La Polizia di Stato, ha tratto in arresto un giovane 19enne, sottoposto alle indagini preliminari per il reato di resistenza a P.U.. In particolare, il personale del Commissariato P.S. di Cerignola si recava presso l’abitazione del soggetto per effettuare una perquisizione domiciliare ma, anziché consentire l’accesso ai poliziotti, tentava la fuga dal terrazzo. Non riuscendo nel primo tentativo, colpiva con calci, pugni e spintoni gli agenti che, grazie ad una strenua opposizione, impedivano al giovane di realizzare il suo scopo.
L’arrestato, dopo le formalità di rito, veniva accompagnato presso la sua abitazione per ivi essere sottoposto agli arresti domiciliari, come disposto dalla competente A.G.. In sede di udienza di convalida, all’arrestato veniva applicata la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla P.G.. Il procedimento pende nella fase delle indagini preliminari;
Va precisato che la posizione della persona coinvolta nelle predette operazioni di polizia è al vaglio dell’Autorità Giudiziaria e che la stessa non può essere considerata colpevole sino alla eventuale pronunzia di una sentenza di condanna definitiva.
La Polizia di Stato, ha tratto in arresto in giovane 21enne, colto nella flagranza del reato di resistenza e lesioni a P.U. e denunciato in stato di libertà per ricettazione. In particolare, il soggetto veniva intercettato a bordo di un furgone nell’estrema periferia del Comune di Cerignola. Il personale del Commissariato P.S. gli intimava “l’Alt Polizia” ma, anziché fermarsi, dava vita ad un inseguimento culminato con l’abbandono del furgone, ancora in moto, all’interno di una rivendita di auto usate. Abbandonato il furgone, il conducente si dava a precipitosa fuga terminata con l’immobilizzazione e la messa in sicurezza del 21enne.
Da successivi accertamenti è stato possibile riscontrare che il furgone fosse carico di componenti di auto di provenienza furtiva. L’arrestato, dopo le formalità di rito, veniva accompagnato presso la sua abitazione per ivi rimanere sottoposto agli arresti domiciliari, come disposto dalla competente A.G.. In sede di udienza di convalida, la misura cautelare degli arresti domiciliari veniva sostituita con quella dell’obbligo di presentazione alla P.G.. Il procedimento pende nella fase delle indagini preliminari;
Va precisato che la posizione della persona coinvolta nelle predette operazioni di polizia è al vaglio dell’Autorità Giudiziaria e che la stessa non può essere considerata colpevole sino alla eventuale pronunzia di una sentenza di condanna definitiva.
Facendo seguito al precedente comunicato inerente all’Ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Bari, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo, eseguita dalla Polizia di Stato nei confronti di otto persone, tutte residenti a San Severo, ritenute - allo stato del procedimento - gravemente indiziate, a vario titolo, del reato di detenzione e porto illegale di armi da fuoco aggravato dal metodo mafioso, omessa denuncia di reato da parte di pubblico ufficiale e favoreggiamento personale, si specifica che nel corso della fase esecutiva, personale dalla Squadra Mobile di Foggia, presso l’abitazione di uno degli indagati ha rinvenuto diverse armi, anche da guerra, aventi matricola abrasa, parti di armi e munizioni, sulle quali sono in corso i necessari accertamenti tecnici.
Nello specifico, sono state sottoposte a sequestro:
- Una Mitragliatrice Uzi, Cal. 9 Luger, dotata di due caricatori e di silenziatore;
- Una Mitragliatrice Skorpio cal 7,65, dotata di due caricatori;
- Due Revolver cal. 357 magnum con matricola abrasa;
- Una pistola semiautomatica marca ARMY modello 19.4 A1 calibro 45 a.c.p., munita di caricatore;
- Una pistola semiautomatica Beretta modello 98FS calibro 9*21 con matricola punzonata, munita di 2 caricatori;
- Un silenziatore di colore nero;
- Un Kit per la pulizia di armi corte e lunghe;
- 54 cartucce cal. 45 a.c.p.;
- 50 cartucce calibro 9*19 Lugher;
- 40 cartucce calibro 9*21;
- 50 cartucce calibro 38 Special;
- 50 cartucce calibro 7.65 Browning;
- 56 cartucce calibro 357 Magnum.
Per tali fatti, nei confronti del detentore, oltre all’esecuzione della misura della custodia cautelare in carcere, è stato eseguito l’arresto nella flagranza del reato di detenzione illegale di armi e munizioni, anche da guerra, e ricettazione.
