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“Oltre le Scale, venerdì 30 giugno 2023, alle ore 18:30, sulla Scalinata di via Torre dei Giganti, l’assemblea pubblica per il futuro della scalinata dei Montanari, dove il punto di domanda è: restauro o rifacimento?

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Il cantiere per il rifacimento delle piazze e delle strade del centro storico, buffer zone del sito UNESCO del Santuario di San Michele, sta per essere aperto e coinvolge anche alcuni siti in cui rimane ancora qualche testimonianza della pavimentazione storica in pietra di Monte, come la suggestiva scalinata di via Torre dei Giganti e il basolato e le scalinate delle aree adiacenti alla Tomba di Rotari.

A tutt’oggi non è chiaro se si tratti di un intervento conservativo, in cui le pietre saranno rimosse, ripulite e poi ricollocate, oppure di un puro e semplice rifacimento che prevede la sostituzione della pietra calcarea esistente con nuovi materiali di cui non si conosce qualità e caratteristiche. Molti cittadini hanno manifestato preoccupazione e contrarietà e non sono mancati interventi di storici, associazioni e forze politiche che manifestano più di una perplessità per un cantiere che si sa come comincia e non si sa come finisce. 

É per questo che per il giorno 30 giugno, alle ore 18.30, le associazioni Legambiente, Arci nuova gestione, un Monte di Idee e Lega Consumatori gruppo di base di Monte Sant’Angelo hanno indetto una pubblica assemblea che avrà luogo proprio sulla scalinata di via Torre dei Giganti, alla quale sono stati invitati a intervenire anche l’architetto e storico dell’arte Gianfranco Piemontese, lo storico Giuseppe Piemontese e l’assessore ai lavori pubblici Giovanni Vergura. 

QUI IL VIDEO MESSAGGIO DELL'ASSESSORE GIOVANNI VERGURA

L’assemblea sarà introdotta dalle associazioni promotrici e cittadini, associazioni, forze politiche potranno prendere la parola per dire la propria.

FOCUS

- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. Non distruggetela anche storicamente

- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. Il “NO” dell’Arci Nuova Gestione ai lavori di ristrutturazione

- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. Parte integrante delle mura antiche

- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. Italia Nostra al Sindaco: «Si adottino soluzioni innovative e rispettose dell'identità territoriale»

- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. Non si perda un’identità. Firma la petizione

- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. “Un finanziamento non vale la distruzione di un simbolo”. I Cinque Stelle di Monte puntualizzano

Interventi da ogni parte e area culturale e politica a difesa dei lavori che riguarderanno la storica Scalinata in via Torre dei Giganti a Monte Sant’Angelo. Un luogo identitario, come definito da più parti, che va preservato e ristrutturato seguendo linee guide architettoniche ben definite e soprattutto a garanzia del materiale già in essere, che ha superato secoli di intemperie rimanendo intatto e ha sopportato il peso di milioni di persone. Alla già folta rappresentanza del “NO” ai lavori pubblici decisi dall’Amministrazione, si accoda quello degli attivisti pentastellati Montanari.

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«L'amministrazione d'Arienzo, da ormai 6 anni, ha inondato la città di cantieri. Voi direte: "Bene allora!"! Ed invece non è così.

I cantieri sono infiniti, producono lavori, a nostro avviso, non fatti a regola d'arte e, inoltre, brutti. La villa comunale ne è l'esempio lampante!

Ma oggi si sono spinti oltre. In città è calda la discussione sulla scalinata di Via Torre dei Giganti, luogo caratteristico di Monte ed amato da intere generazioni di Montanari.

L'architetto Sgobba, nella manifestazione pubblica di lunedì scorso, ha affermato che la scalinata seguirà "lo stile" dei lavori già fatti, quindi verrà smontata e rifatta (non restaurata) con altri materiali.

L'assessore Vergura ha postato un video in cui descrive i lavori che si stanno facendo e quelli che si faranno, ad un certo punto fa un inciso per la scalinata in questione e dice, testuali parole: " ... ovviamente i lavori dovranno proseguire e non consentiremo a nessuno di farci perdere questo importante finanziamento della Regione Puglia...".

QUI IL VIDEO MESSAGGIO DELL'ASSESSORE GIOVANNI VERGURA

Assessore Vergura, quel "nessuno" sono i suoi concittadini, fra loro c'è anche gente che l'ha votata, lei rappresenta i cittadini o se stesso?

I finanziamenti nessuno li vuole perdere ma non a discapito della memoria storica di una città. Le sue parole autoritarie le può utilizzare a casa sua, la res pubblica non è di sua proprietà.

Gli attivisti di Monte Sant'Angelo, appartenenti al MoVimento 5 Stelle, invitano la cittadinanza a firmare la petizione per salvare un pezzo della nostra memoria storica».

FOCUS

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- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. Non si perda un’identità. Firma la petizione

Tiene banco la questione sui lavori della scalinata di Via Torre dei Giganti a Monte Sant’Angelo.

