Con lui anche il presidente regionale Legambiente, Francesco Tarantini, e Mario De Angelis (Ecol Forest-Daunia Avventura)
Prende ufficialmente il via domenica 27 settembre il progetto territoriale partecipato Gener-azioni Eco, promosso dal Circolo Oratorio Anspi "S. Agostino" di Bitonto.
Una data non casuale, considerato che si tratta della giornata conclusiva dell'edizione italiana di Clean up the World (Puliamo il Mondo, nel nostro Paese), il più grande appuntamento di volontariato ambientale al mondo e la prima grande iniziativa di questo tipo nell’Italia post coronavirus.
Per l'occasione Legambiente Bitonto ha promosso un’operazione di ripulitura del Bosco di Bitonto, cui seguirà un avvincente dialogo tra Max Temporelli (noto scienziato e divulgatore), Francesco Tarantini (presidente regionale di Legambiente) e Mario De Angelis (presidente della coop. Ecol Forest che gestisce il Parco Daunia Avventura di Biccari).
Le attività si sposteranno poi a Masseria Lama Balice, masseria didattica situata nel territorio bitontino. Qui si terrà la presentazione ufficiale del percorso partecipativo, il cui fine – si ricorda – è promuovere azioni di sensibilizzazione al rispetto dell’ambiente e al consumo corretto e consapevole, attraverso esperienze concrete e diversificate di “avvicinamento” al verde e mediante l'attivazione di cantieri civici di progettazione indirizzati a creare ulteriori azioni di educazione ambientale e solidale.
A seguire, gli interessati potranno partecipare ad un bio-aperitivo tra scienza e spettacolo con Max Temporelli e le incursioni teatrali dell'attrice, regista, autrice e pedagoga Elisabetta Tonon (dell'associazione di promozione sociale contro la violenza sulle donne Io sono Mia).
Sarà questo l'inizio di un percorso ben più ricco e articolato, che prevede altri otto eventi (il 9, 18, 23 e 30 ottobre e il 6, 13, 20 e 26 novembre), tra dibattiti pubblici, spettacoli, passeggiate didattiche e workshop.
Il progetto si avvale della collaborazione dell' I.I.S.S. A.Volta-De Gemmis, Liceo Scientifico-Artistico “Galileo Galilei”, Mat5, Banco delle Opere di Carità, Legambiente Bitonto, Arci KIRIKù, Masseria Didattica Lama Balice, Just Imagine, Gruppo Intini., Centro Sociale dell’anziano, Associazione Culturale Accademia Vitale Giordano, Io sono Mia ed è finanziato dalla Regione Puglia nell'ambito del bando Puglia Partecipa.
Per dettagli e aggiornamenti si consiglia di consultare la pagina Facebook di Gener-azioni Eco e la relativa scheda progettuale presente sul portale dedicato a Puglia Partecipa, all’indirizzo https://partecipazione.regione.puglia.it/processes/gener-azioni-eco
Si conclude la stagione irrigua 2020 con un bilancio non confortante: perdite ingenti soprattutto per il pomodoro.
Entro il mese di settembre, ad invasi praticamente vuoti, si conclude la stagione irrigua 2020: il 20 chiude il Comprensorio della Sinistra Ofanto e il 30 il Comprensorio Fortore.
Una stagione problematica, iniziata con una carenza idrica importante in tutti gli invasi gestiti dall’Ente che conseguentemente ha comportato una riduzione della stagione sia nel calendario irriguo sia nella dotazione unitaria per ettaro. Agli inizi di marzo la diga di Occhito conteneva appena 108 milioni di mc rispetto ai 205 dell’anno precedente e la diga di Capaccio 3,6 milioni rispetto ai 13,5 dell’anno precedente. Dimezzato anche l’invaso di Marana Capacciotti con appena 25 milioni rispetto al 2019, mentre l’invaso dell’Osento conteneva appena 4 milioni rispetto ai 13,5 dell’anno precedente.
Nonostante le incertezze, nel comprensorio in Sinistra Ofanto si è dato corso all’irrigazione dal 15 aprile, con una dotazione iniziale precauzionalmente fissata in 700 mc per ettaro che è stata poi aumentata per ben due volte fino a mc 1750 per ettaro.
