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#contrappunti

«Ho aspettato con ansia e partecipazione i risultati delle ultime elezioni comunali, non perché avessi qualche interesse di parte, oppure qualche scopo da raggiungere in ordine politico. Del resto mi sono sempre definito un uomo di cultura, anziché un uomo politico, e come tale ho agito in tutti questi miei anni, nel fare conoscere innanzitutto la nostra storia e la nostra cultura attraverso la pubblicazione di libri e attraverso circostanziate riflessioni giornalistiche che ponessero in risalto innanzitutto il bene della nostra comunità e la conoscenza delle nostre grandi potenzialità in campo sociale, economico e culturale. E come tale ho agito, con equilibrio e coscienza, mettendo in primo piano il “bene comune” e non il bene individuale , come del resto, oggi, stiamo assistendo in alcuni partiti dove l’individualismo predomina sacrificando purtroppo il “bene comune” dell’intera comunità, vista come un organismo sociale e culturale, che ha bisogno dell’aiuto di tutti e della presenza dello Stato per superare quelle difficoltà oggettive di ordine burocratico ed economico.

Ed ecco, quindi, siamo giunti  ai risultati che hanno visto vincente, con grande differenza di voti,  la coalizione di Pierpaolo D’Arienzo, a cui va il mio augurio. Anche  se la presenza della coalizione di Felice Scirpoli  ha creato, qualche mese fa, l’illusione di un nuovo corso nella storia del nostro paese. In ogni modo, a differenza di alcuni che non accettano i risultati delle elezioni, oggi bisogna dare il giusto merito a chi ha saputo raccogliere e, quindi, far suo più della metà della volontà popolare locale,  il 65,69 % dei votanti.

Tutto questo ci pone oggi il problema di dare il nostro contributo, come cittadino, ma soprattutto come operatore culturale, alla nuova coalizione e, quindi, ai nuovi esponenti politici affinché interpretino nei migliori modi possibili la volontà popolare e le sue priorità in campo sociale, economico e culturale, superando ogni forma di individualismo e di egoismo di parte.

È tempo di creare un clima di maggiore partecipazione alla vita politica e culturale della città, con una nuova consapevolezza che si raggiunga il “bene comune” e lo si difenda, non attraverso una opposizione selvaggia e delatoria dell’avversario, ma attraverso una  piena consapevolezza di agire per il “bene comune” e, quindi, per il bene  dell’intera comunità, sia essa di parte che contraria. Ed ecco, quindi, che deve nascere una nuova coscienza e consapevolezza in ognuno di noi, specie in chi ha competenza e amore per il paese, affinché la città possa crescere e possa esprimere tutto la sua valenza economica e culturale.

Con la sola politica e, quindi, con le sole forze di maggioranza non si va da nessuna parte, se non si coinvolgono e si rendono partecipi tutte le forze sane del paese e, quindi, anche dell’opposizione, specie quella parte più preparata e ben disposta a creare le condizioni affinché si faccia della Città di Monte Sant’Angelo la Capitale della Cultura italiana  per l’anno 2025. Obiettivo che si può raggiungere solo se vi sono le condizioni univoche per un’azione propositiva di rinascita e di valorizzazione dell’esistente. In questo senso ognuno di noi deve essere chiamato a partecipare al “bene comune” e, quindi, alla rinascita della nostra città.

Da parte mia voglio ribadire la mia piena disponibilità a mettermi al servizio del “bene comune” della Città, come storico e come uomo di cultura, come componente a tutti gli effetti: della Società di Storia Patria per la Puglia;  della Carta di Calenella, che oggi è rappresentata dalla maggior parte degli intellettuali del Gargano, di estrazione umanistica e scientifica, come Nello Biscotti;  dell’Alta Scuola di Formazione Politica “Aldo Moro”, di cui è Presidente il Prof. Domenico di Iasio, con i suoi corsi di formazione rivolti specialmente agli Istituti Superiori; e non ultimo quale componente per la istituzione di una Fondazione per la diffusione e la valorizzazione del patrimonio culturale della Città di Monte Sant’Angelo e del Gargano.

Quindi, competenza e volontà di dare il proprio contributo, in maniera collaborativa e fattiva, affinché la nostra città acquisti di nuovo quel prestigio che aveva negli anni Settanta, allorquando era considerata la capitale culturale del Gargano e della Puglia, attraverso la istituzione del Parco Nazionale del Gargano, della Comunità Montana del Gargano, del Centro Studi Garganici, con la sua Rivista “Gargano studi” e le sue pubblicazioni, della Sede dell’Università di Foggia, della nascita di vari Ospedali, fra cui quello di Monte Sant’Angelo, chiuso da anni per colpo della politica e dei suoi bilanci in negativo.

Speriamo che l’attuale amministrazione, uscita dalle elezioni del 2022, abbia la volontà e la capacità di intraprendere un nuovo corso, ponendo al centro del suo programma la rinascita della nostra città, attraverso la creazione di una nuova dignità sul piano personale e collettivo e una nuova valenza culturale, ponendo al centro della sua azione innanzitutto la cultura, il turismo, l’economia e soprattutto la collaborazione con tutte le forse vive e vitali della nostra città, senza pregiudizi e senza interessi di parte.

Auguro a tutti un buon lavoro e una nuova era di progresso e benessere generalizzato,  in nome e per conto del “bene comune”».

Prefazione della Redazione

Nella poliedricità che da sempre contraddistingue Giovanni Ciliberti, persona colta e consigliere di vita (espressioni palesate anche nel suo libro #Giuwà”, Andrea Pacilli Editore - anno 2016), non manca mai la sua sottile ironia, anche anglosassone, di esporre un problema con metafore che abbracciano la quotidianità, del posto in cui vive. L’articolo proposto da Ciliberti è interessante, tanto sottile nel profilo politico-istituzionale quanto graffiante sul piano sociale ed economico. Un “dolce appello e grido” di dolore per ciò che potrebbe esser fatto in una terra che attende interventi di riqualificazione, infrastrutturali, riconversione e sostegno economico e lavorativo, per dar seguito a quello sviluppo che tanto è propagandato, spesso prima e a margine di campagne elettorali, poi, però, dimenticato nei polverosi cassetti dei comuni limitrofi e interessati.

A cura di Giovanni Ciliberti, medico e direttore emerito U.O. Malattie Apparato Respiratorio Policlinico OO.RR. Foggia e già amministratore di Monte Sant’Angelo.

#contrappunti

«Ottima la manifestazione del 30 luglio prossimo che di sicuro avrà l'apprezzamento di chi vi parteciperà e dei produttori per il relativo ritorno promozionale a costo zero.