E’ importante sottolineare che il presente procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, all’esecuzione della misura cautelare seguirà poi l’interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa dell’indagato, la cui eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti.
Inoltre, l’arrestato, per questa vicenda, non può essere considerato colpevole sino a passaggio in giudicato della sentenza di condanna e che la sua posizione giuridica sarà oggetto di vaglio dell’Autorità Giudiziaria nel contradditorio tra le parti.
Il 30 marzo 2023 i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Foggia, dopo quelli del 23 marzo 2023, hanno dato esecuzione ad altre cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dalla Sezione del Riesame misure cautelari del Tribunale Penale di Bari a carico di altrettante persone, tutte quante già detenute in varie carceri del territorio nazionale per motivazioni diverse.
Si tratta di altri provvedimenti cautelari personali divenuti esecutivi dopo il motivato appello della Procura della Repubblica di Foggia al rigetto della richiesta di misura cautelare da parte del GIP del Tribunale dauno dopo la richiesta di cattura avanzata dalla Magistratura requirente nei confronti delle decine di detenuti che, il 9 marzo 2020, in occasione della maxi rivolta e successiva evasione in massa dal carcere di Foggia da parte di numerosi detenuti, sarebbero stati protagonisti di vere e proprie azioni di devastazione e saccheggio all’interno della Casa Circondariale della città.
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Come si ricorderà, in quella circostanza, vennero appiccati incendi all’interno della struttura carceraria, ci furono atti di violenza contro appartenenti della Polizia Penitenziaria, gravi danneggiamenti e comunque, come contestato nelle ordinanze in riferimento, un vero e proprio turbamento dell’ordine pubblico. Quattro persone erano state già arrestate, la settimana scorsa, con le stesse modalità di oggi. Altri detenuti ancora, invece, sono stati già condannati – a seguito di giudizio abbreviato – davanti al GUP del Tribunale di Foggia, sempre per i medesimi fatti. Il reato di devastazione e saccheggio di cui all’articolo 419 del codice penale, in questa fase del giudizio e non ancora quindi divenuto definitivo, costituisce una grave violazione di Legge prevista dal nostro ordinamento, poche volte oggetto di imputazione a livello nazionale data la particolare configurazione di tale ipotesi delittuosa.
Questi ennesimi arresti ad opera del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Foggia, su coordinamento della Procura della Repubblica di Foggia, si aggiungono quindi ai numerosi precedenti arresti, sia in flagranza che su provvedimento cautelare o definitivo, riguardanti sempre la questione dell’eccezionale evasione dal carcere di Foggia di circa 3 anni fa, concernenti, oltre alle evasioni in quanto tali, anche le rapine e le violenze commesse all’esterno dell’Istituto di Pena ai danni di cittadini e attività commerciali. Quest’ultimi fatti, in particolare, sono stati già definiti con ordini di carcerazione emessi, lo scorso mese di Dicembre 2022, dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Bari, ed eseguiti sempre dai militari del Nucleo Investigativo Carabinieri di Foggia.
In particolare, ancora una volta, sono stati determinanti ai fini dell’emissione dei provvedimenti restrittivi in questione, l’acquisizione e l’elaborazione delle immagini dei diversi sistemi di video sorveglianza individuati nell’immediatezza dagli investigatori dell’Arma dei Carabinieri, nonché le numerose annotazioni di servizio redatte in quella drammatica circostanza anche da parte dello stesso personale della Polizia Penitenziaria di Foggia.
In ultima analisi va precisato che la posizione delle persone arrestate è al momento al vaglio dell’Autorità Giudiziaria e che le stesse non possono essere considerate colpevoli sino alla eventuale pronuncia di una sentenza di condanna definitiva.
La Polizia di Stato, nel corso della nottata odierna, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Bari, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo, che ha diretto e coordinato le indagini svolte dalla Squadra Mobile di Foggia, nei confronti di 8 persone, di cui 4 in carcere, 3 agli arresti domiciliari ed una misura interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico servizio per un anno, tutte residenti a San Severo, ritenute- allo stato del procedimento- gravemente indiziate, a vario titolo, del reato di detenzione e porto illegale di armi da fuoco aggravato dal metodo mafioso, omessa denuncia di reato da parte di pubblico ufficiale e favoreggiamento personale.
