Presso gli spazi della Contemporanea Galleria d’Arte di Bari, in via N. Piccinni, 226, dal 20 settembre al 30 ottobre 2022, si aprirà una sorprendente mostra dedicata a Giovanni Frangi, "Urpflanze Works on paper", uno dei pittori più interessanti del nostro Paese, alla cui presenza avrà luogo l’inaugurazione nella giornata del 18 settembre.
Interverranno Ines Pierucci, Assessore alla cultura del comune di Bari , Micaela Paparella, Consigliere del comune di Bari, Gianfranco Terzo, Assessore ai beni e alle attività culturali del comune di Sannicandro di Bari, Pietro di Terlizzi, Direttore dell'Accademia di Belle arti di Foggia.
La personale, curata Sara Maffei, Pio Savelli e Giuseppe Benvenuto comprende un corpus di circa quattordici opere appartenenti alla serie Urpflanze Works on paper, un ciclo di lavori su carta, recenti e non, tutti della medesima dimensione (un metro per un metro e quaranta) e parte di una sorta di ciclo unitario intorno ad alcuni temi legati alla natura che l’artista milanese ha indagato negli ultimi anni, quali ninfee, boschi selvaggi, Heliconia Paradise e sassi nell’acqua.
Presentazione a cura di Sara Maffei.
Quella di Frangi è una “pittura delle cose del mondo”, strettamente legata alla natura della quale offre, attraverso una peculiare stratificazione materica e l’uso vivo del colore, una rappresentazione lontana da sterili repliche, bensì totalmente nuova e inattesa. Le immagini rappresentate derivano da fotografie scattate dall’artista stesso nel corso del tempo, l’uso della fotografia è infatti per Frangi pratica quotidiana e contatto diretto con una realtà vista e poi trasformata a modo suo, come si evince in Ansedonia (2020) ed Heliconia Paradise (2021), opere presenti in mostra in cui pigmenti, primal e pastelli a olio proiettano su carta Hanhemühle un elemento naturale carico di una notevole e vibrante energia.
Nel suo recente libro intitolato L’Intervista, edito da Magonza e a cura di G. Agosti, Giovanni Frangi compie una specie di viaggio a ritroso nella sua vicenda di artista, dagli anni della formazione fino alla descrizione del suo metodo di lavoro. È in queste pagine che l’artista ribadisce come il suo rapporto con l’opera su carta sia sempre stato determinante e in qualche modo anticipatore della sua evoluzione, trovando con quel medium una felicità espressiva e una spontaneità del segno che lo ha sempre contraddistinto. Le opere sono realizzate con materiali differenti, talvolta mescolati tra loro, dal primal Ac 33 ai pigmenti, dai pastelli grassi e all’anilina mischiata con l’alcol, su una carta di fabbricazione tedesca chiamata Hahnemühle che Frangi comincia a usare alla fine degli anni Novanta, senza mai abbandonarla.
Dopo essersi diplomato presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, Giovanni Frangi realizza nel 1983 la prima personale presso la Galleria La Bussola di Torino. Nel 1986, presentato da Achille Bonito Oliva, espone alla Galleria Bergamini di Milano. Nel 1997 vince il premio della XII Quadriennale di Roma e successivamente nel 2011 partecipa al Padiglione Italia della LIV Biennale di Venezia. Non si contano le numerose esposizioni che l’artista milanese realizza nel suo lungo percorso artistico: da Villa Panza a Varese al Museo Archelogico di Napoli, da quelle alla Galleria dello Scudo di Verona al Mart di Rovereto; ma citando solo quelle dedicate alle opere su carta ci piace ricordare l’antologica del 1997 a Casa dei Carraresi di Treviso a cura di M. Godin con un catalogo edito da Marsilio, quella presso la Galleria Lawrence Rubin di Milano del 2000 accompagnata da un testo di G. Agosti, Pasadena alla Gamud di Udine con G. Verzotti nel 2008 e poi a Francoforte e Il Rosso e il Nero presso il Parlamento europeo di Strasburgo nel 2012.
Il titolo della mostra trae origine dallo scrittore tedesco J.W. Goethe che usa il termine “Urpflanze” per la prima volta nel suo Viaggio in Italia per descrivere la natura come valore primordiale e come totalità dell’essere: "La natura appartiene a se stessa, l'essenza all'assenza; l'uomo le appartiene, essa appartiene all'uomo". Goethe, nei suoi studi botanici, rintraccia un elemento unitario nell’infinita varietà della natura, facendo derivare tutte le forme delle piante da un’unica pianta originaria, composta da pochi elementi infinitamente mutabili e duplicabili. La pianta primordiale permette dunque di creare una sintesi tra il singolo e l’universo, tra il sensibile e l’ideale, lasciando cogliere la legge interna alla manifestazione dei fenomeni. Così alla stregua della natura, che si conserva pur rinnovandosi, anche l’arte, dunque la creatività, rivela l’origine di uno Spirito Universale entro il quale, in perenne trasformazione il vivente lascia che accada la sua metamorfosi continua, restando tuttavia nel divenire sempre se stesso.
Orari e info
Martedì – domenica ore 16:00 – 20:00
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Il Pattugliatore Multiruolo P.04 “Osum”, l’unità ammiraglia della flotta navale della Guardia di Finanza, ha lasciato, il 4 agosto u.s., la sede del cantiere navale Vittoria di Adria per intraprendere una lunga missione addestrativa ed operativa che interesserà l’intera fascia costiera nazionale.
