Ripetendo la formula di successo dello scorso anno, saranno assegnati tre premi, oltre a quelli di categoria:
- una giuria di sole donne giudicherà la vettura che più si identifica con “l’automobile è feminile”, come decretò Gabriele D’Annunzio;
- una giuria di esperti valuterà la vettura che abbia “in cuore e l’arte e l’ardimento”, valori dannunziani;
- una giuria popolare voterà la vettura che più appartenga al “culto della bellezza”.
Al termine, le automobili saranno trasferite al Vittoriale degli Italiani, dove saranno effettuate le premiazioni e il buffet conclusivo.
Gli scavi, i ritrovamenti, tanti sacrifici e sudore. Gli studi e le analisi e le datazioni. La paura, ancora da sfatare per un'asta di vendita privata dell'area dove sorge il "Colosseo" sipontino. E poi il convegno. Tutte informazioni che hanno riportato alla luce la Sipontum sommersa, quella città romana e medievale che ha tanto da raccontare e mostrare.
Archeorepoter in un reportage ci racconta come prima puntata l'Anfiteatro Romano
{youtube}x4t2TLn4yFc?si=4T9tFgF0dg94u_uE{/youtube}
Gli scavi archeologici di Siponto sono condotti dalle Università di Bari e di Foggia, con la direzione di Roberto Goffredo, Maria Turchiano (Unifg) e Giuliano Volpe (Uniba), su concessione del Ministero della Cultura (DD DG-ABAP 872-873/2021), in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Barletta, Andria, Trani e Foggia, la Direzione Regionale Musei Puglia e il Parco Archeologico di Siponto.
[Il muro dell'Anfiteatro romano e strutture medievali]
Rientra nel Progetto: CHANGES - Cultural Heritage Active Innovation for Sustainable Society - Project code: PE0000020 CUP: H53C22000860006 Fondazione CHANGES, presso Sapienza Università di Roma, Presidente: prof. Marco Mancini.
Spoke 1. Historical landscapes, traditions and cultural identities.
Spoke leader Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, Coordinatore scientifico: Prof. Giuliano Volpe.
[Il muro dell'Anfiteatro romano]
È in programma giovedì 12 ottobre 2023, alle ore 18, presso la Galleria Comunale “Luigi Schingo” la presentazione dell’ottava edizione dei Quaderni Storici di Capitanata “Storie di guerra (San Severo 1943-1945)” di Giuseppe Clemente.
Introduce la presentazione Dina Contò, Presidente del CRD, con la partecipazione di Vito Antonio Leuzzi, Direttore IPSIAC di Bari. Organizzata dal CRD - Centro di Ricerca e Documentazione sulla Storia della Capitanata, la presentazione del volume è patrocinata dal Comune di San Severo e dalla Fondazione dei Monti Uniti di Foggia.
L'evento è organizzato dopo il successo della omonima mostra fotografica.
Giuseppe Clemente, noto studioso della storia della Capitanata e testimone diretto delle vicende belliche nella realtà di San Severo, nonché Presidente Onorario del CRD, consegna una originale e inedita ricostruzione memorialistica dell’ultima fase del secondo conflitto mondiale, caratterizzata dall’intensificarsi dei bombardamenti e dalla presenza di due eserciti stranieri (Tedeschi e Anglo-Americani) con ruoli diversi ed in contesti resi più tragici e difficili dal progressivo peggioramento delle condizioni di vita. L’autore, presente all’incontro, attraverso il volume riporta alla luce con una densa e limpida narrazione la sua storia di ragazzino che la guerra costringe rapidamente a farsi adulto, e al contempo descrive con precisione le drammatiche vicende della città. Clemente descrive con ricchezza di particolari l’arrivo e l’occupazione militare dell’VIII Armata Inglese, in particolare il V Corpo d’Armata e la I Divisione Canadese di fanteria che nelle operazioni di liberazione di un territorio registrarono la perdita di alcuni uomini. Si offrono tra l’altro testimonianze dei militari alleati che contrassero matrimoni a San Severo, e si presenta in particolare una consistente documentazione fotografica, che ha arricchito la mostra fotografica allestita in questi giorni all’interno della Galleria “Schingo”, quasi un ritrovato blocco di narrazione visiva, dell’Imperial War Museum di Londra assieme a foto di privati reperite nel contesto della Capitanata. I fotografi dell’esercito britannico immortalarono le prime impressioni della popolazione e numerose foto raffigurano soldati e ufficiali inglesi che familiarizzano con contadini, artigiani e intellettuali del luogo.
