Il progetto sul tratturo L’Aquila-Foggia sarà elaborato e realizzato congiuntamente da Regione Puglia e Soprintendenza per l’Archeologia, le Belle arti e il Paesaggio delle province di Foggia e di Barletta-Andria-Trani, mettendo a frutto competenze, cultura, professionalità e esperienze legate alla regolazione, alla pianificazione e alla valorizzazione del demanio armentizio.
La mattina del 16 maggio c.a. la Soprintendente Anita Guarnieri e il vicepresidente della Regione Puglia e assessore al Demanio, Raffaele Piemontese, hanno sottoscritto l’accordo per la progettazione e la realizzazione del progetto pilota finanziato con 2 milioni di euro e finalizzato a una maggiore fruibilità attraverso mobilità dolce e al potenziamento della funzione ecologica del Tratturo Magno L’Aquila - Foggia, in applicazione delle linee guida del documento regionale di valorizzazione dei tratturi di Puglia.
“Puntiamo molto sul forte impulso che potrà essere generato da un progetto sul tratturo più lungo e più importante d’Italia affinché le comunità locali condividano idee e modalità per integrare i valori identitari e culturali con chi fa impresa, chi fa agricoltura, chi trasforma i prodotti della terra, chi fa nuova agricoltura e innovazione alimentare, chi fa turismo, chi fa attività culturali o gestisce beni culturali, chi fa sport o pratiche di benessere psico-fisico”, ha detto il vicepresidente Piemontese, sintetizzando la visione con cui è stata impostata l’intesa con la Soprintendenza.
La Regione Puglia elaborerà il progetto di fattibilità tecnica ed economica mentre la Soprintendenza assumerà la Direzione Scientifica di un intervento selezionato, cinque mesi fa, dagli uffici guidati dall’assessore Piemontese, nell'ambito dei contributi agli investimenti assegnati alle Regioni per il periodo 2021-2033.
“Questa sottoscrizione formalizza di fatto un’attività di concertazione avviata da mesi con la Regione, il Dipartimento di Scienza dell'Ingegneria Civile e dell'Architettura del Politecnico di Bari e i Comuni interessati: una delle buone pratiche avviate dal nostro Istituto per la tutela e valorizzazione di uno degli elementi identitari della Capitanata”, ha detto l’architetto Guarnieri.
Tra le ultime esperienze già condivise da Regione e Soprintendenza, infatti, c’è il laboratorio di progettazione partecipata al Museo Civico Archeologico di San Paolo di Civitate, in provincia di Foggia, che il 21 marzo scorso, in occasione della Giornata nazionale del Paesaggio, ha approfondito le conoscenze su un insieme di monumenti architettonici, sorgenti, fiumi, boschi, antichi tratti viari tra cui un segmento proprio del Tratturo Magno L’Aquila-Foggia.
Sabato 6 maggio dalle ore 9.30 alle 12.30 l’Anfiteatro Romano di Lucera ospiterà “Ludi Magister”, il primo evento di presentazione dei sei laboratori per la riscoperta del passato previsti dal progetto partecipativo “Patrimoni Generativi”, ideato dall’APS Cinque Porte Storiche Città di Lucera e finanziato dal bando “Puglia Capitale Sociale 3.0”.
Gli alunni delle classi 4^ e 5^ degli Istituti comprensivi “Manzoni Radice”, “Tommasone Alighieri” e “Bozzini Fasani”, che sono partner del progetto, parteciperanno ad una lezione speciale sul periodo storico imperiale che vedrà la presenza di figuranti in costumi d’epoca, che raffigurano personaggi significativi per la storia della città di Lucera.
Primo tra tutti Marco Vecilio Campo, magistrato, prefetto dei fabbri e tribuno militare, che fece costruire in corrispondenza di una depressione naturale del terreno, a sue spese e in un’area di sua proprietà, un grande anfiteatro in onore di Augusto e della colonia di Lucera, come attesta l'iscrizione in latino posta sugli architravi dei portali di ingresso all’Anfiteatro. Agli studenti saranno, inoltre, mostrate le attività laboratoriali in programma a partire dal prossimo anno scolastico, che mirano a recuperare la coscienza identitaria e rafforzare il senso di appartenenza alla comunità.
«Crediamo che per trasmettere alle nuove generazioni l’amore e il rispetto per la propria città sia necessario partire dalla conoscenza, per questo con “Patrimoni Generativi” vogliamo lanciare un seme che possa germogliare e dare i suoi frutti, facendo sentire tutti orgogliosi della propria terra», afferma Gianni Finizio, referente di “Patrimoni Generativi” e presidente dell’APS Cinque Porte Storiche Città di Lucera Intanto due nuovi partner - Gens Capitanatae, Associazione culturale di Ricostruzione e Rievocazione Storica, e Archeoclub d’Italia - si aggiungono alla rete trasversale creata dal progetto con la finalità di coinvolgere l’intera comunità cittadina.