Nel porto di Bari, nei pressi degli ormeggi della locale Stazione Navale del Corpo, ha fatto una breve sosta per poi ripartire verso le coste siciliane.
La nuova piattaforma navale, prima unità della “classe bandiera”, con un dislocamento di 500 tonnellate, una lunghezza di circa 60 metri, una larghezza di 9,5 metri ed un pescaggio di 3,5 metri, è la nave più grande nella storia del Servizio Navale della Guardia di Finanza. Si caratterizza, oltre che per i più moderni sistemi di comunicazione e di scoperta radar, per una capacità di assicurare la sua funzione di polizia del mare e di sorveglianza dei confini marittimi nazionali ed europei in condizioni meteo marine particolarmente proibitive e per lunghi periodi, grazie alla prua “ad ascia” e alla innovativa propulsione “green” Diesel-Elettrico che ne assicura una ragguardevole autonomia operativa di circa 15 giorni di navigazione continuativa, con una copertura di almeno 2000 miglia nautiche, alla velocità di 18 nodi.
La nave OSUM andrà a potenziare ulteriormente la capacità operativa del Gruppo Aeronavale di Taranto, Reparto di proiezione impegnato nella quotidiana azione di prevenzione e di contrasto di tutti i fenomeni illeciti che attentano alla sicurezza delle frontiere marittime anche nell’ambito della cooperazione internazionale con l’Agenzia Europea Frontex.
La piattaforma navale, cofinanziata con risorse comunitarie nell’ambito del fondo sicurezza interna 2014-2020:
- ha un equipaggio di 30 militari con la possibilità di ospitare ulteriori funzionari europei nel corso delle operazioni internazionali congiunte promosse dalla stessa Agenzia Frontex;
- dispone di un’area, che consente il decollo e l’atterraggio di un sistema aeromobile a pilotaggio remoto in grado di aumentare notevolmente la capacità di scoperta e di intervento a largo raggio anche con l’ausilio dei due battelli di 9 metri di lunghezza per le operazioni di abbordaggio e controllo del naviglio sospetto;
- sarà chiamata a coordinare l’attività di prevenzione e contrasto dell’immigrazione irregolare e degli altri traffici illeciti via mare in sinergia con le diverse componenti operative ed investigative della Guardia di Finanza.
La Guardia di Finanza, che ha sposato da tempo la green economy, attraverso soluzioni ecocompatibili che rispettano l’ambiente, tra queste spicca la recente acquisizione del Pattugliatore P.04 “Osum” a propulsione ibrida, è l’unica Forza di polizia operante sul mare.
Il suo ruolo di “Polizia del mare” viene svolto anche in chiave preventiva, assicurando una costante presenza e un’adeguata attività di controllo.
La Componente aeronavale del Corpo costituisce un fondamentale presidio delle acque territoriali e contigue, a tutela dell’economia legale e per contrastare le attività illecite, attraverso il mantenimento dell’operatività nell’arco delle 24 ore.
Nell’era della tecnologia avanzata, che sia industriale, meccanica, informatica o altro, la sanità ha un posto di rilievo e di primaria importanza. Difatti, contestualmente alle esigenze singole e di compatibilità personale, la tecnologia oltre a sostenere chi chirurgicamente interviene, diventa sostitutiva di parti anatomiche. Non è una novità, ma per certe operazioni è l’inizio.
Al policlinico Giovanni Paolo II di Bari, noto centro antitumorale del Mezzogiorno d’Italia, nelle settimane scorse è stato svolto un delicato intervento chirurgico a un uomo di 72 anni, che presentava un tumore osseo.
Come scrive insalutenews.it, quotidiano di informazione e approfondimento medico diretto da Nicoletta Cocco, -fonte del testo che segue- “L’intervento è stato eseguito presso il polo oncologico barese dall’équipe di chirurgia toracica mininvasiva, diretta dal dott. Gaetano Napoli.
Parzialmente asportate e poi sostituite con due placche in titanio tre costole di un paziente di 72 anni, operato nei giorni scorsi all’Istituto Tumori ‘Giovanni Paolo II’ di Bari, Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico.
Il paziente, in cura da diversi anni per un linfoma non Hodgkin ormai in remissione, ha scoperto durante un controllo di routine una grossa massa in corrispondenza della sesta costola di destra. I primi esami diagnostici hanno confermato che si trattava di tumore ed è stato subito operato.
L’intervento è stato eseguito dall’équipe di chirurgia toracica mininvasiva, diretta dal dott. Gaetano Napoli. Durante la prima parte dell’intervento, i chirurghi hanno asportato i segmenti anteriori della sesta, della settima e della ottava costola a destra, dove era adeso un voluminoso condrosarcoma, un tumore raro delle ossa.
Nella seconda parte dell’intervento, sono state impiantate due placche in titanio, conformate secondo la curvatura di quelle asportate e poi ricoperte con tessuti muscolari e sottocutanei adiacenti. È stato così possibile ricostruire interamente la parete toracica colpita da tumore. A cinque giorni dall’intervento, il paziente tornerà a casa per poi cominciare, su indicazione dell’oncologo, la cura del condrosarcoma.