La scelta degli scatti esposti alla galleria e dunque presenti nel volume è stata fatta in base alla carica simbolica di ogni singola immagine, alla sua capacità di rendere meglio il senso di un luogo, di trasmettere la suggestione di un fatto e di sollecitare lo sguardo del visitatore, invitandolo a riflettere sul passato.
Anche quest’anno il 13/14/15 ottobre 2023, si svolgerà la manifestazione storico rievocativa denominata “Le giornate Medioevali alla Corte di Federico II”, la quale ha come scopo non solo la celebrazione della venuta di Federico II ma anche quello di rafforzare il senso di comunità della città e di centralità della cultura autoctona.
La manifestazione, promossa dall’Associazione Culturale “Apricena Medievale” in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, racchiude numerosi eventi, che coinvolgono le tre contrade ricche di storia della Città di Apricena, Contrada Tratturo Imperatore, Contrada San Giovanni in Piano e Contrada Castel Pagano.
Anche quest’anno l’assegnazione del Palio al Rione vincitore sarà decretato attraverso un Torneo di Scacchi realizzato in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, l’Istituto Federico II, l’Associazione Dilettantistica Scacchi di Foggia, l’A.S.D. Cerignola Scacchi oltre al Circolo Cacciatori Apricena. Domenica 15 ottobre, a chiusura delle manifestazioni si terrà lo spettacolare INCENDIO DEL CASTELLO.
Si invitano tutti coloro vogliano partecipare a vario titolo alla manifestazione ad iscriversi presso il Palazzo della Cultura.
Per iscrizioni e info sulla manifestazione cell. 339 5406691.
Viaggio, arrivo e partenza in solitario. In sintesi, questa è la storia di un navigatore in barca a vela che, nel periodo delle sue meritate ferie, da Cervia è sbarcato a Rodi Garganico, solcando il Mar Adriatico. Apparentemente sembrerebbe una storia come altre. Invece è una delle più avvincenti e straordinarie avventure da raccontare.
Il protagonista è un 23enne di Cervia, ormeggiatore specializzato di professione che, fin dalla tenera età di sei anni, ha vissuto anche su una barca. Per lui navigare, ormai, è all’ordine del giorno, e che la barca sia grande o piccola non fa differenza. Lo è se il timone appartiene a un barchino di 6 metri e 20, tutto in legno, varato nel 1959, che pesca a un metro, a vela con albero maestro classico, randa e fiocco. Un cimelio storico con cui pochi avrebbero il coraggio di attraversare i mari.
Lui è Nicolò Todoli ed il barchino è “Penelope”. È appena ripartito dal porto di Rodi Garganico, raggiunto dopo 5 giorni di navigazione da Cervia. Ha ormeggiato venerdì 06 ottobre 2003, alle ore 17:45, in solitudine, come voleva. Sabato si è dedicato alla manutenzione e pulizia della barca, domenica ha fatto il turista nella bella Rodi, che tanto voleva visitare.
Noi della redazione abbiamo avuto il privilegio di ascoltarlo, di porgli qualche domanda. Nicolò, con umiltà e nel visibile entusiasmo, è stato profluvio di parole, tutte incentrate sul viaggio, sul perché, sul desiderio di visitare il Gargano. Quest’anno è stata la volta di Rodi Garganico, ma ha assicurato che è la prima di una tappa garganica, ovviamente organizzata di anno in anno. Lui, da quello che ha raccontato, ci è parso un lupo di mare sui generis, considerando il mezzo, la rotta, e soprattutto il motivo del viaggio. Difatti Nicolò è formalmente in ferie lavorative, non in esplorazione per conto di qualcuno o qualcosa. Sono le sue ferie e ha deciso di trascorrerle così.
