo Metropolita Mons. Vincenzo Pelvi nella Cattedrale, il rito eucaristico sarà concelebrato da Mons. Mario Paciello, Vescovo emerito di Altamura - Gravina - Acquaviva delle Fonti.
Nel pomeriggio alle ore 16:00 nella sala della Musica dell’Istituto Marcelline si esibirà la formazione corale The Dove’s Gospel Choir diretta dalla prof.ssa Raffaella Porciatti in un concerto di canti gospel dal titolo “20 Years of Praise”.
Alle ore 18:00 si terrà il convegno dal titolo “Quale Libertà? Idee a confronto”, presso l’Istituto Marcelline. Al convegno interverranno l’Arcivescovo Mons. Vincenzo Pelvi, il Sindaco di Foggia Franco Landella, il Presidente della Provincia di Foggia, Nicola Gatta, il Procuratore capo della Repubblica dott. Ludovico Vaccaro, il Presidente della Prima Sezione del Tribunale di Foggia dott. Antonio Buccaro, la Dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale, Ambito territoriale di Foggia, dott. Maria Aida Tatiana Episcopo, la Madre Generale della Congregazione delle Marcelline,
Sr Marimena Pedone e la Legale Rappresentante dell’Istituto di Cultura e di Lingue Marcelline, Sr Anna Monia Alfieri.
Ad accogliere gli ospiti ci sarà la Preside dell’Istituto Marcelline, prof. Stefania Tetta, tutto il corpo docente e gli alunni della Scuola Secondaria di Primo Grado che faranno un’introduzione al tema del convegno.
Dalla sua inaugurazione nel 1899 ad oggi l’Istituto Marcelline ha formato tante generazioni di studenti, dando alla città un esempio di professionalità, cura e dedizione alla missione educativa. Sono passati 120 anni da quando l’Arcivescovo di Foggia, Mons. Carlo Mola, rivolse alle suore Marcelline l’invito ad assumere la gestione di un convitto femminile nella città di Foggia. La Congregazione delle suore Marcelline, istituita a Milano dal Beato Luigi Biraghi, il Fondatore, accettò senza esitare, nello spirito propositivo e operoso che ha sempre guidato la loro attività.
Grazie alla presenza dell’Istituto Marcelline, la città di Foggia ha conosciuto uno stile educativo innovativo, dove da sempre il bambino e la sua specificità sono messi al centro del progetto pedagogico, con l’obiettivo di offrire la possibilità di avere una cultura “soda”, come amava definirla il Fondatore, e arricchita dai valori cristiani. Nel solco tracciato dal Beato Biraghi e da Madre Marina Videmari, cofondatrice delle scuole Marcelline, la Congregazione ha sempre operato in stretta collaborazione con i laici, considerandoli parte integrante della missione educativa. Ed è grazie a questa lungimirante intuizione che oggi l’Istituto Marcelline di Foggia educa bambini e ragazzi a partire dal nido e dalla sezione primavera, passando per la scuola dell’infanzia e primaria, fino alla scuola secondaria di primo grado, mettendo in campo esperienza e passione educativa al fine di formare cittadini consapevoli, con un bagaglio culturale e valoriale di cui poter sempre disporre e da cui attingere durante il proprio percorso di vita.
Il prossimo 9 gennaio durante la celebrazione eucaristica del mattino alle 11:00 nella Cattedrale di Foggia saranno ricordati nella liturgia i simboli e gli aspetti salienti della missione educativa dell’Istituto Marcelline. Nel convegno del pomeriggio, alle ore 18:00 nella sala della Musica dell’Istituto Marcelline in corso G. Garibaldi 108, la giornalista Giovanna Greco modererà la tavola rotonda sul tema della libertà, visto sotto i vari aspetti proposti dai relatori. Suor Anna Monia Alfieri, legale rappresentante dell’Istituto, dedicherà il suo intervento alla libertà di scelta educativa ed al pluralismo educativo, due aspetti nodali del sistema dell’istruzione pubblica italiano.
Gli alunni della Scuola Secondaria di Primo Grado dell’Istituto Marcelline accoglieranno gli ospiti con esecuzioni musicali e con una presentazione di alcuni personaggi storici italiani e stranieri che hanno dedicato la vita all’affermazione della libertà nel proprio contesto storico-culturale, diventando oggi un esempio universale di tenacia e coraggio.
La cittadinanza tutta è invitata.