Nel Comprensorio Fortore, sotteso alla diga di Occhito l’inizio dell’irrigazione è stata fissata al 1° giugno con una dotazione di 1000 mc per ettaro, meno della metà rispetto alla dotazione ordinaria di 2050 mc per ettaro; una decisione necessaria per rispettare tutti gli investimenti colturali ma che inevitabilmente ha creato danni alla coltivazione del pomodoro.
La programmazione degli investimenti di questa coltura è rimasta incerta per diverso tempo, nonostante le condizioni di mercato favorevoli e, anche a causa di un inizio di stagione con temperature basse, si è avuto un ritardo diffuso nei trapianti. Ciò ha comportato un calo di oltre il 20% rispetto alla media delle superfici investite in Capitanata.
A soffrire maggiormente della carenza idrica è stato soprattutto il Nord Fortore dove sono concentrati i maggiori investimenti a pomodoro da industria, che già da luglio lasciava prevedere un calo di produzione di circa il 20%. Ad aggravare la situazione in termini di rese sono state le piogge intense del 5 e 6 agosto che hanno praticamente allagato numerosi campi di pomodoro dell’Alto Tavoliere riducendo drasticamente la produzione, con perdite che hanno superato il 35% nel Comprensorio.
“L’andamento sempre più anomalo delle condizioni meteo dovuto ai cambiamenti climatici sempre più frequenti, le alluvioni e le siccità prolungate” sostiene il Presidente Giuseppe De Filippo “impone l’adozione di misure efficaci a difesa dell’agricoltura e dell’ambiente. È necessario quindi intervenire tempestivamente e in modo coordinato rispetto a problematiche destinate a segnare il prossimo futuro.
Il completamento degli schemi idrici della Capitanata e la creazione di nuove infrastrutture per migliorare la gestione e la difesa del territorio non è oramai più rinviabile”.
Nella mattinata di ieri il Prefetto di Foggia, Dott. Raffaele Grassi, ha riunito i vertici provinciali delle Forze di polizia per affrontare un annoso problema che, ciclicamente, si verifica nelle campagne della Capitanata, quello relativo all'abbruciamento dei residui delle coltivazioni, compresi i tubi per la loro irrigazione.
Tale fenomeno si presenta purtroppo puntualmente al termine di ogni ciclo produttivo di determinate coltivazioni, causando un doppio tipo di inquinamento, soprattutto quando tra i resti vegetali vengono inseriti anche i tubicini di PVC, sia dell'aria che del suolo, con inevitabili pericolosissime ricadute sulla salute di tutti.
Sono infatti ancora molto numerosi i coltivatori che, credendo di risparmiare sui costi per lo smaltimento di quei tubi, ignorano o, peggio, non si curano dei danni che provocano non solo all'ambiente, ma anche a loro stessi, in quanto le sostanze che poi infiltrano i loro stessi terreni andranno ad incidere negativamente sulla qualità dei prodotti futuri, ormai avvelenati.
Farla capire non è affatto semplice!
Non così difficile, invece, dovrebbe essere il comprendere che il regolare smaltimento dei tubi in PVC a loro non costerebbe nulla di più, in quanto era stato già pagato all'atto dell'acquisto.
Nel prezzo di quei manufatti, anche di quelli monouso, è infatti compreso il costo per il loro smaltimento. È sufficiente portarli al rivenditore, che è tenuto per legge a prenderli in consegna gratuitamente, o far venire sul campo una delle ditte specializzate che, anche qui gratuitamente, li vengono a prelevare, e che poi, dopo averli lavorati, ne rivendono il materiale, perdipiù guadagnandoci. In buona sostanza: bruciare i tubi per l'irrigazione non ha quindi nemmeno senso.
Chi continua a bruciare questa materia plastica, pertanto, commettendo volontariamente un reato, è un delinquente e come tale verrà trattato.
Questa, in estrema sintesi, la decisione sortita all'esito dell'incontro.
Le pattuglie delle tre Forze di polizia a competenza generale sono quindi state incaricate di individuare, nel corso dei quotidiani servizi di controllo del territorio all'esterno dei centri abitati, i roghi che, normalmente quando è ormai tramontato il sole per non farne notare il fumo, vengono accesi soprattutto all'interno dei canali irrigui, per nascondere le fiamme o le braci dalla vista di chi transita lungo le strade.