«Son partito per farmi le ferie e, appassionato di vela, ho deciso di godermi i miei giorni in mare» esordisce a noi Nicolò Todoli.
«Indeciso, ho scelto uno dei luoghi dove si son tenute le finali mondiali di Offshore. Rodi Garganico è uno di questi porti e l'anno scorso avendo avuta la finale a casa, a Cervia, ho optato per il Gargano. Il posto è bellissimo e visitarlo era un mio desiderio. Ho visitato altri porti e città dell'Adriatico, come Pescara, Giulianova, San Benedetto del Tronto e mi mancava il Gargano. In realtà prima di partire mi son chiesto dove vado... dove non vado..., deciso vado a Rodi Garganico».
La curiosità, lo sappiamo tutti, è materia del giornalista e chiedere a Nicolò del perché proprio il Gargano e con quella barca a vela, in solitudine, era scontato.
«Mi son messo in barca domenica 01 ottobre 2023 e oggi (riferito a venerdì 06 ottobre 2023, ndr.) ho buttato l'ancora e stretto la cima al porto di Rodi, alle ore 17:45. Un viaggio con il vento in poppa, da nord a sud, tra una foto fatta con il cellullare e occhi puntati ai comandi e al mare. In solitudine perché amo navigare così, godermi il mare e la mia barca, durante i giorni di ferie. Un amico sapendo della mia partenza mi fa "Dai, mandami delle foto che le condivido sul gruppo velisti di Facebook". In poche ore si è trasformato in un vero e proprio trionfo, da alcuni like dal giorno alla sera agli oltre 300 dopo tre giorni. Un gioco che si è rivelato per me una visibilità inaspettata».
Ok Nicolò. Ma la barca a vela che utilizzi ha un suo motivo per essere stata scelta, visto che oggi tutti si avventurano in mare con mezzi supertecnologici e leggerissimi, dotati di strumentazioni automatiche per le rotte e altro ancora?
«Certo! Come ho detto, la barca su cui viaggio si chiama “Penelope” e ha una storia. È quella di Simone Bianchetti (in foto), velista 35enne che non c'è più, un mito assoluto e insostituibile per gli amanti della vela in solitario, cervese come me. A differenza dei noti velisti Soldini, Malingri, che provenivano da famiglie agiate e già in giro nei mari internazionali, perciò con una storia e una formazione sulle spalle, Bianchetti era di famiglia non agiata e non avendo soldi, durante l'inverno, suonava ai campanelli delle aziende del cervese per aiuti economici per svolgere le regate internazionali e giri del mondo in solitario. C'è da dire che Simone Bianchetti è stato uno dei primi italiani a farle, con risultati soddisfacenti. Ecco perché son qui con “Penelope”, comperata con tanti sacrifici nel 2018, sicuro di onorarla e onorare il mitico Bianchetti. Era la sua e con essa cerco di portare la storia di porto in porto. Non ha tutti i comfort di oggigiorno ma sa assolvere al suo compito, naturalmente con un velista esperto».
Simone Bianchetti, di Cervia del 1968, è tra i velisti in solitario un mito e con lui la barca “Penelope”. Di lui raccontano le sue imprese, giri del mondo spesso senza scalo su terra ferma, circumnavigazioni tra Capo Buona Speranza, Leeuwin e quello di Horn, oltre 125mila miglia, tra insidie varie e correnti marine che solo un esperto sa come affrontarle. Fu anche il primo italiano a completare la Vendée Globe, quel giro del mondo, sempre in solitario e senza scalo. Come detto, Simone Bianchetti era di umili origini, e non aveva al suo fianco sponsor rilevanti. C’era solo un amico, Cino Ricci, che lo aiutava e, grazie a lui, Bianchetti nel 2003 completò l’Around Alone, quel giro del mondo in solitario a tappe, piazzandosi terzo. Dopo, purtroppo mancò improvvisamente per un malore.