“La storia clinica di questo paziente – commenta a riguardo il direttore generale, Alessandro Delle Donne – ci racconta un percorso virtuoso di cura e terapia. Durante gli esami di controllo per un primo tumore, il paziente scopre un’altra situazione d’allarme, che è prontamente presa in carico dalle nostre équipe e trattata con le più innovative tecnologie. Si tratta, insomma, di un piccolo ma significativo esempio di sanità che funziona”. Soddisfazione ha espresso a riguardo anche il presidente del Consiglio di Indirizzo e Verifica dell’Istituto, Gero Grassi" (nella foto).
Non si ferma mai l’azione di indagine e recupero dei beni culturali, artistici e patrimoniali del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale. Ancora una volta quello di Bari, con l’operazione “Freezing” ha fatto centro, recuperando un dipinto dal valore non inferiore ai due milioni di euro dell’artista Artemisia Gentileschi, scuola caravaggesca. L’opera è “Caritas Romana”.
Due persone indagate, secondo l’impostazione accusatoria, avevano presentato il dipinto, nel 2019, per il tramite di un’agenzia di intermediazione toscana, all’Ufficio Esportazione (del Ministero della cultura) di Genova, dissimulando l’attribuzione alla pittrice italiana di scuola caravaggesca Artemisia Gentileschi (1593 – 1653), dichiarando un valore economico decisamente sottostimato e tacendo il legame pertinenziale storicamente documentato con contesti architettonici vincolati (Castello di Conversano e, successivamente, Castello Marchione di Conversano, risalente al sec. XVI-XVII), riuscendo così ad ottenere un attestato di libera circolazione viziato dalla erronea rappresentazione e valutazione dei fatti posti a base della decisione della Commissione consultiva.
I privati proprietari, avevano fatto così uscire dal territorio italiano il dipinto seicentesco a olio su tela (cm. 121x147) di straordinario pregio storico-artistico raffigurante Caritas romana (Storia di Cimone e Pero narrata da Valerio Massimo nel Factorum et dictorum memorabilium libri IX), già appartenente alla grande collezione d’arte del Conte Giangirolamo II Acquaviva d’Aragona (1600 – 1665), che lo aveva commissionato alla pittrice romana intorno alla metà del ‘600, affidandolo ad una prestigiosa Casa d’aste austriaca per massimizzare il ricavo economico derivante dalla vendita all’estero dell’opera, che sarebbe così stata sottratta definitivamente e irrimediabilmente al patrimonio culturale nazionale.
Le indagini, avviate nei primi mesi del 2020 dal Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Bari, dirette dalla Procura di Bari, hanno allo stato (fatta salva ogni successiva decisione nel contraddittorio delle parti) impedito che al dipinto toccasse la stessa sorte di un altro esemplare di Artemisia Gentileschi, proveniente da altra collezione, aggiudicato all’asta presso la medesima Casa d’aste per circa 2 milioni di euro. Sono stati infatti immediatamente attivati gli uffici del Ministero della cultura che, annullata in via amministrativa l’autorizzazione rilasciata sulla scorta di dichiarazioni mendaci celanti la certa attribuzione del dipinto alla pittrice, hanno avviato contestualmente il procedimento che ha determinato l’interesse culturale del bene e il diniego alla libera circolazione.
L’inosservanza dell’ordine di rimpatrio dell’opera, prontamente disposto dagli organi centrali del Ministero della cultura nei confronti dei proprietari, ha generato un approfondimento investigativo del Nucleo Carabinieri TPC di Bari, che ha richiesto all’Autorità Giudiziaria l’adozione di provvedimenti finalizzati ad impedire la dispersione, lo spostamento, il trasferimento o l’alienazione del bene, ormai destinato alla vendita in asta sottraendolo al patrimonio culturale italiano.
I militari, dopo aver rintracciato il dipinto presso la Casa d’aste in Vienna, lo hanno sottoposto a sequestro in esecuzione di un Ordine Europeo di Indagine (OEI) emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari e in esecuzione di un provvedimento di freezing previsto dal Regolamento Europeo 1805/2018 ed altresì di un sequestro preventivo emessi dal GIP del Tribunale di Bari in accoglimento delle richieste degli inquirenti, consentendo - con il coordinamento dell’organismo europeo di cooperazione giudiziaria penale Eurojust e la collaborazione della Polizia austriaca - di recuperare e rimpatriare l’opera, salvandola dal meccanismo speculativo implicante la definitiva sottrazione del bene al controllo statale sui beni culturali, ovvero la sua perdita a seguito di commercializzazione all’estero.
È importante sottolineare che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che seguirà il confronto con la difesa degli indagati, la cui eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti.
Nella fase esecutiva delle attività è stato determinante il supporto dell’Ambasciata Italiana in Austria, per l’adozione delle misure idonee alla conservazione dell’opera d’arte nelle more del rimpatrio in Italia.
La Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per la Città metropolitana di Bari procederà ai riscontri di carattere tecnico sulla tela, in sinergia con gli istituti specialistici ministeriali. È stato altresì richiesto incidente probatorio.
Il Nucleo Carabinieri TPC di Bari, nell'ambito delle numerosissime attività investigative avviate in Puglia, Basilicata e all’estero nell’anno 2021, ha restituito al patrimonio culturale nazionale, beni archeologici, antiquariali e di arte contemporanea che stavano per essere definitivamente dispersi. Il traffico illecito di beni culturali, pur risentendo ancora della crisi pandemica, non ha mai smesso di proliferare, soprattutto sui canali dell’ e-commerce.
