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nota del Coordinamento delle associazioni per la rinascita della città di Foggia.

«Quanti Pilato nella vicenda dei Campi Diomedei! Se ne lavano le mani tutti, impresa, Comune e chi dice a parole di voler prendersi cura dei diritti e degli interessi dei cittadini.

Il Coordinamento delle associazioni per la rinascita di Foggia ha sollecitato più volte, e sempre con accenti critici ma collaborativi, la verità su questa nuova “fabbrica di san Pietro” senza ottenere risposte. Una risposta però l’ha ottenuta un quotidiano locale che il 3 maggio ha pubblicato una dichiarazione ottenuta telefonicamente: “l’orsarese Ugo Fragassi, titolare dell’ATS Montemaggiore, impresa che insieme alla società cooperativa agricola Deltambiente di Ravenna e alla Habitat srl del foggiano Pino Di Carlo operano nei Campi, ha prontamente sconfessato la notizia” che fossero ripresi i lavori fermi da mesi.

“Nessun lavoro è iniziato. Per le motivazioni però bisogna rivolgersi al Comune, non sono autorizzato a rilasciare dichiarazioni”, avrebbe detto Fragassi al quotidiano.

Abbiamo le prove fotografiche di quanto da noi asserito: anche con una semplice ispezione visiva si poteva evincere che erano stati eseguiti lavori di ripulitura del terreno dalle erbacce alte quasi un metro e mezzo, tra il 24 aprile e il 1° maggio.

Abbiamo pensato al miracolo che fossero ripresi i lavori, per procedere fino alla fine. Invece apprendiamo che il miracolo non è avvenuto, era solo un’illusione. Ma, allora, chi e con quale autorità o autorizzazione ha eseguito quei lavori di ripulitura? E come mai gli addetti alla custodia del cantiere non hanno mosso un dito per fermarli? Dobbiamo, quindi, supporre che il cantiere sia abbandonato a se stesso? Non c’è un custode o un addetto alla sicurezza?

Ora pretendiamo chiarezza e verità, prima di invocare l’intervento della Magistratura.

Esigiamo risposte ufficiali anche ad altre due semplici domande:

1) quando la ATS Montemaggiore, la società cooperativa agricola Deltambiente di Ravenna e la Habitat srl intendono riprendere i lavori come da contratto stipulato con il Comune di Foggia, lavori che sarebbero dovuti essere ultimati il 4 giugno 2021?

 2) in quale data precisa gli uffici tecnici comunali preposti hanno stabilito la data di ultimazione lavori?

Vogliamo la verità.

È ovvio che poi saranno da verificare anche le responsabilità in capo ad ognuno degli attori, tecnici e non, di questa vicenda che è diventata una assurda farsa sotto il titolo di “Campi Diomedei”.

Ribadiamo quindi un concetto imprescindibile: la nostra città non è dei Commissari straordinari né della Tecnostruttura comunale ma di tutti i cittadini che vogliono vivere a Foggia, e non soltanto sopravvivere tra menzogne, ritardi, rinvii e chi se ne lava le mani».

In questa situazione di raccoglimento in noi stessi, con limiti di libertà e rispettosi delle leggi per difenderci da avvenimenti nefasti e drammatici come la pandemia e la guerra fra Russia e Ucraina, possiamo riflettere maggiormente sul presente e, quindi, individuare quegli aspetti negativi di cui oggi la società globalizzata ci pone sotto gli occhi. Aspetti legati non solo a ciò che oggi sta succedendo, ma soprattutto agli errori che la politica ha fatto in questi ultimi anni, specie per quanto riguarda il ritorno dell’individualismo esasperato, tanto da trascurare quei legami forti e inderogabili, come la libertà, la democrazia, la solidarietà fra le persone, il rispetto della dignità umana, che tengono in vita le comunità, ma soprattutto le nazioni.

 In questi anni, secondo i principi dell’ideologia della globalizzazione, che fa capo a quella del neoliberismo e quindi del capitalismo, l’uomo è stato assoggettato al libero mercato e a tutto ciò che ruota intorno ad esso, come il commercio, le banche e quindi il denaro, la finanza, quale elemento portante dell’economia e, infine, il profitto ad ogni costo, che rende l’uomo succube del mercato e, quindi, dell’interesse privato, e tutto questo a discapito del “bene comune” e quindi della solidarietà fra i popoli e le persone. Tutto ciò ha condizionato soprattutto la politica che ha perso la sua libertà di azione e quindi la sua libertà di decisione, in quanto tutto ruota intorno al profitto,  che determina, in bene o in male, l’economia. Ma questo è solo un aspetto della globalizzazione. Purtroppo, la politica, vuota di potere, ha reso inerme e insignificante lo Stato, tanto da svuotarlo di ogni significato e valore. Solo di fronte a determinati problemi o fenomeni di vasta portata, come oggi la pandemia o la guerra in atto,  le nazioni stanno riprendendo o acquisendo il loro ruolo e, quindi, ripristinare i propri poteri decisionali,  per la salvaguardia della salute e del rispetto della libertà dei popoli. Adesso con alcuni problemi di grande dimensione planetaria, sia a livello sanitario che a livello politico, come la guerra in atto, per non parlare poi della salvaguardia dell’ambiente e quindi dell’atmosfera,  si prende coscienza del ruolo che una Nazione deve avere per la salvaguardia della salute dei propri cittadini, ma soprattutto per la salvaguardia di alcuni principi di democrazia e di libertà, visti nell’ambito del proprio territorio. In un certo qual modo non solo lo Stato, quanto le persone stanno recuperando il senso di appartenenza alla propria Nazione, rafforzando così il senso comunitario, a dispetto dell’individualismo esasperato sorto dalla globalizzazione.

