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Non solo un ricco spazio artistico a Foggia. Ora anche Bari potrà godere di mostre con Maestri internazionali dell’Arte.

Giuseppe Benvenuto apre la permanente mostra della “Contemporanea Galleria d’Arte” in Piccinni, al civico 226.

L’inaugurazione avverrà mercoledì 13 aprile 2021, alle ore 17. Nell’occasione il direttore e curatore della mostra, Giuseppe Benvenuto, presenterà la personale del grande Renato Guttuso, visibile fino al 30 maggio c.a.

Poi la mostra sarà visibile a Foggia dal 13 maggio 2021, sempre presso la “Contemporanea Galleria d’Arte” in viale Michelangelo al civico 65.

Si inizia con la retrospettiva (20 opere) del Maestro Renato Guttuso.

Lo spazio artistico sarà sempre pieno di opere, proponendo artisti italiani e internazionali, con opere indite e di grande successo. Accardi, Amadio, Angeli, Boetti, Burri. Chia, Corpora, Cucchi, Dorazio, Festa. Fioroni, Frangi, Galliani, Guttuso, Lodola, Marcheggiani, Mariani, Nativi, Nespolo, Perilli, Pignatelli, Procopio, Schifano, Warhol, sono alcuni degli artisti che la “Contemporanea Galleria d’Arte” ospiterà nel corso della sua apertura.

 “E’ come se un filo indissolubile unisse i vertici della Puglia, creando un polo dell’arte che deflagherà nel panorama nazionale: la Contemporanea d’Arte di Giuseppe Benvenuto porterà a Bari una ricca retrospettiva del Maestro Renato Guttuso.

Venti opere visitabili dal 13 aprile al 30 maggio: l’esposizione proporrà percorsi che toccheranno l’intera produzione artistica di Guttuso, spaziando da chine a tempere, a olii nei quali la potenza del colore e la padronanza dello strumento pittorico, tipici del Maestro, evidenzieranno il suo eclettismo e la sua unicità.

Sarà un viaggio a diverse velocità, che porterà il fruitore finanche in Egitto per degli appunti di viaggio nei quali si scorgerà la dinamicità, l’innovatività del grande artista.

Con un’attenzione particolare all’inquietudine Guttusiana di un comunista che ha abitato in un voluttuario palazzo settecentesco, basculando tra le lusinghe di una moglie e le vampate di una amante. Sarà proprio quel flusso che animerà il confronto sulla religione che ci condurrà inevitabilmente a riflettere sul mistero inspiegabile di una conversione inaspettata ed inattesa.

Una vita teatrale, come i suoi ridondanti bozzetti nei quali trasfigurare quello che si vorrebbe essere e che, purtroppo, non si è; in un gioco di onirici mutamenti che appariranno nella vita come quella tigre che solca i passi dinanzi una delle mitiche scalinate delle sontuose ville di Bagheria, care al Maestro.

Sensazioni che verranno trasferite in ognuno degli spettatori dai volti colmi di sentimento e di emozione, catturati nelle loro storture e nelle loro inimitabili visioni quasi in pose di picassiana memoria. Soggetti che inevitabilmente si legheranno ai luoghi tanto cari al Maestro quasi da costituire la sua cifra stilistica: i tetti che portano l’arte a toccare il cielo della perfezione perchè, come diceva Renato Guttuso nel 1980, “la pittura è una lunga fatica di imitazione di ciò che si ama”.   

Dal 13 maggio la mostra personale si trasferirà a Foggia, per consolidare il gemellaggio artistico tra le due città pugliesi e sublimarlo a punto di riferimento nel panorama nazionale per appassionati e collezionisti, ma soprattutto per coloro che vorranno calarsi nella magia Guttusiana: l’inquietudine della contemporaneità”.

La mostra ottempererà tutte le norme e leggi vigenti in materia anti CoVid-19.

INGRESSO GRATUITO!!!

Orari: dal lunedì al venerdì dalle ore 15:30 alle 20:30 | sabato e domenica dalle ore 10 alle 13 e dalle 15:30 alle 20:30, festivi inclusi.

Vernissage martedì 13 aprile ore 11,00 per la Stampa | dalle ore 17,00 alle ore 20,30 per il Pubblico.

Info e contatti
Cell. +39 3467334054
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A distanza di una settimana dall’esordio de “Le indagini di Lolita Lobosco”, la serie televisiva che va in onda su Rai 1 la domenica sera, si è potuto davvero riscoprire il valore dell’appartenenza delle persone a una terra unica, la Puglia.

Si può dire tranquillamente che è una serie mirabile, a prescindere dalla collocazione territoriale, che sia barese o foggiana, brindisina, leccese o tarantina. Qui va assolutamente riposta qualsiasi forma di referenzialità, dando spazio a quella regionale.

Con questa serie ci si sente davvero pugliesi, riscoprendo la propria originalità, il proprio orgoglio di essere pugliese.

I numeri di audience danno ragione alla serie televisiva, agli autori, agli interpreti, a chi ha creduto in un progetto televisivo in una terra che da anni sta investendo nel settore cinematografico. 

La RAI ha voluto ripetere l’esperimento di proporre serie poliziesche con venature divertenti, dove i protagonisti diventano autoctoni. Lo ha fatto con la serie “Imma Tataranni, Sostituto Procuratore”, ridando luce e splendore a una Matera, già lucente come Capitale della Cultura 2019,  che si ricorda solo per i Sassi, ed invece ha tanto da mostrare.