Nell’ambito repressivo, sono 139 persone le persone deferite all’Autorità giudiziaria per i reati di ricettazione, violazioni in materia di ricerche archeologiche, detenzione di materiale archeologico, contraffazione di opere d’arte, violazioni in danno del paesaggio ed altre violazioni previste dal Codice dei beni Culturali e del paesaggio oltre che dal Codice Penale.
47 sono state le perquisizioni domiciliari e locali eseguite a supporto delle attività investigative condotte che hanno consentito il sequestro di 2.009 beni culturali (erano 1.329 nel 2020), di cui 255 di tipo antiquariale, archivistico e librario, 5 reperti paleontologici, 1.749 reperti archeologici e 107 opere d’arte contraffatte, per un valore economico stimato in € 14.929.361 per i beni autentici e di € 1.890.000 per quelli contraffatti, qualora immessi sul mercato come originali.
Particolare impulso è stato dato alla tutela e alla salvaguardia delle aree archeologiche. Lo scavo clandestino, infatti, ancora oggi rappresenta una delle più grandi piaghe del patrimonio culturale ed alimenta un traffico di livello internazionale intorno al quale ruotano enormi interessi economici e commerciali. E’ da queste due regioni, del resto, che gran parte dei reperti archeologici nazionali (spesso di inestimabile valore storico-culturale) vengono illecitamente trasferiti e venduti all’estero. In tale quadro, nel 2021, sono state adottate misure tese all’identificazione oltre che dei responsabili degli scavi clandestini, anche dei fruitori dei beni archeologici estirpati dal territorio, che spesso e volentieri vengono esposti in bella mostra in lussuose abitazioni o ville. 6 persone sono state deferite per lo specifico reato di scavo clandestino, mentre un attento monitoraggio dell’ e-commerce, ha permesso il deferimento all’A.G. di 31 persone per impossessamento e detenzione illecita di beni culturali appartenenti allo Stato recupero, con il contestuale recupero di 967 reperti archeologici databili IV- II sec. a.C. e 76 monete di natura archeologica.
In tale contesto investigativo, nel Giugno del 2021 il Nucleo TPC di Bari ha portato a termine il più grande recupero di archeologia mai fatto in Puglia e Basilicata ed uno dei più grandi al livello nazionale. Grazie ad un’attività investigativa durata più di due anni, supportata da EUROJUST e coordinata dalla Procura della Repubblica di Foggia, venivano rimpatriati 782 reperti archeologici di origine pugliese, di straordinario valore storico/culturale, economicamente stimato dagli archeologi in non meno di 11 milioni di euro, rinvenuti nella disponibilità di un facoltoso collezionista belga. Le indagini, partite dallo studio di una stele daunia dalle peculiarità decorative tipiche dell’area archeologica di Salapia, agro del Comune di Cerignola (FG), esposta in alcune mostre nei musei nazionali di Ginevra e Parigi negli anni ’90, consentivano il rinvenimento di un vero e proprio tesoro archeologico costituito da un numero elevato di vasi apuli a figure rosse, anfore, ceramiche a vernice nera, ceramiche indigene e attiche, a decorazione dipinta geometrica e figurata, stele figurate in pietra calcarea dell’antica Daunia, oltre a numerosissime terrecotte figurate c.d. “tanagrine”, testine fittili, statuette alate, ecc. Si tratta di beni nazionali databili tra il VI e il III secolo a.C., tutelati ai sensi del “Codice dei beni culturali e del paesaggio” e depredati e smembrati dai contesti originari. ora rimpatriati.
Altra importante attività investigativa (a lungo termine poiché iniziata nel 2019) conclusa nel 2021 è quella che consentiva l’individuazione di un gruppo criminale, composto da mercanti d’arte, collezionisti e speculatori occasionali, con ramificazioni in tutta Italia, che aveva creato una pervasiva rete commerciale di ricettazione e commercializzazione di opere d'arte false e/o contraffatte, attribuite al maestro “Mauro Reggiani” uno dei massimi esponenti dell’astrattismo in Italia. Le indagini, supportate da attività tecniche e coordinate dalla procura della Repubblica di Lecce Le 60 opere sequestrate, proposte in commercio a prezzi compresi tra 15.000 e 70.000 euro, avrebbero fruttato alla compagine oltre un milione di euro. Deferite all’Autorità Giudiziaria complessivamente 26 persone coinvolte a vario titolo nella ricettazione (648 C.P.) e per aver posto in circolazione opere d’arte false/contraffate (178 D.lgs. 42/2004).
L’impegno del Nucleo nella lotta alla contraffazione di opere d’arte ha interessato anche altri autori di arte contemporanea di fine ‘800 e inizio novecento. Nell’ambito di una mirata indagine, infatti, è stato individuato un lotto di dipinti, destinati ad una casa d’asta della Provincia di Bari, che li avrebbe commercializzati sul territorio nazionale. Nel corso delle investigazioni sono state denunciati tre collezionisti, improvvisati mercanti d’arte, residenti nella Provincia di Bari, Siena e Torino che, in concorso, si erano organizzati per veicolare la vendita del detto lotto di opere d’arte false per il tramite della predetta casa d’asta. Sono complessivamente state 10 i sequestri eseguiti da questo Nucleo, di altrettanti dipinti di buona fattura ma assolutamente falsi. Gli stessi erano stati attribuiti a “Gio’ Fattori”, uno dei più sensibili esponenti del movimento dei Macchiaioli, a Mario Sironi fra gli iniziatori del movimento artistico quale del Novecento nel 1922 a Milano, a Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Gino Severini, Franco Gentilini, Virgilio Guidi e Mauro Reggiani. I dipinti, qualora commercializzati come autentici, avrebbero potuto garantire un profitto pari a 300.000 euro.