Purtroppo in questi ultimi anni la politica ha perso il suo orizzonte come referente verso il popolo, il quale si sente estraneo ad essa, in quanto incapace di mantenere le promesse per una società equa e solidale, una politica che non ascolta e non recepisce le esigenze della gente, tanto da innescare una triplice crisi: quella della democrazia rappresentativa, quella del  rapporto solidale fra le persone e infine la sovranità dello Stato e quindi del “bene comune”.  Afferma a tale proposito C. Bordoni: “Lo stato di crisi delle società occidentali sembra ormai irreversibile: nello spaesamento e nell'insicurezza del caos globale. La categoria della modernità liquida è ormai troppo vaga ed elusiva. Non basta più a interpretare la nostra epoca, in cui vengono meno le sicurezze economiche del sistema produzione-lavoro-consumo-consumismo, ma anche le tradizionali idee di massa, comunità, uguaglianza, classe e, soprattutto, progresso. Il disordine è avvertito in ogni parte del mondo, contemporaneamente. Per la prima volta non c'è un posto migliore in cui rifugiarsi: non c'è alternativa a un sistema globale che sta crollando. L'incertezza del futuro è dunque il tratto più caratteristico della nostra condizione, che si esprima sotto forma di resistenza, paura, egoismo o semplice senso di precarietà e impotenza”. Paura del presente, ma soprattutto del futuro. E tutto questo lo vediamo oggi di fronte alla pandemia e alla guerra in Ucraina. E allora, a questo punto, ci si chiede: Quale futuro per l’uomo? Certamente l’uomo deve riappropriarsi del potere di determinare il proprio futuro, superando o limitando, la propria hybris,  cioè la propria superbia, l’arroganza di determinare e soggiogare altri popoli con la forza e le minacce, anche quella nucleare,  riacquistare la consapevolezza dei propri limiti, rinunciando al suo protagonismo assoluto e quindi a quell’Homo Deus  che purtroppo in tutti questi anni si è prefissato di raggiungere calpestando non solo la dignità dell’Homo Sapiens, ma soprattutto la Natura intesa come Madre Terra, nella sua biodiversità e, quindi, nel suo essere fonte di vita.

a cura di Angelo Riccardi.

«In attesa dell’ennesima proroga del Governo, non possiamo restare indifferenti alle ultime vicende che riguardano gli LSU: da una parte i tifosi della curva con i loro beniamini in giacca e cravatta (di legno) a festeggiare l’assunzione degli ulteriori 15 lavoratori gridando: “Certo potevano farlo altri, potevano farlo prima, potevano farlo con il contributo dello Stato centrale. Ma non è accaduto. È accaduto oggi!”; dall’altra parte coloro che definiscono miserabili tali festeggiamenti, visto il contributo istituzionale ricevuto da chi aveva organizzato la festa per le nuove assunzioni.

E poi c’è chi, nonostante il sostegno di 9 anni e con oltre 480 SI ai provvedimenti della legislatura Riccardi, in maniera imbarazzante rinnega il proprio passato, facendo finta di non ricordare di aver fatto parte di quella maggioranza che, a suo dire, non avrebbe fatto nulla per gli LSU. Ma la cosa più comica è che con un fare tronfio, tipico di chi non ha capito nulla, e dopo aver fatto stare senza il misero assegno per ben 4 mesi i lavoratori socialmente utili, ha comunicato all’intero Consiglio, come se stesse annunciando la fine della guerra in Ucraina, l’arrivo dei soldi per il pagamento. È riuscito a diventare assessore dopo uno tirocinio in Consiglio lungo 9 anni, eppure non si è reso conto che la precedente amministrazione si assumeva una grande responsabilità facendo atti di prosecuzione provvisoria per l’utilizzo della platea LSU nelle more della sottoscrizione della convenzione tra il Ministero del Lavoro e Regione Puglia.

Prima di entrare nel merito delle ultime vicende mi corre l’obbligo fornire alcuni chiarimenti, poiché non vorrei che tra qualche giornalista smemorato da una parte e la scarsa attenzione a quello che succede nella realtà dall’altra, qualcuno si convincesse che la sceneggiata a cui abbiamo assistito possa passare inosservata.

Innanzitutto, giova ricordare che la legge 160/2019 (legge di bilancio 2020), pubblicata sulla G.U. n. 304 del 30 dicembre 2019 all’art. 1, commi 495 e 497, ha consentito l’assunzione degli LSU, con contratti a tempo parziale, in deroga al piano del fabbisogno di personale e ai vincoli delle assunzioni, in qualità di lavoratori sovrannumerari alla dotazione organica e a totale carico dello Stato. Prima non era possibile assumere i lavoratori, se non con gli strumenti e i limiti delle norme vigenti. L’urlo così si comprende, visto che si continua a fare propaganda, nonostante la campagna elettorale sia finita da un pezzo. Evidentemente qualcuno ha la preoccupazione che forse sarà l’unica cosa in grado di fare, grazie all’impegno altrui.

Ma la cosa più patetica di questa sceneggiata manfredoniana è il vedere intorno al tavolo tutti i protagonisti della politica manfredoniana, pronti a dare il loro contributo (a chiacchiere morte), visto che per due anni, sì due anni, solo alcuni fuori dal tavolo si battevano per far comprendere a tutti che i trettrè turisti di Palazzo San Domenico si ostinavano vergognosamente a sostenere tesi incomprensibili pur di non stabilizzare i lavoratori, anche davanti a norme mai state così chiare. Dall’altra gli stessi protagonisti del tavolo non si sono mai preoccupati di richiamare al loro dovere istituzionale i commissari, né si sono preoccupati all’epoca di metterli allo stesso tavolo con il Prefetto per chiudere questa vicenda ultradecennale, invece di fungere comodamente da “zerbini” agli uomini mandati dal Governo a fare il proprio dovere.

Il tema è delicato e viene da molto lontano anno 1995, tuttavia, nonostante non ci fossero incentivi e norme derogatorie, le amministrazioni del passato hanno comunque proceduto alla stabilizzazione di diversi LSU con appalti di servizi comunali e attraverso società terze, così come prevedevano le norme dell’epoca.