L'accertamento è inoltre semplificato dalla possibilità di procedere nei confronti di proprietari e conduttori terrieri anche in loro assenza, essendo considerati per legge comunque responsabili della vigilanza, con pesanti conseguenze sia penali che amministrative. I responsabili degli abbruciamenti illegali, pertanto, incorreranno in sanzioni ammontanti a svariate migliaia di euro, oltre che al conseguente avvio del procedimento per la loro estromissione dai contributi AGEA.
Domani scadono i termini ed è l’ultimo giorno per presentare l’appello al Consiglio di Stato per l’opposizione all’impianto industriale Energas proposto oltre 20 anni fa alle porte di Manfredonia. LIPU e CAONS, a firma congiunta, inviano alle testate giornalistiche la seguente lettera aperta indirizzata ai Commissari Prefettizi Straordinari del Comune di Manfredonia.
«Gent.mi Commissari prefettizi del Comune di Manfredonia
Siete stati chiamati a gestire una Amministrazione in grave difficoltà e, con essa, a dare risposte alla cittadinanza almeno nell’ordinario delle aspettative dei cittadini. Tra queste aspettative vi è l’opposizione all’impianto industriale Energas proposto oltre 20 anni fa alle porte di Manfredonia, in un’area preziosa e contigua al Parco Nazionale del Gargano (per compromessi storici, altrimenti sarebbe all’interno).
A Manfredonia l’opposizione si è consolidata negli anni con argomentate contestazioni di associazioni e società civile, del mondo studentesco e di categorie produttive, fino ad approdare alla delibera di Consiglio Comunale del 2015, agli atti dirigenziali di carattere tecnico, al plebiscitario esito referendario del 2016. Una opposizione totale, quindi, scolpita nell’urlo NoEnergas !
Lunedi 14 settembre 2020 è l’ultimo giorno utile per presentare appello al Consiglio di Stato, dopo la sentenza sfavorevole sul ricorso al TAR intrapreso dalla LIPU e…. proprio dal Comune di Manfredonia (!!!), con il CAONS ad adjuvantum, contro il famigerato parere ambientale positivo rilasciato dal Min. Ambiente nel 2015, malgrado le inconfutabili controdeduzioni presentate da associazioni e gruppi NoEnergas .
E malgrado la condanna comunitaria inferta all’Italia dalla UE a causa della maldestra industrializzazione di una parte di quella preziosa ZPS che Energas vuole occupare. Ancora oggi, che che se ne dica!
Già perché sono destituite di ogni fondamento le dichiarazioni del suo Amministratore, Menale, secondo cui Energas non avrebbe più alcun interesse a proseguire nell’iter autorizzativo, in attesa di conclusione presso il MISE (e di cui il predetto parere ambientale è un atto consistente): in realtà nessuna rinuncia è stata presentata da Energas !
Sono stati giorni febbrili : la LIPU, associazione di volontariato, tra mille sollecitazioni sui territori, ha fatto la sua scelta, la posta in gioco è troppo elevata, non è possibile lasciare nulla di intentato, ha presentato appello al Consiglio di Stato. Ma da mesi LIPU e CAONS hanno chiesto e sollecitato anche le SSVV a confermare un mandato legale per fare altrettanto, in ossequio a quella opposizione, non negoziabile, maturata da Manfredonia a tutti i livelli. Nessuna risposta, e non se ne comprende ragione.
Il rischio è che la città di Manfredonia rimanga a guardare in questa importante vertenza legale rinunciando ad essere protagonista del proprio destino.
Egregi Commissari, avete un giorno di tempo. Fate la scelta giusta».
Manfredonia, 13.09.2020
LIPU onlus – coord della Puglia - Enzo Cripezzi
CAONS (Coord.to Associazioni Operanti Nel Sociale) – Matteo Starace
Il WWF Foggia fa un primo bilancio dopo un anno di mandato dell'atteso Presidente del Parco Nazionale del Gargano.