Analogie che in comune hanno il Mezzogiorno d’Italia, dove Napoli fa da capostipite per le numerose serie prodotte: una tra tante l’ultima in onda de “Il Commissario Ricciardi”, noir di altri tempi, avvincente, riflessivo. 

“Le indagini di Lolita Lobosco” è ambientata a Bari, con puntatine a Monopoli e aree dell’entroterra intorno alla città, dove è espressa tutta la “baresità” di una donna combattuta col suo passato, che ritorna anche per sconfiggerlo, oltre che capirlo.

Immagini di una città preponderante murattiana, tra i vicoli di Bari Vecchia e le sue orecchiette, meglio conosciute come strascinati, dove le donne si mostrano con la parannanza , col tavoliere colmo di pasta fresca e pomodori seccati al sole, banchi di pesce appena pescato e fiori sui muri bianchi. Usanze centenarie di tradizioni che neanche le più recenti leggi alimentari hanno sostituito al fascino locale.

C’è chi parla di pronuncia accentuata di Luisa Ranieri: forse, ma le movenze son quelle, della donna barese, che con un “meh” e lo sguardo dice e risponde a tutto.  La sua interpretazione è strepitosa, simbioticamente al luogo.

Bari vista dall’alto, uno spettacolo nello spettacolo, di un lungomare infinito, di un centro storico candido ed etnico. Quella Bianchina, rossa e bianca, parcheggiata innanzi alla basilica di San Nicola rafforza la storicità del luogo, di per se rappresentata dal Petruzzelli e i tetti bianchi di Largo Abate Elia. Scene del comun vivere, come mangiare un panino seduta sul muretto del lungomare, sono le peculiarità che contraddistinguono l’odierno vivere, pertanto il far quotidiano.

L’Apulia Film Commision ancora una vota, ha sfornato un prodotto eccellente. La Regione Puglia c’ha creduto e ha fatto bene, pure concedendo alcune sue sale per alcune riprese, come la ricostruzione del set dell’ospedale.

Le musiche, strepitose, grintose, cariche di energia.

La regionalità vince e ci proietta verso nuove sfide per altre produzioni, dove lo spettacolo fa pandan con la cultura, con la storia.

Regionalità la parola vincente, aprirsi al territorio nella sua completezza di una regione che ha tutto: mare, monti, boschi, spianure e sassi, microclimi e anfratti. La Puglia è tutto questo, dal Gargano e dai Monti Dauni fino all’estrema punta di Santa Maria di Leuca.

Regionalità dev’essere l’incipit che deve accompagnarci e farci contraddistinguere, senza star lì a circoscrivere territori e appartenenze.

Siate pugliesi perché siamo pugliesi!

Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano comunica che terminerà il 2 marzo il mandato del commissario straordinario Vitangelo Dattoli, alla guida dell'azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico di Bari, attualmente in forza con la medesima carica al Policlinico Riuniti di Foggia. 

La giunta regionale con delibera n. 1975 del 10 dicembre 2020 aveva affidato al commissario straordinario Dattoli, oltre alla gestione ordinaria delle attività aziendali, tre obiettivi: l'attivazione del covid hospital in Fiera del Levante, la riattivazione dei reparti di area medica chiusi in seguito al sequestro giudiziario con facoltà d'uso dei padiglioni Chini e Asclepios e gli atti necessari al dissequestro degli stessi padiglioni.

“Vitangelo Dattoli è una risorsa preziosa della sanità pugliese - dichiara il presidente Emiliano - Devo ringraziarlo pubblicamente e sentitamente per il grande lavoro di questi mesi alla guida del Policlinico di Bari e per la dedizione con la quale ha gestito situazioni complesse che si sono sommate alle criticità legate alla pandemia. Devo ringraziarlo per aver messo ancora una volta a disposizione della comunità pugliese la sua esperienza, la sua professionalità e il suo tratto umano, assumendo questo gravoso incarico in aggiunta al suo ruolo di commissario straordinario del Policlinico di Foggia dove, lo ricordo, sta svolgendo una funzione a dir poco rivoluzionaria”.

PIANO DI ATTIVAZIONE DEL COVID HOSPITAL IN FIERA DEL LEVANTE

Lunedì 1 marzo sarà adottata la determina regionale di attivazione dell'ospedale temporaneo in Fiera del Levante, sulla base del Piano di attivazione approvato dal Policlinico e trasmesso al dipartimento promozione della salute della Regione Puglia giovedì 25 febbraio.

Si tratta di una corposa documentazione che definisce le modalità operative della gestione della struttura da parte del Policlinico di Bari. In dettaglio sono trattati tutti gli interventi amministrativi, tecnici, strumentali, procedurali e gestionali che sono stati propedeutici e necessari ai fini dell'attivazione dell'ospedale.

Sempre lunedì 1 marzo alle ore 18 si svolgerà in videoconferenza l'incontro con i rappresentanti sindacali per l'informativa sul piano di attivazione a cui parteciperanno il Presidente Michele Emiliano, l'assessore alla salute Pier Luigi Lopalco, il direttore del dipartimento Vito Montanaro e il commissario Vitangelo Dattoli.

Ricordiamo che il Prefetto di Bari in data 25 novembre 2020 ha adottato il provvedimento di requisizione d'uso temporanea dei padiglioni 7-9-10-11-18 affidando l'immobile Fiera del Levante in favore della Regione Puglia e della Azienda Ospedaliero Policlinico Bari. Il 10 dicembre, al momento dell'insediamento del commissario straordinario Vitangelo Dattoli, erano già in corso i lavori di realizzazione dell'ospedale.