Dopo le varie rimostranze, già elencate in precedenti articoli qui pubblicati e facilmente reperibili nel FOCUS a pedice, a muoversi in favore per non “cancellare” un bene storico e culturale, identitario dei Montanari, sono liberi cittadini, quelli non strutturalmente costituiti, non solo locali bensì lontani, ma sempre con il cuore e lo sguardo rivolto a Monte Sant’Angelo.

La prof.ssa Mariagrazia Masulli, Montanara DOC residente a Pavia, sulla pagina web Change.org, ha lanciato la petizioneSalviamo la Scalinata dei Giganti”, spiegando che “Monte Sant'Angelo, la città dei due siti UNESCO, il nostro Paese, rischia di perdere uno degli elementi identitari della nostra storia e della nostra cultura: la Scalinata dei Giganti. Nelle intenzioni di chi ha progettato un intervento "culturalmente ben definito", la pietra calcarea della Scalinata dei Giganti rischia di sparire per essere sostituita dalla pietra di Apricena. Tutto in nome dell'unitarietà, di un collegamento con quanto già avvenuto e per mantenere un equilibrio cromatico con la riqualificazione urbana in atto, iniziata un paio di anni fa. Non si può tacitamente rinunciare alla nostra storia. La Scalinata dei Giganti deve essere restaurata e non sostituita. Facciamo arrivare la nostra voce a chi ha la responsabilità di amministrare il nostro Paese e chiediamo che sia ridisegnato l'intervento prevedendo la conservazione della pietra calcarea originaria”.

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Oltretutto, la Masulli, con arguta visione di ciò che è stato fatto e che si potrebbe ripetere, fa sapere che «Sarebbe uno scempio senza precedenti e il primo di una lunga serie di altri obbrobri. Poi sarà il turno della scalinata di Santa Maria Maggiore, le scalinate dello Junno, etc…». Ciò a fronte anche delle ultime dichiarazioni enunciate pubblicamente, attraverso un video sui social, dell’attuale Assessore ai Lavori Pubblici con deleghe alla manutenzione, arredo urbano, verde pubblico, patrimonio, servizi cimiteriali, sport , Giovanni Vergura, il quale ha detto che: «… i lavori dovranno proseguire e non consentiremo a nessuno di farci perdere questo importante finanziamento della Regione Puglia»., che non hanno trovato consenso tra chi ha una visione più culturale e storica per la città, risultando «spocchiosa» la sua posizione, invece di essere più conciliante verso chi amministra, ovvero la popolazione.

Ad onor di cronaca, nel video Vergura dice anche.«...preservare la pietra qui presente». Forse vuol salvare quella di Monte preferendola alla tanto discussa di Apricena? Staremo a vedere se quell'uniformità da lui decantata con tutti i lavori svolti e previsti salveranno la Scalinata.

QUI IL VIDEO MESSAGGIO DELL'ASSESSORE GIOVANNI VERGURA

Dello stesso avviso è la posizione di un decano di Monte, il dott. Giovanni Ciliberti, conosciuto e ascoltato, il quale non approva di come si è posto in essere l’Assessore Vergura, (forse per la sua giovane età e esperienza amministrativa nel ruolo ricoperto): «Ho visto il post in cui l'assessore ai lavori pubblici ha illustrato il relativo programma dell'amministrazione comunale che a proposito della scalinata ha affermato che non permetterà che quel finanziamento venga perso (evidentemente non ha altri argomenti). Io mi sarei aspettato una proposta di variazione avveniristica della scalinata che oltre al mantenimento della pietra di Monte prevedesse anche un concreto coinvolgimento turistico del tratto Via Garibaldi fino alla scalinata stessa con la realizzazione di una scala mobile contigua alla parete dell'ex-convento. In questo modo il flusso turistico avrebbe interessato una zona quasi doppia dell'attuale (parcheggio via Castello) dando la possibilità ai turisti di ritornare al parcheggio utilizzando una strada diversa.  Con i blocchi ricavati dallo scavo della in essere scala mobile si sarebbe ricavato il 10-15% di blocchi da utilizzare per sostituire quelli rotti. In molte città di turismo culturale (vedi Parigi, Perugia, Pisa ed altre) accanto ai monumenti storici sono state realizzate delle strutture moderne il cui contrasto ha reso il tutto oltre che più fruibile anche più bello ed interessante. Io conosco la rigidità del PCI e dei suoi rampolli sin dai tempi dell'amministrazione PCI DC. Chi era il sindaco di quella giunta ebbe il coraggio di fare un passo indietro e di non realizzare, nel rione Junno, scalinate carrozzabili (oggi io la penso diversamente da allora perché il vero sviluppo dello Junno si realizzerà solo se gran parte delle strade verranno rese carrozzabili solo per alcuni mezzi). Ciò fu possibile sia per la sensibilità del sindaco che per la presenza di due forze politiche che dialogavano tra loro, purtroppo da 6 anni mi sembra di essere tornati ai tempi degli antichi triunvirati. Le città si amministrano anche facendo un passo indietro specie se le iniziali scelte sono risultate sbagliate, questa capacità uno ce l'ha o non ce l'ha: i fatti dimostrano che chi ci amministra non ce l'ha. Dopo la realizzazione della piazza Carlo D'Angiò (Lu scutt) incomincio ad avere anche forti perplessità sulle scelte della Sovrintendenza. Quella piazza per come è stata realizzata la pavimentazione e per come sono stati posizionati i tombini alcuni già la chiamano Piazza Arlecchino!»

