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Partirà sabato 10 ottobre e durerà fino al 1° novembre l’iniziativa “I custodi della Biodiversità” – Smart Edition realizzata da Legambiente in collaborazione con Gran Cereale, brand del Gruppo Barilla che si impegna per la tutela e la salvaguardia della biodiversità nei Boschi. Saranno coinvolti – attraverso lezioni a distanza, laboratori ed escursioni guidate – gli studenti delle scuole limitrofe al Parco Nazionale del Gargano.

Stimolare gli studenti a riflettere su come le foreste siano importanti per la nostra vita e quella di piante e animali, sia attraverso attività di educazione ambientale che di volontariato attivo. È questo uno degli obiettivi del progetto “I custodi della Biodiversità” nato da una collaborazione tra Legambiente e Gran Cereale (Gruppo Barilla) che scendono di nuovo in campo, in difesa dei boschi italiani.   

Dal 10 ottobre al 1° novembre 2020, durante quattro weekend, circa 200 studenti delle scuole elementari e medie che si trovano nelle vicinanze delle aree naturali salvaguardate da Legambiente e Gran Cereale nell’ambito della campagna Mosaico Verde, potranno partecipare ad escursioni guidate nel Parco Nazionale del Gargano insieme alle loro famiglie, mappando con l’aiuto di esperti di Legambiente la biodiversità dell’habitat oggetto dell’esplorazione e individuando gli elementi di rischio che ne minacciano l’equilibrio. Un viaggio nella biodiversità che si concentra sul tema del bosco, del suo ecosistema attraverso un percorso educativo che prevede incontri con le classi, attività laboratoriali e di ricerca sul campo. Il tutto con lo scopo di formare così dei veri e propri “custodi della biodiversità”.

Due le escursioni in programma ogni fine settimana all’interno del Parco Nazionale del Gargano, per un totale di otto uscite, cui ci si potrà iscrivere contattando gli organizzatori all’indirizzo mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.">Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Grazie al contributo di Gran Cereale, di volta in volta Legambiente metterà a disposizione una guida esperta e qualificata che accompagnerà grandi e piccini alla scoperta dell’area.

“Ridisegnato nella forma, il nuovo progetto mantiene vivi i principi su cui si basa la collaborazione con Gran Cereale, spiega Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente. “Centrale come sempre è il percorso educativo dei più giovani, cui seguirà l’uscita sul campo, cuore pulsante dell’iniziativa che si estende a quattro weekend per ogni area. Durante le escursioni, organizzate in piena sicurezza, Legambiente metterà a disposizione guide ambientali qualificate per condurre famiglie e studenti alla scoperta consapevole del nostro patrimonio forestale. Un’esperienza in cui essere non solo osservatori attenti, ma protagonisti attraverso le attività di rilevamento e “citizen science” nel rispetto degli equilibri di uno degli habitat a maggiore ricchezza di biodiversità del nostro Paese e dell’intero Pianeta, la cui tutela va perseguita e sostenuta con progetti di formazione e sensibilizzazione della cittadinanza tutta e degli adulti di domani in special modo”.

IL PARCO NAZIONALE DEL GARGANO: INFO E CURIOSITÀ

Il Parco Nazionale del Gargano, tra i boschi di Gran Cereale coinvolti nell’iniziativa con Legambiente, è situato presso il Comune di Monte Sant’Angelo – Foggia - ed è una delle aree protette più estese d’Italia: comprende la Comunità Montana del Gargano, la riserva marina delle isole Tremiti, la Foresta Umbra e, grazie alla sua conformazione morfologica, offre un habitat ricco di biodiversità.

I boschi interessati dalle attività di tutela e gestione sono a prevalenza di conifere risalenti agli anni Sessanta e di Leccio. La necessità principale di questo ecosistema è la prevenzione degli incendi: le attività realizzate erano finalizzate alla riduzione dei rischi di incendi boschivi ed assumono particolare rilevanza dal momento che l’area si trova in prossimità della Foresta Umbra, patrimonio dell’Unesco.

Ulteriori interventi messi in atto presso l’area boschiva pugliese hanno riguardato i diradamenti dal basso, l’eliminazione degli alberi pericolanti, la potatura sul secco, la spalcatura delle piante, la reintroduzione delle specie autoctone tipiche della macchia Mediterranea, le cure colturali, il risarcimento della fallanza e lo sfalcio delle infestanti.

DA NORD A SUD: I “BOSCHI DI GRAN CEREALE” COINVOLTI NELL’INIZIATIVA

Le attività vedranno il coinvolgimento di una rete di istituti scolastici presenti nelle sei aree già oggetto di intervento del progetto “Boschi di Gran Cereale”: la Val di Sella – Area Arte Sella (TN), il Parco Regionale di Portofino (GE), il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi (FI), il Parco Regionale Valle del Treja (RM), il Parco Nazionale del Gargano (FG), il  Parco Nazionale del Pollino (PZ). Sono aree naturali di grande pregio dove sono stati effettuati interventi di ripristino e salvaguardia grazie alla campagna Mosaico Verde promossa da Legambiente alla quale Gran Cereale ha aderito. Mosaico Verde è una campagna di Responsabilità Sociale d’Impresa attraverso la quale vengono promosse attività di forestazione, riqualificazione del territorio e interventi di tutela ambientale in Italia.