In data 16 gennaio 2021 è stata verbalizzata la consegna dell'immobile da parte della Protezione Civile con il progressivo subentro del Policlinico, subordinato ad alcune piccole modifiche strutturali e al completamento delle attività di approvvigionamento delle dotazioni funzionali.

Con la delibera di giunta regionale n. 137 del 27 gennaio del 2021 sono state fornite indicazioni in merito alla gestione sotto il profilo clinico, organizzativo e logistico della struttura da parte dell'azienda ospedaliero universitaria Policlinico di Bari.

In Fiera è stato realizzato un modello organizzativo di ospedale innovativo, capace di fornire una risposta immediata e flessibile ai bisogni assistenziali dei pazienti che verranno ricoverati.

Nelle ultime settimane sono state affrontate e risolte tutte le problematiche relative al reclutamento del personale, al completamento degli arredi, alla definizione degli aspetti inerenti la sicurezza sul lavoro, la definizione dei percorsi covid+ e covid free per tutti gli operatori sanitari e dei servizi, le operazioni di collaudo delle apparecchiature (Tac, pompe, respiratori...), il sistema informatico di connessione con la centrale operativa del Policlinico per l'utilizzo della cartella clinica elettronica, le attività di monitoraggio e autocontrollo per la prevenzione del rischio microbiologico e la definizione di tutte le procedure operative di gestione del rischio e sicurezza delle cure.

DISSEQUESTRO DEI PADIGLIONI CHINI E ASCLEPIOS

Giovedì 25 febbraio il commissario straordinario Vitangelo Dattoli ha trasmesso al Gip e alla Procura della Repubblica l'istanza di dissequestro dei padiglioni Chini e Asclepios.

Le strutture erano state poste sotto sequestro con facoltà d'uso in seguito all'inchiesta per presunti casi di  legionellosi. Il 14 dicembre 2020 il Commissario straordinario è stato designato quale custode giudiziario.

Sono state portate a compimento tutte la attività di carattere igienico sanitario, i rilievi di carattere microbiologico, il rilievo e mappatura delle reti idriche e interventi tecnici per il controllo del rischio legionella e sono stati definiti i lavori di manutenzione straordinaria delle reti idriche.

Con delibera del commissario straordinario n. 324 del 23 febbraio 2021, è stata implementata l'organizzazione della direzione medica mediante l’istituzione di un servizio di coordinamento della gestione del rischio ambientale e sanitario, tra le cui competenze rientra il monitoraggio e controllo del rischio relativo alla legionella.

RIATTIVAZIONE DEI REPARTI DI AREA MEDICA

Nei mesi di dicembre e gennaio il Commissario straordinario ha riorganizzato i posti letto di area medica no Covid del Policlinico, chiusi in seguito al sequestro del Padiglione Chini. Sono stati riallocati posti di degenza delle unità operative di medicina interna “Murri” e “Baccelli”, l'ematologia con trapianto, l'endocrinologia, la reumatologia e la cardiologia universitaria presso altri reparti del Policlinico in particolare il Padiglione Balestrazzi e il padiglione Asclepios. Complessivamente si tratta di 80 posti letto di area medica e specialistica.

Con l'attivazione del Covid Hospital in Fiera del Levante sarà possibile allocare presso il padiglione Balestrazzi l'area internistica della clinica “Frugoni” e un modulo di pneumologia no covid, per complessivi 40 posti letto.

In totale si tratta della restituzione di 120 posti letto di area medica e specialistica che erano venuti meno nel Policlinico per via della riconversione di alcuni reparti in risposta all'emergenza Covid e al sequestro del padiglione Chini.

L'Università degli Studi Aldo Moro di Bari, con il contributo di docenti di altre università e centri di ricerca, continua nella formazione di nuovi archeologi.Una serie di seminari per la formazione nel settore del patrimonio archeologico, con dottorati Pasap_Med.

Il 22 febbraio, alla ore 15,30, sulla piattaforma web Microsoft Team (https://bit.ly/3qrNNFa), si svolgerà il seminario "La vita dei monumenti", condotto dal prof. Modotto arco Mannino, docente di Progettazione architettonica del Politecnico di Bari. Il seminario sarà introdotto da Antonello Monaco

A renderlo noto è il Prof. Giuliano Volpe, ordinario di Metodologie della ricerca archeologica presso l'Università degli Studi Aldo Moro di Bari. Il prof. Volpe, da anni, è in prima linea sulla formazione e divulgazione dei beni archeologici in Italia, con particolare interesse in Puglia. Professore di Archeologia, Rettore emerito dell'Università di Foggia, Presidente del Consiglio Superiore 'Beni culturali e paesaggistici' del MIBACT, Presidente della Società degli Archeologi Medievisti Italiani, Presidente della Fondazione Apulia Felix onlus, ha presentato al Governo , con altri suoi colleghi, vari studi e proposte per salvaguardare il patrimonio culturale italiano.

Doveva giocarsi il 28 febbraio 2021. Invece il “derbyssimo” di Puglia tra Bari e Foggia si disputerà il 27 febbraio 2021, alle ore 15.

Data cambiata per esigenze radiotelevisive. Difatti il match andrà inonda, in diretta, su RAI Sport.

La notizia è stata diramata dalla LegaPro, con il comunicato n° 283/DIV, il 03 febbraio scorso.

Gara di ritorno del campionato, il derby tra le due compagini pugliesi è tra i più sentiti e seguiti. Sarà l’ulteriore prova per entrambe. Difatti il Bari, a quota 42 in classifica, cercherà la vittoria per rafforzare il secondo posto, alle spalle di una Ternana che sta prendendo il volo. Mentre il Foggia deve vincere per consolidare la sua quinta posizione, a 33 punti con il Teramo, per mantenere la zona play-off.