C’è da chiedersi cosa ne pensa la Soprintendenza, almeno un pensiero, SIC…!, dato che non è nuova a decisioni intraprese nel passato svalutando un bene culturale a fronte di lavori pubblici in Capitanata decisi da tecnici privati e comunali privi di ogni base storica-artistica-culturale. Intanto i lavori stanno per iniziare, esautorando la volontà popolare, quella che ha messo questa gente, che ha deciso, ad amministrare Monte Sant’Angelo.

FOCUS

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- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. Italia Nostra al Sindaco: «Si adottino soluzioni innovative e rispettose dell'identità territoriale»

Non solo gruppi politici e associativi vari, quelli culturali e professori, che chiedono la rivisitazione del progetto comunale di ristrutturazione della scalinata di Via Torre dei Giganti. Ora, in attesa dei cittadini che diventano gruppo e che diranno la loro sui media, oltre quello già espresso sui social, prende la parola, nel caso carta e penna, Pasquale di Bari, Vice Presidente Italia Nostra - Sezione Gargano Terre dell'Angelo.

«Gentile Sindaco di Monte Sant'Angelo,

Mi rivolgo a lei in relazione alla bellezza scenografica delle scalinate della Torre dei Giganti e del castello, ricadenti nel buffer zone che caratterizzano la nostra amata città dei due siti UNESCO.

Desidero sottolineare l'importanza di preservare l'integrità e l'autenticità di questi luoghi storici, insieme alle scalinate sempre in pietra calcarea, site in largo Tomba di Rotari e zona Carmine, ancora superstite testimonianza degli straordinari capacita tecniche ed estetiche dei nostri avi che costituiscono un patrimonio di inestimabile valore per la comunità e per i visitatori che vengono da tutto il mondo.

Uno degli elementi che contribuisce alla magia di queste scalinate è l'utilizzo dei materiali di cava originali, che riflettono l'anima e l'identità del territorio garganico. L'assenza di tali materiali potrebbe influire negativamente sull'estetica e sull'atmosfera di questi luoghi unici.

Ricordiamo che le scalinate ricadono in zona buffer zone in sito Unesco e come tale meritoria di tutela e di un approccio culturale all’altezza del bene storico e artistico che rappresentano, sicuramente mai demolitivo.

È emblematico il fatto che una amministrazione che ha partecipato alle fasi finali per divenire capitale della cultura italiana 2025, di fatto capitale della cultura 2024 della regione Puglia, possa commettere una tale barbarie culturale.

Le motivazioni apportate dall’ Amministrazione per la scelta progettuale radicale, demolitiva è per l’assenza di materiale lapideo calcareo di cava locale.

In questo contesto, desidero proporre un'idea che potrebbe essere presa in considerazione. Se la disponibilità di materiali di cava originali dovesse rappresentare una sfida, potrebbe essere valutata l'apertura di una cava nel territorio, appositamente dedicata a fornire i materiali necessari per il restauro e il mantenimento delle scalinate. Questo consentirebbe di utilizzare materiali autentici, che rispecchiano l'essenza del territorio garganico, preservando così la bellezza scenografica di questi luoghi senza comprometterne l'integrità storica.

Questa proposta potrebbe offrire una soluzione equilibrata e sostenibile, garantendo la disponibilità di materiali locali per i futuri interventi di conservazione e restauro. Inoltre, l'apertura di una cava potrebbe avere ricadute positive sull'economia locale, creando opportunità di lavoro e promuovendo lo sviluppo sostenibile del territorio.

Mi permetto di suggerire che molte basole antiche di pietra locale, sono giacenti nel deposito di inerti prospicente l’ospedale. In passato, molte altre basole antiche sono state depredate ed usate per fare muri a secco, nell’ indifferenza e la compiacenza degli organi amministrativi comunali che invece di preservarli ed utilizzarli come nel caso in oggetto, mi riferisco al rifacimento di via Cavallotti centinaio di basole antiche ed uniche depredate.

La invitiamo a considerare attentamente questa possibilità e a coinvolgere esperti del settore, architetti, geologi e rappresentanti delle associazioni culturali locali per valutare la fattibilità e l'opportunità di tale soluzione.

Riteniamo che la salvaguardia del patrimonio culturale debba essere una priorità e che sia necessario adottare soluzioni innovative e rispettose dell'identità territoriale. Siamo pronti a offrire il nostro supporto e la nostra collaborazione per preservare la bellezza e l'importanza storica di queste scalinate.

Confidiamo nella sua sensibilità e nell'attenzione che lei e la nostra comunità dedicherete a questa questione cruciale per il futuro della nostra città.

Ovviamente la sezione locale di Italia Nostra sta producendo nota-denuncia sia alla Soprintendenza che al Ministero competente.

Distinti saluti»

FOCUS

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- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. Parte integrante delle mura antiche

«Da più parti mi chiedono di intervenire sulla questione del rifacimento della scalinata di Via Torre dei Giganti.