Tra gli altri partner ci sono il Comune di Lucera, le Aps storiche Porta Albana, Porta Foggia, Porta Troia, Porta San Giacomo e Porta San Severo, l’OdV Famiglia Murialdo, l’Impresa sociale Murialdomani e l’Associazione SPQL - gruppo storico di Lucera.
Il 30 Aprile del 1923 nasce a Monte Sant’Angelo il Gruppo Folkloristico La Pacchianella, allorquando si ebbe proprio qui a Monte Sant’Angelo la visita alla Città e al Santuario di San Michele del Principe ereditario di Casa Savoia, Umberto I.
Da questo avvenimento ha inizio l’attività folklorica del Gruppo La Pacchiana, sua prima denominazione, sotto la guida del suo fondatore Giovanni Tancredi. Giorno memorabile quel lontano 30 Aprile del 1923, per la partecipazione e l’entusiasmo che la popolazione mostrò verso il Principe, nel volere rappresentare il ricco patrimonio culturale di cui era capace di esprimere la Città intera, tramite il suo Gruppo e nell’ammirare le sue bellezze naturali ed artistiche, oltre che le bellezze e la singolarità dei costumi del Gruppo.
Per la prima volta si manifestava, in maniera festosa e genuina, la volontà di una Città che voleva rappresentare all’Italia la storia e la cultura di un popolo che si riconosceva nel suo Santuario, ma anche nelle sue tradizioni popolari. Afferma a tale proposito A. Ciuffreda: “La città si mise in subbuglio sin dal primo mattino, per addobbarsi con coperte di seta ai balconi e alle finestre e per diffondere l’aria di festa con le note della banda e con lo sparo di mortaretti”. Era allora Sindaco della Città il prof. Filippo Ciociola, un uomo che viene ricordato per la sua precisione e per la sua inflessibile severità morale e amministrativa.
[Giovanni Tancredi (1872-1948)]
Della visita di Umberto I, erede al trono d’Italia, ci rimane una bellissima immagine pubblicata sulla copertina del Corriere della Domenica, del 13 Maggio 1923, ad opera del pittore e disegnatore Antonio Beltrame. Da questo momento, sotto la guida di Giovanni Tancredi, ha inizio il percorso di attività e di esibizione del Gruppo, prima nella regione Puglia e poi in tutta Italia, tanto che l’8 Settembre del 1928 il Gruppo La Pacchianella partecipa al Raduno dei costumi italiani a Venezia, distinguendosi per l’eleganza e la ricchezza dei suoi abiti. Così come nel 1930, l’8 Gennaio, a Roma, in rappresentanza della Puglia, il Gruppo viene invitato a partecipare al corteo dei costumi nazionali in occasione delle nozze del principe Umberto di Savoia e di Maria Josè del Belgio, mentre, successivamente il 27 Ottobre del 1931 la Città di Monte Sant’Angelo viene visitata dall’allora ministro Ciano, che ne ammirò le bellezze artistiche e i caratteristici costumi sfoggiati nella grande parata che il gruppo La Pacchianella allestì, con i muli bardati secondo l’uso tradizionale. Il tutto in una splendida scenografia paesana, di cui ci rimangono alcune fotografie di allora, in cui si vede il corteo della sfilata lungo il corso principale, con Giovanni Tancredi fra la folla e i muli bardati, con bandiere tricolori alle finestre e le coperte variopinte ai balconi.
Così da questo momento, dopo varie esibizioni a livello locale e nazionale, il Gruppo Folklorico “La Pacchianella”, inizia il suo percorso che lo porterà, non solo a rappresentare la Puglia in diverse manifestazioni a carattere folkloristico, ma soprattutto ad essere uno dei Gruppi più importanti dell’Italia meridionale.
