Dopo 40 anni di assenza, la lontra torna nel Parco Nazionale del Gargano. Nei giorni scorsi un esemplare del mammifero Lutra lutra (inserito nelle liste rosse IUCN e considerato tra i più minacciati d’Italia) è stato ritrovato, purtroppo morto, a pochi chilometri da Manfredonia, lungo la strada provinciale 141, nei pressi dell’Oasi Lago Salso. Forse è stato investito da un’automobile. Si trattava di un maschio adulto, come constatato dall’esperto conoscitore della fauna garganica nonchè attivista di lungo corso della LIPU, Talamo Ventura, che dopo aver riconosciuto l’esemplare ha immediatamente allertato il Parco Nazionale del Gargano. Solo lo scorso anno proprio l’Ente Parco, in collaborazione con il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Bari, aveva avviato il Progetto di Sistema “Studio e Monitoraggio dei mesomammiferi nel Parco Nazionale del Gargano”, progetto che annovera tra le altre specie target anche la lontra.
“Si tratta di un ritrovamento di estremo interesse conservazionistico - dichiara il vice-presidente del Parco Nazionale del Gargano Claudio Costanzucci Paolino - perché da noi l’ultimo dato di presenza accertata della specie risale ad oltre 40 anni fa. Questo ritrovamento, oltre a premiare la perseverante politica di attenzione e tutela ambientale del nostro Parco, suggerisce allo stesso tempo la necessità di incrementare, in forma specifica, gli sforzi di ricerca con l’obiettivo di comprendere se vi sia nell’area protetta una popolazione vitale di questo preziosissimo carnivoro”.
La lontra è strettamente associata agli ecosistemi acquatici e ripariali e vive in aree che garantiscono sufficiente disponibilità d’acqua, abbondanza di risorse trofiche e bassi livelli di inquinamento durante tutto il corso dell’anno. Che la lontra abitasse nel Parco Nazionale del Gargano lo testimonia anche un’opera, risalente agli anni ’80, del fumettista Andrea Pazienza, intitolata ‘Il perché delle anatre’. Nelle tavole il talentuoso illustratore di San Severo raccontava proprio di una lontra ammazzata sul Gargano (in quel caso da un bracconiere).
Nel rispetto delle procedure di legge, l’Ente Parco Nazionale del Gargano seguirà tutte le fasi previste in questi casi, non escluso l’utilizzo dell’esemplare a fini di ricerca e studio.
Il trabucco di Rodi Garganico risorgerà dalle ceneri dell'incendio che lo ha distrutto poco più di due anni fa.A rendere possibile la ricostruzione di una testimonianza della memoria collettiva e delle pratiche di pesca, l'attività sinergia di Parco Nazionale del Gargano, Regione Puglia e Comune di Rodi, grazie a cui sono state messe in campo le necessarie risorse e competenze tecniche. I lavori di ripristino avranno un costo complessivo di 50.000 euro, resi disponibili dalla Regione Puglia e dal Parco Nazionale del Gargano che si occuperà della complessiva gestione dell'intervento, e termineranno entro la metà di settembre. La sostenibilità ambientale dell'opera è garantita dall'uso prevalente di legno e altro materiale naturale.
Parte così, da Rodi Garganico, il piano per la conoscenza, la valorizzazione e il recupero dei trabucchi oggetto di una specifica legge regionale (n. 2 del 27/01/2015) con cui si prevede lo stanziamento di 800.000 euro destinati al riconoscimento delle strutture storiche disseminate lungo la costa di Rodi Garganico, Peschici e Vieste quali 'beni patrimoniali di grande valenza identitaria e paesaggistica da salvaguardare, valorizzare, recuperare o ripristinare'. Ancora oggi questi giganti che sorgono sulle punte estreme della costa garganica sono strumenti di pesca utilizzati per intercettare e catturare, restando a terra, i branchi di pesci che si spostano dalle foci dei laghi Varano e Lesina alle grotte e alle insenature naturali delle falesie rocciose, a sud di Capo Vieste dove depongono le uova. Il fatto che l'attività si svolga interamente da terra rende questa particolarissima tecnica ancor più compatibile con l’ambiente, rispetto a quella svolta a mare.