«Era agosto 2019 e dopo circa due anni di attesa per la nomina del nuovo Presidente del Parco Nazionale del Gargano fu finalmente nominato il prof. Pasquale Pazienza. Dal mondo ambientalista fu subito accolto con entusiasmo (nonostante il suo passato politico come assessore provinciale insieme al suo predecessore avv. Stefano Pecorella) ma anche con grandi aspettative dovute al fatto che negli ultimi anni l'Ente Parco era da tempo ai margini della governance ambientale del promontorio, viveva alla giornata operando più come una pro-loco o come un semplice ufficio pubblico piuttosto che come un organo preposto alla conservazione della natura e allo sviluppo sostenibile del territorio.
Sembrava l'inizio di una bella favola ma purtroppo subito dopo il suo insediamento partirono le prime esternazioni immotivate del prof. Pazienza; il mondo ambientalista fu definito "ambientaloide", Greta Thunberg simbolo dell'ambientalismo e della lotta ai cambiamenti climatici nel mondo, fu paragonata ad "una modella bambina" e non si perdeva occasione negli incontri pubblici di denigrare chi difende la natura. Così, invece di trovare “il principe azzurro” sperato il Gargano si ritrovò inaspettatamente la “matrigna di Biancaneve”.
“In questo anno di mandato abbiamo registrato solo negatività, chiusure e mai aperture da parte di questo nuovo Presidente” scrive Maurizio Marrese Presidente del WWF Foggia. Basta sfogliare il sito dell'Ente Parco, fra delibere e determine, per capire che finora si è fatto poco e male ma anche confusione. Non si sono affrontati i temi più importanti lasciando il Gargano in balia delle onde un po' di qua e un po' di là senza neanche dare un colpo di remi ogni tanto. Di questa nuova presidenza ad oggi non conosciamo gli obiettivi o il percorso che si vuole intraprendere, nulla ma solo piccoli contributi una tantum per eventi elargiti senza un chiaro scopo.
Nulla si è mosso per completare l'iter del Piano del Parco Nazionale del Gargano, nulla si è fatto concretamente per tutelare le specie protette come il Capriolo italico, la Lontra e il "famigerato" Lupo appenninico e per la tutela delle attività degli allevatori, entrambi punti di forza del Gargano.
Riteniamo bensì gravi alcune sue prese di posizione decisamente anacronistiche nel 2020 come la proposta di rivisitazione della norma regionale che vieta in area p rotetta l'abbruciamento dei residui vegetali derivanti da lavorazioni agricole pratica ritenuta inutile e pericolosa dal mondo scientifico e dalla Unione Europea,le sue idee sulle biomasse proprio negli anni in cui la Foresta Umbra è stata riconosciuta fra le foreste vetuste più importanti d’Italia e insolite prese di posizione come per esempio la gestione del Cinghiale.
Abbiamo ascoltato per mesi il solito ritornello sul Lago Salso, replica ancora Marrese, oggi purtroppo ancora chiusa, solo l’ipotesi “su un Oasi di Stato” che ogni tanto viene riproposta dal Presidente Pazienza come un disco rotto.
E’ fresca la notizia improvvisa del cambio della direzione dopo soli tre mesi attraverso una inconsueta procedura, noi del WWF Foggia non vogliamo entrare nel merito non avendo mai avuto la possibilità di conoscere la nuova Direttrice ma di sicuro deve essere posto il problema sul nome del facente funzioni scelto da Pazienza.
Restiamo dell'opinione che per il Parco Nazionale del Gargano era da auspicarsi un presidente “visionario e ambientalista” nonchè profondo conoscitore del Gargano, come il compianto Matteo Fusilli, libero dalle influenze politiche ed un direttore dotato di un curriculum scientifico e di grande esperienza viste le enormi difficoltà da affrontare».
Dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare arrivano i primi risultati ad un anno dal lancio dell’operazione che rientra nel progetto “PlasticFreeGc”.