Mentre racconta di Simone Bianchetti, si percepisce tutta l’umanità di Nicolò Todoli. C’è l’ammirazione del mito ma anche quel groppo in gola che gli cambia la voce. Ma il carattere, la determinazione, l’entusiasmo, sopraffanno il ricordo. È il momento di sapere altro, in particolare se ha in serbo altre traversate solitarie e se qualche collega della stampa ha scritto di lui.
«Quello che mi ha sorpreso è stato che un giornalista del Corriere Romagna mi ha contattato per un'intervista e raccontare le mie ferie in avventura nel mar Adriatico, da Cervia a Rodi in solitaria; sono rimasto entusiasta. È stato un momento inaspettato e molto gradito. Come la tua intervista su newsGargano. Ciò lo devo al mio professore delle scuole superiori, Tiziano Tonini, mi contatta e mi chiede se avessi avvisato il porto di Rodi e se avevo contattato qualche giornale. Non l'ho fatto e ci ha pensato lui. Chiama a Rodi ed eccomi qua da te a parlare del mio arrivo sul Gargano, a Rodi. Non avevo alcuna intenzione di pubblicizzare le mie ferie, che rimangono tali. Il fatto di esser stato messo su un giornale ovviamente cambia tutto e mi fa piacere dell'attenzione rivolta».
Innanzitutto, il piacere e tutto nostro di newsGargano. Un’avventura così, unica, ricca di storia, che testimonia sacrifici e passione, è un fregio per la testata.
Ora Nicolò si trova alle Isole Tremiti, a San Domino, come turista. Domani farà ritorno a Rodi G.co, da lui tanto desiderata, per salutare chi ha conosciuto in queste ore e lo ha accolto. Infatti, la voce della sua presenza in poche ore ha fatto il tam-tam del paese. Su alcune pagine social di Rodi già circolano post e foto di lui, e fa ben sperare per il futuro, oltre che per la sempre amorevole accoglienza del luogo.
Si spera che l'interesse per le sue traversate in mare in solitaria diventi curiosità e poi coinvolgimento per le varie associazioni e circoli nautici e velistici locali, anche per le varie amministrazioni, enti e sponsor, che potrebbero aiutare economicamente Nicolò Todoli.
Lui già messo in cantiere per il 2024 un'altra traversata. E chissà che l'anno prossimo tra le sue mete marine rientrino altri porti garganici, Rodi compresa, che meriterebbero la sua visita accompagnata da sponsor. Un modo, del resto già collaudato in altre occasioni simili in altri sport, volano per il turismo, e non solo di settore, per attrattive di aziende marittime e quelle che collaborano con esse. Il Gargano, se ci pensiamo bene, durante l'estate offre eventi sportivi velistici e aver come ospite un "solitario" come Nicolò diverrebbe la ciliegina sul Monte Gargano.
Nicolò mercoledì 11 ottobre 2023 ripartirà con il vento in poppa, che questa volta soffia da sud, e non è un caso aver scelto il giorno, da esperto velista. Farà rientro nella sua Cervia e riprenderà a fare l’ormeggiatore.
Buon vento, Nicolò.
L’identità culturale del Mezzogiorno d’Italia risale al tempo di Ruggero II (1095-1154), re dei Normanni, anche se le sue radici storiche si rifanno alla civiltà greco-romana e al tempo dei Bizantini, che furono presenti in diverse città meridionali, fra cui Bari nel IX secolo.