È un esempio di come avviene la promozione delle eccellenze agroalimentari del nostro territorio (vi sono solo un paio di ettari di vigneti di cui 0.5 a Macchia ed il resto a Valle Carbonara tutti condotti in modo hobbistico e che produrranno poche migliaia di bottiglie).

A Vieste si svolge una manifestazione che dura diversi giorni dove oltre ad incontri vi è una vera promozione dell'olio extravergine di oliva e degli altri prodotti della cucina garganica.

A Macchia invece in oltre 2.000 ettari di uliveti si producono annualmente in media 15.000 quintali di olio extravergine la cui elevata eccellenza è messa in crisi dalla persistente siccità, dagli elevati costi di gestione, dall'incapacità promozionale dei produttori e dalla frammentazione della proprietà.

Mentre il concime azotato è aumentato del 250%, il gasolio del 150%, l'energia elettrica di oltre il 100% e la lavorazione dei terreni da parte dei contoterzisti del 50% il prezzo dell'olio all'ingrosso è rimasto invariato (€ 420-450 al quintale per acidità inferiore a 0,4%) perchè nell'area mediterranea vi è una superproduzione (2.5 milioni di tonnellate. In Italia 250-300.000 tonnellate).

A Macchia sono in bilico lavoro e produzione per € 8-10 milioni all'anno.

Assistiamo alla latitanza delle amministrazioni comunali con un persistente ed inspiegabile abbandono dei produttori e delle maestranze di Macchia tanto che non pochi si augurano che la xylella non ritardi troppo ad arrivare anche da noi, per porre fine ad un decennale accanimento terapeutico di una secolare attività che attualmente produce in perdita.

Sarebbe utile

* Istituire una sezione distaccata a Macchia del settore agro-forestale con la funzione di monitorare l'ulivicoltura (fitopatologia, interventi colturali tesi a migliorare la qualità, controlli vari).

* Favorire l'uso dell'EVO di Macchia nella ristorazione locale.

* Promuovere, coinvolgendo tutti i produttori, l'EVO di Macchia sia attraverso manifestazioni pubbliche che con mezzi diversi di pubblicità (distribuzione di un campione di 100 ml di EVO da distribuire negli alberghi o in un apposito locale nei pressi della zona santuario dove promuovere tutte le altre eccellenze agro-alimentari del territorio).

Purtroppo niente di tutto questo, nemmeno la partecipazione all'associazione italiana "le città dell'olio" che inserirebbe la nostra città nel circuito nazionale dell'olio come avviene per Mattinata, Vieste, Carpino etc...».

#contrappunti

In precedenza nessun confronto. Poi l’apertura verso sindacati e operatori sanitari. Infine la decisione di assunzione.

Questi, in sintesi, son stati i tre passaggi che hanno tenuto banco l’annosa situazione di molti infermieri, OSS e ausiliari della sanità pubblica pugliese, in particolare quella della provincia di Foggia. Mesi e mesi di richieste, incontri inevasi, rimandi e i “poi vediamo” di chi sapeva che il momento opportuno doveva coincidere con le amministrative 2022.

Un modus operandi che si ripete prima, durante e dopo, elezioni in vista e poi in corso.

Nelle scorse ore alcuni comuni del foggiano sono andati al voto per eleggere sindaci e consiglieri comunali. E sempre in quelle ore molti operatori sanitari erano, di fatto, non assunti, pur avendone diritto. Dinamiche pre-elettorali che tengono col fiato sospeso candidati e chi per loro gli confeziona la campagna elettorale, spesso consumata sottobanco con indicazioni e promesse.

Nei giorni scorsi è giunta in redazione una nota stampa delle Segreterie regionali pugliesi della FP CGIL, CISL FP e UIL FPL, che chiedevano un incontro urgente per discutere, come scritto nell’oggetto: “Divieto alle procedure di stabilizzazione, proroghe dei contratti a tempo determinato e assunzioni da procedure concorsuali – Richiesta incontro urgente ai sensi dell’art. 6, c.4 CCNL”, ricordando la proclamazione dello stato di agitazione del personale interessato ed in mancanza di pronto riscontro, la conseguente manifestazione sotto la Presidenza della Giunta per il giorno 18 giugno p.v.".

Pronta è stata la risposta della Regione Puglia, che in una email inviata alla stampa afferma che la Regione Puglia non ha bloccato le assunzioni, specificando che «La citata disposizione è da intendersi efficace, nelle more dell’imminente perfezionamento della procedura regionale, attualmente al vaglio dell’avvocatura regionale, in merito alle procedure di stabilizzazione, proroga contratti e scorrimento graduatorie idonei, necessaria ad evitare comportamenti eterogenei, già messi in atto da parte di alcune Aziende sanitarie, creando tensioni con le Organizzazioni sindacali».

Nel frattempo si è votato e si sono eletti sindaci e consiglieri comunali. Il risultato è stato la rodata speculare campagna elettorale svolta dai massimi vertici regionali del centrosinistra, civici affini e nominati, che ha stravinto nei comuni interessati. Tra questi c’è Monte Sant’Angelo -ma è solo un esempio tra molti-, comune con una moltitudine di operatori sanitari che lavorano in tutta la provincia di Foggia, e che tra loro c’erano proprio quelli che attendevano la stabilizzazione. Casualità? Certo che si!

Tuttavia, e sempre forse per caso o per tempi burocratici lenti, mercoledì 15 giugno, sempre agli organi di stampa, giunge un’altra email della Giunta regionale Puglia che assicura il via libera alle assunzioni in sanità da graduatorie vigenti e per i precari, per 6mila posti in tre anni., con un cospicuo investimento finanziario.

Sta di fatto che tutto è accaduto dopo le amministrative 2022 e non prima. Doveva avvenire diversi mesi addietro, da quando sindacati e dipendenti precari chiedevano lumi, cosicché da sfatare dubbi su metodi abitudinari della politica nelle istituzioni pubbliche.  Poi ognuno tragga le sue conclusioni.

Di seguito, in ordine di arrivo, si pubblicano la richiesta dei sindacati, una nota del presidente del Gruppo Misto in Consiglio regionale Puglia, la risposta della Regione Puglia e la decisione della Giunta Regione Puglia.

 

Bari, 07.06.2022 -  FP CGIL - CISL FP - UIL LFP SEGRETERIE REGIONALI PUGLIA

Al         Presidente Giunta Regione Puglia dott. Michele Emiliano

All'       Assessore alla Salute Regione Puglia dott. Rocco Palese

Al         Direttore Dipartimento Salute Regione Puglia dott. Vito Montanaro

prot.n.496/uilfpl/2022                                                                                                                                                                                                                                         Regione Puglia - Sede

 

Oggetto:    Divieto alle procedure di stabilizzazione, proroghe dei contratti a tempo determinato e assunzioni da procedure concorsuali – Richiesta incontro urgente ai sensi dell’art. 6, c.4 CCNL.