IL LIBRO: "La Pacchianella. Storia Folklore Musica Canti Costumi Personaggi" di Giuseppe Piemontese, Bastogi Libri, Roma 2017
INDICE
RINGRAZIAMENTI
LA STORIA
- Le origini
- Giovanni Tancredi
- Giovanni de Cristofaro
- Giovanni Lombardi
- Il Primo Raduno Folkloristico
- La Sagra della Foresta Umbra
- Gli Anni Sessanta
- Le scene di vita paesana
- Gli Anni Settanta, Ottanta e Novanta
- Le tournèe all’estero
IL FOLKLORE
- La cultura popolare del Gargano
- Il Gargano fra il sacro e il profano
- Usi e costumi: il fidanzamento e il matrimonio
LA MUSICA
- La musica folklorica
- La Tarantella
- Gli strumenti musicali: la chitarra battente,
- il tamburro, le castagnole, il puta puta
IL CANTO
- La Serenata
- Li Strusce
- La Stesa
- La Pampanella
- I canti d’amore e di dispetto
I COSTUMI
- Gli uomini
- Le donne
- L’ornamento d’oro
- La Pacchianella nelle cartoline
ALBUM FOTOGRAFICO
ITALIA
- Monte Sant’Angelo
- Manfredonia
- Orsara di Puglia (Fg)
- Gaggio Montano (Bo)
- Aviano (Pn)
- Molfetta (Ba)
- Cupramontana (An)
- Castagneto Carducci (Li)
ESTERO
- Belgio: Bruxelles, 1089
- Repubblica Ceca, 1998
- Repubblica Slovacca, 1998
- Svizzera, 1998
- Polonia, 1999
- Germania, 1999
- Stati Uniti, 2006
- Grecia, 2006
- Croazia, 2008
90° ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL GRUPPO
LA PACCHIANELLA (1923-2013)
I COMPONENTI DEL GRUPPO: IERI E OGGI
I COMPONENTI DEL GRUPPO: IERI E OGGI
- Indice dei nomi
BIBLIOGRAFIA
Il viaggio come esperienza d’arte e cultura è oggi tra le scelte più consolidate da parte di chi ama vivere una destinazione nelle sue dimensioni storiche e autentiche. La Puglia sta accrescendo la sua attrattività per il patrimonio artistico e culturale che offre tutto l’anno a viaggiatori e residenti. In questo scenario, si configura l’azione di comunicazione della Regione Puglia e Pugliapromozione intitolata “Puglia&Leggende”.
Si tratta di una webserie ideata e diretta da Alessio Giannone, in arte Pinuccio, che si focalizza sul tema turistico di arte, storia e tradizioni. Il progetto si articola in dieci puntate, girate in altrettante città pugliesi, della durata massima di dieci minuti e si connota di originalità tanto nello stile narrativo quanto nelle riprese tecniche. Sul piano narrativo, i contenuti si fondano sulla leggenda, espediente narrativo che tramanda il patrimonio culturale di un popolo nella tradizione orale trasmessa di generazione in generazione fino ad ammantare di mistero e fascino il luogo o la storia cui si riferisce. Sul piano tecnico, riprese dall’alto e vaste carrellate di immagini daranno della Puglia uno sguardo inaspettato e spettacolare. La serie si rivolge a chi, di età eterogenea, desidera conoscere le storie di un posto e a chi viaggia spesso con la famiglia per vivere esperienze immersive anche in bassa stagione.
Da mercoledì 26 aprile, ogni settimana, ciascun episodio della serie “Puglia&Leggende” verrà pubblicato sui canali Facebook, Instagram, YouTube e Tik Tok di WeAreinPuglia e di Pinuccio.
“Una connotazione di mistero per raccontare i volti nascosti dell’arte e della cultura di una Puglia leggendaria – dichiara l’assessore al Turismo della Regione Puglia, Gianfranco Lopane -. Quest’anno la strategia di comunicazione del turismo della Regione Puglia prevede campagne e contenuti verticali per ciascun prodotto turistico, come presentato in occasione della scorsa BIT a Milano. Il progetto ‘Puglia&Leggende’, con Alessio Giannone, in arte Pinuccio, si inserisce nella campagna ‘Puglia, riscopri la meraviglia’ e ci permette di restituire a turisti e residenti quell’autentico desiderio di scoperta che anima la storia dei luoghi identitari delle comunità pugliesi. Da Rocchetta Sant’Antonio a Leuca, passando per Laterza e Ginosa – prosegue l’assessore -, la produzione dei contenuti della serie ha interessato e continuerà a coinvolgere realtà dell’intero territorio regionale. Episodi all’insegna di intrighi e curiosità, con la consueta simpatia di Pinuccio e Sabino, contribuiranno a promuovere le ricchezze artistiche, paesaggistiche, culturali e umane della Puglia intercettando una domanda che rivolge sempre maggior attenzione a mete inedite, a modelli di turismo lento e sostenibile, ad esperienze a stretto contatto con le tradizioni locali e con la spiritualità. Buona visione.”
Con “Puglia&Leggende” si intendono perseguire gli obiettivi del Piano strategico del turismo volti al potenziamento della destagionalizzazione e alla delocalizzazione, orientando l’attenzione sulle destinazioni meno note.
“Ci sono luoghi nei quali il tempo ha contribuito a tramutare la leggenda in storia – dichiara il direttore generale dell’AReT Pugliapromozione, Luca Scandale -. La webserie ci condurrà, attraverso racconti fiabeschi e la narrazione di aneddoti, a riscoprire le leggende che ancora oggi arricchiscono il nostro patrimonio storico, archeologico e culturale. L’obiettivo è una divulgazione internazionale attraverso i nostri account social e seguendo l’hashtag #WeAreInPuglia, rivolgendoci a potenziali turisti di tutto il mondo, poiché ogni puntata sarà sottotitolata in inglese.”