Vediamo cos’è accaduto nei tempi più recenti:

  • con delibera di Giunta Comunale n. 61 del 29.03.2019 previste 13 (LSU) stabilizzazioni con accordo sottoscritto dall’allora sindaco Riccardi con il Prefetto di Foggia;
    ● con delibera della Commissione Straordinaria n. 26 del 10.12.2019 si modificava la precedente previsione passando a soli 4 (LSU) unità da stabilizzare;
    ● la Legge n. 160/2019 (G.U. n. 304 del 30 dicembre 2019) articolo 1, commi 495 e 497 consentiva l’assunzione dell’intera platea dei lavoratori LSU entro il 31 dicembre 2020;
    ● con delibera della Commissione Straordinaria n. 78 del 15.07.2020 confermata con la n. 162 del 09.11.2020, solo dopo l’ostinazione delle parti sindacali dei lavoratori interessati la Commissione ha proceduto ad un'altra modifica ripristinando quello che aveva previsto giustamente la Giunta Riccardi;
    ● con delibera della Commissione Straordinaria n. 167 del 24.11.2020 con oggetto: “LSU ricognizione del personale sul portale mobilità”, viene avviata la stabilizzazioni di ulteriori 15 (LSU) unità;
    ● con determina n. 1704/2020 del 30.12.2020 vengono assunti a tempo indeterminato e parziale 13 LSU. Anche in questo caso con la solita faccia tosta i commissari non solo non colgono l’occasione di procedere alla stabilizzazione di tutti i lavoratori, ma si prendono il merito di una stabilizzazione decisa dalla precedente Giunta, senza rendersi conto, in buona compagnia degli stessi uffici comunali, che nel frattempo le leggi sono cambiate e i 13 (LSU) stabilizzati, essendo stati assunti entro il 31 dicembre 2020, potevano gravare finanziariamente a totale carico della Stato fino al pensionamento e non soltanto, com'è accaduto, per i successivi 4 anni. Ciucci e presuntuosi. Un anno perso inutilmente e ostinatamente a modificare precedenti atti per dimostrare la tesi solita e nota: dimostrare che gli atti precedenti erano sbagliati (ma su questo tema tornerò presto con un lungo lavoro, per dimostrare quali danni ha procurato il periodo commissariale);
    ● Legge n. 178/2020 (GU n. 322 del 30 dicembre 2020 - Suppl. Ordinario n. 46) articolo 1, comma 295 proroga fino al 31 marzo 2021;
    ● Decreto Legge n. 44/2021 (GU Serie Generale n. 79 del 01 aprile 2021) articolo 8, comma 1 e 2 proroga al 30 maggio 2021;
    ● Legge n. 76/2021 di conversione Decreto Legge n. 44/2021 (GU n. 128 del 31 maggio 2021) articolo 8, comma 1 e 2 proroga al 31 luglio 2021

Tutti gli ultimi provvedimenti legislativi sono stati continuamente ignorati dalla Commissione Straordinaria.

Con l’arrivo della nuova amministrazione, a seguito del tavolo istituzionale, così definito da qualcuno, con un emendamento alla precedente norma con il Testo Coordinato del Decreto Legge 30 dicembre 2021, n. 228 (GU n.49 del 28 febbraio 2022 - Suppl. Ordinario n. (?), con i commi 26, 26-bis, si ottiene grazie al deputato pugliese Bordo la proroga fino al 31 marzo 2022

L’emendamento salutato come salvifico, nella realtà si dimostra inutile, se non a rivendicare il merito di aver consentito alla nuova amministrazione di poter procedere alla stabilizzazione delle 15 (LSU) unità lasciate in sospeso dalla Commissione Straordinaria, per le quelli erano già stati predisposti gli adempimenti di legge e le coperture finanziarie previste dal DPCM del 28 dicembre 2020.

Ma a questo proposito c’è da chiedersi come si può pensare che in un paese asfittico come l’Italia, con la sua burocrazia disarmante, pretendere che si possa procedere alla stabilizzazione in circa 30 giorni. Evidentemente si vive sulla luna, o peggio ci si adopera senza sapere per cosa: “una roba”  incredibile!

Da una parte i burocrati comunali si ostinano a produrre carte, dal mio punto di vista inutili, e richieste per le ulteriori stabilizzazioni tra cui quella alla COSFEL (Commissione per la stabilità finanziaria degli enti locali), senza comprendere che la stessa commissione già con Decisione n. 177 del 20 gennaio 2021 ha AUTORIZZATO l’assunzione a tempo indeterminato dei lavoratori di cui agli artt. 1 c. 495 e 497 della legge 27 dicembre 2019, n. 160 per tutti gli Enti locali interessati e sottoposti al controllo della COSFEL.

Dall’altra, l’intesa sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri recante riparto delle risorse finanziare destinate ad incentivare, fra l’altro, le assunzioni a tempo indeterminato, anche con contratti di lavoro a tempo parziale, di progetti di lavori socialmente, che prevede la copertura finanziaria per la stabilizzazione di 100 LSU di Manfredonia, arriva solo il 30 marzo 2022, con repertorio atti n. 48/CU, ed ad oggi non ancora pubblicata, quindi senza aver prodotto alcun effetto.

Il tempo su questa vicenda ha giocato la sua parte. Una politica miope e chiacchierona ha relegato molti di questi lavoratori al ruolo di fantasmi, certo con i dovuti distinguo, visto che alcuni di loro non meriterebbero alcuna considerazione. Tra gli ultimi cento, alcuni aspirano all’incentivo all’esodo, altri non hanno i requisiti per la stabilizzazione. Ne resteranno poco più di 60, che forse andranno a popolare il gruppo di lavoratori a 12 ore del Comune di Manfredonia, all’incirca a 500,00 euro al mese. Questa è la vera miseria umana di questa vicenda.

Si può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha lavoro, che è umiliato perché non come mantenere i suoi figli ed educarli? Questo non è un uomo libero. (Sandro Pertini).»

Il referente dauno del Circolo Tavoliere Monti Dauni di Foggia del Movimento 24 Agosto - Equità Territoriale interviene sulla PAC e insiste sulla questione CUN e Fiera di Foggia.