L’aggravante mafiosa per alcuni degli odierni arrestati è stata ritenuta sussistente proprio in relazione alle modalità plateali dell’utilizzo delle armi che, illegalmente detenute, sono state portate anche in pieno giorno, alla presenza di più persone e in luoghi pubblici in un contesto di una guerra criminale armata sorta a seguito degli omicidi avvenuti a San Severo nei mesi di luglio e agosto 2021.
L’attività di indagine – coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura della Repubblica di Bari – traeva infatti origine da due gravissimi fatti di sangue verificatisi a San Severo nella notte del 12 luglio 2021 e nel pomeriggio del 14 agosto dello stesso anno: nella prima circostanza un soggetto, durante i festeggiamenti della vittoria della nazionale italiana di calcio agli europei, esplose diversi colpi di arma da fuoco nei confronti dei tre occupanti di un motociclo, causando la morte di ANASTASIO Matteo e il ferimento del nipote ANASTASIO Antonio di soli 6 anni, mentre nella seconda circostanza due individui, all’esterno di un esercizio commerciale e in pieno giorno, esplodevano colpi di arma da fuoco nei confronti di altri tre soggetti uccidendo BONAVENTURA Luigi Ermanno.
Secondo la ricostruzione degli investigatori, le armi illegalmente detenute sarebbero potute essere utilizzate proprio per vendicare la morte di BONAVENTURA Luigi Ermanno.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti nella fase delle indagini preliminari durante le articolate attività investigative portate avanti affiancando alle più moderne tecnologie investigative il lavoro sul campo degli operatori reso particolarmente complesso a causa dello spessore criminale di alcuni degli indagati e del clima omertoso, sarebbe emersa la disponibilità da parte degli stessi di armi da fuoco, le quali venivano detenute illegalmente e portate frequentemente in luoghi pubblici, nella totale incuranza dei pericoli e di qualsiasi prescrizione legislativa in materia.
Inoltre, nel corso delle indagini, gli operatori rilevavano l’esistenza di uno stretto rapporto tra uno dei soggetti coinvolti e un Vice Sovrintendente del Comando Polizia Locale di San Severo, al quale il primo aveva confidato che un proprio stretto congiunto deteneva illegalmente un’arma da fuoco: in conseguenza di ciò il Pubblico Ufficiale non poneva in essere alcuno degli adempimenti che sarebbero dovuti discendere dalla sua qualifica, omettendo di denunciare il fatto all’Autorità Giudiziaria e ponendo in essere una condotta di favoreggiamento personale, motivi per i quali allo stesso veniva applicata la sospensione dall’esercizio del pubblico servizio per un anno.
Durante la fase di esecuzione delle misure cautelari, sono state effettuate molteplici perquisizioni che hanno permesso di rinvenire numerosi involucri, sapientemente occultati, contenenti anche diverse armi e munizioni. Sono in corso le operazioni di verifica dell’effettivo contenuto dei plichi alle quali seguiranno i necessari accertamenti tecnici.
E’ importante sottolineare che il presente procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, all’esecuzione della misura cautelare seguirà poi l’interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa dell’indagato, la cui eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti.
La Polizia di Stato, nell’ambito di uno specifico servizio di contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti nel Comune di San Severo, ha tratto in arresto tre soggetti, sottoposti alle indagini preliminari per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Benché negli ultimi mesi il personale della Squadra Mobile della Questura di Foggia, a seguito delle complesse e delicate attività d’indagine antidroga coordinate dalla locale Procura della Repubblica, abbia ottenuto brillanti esiti investigativi che hanno portato alla chiusura di numerosissime piazze di spaccio e all’arresto di decine di soggetti per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti nei diversi quartieri del Comune di San Severo, continua a monitore costantemente il fenomeno, effettuando frequenti servizi di osservazione, anche con l’ausilio di videocamere in dotazione a questa P.G.
In questo modo è stato possibile accertare l’incessante e continuativa attività di traffico illecito di sostanze stupefacenti, gestita con una organizzazione simile alle attività commerciali lecite e, la sera del 3 marzo u.s., è stato sottoposto a sequestro preventivo un manufatto abusivo adibito a piazza di spaccio e organizzato come una sorta di coffee shop, in cui i tossicodipendenti avevano la possibilità di consumare la sostanza stupefacente di volta in volta acquistata.