Tra gli interventi in corso, la piantagione di nuovi alberi e l’introduzione di specie autoctone, la ricolonizzazione naturale del bosco, la stabilizzazione del suolo, la riduzione del rischio di propagazione di incendi e malattie e la pulizia delle aree.

“Attraverso questa iniziativa, afferma Emanuele Marra, Marketing Manager di Gran Cereale vogliamo ribadire il nostro impegno per la tutela e la salvaguardia della biodiversità, in linea con la mission della company “Buono per te, buono per il pianeta”. Sensibilizzare e coinvolgere le giovani generazioni al rispetto della flora e della fauna stimola comportamenti virtuosi in grado di preservare con piccoli gesti ettari di bosco e siamo orgogliosi di poter dare con Gran Cereale il nostro contributo a questa causa”.

LA FORMAZIONE A DISTANZA PER EDUCARE I RAGAZZI AL CONCETTO DI BIODIVERSITÀ

Il percorso educativo del progetto “I custodi di Biodiversità” – Smart Edition, condotto da educatori ambientali di Legambiente, si svilupperà in primis attraverso piattaforme digitali. Verranno infatti ideati contenuti ad hoc, in grado di coinvolgere gli studenti nello svolgimento, seppur a distanza, di un percorso formativo. Attraverso attività laboratoriali e di ricerca, si perseguirà l’obiettivo primario di fornire strumenti di osservazione e rilevamento della biodiversità nell’ottica della “citizen science”, al fine di costruire nei ragazzi la consapevolezza di lettura degli indicatori di biodiversità di un habitat e saperne valutare i rischi e le minacce per promuoverne la tutela. 

NEL MONDO 10 MILIONI DI ETTARI DI FORESTE SONO DISTRUTTI OGNI ANNO

L’Italia, secondo i dati del Rapporto sulle Foreste del Mipaaf, è tra i Paesi europei con la maggiore percentuale di superficie boscata rispetto al totale: i boschi coprono il 39% della superficie del territorio nazionale, con 11 milioni e 800 mila ettari. Un patrimonio che va tutelato perché è messo costantemente a rischio da cambiamenti climatici, fitopatologie, roghi e dalla degradazione ambientale dovuta all'attività erosiva delle acque superficiali. Ad oggi, il tasso d’incremento ottenuto attraverso la rigenerazione naturale e la riforestazione è pari a circa di 42 mila ettari all'anno ed iniziative come quella del progetto “Boschi di Gran Cereale” vanno proprio in questa direzione.

Tuttavia, nel mondo il tema della deforestazione diventa sempre più urgente. Come riporta Legambiente nel suo ultimo dossier “Biodiversità a rischio”, circa 10 milioni di ettari di foreste nel mondo vengono distrutti ogni anno, con conseguenze anche per il nostro clima: gli alberi, infatti, rappresentano dei preziosissimi serbatoi di carbonio, contribuendo a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici.

Nell'ambito della 84^ Fiera del Levante, l'Osservatorio faunistico della Regione Puglia ha comunicato le attività sanitarie svolte, dal 1° giugno al 30 settembre 2020, in collaborazione con la Facoltà di Medicina Veterinaria di Bari. La Puglia tutela la biodiversità faunistica anche attraverso il controllo, il recupero e l'assistenza sanitaria delle specie animali selvatiche.

“I numeri sono significativi – dice il dirigente della Sezione regionale, Domenico Campanile -.Gli esemplari recuperati in soli 4 mesi e ricoverati presso il Centro di recupero e riabilitazione al volo e alla predazione di Bitetto (Ba) sono 2.004 appartenenti a ben 37 famiglie animali diverse.

“Il dato, confermato dal Dipartimento di Medicina veterinaria, coordinato dal prof. Antonio Camarda, è registrato come il più alto dal 2013, anno di avvio della sinergia tra Regione e sistema universitario. Un risultato superiore, altresì, di circa il 30% rispetto all’anno precedente in cui il numero dei ricoveri si era fermato a 1.530 animali, cifra di per sé comunque indicativa. Quanto svolto fino ad oggi non sarebbe stato possibile se non si fosse attivata una efficiente rete di collaborazione tra Regione, Università e organizzazioni che operano sul territorio (come Fareambiente - Nucleo Operativo Recupero e Tutela Fauna Selvatica, ANPANA, WWF) e che hanno consentito a moltissimi animali di essere recuperati”. 