Tutti i racconti sono stati individuati scegliendo punti di connessione tra realtà (monumento architettonico, traccia artistica, sito archeologico, patrimonio ambientale) e leggenda. Le storie hanno un'impostazione divulgativa adatta ai social, con contenuti organizzati in modo da integrare il più possibile i linguaggi a cui sono abituati le community di WeAreinPuglia e Pinuccio. Sarà possibile in questo modo ammirare storie di vita, di armi e passioni, che si intrecciano con la straordinaria bellezza della Puglia, da un doppio punto di vista: quello di Pinuccio nelle vesti di divulgatore, quello del drone che mostrerà dall’alto panorami mozzafiato e splendidi dettagli architettonici.
Alessio Giannone, alias Pinuccio, ha evidenziato come “Puglia&Leggende vuole essere un modo diverso di raccontare la Puglia, fuori dagli stereotipi e valorizzando anche le aree meno conosciute. Con Sabino ci siamo divertiti nello scoprire quei racconti che parlano dei territori e che li rendono magici. Speriamo che tra fantasmi, demoni e maghi esca un terno sulla ruota di Bari”.
Si parte, dunque, il prossimo mercoledì 26 aprile, da Rocchetta Sant’Antonio, in provincia di Foggia, con la puntata intitolata “La murge del Diavolo - Monti Dauni meridionali”. A seguire, non in ordine di elenco, i seguenti episodi:
BARI
- Befanì della morte - Bari
- La Dama col tamburo - Monopoli
LECCE
- L'amore nella finestra di fronte - Lecce
- Le voci di Grotta del Diavolo: un mistero irrisolto della cavità nel terreno di Leuca - Leuca
TARANTO
- L'esercito di fantocci - Laterza e Ginosa
- Il Mago Greguro nella terra dei masciari - Massafra
FOGGIA
- Le ninfe del mare e il canto di Diomede - Isole Tremiti
BRINDISI
- Oria Fumosa - Oria
BAT
- Fantasmi del Castello - Trani
Che sia agricoltura o lavori pubblici in aree nell’oblio di chi le amministra, valorizzazione e difesa del territorio per incremento demografico e lavoro, promuovere e aumentare il turismo, discutere sull’ambiente e ciò che fa bene o male alla natura e all’uomo, crescita industriale nel rispetto della terra che la ospita, dar valore a ciò che ha Monte Sant’Angelo, che custodisce gelosamente da millenni nei suoi luoghi, è il focus che sta ponendo il dott. Giovanni Ciliberti. Lui, medico primario in quiescenza, ora imprenditore agricolo per diletto (non troppo giacché le sue produzioni sono fonte di lavoro e crescita e valorizzazione del territorio), già amministratore di Monte, con la sua sagacia e sempre diretta comunicabilità, questa volta affronta con “A scuola dai Sumeri” un problema in apparenza semplice ma nel merito importante per la visibilità e valorizzazione della città. Consiglia a qualcuno o molti di imparare dai Sumeri, e fa bene. Oltretutto, la storia insegna. Ma c’è ancora chi l’ha solo letta e non studiata e chi anche non l’ha neanche letta e studiata. Come pure i testi di architettura e ingegneria urbanistica che, nel caso, andrebbero ripresi e studiati, o almeno applicati per conoscenza. Francamente non è una laurea a determinare se conferire incarichi di promozione turistica o bellezza del territorio. Ci vuole innanzitutto amore per il territorio, conoscenza storica del luogo, estrosità e capacità nel riconoscere il bello e dargli valore, e anche una laurea, ma artistica. L’improvvisazione fa più male del provarci [ndr.]
A scuola dai Sumeri
«Hanno inventato la scrittura, l’astronomia, la geometria, la ruota, il cubito per misurare le distanze (circa 49,5 cm equivalente alla lunghezza gomito/mano), l’agricoltura, l’irrigazione dei campi e tante altre cose tra cui le città con strade, piazze, palazzi e mura difensive.
Se i Sumeri oltre 6.000 anni fa utilizzavano il cubito per avere misure precise, perché oggi certi lavori a Monte sembrano fatti con i piedi?
Forse qualcuno ha rubato il metro?
Aspettiamo di conoscere anche il contenuto del dossier inerente alla candidatura di Monte Sant’Angelo a Capitale Italiana della Cultura 2025 sperando che non sia stato intrapreso un altrettanto erudito cammino culturale fatto anch’esso con i piedi.
Vi sembra normale posizionare in quel modo i tombini nei pressi della Basilica (allu Scutte, Via Garibaldi e un po’ ovunque)?