La “saletta” di spaccio era provvista di sistemi di sicurezza e di video sorveglianza operativi H24, attraverso microtelecamere esterne sottoposte a sequestro penale, con presenza di “vedette” e di una stufa accesa proprio in caso di improvvisi controlli da parte delle FF.OO. E infatti, al momento dell’irruzione da parte del personale della Squadra Mobile, le persone arrestate avevano tentato di nascondere ogni traccia, bruciando la sostanza stupefacente e parte del materiale utile al confezionamento. Tuttavia, è stato rinvenuto e sottoposto a sequestro penale, non solo diverso materiale utile per il confezionamento della sostanza stupefacente con una somma di denaro di circa 1.250 euro, provento dell’attività di spaccio ma, a seguito di un’accurata perquisizione e ricerca, accanto alla stufa ardente è stato possibile sequestrare un paio di palline già confezionate di 1/2 grammo di cocaina.
All’interno del locale, sono stati identificati tre assuntori di sostanza stupefacente e arrestati due soggetti, gravemente indiziati del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacente.
Inoltre, per lo stesso reato è stato tratto in arresto un altro soggetto, già condannato con sentenza definitiva per reati analoghi e sottoposto agli arresti domiciliari, perché alla vista degli operatori tentava di disfarsi della sostanza stupefacente detenuta, gettando dalla finestra un involucro contente 62 grammi di eroina. A seguito della perquisizione domiciliare, si è provveduto al sequestro, a carico dell’indagato, della somma di 5.698,60 euro, suddivisa in varie banconote.
A carico dei soggetti veniva disposta dalla competete A.G. la traduzione presso la locale Casa Circondariale. Il procedimento pende nella fase delle indagini preliminari;
E’ doveroso rappresentare che gli arrestati, per questa vicenda, non possono essere considerati colpevoli sino a passaggio in giudicato della sentenza di condanna e che la loro posizione giuridica sarà oggetto di vaglio dell’Autorità Giudiziaria nel contradditorio tra le parti.
La Polizia di Stato ha dato esecuzione all’ordinanza applicativa della misura cautelare in carcere a carico di uno dei quattro operatori socio sanitari impiegati nella R.S.A. “Stella Maris” di Manfredonia, già agli arresti domiciliari dallo scorso 3 agosto, sottoposto alle indagini preliminari con riferimento al reato di maltrattamenti aggravati e violenza sessuale aggravata nei confronti di alcuni pazienti ricoverati nella residenza.
Il provvedimento eseguito dal personale della Squadra Mobile della Questura di Foggia è stato emesso dal Tribunale del Riesame di Bari che, sulla base di una richiesta avanzata dalla locale Procura della Repubblica e, in riforma dell’ordinanza impugnata emessa dal G.I.P. del Tribunale di Foggia in data 2 agosto 2022, ha deciso di applicare la più grave misura cautelare della custodia cautelare in carcere.
L’attività investigativa aveva preso avvio nel mese di giugno 2022 per presunti episodi di maltrattamenti che alcuni operatori socio sanitari ponevano in essere nei confronti di alcuni pazienti ricoverati presso la R.S.A..
Le attività d’indagine espletate e, in particolare, i molteplici presidi tecnici istallati all’interno di predetta struttura, hanno consentito di registrare numerosi e reiterati abusi, fisici e psicologici, presumibilmente da parte degli operatori ai danni di pazienti in età avanzata con patologie altamente invalidanti.
Nei confronti del soggetto sono, altresì, emersi gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato di violenza sessuale aggravata nei confronti di due degenti. Il procedimento pende nella fase delle indagini preliminari;
Va precisato che la posizione della persona coinvolta nelle predette operazioni di polizia è al vaglio dell’Autorità Giudiziaria e che la stessa non può essere considerata colpevole sino alla eventuale pronunzia di una sentenza di condanna definitiva.
Prosegue l’azione di controllo del territorio della Polizia Locale di Foggia, in particolare in quelle aree cittadine più “calde” e spesso teatro di violazioni in materia di accattonaggio, prostituzione, vendita abusiva, risse, soste vietate e bivacco.
Nella serata del 12 marzo 2023, agenti della Polizia Locale di Foggia, in assetto S.A.D., hanno effettuato intensi controlli nel Quartiere Ferrovia.
Sono stati eseguiti sequestri di merce usata venduta abusivamente in via Podgora per un totale di 143 pezzi tra scarpe ed indumenti usati.