L’aumento di anno in anno dei conferimenti di specie di volatili conferma il trend positivo, come rende noto l’Università di Bari. Ma i risultati registrati per l’anno in corso assumono una particolare valenza, considerando l’emergenza sanitaria da Covid19 e le conseguenti misure che hanno limitato la mobilità. 

“L’attività di recupero e cura delle specie animali presenti sul nostro territorio – conclude Campanile – rappresenta un importante baluardo per preservare la biodiversità, per monitorarla e studiarla, al fine di conservare un patrimonio che è una ricchezza, dei nostri paesaggi naturali e delle nostre comunità. Ma soprattutto per le nuove  generazioni cui abbiamo il dovere di trasferire conoscenze e opportunità che il nostro territorio e i nostri  boschi offrono".

Militari della Capitaneria di Porto di Manfredonia appartenenti al Nucleo Operativo di Polizia Ambientale (NOPA) sotto la direzione del neocostituito “Centro di Coordinamento Ambientale Marino” (CCAM) istituito presso la Direzione Marittima di Bari hanno portato a termine un’operazione di polizia ambientale in prossimità di una struttura turistico ricreativa in località “Ippocampo” nel Comune di Manfredonia. I militari intervenuti, nel corso del sopralluogo, accertavano la presenza di alcune persone intente, a mezzo di un escavatore, al prelievo di materiale litoide in prossimità della foce di un canale idrico poco distante dalla struttura. Il materiale, una volta prelevato, veniva riposto all’interno di alcuni “big bags” (sacconi plastici) successivamente sistemati a ridosso della struttura turistica. Alla richiesta di chiarimenti in merito alle lavorazioni in corso i titolari della struttura non erano in grado di fornire alcun documento autorizzativo. I militari operanti, procedevano a porre sotto sequestro preventivo d’urgenza n°106 “big bags” pieni di sabbia, un’area ricadente tra il demanio marittimo e la fascia di rispetto di 30 metri dalla dividente demaniale di circa 350 mq l’escavatore utilizzato per le lavorazioni. I responsabili venivano deferiti a piede libero all’Autorità Giudiziaria e veniva elevata loro una sanzione amministrativa per violazioneall’art.1162 del Codice della Navigazione di importo pari a 3.000.Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Foggia, giusta richiesta del magistrato di turno della locale Procura, ha convalidato il sequestro operato dai militari, emettendo il proprio Decreto di sequestro preventivo avendone ravvisato il fumus commissi delicti dei reati contestati dal personale operante. Si evidenzia come il prelievo di materiale litoide e l’apposizione di barriere fisiche a protezione delle strutture private, non può essere effettuato senza la preventiva acquisizione di tutti i pareri (edilizi/demaniali/paesaggistici) presso gli organi competenti. In particolare il prelievo del materiale sabbioso, effettuato in prossimità di canali o foci dei fiumi, se effettuato in maniera autonoma e senza le normali previste autorizzazioni potrebbe andare a modificare irrimediabilmente il regolare corso delle acque e lo stato dei luoghi oltre a costituire un deturpamento per l’ambiente marino. Si allegano alcune fotografie dell’attività svolta.

Migliorare il verde pubblico e corredare il Museo cittadino di nuovi reperti.

Questo è l’obiettivo che il Comune di Torremaggiore si è prefissato, affidando all’Associazione SOS Metal Detector Nazionale su proposta del suo Presidente Luciano DiIetti, attuando un progetto sulle aree verdi cittadine.

Il verde del centro dell’Alto Tavoliere, dunque, sarà sondato per rinvenire oggetti metallici laddove la popolazione giornalmente si reca per svagarsi, incontrarsi, parlare e festeggiare.

Sappiamo che Torremaggiore è un centro che conserva nei suoi terreni reperti storici e ritrovarli sarebbe di valore storico e inestimabile. La numismatica in primis, con monete, sarebbe il progetto che il Comune avrebbe in serbo per corredare il museo cittadino. Ciò non esclude che potrebbe essere corredato anche da altri reperti.  Contestualmente si realizzerebbe un’azione di bonifica, poiché sottoterra potrebbero essere celati altri oggetti metallici, anche bellici, e l ‘area, per la cronaca, fu tra quelle “visitate” dagli anglo-americani durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.

Anche questo è riqualificazione del Verde Pubblico, soprattutto se il progetto è svolto a costo zero per la collettività. Tuttavia sarebbe utile conoscerne i costi sostenuti dall’Amministrazione comunale. Si resta in attesa dei documenti, sempre se vorranno farli pervenire.

La mattina di sabato 03 ottobre 2020 il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha partecipato nella sede del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, a Gravina, alla visita istituzionale del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Sergio Costa, insieme al presidente del Parco Francesco Tarantini.