Il concetto di bello, l’ordine, l’efficienza, la capacità, il coinvolgimento e il rispetto istituzionale sono delle caratteristiche simili al fascino: una persona o un gruppo ce l’ha o non ce l’ha!
Monte ha bisogno di azioni e provvedimenti concreti che siano in grado di valorizzare le infinite potenzialità del nostro territorio (mare, monti, boschi, foresta umbra, eccellenze agro-alimentari, siti Unesco e innanzitutto il millenario culto micaelico).
Utilizzare le immense risorse che in questi anni vengono assegnate a Monte solo per interventi strutturali di cose esistenti (tra cui strade, piazze, monumenti) o per manifestazioni varie che rendono solo più piacevole la giornata del pensionato e di chi ha un impiego non è quello che la città e i giovani meritano.
Ci vuole una progettazione di lungo termine, dove far confluire le risorse umane e quelle economiche per ricreare le migliori condizioni di sviluppo di Monte.
Ed anche qui vale quanto detto prima: una persona o un gruppo ce l’ha o non ce l’ha, questa capacità!»
Antiche Corti di Giustizia in Capitanata, fra storia e attuale disagio: è questo il titolo del penultimo appuntamento con le Conversazioni di Storia Locale, il ciclo di incontri organizzato dalla Biblioteca “la Magna Capitana” di Foggia per approfondire temi, personaggi ed eventi storici del nostro territorio.
Appuntamento martedì 18 aprile 2023, alle ore 17.30, con ingresso libero, in Sala Narrativa per l’incontro con Carmine de Leo, già funzionario del Ministero della Giustizia, giornalista e autore di numerosi saggi. Alcuni suoi studi, in particolare, sono dedicati proprio alla storia degli antichi Tribunali del territorio, a partire dall’epoca federiciana.
Con il consueto taglio divulgativo, si passerà in rassegna la storia di queste istituzioni del nostro passato, senza dimenticare le vicende di una sezione della Corte d’Appello di Bari, che operò in Capitanata per alcuni anni nell’immediato secondo dopoguerra.
E sarà proprio a partire dagli anni della Ricostruzione che si prenderanno in esame i motivi ambientali e di contesto alla base di un aumento significativo delle attività criminali in Capitanata.
Particolare attenzione sarà dedicata alle difficoltà che nel corso del tempo ha dovuto affrontare l’organizzazione giudiziaria, in termini di risorse umane e strumentali.
Dal Tribunale della Dogana, ora sede della Provincia di Foggia, all’attuale Palazzo di Giustizia progettato negli anni Settanta, passando per gli uffici giudiziari minori della Capitanata: l’excursus, a cura di Carmine de Leo, analizzerà aspetti storico-sociali della giustizia in Capitanata.
La sesta edizione delle Conversazioni di Storia Locale, a cura della sezione Fondi Speciali della Biblioteca, si concluderà il 16 maggio, con Saverio Russo, docente di Storia Moderna dell’Università degli Studi di Foggia e la tesista Vincenza Scioscia, sul tema dedicato ad una famiglia dell’élite lucerina: i Bonghi del primo Ottocento.
"Orfeo e le Sirene" ritornano al MarTa di Taranto dagli Stati Uniti. Furono trafugate negli anni '70
“Ringrazio il ministro Sangiuliano per la sua presenza qui, i Carabinieri del nucleo di Tutela del Patrimonio Culturale che hanno fatto un lavoro straordinario, guidati dal generale Molinese che è un pugliese ed è una persona che ha molto a cuore il recupero delle opere d’arte trafugate in Italia, e in particolare in Puglia. Soprattutto colgo come un segnale molto positivo quello che ha detto il ministro con il riferimento a fare di Taranto la capitale della cultura del Mediterraneo. I Giochi del Mediterraneo, che ci stanno facendo tribolare, sono una pietra miliare per arrivare a questo obiettivo, collegando Taranto alle grandi capitali del Mediterraneo. Questo piano lo abbiamo in testa da molti anni e speriamo di riuscire a realizzarlo rapidamente, con la collaborazione di ministri come Sangiuliano”.
Lo ha dichiarato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano partecipando questa mattina a Taranto, alla presenza del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, alla presentazione del gruppo scultoreo di Orfeo e le Sirene, tre statue in terracotta a grandezza quasi naturale, con i frammenti dei riccioli delle loro capigliature, del IV secolo a.C. Le opere sono collocate, in maniera definitiva, nel nuovo allestimento del MArTA, il Museo archeologico di Taranto.
Si tratta di un'opera di inestimabile valore frutto di uno scavo clandestino in un'area archeologica della zona negli Anni Settanta e successivamente esportata illecitamente negli Stati Uniti d'America. Le statue molto probabilmente appartenevano a un monumento funerario o a un santuario.