Si evidenzia in premessa che le scriventi OO.SS, già in data 26 maggio u.s., avevano chiesto un confronto urgente ai sensi dell’art. 6, c. 4 del CCNL sulle questioni relative alle procedure di stabilizzazione, proroga de contratti a tempo determinato e procedure concorsuali.

Mentre apprendiamo in queste ore che con una circolare a firma dell’Assessore alla Salute Dott. Rocco Palese e del Direttore del Dipartimento Salute Dott. Vito Montanaro (prot. puglia/A00_005/prot./06.06.2022/0003912) indirizzata ai Direttori Generali delle Aziende e Enti del SSR, si pone il divieto alle procedure innanzi richiamate.

Stigmatizzando il mancato rispetto delle corrette relazioni sindacali, su temi che investono il tavolo regionale sulla sanità ma soprattutto investono le aspettative di circa 3500 addetti a tempo determinato, circa 4000 dipendenti che hanno i requisiti previsti dalla legge Madia e legge di bilancio 2022 per la stabilizzazione del rapporto di lavoro, nonché i vincitori ed idonei alle prove concorsuali che complessivamente colmerebbero il fabbisogno del personale, così come approvato con i provvedimenti di giunta regionale, questo per evitare che siano compromessi i livelli dei servizi da garantire alla collettività pugliese.

Per queste ragioni si chiede un incontro urgente e si comunica sin d’ora la proclamazione dello stato di agitazione del personale interessato ed in mancanza di pronto riscontro, la conseguente manifestazione sotto la Presidenza della Giunta per il giorno 18 giugno p.v..

Distinti saluti.

FP CGIL PUGLIA

CISL FP PUGLIA

UIL FPL PUGLIA

Domenico FICCO

Aldo GEMMA

Antonio BARNABÀ

 

Dichiarazione del presidente del Gruppo Misto in Consiglio regionale Puglia.

“Il blocco delle assunzioni annunciato ieri dall’assessore alla sanità rappresenta per migliaia di operatori sanitari un salto nel buio. E bene hanno fatto i sindacati a proclamare lo stato di agitazione di fronte a una tanto evidente mancanza di correttezza nelle relazioni sindacali.
Diciamo le cose come stanno: siamo di fronte ad una situazione molto confusa e di assenza di una chiara visione, dove un giorno si annuncia in pompa magna la programmazione dei fondi del PNRR prevista per la Puglia con l’apertura di ospedali di Comunità, case della salute, medicina territoriale e di prossimità, per la quale serve l’assunzione di migliaia di medici, infermieri, oss e il giorno dopo blocca tutto e ipoteca il futuro di migliaia di donne e uomini che da tempo aspettano l’agognata stabilizzazione.
Una decisione che va contro le attese di tanti lavoratori che in questi anni sono stati in prima fila e hanno permesso la tenuta di interi reparti ospedalieri, strutture di Pronto Soccorso, ambulatori e Asl, ma va anche in direzione diametralmente opposta al lavoro portato avanti, non senza difficoltà, dal Ministro della Salute Roberto Speranza.
Alla Regione chiediamo da che parte sta? Dalla parte dei lavoratori e della tutela della salute? Bene, lo dimostri nei fatti perché dopo anni di sacrifici imposti dal Piano di rientro e dal Piano operativo che hanno portato a una sistematica diminuzione del personale, dell’assistenza e dei servizi abbiamo l’occasione oggi – grazie ai fondi stanziati per la sanità da Governo ed Europa - di voltare pagina.
Gli annunci in pompa magna cui siamo stati abituati in questi ultimi tempi non servono. Serve chiarezza.
E la volontà vera di non giocare irresponsabilmente sulla pelle delle persone, ma di lavorare per garantire una volta per tutte una sanità che sia realmente a misura di cittadino”.

 

PERSONALE SSR, LA REGIONE PUGLIA NON HA BLOCCATO LE ASSUNZIONI.

(Comunicato stampa a mezzo email 10 giugno 2022)

“In riferimento alla disposizione regionale emanata nei giorni scorsi in materia di personale del Servizio Sanitario Regionale, si precisa che la Regione Puglia non intende in alcun modo bloccare le assunzioni.
La citata disposizione è da intendersi efficace, nelle more dell’imminente perfezionamento della procedura regionale, attualmente al vaglio dell’avvocatura regionale, in merito alle procedure di stabilizzazione, proroga contratti e scorrimento graduatorie idonei, necessaria ad evitare comportamenti eterogenei, già messi in atto da parte di alcune Aziende sanitarie, creando tensioni con le Organizzazioni sindacali.

Nella stessa disposizione, è stato altresì previsto che, previa richiesta di autorizzazione, le Aziende possono procedere all’assunzione del personale necessario ed indispensabile, così come già messo in pratica in questi giorni da alcune aziende sanitarie.

L’iniziativa messa in atto dalla Regione, pertanto, è volta a tutelare la più ampia platea di lavoratori, garantendo uniformità di comportamento in tutte le aziende sanitarie”.
Lo dichiara l’Assessore regionale alla Sanità.

 

GIUNTA REGIONE PUGLIA: VIA LIBERA ALLE ASSUNZIONI IN SANITA’ DA GRADUATORIE VIGENTI E PER I PRECARI. PREVISTI SEIMILA POSTI IN TRE ANNI.

(Comunicato stampa a mezzo email 15 giugno 2022)

Saranno seimila in tre anni gli operatori sanitari che saranno stabilizzati o assunti dalle graduatorie vigenti nelle Asl e nelle aziende e enti del servizio sanitario regionale. Lo ha annunciato oggi l’assessore alla Sanità, illustrando in giunta una delibera sulla gestione del personale delle aziende e enti del servizio sanitario regionale.

“Le delibera – ha spiegato l’assessore – è un provvedimento di sistema, che arriva dopo un grande lavoro del Dipartimento, che ringrazio e dopo un serrato confronto con i sindacati e con le direzioni generali.

Si tratta di indicazioni operative per una ricognizione analitica del personale in servizio, dopo un censimento delle varie posizioni e delle graduatorie valide.

Nei fatti, sono state sbloccate le assunzioni dalle graduatorie vigenti e si darà il via libera alle assunzioni a tempo indeterminato di chi è in servizio e ha maturato i requisiti di legge per la stabilizzazione, anche se assunti per emergenza covid. Abbiamo varato la disposizione anche per evitare fughe in avanti e difformità di reclutamento che avrebbero bloccato i diritti di chi è in graduatorie o che può essere stabilizzato”.

