nota di Don Michele e Consiglio Pastorale.
"Voci e Volti", il periodico dell’Arcidiocesi di Manfredonia - Vieste - San Giovanni Rotondo, è online ed è consultabile sul suo sito.
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Il n.116, Anno XII è incentrato sulla Sinodo 2021 – 2023. Son affrontate tematiche sui migranti e sulla guerra in Ucraina, definita da Papa Francesco “insensata sciagura… un sacrilegio”. Si parla di povertà e generatività della famiglia, con una finestra sportiva sul 46esimo Rally della Pace. Rimarca le feste mariane tradizionali nel mese di maggio, quella di Santa Maria di Loreto e Santa Maria di Merino. Ricorda l’apparizione sul Monte Gargano di San Michele Arcangelo a Monte Sant’Angelo, e mons. Castoro. Ma c’è tanto altro.
Inoltre, accedendo al sito vocievolti.blog si potranno consultare gli altri numeri.
nota di mons. Franco Moscone, Arcivescovo.
«Celebriamo la Giornata Mondiale della Libertà di Stampa, una conquista non facile che permette a tutti gli organi di stampa, tutti i giornalisti, di svolgere il loro lavoro come “servizio all’umanità e alla storia” come ho avuto modo di richiamare nei giorni scorsi.
Il lavoro del giornalista, dicevo, è “saper individuare, cogliere, negli avvenimenti della cronaca la fragilità dell’umanità che lasciata a se stessa diventa preda della violenza e della divisione”.
Alla luce di questo non posso come Pastore della nostra Chiesa Diocesana non manifestare la piena solidarietà alla giornalista Lucia Piemontese, vice direttore dell’Attacco, per la violenza di carattere sessista subita con il ritrovamento di alcune scritte su un muro.
Tale atto va denunciato poiché svilisce il lavoro stesso della giornalista e la sua dignità di donna.
La libertà di stampa, il diritto di cronaca, va custodito e promosso. Si potrà non essere d’accordo, si potrà rispondere e dissentire, denunciare nelle sedi opportune, ma mai sfociare in atti di violenza fisica, verbale o scritta che sminuiscono la dignità della persona».
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Il n.115, Anno XII è incentrato sulla Santa Pasqua. Punto focale è la preghiera di Pace di Papa Francesco e il rapporto della chiesa cattolica con quella ortodossa. Si parla sull’ideologia del mondo russo di intellettuali e teologi ortodossi. Focus sul sangue versato dai cristiani nella guerra in Ucraina e sull’accoglienza di centri garganici di profughi di guerra. Inoltre, si parla della riforma della Curia romana per opera di Papa Francesco, e tanto altro.
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Domani 25 marzo 2022, alle ore 17, ora italiana, consacrerà la Russia e l’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria, in unione spirituale con tutti i vescovi, i sacerdoti, e i fedeli di tutto il mondo. La consacrazione avverrà in contemporanea e sarà uno dei momenti più cruciali dell’intera storia umana ed ecclesiale.
La consacrazione potrà essere seguita in diretta su TV2000 a partire dalle ore 17, sui canali 28 e 528.
Storicamente tra il secolo scorso e l’attuale la consacrazione è avvenuta due volte, con Pio XII e San Giovanni Paolo II, rispettivamente per la Seconda Guerra Mondiale e quelle avvenute in vari paesi del continente. L’atto, è chi lo ha già letto, è definito un “capolavoro teologico di sottilissima perfezione, ispirato direttamente dalla Spirito Santo”, che va letto e riletto per interiorizzarlo. Chi è credente sa che un simil gesto potrebbe cambiare la storia dell’umanità, della chiesa, delle popolazioni e di chi decide sulla loro sorte terrena. Perciò dipenderà la salvezza o la distruzione di tutta l’umanità e del mondo intero. Ognuno di noi, credenti e non, compia quest’azione.