“Non abbiamo compreso ancora perché non si dimettono i responsabili dello sfascio della Fiera Internazionale dell’Agricoltura e della Zootecnica di Foggia, provato dalla rinuncia alla 73^ edizione della Campionaria che arriva un’altra attestazione, stavolta nazionale, d'incapacità strategica e di pianificazione: il Piano strategico sulla Politica agricola comune (Pac) 2023-2027, presentato lo scorso 31 dicembre dall’Italia ai funzionari di Bruxelles è stato bocciato e quindi si dovrebbe dimettere anche il ministro Patuanelli – afferma Pasquale Cataneo referente del Circolo foggiano del Movimento per l’Equità territoriale –  considerato anche che nel nostro Piano di rilancio e resilienza per il Mezzogiorno e le aree interne, inviato lo scorso anno sia al governo Conte II che all’attuale dei cd. “migliori”, è dedicato un intero capitolo con spunti e proposte specifiche proprio sull’applicazione in Italia degli indirizzi UE “Farm to fork” e “Biodiversità 2030”.

Il Piano italiano è stato giudicato incompleto e poco coerente , dalla Commissione UE, proprio sulla mancata declinazione delle strategie europee. Non solo, è stata riscontrata una redistribuzione dei sussidi iniqua e una burocrazia eccessiva, oltre che obiettivi ambientali appena sufficienti. In particolare – come si rileva anche dal sito di SiciliaAgricoltura – la Commissione, evidenzia che il Piano favorirebbe le aziende della pianura Padana in particolare l’agroindustria e la zootecnia superintensiva, a discapito degli imprenditori delle aree rurali meridionali, tra l’altro, più bisognevoli di aiuti come da noi di MET affermato più di un anno fa. Per questo motivo i funzionari di Bruxelles chiedono “una più ambiziosa convergenza interna e redistributiva”. Parimenti la tutela ambientale, che è uno dei pilastri della nuova Pac, s’integra poco con il patto sull’ambiente noto come Green deal. “È probabile che il piano proposto non contribuisca in modo sufficiente ed efficace a quest'obiettivo generale”, scrive l’esecutivo europeo, “in particolare per quanto riguarda l’acqua, l’aria, i nutrienti e la biodiversità nei terreni agricoli e nelle foreste, nonché la riduzione delle emissioni”. L’UE rimarca inoltre la necessitò di apportare “miglioramenti efficaci” per aumentare l’incameramento del carbonio.

“Altri aspetti negativi rilevati dai tecnici UE – rileva Cataneo che ha curato nel Piano del M24A-ET consegnato ai due governi proprio il capitolo dedicato all’agricoltura - riguardano: a) le sostanze inquinanti auspicando il maggior potenziale offerto dall’agricoltura di precisione, dall’efficienza energetica e dal passaggio dalla concimazione minerale a quella organica; b) il caporalato, consuetudine diffusissima nei campi italiani con l’altissimo tasso di irregolarità (oltre il 55%), il cui contrasto è fondamentale per garantire la stabilità economica, la competitività e la sostenibilità sociale delle aziende agricole italiane; c) la digitalizzazione delle zone rurali, su cui il Paese dovrebbe investire, per migliorare la conoscenza di chi lavora in agricoltura e ridurre l’isolamento di queste aree comprese le aree scarsamente popolate che sono quelle più a rischio di spopolamento; d) la sburocratizzazione, Bruxelles chiede di garantire la semplificazione per tutti i potenziali beneficiari per poter richiedere autonomamente il sostegno della Pac, senza la necessità di rivolgersi a servizi esterni a pagamento; e) la produzione biologica, il nostro Paese è invitato a chiarire le azioni concrete per raggiungere l’obiettivo, valutato positivamente, del 25% nel 2027. Una nota di plauso, invece, arriva per le scelte relative alla gestione del rischio e gli sforzi per ridurre la dipendenza dalle importazioni di alcuni prodotti agricoli, come le colture proteiche, in tal senso, la Commissione ha apprezzato lo sforzo scelto dall’Italia.” Ora al Mipaaf, che è pure responsabile dell’inusuale lunga fase di sperimentazione della CUN del Grano duro e del ritardo per l’individuazione della sede a Foggia, dovranno fare subito i compiti a casa per apportare sostanziali modifiche e integrazioni, mentre la nuova Pac dovrebbe entrare in vigore nel 2023…

a cura del presidente del Movimento MOLDAUNIA, Ing. Gennaro AMODEO.

«In occasione della festa della liberazione dell'Italia dall’occupazione nazifascista, mi sia consentito di esprimere, da foggiano, la più assoluta insoddisfazione per l'attuale gestione commissariale del Comune di Foggia, esercitata dispoticamente ed in assoluto spregio e noncuranza delle richieste di dialogo e collaborazione provenienti dalla parte sana della cittadinanza, assolutamente prevalente rispetto allo sparuto gruppo di persone che hanno causato lo scioglimento del Consiglio comunale cittadino.

Cara Commissaria MAGNO, si rende conto del disagio e del danno che sta creando a questa città, trattando i suoi cittadini come sudditi, senza diritto di confronto e quindi di parola?

Non penso sia stata nominata dal Governo a questo scopo, bensì per rigenerare il tessuto urbano di questa città, ma la strada da lei intrapresa, non so se per inesperienza o per mancanza di cultura amministrativa, ha portato dritto al risultato opposto.

Tant'è che nella maggioranza dei cittadini foggiani ha innescato il dubbio: che forse Foggia sia caduta dalla padella del Sindaco LANDELLA alla brace della sua gestione commissariale.

Chiudo affermando, senza tema di smentita, che laddove le istituzioni non rispondono più ai propri cittadini la Democrazia é morta, situazione determinata a Foggia dal suo comportamento di totale chiusura al dialogo con la cittadinanza».

nota di Giuseppe Mainiero, già Consigliere comunale di Foggia.

«Più uomini, più vicinanza dello Stato, più forza nel combattere la "quarta mafia". 

Così parlò Luciana Lamorgese, Ministro dell'Interno nella sua "passerella" foggiana qualche mese fa. E che fosse una semplice passerella oggi è chiaro a tutti. 