Sei tonnellate di reti abbandonate rimosse dai fondali marini e avviate al corretto iter per la distruzione. È il bilancio annuale dell'operazione 'Reti fantasma', che rientra nel progetto “PlasticFreeGC” per il contrasto alla dispersione delle microplastiche in mare, avviato a luglio 2019 a Fiumicino alla presenza del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, del Comandante Generale della Guardia Costiera Giovanni Pettorino. Un’operazione che ha visto l’impiego della componente subacquea della Guardia Costiera dislocata sul territorio nazionale, mirata al recupero delle reti da pesca abbandonate nei fondali marini della nostra Penisola. “L’attività condotta dai Nuclei subacquei della Guardia Costiera –spiega il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa -ha portato alla rimozione dai fondali marini di 6 tonnellate di plastiche disperse in mare pari, a titolo esemplificativo, a circa200mila bottiglie di plastica in abbandono sui fondali marini”. “Un risultato importante –continua il Ministro -se pensiamo che le reti fantasma sono responsabili dell’alterazione dell’ecosistema marino per la dispersione nell’ambiente delle micro-particelle sintetiche delle quali sono composte”. Reti che, se lasciate in mare, continuano a “pescare” in maniera passiva e rappresentano per le specie ittiche che vi rimangono intrappolate dei veri e propri “muri della morte” e che, oltre a danneggiare l’habitat marino, sono un concreto pericolo per la sicurezza di sub e bagnanti.
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L’attività operativa, partita il 9 luglio 2019, si è sviluppata attraverso una fase preliminare di raccolta di informazioni, attraverso tutti i Comandi territoriali della Guardia Costiera, la collaborazione delle categorie professionali operanti sul mare e delle associazioni ambientaliste. È stata dunque effettuata una prima mappatura generale, riportante la collocazione delle reti fantasma lungo le coste, e in continuo aggiornamento con le informazioni operative reperite sul territorio. L’operazione, ancora in corso e che proseguirà nei prossimi mesi, si inserisce in una più ampia campagna comunicativa sul tema della sensibilità ambientale, condotta da Ministero dell’Ambiente e Comando Generale della Guardia Costiera. L’iniziativa rientra nel progetto “PlasticFreeGC”, che ha portato anche alla realizzazione dello spot in onda su tutti i canali RAI, finalizzato alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla problematica della dispersione nell’ambiente dei dispositivi di protezione individuale utilizzati per arginare l’emergenza sanitaria Covid-19, il cui protagonista è Enrico Brignano.
La notizia è giunta da nei giorni scorsi ma l’attività di controllo e intervento risale a fine agosto 2020, proprio durante la massima affluenza di turisti.
Difatti la Compagnia Carabinieri di Vico del Gargano ha attivato un particolare monitoraggio del territorio allo scopo di intercettare il mancato rispetto delle norme che tutelano la salute dell’ambiente.
L’attenzione dei Carabinieri si concentrava in particolare sull'area di Rodi Garganico, dove venivano avvertiti sgradevoli pungenti odori. L’attenta perlustrazione di quel territorio consentiva di individuare, quali possibili fonti inquinanti, le aree degli impianti di depurazione e quelle di stoccaggio dei rifiuti. Immediata la richiesta di ausilio al Nucleo Operativo Ecologico Carabinieri di Bari, specializzato nel settore dell’inquinamento ambientale, che prontamente è intervenuto.
Il NOE, mediante le sue importanti conoscenze e competenze tecniche, unitamente alla Stazione Carabinieri di Rodi Garganico, avviava un meticoloso sopralluogo ed un’indagine “lampo”, sui due impianti ubicati nelle località “Santa Barbara” e “Lido del Sole”.
Gli accertamenti facevano emergere in entrambi gravi irregolarità. Conseguente il sequestro, operato su disposizione della Procura della Repubblica di Foggia, di sette vasche contenenti rifiuti speciali pericolosi, ovvero “fanghi da depurazione” abusivamente stoccati, ed il sequestro di un’area demaniale di circa 2500 mq, colma di rifiuti speciali di ogni genere, realizzata del tutto abusivamente.
L’esito dell’attività investigativa e di verifica, celermente svolta dai Carabinieri del NOE e dalla Stazione di Rodi Garganico, permetteva di accertare le fonti degli “olezzi” e di denunciare all’Autorità Giudiziaria 9 persone addette alla gestione degli impianti, ritenute responsabili, a vario titolo, di emissioni odorigene in atmosfera senza autorizzazione (art.279 D.Lvo n.152/2006) nonchè di gestione illecita e deposito incontrollato di ingenti quantitativi di rifiuti speciali pericolosi, accumulati su un’area demaniale, non idonea e non autorizzata, in cui veniva realizzata una discarica abusiva (art. 256 D.Lvo n.152/2006).