Nell’ambito del settore antiquariale ed in particolare di quello archivistico e librario, sono stati rinvenuti e sequestrati 17 documenti archivistici di inestimabile valore culturale, in vendita online per poche centinaia di euro. I manoscritti, legati alla storia della città di Barletta e provenienti dall’Archivio Diocesano di Trani erano stati oggetto di vari trafugamenti consumati negli anni ad opera di ignoti in danno del patrimonio delle Chiese di Santa Maria Maggiore e San Giacomo. L’esame tecnico, curato dai funzionari della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Puglia, ne ha attestato l’autenticità e la datazione al periodo compreso fra il 1562 e il 1830. Le indagini hanno consentito di deferire all’A.G. il responsabile per ricettazione.
In materia di tutela del paesaggio sono state incrementate le attività finalizzate a perseguire la realizzazione di opere edilizie abusive o realizzate in difformità rispetto ai progetti approvati in centri storici o comunque in aree sottoposte a vincolo. In tale contesto sono state denunciate 18 persone.
Il costante impegno profuso dai militari del Nucleo TPC di Bari ha permesso, altresì, di esprimere un’efficace e coordinata azione preventiva e di controllo in Puglia e Basilicata, così riepilogata:
- 76 controlli a esercizi commerciali, mercati e fiere di oggetti antiquariali;
- 8 verifiche alla sicurezza anticrimine di musei, biblioteche ed archivi congiuntamente agli organi periferici del Ministero della Cultura (MiC) con la finalità di individuare eventuali punti di criticità sui sistemi di difesa passiva;
- 84 controlli nelle aree archeologiche ritenute potenzialmente più esposte alle aggressioni criminali, svolti congiuntamente al personale delle Soprintendenze, del 6° Nucleo Elicotteri di Bari e dell'Arma Territoriale e dei Carabinieri Forestali;
- 118 controlli su aree tutelate da vincoli paesaggistici;
- 1798 controlli di beni culturali nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti.
Nel 2021 sono stati consumati appena 11 furti di beni culturali di cui 4 in danno di chiese.
Nella mattinata del 14 luglio 2022, presso la caserma “Brigadiere pilota Francesco Picena”, sede della Sezione Aerea della Guardia di Finanza di Bari, si è svolta la cerimonia di avvicendamento del Comandante del Reparto Operativo Aeronavale di Bari, tra il Colonnello t.SFP pil. Domenico DI BIASE e il Colonnello t.ISSMI pil. Armando FRANZA.
La cerimonia, alla presenza del Comandante Regionale Puglia della Guardia di Finanza Generale di Divisione Fabrizio Toscano, ha visto la partecipazione di una rappresentanza di Ufficiali, Ispettori, Sovrintendenti, Appuntati e Finanzieri, in servizio nei Reparti aeronavali della Puglia.
Il Reparto Operativo Aeronavale di Bari con alle dipendenze una Sezione Aerea, una Stazione Navale, cinque Sezioni Operative Navali e con moderni mezzi aeronavali equipaggiati con tecnologie all’avanguardia, opera su tutto il litorale pugliese e della vicina Basilicata con funzioni di Polizia Economica e Finanziaria, per la prevenzione e il contrasto ai traffici illeciti perpetrati via mare (traffico di sostanze stupefacenti, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, traffico di armi e di rifiuti, contrabbando di sigarette) e per il controllo delle frontiere esterne dell’Unione Europea.
Inoltre a seguito della riforma di razionalizzazione delle funzioni di polizia, che ha affidato al Corpo il comparto della “sicurezza del mare”, individuandolo quale unica Forza di Polizia deputata ad assicurare i servizi di Ordine e Sicurezza Pubblica in ambiente marino, il Reparto è stato particolarmente impegnato nell’esclusiva funzione di Polizia del Mare.
Il Colonnello Domenico Di Biase ha salutato i suoi collaboratori, ringraziandoli per l’impegno e la dedizione profusa. Nei suoi quattro anni di permanenza a Bari, il Reparto Operativo Aeronavale ha conseguito importanti risultati nel contrasto ai traffici illeciti via mare, con particolare riguardo al traffico internazionale di sostanze stupefacenti e al favoreggiamento dell’immigrazione irregolare. Molteplici, inoltre, i rilevanti risultati di servizio conseguiti nel campo della Polizia Economico-Finanziaria sempre in stretta sinergia con i Reparti territoriali ed investigativi del Comando Regionale Puglia. I Reparti aeronavali pugliesi, in veste di “Polizia del Mare”, sono stati impegnati nel concorso al mantenimento dell’Ordine e Sicurezza Pubblica, in occasione di numerosi eventi organizzati lungo tutto il litorale.
L’Ufficiale assumerà un importante incarico presso il Comando Generale della Guardia di Finanza.