Le indagini che hanno permesso il ritorno dell'opera in Italia sono state condotte dai Carabinieri del Comando Tutela del Patrimonio Culturale (TPC), coordinati dalla Procura della Repubblica di Taranto con l'importante supporto del District Attorney's Office di Manhattan-New York (USA) e con la stretta collaborazione dell'Homeland Security Investigations.
Le ricerche sono partite quando i militari hanno scoperto che un noto indiziato di reati contro il patrimonio culturale, avvalendosi di un'organizzazione con legami internazionali, aveva realizzato una serie di traffici di reperti archeologici, provento di uno scavo clandestino nella provincia di Taranto. Nel corso delle attività investigative si è scoperto che il noto trafficante aveva avuto un ruolo nello scavo e nell'esportazione illecita del gruppo scultoreo 'Orfeo e le Sirene'.
Nel nuovo allestimento del MArTA, oltre al gruppo scultoreo di 'Orfeo e le Sirene', sono esposti anche i recenti ritrovamenti conseguenza delle attività di contrasto al traffico illecito di beni culturali svolta dal Reparto Operativo TPC. Questi beni sono stati recuperati dagli Stati Uniti d'America in un arco temporale compreso fra il dicembre 2021 e le ultime settimane: un corpus imponente di opere con numerosi pezzi di archeologia
di varie civiltà.
Alla conferenza stampa di presentazione erano presenti tra gli altri, anche Vincenzo Molinese, comandante Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, Massimo Osanna, direttore generale Musei, Eugenia Pontassuglia, procuratore della Repubblica a Taranto, Rinaldo Melucci, sindaco di Taranto.
Le associazioni francigene della provincia di Foggia (San Giovanni Rotondo Francigena, Per Aspera ad Astra, Cultural Routes, Monte Sant'Angelo Francigena, Attivamente Monti Dauni) organizzano "La Via Francigena in Puglia: dalle origini al futuro", l'incontro-tavola rotonda che si terrà il 1° aprile alle 17.30 presso l’infopoint turistico di San Giovanni Rotondo nel Piazzale Santa Maria delle Grazie.
L’evento ha il duplice scopo di riaprire la discussione sullo sviluppo della Via Francigena in Puglia e al tempo stesso vuole diffondere una conoscenza più approfondita del tema tra imprenditori e comunità locali, ancora poco consapevole delle potenzialità di sviluppo dei cammini.
Sono previsti gli interventi del Prof. Renzo Infante, che farà un excursus storico sulle Vie Francigene di ieri, a seguire il camminatore Michele del Giudice ripercorrerà le tappe che stanno portando la Via Francigena a essere un cammino organizzato, successivamente Fabiola Ventricelli presenterà "Smart Walking coast to coast", un’interessante iniziativa di cammino/lavoro che interesserà il nostro territorio.
La seconda parte dell’evento vedrà le associazioni francigene territoriali dibattere e confrontarsi sul futuro dello sviluppo del cammino, dal ruolo dei soggetti privati a quello delle istituzioni.
L’iniziativa, alla quale sono invitati cittadini, operatori turistici e associazioni di camminatori, è patrocinata dall'Associazione Europea Vie Francigene (AEVF) e dal Comune di San Giovanni Rotondo.
La Commissione regionale della Puglia contro la criminalità organizzata ha premiato gli elaborati scolastici. Tra i vincitori figurano le scuole dlla Capitanat con ben otto elaborati.
Era aperta a loro e ad altri istituiti scolastici della Puglia, infatti, la seduta della Commissione consiliare, coordinata dal presidente Renato Perrini, il cui ordine del giorno, oggi, era appunto il termine delle attività previste dal bando, con la premiazione delle Scuole e degli studenti vincitori.
Sono arrivati da tutta la regione insegnanti e studenti degli Istituti secondari vincitori dei 48 premi da 500 euro messi in palio dal Concorso “Mi impegno per la legalità”, voluto dalla Commissione regionale di studio e di indagine contro la criminalità organizzata in Puglia e supportata dalla sezione Biblioteca e Comunicazione istituzionale del Consiglio regionale.
Una seduta atipica, aperta dal presidente Perrini con un saluto a tutti gli intervenuti individuati come gli attori protagonisti di una iniziativa che “ costituisce non un punto di arrivo, ma di partenza per rendere il nostro un territorio migliore, un posto migliore, affrancato da corruttele e criminalità organizzata e che individua nella Scuola non solo un dispensatore di informazioni, ma di conoscenza e, quindi, di cittadini responsabili”.
Presenti i Consiglieri Ciliento, Clemente, Dell’Erba, Leoci, Parchitelli, Romito e Tutol. E' stata il Segretario Generale del Consiglio, Domenica Gattulli, a dare il benvenuto a ragazze ed insegnanti. Presente la Dirigente della Sezione Aula e Commissioni – Annarita Del Giudice- è stata la Dirigente della sezione Biblioteca, Annavita Perrone a spiegare brevemente gli organi statutari della Regione ed il loro funzionamento. Poi, hanno cominciato a scorrere le immagini dei lavori premiati e quelle di video in ricordo delle vittime della mafia.