A tutto ciò bisogna aggiungere il periodo in cui il Sud Italia conobbe la dominazione dei Longobardi, i quali lasciarono numerose testimonianze culturali in diverse parti del loro dominio, fra cui Benevento e il Gargano, attraverso il culto di San Michele, che si sviluppò in maniera diffusa in tutto il loro Regno, da Pavia fin nell’Italia Meridionale. Al tempo dei Normanni e, poi, degli Svevi, con Federico II (1194-1250), il Sud Italia conobbe un periodo di splendore, di civiltà e di cultura, che ritroviamo in tante costruzioni, come le cattedrali romaniche e i castelli, tanto da caratterizzare e rendere uniche, per cultura e civiltà, le città meridionali, da Bari fino a Otranto, passando per Andria, dove Federico II costruì la sua residenza, Castel del Monte e, poi, Trani, Molfetta, Barletta, Brindisi, Otranto, città dove ritroviamo bellissime cattedrali e numerosi castelli di età medievale e rinascimentale, fino agli Angioini, agli Aragonesi e poi la dominazione borbonica nel Regno delle due Sicilie.
Il volume che andiamo a presentare, "Storia del Sud Italia. Nascita di un’identità" edito da BastogiLibri, Roma 2023, pp.194, Euro 20,00, pone in primo piano la civiltà e la cultura dei vari popoli che hanno colonizzato il Sud Italia, dai Bizantini ai Longobardi, dai Normanni agli Svevi, dagli Angioini agli Aragonesi, fino alla dominazione borbonica, i quali tutti lasciarono le loro testimonianze in ogni campo, da quello artistico a quello culturale, dal sociale all’economico, fino allo sviluppo del sistema feudale, che nel Sud Italia durò per diversi secoli attraverso il sistema politico del baronaggio, che maggiormente si identificò con il Regno Borbonico che durò, nel Sud Italia, per ben tre secoli, dal XV al XVII, fino a giungere all’Unità d’Italia (1860) e, quindi, alla nascita del brigantaggio, considerato da diversi studiosi, come una “Rivoluzione mancata”. Di tutto questo, il testo che abbiamo scritto, ne fa riferimento specifico attraverso diversi capitoli, fra cui: L’Italia Meridionale dalla caduta dell’Impero romano ai Longobardi; La nascita dello Stato meridionale al tempo di Ruggero II (1095-1154); La dominazione sveva di Federico II (1194-1250); L’Italia meridionale e la Puglia dagli Angioini agli Aragonese; L’origine e lo sviluppo del baronaggio; L’Italia meridionale nel periodo spagnolo (1500-1734); Il Sud Italia durante il Regno Borbonico (1735-1799); Il Sud Italia prima e dopo l’Unità d’Italia (1799-1860) e infine La “Questione meridionale” e il brigantaggio. Il tutto visto anche attraverso le Inchieste parlamentari dopo l’Unità d’Italia e le problematiche legate all’Unità politica dell’Italia. Infine, nell’ultima parte, vengono riportate alcune recensioni riguardanti il brigantaggio sul Gargano e le lotte contadine in Capitanata dopo l’Unità d’Italia. Di tutto questo il testo fa riferimento specifico riportando le diverse pubblicazioni che hanno affrontato la “questione meridionale”, con una nuova metodologia, basata soprattutto sul “revisionismo storico.
INDICE INTRODUZIONE
- L’Italia meridionale dalla caduta dell’Impero Romano ai Longobardi. Ruggero II e la nascita dello Stato meridionale.
- Il Sud Italia al tempo di Federico II di Svevia.
- L’Italia meridionale e la Puglia dagli Angioini agli Aragonesi. Origine e sviluppo del baronaggio.
- L’Italia meridionale nel periodo spagnolo (1500-1734). Il Sud Italia durante il Regno Borbonico (1735-1799). Il Sud Italia prima dell’Unità d’Italia (1799-1860).
- L’Unità d’Italia e la “Questione meridionale”. Il brigantaggio una Rivoluzione mancata.
- Le inchieste parlamentari dopo l’Unità d’Italia. Il Revisionismo storico.