Comunque andrà sarà una partita avvincente, sentita, anche maschia.

Venerdì 5 febbraio 2021 alle 10.00, gli studenti dell’I.T.T. “Panetti – Pitagora” di Bari parteciperanno in streaming all’incontro per il progetto “Moro vive”, l’iniziativa del Consiglio Regionale della Puglia che avvicina i giovani delle scuole superiori pugliesi al pensiero, al ruolo e alla figura del grande statista di Maglie.

Porteranno i saluti istituzionali la prof.ssa ing. Eleonora Matteo, Dirigente Scolastico e la prof.ssa Maria Teresa Giuliani, referente del Progetto. La relazione sarà curata dall’on. Gero Grassi, componente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul Caso Moro.

Il progetto consiste nel racconto della vicenda umana, professionale, politica e drammatica di Aldo Moro, con particolare attenzione al ruolo avuto da Moro alla Costituente, da Ministro della Giustizia, della Pubblica Istruzione, degli Esteri e da Presidente del Consiglio dei Ministri.

Si tratta di raccontare la persona e di far conoscere ai giovani studenti la storia d’Italia ancora non scritta nei libri di testo, che vede Moro protagonista di un impegno che ruota sempre intorno alla persona.

La Costituzione Italiana, fortemente voluta da Aldo Moro, si basa sulla centralità della persona e sui diritti che sono riconosciuti dallo Stato e non più concessi, come nello Statuto Albertino.

Analogamente l’immagine di Aldo Moro nella Renault rossa, depositata in via Caetani, a Roma, non rende omaggio all’intera vita di Moro che non può esser ridotto ad un corpo inerme e martoriato.

“Moro vive” è il progetto dedicato dall’Assemblea legislativa pugliese ad Aldo Moro, a cura della Sezione Biblioteca e Comunicazione Istituzionale, unitamente ai progetti “Moro: martire Laico”, “Moro: educatore”, “Moro: professore”.

Il nuovo Ospedale Covid in Fiera del Levante è pronto. Sono terminati i lavori di realizzazione appaltati dalla Protezione civile regionale e oggi c’è stato il passaggio della struttura al Policlinico di Bari che ne assumerà la gestione, con la simbolica consegna della chiave al presidente della Regione Puglia e al commissario straordinario del Policlinico di Bari Vitangelo Dattoli, alla presenza del direttore del dipartimento Salute della Regione Puglia Vito Montanaro, del responsabile della Protezione civile Mario Lerario, del rettore dell’Università di Bari Stefano Bronzini, del preside della Scuola di Medicina Loreto Gesualdo, i rappresentanti delle due imprese, Cobar e Item Oxygen, che hanno realizzato la costruzione.

“Questo ospedale è il perno fondamentale del piano pandemico permanente della Regione Puglia - ha detto il presidente Emiliano - Nulla di questo investimento andrà perso neanche dopo l’emergenza, anche se l’emergenza ha determinato questa necessità. È tutto lavoro pugliese, è tutta testa pugliese. Gli ospedali simili in altre zone di Italia non funzionano come questo, che è un luogo multifunzionale, dove sono insieme terapie intensive e area medica. Abbiamo fatto questa scelta per riuscire a gestire tutti i gradi della gravità della malattia: è un luogo a pressione negativa, è un reparto di infettivologia, di pneumologia, di medicina, di terapia intensiva e subintensiva, possiamo gestire tutto con quella flessibilità che un maxi centro richiede. Attraverso questo sistema di gestione delle maxi emergenze, nella collaborazione tra la punta dell’accademia pugliese, il Policlinico di Bari e la Protezione civile, realizzeremo non solo all’interno del sistema sanitario, ma più in generale, nella gestione di tutte le emergenze, una collaborazione che stiamo creando sul campo”.

L'INTERVENTO DI MICHELE EMILIANO

“Ringrazio tutti coloro che hanno realizzato questa impresa – ha aggiunto Emiliano - In pochissime settimane abbiamo realizzato una infrastruttura sanitaria fondamentale. La Regione Puglia ha un buon equilibrio sanitario sotto l’aspetto finanziario e sotto l’aspetto del numero dei posti letto, ma non è una corazzata come altre regioni del Nord, che hanno più ospedali, risorse e personale sanitario. Questo è un dato di fatto, che tutti conoscono e che tutti fingono di ignorare. Questa struttura non nasce perché si è determinato un cattivo utilizzo delle strutture esistenti, ma nasce come dispositivo di sicurezza multiuso. Nasce perché non sappiamo, come non sapevamo con chiarezza, quanto sarebbe stata forte la seconda ondata Covid e non sappiamo se ce ne sarà una terza.

LE DICHIARAZIONI DI EMILIANO ALL'INTERNO DELLA STRUTTURA COVID

Vi ricordo che la seconda ondata è stata 20 volte quella di marzo e aprile, 20 volte. Io lo ripeto perché ho l’impressione che non ce ne siamo resi conto. La seconda ondata è stata affrontata in Puglia con una perfetta organizzazione, nonostante tutti i limiti. Nessun Paese del mondo sapeva come si affrontava questa epidemia. Noi abbiamo avuto certamente molti problemi per organizzare tutto il sistema, l’assistenza domiciliare, i medici di medicina generale, le Usca, il territorio, ma tutto oggi è a regime ed è suscettibile di potenziamento e rafforzamento, persino le piattaforme informatiche, che sono necessarie per i medici di medicina generale, sono attive. E soprattutto avevamo una esigenza, quella non solo di essere sicuri di avere sempre tutti i posti letto necessari, nonostante i 2500 posti che abbiamo messo a disposizione a prescindere da questa struttura per il covid, ma di avere un luogo che consentisse la convivenza tra la salute ordinaria, quindi la riattivazione piena di tutti gli ospedali della Puglia, e la gestione dell'emergenza covid, perché questa è una struttura a servizio dell’intera regione”.