La Giunta quindi, dopo la circolare del dipartimento Promozione della Salute che aveva regolato le procedure di stabilizzazione, ha approvato la delibera vista la necessità di garantire a livello regionale uniformi modalità operative in materia di reclutamento del personale delle Aziende ed Enti del SSR, nonché di dare attuazione alla normativa vigente in materia, così come espressamente richiesto dalle OO.SS. Sanità Pubblica, per assicurare uniformità di stabilizzazione e reclutamento.

Le direzioni generali dovranno fornire informazioni omogenee sulle procedure concorsuali bandite riferite al “Totale dei rapporti a tempo determinato (COVID+NO COVID)”, “Totale dei rapporti a tempo determinato (COVID)”, con riferimento alle assunzioni effettuate secondo disposizioni normative “Covid”; “Totale dei rapporti a tempo determinato (NO COVID)”, recante le risultanze per le assunzioni non effettuate secondo disposizioni normative “Covid”; “Sintesi aziende (profilo dettagliato)”, “Ssr Puglia – ricognizione procedure di reclutamento” e “Ssr Puglia – monitoraggio mensile procedure di reclutamento”, relative al monitoraggio delle procedure di reclutamento avviate dalle Aziende ed Enti.

La Giunta ha quindi stabilito che l’attuazione delle indicazioni operative di reclutamento deve avvenire nel pieno rispetto dei vigenti Piani triennali di fabbisogno di personale (PTFP) di ciascuna Azienda/Ente del SSR da ultimo approvati dalla Giunta Regionale, nonché dei vigenti tetti di spesa del personale assegnati.

In tal caso le Direzioni Generali potranno avviare le procedure di reclutamento di personale senza richiedere preventiva autorizzazione al competente Dipartimento Promozione della Salute.

La Giunta ha infine stabilito che, per motivate esigenze organizzative ed assistenziali, eventuali deroghe alle indicazioni operative possono essere concesse previa autorizzazione del Dipartimento Promozione della Salute. La procedura di decadenza dei Dg potrà essere avviata in caso di non rispetto delle prescrizioni.

 

 

 

 

 

Prefazione della Redazione

Nell’interessante articolo di seguito pubblicato si legge tutto ciò che un politico di lungo corso, tra l’altro della vecchia gloriosa scuola democristiana, che sarebbe utilissima ritornasse tra i banchi delle sedi dei partiti e delle varie sezioni cittadine, ha captato durante una presentazione pubblica: Monte Sant’Angelo candidata come Capitale della Cultura 2025. Una serata di spicco, con tanto di testimonial dello spettacolo italiano. Una serata, che cripticamente letto tra le righe, è stata un comizio elettorale con tanto di promotori e raccoglitori di consensi. In campagna elettorale tutto è quasi lecito, anche questo se i testimonial erano consapevoli. E certamente lo erano. Non è passato inosservato agli occhi dei più attenti analisti politici che la presentazione poteva essere l’occasione per unire una popolazione piuttosto che dividerla per un unico fine. Invece, è stata l’ennesima plastica volontà di una parte politica a farsi propaganda utilizzando un bene con ben due titoli UNESCO, Monte Sant’Angelo, che appartiene a tutti i Montanari. Plastica perché tale candidatura va preparata anni addietro. Oggi siamo nel 2022, tre anni prima, e pare che l’attuale Amministrazione ci stia lavorando da due anni. Ed allora, come mai nessuno sapeva nulla? In Consiglio comunale se n’è parlato? La cittadinanza è stata informata a tempo debito prima della campagna elettorale? La notizia, a quanto pare, sarebbe uscita durante questa propaganda per le Amministrative 2022. Tuttavia, va detto anche che nel 2025 le città candidate saranno 16 e la lotta sarà dura ma affrontabile, a prescindere da chi governerà Monte. Insomma, come leggerete, è naturale che la presentazione sia diventata “un evento così importante non può partire in modo claudicante escludendo metà della popolazione e delle forze politiche”. Ovviamente questo è un pensiero della redazione.

A cura di Giovanni Ciliberti, medico e direttore emerito U.O. Malattie Apparato Respiratorio Policlinico OO.RR. Foggia e già amministratore di Monte Sant’Angelo.

«Mentre stamane raccoglievo le mie albicocche, mi sono ricordato di quando con gli amici di partito, andavamo a raccogliere 2-3 cassette di albicocche.

Facevamo questo anche nei periodi di campagna elettorale.

Allora il mio avversario, che non sono mai riuscito a sconfiggere, era il sindaco Troiano, mentre io sono stato l'odiato nemico dell'intero PCI, fino a quando non costituimmo a Monte una delle prime amministrazione di compromesso storico.

Da quel momento cambiarono molti giudizi, il più apprezzato fu quello di Giacomo Stuppiello con quale da allora e fino a quando è stato in vita ci fu una stima reciproca. Lui che era un comunista vecchio stampo condivideva con me molte cose.

Ricordo i complimenti che mi fece dopo che gli regalai una bottiglia del mio vino Chitè Stravive.

Sono sicuro che sarebbe stato orgoglioso della candidatura di Monte Sant'Angelo a capitale della cultura dell'Italia per l'anno 2025, fatta dal suo partito.

Non sono invece altrettanto sicuro se avrebbe condiviso le mie perplessità sulla modalità con cui è stata posta questa candidatura perché un evento così importante non può partire in modo claudicante escludendo metà della popolazione e delle forze politiche che a Monte non si identificano con la sinistra.

Le città con cui Monte dovrà confrontarsi sono molto più agguerrite perché ricche di opere d'arte di interesse internazionale, perché città visitate da milioni di turisti e pertanto conosciutissime e non ultimo perché hanno risorse, conoscenze e competenze sufficienti per affrontare simili iniziative.

Il proponente ha affermato che sta lavorando a questo progetto da due anni, se è così perché il consiglio comunale non è stato coinvolto?

Non so in che modo sarà possibile coinvolgere in futuro gli esclusi che di sicuro oggi hanno tanto da recriminare.

Nella politica, nella professione, nella vita e nei propri hobby quasi mai si riesce a prendere il coniglio dal cilindro a meno che non si è prestigiatori e a me non risultano che questi stiano amministrando qualche città».

«Io credo che in ogni competizione elettorale, per eleggere il proprio governo di una Città, come Monte Sant’Angelo, di una Regione, oppure di una Nazione, ci debba essere il rispetto dell’altrui avversario, inteso non come nemico ma come competitore e quindi come un’alternativa a governare l’esistente. Ciò presuppone soprattutto il rispetto della dignità umana, che è uno dei grandi principi dei diritti dell’uomo e che rientra prepotentemente nella sfera della dignità umana. Principio che è stato preso in considerazione specie dopo le grandi tragedie del Novecento, che hanno visto in primo piano ben due guerre mondiali e la nascita di diversi totalitarismi che hanno tolto dignità all’uomo e ne hanno fatta precipitare la stessa convivenza civile, tanto da decretare nello stesso tempo la morte di Dio e dell’uomo. Situazione che purtroppo oggi si ripete nel conflitto fra Russia e Ucraina, dove la dignità dell’uomo e quindi delle persone viene sacrificata alla ragion di Stato e quindi alla violenza e alla crudeltà della guerra.