ATTO DI CONSACRAZIONE AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA
O Maria, Madre di Dio e Madre nostra, noi, in quest’ora di tribolazione, ricorriamo a te. Tu sei Madre, ci ami e ci conosci: niente ti è nascosto di quanto abbiamo a cuore. Madre di misericordia, tante volte abbiamo sperimentato la tua provvidente tenerezza, la tua presenza che riporta la pace, perché tu sempre ci guidi a Gesù, Principe della pace.
Ma noi abbiamo smarrito la via della pace. Abbiamo dimenticato la lezione delle tragedie del secolo scorso, il sacrificio di milioni di caduti nelle guerre mondiali. Abbiamo disatteso gli impegni presi come Comunità delle Nazioni e stiamo tradendo i sogni di pace dei popoli e le speranze dei giovani. Ci siamo ammalati di avidità, ci siamo rinchiusi in interessi nazionalisti, ci siamo lasciati inaridire dall’indifferenza e paralizzare dall’egoismo. Abbiamo preferito ignorare Dio, convivere con le nostre falsità, alimentare l’aggressività, sopprimere vite e accumulare armi, dimenticandoci che siamo custodi del nostro prossimo e della stessa casa comune. Abbiamo dilaniato con la guerra il giardino della Terra, abbiamo ferito con il peccato il cuore del Padre nostro, che ci vuole fratelli e sorelle. Siamo diventati indifferenti a tutti e a tutto, fuorché a noi stessi. E con vergogna diciamo: perdonaci, Signore!
Nella miseria del peccato, nelle nostre fatiche e fragilità, nel mistero d’iniquità del male e della guerra, tu, Madre santa, ci ricordi che Dio non ci abbandona, ma continua a guardarci con amore, desideroso di perdonarci e rialzarci. È Lui che ci ha donato te e ha posto nel tuo Cuore immacolato un rifugio per la Chiesa e per l’umanità. Per bontà divina sei con noi e anche nei tornanti più angusti della storia ci conduci con tenerezza.
Ricorriamo dunque a te, bussiamo alla porta del tuo Cuore noi, i tuoi cari figli che in ogni tempo non ti stanchi di visitare e invitare alla conversione. In quest’ora buia vieni a soccorrerci e consolarci. Ripeti a ciascuno di noi: “Non sono forse qui io, che sono tua Madre?” Tu sai come sciogliere i grovigli del nostro cuore e i nodi del nostro tempo. Riponiamo la nostra fiducia in te. Siamo certi che tu, specialmente nel momento della prova, non disprezzi le nostre suppliche e vieni in nostro aiuto.
Così hai fatto a Cana di Galilea, quando hai affrettato l’ora dell’intervento di Gesù e hai introdotto il suo primo segno nel mondo. Quando la festa si era tramutata in tristezza gli hai detto: «Non hanno vino» (Gv 2,3). Ripetilo ancora a Dio, o Madre, perché oggi abbiamo esaurito il vino della speranza, si è dileguata la gioia, si è annacquata la fraternità. Abbiamo smarrito l’umanità, abbiamo sciupato la pace.
Siamo diventati capaci di ogni violenza e distruzione. Abbiamo urgente bisogno del tuo intervento materno.
Accogli dunque, o Madre, questa nostra supplica.
Tu, stella del mare, non lasciarci naufragare nella tempesta della guerra. Tu, arca della nuova alleanza, ispira progetti e vie di riconciliazione.
Tu, “terra del Cielo”, riporta la concordia di Dio nel mondo. Estingui l’odio, placa la vendetta, insegnaci il perdono.
Liberaci dalla guerra, preserva il mondo dalla minaccia nucleare. Regina del Rosario, ridesta in noi il bisogno di pregare e di amare. Regina della famiglia umana, mostra ai popoli la via della fraternità. Regina della pace, ottieni al mondo la pace.