Il presidente Emiliano ha dedicato questa giornata al sindaco di San Nicandro Garganico, Costantino Ciavarella, medico scomparso oggi, a tutti coloro che stanno combattendo contro il covid, ai loro familiari, e a tutti gli operatori sanitari che stanno lavorando da mesi e mesi: “i giocatori sono sempre gli stessi - ha detto – e abbiamo la metà degli ospedali di altre regioni con identica popolazione, per favore ricordatelo. Questo è un dramma sul quale non riusciamo ad attirare a sufficienza l’attenzione, noi abbiamo molto meno personale, quindi questa struttura servirà a consentire anche il massimo del risparmio del personale sanitario, per poter riavviare le grandi strutture ospedaliere della Puglia e contemporaneamente sostenere l’impatto dell’epidemia. Nelle prossime settimane inaugureremo altri reparti di terapia intensiva in tutta la Puglia”.

ALCUNE IMMAGINI DELLA GIORNATA

“Nonostante gli ospedali - ha concluso Emiliano - se qualcuno si contagia si rischia di morire lo stesso. Quindi tenere bassi i contagi è una fattore che salva più vite di qualunque ospedale di questo mondo. Tenere bassa la curva è fondamentale. Quello che il sistema sanitario e la protezione civile stanno facendo non serve se noi non riusciremo a rispettare tutte le regole possibili e immaginabili necessarie a tenere bassa questa curva. Lo so che ho fatto arrabbiare un sacco di gente, gli insegnati, i sindacati, quelli che volevano andare in presenza, quelli che avrebbero voluto tutto chiuso a scuola, abbiamo fatto arrabbiare ristoratori, operatori turistici, ci sono quelli che hanno lavorato e quelli che non hanno lavorato. Dovete sapere che ogni decisione, compresa quella di aprire questo ospedale, è frutto di ragionamenti lunghissimi data la situazione, dove ogni gesto viene misurato e rimisurato decine di volte per verificare se è quello giusto o sbagliato, e soprattutto non esiste un manuale di gestione di tutte le epidemie. Ci siamo accorti che questo sistema complessivo riesce a tenere bassa la curva. In questi tre/quattro mesi, finche non avremo vaccinato la maggioranza della popolazione, bisogna fare questo sforzo. E non mi si venga a dire che, siccome siamo molto organizzati dal punto di vista sanitario, questa cautela può venire meno. Perché come ho detto lo scopo di questa struttura non è far prendere aperitivi, non è far feste a casa o far commettere errori alle persone. Lo scopo è quello di rimediare ai contagi inevitabili, perché molti si contagiano per far fare il loro dovere, come è accaduto al Sindaco di San Nicandro Garganico”.

IL TIME LAPS DLLA COSTRUIZIONE DELL'OSPEDALE COVID

“La rete ospedaliera regionale di risposta al Covid si allarga di oltre 150 posti letto, realizzati a tempo di record e con altissimi standard qualitativi - dichiara l’assessore alla Sanità Pier Luigi Lopalco - Gli operatori potranno lavorare in ampi spazi con le più moderne attrezzature e questo ottimizzerà l’assistenza. Un’assistenza che potrà essere flessibile in quanto questo spazi sono pensati per fornire intensità di assistenza varia, dai pazienti meno gravi ai pazienti più gravi. È un ulteriore passo avanti non solo per la risposta al covid, ma anche per far ripartir in sicurezza l’assistenza no covid in Puglia”.

L'INTERVENTO DI PIER LUIGI LOPALCO

“Questo risultato - spiega il direttore del Dipartimento Salute Vito Montanaro - è frutto della collaborazione di un numero rilevante di imprese pugliesi. La capacità che porta oggi a poter contare su questi posti aggiuntivi della rete ospedaliera covid si è ispirata alla legge 77: il Governo ci ha detto di attivare posti letto per il covid che possano essere permutabili da area medica intensiva a sub intensiva e noi lo abbiamo fatto. Questa capacità di essere permutabili ai fini dell’assistenza sanitaria è fondamentale”.

“Siamo pronti a gestire anche gli eventuali scenari successivi - ha aggiunto Vitangelo Dattoli, commissario del Policlinico di Bari - Speriamo ovviamente che non ce ne sia bisogno. Ma in ogni caso siamo pronti. Siamo al lavoro su accorgimenti tecnici e piccole modifiche organizzative ma il modello gestionale è stato prefigurato. L’ospedale Covid della Fiera del Levante sarà autonomo ma fortemente integrato con il Policlinico e con gli altri ospedali dell’area metropolitana e della Regione. Si tratta di un’operazione in grado di dare una risposta alla domanda di salute per i problemi quotidiani acuti o cronici. Ci confronteremo anche con le organizzazioni sindacali”.

L'INTERVENTO DI VITANGELO DATTOLI

Per il dirigente della sezione regionale Protezione civile Mario Lerario quello di oggi “È un risultato frutto di uno sforzo collaborativo che ha visto lavorare assieme oltre 40 imprese, 300 operai, quotidianamente per complessivamente 11mila giornate lavorate. La realizzazione di questa struttura che rientra nell’ambito di linea di indirizzo strategiche volute dal Presidente Emiliano, dal Prof. Lopalco, dal dipartimento salute, e con la collaborazione del Policlinico di Bari, ha consentito oggi di rendere disponibile per il sistema sanitario regionale una struttura da 152 posti letto”.