“La nostra - ha detto Emiliano - è una Regione che dà grande importanza alla questione della bellezza, alla tutela dell’ambiente, alla lotta contro lo sfruttamento della risorsa ambientale.
Abbiamo la necessità di ripulire il nostro territorio dagli errori che sono stati compiuti nel tempo ed abbiamo una possibilità, quella data dai fondi molto rilevanti che stanno per arrivare in tutto il Mezzogiorno. C’è di fatto un patto tra il Governo e la Puglia sulla necessità di uscire dalla questione meridionale, non con i soliti mezzi ma per esempio costruendo il più grande acquedotto rurale d’Europa per dare acqua alla nostra agricoltura, uscendo dalla logica di sostegno all’agricoltura tipica del Psr che non porta a nessuna particolare innovazione strategica, connettendo l’eccezionale qualità dei cibi che l’Italia produce, e la Puglia non è da meno a nessuno, alla capacità di trasformazione industriale e di collocamento sul mercato che dia ricchezza attraverso la tutela dell’ambiente e della biodiversità.

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Questa inoltre è la regione che ha avuto il coraggio di demolire i simboli più evidenti degli errori ambientali. Stiamo cercando di ripulire il territorio dagli errori commessi in passato.
La Regione Puglia inoltre ha enormemente potenziato il sistema della Protezione civile. Se lo Stato lo vorrà, l’aeroporto di Foggia diventerà il punto di riferimento di tutto l’antincendio del Mezzogiorno, perché noi potremo dislocare su quell’aeroporto, che ha tutti i requisiti, l’insieme del nostro apparato di spegnimento degli incendi e in generale la logistica della Protezione civile. Parliamo di un aeroporto che, con l’allungamento della pista, sarà importantissimo anche sul piano turistico”.

“Con spirito assolutamente collaborativo - ha aggiunto Emiliano - la Regione Puglia conta anche sul suo aiuto per essere presente ai tavoli nazionali che riguardano l’ex Ilva. Noi non possiamo rimanere più ai margini di queste discussioni come non siamo ai margini di nessuna altra pratica che riguarda il Governo”.

“Per tornare al parco dell’alta Murgia - ha concluso Emiliano - inutile dire che l’immagine che parte da Gravina, da questo meraviglioso territorio e arriva fino alla provincia di Foggia, è quella dell’idea della cosiddetta Puglia imperiale. Che deve essere una immagine che rimanda a tempi sicuramente complicati, ma anche felici della regione Puglia, che peraltro hanno lasciato tracce ovunque. Anche solo camminare, tra le vestigia della Puglia imperiale, consente di dare una immagine al territorio che può essere di grande interesse, alla stessa stregua del Salento o delle altre meravigliose province pugliesi. Avere quell’impatto, riconoscibile in tutto il mondo, e di questo abbiamo bisogno, che passa attraverso l’economia della bellezza, della salute e della tutela dell’ambiente. Il Parco dell’Alta Murgia è un tassello importante”.

Martini (Pres. Centro Studi Alta Scuola): “Abbiamo depositato a Marsiglia la candidatura dell’Italia a sede del X Forum Mondiale sull’Acqua. Capofila del Comitato promotore è il nostro Centro Studi. La candidatura è appoggiata dal Governo Italiano. Sedi saranno: Firenze – Assisi - Roma ma con eventi in tutta Italia. Novità assoluta sarà l’incontro tra Capi di Stato e Rappresentanti di tutte le religioni per la prima volta a confronto sul tema dell’acqua. Obiettivo: firmare la Carta del Rinascimento dell’Acqua”.

“Abbiamo depositato, in queste ore, presso il World Water Council che ha sede a Marsiglia, la candidatura dell’Italia ad ospitare il X Forum Mondiale sull’Acqua. La novità assoluta, qualora il nostro Paese dovesse ospitarlo, sarà la presenza di tutti i capi di tutte le religioni esistenti al Mondo oltre ovviamente alla presenza di Capi di Stato delle potenze e di altre Nazioni, ma anche dei Ministri dell’Ambiente. La candidatura è sostenuta dal Governo italiano, attraverso il Ministero degli Esteri, dal Dipartimento della Protezione Civile, dall’ISPRA, da associazioni, organismi ed enti che da decenni promuovono il territorio italiano. Un grande expo sull’acqua di livello mondiale con la partecipazione di Firenze, Assisi, Roma che ospiteranno il Forum. Un evento di livello mondiale che vede la presenza anche del Sacro Convento di Assisi che ha ideato una sessione, un incontro tra tutte le religioni per la prima volta sul tema dell’acqua. Sarà tutta l’Italia ad essere coinvolta con eventi collaterali, educational e la partecipazione dei Capi di Stato. L’obiettivo sarà la firma della Carta del Rinascimento dell’Acqua. Il Forum Mondiale sull’acqua si svolge ogni 3 anni, il prossimo anno si terrà in Africa, l’Italia è candidata ufficialmente e per la prima volta ad ospitare la X Edizione in programma nel Marzo del 2024. Il progetto di candidatura approvato e depositato vede capofila del Comitato Promotore, il Centro Studi “Alta Scuola” dell’Umbria, presieduto da me e che da anni si impegna nella valorizzazione del patrimonio ambientale italiano”. Lo ha annunciato poco fa, Endro Martini, Presidente del Centro Studi “Alta Scuola” aprendo i lavori della Conferenza Nazionale dedicata al quinto anniversario dell’Enciclica Papale “Laudato si” di Papa Francesco, presso l’Accademia Pontificia dell’Antonianum a Roma.