Il tuo pianto, o Madre, smuova i nostri cuori induriti. Le lacrime che per noi hai versato facciano rifiorire questa valle che il nostro odio ha prosciugato. E mentre il rumore delle armi non tace, la tua preghiera ci disponga alla pace. Le tue mani materne accarezzino quanti soffrono e fuggono sotto il peso delle bombe. Il tuo abbraccio materno consoli quanti sono costretti a lasciare le loro case e il loro Paese. Il tuo Cuore addolorato ci muova a compassione e ci sospinga ad aprire le porte e a prenderci cura dell’umanità ferita e scartata.
Santa Madre di Dio, mentre stavi sotto la croce, Gesù, vedendo il discepolo accanto a te, ti ha detto: «Ecco tuo figlio» (Gv 19,26): così ti ha affidato ciascuno di noi. Poi al discepolo, a ognuno di noi, ha detto: «Ecco tua madre» (v. 27). Madre, desideriamo adesso accoglierti nella nostra vita e nella nostra storia. In quest’ora l’umanità, sfinita e stravolta, sta sotto la croce con te. E ha bisogno di affidarsi a te, di consacrarsi a Cristo attraverso di te. Il popolo ucraino e il popolo russo, che ti venerano con amore, ricorrono a te, mentre il tuo Cuore palpita per loro e per tutti i popoli falcidiati dalla guerra, dalla fame, dall’ingiustizia e dalla miseria.
Noi, dunque, Madre di Dio e nostra, solennemente affidiamo e consacriamo al tuo Cuore immacolato noi stessi, la Chiesa e l’umanità intera, in modo speciale la Russia e l’Ucraina. Accogli questo nostro atto che compiamo con fiducia e amore, fa’ che cessi la guerra, provvedi al mondo la pace. Il sì scaturito dal tuo Cuore aprì le porte della storia al Principe della pace; confidiamo che ancora, per mezzo del tuo Cuore, la pace verrà. A te dunque consacriamo l’avvenire dell’intera famiglia umana, le necessità e le attese dei popoli, le angosce e le speranze del mondo.
Attraverso di te si riversi sulla Terra la divina Misericordia e il dolce battito della pace torni a scandire le nostre giornate. Donna del sì, su cui è disceso lo Spirito Santo, riporta tra noi l’armonia di Dio. Disseta l’aridità del nostro cuore, tu che “sei
di speranza fontana vivace”. Hai tessuto l’umanità a Gesù, fa’ di noi degli artigiani di comunione. Hai camminato sulle nostre strade, guidaci sui sentieri della pace.
Amen.
Foggia è devota al Sacro Cuore di Maria e il 22 marzo è festa patronale. A differenza di altre città, la Madonna è festeggiata due volte, anche il 15 agosto. Difatti a Foggia il ferragosto è “Mariano” dove i foggiani ringraziano la Santa Vergine per il raccolto di grano avuto. Analiticamente le due date, 22 marzo e 15 agosto, sono direttamente legate al ciclo della semina e del raccolto del grano. Gli altri anni la celebrazione del 22 marzo era impreziosita dalla processione, dove il Sacro Tavolo dell’Iconavetere veniva portato a braccia per le vie cittadine. Ieri era il 22 marzo e nella Cattedrale di Foggia si è celebrata la Santa Messa, cantata dal coro della Cappella Musicale Iconavetere, funzione svolta in presenza con le dovute sicurezze sanitarie. Non ha avuto luogo la processione, un rito molto sentito dai foggiani, per le limitazioni sanitarie per la pandemia in corso. È dal 2020 che il Sacro Tavolo dell’Iconavetere non esce in processione in questa occasione. Una tradizione sentita e che ogni anno ricorda la protezione celeste cui Foggia gode.
Di seguito si propone la storia della Madonna dei Sette Veli; a seguire un testo di Alfredo Nazareno d’Ecclesia, “Foggia città di Maria", interessante storiografia sociologica sul Sacro Tavolo dell’Iconavetere, sulla città, sulle chiese e la sua diocesi. La redazione.