- La nascita del Movimento24Agosto Equità Territoriale
RECENSIONI
- Il brigantaggio meridionale. Una rivoluzione mancata (1806-1865) di Nicola d’Apolito.
- Rosso tramonto. Fatti e misfatti di un brigante garganico di Tommaso Prencipe.
- Società e brigantaggio nella crisi dell’Unità in Capitanata di Filomena Arena.
- La Capitanata al crepuscolo del Settecento di Michele Eugenio Di Carlo.
- Contadini e braccianti nel Gargano dei briganti di Michele Eugenio Di Carlo.
- Dalla Proprietà Comune alla Proprietà Privata di Michele Tranasi.
- I Galantuomini: Il Gargano dall’Unità d’Italia ad oggi di Giuseppe Piemontese
- L’agonia feudale e la scalata dei “Galantuomini” di Leonarda Crisetti Grimaldi.
Si è tenuto a Foggia la deposizione della corona organizzata dal Comandante del Comando Militare Esercito “Puglia”, Col. Arcangelo Moro, dal Presidente della Provincia di Foggia, Avv. Giuseppe Nobiletti, e dal Console Onorario della Repubblica Ceca per la Puglia, Cav. Riccardo Di Matteo.
A seguire la Tavola rotonda sul tema “Il coraggio dei soldati italiani: da Caporetto a Mladà”.
L’iniziativa è partita su impulso del Dr. Mauro Lovecchio, membro eletto del Com.It.Es. per la circoscrizione Repubblica Ceca, intervenuto anche alla tavola rotonda, che ha segnalato al Console Di Matteo la presenza dei militari pugliesi presso il sacrario di Milovice. In mattinata è stata collocata la Corona al Monumento ai Caduti in Guerra, in Piazza Italia, successivamente a Palazzo Dogana nel Salone del Tribunale si è svolta la Tavola rotonda sul tema: “Il Coraggio dei soldati italiani: da Caporetto a Mladà” con la consegna degli attestati di benemerenza ai discendenti dei caduti sepolti a Milovice, alla presenza dei rispettivi Sindaci.
A concludere la cerimonia, il Colonnello dell’Esercito della Repubblica Ceca, Svetozár Plesník, presidente dell’Associazione in ricordo dei caduti di Milovice (A.R.Mi) ha consegnato delle medaglie a persone che si sono distinte per il loro sforzo nel mantenere viva la memoria dei caduti e per il prestigio dell’Esercito della Repubblica Ceca. Hanno ricevuto le croci dell’A.R.Mi. il Colonnello Arcangelo Moro, la Vice Presidente della Provincia di Foggia Nunzia Palladino, il Console Onorario Cav. Riccardo Di Matteo e la dottoressa Marisa Milella.
Quest’anno la XIX edizione di LuBeC - Lucca Beni Culturali, manifestazione internazionale dedicata allo sviluppo e alla conoscenza della filiera cultura-innovazione, si è svolta nelle giornate di giovedì 28 e venerdì 29 settembre 2023 al palazzo del Real Collegio di Lucca, avendo come tema “Effetto cultura”
L'Archivio di Stato di Foggia, istituto periferico del Ministero della Cultura (MiC), valutando l’importanza dell’istituzione del Comitato Nazionale “Luigi Vanvitelli, il Maestro e la sua eredità” e in virtù della propria adesione alla convenzione con il Comune di Apricena e la Reggia di Caserta, ha partecipato attivandosi con un progetto di interesse nazionale: “A 250 anni dalla morte di Luigi Vanvitelli: le nuove scoperte dell’Archivio di Stato di Foggia sulla Reggia di Caserta”.
Il MiC nel dedicare all’Archivio di Stato di Foggia uno stand e una sala convegni per la presentazione del convegno su Vanvitelli, annoverava l’evento come uno dei progetti innovativi illustrati dai propri rappresentanti istituzionali.