In questi ultimi tempi si è tentato di recuperare il senso della dignità umana e quindi la centralità dell’uomo non solo nella società quanto nell’ambito delle varie Costituzioni e quindi nell’ambito del diritto internazionale. Diritto che ormai non può più prescindere dalla dignità dell’uomo sia rispetto alla natura che rispetto alle leggi. Chi per primo ha parlato di età dei diritti è stato Norberto Bobbio, il quale, nel 1990, ha pubblicato un interessante libro intitolato per l’appunto: L’età dei diritti (1990). Partendo dalla Rivoluzione Francese (1789) e da quella Americana (1776), l’Autore ha affermato che con i grandi principi che ritroviamo sia nella Costituzione dei diritti dell’uomo e del cittadino  del 26 agosto 1789, che nella Dichiarazione di Indipendenza del 4 luglio 1776 degli Stati Uniti, venivano sanciti i  principi di libertà,  di uguaglianza e di fratellanza. Da questo momento, così,  siamo entrati nell’età dei diritti e quindi in una nuova fase dello sviluppo democratico, che ha visto tuttavia il suo compimento solo nel secondo dopoguerra. Recentemente, Paolo Becchi, docente di Filosofia del Diritto presso l’Università di Genova, nel suo libro  Il principio dignità umana (2009),  ha delineato in maniera chiara ed originale il percorso storico del concetto di dignità umana, nell’ambito filosofico e giuridico, affermando che “dopo il “principio speranza” di Ernest Bloch e quello della “responsabilità” di Hans Jonas, un terzo principio si è imposto negli ultimi anni al centro del dibattito filosofico: il “principio dignità umana”. Su quest’ultimo tema il dibattito pubblico si è imposto a livello europeo, ma specialmente in area germanofona e in quella angloamericana, mentre da noi è ancora agli inizi, anche se ultimamente  tale questione si sta ponendo all’attenzione degli intellettuali e di alcuni politici fra cui Stefano Rodotà, autore del volume Il diritto di avere diritti (2012), il quale afferma che “un innegabile bisogno di diritti e di diritto si manifesta ovunque, sfida ogni forma di repressione, innerva la stessa politica. Poteri privati forti e prepotenti sfuggono agli storici controlli degli Stati e ridisegnano il mondo e le vite. Ma sempre più donne e uomini li combattono, denunciano le diseguaglianze, si organizzano su Internet, sfidano regimi politici autoritari.

La loro azione è una planetaria, quotidiana dichiarazione di diritti, che si oppone alla pretesa di far regolare tutto solo dal mercato, mette al centro la dignità delle persone, fa emergere i beni comuni e guarda a un futuro dove la tecnoscienza sta costruendo una diversa immagine dell’uomo. È nata una nuova idea di cittadinanza, di un patrimonio di diritti che accompagna la persona in ogni luogo del mondo”.

Purtroppo, afferma Stefano Rodotà, “questa antropologia della modernità giuridica è ora messa in discussione, anzi sfidata e radicalmente negata, da una logica di mercato che, in nome della produttività e degli imperativi della globalizzazione, prosciuga i diritti e ci fa ritornare verso quella “gestione industriale degli uomini” che è stato il tratto angosciante dei totalitarismi del Novecento. Viene spezzato il nesso tra lavoro e dignità, davvero con una rinnovata riduzione delle persone a cose, a “oggetti” compatibili con le esigenze della produzione” (Rodotà, 2012, p. 189

Del resto bisogna constatare che anche lo sviluppo scientifico e la tecnologia avanzata ci stanno portando verso la postumanità, in cui il concetto stesso di umano sta cambiando. Infatti, in un mondo in cui la tecnologia o la medicina possono sconfiggere le malattie genetiche non è possibile far finta di niente e vivere allo stesso modo accettando il male. È come se l’uomo accettasse il male, fra cui anche la guerra,  e ne facesse un rimedio alla propria limitatezza. E ciò ci pone di fronte ad un’altra questione, che è il rifiuto totale della violenza e quindi della guerra, come espressione dell’alta tecnologia che si è raggiunto nel campo delle armi di distruzione, Una paradosso. Cioè, le armi, oggi, invece di difendere l’uomo, egli viene ucciso in nome della ragion di stato, come sta avvenendo in Ucraina. Il rispetto della dignità umana non può consistere nella contemplazione statica di un principio ma, esso è il motore di un processo nel quale la persona vede riconosciuti nel concreto i propri diritti ad una esistenza dignitosa e rispettosa della propria vita e del proprio essere in funzione degli altri e di se stesso e questo in ogni stato, in ogni regione e principalmente in ogni città dove si svolge la propria vita rispettando innanzitutto la libertà degli altri e l’altrui dignità personale e collettiva».

nota a cura di + p. Franco Moscone, arcivescovo Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo.

«Nella giornata di ieri un incendio, alimentato da un forte vento e dalla torrida temperatura, ha distrutto una vasta area di macchia mediterranea, oltre 20 ettari, in località Baia delle Zagare nel comune di Mattinata, lungo la strada litoranea che porta a Vieste, in un angolo di autentico paradiso del nostro ‘amato Gargano’.

La questione ambientale del territorio e la salvaguardia del creato richiedono cura e rispetto dei beni comuni, giardini, parchi, sentieri, boschi, litorali, spiagge. Se ci lasciamo coinvolgere per davvero dal grido del pianeta Terra saremo protagonisti di un futuro migliore per tutti. Ho più volte sottolineato rivolgendomi ai residenti e anche ai turisti che visitano e sostano nella nostra terra per un breve soggiorno, che la Terra è nostra “madre”, e di Madre ce n’é una sola. Dobbiamo imparare a vedere la bellezza del territorio sempre, nella quotidianità del vivere. Impegniamoci, perciò, a proteggere noi stessi e il Creato anche dalle nefaste forze di chi con insensati gesti, Dio non voglia, ci minaccia e vuol far intendere che ha le mani sul territorio e che intende ancora una volta sopraffare tutti e tutto per i propri meschini interessi.

La Chiesa di Manfredonia-Vieste San Giovanni Rotondo è più che mai sensibile alla questione ambientale quale “questione di ecologia integrale”, che abbraccia la migliore qualità della vita e la salute dell’uomo. Rinnovo l’invito urgente al dialogo sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta e in particolare del nostro territorio, di bellezza unica, perché la sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane, ci riguardano e toccano tutti. E tutti possiamo collaborare come strumenti di Dio per la cura della Creazione, ognuno con la propria cultura ed esperienza, le proprie iniziative e capacità.