Dei 35 Comuni della Capitanata che avevano partecipato al progetto del Viminale per il sostegno all'installazione di sistemi di videosorveglianza solo Peschici rientra nella graduatoria di quello ammessi a finanziamento. 

Non un centesimo per Foggia, la Città Capoluogo sciolta per infiltrazioni mafiose.

Eppure siamo una provincia in cui la criminalità organizzata e quella "di strada" sono sempre più violente, in cui gli scioglimenti per infiltrazioni mafiose dei Consigli comunali, a cominciare da quello di Foggia, sono all'ordine del giorno. 

Ma evidentemente tutto questo non basta. 

Per il Ministero dell'Interno ci sono realtà che ne hanno più bisogno di noi.

Assurdo se non fosse vero. E, soprattutto, se il Ministro non si fosse lanciata in promesse a beneficio di telecamera sistematicamente disattese, nonostante l'immenso lavoro delle Forze dell'Ordine, della Magistratura e della Prefettura su questo fronte. 

Dove sono i parlamentari che assiduamente passano il loro tempo a ricordare all'Italia che siamo la provincia nazionale più mafiosa? 

Dov'è il Senatore Pellegrini, componente della Commissione parlamentare antimafia e primo tifoso del Commissariamento del Comune di Foggia? 

Da loro non si è levato un fiato e non si è ascoltata una sola parola di protesta. 

Pellegrini sarà in grado di criticare il suo Ministro, di pretendere chiarezza su come è stata stilata la graduatoria dei Comuni ammessi a finanziamento, di presentare magari un'interrogazione urgente? 

Io dissi per tempo che quella della Lamorgese era una passerella inutile. Né uomini, né mezzi, e nemmeno le telecamere.

Ora sono ansioso di vedere se la battaglia antimafia - solo a favore di telecamera - dei nostri parlamentari, e di quella parte di antimafia sociale a cominciare proprio dal Senatore Pellegrini, sia una cosa seria o se, invece, si riduca ad un po' di propaganda dispensata per dare un qualche senso alla sua funzione ed al suo ruolo».

nota di Giuseppe Mainiero, già Consigliere comunale di Foggia.

«Foggia non è in guerra. Eppure c’è chi pensa che si possa trasformare un plesso scolastico in abitazioni per l’emergenza abitativa. Dopo le strutture sportive e le Circoscrizioni siamo giunti alle scuole. Portando così a termine quel disegno amministrativo che da vent’anni sta condannando al degrado la nostra Città.

Negli ultimi due decenni sono stati spesi per l’emergenza abitativa oltre 50 milioni di euro, in locazione per fortunati imprenditori-proprietari, container pagati a peso d’oro ed imprese edili chiamate a realizzare i necessari “adeguamenti funzionali” per le strutture.

Soluzioni di emergenza e di fortuna che non hanno mai fornito una risposta definitiva al problema. Perché se il problema venisse risolto, finirebbero gli affari per qualcuno. Dunque l’emergenza è servita – e continua a servire – a chi intende lucrare sullo stato di bisogno della povera gente (non tutta povera, a dire il vero, ma è un altro tema).

Ci si illudeva che dei Commissari chiamati per “bonificare” la macchina comunale interrompessero determinate pratiche.

Purtroppo ci siamo illusi.

Foggia è oggi chiamata a sacrificare il futuro dei suoi figli sull’altare dell’emergenza abitativa, che non può dirsi emergenza se è lì da oltre vent’anni.

L’offerta formativa destinata ai nostri bambini ed i loro spazi di socialità barattati con la trasformazione di quei luoghi in alloggi popolari.

Anche a voler essere buoni e generosi, non è possibile non definire letteralmente vergognoso l’ultimo capolavoro partorito dalla Commissione Straordinaria alla guida del Comune di Foggia. Un capolavoro di pressapochismo politico, di totale assenza di visione strategica e di incapacità di affrontare in modo serio i problemi della Città.

I nostri Commissari Straordinari, inviati dal Viminale dopo lo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose, prima hanno provato a trasformare una parte della Scuola “Moscati” in appartamenti di fortuna per l’emergenza abitativa, completando il “mandato Landella”. Poi, dopo la protesta delle famiglie e della dirigente scolastica, hanno fatto marcia indietro, ma solo per prendere la rincorsa ed alzare il tiro.

Abbiamo letto comunicati di giubilo per la buona notizia, che però, come detto, ha prodotto un’idea ancora peggiore della precedente. Con buona pace dell’esaltazione della dirigente scolastica Antonella Lo Surdo, che si è prodigata in infiniti ringraziamenti per il pericolo scampato, probabilmente affetta dalla “sindrome di Nimby”, perché evidentemente trasformare in appartamenti spazi dedicati alla didattica va bene solo se i locali non sono quelli della propria scuola.

Ed infatti la Commissione Straordinaria adesso ha deciso di ricavare alloggi popolari all’interno della scuola comunale dell’infanzia “Sorelle Agazzi”, di cui ha recentemente – ed in modo scellerato – disposto la chiusura insieme a tutte le altre sette scuole dell’infanzia comunali e all’asilo nido “Tommy Onofri”.

Una decisione scriteriata, senza capo né coda. Perché mentre in ogni Città d’Italia si sta investendo nelle scuole dell’infanzia potenziandone l’offerta, come chiede il Governo, partecipando ai bandi del PNRR dedicati alla formazione dei nostri figli, a Foggia quei luoghi di formazione, crescita e didattica vengono trasformati in case popolari, in assoluta continuità con lo sciagurato disegno di degrado urbano dell’Amministrazione di centrodestra e dell’ex Sindaco Franco Landella.

Una vergogna, politica e amministrativa, che grida vendetta. E che denota soprattutto un’assoluta ignoranza rispetto alle soluzioni che esistono per dare risposte ai bisogni delle famiglie dell’ex Distretto e della palazzina di via San Severo, dichiarate a rischio crollo imminente dai Vigili del Fuoco.