FOGGIA 22 marzo, la Madonna dei Sette Veli. La storia
Nel 1062 Foggia era solo un piccolo borgo dell'antica metropoli Daunia di Arpi ed esistevano pochi casolari arroccati intorno alla Taverna del Gufo che si perdevano solitari nella campagna arroventata. A quel tempo nel territorio erano presenti parecchi laghetti e stagni, resti delle piogge invernali. Fu su una di queste pozze che ebbe inizio la storia della Madonna dei Sette Veli e, con essa inevitabilmente, la storia di Foggia.
Alcuni contadini, che conducevano i buoi all'abbeverata, videro tre fiammelle posate sulle acque. Incuriositi e timorosi, si avvicinarono a quella strana apparizione. Rinvennero, così, sepolta nella melma, una grande tavola avvolta in teli. Dopo averla ripulita scoprirono che era un'icona che né l'acqua né le traversie del tempo erano riuscite a distruggere del tutto. Nonostante fosse degradata, si distingueva bene l'immagine della Vergine Madre di Dio nell'atto di offrire all'adorazione il suo Figlio Gesù. I buoni contadini rivestirono l'immagine di veli nuovi e la portarono in una vicina casupola, la Taverna del Gufo. La capanna divenne ben presto il centro religioso e di pellegrinaggio della zona, e nei dintorni si costruirono molte case. I forestieri cominciarono ad affluire numerosi per venerare la Madre di Dio, ma anche per trafficare con i pastori abruzzesi che affollavano la zona da settembre a maggio. La Taverna del Gufo, con la sua preziosa icona, divenne il centro di un agglomerato che sia i forestieri che i paesani chiamavano volentieri Sancta Maria de Focis, a ricordo della Vergine Santa e delle tre fiammelle apparse sulle acque del lago.
Nel 1080 Roberto il Guiscardo volle che sullo stagno, dove era stato rinvenuto il Sacro Tavolo, fosse costruita una grande chiesa per venerare la sacra immagine. Appena ultimata, la chiesa venne elevata al rango di Chiesa Palatina e l'immagine della Vergine vi trovò la sua definitiva sistemazione. Nel 1172 il tempio venne ampliato su interessamento di Guglielmo II di Sicilia, detto il Buono. Con la chiesa cresceva anche la città che divenne ben presto una delle più importanti del Regno. La storia del santuario s'identificò con quella della città. Mentre la città s'ingrandiva, la chiesa veniva abbellita e arricchita di arredi, nuove rendite e privilegi. Tutti i Re, dai Normanni agli Svevi, agli Angioini fino agli Aragonesi, gli Spagnoli e, infine, i Borbone, considerarono quella di Foggia come una delle chiese più care. Il re Carlo I d'Angiò, morto a Foggia nel 1285, volle che nella Chiesa di Santa Maria fosse sepolto il suo cuore. Il Sacro Tavolo oggi si presenta tutto ricoperto da preziosi drappi riccamente ricamati. Verso la sommità si vede un'apertura ovoidale ricoperta di stoffa nera.
Il 1731 fu un anno importantissimo nella storia di questo santuario e di tutta la città. La Chiesa Collegiata di Foggia venne semidistrutta da un violento terremoto. Il Sacro Tavolo era alloggiato nella chiesa di San Giovanni Battista. Il 22 marzo, giovedì santo, mentre il popolo era tutto raccolto nella partecipazione alla messa, si vide distintamente apparire nella piccola finestra ogivale del Sacro Tavolo il volto della Vergine Madre di Dio. Alfonso Maria de' Liguori, appresa la notizia, volle recarsi a Foggia per rendere omaggio alla Vergine Santissima. Anche lui ebbe il privilegio di vedere la Madonna che appariva come una giovinetta di 13-14 anni col capo coperto di velo bianco, ma un'altra cosa importante è quella che Alfonso Maria de' Liguori sotto gli occhi dei partecipanti, come se fosse un predestinato, si sollevò dalle base. Le apparizioni si rinnovarono fino al 1745.