E nel mentre sono personalmente vicino a tutta Mattinata, alla popolazione e alla civica Amministrazione per il grave incendio che ha sfregiato il meraviglioso territorio, plaudo a tutti coloro che hanno risposto e si son messi armoniosamente in collaborazione con le loro professionalità per domare l'incendio e mettere in sicurezza la zona delle “Zagare” in un momento in cui il nostro territorio ha ancora una volta dimostrato la sua fragilità!

A tutti noi, singoli cittadini, Istituzioni e aggregazioni della società civile, tocca rispondere con la responsabilità della custodia e cura. Rispettare e custodire il Gargano è amore per il suo territorio e popolo ed è garanzia di sviluppo e futuro.

E se da una parte possiamo dire che siamo terra “tra fuochi”, dall’altro abbiamo il dovere di rendere questa nostra terra solo risplendente di Luce come è la vocazione del nostro territorio e come ricorda la Vergine, titolare della parrocchia di Mattinata.

Forza Mattinata e forza Gargano!»

Si stanno avvicinando le elezioni amministrative del 12 Giugno 2022 e pertanto vogliamo fare, anche da parte nostra, alcune riflessioni sulla città di Monte San’Angelo e sul suo territorio. Certamente in questi ultimi anni la città di Monte Sant’Angelo è stata al centro di vari eventi che hanno messo in evidenza diversi fattori, legati non  solo all’attuale crisi socio-economica, quanto ad un generale disagio che la popolazione sta provando, anche sotto gli effetti negativi dell’attuale pandemia e non ultimo il conflitto fra Russia e Ucraina.

Una situazione che sta peggiorando di mesi in mesi, con una disoccupazione spaventosa e con una crisi economica che sta creando sempre più i presupposti della gente che va via dal proprio paese, giovani e meno giovani, spinti dal desiderio di trovare altrove posti di lavoro e una situazione più confacente alle proprie aspettative di vita. Per questo c’è la necessita che la città ritrovi oggi più che mai quello spirito unitario di iniziative e di sviluppo attraverso una maggiore consapevolezza dell’esistente, ma soprattutto attraverso una maggiore partecipazione alla vita politica della propria città. Una prospettiva di futuro che, purtroppo, è stata negata a tanti nostri giovani, costretti a lasciare la loro città, per essere stranieri in altre città, in cerca di un futuro migliore.

Ed ecco, quindi, la forza e la determinazione di voltare seriamente pagina,  attraverso la nascita e lo sviluppo di nuovi organismi politici e quindi di una nuova compagine politica che dia alla città una nuova speranza di futuro e nello stesso tempo di rinascita sociale ed economica oltre che culturale, con un serio programma politico,  che abbia al centro il rispetto della dignità dell’uomo e il diritto di essere protagonisti del proprio destino. Una crisi, quella attuale, che sta colpendo vari settori della vita cittadina, da quello agro-forestale a quello industriale della Piana di Macchia, alla crisi edilizia, così come la crisi del turismo e del commercio, dove gli esercenti si vedono, di giorno in giorno, privare di ogni sostentamento.

Ma, al di là di tutto ciò, c’è un clima di grave crisi sociale, dove si manifestano segni tangibili di sfiducia nel presente , ma soprattutto nel futuro, in una città che pur presentando molteplici potenzialità in diversi campi del suo vasto e ricco patrimonio, pur tuttavia essa rimane priva di sviluppo socio-economico. Per questo si vuole andare oltre, verso una società che abbia in sé il senso dell’equità, nonché il senso della partecipazione al “bene comune”. Ed è per questo che anche noi vogliamo dare un nostro contributo affinchè si venga a conoscere innanzitutto la nostra realtà sociale ed economica, oltre che culturale, da cui partire per un nuovo percorso di speranza e di sviluppo. E questo potrà avvenire solo attraverso la conoscenza del proprio territorio, al fine di acquisire le sue grandi potenzialità, il senso comune di una perfetta integrazione fra ciò che è reale e ciò che è realizzabile sul piano sociale ed economico, oltre che culturale e questo deve avvenire attraverso una maggiore partecipazione di tutti, alla vita politica della città, rispettando il sentimento e la dignità di ogni persona, ascoltando tutti e conoscendo le esigenze di tutti attraverso il rispetto della  libertà individuale e collettiva, della democrazia e della giustizia sociale, intesi come valori intrinseci per il “bene comune”. Una piena partecipazione alla vita politica intesa come responsabilità di essere cittadini di una città aperta e consapevole  di costruire un nuovo modo di fare politica.

Su questo, oggi, si costruisce il futuro della città di Monte Sant’Angelo, con la consapevolezza che senza partecipazione della gente e senza una piena consapevolezza nel proprio avvenire,  nulla si può costruire. Quindi, un Nuovo Patto per la Città, all’insegna della democrazia, della giustizia e dello sviluppo economico. E questo “patto” si costruisce anche attraverso un Programma politico-culturale, che va dall’Agricoltura all’Industria, dall’Urbanistica ai Servizi sociali, dalla Cultura al Turismo, dal Marketing territoriale alla Politica intesa come sviluppo locale, dalla Scuola  alla Legalità, dalla Rigenerazione Urbana Sostenibile del Centro storico alla realizzazione del Piano di Gestione UNESCO 2022-2027.

Il tutto all’insegna della trasparenza e della totale partecipazione della gente alla sua realizzazione, in un processo continuo di condivisione e di inclusione. 

nota di Giuseppe Mainiero, già Consigliere comunale di Foggia.

«Giorni fa ho avuto il piacere di leggere un post di Pasquale Episcopo condiviso dall’amico Alberto Mangano sulla sua bacheca facebook.

Non sapevo chi fosse Pasquale Episcopo ma sono rimasto catturato dalla sua conoscenza. Mi sono informato e ho scoperto che costui è di origine foggiana ma vive a Monaco di Baviera dove insegna. La sua storia saltò alle cronache un paio di anni fa quando annunciò che, grazie ai suoi rapporti con i discendenti di Federico Secondo, era riuscito a convincere gli stessi a scegliere anche Foggia tra i luoghi, cari all’Imperatore, che meritavano la posa di una stele. E così venne a Foggia per parlare con l’Amministrazione con cui scelse la zona di via Arpi per posizionare appena possibile il prezioso ricordo.

Pasquale Episcopo spiegava perché riteneva inopportuna individuare nel Palazzo delle Dogane la location dove realizzare la mostra permeante delle “cianfrusaglie” del nostro prestigioso concittadino Renzo Arbore.

Come fosse importante in quel luogo realizzare il Museo della Transumanza, lo ha fatto come fa uno storico arricchendo il racconto con dovizia di particolari a me inediti.