Per farlo sarebbe sufficiente studiare gli atti amministrativi con serietà. E dare attuazione agli Accordi di Programma vigenti. Mi riferisco a quegli Accordi di Programma che riguardano “Coop Casa” e “Meridiana”. Nel primo caso gli alloggi da cedere al Comune per far fronte all’emergenza abitativa sono 30, nel secondo caso – in condizione di immediata disponibilità – sono 8. Numeri assolutamente in grado di venire incontro alle esigenze dei 14 nuclei familiari dell’ex Distretto e dei 10 nuclei familiari di via San Severo.

I nostri Commissari conoscono questi atti? Sono a conoscenza degli impegni legati a questi Accordi di Programma? La convenzione urbanistica con il Consorzio “Coop Casa”, ad esempio, è stata attualizzata il 5 luglio 2020. I Commissari, al momento del loro insediamento, si sono preoccupati di informarsi circa il rispetto degli obblighi assunti dal Consorzio nei confronti dell’Ente, sollecitandolo a realizzare rapidamente i 30 alloggi da cedere al Comune?

Con ogni probabilità non l’hanno fatto. Altrimenti adesso saremmo nella condizione di risolvere le emergenze dell’ex Distretto e di via San Severo senza pensare di trasformare le scuole dell’infanzia in appartamenti.

Un disastro che va evitato. E contro il quale la Città ha il dovere di battersi. Adesso più che mai serve una mobilitazione popolare per impedire che si consumi questo scempio.

Soprattutto che si compia nel silenzio complice della politica e di tutti i partiti, preoccupati, penso alla Lega, solo per le “assunzioni” o completamente distratti, come quella parte del Movimento 5 Stelle che dopo aver fatto da “stampella” a Franco Landella, nella sua “diramazione romana” ha brigato perché Foggia venisse condannata alla “morte civile” attraverso il Commissariamento.

Dove sono i loquaci difensori dei diritti della nostra Città che siedono tra i banchi del Parlamento? Dove sono i censori a mezzo stampa capaci di intervenire su tutto ma, nello stesso tempo, di essere affetti da cronico mutismo quando si tratta di prendere posizione contro la Commissione Straordinaria?

Il tema dell’emergenza abitativa può e deve essere ricondotto, nell’ambito territoriale, all’assessorato regionale al Welfare e non all’interno di “politiche abitative” che non dovrebbero affatto operare attraverso strumenti emergenziali per superare vincoli urbanistici. In un paese normale – che non è in emergenza, né per guerre né catastrofi naturali – le scuole non possono e non debbono essere adibite ad abitazioni.

L’assessore regionale al Welfare, pur in assenza di competenze specifiche, è d’accordo – sul piano politico – con questa “soluzione” ideata dalla Commissione Straordinaria e dalla Regione?

Foggia ha bisogno di affrancarsi da questo teatrino ultraventennale, di riappropriarsi del suo presente e del suo futuro anche in questa materia, consegnando finalmente al passato quella logica delle “varianti” che distrutto il nostro tessuto urbano, rendendolo sempre più invivibile.

Foggia ha il dovere di fermare queste scelte di una Commissione cieca e sorda ad ogni suggerimento e indisponibile ad ogni confronto. Ciascuno di noi ha il dovere di proteggere le nostre scuole, che in una Città malata di illegalità sono il primo e più importante vaccino per i nostri figli.

Foggia deve fermare il suo degrado urbano, la formazione di nuovi ghetti, come è accaduto, ad esempio, per l’ex Onpi.

Perché il degrado urbano rappresenta il migliore “campo di addestramento” per la criminalità organizzata, diventando il teatro e la fucina formativa ideale per le nuove leve di cui la mafia si alimenta.

Io, come sempre, sono disponibile a fare la mia parte in prima linea. E spero che vogliano esserlo anche i foggiani. Insieme. Prima che sia troppo tardi.

Se così non dovesse essere e la Città restasse dormiente rispetto a quest’ultimo scempio, allora significherebbe per davvero che Foggia ha avuto e continuerà ad avere la classe dirigente che si merita. Una classe dirigente che ha fatto precipitare la Città nel degrado materiale e morale più assoluto.

Salvo poi lamentarsi ed inveire in modo sterile ed inutile contro i personaggi che pure solo qualche anno fa sono stati sostenuti e premiati con una valanga di voti e preferenze.

Questo è il momento in cui è fondamentale ed essenziale una vera partecipazione attiva. Occorre mobilitarsi per fermare questa forma di smantellamento degli ultimi cardini di civiltà della nostra Città.

Sbagliare è umano. Perseverare, nel silenzio e nell’inerzia, sarebbe diabolici».

nota di Giuseppe Mainiero, già Consigliere comunale di Foggia.

«Sordi ad ogni richiesta. Ciechi rispetto ad ogni dimostrazione tangibile dell'errore. Pervicacemente testardi nel voler proseguire in una decisione scellerata e priva di senso. 

I Commissari del Comune di Foggia continuano ad ignorare il grido di dolore e di protesta che arriva dalla Città circa la chiusura delle 8 scuole comunali dell'infanzia e dell'asilo nido "Tommy Onofri".

Le manifestazioni spontanee di piazza, le articolate e puntuali controdeduzioni delle organizzazioni sindacali, gli incontri con il Comitato dei genitori non sono servite a nulla. Loro, i Commissari ai quali il Ministero dell'Interno ha affidato il governo di Foggia dopo la sciagurata era di Landella e del centrodestra, non si muovono di un solo millimetro. 

Il prossimo 30 giugno 12 operatrici di queste strutture resteranno senza lavoro per questo scriteriato provvedimento, che oltre ad avere questa conseguenza occupazionale impoverisce l'offerta formativa della Città nel momento in cui, al contrario, sarebbe invece necessario potenziarla, migliorarla ed investire.

Il Comune di San Severo, ad esempio, proprio recentemente ha partecipato ai bandi del PNRR dedicati alle scuole dell'infanzia. Noi invece no. Alla Commissione quei fondi - molti fondi - non interessano perché tanto le nostre scuole saranno chiuse, cancellate con un tratto di penna con la sciocca motivazione di un calo di iscrizioni, con l'inconsistente paravento di numeri e cifre che i sindacati hanno già ampiamente dimostrato essere sbagliati. 