Programma della Commemorazione dei 120 anni della presenza dell’Istituto Marcelline a Foggia
Mercoledì 9 gennaio 2019
Ore 11:00 Santa Messa nella Cattedrale officiata dall’Arcivescovo Mons. Vincenzo Pelvi e dal Vescovo emerito Mons. Mario Paciello.
Ore 16:00 Concerto Gospel “20 Years of Praise” della formazione corale “The Dove’s Gospel Choir” diretta dalla prof.ssa Raffaella Porciatti, sala della Musica dell’Istituto Marcelline, C.so G. Garibaldi 108, Foggia.
Ore 18:00 Convegno “Quale Libertà? Idee a Confronto”, sala della Musica dell’Istituto Marcelline, C.so G. Garibaldi 108, Foggia.
Questa sera, come avviene ormai da anni, l'associazione Insieme per... organizza l'evento:"ARRIVANO I MAGI". Alle ore 18.30 i Magi arriveranno presso la Grotta di San Michele. Un evento molto suggestivo grazie anche agli abiti che indossano i protagonisti.
“Anche oggi sono operative le squadre dell’Ugr27, dell’Agesci e della Tecneco per liberare le strade secondarie, le vie del centro storico, gli ingressi a chiese e poste“ - fa sapere il Sindaco di Monte Sant’Angelo, Pierpaolo d’Arienzo.
Generoso Rignanese, Assessore all’Agricoltura e Bilancio: “Nell’entroterra, un problema al servizio di fornitura elettrica ha tenuto senza energia le aziende agricole e zootecniche per più giorni: da stamattina è operativa una squadra dell’Enel che sta risolvendo il problema”.
Per quanto riguarda, invece, la viabilità stradale: “La 272 per San Giovanni Rotondo è completamente ripulita, la 144 per la Foresta Umbra percorribile solo con gomme da neve e la 55 per Macchia completamente accessibile” - commenta il Comandante della Polizia Municipale, Antonio Lombardi.
Relativamente agli eventi previsti nel cartellone del “Monte Sant’Angelo Christmas Festival”, l’Assessore alla cultura e turismo Rosa Palomba fa sapere che - “Il concerto dei Furano sax quartet dell’Acli è stato rinviato, così come il Presepe vivente nella Frazione Macchia è stato rinviato al 1 febbraio. Confermato, invece, l’appuntamento delle ore 18.30: l’Arrivo dei Magi al Santuario a cura dell’Associazione Insieme Per”.
Per informazioni ed eventuali necessità sono sempre a disposizione i seguenti numeri:
COC - Centro Operativo Comunale 0884562858
Polizia Municipale 0884566208
www.montesantangelo.it
Prima che, come da tradizione, l'Epifania tutte le feste porti via, ci sono ancora due giornate targate Gal DaunOfantino per godersi a Manfredonia gli ultimi scampoli delle tradizioni legate al Natale. Si inizia oggi (sabato 5 gennaio) con l'arrivo a cavallo dei Re Magi ad "Accadde in una Grotta", il Presepe Vivente negli Ipogei Capparelli di Siponto (la più grande Necropoli paleocristiana della Daunia), che torna con la sua terza ed ultima data di questa edizione organizzata dal Gal in collaborazione con il Comune di Manfredonia, l'Associazione S.C.I.C. e la Parrocchia San Michele di Manfredonia.
Alle ore 18 ed alle ore 20, andrà in scena l'arrivo a cavallo di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, i magi che, guidati da una stella, arrivano dall'oriente per rendere omaggio a Gesù appena nato a Betlemme, donandogli oro, incenso e mirra. Un ulteriore momento che va a puntellare la rappresentazione di quella notte magica e suggestiva di oltre 2000 anni fa, ricostruita in ogni dettaglio sartoriale e scenografico.
Infatti, quest’anno “Accadde in una Grotta” ha visto crescere il numero dei figuranti (una cinquantina, con abiti d’epoca) e delle postazioni allestite (diciotto). Lungo il percorso che porta alla Grotta della Natività, infatti, vi erano fornai, venditori di stoffe e di tappeti, pastori, pescatori, fabbri, pastai, falegnami, impagliatori, ricamatrici, oste, mercanti di anfore, venditori di frutta ed un recinto con animali. Inoltre, è stato possibile degustare gratuitamente pettole, pancotto e vino.