Tant'è che è intento del Parco Nazionale del Gargano, in accordo con la Regione Puglia, promuovere la formazione di trabuccolanti, maestranze specializzate nella manutenzione anche straordinaria di queste belle e potenti macchine, capaci di proiettare le reti fino a 30 metri dalla costa e di raccogliere quintali di pesce con un'unica pescata. Ecco perché i trabucchi sono straordinari testimoni della storia e dell’economia del passato, frutto dell'ingegnosità delle comunità garganiche, diventati suggestivi elementi del paesaggio che meritano di essere annoverati tra le strutture architettoniche, storiche e tradizionali e di essere tutelati e valorizzati dal Parco Nazionale del Gargano.
Dopo il successo delle prime tappe e la pausa del week end, Gargano in Folk torna a rallegrare le piazze dei comuni garganici. L’evento, organizzato dal Parco Nazionale del Gargano, porta in tour la tradizione popolare con alcuni dei gruppi più rappresentativi di questo territorio. Nelle piazze di Mattinata, Vico del Gargano, Peschici e San Marco in Lamis il pubblico ha risposto con grande entusiasmo ed apprezzamento alle serate animate da gruppi consolidati come i Rione Junno, i Sud Folk, Le Mulieres Garganiche, ma anche a quelle condotte con maestria dalle nuove generazioni di suonatori come I Frizzicaroli, gruppo composto da oltre 50 allievi dell’Istituto comprensivo ‘Dante-Galiani’ di San Giovanni Rotondo.
Gli appuntamenti di Gargano in Folk riprenderanno questa sera proprio a San Giovanni Rotondo quando ad esibirsi, nell’ambito della Notte Bianca (Piazza dei Martiri, ore 24.00), saranno i Tarantula Garganica, protagonisti anche della serata di domani 8 agosto, in programma a Rignano Garganico in Largo Portagrande, alle 20.30.
Venerdì 10 agosto sarà la volta del Rione Junno e delle Indie di Quaggiù che suoneranno al Lido del Sole (Parco Atas, ore 21.30). Per il 12 agosto è previsto invece un doppio appuntamento, a Lesina (Piazza Umberto, ore 22.00) con le Mulieres Garganiche e il trombettista Matteo Renzulli, e a Carpino (Piazza del Popolo, ore 22.30) con I Frizzicaroli. Gargano in Folk il 13 agosto toccherà anche Cagnano Varano, che ospiterà i gruppi Rione Junno e Le Indie di Quaggiù (piazza Giannone, dalle 21.00).
Dopo la pausa di Ferragosto, il tour continuerà tra le vie del borgo antico di Serracapriola, dove giovedì 16 agosto alle 21.00, La Pacchianella e Matteo Renzulli, ex componente del gruppo di Monte Sant’Angelo, si riuniranno condividendo il palco. Le ultime tappe di Gargano in Folk sono in programma il 22 agosto a Sannicandro Garganico con le Mulieres Garganiche (Piazza IV novembre, ore 21.00), il 23 agosto ad Ischitella-Foce Varano con Le Indie di Quaggiù (Piazza del Porto, ore 21.30) e l’8 settembre ad Apricena con La Pacchianella.
Sarà l’irrefrenabile ritmo della tarantella garganica, sintesi perfetta di tipicità e qualità del patrimonio autoctono, a scandire il tempo dell’estate nel Parco Nazionale del Gargano. L’Ente di Monte Sant’Angelo lancia infatti ‘Gargano in Folk’, un calendario di concerti di gruppi musicali del territorio che si esibiranno in diversi comuni garganici a partire da domani 31 luglio fino ai primi di settembre. Si parte da Mattinata con i gruppi Sud Folk(special guest NO FANG) e con la composizione tutta al femminile delle Mulieres Garganiche che in Villa Comunale, a partire dalle 22.00, chiuderanno il Festival dei Colori.
A coinvolgere le piazze a suon di tamburello, nacchere e chitarra battente saranno anche i Tarantula Garganica, i Rione Junno, La Pacchianella, Le Indie di Quaggiù, Matteo Renzulli e il gruppo folkloristico I Frizzicaroli,composto da alunni dell’istituto comprensivo “Dante-Galiani” di San Giovanni Rotondo.