Nel 1782 la sacra immagine venne incoronata con decreto del Capitolo Vaticano e nel 1806, per volere di Pio VII, la chiesa di San Giovanni Battista fu illustrata col titolo di Basilica Minore. Infine, nel 1855, con la istituzione della Diocesi di Foggia sotto Pio IX, la Chiesa di Santa Maria de Focis venne elevata a cattedrale della nuova diocesi. Le celebrazioni festive si svolgono due volte all'anno; dal 20 al 22 marzo per ricordare le apparizioni avvenute nel sec. XVIII e dal 13 al 16 agosto.
Storia e Religione. FOGGIA città di MARIA
a cura di Alfredo Nazareno d’Ecclesia
La città di Foggia sorse nei primi decenni dell’anno 1000 lungo la strada dei pellegrinaggi (via Longobardorum) che conduceva da Benevento a Siponto e Monte Sant'Angelo, un tratto della quale, l’odierna via Arpi, risulta costituire sin dalle sue origini l’asse stradale principale della città. Alcuni documenti considerano Foggia erede di Arpi, antica città greca fondata da Diomede, in realtà molti secoli separano la data dell’abbandono degli abitanti di Arpi dagli anni della fondazione di Foggia,
Secondo la leggenda, le origini della città risalgono al rinvenimento della tavola della Madonna Iconavetere (Antica Icona) o dei Sette veli, un’antica immagine raffigurante la Vergine Maria, affiorata sulle acque di un pantano nei cui pressi era stata nascosta, avvolta in drappi o veli (sette sta per molti). L’icona fu ritrovata nel
luogo tradizionalmente identificato con piazza del Lago, nei pressi dell’attuale cattedrale, da alcuni pastori incuriositi alla vista di un bue che s’inginocchiava al cospetto di alcune lingue di fuoco che ondeggiavano sull’acqua.
I primi documenti storici attendibili, risalenti agli ultimi anni dell’XI secolo, in cui si parla della nostra città, citano una chiesa o un casale, poi castrum, denominati “S. Maria de Fogia” o “S. Maria de Focis”. Nel tempo, a indicare la città è rimasto solo il Fogia, divenuto Foggia, perdendosi l’esplicito riferimento alla Vergine.
Foggia, il cui nome non deriva da Fossa, come alcuni affermano, ma dalla parola “greca” phos, (luce, splendore), essendo gli abitatori greci venuti nell’Arpi1, ma secondo il Du Cange2, potrebbe, tra l’altro, indicare: precipizio, fosse acquitrinose che circondano il territorio della città. È interessante notare come sia l’acqua sia il fuoco siano diventati nel tardo Seicento gli elementi fondamentali dei racconti d’inventio (ritrovamento) della Madonna di Foggia e caratterizzino ancora oggi lo stemma araldico della città.
Secondo la tradizione religiosa Il binomio “Maria-Foggia”, culto-città, è rappresentata dalla chiesa di S. Maria, originariamente Collegiata (Collegiata è il titolo attribuito a quelle chiese in cui la Santa Sede ha istituito un capitolo o collegio di chierici o membri del clero definiti canonici. Tale privilegio spetta normalmente alle chiese Cattedrali, sedi di una cattedra vescovile).
La Cattedrale era il vero fulcro materiale e spirituale della vita cittadina: per secoli la comunità civile è coincisa con la comunità dei fedeli. La città è stata la sua chiesa, ne ha portato il nome e attorno ad essa ha organizzato la vita urbana.
Esaminando la tradizione locale, vediamo che i due momenti cruciali della culto a Maria sono collegati al Medioevo, fondazione della città, e a quello del Settecento con la ricostruzione di Foggia dopo il violento terremoto del 20 marzo del 1731che la distrusse. Il terremoto saldò ancora più fortemente il legame della città con la Madonna dei Sette Veli.