In Provincia di Foggia, come anticipato, sono sei le scuole premiate con otto elaborati.
L'Istituto scolastico “Lanza Perugini” di Foggia con "Perché morire a dodici anni?"
L'Istituto scolastico “Pacinotti” di Foggia con "Non si costruisce giustizia senza verità".
L'Istituto scolastico “Alessandro Volta” di Foggia Titolo con "Lo Stato siamo noi".
L'Istituto scolastico “Giannone Masi” di Foggia con "Il coraggio di dire no".
L'Istituto scolastico “Bonghi Rosmini” di Lucera con "La mafia uccide, il silenzio pure", con "Vita nuova: dalle mafie ai cittadini", con "Uno sguardo di troppo".
L'Istituto scolastico “Enrico Mattei” di Vieste con "Morire di lavoro. Storie di uomini e di donne vittime dello sfruttamento sul lavoro e del caporalato".
Il bando, rivolto agli studenti degli Istituti secondari di secondo grado del territorio della Regione Puglia,
Il concorso prevedeva la candidatura di opere letterarie, artistiche o digitali, ed era finalizzato alla promozione ed alla diffusione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile tra i giovani, per incentivarne la partecipazione attiva nella lotta alla criminalità ed alla corruzione. Temi da approfondire:
- conoscenza e lotta del fenomeno mafioso, della corruzione, delle forme di criminalità e illegalità;
- la prevenzione e il contrasto ai fenomeni del racket e dell’usura;
- gestione dei beni confiscati, con particolare riferimento all’uso sociale;
- vittime della mafia e dei fenomeni criminosi.
In totale quarantotto i premi che sono stati attribuiti, in relazione alla popolazione scolastica della provincia di appartenenza della sede principale dell’Istituto scolastico:
- 10 in Provincia di Bari;
- 6 in Provincia di Barletta - Andria - Trani;
- 6 in Provincia di Brindisi;
- 8 in Provincia di Foggia;
- 10 in Provincia di Lecce;
- 8 in Provincia di Taranto.
Viviamo in un mondo dove la felicità e il benessere sono elementi che non toccano purtroppo la maggior parte della popolazione mondiale, soggetta ad eventi che sconvolgono l’esistenza dell’uomo: eventi naturali, come il Covid e i terremoti, ma soprattutto eventi di cui l’uomo è protagonista, come le guerre e gli odi di parte.
Tutto ciò, collegato ad una economia basata solo sul profitto e sul breve guadagno economico, che produce solo instabilità e aumento dei prezzi, tanto da creare le basi per una economia di sussistenza e di instabilità esistenziale, a danno principalmente delle popolazioni più povere e più disagiate.
Del resto il fenomeno emigratorio non è altro che la conseguenza derivante da tutte queste situazioni di ordine politico-sociale, ma soprattutto di ordine economico, basato, come abbiamo detto, sullo sfruttamento delle risorse primarie, a vantaggio solo di pochi, lasciando così i paesi, come quelli africani, nel più completo abbandono e privi di sussistenza.
Ed ecco allora che si chiede a tutti i livelli di considerare l’uomo come parte essenziale del Pianeta Terra e quindi per una economia al servizio non di pochi, ma di tutti, privilegiando innanzitutto la dignità umana e il rispetto di tutti per il bene comune. Su questo argomento Fabrizio Pezzani, ha scritto un libro intitolato: È tutta un’altra storia. Ritornare all’uomo e all’economia reale (Università Bocconi Editore, Milano 2013), continuando così il suo percorso storico-economico già espresso nel suo precedente volume La competizione collaborativa (Egea-UBE, Milano 2011), alla ricerca dell’essenza dell’uomo e del suo rapporto fra società ed economia. La sua analisi parte dalla crisi della razionalità e quindi del pensiero moderno per giungere alla critica della tecnica, come annullamento della dimensione spirituale dell’uomo, succube della tecnologia e della logica del capitalismo, e oggi più che mai della globalizzazione, che ha privilegiato l’economia e quindi la finanziarizzazione del mercato a discapito del ruolo sociale del lavoro. La sua analisi parte dal considerare la storia come espressione della facoltà creativa dell’uomo, collegandosi con la civiltà del passato, in cui l’uomo era padrone del proprio destino e in cui tutto era subordinato alla natura e quindi all’essenza stessa dell’uomo come parte integrante dell’Universo.