Il valore degli immobili sequestrati ammonta ad euro 700.000 circa.
Visita illustre quella di oggi presso l’Ente Parco Nazionale del Gargano. Seppur dettata da un cronoprogramma che ha visto gli attori principali avvicendarsi tra Foresta Umbra e sedi istituzionali varie, il tavolo tecnico ha sortito frutti che potrebbero maturare nei prossimi mesi.
Nel piacevole Villaggio Umbra, all’interno del Reparto Carabinieri Biodiversità, il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, i Presidenti Emiliano e Gatta, sono stati ospiti del Prof. Pasquale Pazienza, Presidente del Parco e del Gen. Antonio Danilo Mostacchi, Comandante Regione Carabinieri Forestale Puglia. Con loro c’erano il dott. Rocco Di Brina, Presidente Comunità del Parco, la Dott.ssa Anna Landi, in rappresentanza della Procura della Repubblica - Tribunale di Foggia; Immersi nella natura Umbra si è parlato del progetto “Italia Paese Parco” che avrebbe il compito di mettere insieme cultura e natura valorizzando le bellezze italiane con leggi appropriate. «La bellezza dell’Italia come hub» ha declinato il Ministro Costa, riferendosi alla natura.
Si è parlato anche di abusivismo, particolarmente di tutti quei manufatti presenti nel Parco che pian piano la Legge sta abbattendo. «Arrivare ad abbattere è sempre un fallimento» così Costa ha introdotto l’annoso tema. «Ci vogliono norme chiare. Quelle del Decreto Semplificazioni sono la guida e saranno arricchite da altre. Il Parlamento ha il compito di vararle».
Parco del Gargano non è solo montagna, boschi, foresta e fitta vegetazione, tra cui le faggete, patrimonio UNESCO innaturale dell’umanità. Ci sono anche il mare, le coste, anfratti, calette, spiagge e fondali marini, ma soprattutto la preservazione delle specie marine e la sua pesca. Proprio su quest’ultimo tema il Ministro Costa è intervenuto: « Chiediamo al mondo della pesca di proporci le loro linee perché le vogliamo accogliere. Noi il mare lo vogliamo tutelare insieme». Per farlo Costa ha citato la Legge Salva Mare, che per ora è stata approvata solo da una parte di Montecitorio.
Ovviamente non sono mancate le frecciatine politiche. Siamo in campagna elettorale e i riferimenti sono alla regionali. Costa, tuttavia, ha smorzato il tema affermando che la natura, l’ambiente non è né di destra, né di sinistra, non ha colori. L’unico colore è quello della natura «Chi pensa il contrario è fuori dal mondo» chiosa il Ministro.
Militari della Guardia Costiera di Manfredonia, appartenenti all’aliquota del Nucleo Operativo di Polizia Ambientale (NOPA) della Direzione Marittima di Bari, hanno proceduto, sentito il magistrato di turno della Procura della Repubblica di Foggia, a porre sotto sequestro penale, n° 4(quattro) letti di essiccazione fanghi di depurazione presenti all’interno del depuratore di acque reflue ubicato in località “Masseria Liberatore”, nel comune di Mattinata (FG). Più nello specifico, è stato accertato e verificato, che i letti in questione, erano interessati dalla presenza di fanghi, in alcuni casi sormontati da folta vegetazione, circostanza che lascia credibilmente supporre che i fanghi siano stati depositati per un lungo periodo di tempo, per complessivi stimati 125metricubi, superando nel complesso i limiti di deposito temporaneo previsti dal Testo Unico Ambientale che prevedono un limite di 30 metri cubi. Gli accertamenti ambientali all’interno del depuratore, erano finalizzati alla verifica del corretto funzionamento del ciclo depurativo e del corretto smaltimento dei rifiuti prodotti. Giusta richiesta di convalida dell’Ufficio di Procura, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Foggia ha emesso una ordinanza di convalida del sequestro d’urgenza operato dal personale della Guardia Costiera con contestuale emissione di proprio decreto di sequestro preventivo. E’ stato nominato custode delle cose sequestrate, senza facoltà d’uso, un funzionario responsabile della società Acquedotto Pugliese spa, che gestisce l’impianto di depurazione per conto del Comune di Mattinata. L’attività di monitoraggio ambientale della Capitaneria di Porto di Manfredonia ha, quale obiettivo primario, quello di verificare lo stato delle acque marine e della costa, attraverso la rilevazione degli inquinamenti presenti, con l’individuazione delle relative fonti, nonché l’accertamento, anche in forma preventiva, di fattispecie potenzialmente pericolose.