L’icona fu salvata dalla rovina della cattedrale e trasportata nel convento cappuccino in via San Severo. La sacra Icona, il 22 marzo mostrò il Suo volto ai tanti foggiani accorsi in quel terribile momento a chiedere conforto alla loro Patrona. Dall’oculo, posto all’altezza della Madonna, apparve miracolosamente in alcune occasioni il sacro volto.
Le apparizioni a sant’Alfonso de’ Liguori, con sua dichiarazione scritta nel 1732 ed esistente nell’archivio della città e ad altri, subito dopo il catastrofico sisma del 1731, segnarono l'affermazione definitiva del culto dell’icona velata e della leggenda di inventio (ritrovamento),
L’immagine rappresenta la Madonna, a tutta figura, che regge all’altezza della vita un gracile Bambino benedicente. Entrambe le figure hanno grandi nimbi o aureole (disco luminoso posto sulla testa o intorno a essa, nell'iconografia sacra cristiana) un tempo impreziositi da pietre. L’icona s’ispira alla tradizione bizantina, fu venerata certamente senza veli nella chiesa di santa Maria sin dal secolo XI. Tra fine Cinquecento e metà Seicento dovette accadere qualcosa che obbligò i cittadini ad avvolgere nei veli la loro antica Icona e a venerarla così coperta sino ai giorni nostri3. Nelle processioni e in altre importanti festività l’icona è rivestita con una teca d’argento, realizzata da Giandomenico Vinaccia, famoso argentiere napoletano.
La Madonna dei Sette Veli è l’emblema di una fede che crede senza bisogno di vedere. Essa costituiva e costituisce ancora oggi la ‘reliquia’ più antica della città di Foggia. Altre città hanno le mura, altre il castello o storici ed insigni monumenti; altre cattedrali che custodiscono preziose reliquie; Foggia ha la sua Iconavetere.
Conoscere la città rende più leggibili certi aspetti della religiosità locale, significa anche rendere riconoscibile l’identità culturale di questa nostra città aperta e ospitale.
Accenni sulla Cattedrale e la Diocesi
La diocesi di Foggia è stata eretta nel 1855 dal papa pio IX, fino a quella data, infatti, la Chiesa foggiana era stata dipendente dalla Diocesi di Troia.
Ben più antica la sua Cattedrale, chiamata della Beata Maria Vergine Assunta in Cielo, che è citata nei documenti sin dal 1092; le fonti storiche e la stessa analisi del tessuto urbano confermano l’origine della città attorno alla sua cattedrale.
L’imponenza dell’edificio, in somiglianza ed emulazione con la vicina Cattedrale di Troia, testimonia la rivalità tra i due centri, accentuatesi quando Troia e Foggia assunsero a grande importanza nel Medioevo su opposti schieramenti: Troia, fedele al Papa; Foggia, prescelta e amata da Federico II quale sua ”inclita” (nobile) sede imperiale. I santi Guglielmo e Pellegrino ospitati nella città evidenziano il ruolo di Foggia come città di transito verso l’Oriente.
In seguito al terremoto del 1731, l’Edificio fu modificato totalmente nella pianta, originariamente a croce latina e a tre navate e ora a navata unica, fu rifatta la parte superiore della facciata, trasposizione in stile barocco dall’originale stile romanico pugliese. Attualmente, in Cattedrale, si possono ammirare dieci vetrate istoriate, che raccontano le diverse vicende della città, disegnate dall’architetto Milione di Napoli.
Le tre vetrate dell’Abside: l’Assunta, al centro; l’Incoronazione del Sacro Tavolo e l’Elevazione della chiesa a cattedrale nonché la vetrata dell’ingresso principale, hanno un preciso riferimento all’origine religiosa della città.