Nel merito, 2 ambulanti sono stati sanzionati in piazza Cavour per la violazione alla L.R. n°24/2015 (Codice del Commercio) in quanto effettuavano vendita di merce in area interdetta. Agli stessi, oltre al sequestro amministrativo di 151 pezzi, sono stati contestati due ordini di allontanamento dalla zona per 48 ore "Daspo Urbano" cosi come previsto dalle Legge 48/2017.
Sotto i portici di piazzale Vittorio Veneto è stato smantellato un giaciglio e contestato 1 Daspo Urbano per bivacco ed un altro ad una prostituta con relativi ordini di allentamento dalla zona per 48 ore.
Effettuato anche un posto di controllo in piazzale Vittorio Veneto finalizzato al rispetto delle norme del Codice della Strada. Durante in controlli, accertate e sanzionate infrazioni relative alla sosta ed al mancato uso delle cinture di sicurezza.
La Polizia di Stato questa mattina ha ricordato, nel 46° anniversario dell'uccisione, il Brigadiere di Pubblica Sicurezza Giuseppe Ciotta, giovane poliziotto originario di Ascoli Satriano (Foggia) insignito della Medaglia d'Oro al Merito Civile "alla memoria" e della Medaglio d’Oro Vittime del terrorismo, ucciso da Prima Linea il 12 marzo 1977 a Torino.
Il brigadiere pugliese Giuseppe Ciotta, detto “Serpico”, che a soli 29 anni aveva già lavorato con il primo Nucleo Speciale Antiterrorismo diretto dal generale dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa e con l'Ispettorato antiterrorismo del questore Emilio Santillo fu la prima vittima del terrorisimo a Torino e in Piemonte.
Alla cerimonia era presente il Questore della Provincia di Torino Vincenzo Ciarambino in rappresentanza del Capo della Polizia Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, la vedova Michelina Carbonara Ciotta, la figlia Nunzia Ciotta, il magistrato Gian Carlo Caselli con il quale Giuseppe Ciotta aveva collaborato e Giovanni Berardi presidente dell’Associazione Europea Vittime del Terrorismo.
Domani domenica 12 marzo alle ore 11.30 ad Ascoli Satriano (Foggia) ci sarà la cerimonia di ricordo presso il monumento funebre nel cimitero con la presenza delle Forze dell’Ordine, delle istituzioni locali e dei familiari, tra cui Potito Perruggini Ciotta anche in qualità di presidente dell’Osservatorio “Anni di piombo” per la Verità storica.
La Polizia di Stato, a seguito dell’aggressione patita dall’allenatore della Nocerina Calcio da parte di un supporter della Cavese calcio su un’ area di servizio autostradale sita nel comune di Cerignola (FG), ha avviato una approfondita attività d’indagine al fine di identificare gli autori delle condotte criminose.
In particolare, il personale della Digos della Questura di Foggia, unitamente a personale del Commissariato di P.S. di Cerignola e con la collaborazione della Digos di Salerno e dei Commissariati di P.S. di Cava de’ Tirreni e Nocera Inferiore ricostruiva gli accadimenti avvenuti sull’area di sosta. Nello specifico, la Nocerina calcio faceva rientro dalla trasferta di Brindisi nella serata di domenica 19 febbraio u.s. ed effettuava una sosta sull’area di servizio Ofanto Nord ove sopraggiungevano 4 pullman di tifosi della cavese calcio che avevano seguito la squadra nella trasferta di Fasano (BR).
Durante l’incrocio tra squadra della Nocerina e tifosi della Cavese alcuni supporters di quest’ultima assumevano atteggiamenti provocatori nei confronti dei giocatori e della dirigenza della squadra nocerina, sfociati in un pugno sferrato da un supporter cavese a danno dell’allenatore.
Le prime indagini compiute dalla Polizia di Stato permettevano l’identificazione di un ultras cavese cui è stato irrogato provvedimento di DASPO da parte del Questore di Foggia della durata di 8 anni con obbligo di firma per 3 anni.
Sono in corso ulteriori approfondimenti investigativi finalizzati alla identificazione di altri individui che avrebbero partecipato alle turbative avvenute all’interno dell’area di sosta “Ofanto Nord”.
Al momento la colpevolezza di tutti gli indagati, per effetto della presunzione di innocenza sarà decisa nel contraddittorio tra le parti dinanzi all’Autorità Giudiziaria con le forme e le garanzie previste dalla legge.