L'INTERVENTO DI MARIO LERARIO

L’inizio dei lavori è stato lo scorso 1 dicembre, con 40 le ditte impegnate, in stragrande maggioranza pugliesi, per 10 reparti su 15mila metri quadrati, con 2 sale operatorie, una zona per tac, rx e laboratorio analisi. I lavori di realizzazione della struttura temporanea da 152 posti letto in Fiera hanno rispettato il cronoprogramma.

Fa tappa a Bari la campagna “Tumore Ovarico, manteniamoci informate!”, promossa da Fondazione AIOM insieme ad ACTO Onlus, LOTO Onlus, Mai più sole e aBRCAdabra con il sostegno incondizionato di GSK. L’iniziativa è nata per aumentare la consapevolezza sul carcinoma ovarico e valorizzare le nuove opportunità delle terapie di mantenimento per tutte le donne, con o senza mutazione genetica. Sul sito www.manteniamociinformate.it le informazioni sul tumore ovarico, le terapie e i 6 video-racconti che illustrano momenti di straordinaria quotidianità di due donne affette da tumore ovarico, una con mutazione BRCA l’altra con forma non mutata di malattia, narrati dal volto e dalla voce di Claudia Gerini, testimonial della campagna.

Comincia il suo viaggio la campagna “Tumore Ovarico, manteniamoci informate!” con la sua prima tappa in Puglia, dove sono circa 300 i nuovi casi di tumore ovarico ogni anno (Registri Tumori) e sono circa 5.000 le pazienti che convivono con la malattia.
La campagna, promossa da Fondazione AIOM insieme ad ACTO Onlus, LOTO Onlus, Mai più sole e aBRCAdabra con il sostegno incondizionato di GSK, ha come obiettivo quello di invitare le donne e le pazienti a “mantenersi informate” proprio perché oggi sul fronte del tumore ovarico sono molte le cose da sapere e le novità da conoscere: in primo luogo i progressi della ricerca e delle terapie, che stanno migliorando sopravvivenza e qualità di vita, ma anche i test molecolari, che permettono alle pazienti di accedere al trattamento più appropriato per il proprio tipo di tumore.
Insieme agli eventi territoriali, che vedono la partecipazione degli specialisti e delle pazienti, la campagna informativa fa leva su una serie di attività online e social e sui 6 video-racconti disponibili sul sito web www.manteniamociinformate.it e sui profili Facebook e Instagram della campagna. I video-racconti portano all’attenzione dello spettatore frammenti straordinari di vita legati all’esperienza delle protagoniste, Sara e Monica, interpretate da Laura Mazzi e Francesca Della Ragione: due donne diverse per carattere, stile di vita e interessi ma che affrontano la stessa malattia, il tumore ovarico. Monica presenta una mutazione genetica di tipo BRCA1, Sara ha una forma non mutata di malattia. I video-racconti sono diretti da Paola Pessot e narrati dal volto e dalla voce della testimonial d’eccezione Claudia Gerini.
In Italia ogni anno oltre 5.200 donne ricevono una diagnosi di tumore ovarico e a causa di sintomi aspecifici o non riconosciuti, in circa l’80% dei casi la malattia viene diagnosticata in fase già avanzata. Oggi però lo scenario è in evoluzione e una delle novità più importanti di questi anni è la possibilità per tutte le pazienti di accedere alle terapie di mantenimento, che permettono di allontanare le ricadute dopo chemioterapia e che si sono dimostrate efficaci su questa neoplasia.
«Lo scenario è in evoluzione – dichiara Stefania Gori, Presidente Fondazione AIOM e Direttore Dipartimento Oncologico IRCCS Sacro Cuore Don Calabri, Negrar – uno dei progressi più importanti è la possibilità di utilizzare, in fase di mantenimento dopo la chemioterapia, terapie orali con i PARP inibitori, che hanno aumentato in modo significativo la possibilità di prolungare il tempo libero da progressione di malattia nelle donne con mutazione BRCA. Finalmente adesso i PARP inibitori possono essere utilizzati anche nelle pazienti “senza” mutazione BRCA, che rappresentano ben il 75% del totale e che fino a poco tempo fa avevano poche alternative terapeutiche. Tali farmaci possono essere utilizzati dopo una prima linea di chemioterapia oppure al momento della recidiva di tumore, dopo altre linee di chemioterapia. Purtroppo, ancora oggi, 3 pazienti su 4 senza mutazione BRCA (Wild Type) in recidiva non sono in terapia di mantenimento con un PARP inibitore o non lo ricevono in modo tempestivo ma sicuramente questo dato tenderà a migliorare nel tempo».
La diagnosi precoce per il carcinoma ovarico non esiste ancora e le uniche due armi per contrastare la malattia da subito sono la conoscenza e cure appropriate.
«La diagnosi precoce del tumore ovarico è il principale obiettivo e speranza di noi clinici, perché più di due terzi delle pazienti vengono diagnosticate in fase avanzata, quando le possibilità di cura ovviamente si riducono notevolmente – spiega Gennaro Cormio, Professore Ordinario di Ginecologia e Ostetricia dell’Università degli Studi di Bari – quindi, il ruolo della diagnosi precoce è basilare ma purtroppo ad oggi non abbiamo a disposizione test e strumenti accurati, sensibili e specifici. Ad oggi abbiamo solo nelle pazienti portatrici di mutazione del gene BRCA 1 e 2 la possibilità di fare una chirurgia profilattica. Il tumore si manifesta con sintomi estremamente aspecifici come il senso di peso addominale, dispepsia, fastidi della funzione vescicale e proprio per questa ragione la diagnosi è quasi sempre tardiva. Fondamentale il controllo ginecologico annuale anche se i dati di diversi studi hanno rivelato che la sola valutazione clinica non è sufficiente per arrivare ad una diagnosi precoce, che potrebbe consentire la guarigione della malattia. Il test genetico che si fa solo in presenza di una diagnosi di tumore ovarico è estremamente importante sia per orientare l’appropriatezza del percorso clinico e la scelta terapeutica sia perché consente di identificare i parenti che, pur essendo sani, sono a rischio, fino al 50%, di sviluppare un tumore dell’ovaio o altri tumori BRCA correlati per i quali possiamo applicare le procedure di chirurgia profilattica».
Per poter creare cultura nella popolazione sul tumore ovarico e le nuove terapie è di fondamentale importanza l’alleanza tra comunità scientifica, Associazioni di pazienti e il mondo farmaceutico.
«Noi crediamo molto nell’educazione, nella prevenzione, che significa fare cultura, creare consapevolezza nelle persone per far sì che momenti a volte ineluttabili della propria esistenza, come può essere una malattia oncologica, vengano visti, scoperti, diagnosticati per tempo – conclude Sabrina de Camillis, Head of Government Affairs & Communications, GSK – un’azienda come la nostra può fare molto ma ha bisogno di costruire delle partnership: con le Associazioni di pazienti in primis ma anche con chi ha le competenze e la credibilità scientifica e sociale, come la Fondazione AIOM. La campagna è in linea con la nostra filosofia, il nostro approccio. In più è innovativa, guarda ai potenziali fruitori attraverso modelli comunicativi e linguaggi diversi che non escludono nessuno: dalla teenager alla signora di una certa età e perché no, ai maschi, mariti e compagni. Per questo abbiamo deciso di partecipare e di essere l’unica azienda a supportare questa iniziativa».