L’Italia dunque è candidata ufficialmente come sede del X Forum Mondiale sull’acqua, evento che richiamerà Capi di Stato e rappresentanti delle religioni. A sostegno della candidatura italiana, numerose associazioni, ma anche enti ed organismi da sempre attivi nella valorizzazione delle geoscienze e del patrimonio ambientale ma anche culturale.

Ad esempio c’è la Società Italiana di Geologia Ambientale.
“La nostra vita dipende dall’acqua – ha commentato a caldo Antonello Fiore, Presidente Nazionale della Società Italiana di Geologia Ambientale – dalla sua disponibilità e dalla sua qualità; la risorsa acqua dipende da noi, dai nostri comportamenti singoli e collettivi. Con consapevolezza dobbiamo far sentire il nostro desiderio di vivere e vivere bene, dobbiamo far sentire il nostro desiderio di tutelare le risorse idriche superficiali e sotterranee”.

Dunque, oggi alla vigilia della nuova Enciclica Papale “Fratelli tutti”, gli scienziati italiani stanno dedicando un’intera giornata alla “Laudato Si', L'ecologia integrale e il futuro del nostro Pianeta" scritta da Papa Francesco 5 anni fa. Un grande evento dedicato all’Enciclica, organizzato dalla Pontificia Università Antonianum, dalla Società Italiana di Geologia Ambientale SIGEA, dall' Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile - ASVIS e Alta Scuola, nell’ambito anche del Festival della Sostenibilità ed in programma Venerdì 2 Ottobre alle ore 15 e 30 presso l’Aula A Pontificia dell’Università Antonianum in Via Merulana 124, Roma. Interverranno: padre Giuseppe Buffon, Decano della Facoltà di Teologia della Pontificia Università Antonianum, Endro Martini, Presidente Nazionale del Centro Studi “Alta Scuola”, Donatella Bianchi, Presidente del WWF Italia, Marco Gennari, esperto d’arte, Enrico Giovannini, Portavoce dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile. Modererà: Christiana Ruggeri, giornalista del Tg2.

Il tema, pare, prender fuoco tra le parti politiche torremaggioresi. Dopo l’articolo/denuncia della Redazione, “Verde pubblico. A Torremaggiore è storia infinita…”, dopo l’intervento della Senatrice Naturale, del M5S, “Torremaggiore. Taglio alberi in pineta e zone verdi. La Senatrice Gisella Naturale chiede la sospensione della programmazione del taglio“, ora è la volta dell’opposizione del Governo di Città a fare l’affondo all’Amministrazione Di Pumpo, dalla quale si attende una risposta, che saremo lieti di pubblicare.
L'argomento è serio e riguarda il futuro del verde pubblico di Torremaggiore, sapendo che tra determinazioni sulla carta e interventi riqualificanti che da quello che si è visto, e si vede tuttora, in paese primeggia il marrone rinsecchito di fioriere seccate, aiuole senza fiori, una pineta poco fruibile e alberi contrassegnati da una X rossa tutt’uno con quelli che potrebbero essere sistemati, a parte quelli realmente pericolanti, ovviamente.

Leonardo De Vita e Massima Manzelli, Consiglieri comunali dell’opposizione, non le mandano a dire e di pari in passo agli articoli già pubblicati, fanno pervenire una nota stampa significativa.

«Ci sono temi che non hanno colore né bandiera, e su cui è necessaria sinergia e convergenza.
Il verde pubblico, il taglio degli alberi a motivo della pubblica incolumità, la pineta e la sua riqualificazione sono temi importanti che non possono essere affidati a scambi di opinioni, ma devono passare dalla chiarezza delle informazioni, dal confronto delle competenze, sino alla auspicabile condivisione delle scelte.
Perciò abbiamo chiesto al sindaco di convocare una conferenza di servizi allargata ad esperti e tecnici del posto per affrontare tali questioni con la necessaria coerenza e prossimità, e per avere esatta contezza di quanto già programmato.
Con altrettanta coerenza possiamo dire di aver registrato la sua disponibilità».