Dai Commissari Foggia si sarebbe aspettata che correggessero la sciatteria dell'amministrazione Landella e del centrodestra, quella che ha picconato e distrutto, un pezzo alla volta, il sistema dell'offerta formativa comunale. Mentre la loro scelta, come su molti altri temi, è stata muoversi in continuità con chi li ha preceduti, completando il lavoro di chi è stato allontanato dal Comune su disposizione del Viminale. 

Quelle scuole dell'infanzia sono un patrimonio della Città, sono un fiore all'occhiello del Comune, sono luoghi di conoscenza che hanno prodotto negli anni straordinari risultati. Non supposti ma reali, concreti e tangibili. 

In quelle strutture, accanto alle attività didattiche di routine, sono state effettuate sperimentazioni e progettazioni innovative che hanno determinato riconoscimenti non solo a livello locale e regionale, ma anche a livello nazionale. Il loro elevato valore pedagogico è stato apprezzato in numerosi convegni indetti dall’USR della Puglia e della Basilicata e dal MIUR (Matera- Convegni: “La scuola che produce” a.a.s.s.2006/2007, 2007/2008 e 2008/2009). 

Per documentare le attività didattiche delle scuole basterebbe che i Commissari dessero uno sguardo alle tante pubblicazioni di volumi e di articoli su giornali nazionali. I volumi "Un anno insieme”, "Legati a un palloncino per vivere da bambini",” Le parole raccontano”, solo per fare alcuni esempi. 
Nel 2009, dopo un’adeguata formazione delle insegnanti, sono state inoltre istituite nelle scuole le biblioteche scolastiche per promuovere il valore della lettura nella fascia di età 3-6 anni e i bambini hanno partecipato al progetto nazionale "Nati per leggere".

Le scuole comunali della Città di Foggia, tra l'altro, hanno partecipato a numerosi concorsi e progetti nazionali, conseguendo primi premi anche in denaro: il Progetto/concorso nazionale Ministero dell’Interno e Ministero della P.I "La strada maestra di vita”, in cui la scuola Ferrante Aporti è stata premiata presso la Questura di Foggia), il progetto/concorso nazionale "Le cose cambiano se…”, sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica e di vari Ministeri conseguendo il primo premio di 1.000 euro assegnato alla scuola Ferrante Aporti, premiata a Roma dalla Ministra Prestigiacomo e da altre personalità alla casa del Jazz, il progetto/concorso nazionale “Inizia da te …energie di cambiamento”, sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica e di vari Ministeri conseguendo il primo premio di 1.000 euro assegnato alla scuola Antonietta Acquaviva, premiata dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano  a Roma al palazzo del  Quirinale, il progetto/concorso nazionale "Noi giovani reporter del cambiamento climatico”, sotto l’alto Patronato del Presidente della Repubblica e di vari Ministeri conseguendo il primo premio di 1.000 euro assegnato alla scuola Angela Fresu, premiata dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano  a Roma al palazzo del  Quirinale, il progetto/concorso nazionale “Da cosa rinasce cosa”, sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica e di vari Ministeri conseguendo il primo premio di 1.000 euro assegnato alla scuola Ferrante Aporti, premiata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Roma a palazzo Madama.

Senza considerare la partecipazione della scuola Ferrante Aporti all’EXPO 2015 Milano, all'interno del corner riservato alle eccellenze delle scuole italiane e l'attivazione nelle scuole dell'infanzia comunali di un corso di informatica per i bambini di 5 anni in collaborazione con l’Università degli Studi di Foggia, corsi di educazione musicale con maestri di musica, corsi di educazione teatrale e di dizione con attori di teatro, corsi rivolti ai genitori sulla corretta alimentazione, sul rispetto e la salvaguardia dell’ambiente, sulla genitorialità con esperti dei vari settori.

Dall’anno scolastico 2007/2008, poi, è stata avviata presso la Sezione Primavera della scuola comunale dell’infanzia Arpi - la prima nell'intera Regione Puglia - l’iniziativa sperimentale per l’ampliamento dell’offerta formativa rivolta ai bambini dai 2 ai 3 anni di età. Posso affermarlo senza tema di smentita, io neo eletto consigliere comunale iscrissi mio figlio, un’eccellenza.

Cari Commissari, non so se siate consapevoli che con un tratto di penna state cancellando questo patrimonio che per sintesi ho provato a riassumere; che con un atto immotivato state buttando alle ortiche questa ricchezza, danneggiando, forse irrimediabilmente, il futuro dei nostri bambini. 

Tra un anno, cari Commissari, Voi andrete via. Lascerete questa Città dopo aver concluso - secondo me in modo pessimo - il Vostro incarico. Ma a noi e ai nostri figli consegnerete in questo ambito una Foggia ancora peggiore di quella che avete ereditato.

Ai "cittadini di domani" tarperete le ali, impedendo loro di proseguire in un percorso di crescita. Farete della nostra Città probabilmente l'unico capoluogo di provincia italiano totalmente privo di scuole dell'infanzia comunali. 

Fermatevi, prima che sia troppo tardi. Fermatevi, prima che il danno sia senza rimedio. Ascoltate le voci della protesta e della proposta. Valutate soluzioni diverse da quel taglio radicale che avete partorito, che non serve a nessuno e provocherà solo ulteriori problemi e danni ad una Città che, viceversa, vorrebbe rialzarsi, rinascere e ricostruire sulle macerie lasciate dall'ex sindaco Landella e dal centrodestra. 

Leggete ciò che state distruggendo. Non state tagliando i “rami secchi” di questa Città, state recidendo le sue migliori radici.  E, per una volta, invece di continuare ad amministrare Foggia senza confronto e con il piglio di chi vuole fare "piazza pulita", ascoltate chi conosce un po' meglio di voi questa comunità, la sua storia e le sue immense potenzialità. Chi ha combattuto in solitudine, a mani nude, quando a Foggia anche una certa parte della Città voltava la testa dall’altra parte quando non era complice.