La voce delle Associazioni

Annamaria Leone, Fondatrice e Presidente ACTO Bari
«La diagnosi precoce è fondamentale nel tumore ovarico ma purtroppo non realizzabile per la mancanza di screening specifici. Conoscere la malattia, essere attente ai segnali d’allarme è l’unico modo per arrivare prima che sia troppo tardi. La diagnosi precoce potrebbe consentire un più efficace approccio terapeutico, una migliore risposta ai farmaci, una maggiore sopravvivenza e una migliore qualità della vita, che vengono messi a rischio quando la diagnosi arriva tardivamente e il carcinoma ovarico è già in III o IV stadio. L’orientamento è verso una diagnosi tempestiva che consiste nel riconoscere certi segni e sintomi e rivolgersi subito al ginecologo che attraverso una visita clinica e un’ecografia transvaginale potrà eventualmente intercettare la malattia. Il secondo step è costituito dagli esami del sangue con il dosaggio dei marcatori tumorali, cui seguono, a seconda del caso, una TAC e/o una risonanza magnetica per capire se, quanto e dove si è diffuso il tumore. Altrettanto importante per la paziente è eseguire il test genetico per accertare la presenza o meno della mutazione del gene BRCA che, se presente, può orientare le terapie e permettere la sorveglianza dei componenti familiari della donna».

Lilli Laudadio; Referente aBRCAdaBRA
«Per la donna che riceve una diagnosi di carcinoma ovarico è molto importante a un certo punto del percorso diagnostico sapere se si tratta di una forma di tumore ovarico con mutazione del gene BRCA 1 o 2 o di una forma di tumore ovarico senza mutazione, non solo perché può orientare tutto il percorso clinico e aprire ai nuovi farmaci come i PARP-inibitori ma per le ricadute sul nucleo familiare. Il 30% dei tumori ovarici come sappiamo è ereditario e la mutazione BRCA aumenta moltissimo il rischio di sviluppare un tumore della mammella, un tumore dell’ovaio ma anche altri tipi di tumore. Sapere che una paziente è portatrice della mutazione permette di fare screening sull’intera famiglia e di mantenere una stretta sorveglianza attiva sui componenti femminili e maschili, attuando così una prevenzione primaria con la chirurgia profilattica».

Giovedì 3 dicembre, alle ore 15:00, in modalità telematica, come ormai è consuetudine per le lezioni universitarie, utilizzando la piattaforma Microsoft Teams, avranno inizio ufficialmente i corsi del nuovo Dottorato di Ricerca nel campo del patrimonio culturale: “Patrimonio archeologici, storici, architettonici e paesaggistici mediterranei: sistemi integrati di conoscenza, progettazione, tutela e valorizzazione” (PASAP_Med).
La lezione inaugurale è stata affidata al prof. Daniele Manacorda, già ordinario di Metodologia della ricerca archeologica all’Università Roma Tre, che affronterà un tema centrale in un Dottorato che vede l’apporto di archeologi e architetti: ‘L’archeologia tra conoscenza e progetto’.

Introdurranno i lavori i rappresentanti delle tre istituzioni che promuovono il Dottorato: il prof. Stefano Bronzini, rettore dell’Università di Bari, il prof. Francesco Cupertino rettore del Politecnico di Bari, il prof. Massimo Inguscio presidente del CNR.
Il nuovo Dottorato, coordinato dal prof. Giuliano Volpe, conta su un collegio dei docenti di alto profilo con ventotto docenti afferenti a Università di Bari, Politecnico di Bari, CNR-Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale, Università del Salento, di Foggia, della Basilicata, Vrije Universiteit Amsterdam, Université Bordeaux-Montaigne, Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales Paris, Universidad Pablo de Olavide Sevilla, Université de Strasbourg, McGill University Canada, Universidad de Córdoba. Il dottorato si configura, quindi, non solo come espressione dell’intero sistema universitario pugliese ma anche con una spiccata connotazione internazionale.