Così è stato per i Greci e quindi successivamente con i Romani, per giungere poi alla civiltà del Rinascimento, in cui l’uomo ha determinato la sua cultura a propria immagine e a propria dimensione sociale. Un uomo a immagine della natura, in cui predomina ancora il sentimento umano e la dimensione naturale dell’essere partecipe dell’anima dei luoghi. Del resto, la stessa evoluzione di città europea ne è prova, determinata dal rapporto fra uomo e ambiente, fra uomo e qualità della vita. Questo rapporto armonico fra realtà e utopia si interrompe allorquando l’uomo viene subordinato alla sola sua razionalità, iniziando così un viaggio verso lo sviluppo tecnologico e quindi verso la modernità. Ciò ha decretato l’annullamento e la dimensione dell’uomo da un punto di vista morale, tanto da privilegiare maggiormente la techné (la tecnica) al posto della philosophia, e quindi dell’etica come luogo della felicità dell’uomo. Infatti dal Settecento in poi, attraverso lo sviluppo industriale e lo sviluppo del capitalismo, l’uomo ha privilegiato l’economia al posto della filosofia, la tecnica al posto del sentimento, tanto da rendere quest’ultimo succube dell’homo aeconomicus, in contrapposizione all’homo religiosus.
Del resto tutta la modernità è stata determinata dall’homo aeconomicus, tanto da ridimensionare l’uomo nella sua dimensione spirituale e morale. L’economia, così, ha preso il sopravvento sulle scienze umane e quindi sulla dimensione etica dell’essere nel mondo, annullando così alcuni valori conquistati attraverso la cultura del passato.
Quella cultura basata sulla dimensione umana e quindi sull’essere partecipe del destino dell’uomo e del suo ambiente naturale.
Oggi tutto è subordinato alla tecnica e quindi al profitto di pochi, a danno di molti. Tutto ciò è evidente, specialmente in questi ultimi decenni, con una economia basata sulla finanziarizzazione dei mercati e quindi su una economia legata all’arricchimento di pochi, a danno di molti. Un processo di finanziarizzazione che sta uccidendo l’economia reale, producendo disuguaglianze sociali, disordine perenne e povertà.
Afferma a tale proposito F. Pezzani: “L’economia diventa il fondamento della società e le sue regole diventano dogmi; lo sviluppo di un modello socioculturale di capitalismo fondato sulla massimizzazione del capitale personale viene assunto come fine valoriale.
La crescente deregulation e il mancato controllo, funzionali a realizzare lo scopo, generano una società ad alta concentrazione di capitale che allontana le classi e impedisce anche alla fascia alta di capire il degrado, fino a consumarsi in una forma di suicidio collettivo” (Pezzani, 2013, pp. 88-89). Dall’altra parte si ha la caduta della tensione etica, in quanto tutto è subordinato all’idea della potenza tecnica e quindi alla massimilizzazione del capitale umano. Purtroppo questo processo involutivo della società capitalistica si manifesta in tutte le sue componenti negative anche nelle nazioni occidentali, fra cui gli Stati Uniti, per finire ai paesi europei, anche se, in questi ultimi ancora è presente un sentimento solidaristico verso il prossimo. Infatti, se negli Stati Uniti la forbice fra ricchi e poveri si sta sempre più allargando, producendo disuguaglianza e povertà, nei paesi europei ancora persiste un senso di solidarietà, tenuto su dal Welfare State e quindi da alcuni valori propri della civiltà europea legata al passato.
Secondo Pezzani, bisogna ritornare alla terra, ad una società a misura dell’anima, ad un maggior senso della solidarietà umana e quindi ad una dimensione globale del bene comune.
Non è più tempo di ergersi a padroni del mondo, come del resto stiamo osservando nella guerra fra Russia e Ucraina, a soggiogare gli altri solo perché si è in possesso di una maggiore tecnologia bellica. Il mondo ha bisogno di una economia basata sul rispetto dell’uomo e quindi su una “competizione collaborativa” fra le nazioni, ma soprattutto fra singoli individui e società.
Non è possibile chiudersi nei propri egoismi e nei propri confini territoriali. L’egoismo deve dare spazio all’altruismo, con una visione non più egocentrica.
È tempo di una nuova rivoluzione non solo degli individui, ma degli Stati, siano essi di estrazione occidentale che orientale, fra cui oggi più che mai la Cina, in cui sia privilegiata innanzitutto la dimensione inclusiva dell’ascolto, dove al centro di ogni programma vi sia il rispetto della persona umana e quindi della famiglia, del lavoro e della società in generale.
Il tutto legato al mondo reale e allo sviluppo territoriale. In questo senso ogni processo di globalizzazione deve tenere presente la dimensione locale e la salvaguardia dell’economia reale legata al territorio, sia esso urbano che rurale.
La storia, infatti, non è altro che il succedersi degli avvenimenti fisici che economici, legati sempre all’esistenza dell’uomo, nella sua dimensione sociale e culturale.