Inoltre, sempre nell’ambito dello spazio espositivo riservato all’Archivio di Stato di Foggia con la collaborazione della Reggia di Caserta, è stato allestito anche uno spazio informativo/divulgativo e un monitor per la proiezione del video sulla Reggia appositamente realizzato.
Il convegno si è svolto con l’introduzione del Direttore dell’Archivio, Massimo Mastroiorio, che ha parlato della convenzione attivata con il Comune di Apricena e con la Reggia di Caserta, poi il Presidente Ordine degli Architetti di Lucca, Fabio Nardini, invitato dallo stesso Archivio e dall’Ordine degli Architetti di Foggia, e l’assessore alla cultura e V. Sindaco del Comune di Apricena, Anna Maria Torelli, hanno portato i saluti istituzionali e lodato l’iniziativa.
Successivamente, il Coordinatore valorizzazione dell’Archivio e referente del progetto, Alfredo de Biase, essendo esperto di Castel del Monte, in quanto in passato ha ricoperto l’incarico di direttore, dopo aver fatto un breve parallelo tra la Reggia di Caserta e il citato Castello, ha relazionato su un argomento ai più sconosciuto ed in particolare sulla spoliazione subita dal maniero di Andria per arricchire la Reggia vanvitelliana. Poi, mostrando studi e documenti di archivio, si è soffermato sulla esatta individuazione delle cave di pietra del Gargano la cui breccia corallina è presente nei due grandi monumenti.
Dopo ha relazionato Francesco Faccilongo, Presidente Ordine degli Architetti di Foggia, il quale ha dissertato sul neoclassicismo in Italia e sulla figura di Luigi Vanvitelli offrendo interessanti spunti culturali.
A seguire il responsabile della valorizzazione della Reggia di Caserta, architetto Barbara Del Prete, dopo aver ringraziato l’Archivio di Foggia per il lodevole operato, ha spiegato tutte le iniziative che la Reggia sta portando avanti nell’ambito delle celebrazioni dei 250 anni dalla morte di Vanvitelli.
Infine, da remoto si è collegato lo storico prof. Feliciano stoico, il quale, avendo eseguito accurati studi presso il nostri depositi archivistici, ha enucleato una serie di considerazioni che hanno ulteriormente avvalorato quanto detto dai precedenti relatori e dimostrato la rispondenza dei documenti con i prelievi a suo tempo eseguiti dai Borboni nelle cave garganiche.
La manifestazione ha riscosso l’attenta partecipazione di un pubblico interessato ed è stata trasmessa via streaming per poter essere seguita a distanza da ogni latitudine. Considerata poi la specificità del tema riguardante il famoso architetto neoclassicista, tra i presenti in sala, oltre agli appassionati, ai cultori della materia e al direttore dell’Archivio di Stato di Lecce, vi erano anche numerosi architetti di Lucca che hanno apprezzato gli interventi.
Il convegno si è concluso con l’auspicio da parte del presidente Fabio Nardini di poter accogliere anche per il prossimo anno l’Ordine degli Architetti e l’Archivio di Stato di Foggia e magari attivare proficui interscambi con i propri iscritti.
Sarà inaugurata sabato 7 ottobre 2023 alle ore 18 presso la Galleria Comunale “Luigi Schingo” la mostra fotografica sull’80° anniversario dell’arrivo delle truppe inglesi in Capitanata 1943-2023.
Gli scatti scelti sono un’eccezionale finestra sui mesi che corrono dal settembre 1943 alla primavera del 1945, rappresentando forse il periodo più difficile del conflitto in Italia. I tedeschi si ritiravano lottando, lasciando morte e distruzione e facendo terra bruciata; gli Alleati avanzavano spianando tutto sulla loro strada con terribili bombardamenti. Una minoranza di italiani decise di combattere; la grande maggioranza subiva e cercava di sopravvivere. Ed è proprio a questi ultimi che gli Inglesi, in modo particolare, rivolsero subito la loro attenzione e le loro cure.