L’Associazione Accademia Kronos, con le Guardie Volontarie, opera in ambito Nazionale per la tutela Ambientale e Zoofila, in modo particolare, per la prevenzione e repressione dei maltrattamenti degli animalidi affezione.La Sezione delle Guardie zoofile Volontarie di Accademia Kronos di Foggia, Coordinata da Luigia CARACOZZI, con l’arrivo della stagione estiva, con il suo contingente di Guardie, ha intensificato i servizi finalizzati al contrasto del fenomeno dell’abbandono dei cani, controllando parchi cittadini e le principali arteria che colleganola città alle reti Autostradalie alle zone balneari. Purtroppo tale fenomeno, nonostante le campagne contro l’abbandono, viene praticato da proprietari senza scrupoli che rinuncino all’affetto dei loropelosi, per qualche giorno divacanza inlibertà.
Si ricorda che la leggepunisce chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività, con l’arresto fino ad un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro. Reclusione da 3 a 18 mesi e sanzioni da 5mila a 30mila euro in casodi maltrattamenti.
Nel corso di tale attività, venivano effettuati mirati servizi di verificasu segnalazioni fatteda privati cittadini, alcune delle quali hanno consentito di far luce su condotte illecite poste in essere a danno di animali.
- Veniva effettuato un controllo in un podere proprietà di un allevatore di ovinidi73annidella provincia che, oltre a pecore, agnelli e maialini, detenevadiversi cani in pessime condizioni igieniche sanitarie e inambiente fatiscente e colmo di escrementi;svolgeva la macellazione clandestina. Infatti, venivano rinvenuti dei cappi, uno dei quali con evidenti segni e macchie di sangue, riconducibili ad una recentemacellazione e, come da descrizione fatta dallo stesso, l’uccisione degli animali prescelti per la macellazione, avveniva senza adottare nessuna pratica di stordimento.Sul posto,venivano inoltre rinvenute carcassedidiversi animali.Al termine dell’intervento, si provvedeva al ripristino delle condizioni idonei per i cani presenti sul posto,mentre, a carico del responsabile venivaredatta Informativa indirizzataalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia, per i reati di: maltrattamento di animali; uccisione di animali e macellazione clandestina.
- Un gruppo di volontari di Foggia informava questo Coordinamento del rinvenimento di un cane meticcio tipo Maremmano, in precarie condizioni di salute. Gli accertamenti effettuati da questo ufficio, permettevano di acclarareche si trattava di un cane che era stato adottato da un60enne foggiano.Questi, interpellato in merito riferiva che il cane si era allontanato dalpodere dove veniva custodito, dalla fine delmesedi Marzoe in merito a tale allontanamento non aveva fatto nessuna ricerca ne denunciatoagli Enti competentil’allontanamento.Il 60enne veniva deferito alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia per il reato di abbandono di animali.
- A conclusione di una serie di accertamenti, venivano segnalati alla Procura della Repubblica di Foggia due professionistiVeterinarifoggiani, per maltrattamento di animale. I due professionisti, dopo aver visitato un cane meticcio che era stato investito e soccorso da un animalista, valutavano gravi le condizioni del cane ritenendo inutile ogni forma di cura, stabilendo che l’unica soluzione era applicare l’eutanasia e omettevano ogni forma di somministrazione, farmaceutica e alimentare, per alleviare la sofferenza al povero cane ferito. La determinazione dell’animalista, contraria alla decisione formulata dai professionisti, permetteva di salvare la vita al cane. Infatti, dopo tanta insistenza, l’animalista riusciva nel suo intento di portare il cane in un'altra struttura, una clinica Veterinaria di Bari che ha preso in cura l’animale investito che, giorno dopo giorno ha migliorato la sua condizionee presto tornerà a correre.
Un ringraziamento va all’Arma dei Carabinieri, intervenuta con i suoi militari in alcune situazioni di difficoltà, a sostegno degli operatori di questo Coordinamento.