Per il primo anno sono stati reclutati, tra quasi settanta candidati, ben tredici dottorandi provenienti da molte università italiane e straniere, grazie alle borse di studio messe a disposizione dall’Università e dal Politecnico di Bari, dal CNR e dalla Regione Puglia. Vari e articolati nel tempo e nello spazio sono i temi affrontati dai dottorandi nei loro progetti di ricerca: si va dalle architetture medievali della Capitana ai paesaggi del limes orientale tra Iraq e Giordania letti attraverso le foto aeree, dagli edifici per giochi gladiatori nelle province greco-romane ai viaggiatori del XIX in Puglia, dalle ceramiche preistoriche a quelle altomedievali, dalle produzioni ceramiche antiche ai paesaggi contemporanei di Taranto, dai mosaici romani della Puglia a Oria medievale e agli insediamenti rupestri indagati anche con le tecnologie multimediali, dai restauri antichi in siti archeologici colpiti da terremoti allo studio dell’autonomia contadina nell’Italia del I millennio.

Il Corso punta, infatti, alla formazione di esperti di elevato profilo scientifico, in grado di operare nella ricerca, tutela, valorizzazione, comunicazione e gestione del patrimonio culturale, che sarà garantita affiancando alla tradizionale formazione in ambito archeologico e architettonico una preparazione multi e interdisciplinare che consenta di acquisire una reale capacità nell’uso di diversi sistemi di fonti, approcci, metodi e tecniche con una forte interazione tra aspetti scientifici, storici, storico-artistici, culturali e ambientali, strutturali, tecnologici, economici, sociali ed etici.

L’approccio è stratigrafico, contestuale e fortemente diacronico, aperto all’integrazione tra fonti, metodi e tecnologie d’indagine e consolidati filoni di ricerca settoriale (archeologia dei paesaggi urbani, rurali e subacquei; archeologia urbana e dell’architettura; storia dell'arte, archeologia pubblica; archeologia digitale; bioarcheologie; archeometrie; storia dell’architettura e analisi dei monumenti, progettazione architettonica e paesaggistica per il patrimonio, restauro anche strutturale; open science e open data).

È il paesaggio a rappresentare l’elemento comune, ideale per favorire la convergenza multidisciplinare di specializzazioni, metodi, strumenti diversi. Il corso cerca di rispondere a un bisogno molto sentito: offrire ‘formazione archeologica’ agli architetti e una ‘educazione alla cultura della progettazione’ agli archeologi.

Ambiti di ricerca privilegiati sono: archeologia dei paesaggi; archeologia urbana; archeologia digitale; archeologia pubblica; archeologia dell’architettura; storia dell'arte; bioarcheologie; archeometrie; storia dell’architettura e analisi dei monumenti; progettazione architettonica e paesaggistica; restauro; open science e open data.

Nota dei consiglieri regionali di Forza Italia Giandiego Gatta, Stefano Lacatena e Paride Mazzotta.

“Il caso dei cinque decessi per legionella al Policlinico di Bari, al centro di un’inchiesta della magistratura, è di gravità indiscussa ed esprimiamo la nostra sincera vicinanza alle famiglie delle persone contagiate e decedute proprio in un luogo in cui avrebbero dovuto ricevere assistenza e cure.
La magistratura farà il suo lavoro, individuando eventuali responsabili che hanno omesso di adottare contromisure necessarie ‘in materia di prevenzione’ adempiendo alle linee guida previste. Accanto alle responsabilità dinanzi alla giustizia, però, ci sono quelle politiche ed è per questo che chiediamo al presidente Emiliano (assessore alla Sanità all’epoca dei fatti contestati) e all’attuale assessore Lopalco di venire in Consiglio regionale a relazionare sulla situazione. Non possiamo sottovalutare che per adesso sia stata concessa la facoltà d’uso dei padiglioni Chini e Asclepios, ma che potrebbero addirittura essere chiusi proprio in un periodo di grande affanno per le strutture ospedaliere regionali. Di tutto questo, la Giunta deve dare conto ai cittadini e alle famiglie delle persone decedute”.

L’assessore alla Sanità, Pier Luigi Lopalco dichiara:

“La Regione Puglia segue con grande attenzione le indagini della Procura della Repubblica di Bari e le azioni che la direzione strategica del Policlinico di Bari ha posto in essere per abbattere la contaminazione da legionella dal sistema idrico di alcune cliniche.

La Regione ha interesse all’accertamento della verità dei fatti, fermo restando il diritto degli indagati di esercitare la propria difesa e quello della Procura di svolgere il proprio compito di accertamento dei fatti anche in nome delle persone che hanno perso la vita e dei loro cari.

In questo momento di emergenza sanitaria, alla Regione Puglia preme di non perdere la disponibilità di risorse fondamentali come i padiglioni “Chini” e “Asclepios”, in quanto essenziali per la tenuta della rete ospedaliera Covid e non Covid.

E si aggiunga inoltre la preoccupazione per la conseguente disarticolazione della direzione strategica del più importante ospedale della Puglia.

Attendiamo dalla Procura ogni indicazione necessaria per mantenere la facoltà d’uso dei reparti ospedalieri sequestrati e siamo disponibili per ogni intervento necessario ad assicurare la continuità assistenziale”.

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