L’ evento, che contribuisce ad animare e valorizzare il territorio nell’ottica della destagionalizzazione turistica, permette ai visitatori di immergersi nell’ambientazione proposta dal Presepe Vivente, tanto originale quanto affascinante, con gli ampi spazi interni degli Ipogei Capparelli (situati nei pressi del Parco Archeologico di Siponto), trasudanti di storia ed archeologia, diventati location originale della rappresentazione della Natività, a cui fanno da cornice la riproposizione realistica di antiche botteghe e la degustazione di prodotti tipici locali.
Non solo "Accadde in una Grotta". La mattina di domenica 6 gennaio c'è "Natale in Centro", il programma di animazione musicale e ricreativa, organizzato in collaborazione con i commercianti di Corso Manfredi e con il patrocinio del Comune di Manfredonia.
Con l’obiettivo di animare il centro storico della città ed allietare il clima delle festività, rendendo più appetibile il cuore commerciale della città a favore di esercenti, cittadini ed acquirenti, si esibiranno (dalle 11 alle 13.30) il sassofonista Matteo Marasco (c\o Largo dei Celestini) ed il duo Maria e Vincenzo D’Oria (c\o Piazza Chiesa Stella). Musica per tutti i gusti, con i vari generi musicali che avranno come file rouge le melodie natalizie riarrangiate in chiave originale.
La filiera corta di Borgo Turrito: produzione, trasformazione e packaging 100% foggiani
FOGGIA – Più 30% di export, per i vini Borgo Turrito, con una produzione, trasformazione, promozione e packaging 100% made in Foggia. C’è una città che le classifiche le scala per il verso giusto. E lo fa non solo in forza di un’eccellenza produttiva, ma anche grazie a maestranze, tecnici e management che, per oltre il 90%, sono giovani, foggiani, formatisi sul campo, negli studi e nelle Università di Foggia e della Puglia.
“Stiamo ottenendo i risultati per cui abbiamo lavorato tanto, costruendo un circuito virtuoso di collaborazioni e integrazione di filiera con altre aziende agricole e vitivinicole che esprimono la nostra stessa filosofia”, ha spiegato Luca Scapola, giovane imprenditore di Borgo Incoronata che dei vini Borgo Turrito ha fatto una bandiera della Foggia che funziona, che viene riconosciuta come eccellenza e che è capace di vincere anche fuori casa, per usare una metafora calcistica.
LA SQUADRA. L’equipe di Borgo Turrito è composita. Il front office dell’azienda, con il grazioso e ampio show room che accoglie i clienti, è tutto al femminile. Anche l’immagine grafica coordinata così come la cura del packaging sono frutto di professionalità al femminile. La coltivazione e la cura dei vigneti, che la pagina facebook aziendale racconta giorno per giorno dando anche una declinazione mediatica al concetto della tracciabilità totale, è gestita da una squadra che ha acquisito le proprie competenze con anni di studio e di esperienza diretta. Stesso discorso per la raccolta stagionale delle uve e per tutto il percorso che va dalla cura della pianta alla raccolta dei grappoli, fino alla loro trasformazione, all’imbottigliamento e all’etichettatura.
FARE CULTURA, ESPRIMERE UN MODELLO. “L’esempio di Borgo Turrito non è l’unico, naturalmente”, ha aggiunto Luca Scapola. “Da anni collaboriamo con professionisti e realtà imprenditoriali foggiane che smentiscono il quadro generale, lo contraddicono con i fatti, facendo cultura, esprimendo un modello che funziona, che crea buona occupazione, fa formazione ed è capace di fare sistema, cioè mostra una via possibile perché attuata e sperimentata ormai da anni con successo”, ha fatto rilevare Scapola. Stiamo parlando di un processo in atto da ormai diversi anni, che concretizza parole d’ordine a volte abusate come innovazione, sostenibilità, valorizzazione della filiera corta, formazione sul campo, buona occupazione per i giovani foggiani, perfino integrazione per quei migranti, la maggior parte, che intendono vivere e lavorare onestamente. “E’ per questo motivo che, in modo professionale e facendoci dare una mano da chi fa comunicazione, raccontiamo il ruolo e la storia dei lavoratori di Borgo Turrito. Persone, parti integranti di un progetto che, negli ultimi anni, ha fatto educazione e cultura anche attraverso educational, percorsi di alternanza scuola-lavoro, manifestazioni e iniziative per far vivere la campagna, la cultura e il paesaggio rurali a centinaia di bambini, giovani, famiglie. “Foggia è un grande laboratorio verde con potenzialità enormi. Noi ci abbiamo creduto, ci crediamo e continueremo a farlo anche nel 2019. Il nostro futuro è la nostra città”.