FOCUS
- Verde pubblico. A Torremaggiore è storia infinita…
- Torremaggiore. Taglio alberi in pineta e zone verdi. La Senatrice Gisella Naturale chiede la sospensione della programmazione del taglio

Lo avevamo annunciato con un articolo/denuncia, “Verde pubblico. A Torremaggiore è storia infinita…”, il 25 settembre scorso, facendo un sopralluogo e ascoltando diversi cittadini. L’invito all’Amm.ne comunale fu quello di pensare e poi attuare un piano pluriennale, con interventi riqualificanti e che garantiscano sicurezza urbana, decoro urbano, verde urbano (e non piantumazioni che seccano), e offrano lavoro, tenendo conto delle problematiche e pericoli che alberi di alto fusto procurano alle aree urbane. Lo avevamo fatto dopo che il Sindaco Emilio Di Pumpo ancora una volta intervenne sul tema, pubblicando sulla sua pagina facebook un post che annunciava che l’Amministrazione Comunale avrebbe provveduto al taglio e allo smaltimento di alberi pericolosi e/o problematici in diverse aree comunali. Inoltre, ci premettemmo di ricordare all’attuale Amm.ne comunale che interventi simili erano stato già oggetto di determinazioni sia di questa Amministrazione, sia di quella precedente (si legga il FOCUS).

Ora interviene la Senatrice Naturale, del M5S, che con una lettera inviata a Di Pumpo, e per conoscenza alla stampa, rafforza la nostra denuncia pubblica, con l’auspicio che Sindaco, Giunta, Amministrazione tutta, ritorni sui suoi passi, garantendo un Verde Pubblico sicuro, senza tagli eccessivi e inutili, e soprattutto curati, perciò decorosi e fruibili dai cittadini.
«In una lettera, inviata al primo cittadino di Torremaggiore, la Senatrice del MoVimento 5 stelle, Gisella Naturale, chiede la sospensione della programmazione del taglio degli alberi nella pineta e in altre aree verdi.

Secondo le determinazioni dell’ufficio tecnico sono circa cento gli alberi che dovrebbero essere tagliati, da un nostro sopralluogo, e dalla documentazione video e fotografica acquisita, ci pare evidente che non tutti gli alberi appaiono pericolanti- dichiara la Senatrice Gisella Naturale. Nella lettera inviata all’Amministrazione invito a riconsiderare l’elenco degli alberi segnalati, a prevedere un piano che preveda la piantumazione in sostituzione di quelli che risulteranno da abbattere, a estirpare le radici e a ripristinare il manto stradale, in modo da compiere un’azione completa di messa in sicurezza. Mi pare evidente che il solo taglio e senza un piano di sostituzione e nuova piantumazione, come previsto dall’ufficio tecnico, sarebbe un gravo danno per il paesaggio- aggiunge Naturale. È necessario considerare il valore che riveste il patrimonio verde della città, anche in considerazione dei cambiamenti climatici in corso ed in particolare il ruolo degli alberi nella protezione del suolo e nel miglioramento della qualità dell’aria. Auspico che ci sia una presa di coscienza da parte di chi amministra la città e che si possa evitare un sicuro scempio naturalistico». Conclude la senatrice del Movimento 5 stelle.

FOCUS
- Verde pubblico. A Torremaggiore è storia infinita…

 

Fiore (Pres. Nazionale Sigea ): “Alcuni laghi italiani stanno scomparendo. In Italia il 18,6% dei Beni Culturali è a rischio frane e il 25% in aree a pericolosità idraulica”. Domani presentazione del libro/dossier: “Analisi e attività di mitigazione dei processi geo-idrologici in Italia”, ben 256 pagine, 9 relazioni, 51 gli esperti che ci hanno lavorato per disegnare un quadro chiaro della situazione.

Domani - Giovedì 1 Ottobre – Ore 15 e 45 – Sala Convegni del Parco dell’Appia Antica in Roma, Via Appia Antica 42 - briefing stampa con:

Geologi, ingegneri, ricercatori. Interverranno: Antonello Fiore, Presidente Nazionale della Sigea, Luciano Masciocco geologo ( ambedue autori della ricerca che verrà presentata alla stampa); Roberto Morassut, Sottosegretario di Stato con delega politiche in materia di dissesto idrogeologico e consumo del suolo, che ne ha curato la prefazione, il senatore Ruggiero QUARTO, Componente Commissione Territorio, ambiente, beni ambientali del Senato della Repubblica, Gabriele SCARASCIA MUGNOZZA, Pro-Rettore Sapienza Università di Roma, Erasmo D'ANGELIS, Segretario Generale AdB Distretto Appennino Centrale, Alessandro Trigila, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – ISPRA. A seguire lo svolgimento della Conferenza Nazionale.