Una questione che sta suscitando varie proteste da parte della popolazione contro la decisione dell’Amministrazione Comunale di rifare del tutto nuova, con pietre di Apricena, la scalinata, tanto da annullare qualsiasi riferimento all’antico decoro urbano e, quindi, al passato come espressione della cultura locale e, quindi, della propria identità.

Una questione che, secondo noi, in quanto storico, va inquadrata non solo da un punto di vista funzionale, quanto da un punto di vista storico-ambientale, tale da fare riferimento all’intero contesto urbano di tale scalinata, quando essa fu costruita e in quale contesto ambientale nacque, tale da portarci, nell’epoca passata,  nella parte alta della città, dove erano sorti, nel secolo XII-XIV, vari torrioni che facevano parte delle antiche mura della città risalente prevalentemente all’età normanna ed aragonese. Lungo tale cinta muraria, in seguito, fra il XVI e il XVII secolo, nacquero varie chiese e monasteri, generalmente fuori della cinta muraria, fra cui l’attuale Chiesa dei Cappuccini con annesso Monastero.

Via Torre dei Giganti è detta così perché la parte più antica del Castello era costituta da una possente Torre detta dei Giganti, risalente probabilmente al tempo dell’arcivescovo beneventano Orso I nell’837-38. Lungo tale direttiva, poi, si sviluppò la cinta muraria con varie fortificazioni, ampliate con interventi dei Normanni, degli Svevi, degli Angioini e infine degli Aragonesi, che nel 1493 costruirono il massiccio torrione a carena che sovrasta la città.

Il convento fu fondato nel 1595 dall’ordine monastico dei Cappuccini, lungo l’antica cinta muraria, poco distante dal Castello, anche se in realtà essa risale ad epoche molto più lontane, quando si trovava in aperta campagna ed era e resta tuttora dedicata a San Nicola di Bari.  Man mano che i fedeli incominciarono a frequentare sia il convento, che la chiesa, costruita nel 1601, questi crebbero di importanza, tanto da ingrandire le loro fabbriche e da instituirvi un vero e proprio ospizio per i più poveri e per i tanti pellegrini che visitavano il Santuario di San Michele. Quindi, un’oasi di preghiera, di pace e di carità francescana, che si distingueva soprattutto nell’ospitalità per i religiosi forestieri che salivano al Gargano. Il convento, tra l’altro, accolse non meno di dodici Ministri generali dell’Ordine in visita all’Arcangelo, tra i quali S. Lorenzo da Brindisi.

L’attuale scalinata della chiesa dei Cappuccini fu costruita nel 1880 su progetto dell’Ingegnere Giuseppe Hueber, con il pianerottolo sporgente lungo la balaustra. Davanti alla chiesa dei Cappuccini, oggi, sorge la Piazza della Beneficenza, dove vi erano varie pie istituzioni, fra cui l’Ospedale Civile, l’Asilo di Mendicità ed altre pie istituzioni fra cui il Monte frumentario. In questa piazza, oltre alla chiesa dei Cappuccini, che un tempo era chiamata anche di San Nicolò, troviamo il Palazzo Amicarelli, la cui famiglia apparteneva alla benestante borghesia cittadina. L’attuale scalinata che porta verso Torre dei Giganti, venne costruita allorquando si abbatterono le torri, che vediamo in una delle foto del Tancredi, e la cinta muraria che si prolungava verso sud e, precisamente, verso il sottostante Rione Junno, dove oggi sorge una bellissima torre quadrangolare di età aragonese. Vicino tale torre, nella parte sinistra, vi era Piazza Cappelletti, il cui nome deriva da Mons. Benedetto Cappelletti, Arcivescovo della diocesi di Siponto, dal 1658 al 1675, il quale è stato il fondatore del Monte frumentario, che favoriva specialmente i contadini nella loro attività agraria. Tale istituzione andava incontro alla concessione di prestiti a basso tasso d’interesse, in cambio di oggetti dati in pegno. Ciò limitava, anche, il ricorso a prestiti ad usura, praticato da cittadini le cui condizioni erano al limite della sopravvivenza. Un tempo in questa Piazza Cappelletti sorgeva una bellissima colonna o obelisco, con un basamento molto corposo, su cui un tempo era depositata una statua della Madonna e non come erroneamente, oggi, vi è la statua di San Michele. Tale obelisco venne distrutto nella prima metà del Novecento, probabilmente dopo l’anno 1927.

L’attuale Convento dei Cappuccini, con annessa Chiesa di San Nicolò, fu fondato  nel  1595 dall’ordine monastico francescano, mentre la chiesa risale al 1601. Storicamente la Chiesa di San Niccolò, detta anche extra moenia, nasce, quindi,  lungo le mura della città e precisamente, su  una delle torri di età normanna che si congiungeva all’altra torre che era lunga le mura dove, successivamente, sorse il Palazzo Amicarelli, costruito nel 1894. Infatti, la torre si vede ancora in una foto della seconda metà dell’Ottocento, riportata dal Tancredi, dove è raffigurata, a sinistra,  oltre la torre normanna, anche la scalinata che porta al castello.