Il nuovo anno, per i militari dell’Ufficio Circondariale marittimo di Vieste, è iniziato nei migliore dei modi. Nella mattina del 01 gennaio, rispondendo prontamente ad una segnalazione pervenuta presso la Sala Operativa del Comando in intestazione, si sono recati sull’arenile di S. Lorenzo per recuperare un’esemplare vivo di “Caretta Caretta” spiaggiatosi e riportante alcune ferite sul cranio. Si è proceduto a notiziare nell’immediato il Centro di Recupero tartarughe – Legambiente di Manfredonia (che collabora col progetto europeo Tartalife) e contemporaneamente, portare la specie protetta al caldo presso gli Uffici della Guardia Costiera in attesa dell’arrivo del Dott.Furii, veterinario del centro sopraenunciato. Giunto sul posto, lo stesso ha individuato età e sesso della tartaruga, esemplare femmina di circa vent’anni che è stata trasportata per le cure dovute e necessarie presso il centro di recupero. Come in questo caso, si invita la cittadinanza a comunicare prontamente al Comando della Guardia Costiera eventuali avvistamenti di questi esemplari. Un modo per garantirne la salvaguardia.
L’iniziativa nazionale si svolgerà domenica 6 Gennaio a San Severo in Piazza Incoronazione dalle ore 10 alle ore 13. Nel pomeriggio la deputata del M5S di San Severo sarà a Lucera sempre nell’ambito di “Giocattoli in Movimento”
“Far socializzare i nostri bambini facendo comprendere l’importanza del riuso e della condivisione”. Così Carla Giuliano, parlamentare del M5S di San Severo spiega gli obiettivi dell’iniziativa nazionale “Giocattoli in Movimento”. Evento che, con il supporto organizzativo degli attivisti locali, sarà allestito a San Severo in Piazza Incoronazione dalle ore 10 alle ore 13.
“Ogni bimbo potrà portare due o più giocattoli che non usa più per scambiarli con i giochi donati da altri bambini. Inoltre sarà possibile anche scambiare libri. Il tutto dovrà essere in un buono stato di conservazione, di modo che ciascuno possa fruire al meglio e in completa sicurezza del giocattolo o del libro scelto”, spiega Giuliano che anticipa: “i giocattoli e i libri che resteranno al termine dell’iniziativa saranno devoluti in beneficenza”.
Sempre nel pomeriggio del 6 gennaio, la parlamentare del M5S di San Severo sarà impegnata a Lucera nell’ambito di “Giocattoli in movimento”.
Il Gargano e la Capitanata non furono isole felici nel bel mezzo dei cicloni tempestosi dell’epoca, anzi il governatore Bardesono parlerà di condizioni di sfruttamento dei contadini e dei braccianti peggiori di quelle a cui erano sottoposti in America gli schiavi negri.
A Vieste la rivolta iniziò il 3 gennaio in una giornata di pioggia, quando verso le ore 22 un tale Giulio Notarangelo cominciò a inneggiare ad alta voce il nome di Francesco II. In meno che non si dica, nella piazza del «Fosso», si riunirono circa un migliaio di persone che urlavano a squarciagola: «Viva Francesco». Il sindaco Alfonso Perrone, presente a quell'ora nella sede del «Giudicato regio» insieme al nuovo giudice regio Antonio Mascia, lo invitò a intimorire un gruppo di giovani che intorno alle 23 percorrevano le strade cittadine in segno di protesta. Il giudice, sceso in strada, minacciò di chiamare la forza pubblica. Le voci si rincorsero immediatamente determinando uno spavento generale che calmò gli animi più esacerbati.
Altri tumulti si verificarono nei giorni 4 e 5 gennaio. Il giorno 6 gennaio, il «popolaccio», rilevato che le manifestazioni precedenti non avevano sortito conseguenze e constatato che la sede del corpo della Guardia Nazionale era sguarnito per evidenti timori da parte dei militi, prevedendo che nessuna forza avrebbe raggiunto Vieste dall’esterno, ne assalì la sede prelevando un cannone, distruggendo i quadri di Vittorio Emanuele e di Garibaldi, togliendo e buttando via i simboli dei Savoia. La situazione divenne tale che i possidenti il giorno successivo, prima del ritorno dalla campagna dei contadini, decisero di concentrarsi armati nella sede della Guardia Nazionale per fermare la sommossa che avrebbe pregiudicato anche la loro incolumità fisica.