“Alcuni laghi italiani come quelli di Nemi e Albano rischiano la scomparsa. Ma l’Italia purtroppo ha un grave problema di Dissesto Idrogeologico che deve essere affrontato, magari anche con le risorse che arriveranno. Nel nostro Paese sono stati censiti ben 620.808 fenomeni franosi che interessano un’area di circa 23.700 km, pari al 7,9% del territorio nazionale. E nel Paese che ha il maggior numero di siti patrimonio dell’Umanità riconosciuti dall’UNESCO, se facciamo riferimento ai Beni Culturali registrati dal MiBACT nella banca dati VIR, abbiamo il 18,6% di essi a rischio frane e molti di piu a rischio alluvioni: il 6,8% del totale dei Beni Culturali censiti sono in aree a pericolosità idraulica elevata, il 15,3% in aree a pericolosita idraulica media e il 19,4% nello scenario di pericolosità bassa. Sono numeri che parlano da soli e che dimostrano la scarsa considerazione che abbiamo avuto negli anni per il nostro territorio. La messa in sicurezza del territorio è fondamentale anche per tutto l’indotto turistico italiano. Questa estate importanti aree turistiche sono state colpite anche da incendi che spesso sono dolosi e da frane con versanti insicuri. Dobbiamo trasmettere sicurezza ma prima di farlo dobbiamo averla”. Lo ha affermato Antonello Fiore, Presidente Nazionale della Società Italiana di Geologia Ambientale (SIGEA), alla vigilia dell’importante Conferenza Nazionale della Sigea durante la quale i ricercatori italiani, sarà presente anche il mondo accademico, presenterà per la prima volta alla stampa il libro – dossier: “Analisi e le attività di mitigazione dei processi geo – idrogeologici in Italia” più che un libro, quasi un dossier di 256 pagine, introdotto da 9 relazioni importanti, 34 articoli e 4 sessioni”. Il tutto con dati, numeri, storie importanti.

Domani – Giovedì 1 Ottobre - ore 15 e 45 – Sala Convegni del Parco Regionale dell’Appia Antica - Via Appia Antica 41 - briefing stampa, a seguire la Conferenza Nazionale sul Dissesto Idrogeologico con la presentazione del testo. Interverranno: Roberto Morassut, Sottosegretario di Stato con delega politiche in materia di dissesto idrogeologico e consumo del suolo, che ne ha curato la prefazione, il senatore Ruggiero QUARTO, Componente Commissione Territorio, ambiente, beni ambientali del Senato della Repubblica, Gabriele SCARASCIA MUGNOZZA, Pro-Rettore Sapienza Università di Roma, Erasmo D'ANGELIS, Segretario Generale AdB Distretto Appennino Centrale, Alessandro Trigila, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – ISPRA. Il testo che verrà presentato è stato curato da Antonello Fiore e Luciano Masciocco.Conferenza Nazionale.

Il tema non è nuovo, anzi, se ne parla da anni, ma le cose restano al palo.

Non è la prima volta che a Torremaggiore, come del resto in tanti altri centri urbani, con una “X” vengono contrassegnati gli alberi che devono essere abbattuti per l’incolumità dei cittadini. Ovviamente, e si spera, che la rimozione definitiva di decennali alberi dal fusto grande, alto e dalle radici che cercano terreno e si fanno strada sulle strade (scusate il gioco di parole), sia  il frutto di un’attenta e scientifica analisi e valutazioni di agronomi, piuttosto che di conviviali decisioni assunte dall’oggi al domani. Ciononostante, per la sicurezza urbana qualcosa è stato fatto, anche se poco in realtà.

Il 10 settembre alle ore 21:49 sulla pagina facebook del Sindaco Emilio Di Pumpo, è stato pubblicato un post sul taglio e smaltimento degli alberi pericolosi presenti a Torremaggiore.

«Si comunica che l’Amministrazione Comunale deve provvedere al taglio e allo smaltimento di alberi pericolosi e/o problematici in diverse aree comunali.

Tale decisione, sofferta ma inevitabile, è stata presa in seguito agli eventi meteorici occorsi nella notte del 14 maggio u.s. che hanno generato diversi crolli di alberi e scosciature di branche causando danni anche a strutture ludiche poste all’interno della pineta comunale e di altre zone a verde del comprensorio urbano. Negli scorsi mesi si è provveduto al taglio e allo smaltimento solo delle alberature a rischio crollo imminente per garantire la sicurezza delle aree utilizzate e frequentate quotidianamente. Adesso si rende necessario e non più procrastinabile valutare quali e quanti interventi adottare nell’intero comprensorio comunale su soggetti arborei a rischio crollo perché vistosamente deviati dalla verticale, con evidenti segni di marciumi o con vistose scosciature e con branche pendenti, al fine di scongiurare eventuali e possibili nuovi crolli in occasione di eventi meteorici di notevole intensità, per maggiore salvaguardia dell’incolumità pubblica e privata. Nel pieno rispetto della biodiversità, però, tali operazioni sono state programmate nel prossimo periodo autunnale, fatte salve le predette operazioni d’urgenza. Questa mattina abbiamo iniziato le operazioni di verifica e controllo degli alberi, marcando con vernice rossa gli alberi malati o a rischio caduta e pericolosi che dovranno essere abbattuti. Resta comunque inteso che per ogni albero abbattuto questa Amministrazione Comunale provvederà alla sostituzione con altro albero, onde consentire gli stessi benefici per la salute e per la qualità dell’aria. Le nuove piante, latifoglie di altezza media metri 2, saranno piantumate in autunno inoltrato al fine di favorire l’attecchimento, considerando che la pianta va in dormienza. Tagliare un albero è sempre difficile e triste, ma talvolta assolutamente doveroso. Come sindaco sento il dovere di tutelare l’incolumità dei cittadini, perché un albero si può sempre ripiantare, una vita umana no».