Rispetto a quanto evidenziato dal prof. Episcopo si rendeva necessario trovare un posto alternativo alla notevole iniziativa – è bene ricordarlo e ribadirlo – finanziata dal Teatro Pubblico Pugliese sulla quale evidentemente il presidente protempore delle Provincia Nicola gatta ha inteso “metterci il cappello” come è suo stile, trasformando ogni evento in un’attività propagandistica.

La Politica è cercare soluzione, non indossare i guantoni e lanciare sfide per l’ennesima prova muscolare, rispetto a chi, con spirito di partecipazione civica, cerca di dare un contributo costruttivo.

Avevo sommessamente invitato Gatta a valutare l’opportunità di realizzare la mostra permanente “Casa Arbore” alla Pinacoteca ‘900, trattandosi di un contenitore culturale, nono solo adeguato, ma assolutamente rispondente al profilo artistico e culturale dei manufatti che lo stesso Arbore ha definito le sue “cianfrusaglie”.

Rispetto ad una proposta di buonsenso il Presidente protempore, Nicola Gatta, ci fa sapere di aver letto - ma evidentemente non compreso – i rilievi storici, artistici e culturali mossi da Pasquale Episcopo rispetto alla sua scelta.

Non si tratta se possano o meno coesistere una mostra permanente di oggettistica e la sede di Palazzo Dogana, si tratta evidentemente di valutazioni che esulano dalla “competenza politica” trattandosi di materia storica sulla quale eviterei di avventurarsi, ma tentare di entrare nel merito dei rilievi mossi, e farsi aiutare da chi ha competenze specifiche alle quali la Politica dovrebbe avere il buon senso di affidarsi, onde evitare – le solite - brutte figure.

Spero ed auspico che questo ennesimo appello pubblico non cada nel vuoto, ma si voglia affrontare nel merito una questione che deve essere affrontata con la saggezza che merita.

Un invito allo stesso teatro Pubblico Pugliese che finanzia la lodevole iniziativa del nostro concittadino Arbore a valutare la migliore soluzione invitando sin d’ora ad allestire presso Palazzo Dogana, già sede della Regia Dogana della “Mena delle pecore”, quel Museo della Transumanza a testimonianza permanente delle radici e dell’identità del nostro territorio».

nota dl Circolo MET Tavoliere Monti Dauni di Foggia.

Stravolgimenti in atto della delibera del Consiglio comunale n. 169/2018 e del Protocollo d’Intesa con il Policlinico Riuniti.

“Il tempo è galantuomo e la verità, segue le bugie, e viene a galla. Ecco che una delle questioni mal gestite e irrisolte causate dall’Amministrazione comunale foggiana, a volte, con la corresponsabilità di altri soggetti pubblici o privati sta emergendo con tutte le sue contraddizioni.” Questa l’apertura di un comunicato stampa del Movimento per l’Equità Territoriale[1] a maggio 2021, poco prima del precipizio in cui stava finendo il Comune e l’intera Città di Foggia.

Parlavamo dei nuovi parcheggi e della chiusura del tratto di viale Pinto tra gli ex OO.RR. Una sigla sindacale aveva fatto una denuncia, a mezzo stampa, bocciando le modalità di utilizzo dei nuovi parcheggi. Erano intervenuti al riguardo, ma in modo più dettagliato e preciso rispetto al sindacato, anche gli ex consiglieri comunali[2] Cataneo, Mainiero, Pertosa, Rizzi, Russo e Sciagura che, a febbraio 2021, denunciavano anche questo caso come esempio di mala gestio dell’amministrazione poi commissariata due volte.

“Oggi, a distanza di un anno in cui siamo stati inascoltati come gli ex consiglieri comunali, (ri)denunciamo la persistente inottemperanza di quanto stabilito dal Consiglio comunale foggiano con delibera n. 169 del 27.11.2018, con violazione degli impegni assunti, nonostante ora ci siano Commissari al Comune e a Policlinico di Foggia - precisano, dal Circolo foggiano del MET fondato da Pino Aprile – risultano infatti disattesi gli indirizzi, i tempi e le attività contenuti nell’atto con cui il Consiglio comunale ha modificato il Protocollo d’intesa precedentemente sottoscritto e ratificato con delibera di Giunta comunale di Foggia n. 79 del 15.06.2018, a tutela degli interessi pubblici e privati in campo.”

Appare singolare che oggi il Commissario del Policlinico si adoperi per la disciplina dei parcheggi e di viale Pinto senza riscontrare gli impegni dell’Azienda, derivanti dagli obblighi convenzionali e finanziari con il Comune che sono ancora immotivatamente stravolti a scapito, soprattutto, degli interessi dei cittadini, degli utenti e di tutti gli operatori del Policlinico, nonché con probabile danno del Comune e dell’Ataf di Foggia e dello stesso Policlinico.

Del pari, nelle varie PEC inviate all’attuale Commissione straordinaria comunale foggiana, rimaste inevase, il Circolo MET di Foggia ha segnalato la necessità impellente di affrontare molte questioni urgenti relative a svariate materie di interesse pubblico riguardanti la cittadinanza, il territorio e il sistema produttivo e sociale foggiani. Tutto ciò si rinviene anche nella citata delibera n.169/2018 che stabiliva alcune azioni, in modo chiaro e con tempistiche definite come ad esempio la disciplina di chiusura e cessione del tratto OO.RR. di viale Pinto. Tale avvenimento sarebbe stato realizzato, con la sottrazione all’uso pubblico e alla gestione per quanto riguarda la viabilità e l’uso degli stalli su tale area, solo dopo la realizzazione della viabilità di collegamento tra via Napoli, il raccordo tra la Rotatoria n. 3 Orbitale, il prolungamento di viale Pinto e via L. Perosi.

Sono notorie e denunciate da fine dicembre 2019 le chiusure inappropriate di Viale Pinto ed il transito pericoloso su ”strada fantasma”, per la toponomastica, e priva dei minimi requisiti tecnici che pregiudicano la sicurezza per la viabilità che avviene tra montagne di rifiuti e senza illuminazione, soprattutto di notte, per andare al parcheggio ovest. Non solo. Ma verrebbe da chiedersi: sono stati sviluppati danni erariali al Comune e/o all’ATAF per gli stalli sottratti con la chiusura di viale Pinto disapplicando le previsioni, anche temporali, del Protocollo d’intesa modificato? E che dire di una strada a quattro corsie che finisce in mezzo ad un campo di terra coltivata? Gli spazi per i parcheggi interni della Cittadella sanitaria, per motivi di safety e security oltre che gestionali, a chi saranno indirizzati? Di chi sono i ritardi e chi ha cambiato idea tributando disservizi interni/esterni e progetti incompleti?