Conclusione
Questa breve ricerca, a mio modesto parere, vuole presentare la storia della città che nel corso dei secoli ha espresso la devozione a Maria, apparsa nell’Icona ritrovata misteriosamente in un pantano, Ci sono tante pagine di Storia che accompagnano la nascita, la crescita, le sofferenze, le ansie di un intero popolo. Intorno al culto della Madonna dei Sette Veli è nata la Cattedrale che esprime la fede di un popolo anche attraverso le opere artistiche che diventano cultura di un popolo, luogo della memoria. L’Iconavetere è una luce sul cammino del popolo foggiano al fine di evidenziare i valori del Bene, del Bello e del Vero.
_______
1 Renzo Infante, La Madonna velata di Foggia, Fondazione dei Monti Uniti di Foggia,2019, p.18
2 Ibidem
3 Renzo Infante, La Madonna velata di Foggia, Fondazione dei Monti Uniti di Foggia,2019, p 35.
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Il n.114, Anno XII è incentrato sulla guerra in Ucraina, “Basta con la guerra e si alla pace”, l’appello accorato di p. Francesco Moscone, Arcivescovo, “quella che nasce da mani vuote e pulite, senza armi”. Un chiaro e forte NO al massacro di innocenti e alla guerra, invocando la Pace tra i popoli. Si sofferma sulla grande generosità della popolazione garganica per aver ospitato i profughi di guerra e per quelli che arriveranno, chiedendo di aprire tutte le porte. Si parla del Mercoledì delle Ceneri e l’inizio della Quaresima, ricordano i doveri del buon cattolico, della funzione del catechista tanto altro.
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«Carissimi,
risuonano nel cuore e nella mente di tutti noi le parole del Santo Padre all'Angelus di ieri: "Con il cuore straziato ripeto: Tacciano le armi."
L'inaspettata e drammatica situazione dei fratelli e sorelle ucraini ci lascia sgomenti difronte ad un'umanità che continua a parlare con guerra e violenza anche in tante altre parti del mondo ma "Chi fa la guerra dimentica l'umanità, non sta con la gente, non si interessa della vita concreta delle persone, ma mette davanti a tutto l'interesse del potere. Si affida a logica diabolica" ha ricordato il Papa.
Occorre oggi più che mai un'inversione di rotta, occorre che ciascuno di noi si faccia seminatore di pace, operaio di solidarietà.
Ci stringiamo alla sofferenza dei nostri fratelli accogliendo e rilanciando l'invito che la Presidenza della Cei ha fatto a tutte Chiese che sono in Italia a unirsi in una corale preghiera per la pace e ad aderire alla Giornata di digiuno indetta da Papa Francesco per il prossimo 2 Marzo, Mercoledì delle Ceneri per la conversione dei cuori e per invocare il dono della pace.
Siamo in continuo contatto, attraverso le Delegazioni Regionali e Caritas Italiana, con Caritas Ucraina e le Caritas dei paesi confinanti (Caritas Polonia, Caritas Romania, Caritas Moldavia) che stanno accogliendo le migliaia di profughi già arrivati nei loro territori ed ospitati in strutture organizzate in pochissimo tempo per far fronte all'emergenza.
Nella giornata di ieri il nostro Arcivescovo si è messo in contatto con un suo confratello che sta allestendo un campo profughi per l'accoglienza della popolazione in fuga, al confine tra Ucraina e Romania garantendogli il nostro possibile sostegno. Anch'io ho sentito personalmente Caritas Romania per capire quali siano gli aiuti urgenti di cui hanno necessità. Ci stiamo organizzando per coordinare, in sinergia con l'Ufficio Nazionale, aiuti nel più breve tempo possibile.
Nel frattempo la Quaresima di Carità 2022 abbiamo deciso di destinarla alla popolazione ucraina nelle modalità che successivamente vi verranno indicate. Nonostante il periodo di crisi in cui versano tante nostre famiglie italiane, vi invito a sensibilizzare maggiormente questa iniziativa si da poter offrire un contribuito concreto e significativo, non solo in questa prima fase in cui l'onda emotiva è più forte ma anche nel lungo termine, pensando anche a possibili accoglienze di profughi a cui, in accordo con il Vescovo, abbiamo già dato piena disponibilità.