Il Colonnello Franza ha ringraziato la linea gerarchica per il prestigioso incarico affidatogli, sottolineandone la delicatezza e l’importanza ed ha assicurato massimo impegno e disponibilità affinché il Reparto, come da consolidata tradizione e in prosecuzione con quanto fatto dal suo predecessore, continui a rappresentare un insostituibile punto di riferimento nell’attività di contrasto ai traffici illeciti via mare.
Al termine della cerimonia, il Comandante Regionale ha ringraziato il Colonnello Domenico Di Biase per l’impegno profuso e per gli importanti risultati conseguiti nel suo periodo di Comando ed ha formulato al Colonnello Armando Franza i migliori auguri di buon lavoro per il nuovo incarico.
Il nuovo Comandante del Reparto Operativo Aeronavale di Bari, Col. t ISSMI pil. Armando Franza, 57 anni, nato a Castrignano del Capo (LE) si è arruolato nel Corpo nel 1986, è entrato in Accademia nel 1991, conseguendo la nomina a sottotenente nel 1993. Ha conseguito la Laurea in Economia e Commercio presso l’Università degli Studi di Bari e la Laurea in Scienze della Sicurezza Economico Finanziaria presso l’Università di Roma Tor Vergata.
È specializzato Pilota Militare e Pilota di Elicottero Militare, Istruttore di specialità su elicotteri NH 500 ed AB 412 HP.
È insignito dell’Onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, della Medaglia Mauriziana al merito di dieci lustri di carriera militare, della Medaglia d’Oro di Lunga Navigazione Aerea e della Medaglia d’Oro al Merito di Lungo Comando.
Nella sua carriera ha maturato esperienze professionali, in ambito addestrativo e operativo, assumendo numerosi incarichi, nell’ambito del comparto aeronavale del Corpo: tra questi il comando della Sezione Aerea di Bari dal 1998 al 2005; il coordinamento delle operazioni aeronavali presso il Comando Operativo Aeronavale; ruoli tecnico logistici amministrativi di gestione dei mezzi aerei presso il comando Generale e il Centro di Aviazione e negli ultimi quattro anni al comando del Reparto Operativo Aeronavale di Civitavecchia
Nel 2009 ha frequentato il Corso presso l’Istituto Superiore di Stato Maggiore Interforze conseguendo il relativo titolo e il Master di secondo livello in “Master in Studi Internazionali strategico – militari presso la facoltà di Economia “Luiss Guido Carli” di Roma.
Nella mattinata odierna, 08 luglio 2022, presso la caserma “M.A.V.M. Giovanni Macchi”, storica sede del Comando Regionale “Puglia” della Guardia di Finanza, ha avuto luogo la cerimonia ufficiale di avvicendamento nella carica di Comandante Regionale tra il Generale di Divisione Francesco Mattana ed il Generale di Divisione Fabrizio Toscano.
All’evento, presieduto dal Comandante Interregionale dell’Italia Meridionale, Generale di Corpo d’Armata Michele Carbone, hanno preso parte rappresentanze di Ufficiali, Ispettori, Sovrintendenti, Appuntati e Finanzieri in forza ai Reparti della Puglia, del Consiglio di Base di Rappresentanza e della Sezione locale dell’Associazione Nazionale Finanzieri in congedo.
Il Generale Carbone, dopo aver espresso al Gen. D. Mattana i più profondi e sinceri ringraziamenti per il servizio svolto in qualità di Comandante Regionale, in un delicato periodo caratterizzato, in gran parte, dalla fase pandemica da Covid-19, ha rivolto al Gen. D. Toscano un caloroso augurio di buon lavoro.
Il nuovo Comandante Regionale Puglia, dopo aver assicurato al Gen. C.A. Carbone il massimo impegno nello svolgimento del delicato compito assegnatogli, ha formulato al Gen. D. Mattana gli auguri di buon lavoro nell’assunzione del prossimo importante incarico quale Comandante della Scuola di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza in Roma.
Gen. D. Fabrizio TOSCANO, Comandante Regionale Puglia Guardia di Finanza
Il Generale di Divisione della Guardia di Finanza Fabrizio Toscano ha frequentato l’82° Corso “Judrio II” presso l’Accademia del Corpo.
È in possesso della laurea in Giurisprudenza conseguita presso l’Università degli Studi di Bologna, della laurea in Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Trieste e della laurea in Scienze della Sicurezza Economico-Finanziaria conseguita presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata.
Ha inoltre conseguito il Master specialistico in “Diritto tributario dell’impresa”, presso l’Università Luigi Bocconi di Milano e il Master di II livello in “Strategia Globale e Sicurezza” presso l’Università degli Studi di Torino.
Ha frequentato la 69^ Sessione di studio dell’Istituto Alti Studi per la Difesa nell’Anno Accademico 2017 – 2018.
È titolato “Corso Superiore di Polizia Tributaria” ed è abilitato alla professione di Revisore Ufficiale dei Conti. È giornalista pubblicista.
Ha svolto attività di docenza presso gli Istituti di istruzione del Corpo ed è autore di numerosi articoli e pubblicazioni di carattere tecnico-professionale.
È stato componente del Comitato di redazione della “Rivista della Guardia di Finanza”.