“Risulta evidente che gli indirizzi, le azioni e le tempistiche previste dalla delibera n. 168/2018 del C.C. foggiano non sono stati rispettati e che le nostre sollecitazioni al confronto non sono state accolte dalla Commissione straordinaria. Intanto, il Commissario del Policlinico agisce, solitario, in merito -dichiara Pasquale Cataneo referente del Circolo MET di Foggia- a questo punto quindi non ci resta che scrivere agli Enti commissariati, per le indispensabili verifiche dei reciproci atti e delle rispettive competenze, oltre ad inviare la nota anche alla Corte dei Conti, al Prefetto nonché alla locale Procura della Repubblica perché si faccia chiarezza in merito.”

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[1] https://www.statoquotidiano.it/12/05/2021/m24a-et-policlinico-e-comune-di-foggia-chi-sta-sbagliando-e-perche/858967/

[2] https://www.statoquotidiano.it/08/02/2021/ex-consiglieri-denunciano-comune-foggia-nel-baratro-perche-manca-la-politica/838801/

Maggio 2022, mese in cui ricorre la celebrazione della festa di  San Michele (8 Maggio), a seguito, nel 490 d. C.,  dell’Apparitio dell’Arcangelo Michele al vescovo sipontino Lorenzo Maiorano. Un evento che ha determinato la nascita del culto micaelico e quindi del pellegrinaggio, fra cui la Via Micaelica, tanto che dal Gargano il culto si diffuse in tutto l’Occidente, fino a raggiungere l’Islanda, lungo la cosiddetta Linea Sacra di San Michele, che congiungeva ben sette santuari dedicati a San Michele, fino a giungere in Terrasanta, sul Monte Carmelo. Una linea fra Occidente ed Oriente, con diversi itinerari e camminamenti tanto da creare una fitta rete di pellegrinaggio, la Via Micaelica,  di cui oggi si chiede il riconoscimento europeo.

In base a tutto ciò il Comune di Monte Sant’Angelo, ogni anno, dal 4 all’8 Maggio,  organizza il Festival Michael, per conoscere e valorizzare tali itinerari e quindi la diffusione del culto di San Michele in tutto il mondo. Quest’anno, Maggio 2022, il San Michele del Gargano è stato legato al San Michele di Kiev, un richiamo che ci riporta all’attuale conflitto fra la Russia e l’Ucraina e che sta creando seri problemi alla popolazione ucraina e alle sue città, ormai quasi tutte distrutte dell’esercito russo. Una situazione molto grave, che ci richiama ai tempi passati, e precisamente allo scoppio della Seconda Guerra Mondale. Purtroppo, oggi la guerra non si combatte solo con gli eserciti, ma la situazione può precipitare se vengono usate altre armi non convenzionali, come la bomba atomica. Speriamo di no.

Nell’ultima Edizione del Festival Michael, quindi,  si parlerà e si discuterà di vari argomenti, fra cui la diffusione del culto di San Michele in Ucraina e in Russia, dove il culto micaelico è molto sentito, tanto da far di San Michele il santo protettore della nazione ucraina. Tradizione che risale alla Rus’ di Kiev, che  fu un’entità monarchica medievale degli Slavi orientali, sorta verso la fine del IX secolo, in parte del territorio delle odierne Ucraina, Russia occidentale, Bielorussia, Polonia, Lituania, Lettonia ed Estonia orientali. Il termine Rus’ deriva da una parola di probabile origine finnica che indica un uomo venuto d’oltre mare: è possibile, infatti, che le genti d’Ucraina arrivassero dalle Terre Vichinghe.

Il culto micaelico si diffuse nella Rus’ di Kiev, dove era considerato il santo patrono dei sovrani, della famiglia principesca, patrono dell’antico stato della Rus’ di Kiev e della sua capitale - Kiev, e in seguito, il protettore della nazione ucraina. Un gran numero di chiese sono dedicate in onore di San Michele Arcangelo in tutta Ucraina, fra cui il Monastero dorato di San Michele situato a Kiev, capitale dell'Ucraina, con l’omonima Cattedrale. Gli esterni del complesso furono ricostruiti in stile barocco ucraino nel XVIII secolo, mentre gli interni sono rimasti nell'originale stile bizantino. La cattedrale e il monastero vennero demoliti dalle autorità sovietiche negli anni 1930, ma in seguito all'indipendenza dell'Ucraina del 1991 gli edifici vennero ricostruiti, e nel 1999 vennero riaperti al pubblico.

Fra le attività riguardati il Festival Michael, dobbiamo sottolineare le diverse iniziative riguardanti il rapporto fra il culto di San Michele e i Longobardi, i vari studi e pubblicazioni di libri riguardanti specialmente  il santuario di San Michele e lo sviluppo degli itinerari micaelici; l’arte de “I SAMMECALÈRE”, una categoria prettamente garganica sorta nel 1475 con il Real Privilegio di re Ferrante, la cui Mostra si tiene nei locali della Green Cave; la presentazione del Piano UNESCO 2022-2027; la mostra riguardante la Fototeca Tancredi, organizzata dalla Pro Loco di Monte Sant’Angelo; l’attività di accoglienza: Sulle orme dei Pellegrini di San Michele, ad opera dell’Associazione Monte Sant’Angelo Francigena, di cui è Presidente Matteo Rinaldi;  e infine l’inaugurazione dell’opera dell’Artista americana Colette Miller, in Piazza de Galganis, riguardanti due ali spiegate dell’Arcangelo Michele, segno della pace e della speranza in un futuro migliore senza guerra e senza violenza. Con l’Artista Colette Miller ho avuto un piacevole incontro, scambiandoci alcune impressioni sulla città micaelica e sulla necessità di creare le basi per l’amicizia dei popoli e delle nazioni. In segno si amicizia, e con l’augurio di portare con sé il ricordo della nostra città, le ho regalato due miei libri: San Michele e il suo Santuario. Via Sacra Langobardorum (1999) e  L’anima dei Luoghi. Dalla globalizzazione allo sviluppo locale (2013). Solo l’amicizia fra i popoli può assicura al mondo la pace, ha affermato l’Artista. La guerra porta solo rovine e distruzioni. Oggi nella città di Monte Sant’Angelo si celebra l’incontro fra due mondi: l’Italia e l’Ucraina, nel nome dell’Arcangelo Michele. Le ali che oggi possiamo ammirare sul muro di Piazza de Galganis stanno a significare che l’uomo deve volare in alto verso Dio  e condannare ogni forma di violenza, in none della solidarietà e della fratellanza fra i popoli. Non vi può essere pace e benessere se il tutto non viene basato sulla solidarietà dei popoli e l’Arcangelo Michele, con le sue ali,  ne è testimone, in quanto  simbolo di pace e di fratellanza.

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