Nella parte posteriore Piazza dei Cappuccini,  lungo la Via che porta al Largo Giulio III, si notano resti di antiche mura, oltre che di torri ormai in fase di distruzione. Mentre poco distante, dietro il Palazzo Amicarelli, oggi, si nota ancora una torre quadrangolare di età aragonese, che, un tempo, aveva la funzione di difesa del sottostante Rione Junno.

Quindi, allorquando fu decisa la costruzione della Chiesa di San Niccolò, sia le mura che la torre, che si trovavano all’interno della Chiesa,  vennero abbattute e si decise di sopraelevare la Chiesa lasciando, nella parte sottostante, un vuoto di fondazione con lo scopo di essere utilizzato successivamente come ossario da parte dei Cappuccini. Evidentemente, come era usanza, prima che nascessero i cimiteri fuori le mura della città (Editto di Saint Cloud da parte di  Napoleone Bonaparte nel 1804, applicato in Italia dal 1806),  il vero e proprio cimitero del Convento dovette sorgere all’interno del monastero, oppure nel giardino circostante il Convento. 

Ora, ritornando all’attuale scalinata, certamente non può stare nell’attuale condizione impropria, per il decoro urbano e per il consumo ambientale dovuto al tempo e all’usura. Tuttavia, nemmeno può essere di giovamento una completa alterazione dell’esistente, in quanto la bellezza e l’identità di una città come Monte Sant’Angelo, si basano, più che sul presente, quanto sulla propria storia e sulla propria cultura, tale da creare quel filo conduttore che lega il presente con il  passato e ne fortifica lo spirito o il daimon greco, che i latini chiamavano il Genius Loci. Ogni manomissione dell’esistente, specie se riferito ad un contesto storico, non può alterare e, quindi, stravolgere il presente, in quanto ogni contesto urbano, specie se lo si riferisce ad un Sito UNESCO, con la sua Buffer Zone, deve tenere presente l’identità culturale di ogni singolo Monumento o Bene culturale.

In questo caso, anche la nostra scalinata, che porta alla Torre dei Giganti, è da considerarsi parte integrante del contesto storico e identitario della Buffer Zone e, quindi, degna di essere preservata e messa in debita sicurezza, senza alterare il suo aspetto, la sua funzionalità, la sua storicità estetica. Né si può usare un materiale differente, come la pietra di Apricena, soggetta alle intemperie e, quindi. alle eventuali crepature e scheggiature della stessa. Al limite, si può utilizzare la stessa pietra esistente, con una visione identica sul piano estetico, aggiungendo solo in qualche parte una nuova struttura di completamento.

E tutto ciò sempre nel rispetto della tradizione e della identità storica, non solo per quanto riguarda la scalinata, ma in genere per tutto il contesto ambientale del Centro storico, tale da salvaguardare i principi e i criteri che fanno parte integrante del documento riguardante la Buffer Zone di un Sito UNESCO».

FOCUS

- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. Non distruggetela anche storicamente

- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. Il “NO” dell’Arci Nuova Gestione ai lavori di ristrutturazione

«La riqualificazione del centro storico, con la ristrutturazione, implica una conservazione dell'esistente, mantenendone intatta l''architettura e la sua storia in un paese come Monte Sant'Angelo che ricordiamo (principalmente all'architetto Michele Sgobba) ha ben oltre 1500 anni di storia».

Il riferimento è ai lavori pubblici di ristrutturazione della storica e caratteristica, unica nel genere, Scalinata di Torre dei Giganti.

«La sua tutela e conservazione -prosegue l'Arci-  dovrebbe essere la stella polare per qualsiasi intervento. Tuttavia, negli anni abbiamo assistito alla sostituzione della pietra calcarea di Monte Sant'Angelo (pietra di Monte) con cui sono costruite tutte le case, le strade, i vicoli, le piazze, le scalinate del centro storico, il campanile ottagonale e la stessa facciata della basilica di San Michele Arcangelo, raffigurate entrambe in migliaia di foto sparse nel mondo, con una ben fredda e discutibile (se non orrenda nel contesto) pietra di Apricena, che ne va a deturpare e snaturare la bellezza e la sua tipica architettura urbanistica e storica.

Siamo e restiamo fermamente contrari a qualsiasi ulteriore intervento distruttivo effettuato con queste modalità. È inutile giraci intorno, basta guardare la villa comunale di come è stata stravolta e lo stesso vale per la piazza antistante la Basilica di San Michele Arcangelo ed altri lavori svolti e che stanno per iniziare a ridosso della stagione estiva, con tutti i disagi del caso che andranno ad impattare anche nei flussi turistici. Disagi anche rispetto alle strutture di accoglienza stesse.

Se questo è il "modus operandi" noi siamo totalmente contrari.

Per cui accogliamo e facciamo nostro il comunicato di Legambiente FestambienteSud - Green Cave, condividendone a pieno la sostanza».