Quelli che si sono tanto prodigati a Roma affinché il Governo sciogliesse Foggia per infiltrazioni mafiose, quelli che io definisco gli “ultras dell’antimafia”, che hanno sacrificato la Città sull’altare dei loro personali interessi».

nota di Giuseppe Mainiero, già Consigliere comunale di Foggia.

“L’iniziativa è stata importante. Forse sollecitata dall’alto. Forse pianificata come strategia di difesa dalle critiche popolari e, più raramente, politiche.

Come che sia, la Commissione Straordinaria a Palazzo di Città ha parlato. Non ai cittadini ma a chi – sia pure dentro una bolla di robusta delegittimazione – ne dovrebbe essere rappresentante e tramite. Da ciò che si legge in giro, pare abbia parlato in modo franco e diretto. Ha ascoltato – rintuzzando con decisione le accuse mosse nei suoi confronti – ma anche spiegato l’eredità ricevuta ed il lavoro avviato.

Due fattori legati l’uno all’altro. Il “prima” ed il “dopo” come parte di un unico racconto. E per i tre Commissari di un’unica missione risanatrice.

Eppure di quanto detto è trapelato poco in forma ufficiale, se non le dichiarazioni di circostanza in politichese degli invitati. Nonostante, sempre secondo ciò che qualcuno dei partecipanti ha rivelato sui social, la Commissione sarebbe stata chirurgica nell’esporre lo stato dell’arte, nel dettagliare il “caos” trovato in quasi tutti i Servizi dell’Ente: dalle Politiche Abitative a quelle Sociali, dalla complicatissima condizione delle aziende partecipate ad un lunghissimo elenco di concessioni di spazi pubblici ad associazioni senza alcuna legittimazione, spesso collocate in locali sprovvisti delle più elementari norme di sicurezza, solo per fare alcuni esempi.

Per me, che ho sempre denunciato tutte le illiceità, le opacità, le illegittimità, le sciatterie, e le storture dell’Amministrazione di centrodestra che aveva in Franco Landella il suo leader, nulla di nuovo.

Nulla che io non avessi già detto e scritto pubblicamente, nonostante le tante querele subite, nel silenzio assordante di tutti, a cominciare dalla politica, di maggioranza e di pseudo opposizione, e delle tante “associazioni legalitarie” destate da un “lungo letargo” interrotto dall’azione della Magistratura. Ma la mia voce, si sa, è una voce di parte. Dunque a questo punto credo sia giusto e doveroso che la Commissione metta in campo un’operazione verità di cui la Città ha dannatamente diritto. Per conoscere cosa è accaduto, ascoltandolo da una fonte “terza”. Per capire come si sia scivolati verso il Commissariamento o, comunque, in un baratro amministrativo che a porte chiuse i Commissari hanno definito pressoché inquietante. Per avere contezza di ciò che non è emerso, delle attività compiute per anni "sotto traccia", dietro le quinte, lontano da occhi indiscreti.

La Commissione Straordinaria “parla attraverso gli atti”, rispose stizzita l’ex Prefetto Marilisa Magno ai giornalisti che la incalzavano chiedendole conto dell’attività amministrativa portata avanti. Da allora, come ha dimostrato l’incontro con partiti e movimenti, quell’intransigenza pare essersi ammorbidita. Non è svanita la volontà di operare senza microfono, sebbene nel piano triennale del fabbisogno del personale sia stata confermata la figura di un comunicatore – come previsto dalla Giunta Landella – da reclutare con la funzione di staff della Commissione. Ma comunque un passo in avanti verso un più largo coinvolgimento dell’opinione pubblica c’è stato.

Proprio per questo si potrebbe e si dovrebbe compiere un ulteriore sforzo.

A me continuano a sfuggire le motivazioni della mancata partecipazione ai bandi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), della contestata e inopinata chiusura delle Scuole comunali dell’infanzia e del Nido. Sono in attesa di capire se e quali settori claudicanti si stanno mettendo in sicurezza, se e quali responsabilità amministrative sono state individuate (perché, è bene sottolinearlo, per Landella ed il centrodestra non sarebbe stato possibile adottare alcun atto senza le firme di funzionari e dirigenti). Ad oggi nella nostra Comunità manca la “percezione” dell’opera di bonifica della struttura amministrativa. Anzi, se si pensa alle Politiche Sociali e all’Emergenza Abitativa - temi assolutamente centrali nelle ragioni dello scioglimento per mafia del Comune di Foggia - si scorge una quasi perfetta continuità nella struttura amministrativa che governa e sovraintende i Servizi.

Quello che credo sia fondamentale compiere, tuttavia, è uno sforzo di comunicazione e di chiarezza innanzitutto sul passato di Foggia e del suo Comune. Aprendo un libro che i cittadini devono poter leggere. Consegnando a ciascuno di loro gli elementi per valutare, anche se “ex post”, cosa è successo in questi anni.

Una limpida e trasparente operazione verità, lo ribadisco. Poiché anche questo vuol dire bonificare il contesto che è stato affidato alle cure della Commissione. Non il tessuto amministrativo, rispetto al quale, come ho già detto, resto in attesa di conoscere quali decisioni sono state assunte dai Commissari verso chi si è reso corresponsabile dello sfacelo descritto a movimenti e partiti, ma quello sociale e civico. Nel 2023, quando si tornerà alle urne, i Foggiani hanno il diritto di sapere cosa sia accaduto in questi lunghi sette anni, quanto e come il centrodestra abbia prodotto il disastro raccontato dai Commissari e chi, dalla minoranza, si sia guardato bene dal denunciare fatti e circostanze. 

Su tutto questo serve informare dettagliatamente la Città. Perché anche informarla vuol dire compiere un’azione di "bonifica", dal momento che un voto espresso con consapevolezza è l’antidoto più forte contro ogni degrado che nasca e proliferi dentro il Palazzo”.

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