Tra i numerosi incarichi di servizio assolti, si segnalano: Comandante di Drappello Anticontrabbando del Nucleo di Polizia Tributaria di Vicenza; Comandante della Tenenza di Schio; Comandante di Sezione del Gruppo “Verifiche” del Nucleo Regionale di Polizia Tributaria di Venezia; Comandante del Nucleo di Polizia Tributaria di Perugia; Comandante di Gruppo di Sezioni “Verifiche Speciali” del Nucleo Regionale di Polizia Tributaria Calabria; Comandante del Corso Superiore di Polizia Tributaria presso la Scuola di Polizia Tributaria; Comandante Provinciale di Ravenna.
Ha, inoltre, comandato la Scuola Ispettori e Sovrintendenti de L’Aquila.
Nel corso della carriera, ha svolto importanti funzioni presso il Comando Generale, quali Capo Ufficio Stampa, Capo Ufficio del Comandante in Seconda e Capo del II Reparto - “Coordinamento Informativo e Relazioni Internazionali”.
Il Generale Toscano è Commendatore al merito della Repubblica Italiana ed è decorato di Medaglia Mauriziana, di Medaglia d’oro di lungo comando e di anzianità di servizio nella Guardia di Finanza.
Si fregia della Croce con distintivo bianco dell’Ordine al Merito del Cuerpo Nacional de Policia del Regno di Spagna ed è decorato della Croce d’Argento dell’Ordine al Merito della Guardia Civil spagnola.
Dal 12 settembre 2018 al 6 luglio 2022 è stato Comandante Regionale Marche.
Dall’8 luglio 2022 è Comandante Regionale Puglia.
Il Comandante Interregionale dell’Italia Meridionale della Guardia di Finanza, Generale di Corpo d’Armata Michele Carbone, ha fatto visita al Comando Regionale Puglia di Bari.
A riceverlo, presso la storica Caserma “M.A.V.M. Magg. Giovanni Macchi”, il Comandante Regionale Puglia, Generale di Divisione Francesco Mattana.
L’Autorità ha incontrato una rappresentanza del personale in servizio presso i Reparti pugliesi, unitamente ai delegati della rappresentanza militare ed ai militari in congedo dell’Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia della Provincia di Bari.
Il Comandante Interregionale dell’Italia Meridionale ha presieduto il briefing istituzionale, nell’ambito del quale è stata illustrata la situazione socio economica del territorio, unitamente ai più importanti aspetti relativi alla gestione del personale e della logistica. Sono state altresì approfondite le principali tematiche operative riguardanti i Reparti della Puglia, facendo il punto sulle più importanti attività investigative, con particolare riferimento al contrasto dell’evasione fiscale e della criminalità organizzata nonché alla tutela della spesa pubblica.
Al termine, l’Alto Ufficiale ha espresso parole di apprezzamento per l’impegno e la professionalità con cui, quotidianamente, i militari della Guardia di Finanza pugliese si adoperano per la tutela della legalità e per la salvaguardia delle libertà economiche delle imprese e dei cittadini che rispettano le regole.
La visita del Gen.C.A. Carbone al Comando Regionale Puglia è proseguita con gli incontri istituzionali organizzati con le locali Autorità civili e militari, nonché con i vertici della Magistratura dell’ordine giudiziario ordinario e contabile.
Appuntamento il 13 e 14 luglio in piazza Ferrarese a Bari e il 27 luglio in viale Marinai d’Italia a Vieste. Cross Water” il progetto per il risparmio dell’acqua. A Bari e Vieste in piazza a metà luglio.
Il progetto Cross Water arriva nelle piazze. Sono in programma a luglio due tappe del Villaggio dell’Acqua, il 13 e 14 luglio dalle 16 alle 22 in piazza del Ferrarese a Bari ed il 27 luglio dalle 17 alle 23 in viale Marinai d’Italia a Vieste, per sensibilizzare cittadini e turisti all’uso consapevole della risorsa acqua, attraverso giochi e laboratori per bambini, flash mob, quiz, gadgets e dirette TV.
Il progetto tematico e transfrontaliero, di cui la Regione Puglia, con la sua Sezione Risorse Idriche, è lead partner e di cui fanno parte anche Acquedotto Pugliese, Regione Molise, Comune di Tirana, società Tirana Water and Wastewater Utility (UKT) ed Acquedotto Regionale Montenegrino (PE RWMC), giunge quindi alla sua fase della cosiddetta conscious awareness, coscienza e consapevolezza, con due eventi aperti al pubblico in un villaggio di oltre 400 metri quadrati completamente brandizzato.
In location di grande visibilità, a pochi metri dal mare Adriatico che accomuna tutto il partenariato, un team di formatori e comunicatori, coordinato da un fisico esperto in didattica, terrà laboratori di conoscenza delle proprietà dell’acqua e di diffusione delle buone pratiche a sua tutela, interamente dedicati ai bambini. Sulle gigantografie de “Il gioco dell’oca in acqua” e “La Campana dell’acqua” i bambini si sfideranno sul tema del risparmio, mettendo in gioco le proprie conoscenze ed abilità. In palio, kit di ecogadgets in linea con la campagna contro gli sprechi ed a favore del riuso dell’acqua.