Quella gente, affamata e stremata dagli stenti, accolse i primi reparti inglesi che entravano nei loro paesi come liberatori e i soldati, dal canto loro, stabilirono subito con essa rapporti di umana solidarietà. I fotografi dell’esercito britannico immortalarono le prime impressioni della popolazione e numerose foto raffigurano soldati e ufficiali inglesi che familiarizzano con contadini, artigiani e intellettuali del luogo. La scelta degli scatti esposti è stata fatta in base alla carica simbolica di ogni singola immagine, alla sua capacità di rendere meglio il senso di un luogo, di trasmettere la suggestione di un fatto e di sollecitare lo sguardo del visitatore, invitandolo a riflettere sul passato. La mostra ci propone un particolare momento della seconda guerra mondiale, quello in cui le popolazioni della Capitanata hanno accolto “i liberatori” con grande gioia, ma soprattutto con dignità e costituisce un viaggio nella memoria con fatti e personaggi degni di essere ricordati, in cui le immagini invitano a riflettere e a prestare una attenzione più responsabile al mondo di oggi, diviso ancora tra guerre infinite e di inaudita violenza.
Dopo i saluti istituzionali, sono previsti gli interventi della presidente Dina Contò Orsi, e di Giuseppe Clemente, Presidente onorario del CRD.
La mostra è organizzata dal CRD - Centro di Ricerca e Documentazione sulla Storia della Capitanata, patrocinata dal Comune di San Severo e dalla Fondazione dei Monti Uniti di Foggia.
Un appuntamento da non perdere, per non dimenticare le origini di una città fondata da un miracolo e sugellata dalla volontà federiciana che la erse a centro culturale-storico-paesaggistico di gran parte della penisola italica.
Giovedì 05 ottobre, alle ore 18, presso la sala Diomede del Museo Civico di Foggia, in via Arpi -via centrale e storica del capoluogo dauno-, si svolgerà l’inaugurazione della mostra pittorica “Foggia com’era”.
Gli “Amici del Museo Civico di Foggia” hanno voluto fortemente tre maestri, Walter Aquilino, Anna Maria Del Giudice e Franco Maruotti, testimoni della storia locale. Saranno esposte le loro opere, presentate dal critico d’arte Gaetano Cristino.
Una mostra con opere che raffigurano angoli del nostro centro storico per ricreare nell’animo del visitatore un viaggio virtuale nel tempo attraverso la visione anche di parti scomparse della città di Foggia o poco conosciute.
Una serie di lavori realizzati da questi noti artisti foggiani, autori già di varie rassegne artistiche locali e nazionali, opere realizzate con diverse tecniche: disegni, acquerelli e dipinti ad olio, che raffigurano edifici, chiese ed anche suggestivi particolari di monumenti e vie e slarghi del nucleo più antico della città di Foggia.
Dopo i saluti ed una introduzione di Carmine de Leo, presidente degli Amici del Museo, seguirà una relazione del critico d’arte Gaetano Cristino, si procederà quindi all’inaugurazione di questa mostra sulla vecchia Foggia istallata nella vasta sala Diomede del Museo.
Questa iniziativa è la prima di una serie che l’Associazione Amici del Museo ha messo in cantiere finalizzata alla riscoperta ed alla rivalutazione del nostro centro storico nei confronti di un più vasto pubblico.
Un programma di incontri, conferenze, mostre e visite guidate, che vedranno impegnati storici ed artisti locali, ma anche i giovani delle scuole foggiane con concorsi e coinvolgimenti in brevi esperienze didattiche, affinché quest’area oggi in parte segnata da un inarrestabile degrado urbano, possa essere rivalutata e apprezzata per la sua storia ed il fascino di angoli più o meno segreti che conservano ancora ambienti urbani del tempo che fu.
La mostra resterà aperta fino al 04 novembre, dal martedì a domenica, dalle ore 09:00 alle 12:30 e solo nei giorni di martedì e giovedì dalle ore 16:00 alle 18:30.
La cittadinanza è invitata a partecipare.