FOCUS

- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. Non distruggetela anche storicamente

Giorni concitati a Monte Sant'Angelo dopo l'intervento dell’Amministrazione comunale in merito ai lavori di “Miglioramento e riqualificazione dei percorsi di fruizione tra le emergenze architettoniche del Sito UNESCO", progetto in cui è inclusa la caratteristica, storica e genuinamente identitaria della Scalinata di Torre dei Giganti, che in base al progetto presentato dall'architetto Sgobba verrebbe smantellata per poi rifarla non più con la pietra di Monte, ma utilizzando la pietra di Apricena. Al momento non abbiamo il progetto tra le mani, e ci farebbe piacere riceverlo, sia per conferire una corretta informazione pubblica – e qui si interpella il sindaco e tutta l’Amministrazione comunale affinché la trasparenza e legalità regni sovrana, come spesso si “invoca” da queste parti-, sia per dal luogo a quel processo pubblico inclusivo che è democrazia. Un coro di "NO" si alza dai Montanari, trasversalmente alla politica che l'amministra e la controlla in Comune, tutti orientati a ristrutturarla mantenendo invariata la sua originalità. Si è finanche organizzato un sit-in e un incontro pubblico a risposta die quello dell’Amministrazione per evitare uno scempio architettonico storico-culturale, in barba al volere popolare che è il primo mandante di un'amministrazione cittadina. A manifestare perplessità e contrarietà al progetto, sono intervenute la forza politiche di minoranza comunale, A Monte, l’associazione ambientalista locale di Legambiente, l’associazione politico-culturale Armonia.

Ecco le loro rimostranze.

nota del Gruppo "A MONTE" – Monte Sant’Angelo.

«In un incontro pubblico tenutosi in piazza nei giorni scorsi, l’Amministrazione Comunale, rappresentata dal Sindaco d’Arienzo, dall’Assessore ai Lavori Pubblici Vergura e dall’Assessore al Turismo Palomba, ha presentato il progetto di “Miglioramento e riqualificazione dei percorsi di fruizione tra le emergenze architettoniche del Sito UNESCO”.

Una delle zone destinatarie di intervento sarà la Scalinata di Torre dei Giganti.

Durante l’incontro, con grande stupore dei presenti e di chi ha seguito in diretta sui social l’evento, l’architetto Sgobba, uno dei Tecnici responsabili del progetto, ha detto chiaramente che la Scalinata di Torre dei Giganti sarà smantellata e sarà rifatta non più con la pietra di Monte, ma utilizzando la pietra di Apricena.

Ascoltando queste parole ma, soprattutto, leggendo il progetto, sorge anche qualche dubbio di natura tecnica. Perché l’appalto viene fatto per migliorare e riqualificare, ma nei fatti prevede un rifacimento ex novo? A pensarci bene, se così sta la cosa, allora altre ditte, che avrebbero avuto i requisiti per partecipare al Bando non solo per restaurare, riqualificare e migliorare ma anche per costruire, avrebbero potuto concorrere. Infatti, i criteri restrittivi indicati hanno prodotto l’effetto che solo una ditta ha potuto partecipare al Bando.

Ciò che, però, oggi interessa è il timore – a nostro avviso giustificato, se si pensa a quanto accaduto negli ultimi anni con la Villa comunale – che i cittadini di Monte stanno avendo dopo aver sentito il progettista dire chiaramente che la scalinata sarà rifatta.

Perché rifare la scalinata di Torre dei Giganti con un materiale che non può resistere agli eventi atmosferici della nostra città, gettando peraltro la pietra (di Monte) di cui oggi è composta?

È chiaro a tutti che, così decidendo e facendo, si crea un danno all’immagine e alla storia di quella parte di Monte? La scalinata di Torre dei Giganti è identitaria per Monte.

Non condividiamo quando l’Amministrazione sostiene che è difficile reperire la pietra di Monte, perché è un problema che avrebbero dovuto porsi da molto tempo, visto che se ne parla da ormai cinque anni!

Perché non si pensa al restauro, a rinvigorire la pietra esistente, restaurandola e riportandola alla antica bellezza?

Questo argomento venne affrontato circa cinque anni fa dall’Amministrazione d’Arienzo e da allora nulla è cambiato, nessuno è stato ascoltato, pur avendo dato allora delle indicazioni per rivedere certe decisioni.

Purtroppo, ancora una volta constatiamo che l’Amministrazione non dialoga con i cittadini e, se lo fa, arriva con molto ritardo, quando cioè i cittadini già subiscono le decisioni prese!

Dialogare non fa perdere tempo, ma è il momento della condivisione e delle scelte comuni alle quali nessuno poi potrà dire di non aver partecipato, ma questa, cari cittadini, non è da tutti!»

nota di Legambiente Monte Sant’Angelo.

La gradinata di via Torre dei Giganti nella città UNESCO di Monte Sant’Angelo non deve essere distrutta. Legambiente chiede lo stralcio dal progetto in cantiere.

«L’intervento di “rigenerazione” del centro storico di Monte Sant’Angelo rischia di cancellare le ultime tracce di una città che una volta era fatta di “pietra di Monte”, una delle più belle e suggestive pietre da costruzione famosa in tutto il mondo per le sue caratteristiche estetiche e funzionali.