Per il pubblico adulto, inoltre, una serie di altre attività. Le immagini del villaggio e le interviste ad autorità ed esperti in tema di acqua saranno trasmesse dalle 19 alle 21 sulla web-tv TVA del partner di progetto Acquedotto Pugliese in diretta streaming dallo studio mobile appositamente allestito nel Villaggio dell’Acqua. Verranno proiettati a loop i contributi audiovisivi realizzati nell’ambito del progetto negli scorsi mesi: lo spot tv, il video di progetto e quello realizzato in occasione delle giornate formative tenute in alcune scuole elementari di Bari, Foggia ed Andria. Quindici pannelli espositivi, infine, racconteranno il progetto in italiano ed inglese, approfondendo obiettivi, attività, risultati raggiunti e progetti pilota in capo a ciascun partner.
In Puglia è AQP ad occuparsi dell’iniziativa pilota, finalizzata all’acquisizione di strumenti per il monitoraggio continuo della qualità dell’acqua presso l’impianto di Monopoli di Sammichele di Bari per ottimizzare processi di trattamento delle acque reflue e dei fanghi. A tal fine, il primo risultato atteso è l’identificazione dei sistemi di monitoraggio e informazione che potrebbero essere utilizzati sugli impianti, attraverso diverse attività di test e la definizione di quello più performante. Il secondo risultato atteso è il raggiungimento di una riduzione del consumo energetico globale, ovvero la possibilità di eseguire gli stessi processi utilizzando una quantità inferiore di energia. Il terzo porta all’obiettivo più importante per la comunità: la riduzione dell’impatto ambientale in termini di CO2 rilasciata in atmosfera, quantità di fanghi da smaltire e quantità di reagenti defosfatanti.
Cross Water è un progetto tematico con un budget complessivo di € 5.570.738,01, finanziato dal Programma Interreg IPA CBC Italia-Albania-Montenegro e cofinanziato dall’Unione Europea attraverso lo Strumento di preadesione (IPA II). Cross Water, in generale, ha come obiettivo la definizione di un sistema di gestione delle acque efficiente ed efficace attraverso lo sviluppo di un piano integrato transfrontaliero ed un documento di politica comune.
Questa mattina, 27 giugno 2022, la Tenenza di Mola di Bari coordinata dal I Gruppo Bari, ha dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali – coercitive – emessa dal G.I.P. del Tribunale di Bari su richiesta della Procura della Repubblica di Bari, nonché sequestri patrimoniali nella misura per equivalente. Nell’ordinanza vengono riconosciuti (con accertamento che, compiuto nella fase delle indagini preliminari, necessiterà della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa) gravi indizi di colpevolezza nei confronti di 16 indagati - dei quali n. 10 destinatari di misura cautelare personale (n. 2 in carcere ed n. 8 ai domiciliari) – nonché, l’adozione nei loro confronti della misura patrimoniale del sequestro preventivo nella misura equivalente, finalizzata alla confisca, per complessivi 1.166.080,00 euro.
Si tratta di un dottore commercialista e nove imprenditori locali operanti prevalentemente nel settore edile che, mediante la costituzione di fittizi rapporti di lavoro formalizzati attraverso modelli di assunzione telematica UNILAV, hanno consentito a numerosi cittadini extracomunitari (n. 453 soggetti di etnia indiana, cingalese, bengalese, pachistana ed altre) di ottenere illecitamente, nel lasso temporale che va da 2013 al 2019, il rilascio e/o il rinnovo del permesso di soggiorno per motivi lavorativi.
Le somme pagate da questi ultimi all’organizzazione criminale oscillavano dai 1.000,00 ai 6.000,00 euro per ogni singolo rapporto di lavoro fittizio consentendo di accumulare un profitto illecito stimato di euro 762.000,00.
Alcuni dei soggetti intestatari dei falsi contratti lavorativi sono riusciti tra l’altro ad ottenere indebitamente dall’INPS l’erogazione dell’indennità di disoccupazione e di malattia (i cui importi sono stati opportunamente ricostruiti grazie alla collaborazione dello stesso Ente), nonché, in altri casi, per la percezione di rimborsi IRPEF comunque non spettanti, per un danno alle casse dello Stato di complessivi 281.579,82 euro.
Inoltre, durante l’attività d’indagine sono acquisiti elementi probatori pertinenti alla sottrazione di beni mobili ed immobili ad un soggetto non in grado di intendere e di volere per 267.232,22 euro.
Agli indagati viene contestato il concorso a vario titolo di molteplici reati, tra i quali il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina (artt. 2 e 12 del Dlgs 286/98), l’associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dello Stato (artt. 416 e 640 C.P.) e, per tre di essi, il delitto di circonvenzione di persone incapaci (art. 643 C.P.).
I provvedimenti cautelari sono intervenuti in esito ad un’articolata attività investigativa, condotta dalla Tenenza di Mola di Bari sotto l’egida dell’Ufficio del Pubblico Ministero, che ha permesso di accertare allo stato (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa) le diverse tipologie di delitti commessi dal sodalizio criminale grazie a numerosissime e sofisticate tecniche d’intercettazione supportate dall’analisi della documentazione amministrativa acquisita nel tempo, consentendo di poter stimare l’illecito profitto conseguito complessivamente conseguito dagli indagati in oltre un milione di euro.
L’azione dei Finanzieri testimonia il continuo impegno del Corpo nella lotta all’indebito accesso alle prestazioni assistenziali e alle misure di sostegno al reddito, a garanzia dell’effettivo sostegno alle fasce più deboli della popolazione, particolarmente danneggiate dalla crisi economica e sociale conseguente all’emergenza pandemica.