A tal proposito vi comunico che la nostra Diocesi accoglierà, a fine Aprile, una famiglia siriana attraverso il corridoi umanitario dalla Giordania, promosso da Caritas Italiana.
ln questi giorni siamo stati sommersi da richieste da parte di singoli e organizzazioni desiderosi di offrire sostegno alla popolazione ucraina. Felici di questa ondata di solidarietà ci sentiamo di condividere, nello metodo di sempre di Caritas "Ascoltare, Osservare, Discernere" che al momento, visti i repentini e imprevedibili sviluppi del conflitto, il canale più appropriato da utilizzare è quello delle donazioni.
È possibile sostenere gli interventi della Caritas Diocesana di Manfredonia — Vieste — San Giovanni Rotondo attraverso bonifico bancario (causale "Emergenza Ucraina") tramite:
- Banca di Credito Cooperativo di san Giovanni Rotondo Iban: IT39H0881078450000060003606
ln alternativa è possibile sostenere gli interventi di Caritas Italiana (Via Aurelia 796 - 00165 Roma), utilizzando il conto corrente postale n. 347013, o donazione on-line, o bonifico bancario (causale "Europa/Ucraina") tramite:
- Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma -Iban: IT24 COSO 1803 2000 0001 3331 111
- Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma - Iban: IT66 W030 6909 6061 0000 0012 474
- Banco Posta, viale Europa 175, Roma - Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013
- Unicredit, via Taranto 49, Roma - Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119
Con la promessa di tenervi aggiornati su possibili sviluppi e interventi da mettere in atto vi comunico che domani 01 Marzo, alle ore 16.00, avremo un incontro on line con Caritas Italiana per parlare dell'emergenza Ucraina (in particolare su accoglienza dei profughi e su l'organizzazione di possibili altri aiuti); giovedì 03 Marzo, alle ore 10.30 incontreremo- sempre on line- il direttore di Caritas-Spes Ucraina, per aggiornamenti sulla situazione e le possibili azioni da intraprendere.
Mi auguro che questo periodo così drammatico possa diventare per noi un'occasione per rafforzare il cammino sinodale della nostra Chiesa Diocesana».
Il Direttore.
Nella ricorrenza del 17° anniversario della morte del servo di Dio don Luigi Giussani, in concomitanza con l'anno del centenario della sua nascita, e con il 40° anniversario del riconoscimento pontificio della Fraternità di Comunione e liberazione, martedì 22 febbraio alle ore 19.30, presso la Chiesa San Pietro Apostolo, in via Mons. Fares 11, Foggia sarà celebrata una S. Messa presieduta dall'Arcivescovo di Foggia-Bovino, Mons. Vincenzo Pelvi.
"Voci e Volti", il periodico dell’Arcidiocesi di Manfredonia - Vieste - San Giovanni Rotondo, ormai è online, consultabile da chiunque abbia una connessione internet. Un gran bel lavoro, e utile, per comunicare e far intergire la comunità.
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Il n.113, Anno XII è dedicato alla Festa Patronale dell'Arcidiocesi, in onore di San Lorenzo Maiorano, «Come San Lorenzo, ogni discepolo di Cristo e il Vescovo in primis, è chiamato a servire e non ad essere servito, a spogliarsi di ogni forma di potere, perché l’unico vero potere che il Vangelo conosce è quello dell’amore, quello di dare la vita!» la preghiera accorata di p. Francesco Moscone, Arcivescovo..
All'interno un interessante articolo sulla vta di San Lorenzo Maiorano, detto anche "Lorenzo di Siponto", il messaggio per la 44ª Giornata nazionale per la vita, il messaggio di Papa Francesco per la XXX Giornata Mondiale del Malato, una riflessione sull’uomo e sul COVID-19, approfondimenti sull'eutanasia. Si parla anche di criminalità e mafia a Monte Sant'Angelo, della superstrada del Gargano, di ambiente e popoli, e tanto altro.
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