Legambiente ha chiesto più volte rassicurazioni sul fatto che il progetto firmato dall’architetto Michele Sgobba, finalizzato alla ristrutturazione di piazze e vicoli del centro storico, non finisse per distruggere, sostituendolo con la solita pietra di Apricena, quel poco che resta dell’antico basolato storico di Monte Sant’Angelo, una volta tutto in pietra calcarea di Monte e oggi rimasto come testimonianza storica solo sulla bellissima gradinata di via Torre dei Giganti, in largo Tomba di Rotari e nelle stradine adiacenti, in via del ponte e stradine adiacenti, nell’area tra la chiesa del Carmine e il palazzo di città. Lo abbiamo fatto al momento del dibattito pubblico su questo progetto, che si tenne cinque anni fa nella sala conferenza delle Clarisse, esponendo chiaramente e ufficialmente il nostro punto di vista e mettendo in guardia il progettista e l’amministrazione comunale riguardo al pericolo di un approccio non culturale alla materia. Lo abbiamo poi fatto a più riprese chiedendo rassicurazioni prima all’assessorato ai lavori pubblici. Ci è stato detto che su quei siti l’intervento sarebbe stato conservativo e che il basolato originario sarebbe stato salvaguardato con un approccio restaurativo.

Ieri pomeriggio invece, nel corso dell’incontro pubblico che si è tenuto in piazza per informare la cittadinanza sulla partenza imminente dei lavori, l’architetto Sgobba ha detto esplicitamente che quelle pietre saranno rimosse e sostituite con materiale “in linea con gli interventi finora realizzati”, quindi in pietra di Apricena. La gradinata, ammirata dai turisti e che conserva un valore identitario per la comunità di Monte Sant’Angelo, diventerà, come è già successo con la scalinata del convento di San Francesco e la scalinata della chiesa dei Cappuccini, un’anonima scalinata in banale travertino di Apricena, snaturando ulteriormente i valori estetici e identitari della città UNESCO, candidata alla Capitale Italiana della Cultura e futura Capitale della Cultura di Puglia.

Legambiente crede che non sia questo l’approccio corretto ai lavori pubblici nel centro storico, che ci sembrano pensati e condotti non con la giusta sensibilità culturale che merita la buffer zone di un sito UNESCO, e chiede lo stralcio della gradinata di via Torre dei Giganti e di Largo Tomba di Rotari e stradine adiacenti dal progetto di intervento che sta per essere posto in cantiere, per evitare di cancellare in maniera irreversibile caratteristiche urbane di valore storico e identitario che invece meritano un approccio culturale e conservativo, non la distruzione irreversibile a causa di un progetto che sembra attento solo ai “computi metrici” e agli “arredi urbani” di gusto discutibile».

nota dell’associazione politico-culturale Armonia – Monte Sant’Angelo.

«Il nostro unico obiettivo è la difesa del patrimonio storico e culturale della nostra città.

In questi giorni stiamo assistendo al coinvolgimento emotivo di una grande parte della popolazione nella difesa delle testimonianze storiche della nostra Città, tra cui la Scalinata di Torre dei Giganti e la Piazza antistante la Tomba di Rotari.

La sensibilità popolare sta colmando il vuoto delle Autorità di vigilanza.

Oggi ci sono tutte le condizioni per raggiungere la massima unità dei montanari, poiché non si tratta di mobilitarsi contro qualcuno, ma per difendere la nostra cultura e la nostra bellezza.

Solo per questa ragione, e non per fini politici, intendiamo organizzare un incontro pubblico per definire le iniziative da attivare a difesa della Scalinata della Torre dei Giganti.

Chiediamo a tutte le Associazioni culturali e sportive, ai Sindacati, alle Parrocchie, ai singoli cittadini di manifestare la propria adesione attraverso Whatsapp al seguente numero: 393 3615999. Giorno, ora e luogo saranno resi pubblici con un apposito comunicato».

Dal 23 al 30 giugno, in occasione della quarta campagna di scavi archeologici nell'area del santuario rupestre di Venere Sosandra, sull’isola di Sant’Eufemia a Vieste, sarà possibile visitare l'area archeologica grazie alla collaborazione con l'Università degli Studi di Bari e di Foggia, la Soprintendenza ABAP BAT e FG, il Comune di Vieste e il Polo Culturale, con l'autorizzazione della Marina Militare.

Le visite guidate sono organizzate in due turni della durata di 1 ora circa, con numero massimo di partecipanti per ogni turno di 15 persone, previo appuntamento di 15 minuti prima dell'inizio della visita guidata, con partenza dallo scalo marittimo sud - porto di Vieste.

Il programma

  • Il 23 giugno ore 16.00-17.00
  • dal 24 giugno al 30 giugno ore 9.30-10.30/11.00-12.00

L’ingresso prevede un biglietto, se intero dal costo di 8,00 €, se ridotto 5,00 € (6-18 anni, gruppi), gratuito (0-5 anni), con prenotazione obbligatoria telefonando al numero +39 353 429 9517

È raccomandato un abbigliamento comodo e scarpe chiuse, cappello, acqua.

Venerdì 16 giugno 2023, alle ore 18:00 a Manfredonia, nell’auditorium di palazzo Celestini, nelle GEA, le Giornate Europee dell’Archeologia, verranno presenti i risultati degli scavi archeologici di Siponto.