Così recita il post del Sindaco di Torremaggiore, che non è sfuggito ai cittadini, chi a favore, chi contrario.

Tuttavia il tema “alberi pericolosi” è annoso. Non è solo di questa Amministrazione, ha interessato anche le precedenti, pertanto è doveroso affermare che non ha colore politico, se non quello del verde degli alberi o del marrone delle piante morte.

Ascoltando diversi cittadini, intervistati in questi giorni, il tema preponderante è stato la pineta, quel luogo che a Torremaggiore è tanto amato, frequentato da tutti, ma temuto, e perciò diventa off-limits quando forti venti e piogge copiose (ormai di casa da queste parti) minano la stabilità degli alberi ad alto fusto.

Inoltre, alcuni cittadini lamentano anche che nella zona Piazza Incoronazione persistono fioriere con aiuole ormai seccate. Forse la loro morte è dovuta all’incuria pubblica non tenendo conto di innaffiarle durante il periodo eccessivamente caldo? Lo chiedono i cittadini, rivolgendo la domanda all’Amministrazione comunale, suggerendole che sarebbe bastato chiedere una collaborazione ai tanti agricoltori, che sicuramente si sarebbero messi a disposizione, come accaduto in altre situazioni. Come pure, chi è stato intervistato, e la platea comprende persone di ogni età, sesso, estrazione sociale, si domanda perché in alcune zone dove da tempo mancano gli alberi non si procede con la loro sostituzione, semmai di diversa famiglia e più consone alla piantumazione urbana.

Il tema è serio, oltre che annoso. Da anni a Torremaggiore si parla, e ripetiamo si parla..., di appalti pluriennali per la riqualificazione del verde pubblico e invece si assiste a soluzioni tampone che non mirano a risolvere il problema del verde. Infatti vengono assegnati lavori con appalti di un anno o anche meno e riaffidamenti, giustificati con l'urgenza e nelle more del nuovo appalto.

Torremaggiore fiorieresecche set2020

Le fioriere "seccate"

Sarebbe il caso che almeno questa Amministrazione pensi e poi attui un piano pluriennale, con interventi riqualificanti e che garantiscano sicurezza urbana, decoro urbano, verde urbano (e non piantumazioni che seccano), e offrano lavoro.

Un piano che metterebbe una pietra sopra ai precedenti, sempre frammentari, incompiuti e risultati insoddisfacenti, sia come intervento, sia come durata.

Da quello che si legge nel post pubblicato dal Sindaco Di Pumpo sulla sua pagina facebook, pare che a breve vi sarà un altro appalto. Rendendo nota la notizia, a chi abbiamo intervistato, molti hanno annuito e altri sorriso con smorfia. Una cittadina, invece, ha detto: «A Torre non ci sono colori, non esistono aiuole curate. Viviamo in un paese tutto piatto». Un giovane ascoltando la signora ha voluto dir la sua: «Ma qui c’è un verde pubblico?». Affermazione ripresa da altri che, sostanzialmente, lamentano mancanza di aiuole, fiori, piante, prati verdi, affondando il dito nella piaga del solito taglio dell’erba lasciata seccare in terra, della potatura ritardataria in base ai tempi stagionali previsti dall’agronomia.

Tra gli atti posti in essere dalla precedente amministrazione, è doveroso ricordare all’opinione pubblica che nel 2018 (Amministrazione Monteleone) venne bandito un appalto per un anno (D.G. n.64 dell’08/03/2018) aggiudicando i lavori alla Cooperativa “La Fontana (determina n. 338 del 12/07/2018).

Circa un anno dopo, nell’agosto 2019 (Amministrazione Di Pumpo), essendosi concluso il contratto di appalto il 15 luglio 2019, nelle more della nuova gara affidò determinati lavori (determina n.328 del 23/08/2019) sempre alla Cooperativa Fontana fino al 31/12/2019.

Infine, con D.G. n. 16 del 28/01/2020 si impartivano direttive circa una proroga degli appalti in essere fino al 31 luglio 2020, ma poiché la Cooperativa Fontana aveva già ricevuto di fatto una proroga (un riaffidamento) si procedette con determina n. 131 del 09/04/2020 ad un affidamento diretto tramite Mepa alla ditta “LIBERO – consorzio di cooperative sociali” fino al 31 dicembre 2020.

Nel frattempo del nuovo appalto non c’è traccia sull’albo pretorio, ma su facebook si scrive di lavori imminenti.

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