Il Perrone, autore di un Memorandum,non terrà mai in dovuto conto – quali moventi degli stravolgimenti politici e sociali in atto – le profonde condizioni di miseria delle masse subalterne, quasi le considerasse del tutto naturali e scontate; oltretutto, egli confidava nella dura repressione delle forze dell’ordine nei confronti dei contadini, visti e considerati quasi sempre come un pericolo e una minaccia.
Lo stesso non ebbe mai piena consapevolezza che l’estrema situazione di disagio in cui versavano i veri liberali era il risultato della politica cavouriana: pregiudiziale nei confronti dei democratici e conciliatoria nei confronti dei borbonici.
Infatti, anche a Vieste si possono riscontrare gli effetti e le conseguenze della politica moderata di eliminazione dell’esercito meridionale e di costituzione della Guardia Nazionale, entrambe finalizzate allo scopo di dar concretezza alla politica conciliatoria nei confronti dei borbonici.
Com'è palese, alle prime difficoltà la Guardia Nazionale abbandonò il posto di guardia per paura. Si può senz'altro presumere che atteggiamenti del genere, diffusi e praticati ovunque, siano da imputarsi alla scarsa organizzazione e alla superficiale preparazione dei militi stessi, ma non si può prescindere dall’ipotizzare che tali atteggiamenti siano stati anche la conseguenza della presenza voluta, e consentita, di molti elementi borbonici dediti al doppio gioco quando non al vero e proprio spionaggio.
Dal testo Vieste e la Daunia nel RisorgimentodiMarco Della Malva si apprendono ulteriori particolari, compreso quello che l’11 gennaio il maggiore Michele Cesare Rebecchi rendeva noto al vice governatore di aver attaccato Vieste via mare e via terra ristabilendovi l’ordine e proclamandovi lo stato d’assedio, avendovi ravvisato lo stato di incitamento alla guerra civile, la proclamazione del caduto governo, l'attacco e la resistenza alle forze nazionali, vari tentativi di saccheggio.
Un anonimo, estensore di un manoscritto, ha descritto genericamente i fatti accaduti nei giorni 3, 4 e 5 gennaio, polemizzando tuttavia aspramente con il comportamento di Alfonso Perrone e di altri liberali, colpevoli – a suo dire – del mancato merito dato alla Guardia Nazionale locale che aveva domato la rivolta; della venuta della Guardia Nazionale di Monte Sant'Angelo al comando del maggiore Rebecchi; della proclamazione dello stato d’assedio; degli incidenti avvenuti tra i montanari e i popolani, che avrebbero contribuito ad acuire l’odio nei confronti dei possidenti liberali; dei contatti tra militi montanari e borbonici, che avrebbero poi favorito lo svolgimento dei tragici avvenimenti del 27 e 28 luglio, quando i briganti sarebbero entrati in Vieste.
Queste le parole scritte a proposito dall’Anonimo:
«Questa reazione fu sedata da un’imponente dimostrazione della Guardia Nazionale, alla quale non rimase alcun merito, per l’imprudenza del funzionante Sindaco di quei tempi Alfonso Perrone, che provocò dietro suo rapporto al Governatore… l’ordine di venuta ad una Colonna di Montanari, comandata dal Sig. D. Michele Cesare Rebecchi di MonteSantangelo. Non l’avesse mai fatto, né che il Rebecchi fosse venuto, come venne, se non altro sarebbe stato una scusa di meno ai fatti atroci che in prosieguo dovevano perpetuarsi da un buon numero di gente anche di questa colonna, che congiurò assieme alla feccia dei Viestani, come vedremo in appresso. E la scusa fu che la colonna e chi la comandava, onde rialzare lo spirito dei liberali, per assecondare sempre le vedute imprudenti di voluti liberali conigli, concertarono assieme con Alfonso Perrone, Carlantonio Nobile, Vincenzo Medina, Carlo Bosco, di dare un tono al Paese (frasario di questi Signori) ed apprendesi in che modo».(da Successe il ventisette a cura del Centro di Cultura «N. Cimaglia» di Vieste)
Ancora una volta si ha il riscontro che la politica moderata di conciliazione, permissiva nei riguardi dell'arruolamento di ex borbonici nella Guardia Nazionale, aveva comportato effetti devastanti: pur di avversare i democratici e gli autonomisti, i liberali monarchici erano disposti a perdere il Sud.
In ogni caso, anche la rivolta di Vieste sembra attestare in maniera inconfutabile la decisa avversione popolare contro l'aggressione militare dei Savoia e il fortissimo legame che univa il popolo a Francesco II di Borbone e all'eroica regina Sofia
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