Un lavoro condotto da una equipe di esperti cui fa parte il prof. Giuliano Volpe, ordinario della cattedra di Archeologia dell’università di Bari, già Rettore a quella di Foggia.

Mesi di ricerche, scavi, studi, cui son riaffiorati alla luce reperti importantissimi per ricostruire un passato, fondamenta del presente centro urbano.

All’incontro interverranno:

  • Gianni Rotice, Sindaco di Manfredonia.
  • Anita Guarnieri, architetto, Soprintendente SABAP BAT e FG.
  • Francesco Longobardi, architetto, Direttore Parco archeologico di Siponto.

Dal 17 giugno sarà possibile visitare il cantiere degli scavi nel parco con prenotazione.

Dopo anni di degrado, abbandono, vandalismo fin dalla sua collocazione nel boschetto della Villa Comunale di Foggia, dal 1985, e soprattutto richieste di rivalutazione nel preservare e conferire alla città di Foggia il meritato “monumento al ferroviere”, simbolo del secondo più importante nodo ferroviario d’Italia dopo che la stazione di Foggia è stata declassata per mere beghe economiche, arriva l’importante riconoscimento. La Fondazione FS Italiane sui social conferma l’autorizzazione allo spostamento e al restauro, su iniziativa di oltre una decina di Associazioni, della Locomotiva FS 880009 dinanzi al piazzale onorevole Vincenzo Russo, del polo intermodale tra piazza Vittorio Veneto e viale Manfredi, nel cosiddetto “Quartiere Ferrovia”.

La notizia è stata resa nota dalla pubblicazione, nel tardo pomeriggio del 23 maggio 2023, sui profili social di Fondazione FS Italiane quanto auspicato e promosso da molte associazioni foggiane e con il supporto anche di altre non foggiane, una tra tutte quella di “Capitanata.Neo APS Foggia” coniando l’hashtag #laviagiusta.

“Ai detrattori seriali può sembrare cosa di poco conto ma ai foggiani, legati alla storia e agli affetti per questa Comunità cara a Federico II, è una delle ragioni d’impegno per ripristinare la reputazione sociale e legale della nostra Foggia che ha spinto oltre una decina di Associazioni a condividere e inviare una nota nello scorso autunno ai vertici di Fondazione Fs e al Comune di Foggia – afferma Pasquale Cataneo redattore e firmatario della mozione/delibera del Consiglio comunale di Foggia 77/2016 e della missiva, membro dell’associazione Capitanata.Neo APS Foggia - per sollecitare lo spostamento, il restauro e la valorizzazione della Locomotiva 880-009 unitamente alla stele commemorativa, entrambi simboli connotanti il passato e la memoria con lo storico sacrificio della popolazione e dei ferrovieri, abbandonati all’incuria e ai vandalismi in un angolo della Villa comunale. Una delle finalità previste dall’atto amministrativo disatteso da chi doveva attuarlo, una volta spostati, recuperati e valorizzati i due beni attraverso una maggiore tutela e più adeguata posizione, era ed è quella di tracciare, sulla scorta del passato, una rinnovata fiducia per affrontare il presente e, soprattutto, per rilanciare il futuro della nostra Comunità con una funzione fondamentale affidata anche ai media.”

 

locomotiva monumento layout mag2023

[Il layuot di come sarà il monumento al Ferroviere]

La sinergia positiva del variegato mondo dell’Associazionismo ha permesso di attivare, come pregevolmente richiamato ieri nella dichiarazione di Fondazione FS Italiane, qui consultabile, con il coinvolgimento di altre società del Gruppo FSI, di restauratori e di aziende specializzate un percorso virtuoso, anche se necessariamente dilatato, costellato di: pratiche amministrative, sopralluoghi, progetti, richieste d’integrazioni e modifiche che hanno visto soprattutto Fondazione FSI, a cui non è mai mancato il sostegno delle Associazioni, operare in modo encomiabile per portare a compimento questa progettazione.

“Un ruolo rilevante è quello svolto dalla competente Soprintendenza che, con dovizia temporale e amministrativa, dopo aver analizzato e fornito la validazione del progetto, con prescrizioni unitamente all’autorizzazione, sta completando la procedura per l’interesse culturale propedeutica allo spostamento e all’avvio dei lavori. Per l’apertura del cantiere, sarà altresì necessaria l’azione del Comune di Foggia, anch’esso opportunamente coinvolto, sia per le pratiche urbanistiche che per la tutela dell’area, ad esempio con videosorveglianza, idonea protezione e adeguato arredo urbano -chiosa Cataneo – da predisporre e realizzare coordinandosi con Fondazione FS Italiane. Auspico che ci siano anche privati, che dando importanza all’economia locale e alla storia della nostra terra, che possano contribuire a finanziare questo intervento di valorizzazione e/o altri come ad esempio di lighting design che con creatività possa suscitare ulteriori emozioni e suggestioni in chi osserverà l’opera e ne vivrà lo spazio cioè i cittadini e gli utenti della stazione e del nodo intermodale. Tutto ciò per poter giungere al completamento entro fine estate/inizio autunno di quest’anno, in cui ricorre l’80° anniversario dei bombardamenti della nostra Città.”

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